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III.16 Gestione di Chruščëv della politica economica
Molte delle nazionalità deportate da Stalin durante la II Guerra mondiale ebbero da Chruščëv il permesso di tornare alla terra di origine e ricevettero le scuse per le ingiustizie subite. Nel 1958 venne varata la riforma scolastica, che uniformò in tutta l'U.R.S.S. il corso di istruzione obbligatoria, incoraggiando l'accesso all'istruzione superiore. Vene anche favorita la mobilità sociale che comportava la promozione dei lavoratori ad incarichi di livello superiore. Nella sua lotta contro il conservatorismo, Chruščëv permise il formarsi di correnti di pensiero in contrasto con l'ideologia ufficiale. Si calcola che nel 1960 vi fossero nel paese circa 10.000 dissidenti fra: religiosi, gruppi nazionalisti, sostenitori della libertà di pensiero e dei diritti umani. Era un numero certamente esiguo rispetto all'intera popolazione, ma rappresentava tuttavia un enorme cambiamento rispetto all'era staliniana. Sempre nel quadro della lotta al conservatorismo, nel 1962 A.I. Solgenitsin poté pubblicare in U.R.S.S. “La giornata di Ivan”, racconto che descrive la giornata di un contadino finito in un campo di lavoro forzato. Le condizioni di vita del prigioniero sono molto dure ma non tali da compromettere le sue possibilità di sopravvivenza. Il protagonista si impegna nel lavoro che gli è stato assegnato, se non con entusiasmo, con dedizione. Alla fine del racconto, Ivan riceve una lettera della moglie, che gli descrive i grandi cambiamenti della vita nel paese dove Ivan viveva prima di essere imprigionato. Ivan è sconcertato dalla descrizione di un mondo che non riconosce più e sembra non essere più attratto dalla prospettiva del ritorno a casa. Nel 1964 i contadini acquistato il diritto alla pensione.
III.16 Gestione di Chruščëv della politica economica
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Gli economisti russi innovatori, che concordavano con le idee di E. Liberman, volevano abbassare i costi di produzione: non finanziare i costi di produzione; non finanziare le industrie in deficit e semplificare il farraginoso lavoro della pianificazione centrale che, con gli indici di piano, programmava nei minimi dettagli ogni cosa, dall'uso dei macchinari a quello della manodopera. Gli economisti innovatori volevano superare il metodo di industrializzazione applicato negli anni '30 e nella ricostruzione del dopoguerra. L'impiego razionale ed il risparmio della forza lavoro erano una necessità imposta dalla diminuzione delle disponibilità di mano d'opera. L'immensa massa di contadini sottoccupati ereditata dal regime zarista, era stata falcidiata prima dalle stragi di contadini che avevano accompagnato la collettivizzazione forzata e poi dalle stragi naziste della II Guerra mondiale. Le idee degli economisti riformatori ed i loro progetti innovativi vennero vanificati dal blocco di interessi dei pianificatori e dalle lobbies dell'industria pesante, dell'esercito e dell'industria bellica. Tutti settori da sempre privilegiati nella ripartizione delle risorse.