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III.17 Politica di Chruščëv verso la religione e verso i paesi esteri
Anche i sindacati si opposero ai progetti di rinnovamento e di razionalizzazione dell'economia per paura che i lavoratori perdessero la sicurezza del posto di lavoro. La stessa cosa fece il partito, i cui funzionari temevano di perdere le proprie prerogative. Chruščëv per primo non volle ascoltare la voce degli economisti riformatori e si oppose con ostinazione ai loro progetti. Chruščëv voleva superare tutte le difficoltà risuscitando l'entusiasmo che negli anni '20 aveva sostenuto il popolo nella lotta e nei grandi sacrifici necessari per trasformare un paese arretrato in una grande potenza industriale. Ma l'aspirazione a far progredire il paese, ad aumentare il benessere e a superare gli Stati Uniti in potenza economica ed in tenore di vita, non suscitavano l'entusiasmo che l'ideale del trionfo del comunismo nel mondo intero aveva animato il popolo nel periodo dell'industrializzazione forzata. La classe dirigente non era più costituita dai rivoluzionari che si erano battuti per il comunismo, prima nella clandestinità e poi durante la guerra civile. I rampolli della nuova classe dirigente, detta nomemklatura, disprezzavano l'ideologia di stato. Stalin, nell'ultimo periodo della sua vita, combatteva con repressioni sanguinarie il sorgere dei clan locali che si formavano, in tutte le repubbliche dell'U.R.S.S.; ma i dirigenti e funzionari si difendevano legandosi più strettamente in gruppi di appartenenza; nazionale, familiare, mafiosa. Con la maggiore tolleranza di Chruščëv, la tendenza delle classi dirigenti locali a formare questo tipo di clan non fece che aumentare. Chruščëv non mandava sotto processo i burocrati di cui non era soddisfatto e tanto meno li destinava alla prigione o alla morte, li licenziava con la massima facilità. Chruščëv, che nutriva un grande disprezzo per i burocrati sedentari, correva da una parte all'altra del paese (si mosse più di ogni altro capo di stato dell'U.R.S.S.), visitava: Kolchoz, fabbriche e istituzioni per promuovere le sue riforme e porre fine all'inerzia e al malcostume. Ma, partito lui, il malcostume ricominciava. Gli entusiasti che seguivano le idee di Chruščëv venivano chiamati figli del XX Congresso: erano una minoranza emarginata.
III.17 Politica di Chruščëv verso la religione e verso i paesi esteri
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Chruščëv favorì la chiesa ortodossa ed attaccò tutte le altre comunità religiose. La chiesa ortodossa ne approfittò per incamerare le cattedrali ed i beni che appartenevano ancora ad altre sette religiose e decadde dal punto di vista morale. Le chiese cattoliche di Estonia e Lituania resistettero ad ogni attacco, diventando campioni della resistenza di queste repubbliche alla russificazione imposta da Mosca. Nei primi anni Sessanta più di 1.500 religiosi vennero imprigionati.