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III.4 Dopo Stalin

III.4 Dopo Stalin

Berija era destinato a essere vittima del timore che ispirava ai suoi colleghi di governo, per la sua fama di ferocia e per il ruolo che ricopriva di potentissimo capo degli organi di sicurezza dello stato. Gli altri componenti del governo ordirono una congiura contro di lui. Nel giugno 1953 Berija fu preso a tradimento e, in pochissimo tempo, processato e fucilato insieme ai suoi più stretti collaboratori, tutti alti dirigenti del ministero della sicurezza sociale. La fucilazione di Berija fu l’ultimo assassinio di stato dell’epoca di Stalin. il processo contro Berija fu ancora una volta un processo farsa, in cui le menzogne più palesi e spudorate furono usate come capi di accusa: Berija e gli altri imputati furono accusati di essere al servizio degli Stati Uniti e delle altre potenze occidentali e di aver tradito l’Unione Sovietica: questo fu il falso pretesto per le condanne a morte. Molotov, Malenkov, Vorošilov e lo stesso Chruščëv non avrebbero potuto far condannare Berija per i delitti che aveva commesso agli ordini di Stalin, perché anch’essi avevano commesso gli stessi delitti. Dopo la fucilazione di Berija l’M.V.D. venne messo sotto il controllo della segreteria del partito. e il suo potere fu ridotto. Fra i successori di Stalin nell’oligarchia del potere, in un primo tempo sembrò emergere la figura di Malenkov che, con l’appoggio di Berija, era diventato presidente del consiglio dei ministri (I ministro). Malenkov fu il primo a dichiarare che una guerra nucleare sarebbe stata una catastrofe per l’umanità e che quindi doveva essere evitata ad ogni costo.161 Georgij Malenkov aveva intenzione di favorire il settore dell’industria dei beni di consumo nei confronti dell’industria pesante e di quella bellica: scelta che andò contro la potentissima lobby dell’industria pesante e dell’esercito. Per queste sue idee troppo avanzate e per il fatto di essere stato nominato primo ministro con l’appoggio di Berija, che lo rendeva sospetto, Malenkov fu costretto a dimettersi. Dopo le dimissioni, Malenkov continuò a far parte del Politburo e il potere si concentrò nelle mani di Chruščëv, segretario del partito e di Molotov, che formarono una diarchia.

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161 Questa dichiarazione oggigiorno pare una banale ovvietà, ma allora il grande alleato cinese dell’Unione Sovietica Mao Tse-tung, lungi dal temere una catastrofe atomica, sognava, dopo la guerra nucleare vinta dai paesi comunisti, l’avvento dell’età dell’oro per tutta l’umanità. Non si può inoltre scordare che molti anni dopo il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan auspicava la distruzione dell’U.R.S.S. mediante le bombe atomiche e ci scherzava sopra.

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