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II.12 La fine del grande terrore del 1937-1938

Nel 1928 i burocrati erano 1,5 milioni, nel 1939 raggiunsero un numero compreso fra 7,5 e 9 milioni96 . Il potere era estremamente centralizzato, le leve del comando erano nelle mani di poche persone, che per cercare di mantenere il controllo sulla società accrescevano il numero dei burocrati. Molti dei funzionari, che occupavano posti di responsabilità, non avevano completato i corsi di formazione e, prima di aver sviluppato la capacità di svolgere il loro lavoro in modo soddisfacente, sviluppavano la capacità di fare i propri personali interessi. Nonostante la dura repressione esercitata dal regime di Stalin, cresceva il clientelismo, si moltiplicavano abusi e scandali. Servono misure urgenti. Gli scandali giustificano il terrore. I burocrati che, anche a livello locale, formano una classe fortemente privilegiata rispetto al resto della popolazione, sopravvivono col servilismo, il clientelismo e la falsificazione dei dati relativi alla produzione. In occasione delle ispezioni nelle industrie e nei villaggi si vede che gli ordini emanati dall'alto non vengono eseguiti. La paura dell'ingovernabilità spinge il Politburo ad accrescere il numero dei dirigenti, aggravando il problema dell'ipertrofia della burocrazia. Stalin sa approfittare della precarietà del potere per accentrarlo sempre più nelle proprie mani.

II.12 La fine del grande terrore del 1937-1938

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I danni provocati dal terrore non mancarono di farsi sentire nell'economia, nell'amministrazione, nella vita culturale. Era necessario cambiare rotta e correre ai ripari. Naturalmente nessuna ombra di colpevolezza avrebbe dovuto oscurare la persone del dittatore, lanciato in pieno nella promozione del culto della propria personalità. Il 25 novembre 1939 Nikolaj Ivanovič Ežov, che era stato nominato commissario all'interno dopo l'assassinio di Kirov, venne arrestato e sostituito da Lavrentij Pavlovič Berija, fu poi fucilato nel febbraio 1940. Vennero arrestati numerosissimi agenti del N.K.V.D. e della polizia segreta: 22.000 o addirittura 26.000 di essi furono fucilati97 . Centinaia di migliaia di prigionieri vennero liberati: nella maggioranza doveva trattarsi di condannati per reati comuni98 .

96 Benvenuti 1999. 97 Lewin 2003. 98 Beria lanciò la “Campagna di rettificazione” e circa 837.000 detenuti vennero liberati dopo la riesame dei loro casi (cfr. Lewin 2003).

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