4 minute read

II.21 Vigilia della II Guerra mondiale e politica estera

II.21 Vigilia della II Guerra mondiale e politica estera

Dopo la sconfitta della sinistra socialista e del comunismo in Europa la Russia era diventata uno stato, con confini determinati, fra gli altri stati con cui doveva convivere e confrontarsi. Nello stesso tempo il comunismo sopravviveva solo in Unione Sovietica ed all’Unione Sovietica guardavano tutti i partiti del movimento comunista internazionale come al modello a cui uniformarsi. Il governo di Mosca giocò quindi un duplice ruolo attraverso due organismi separati: il ministero degli esterni (Narkomindel) ed il Komintern. Il ministero degli esteri gestiva al meglio i rapporti con i governi degli altri paesi. Il Komintern era la terza internazionale, o internazionale comunista, fondata nel 1919 per sostituire l’internazionale socialista, frantumatasi nel 1914 con lo scambio di accuse di interventismo fra i partiti socialisti europei. Il Komintern coordinava l’azione dei partiti comunisti operanti negli stati capitalisti. Dopo la fine della guerra civile, il governo sovietico instaurò rapporti diplomatici di reciproco riconoscimento coi governi degli altri paesi europei e con gli Stati Uniti. A Rapallo il 16 aprile del 1922 venne stipulato fra la Russia e la Germania, i due paesi europei che avevano pagato il prezzo più alto alla guerra ed alla sistemazione postbellica, un accordo di cooperazione in ambito economico e militare. La Germania era allora governata dalla repubblica di Weimar. Nel 1924 il governo russo venne riconosciuto anche dai governi di Francia, Inghilterra ed Italia. Nel 1938 l’U.R.S.S. fu riconosciuta dagli Stati Uniti . Nel settembre del 1934 l’Unione Sovietica venne finalmente ammessa alla Società delle Nazioni. Il 16 maggio 1935 vengono firmati due patti di assistenza reciproca fra Mosca e Parigi e fra Mosca e Praga. Nella seconda metà degli anni trenta il potere dell’Unione Sovietica era ormai tenuto saldamente in pugno da Stalin, che sempre in ogni occasione cercò la pace e la sicurezza per il proprio paese. Stalin temeva e prevedeva una nuova guerra capitalista, preconizzata dal marxismoleninismo. Mentre concentrava tutti gli sforzi per portare la Russia in condizioni tali da poter sostenere un confronto armato con le grandi potenze, il dittatore metteva in opera, in campo diplomatico, una strategia tale da evitare la guerra o, perlomeno, da tenere la Russia fuori dal conflitto. Il governo russo adottò la politica di appoggiare i paesi democratici nei confronti delle dittature fasciste. Per favorire i buoni rapporti col resto dell’Europa, diminuì gli aiuti alla

Advertisement

Repubblica spagnola, impegnata a difendersi dalla falange di Francisco Franco e dalle truppe di volontari inviati in Spagna dall’Italia fascista e dalla Germania nazista. Verso la fine degli anni trenta l’ordine sancito a Versailles dopo la fine della I Guerra mondiale e la pace europea si andava sempre più deteriorando a causa delle mire espansionistiche tedesche. L’atteggiamento sostanzialmente accondiscendente tenuto dalla Francia e dall’Inghilterra verso l’annessione dell’Austria al Terzo Reich e verso lo smembramento della Cecoslovacchia, perpetrati da Hitler, spinsero Stalin a rompere l’alleanza con la Francia e l’Inghilterra (21 agosto 1939). Il 23 agosto 1939 la Russia sottoscrive il patto di non aggressione con la Germania: il patto Molotov-Ribbentrop. Questo patto sanciva la spartizione della nazione polacca fra i due contraenti. La Germania si sarebbe impadronita della parte occidentale della Polonia, compresa Varsavia, la Russia si sarebbe annessa le regioni orientali, etnicamente bielorusse e ucraine, che aveva perduto con la pace di Riga. La Russia avrebbe avuto inoltre mano libera nelle repubbliche baltiche: Estonia e Lettonia, sulla Bessarabia e poi sulla Lituania, nonché sulla Finlandia. Il 1° settembre 1939 la Polonia viene invasa dai due eserciti: russo e tedesco. Per cercare di salvare, in qualche modo, la pace in Europa ed allontanare la deflagrazione di una II Guerra mondiale, le grandi potenze si riuniscono nei giorni 29 e 30 settembre 1939 a Monaco Alla conferenza di Monaco la Russia non venne invitata. Nel settembre 1939 l'esercito russo, entrato in Polonia, aveva fatto prigionieri 21.000 ufficiali polacchi, tutti appartenenti all'aristocrazia ed all'élite sociale. Tutti costoro, per ordine del Politburo e più espressamente di Stalin furono fucilati. La strage avvenne nella foresta di Katin, presso Smolensk in Bielorussia nel marzo 1940. Gli stati baltici cedono nell'ottobre 1939 alla Russia le basi militari che vengono loro richieste, ma la Finlandia, che dopo la rivoluzione di ottobre aveva ottenuto l'indipendenza, si rifiuta di fare altrettanto. Il 30 novembre 1939 l'esercito russo attacca la Finlandia. Il piccolo popolo finlandese è deciso a non cedere: perfettamente padrone del proprio territorio, si difende con valore. La guerra ha un esito disastroso per l'esercito russo, demoralizzato e ridotto in pessime condizioni dalle purghe di Stalin: la maggioranza degli ufficiali e i comandanti più validi erano stati eliminati. La guerra russo-finlandese terminò nel marzo 1940. La Finlandia conservò la propria indipendenza, cedendo alla Russia parte della Coralia. In questo modo l'Unione Sovietica poté allargare il confine intorno a Leningrado126 . Nel marzo del 1940 i paesi baltici diventarono repubbliche dell'Unione Sovietica e nel giugno

126 La Finlandia mantenne poi sempre la propria indipendenza e la propria neutralità, anche per tutto il corso della guerra fredda.

This article is from: