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I.4 La I Guerra mondiale e la rivoluzione del febbraio 1917
moderato. Vi erano anche partiti di estrema destra, che si identificavano con gruppi etnici locali, di ideologia razzista e talvolta fautori di pogrom della popolazione ebrea.
I.4 La I Guerra mondiale e la rivoluzione del febbraio 1917
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Nel periodo che va dal 1905 al 1914, inizio della I Guerra mondiale, la situazione del governo zarista e dell’intera Russia si andava aggravando sempre di più. Fra limitate riforme democratiche, moti popolari, disordini e repressioni, il paese diventava sempre più ingovernabile, il debito estero cresceva mentre diminuiva sempre di più la credibilità del governo. Quando scoppiò la I Guerra mondiale lo Zar Nicola I scelse di entrare in guerra a fianco di Francia e Inghilterra, contro gli imperi centrali. Lo Zar e il suo governo speravano di risolvere i problemi interni con l’entrata in guerra. La guerra era infatti l’occasione per varare leggi repressive contro partiti, sindacati e scioperi. Il governo zarista sperava inoltre che la guerra avrebbe suscitato lo spirito patriottico e fatto rinascere il consenso del popolo verso il sovrano. L’esercito russo era destinato a pagare un altissimo prezzo di sangue all’arretratezza tecnologica del proprio paese, rispetto alle altre potenze europee. Il comando militare russo era costituito da membri della famiglia imperiale e da personaggi di loro scelta. L’esercito tedesco, assai meglio armato e ben diretto, inflisse gravissime sconfitte alla Russia: la Polonia, l’Estonia, la Lituania, la Finlandia e l’Ucraina furono tutte conquistate dalla Germania. Enorme era il numero di soldati arruolati dalla Russia (15.500.000); erano più di quelli messi in campo da Francia ed Inghilterra sommati insieme13 . Questi quindici milioni e mezzo di soldati rappresentavano la parte essenziale della mano d’opera del paese (250.000.000 di abitanti contava allora la Russia). Sottoposti a gravi fatiche, questi soldati erano male equipaggiati e mal nutriti: le truppe ricevevano il 30-60% delle forniture del tempo di pace 14 . Dall’inizio della guerra al febbraio 1917 le perdite di uomini dell’esercito russo furono enormi: dopo due anni e mezzo di guerra, cinque milioni di soldati mancavano all’appello: fra morti in combattimento, morti a causa delle ferite, fatti prigionieri e disertori. Quasi uno su tre!15 Queste perdite erano molto superiori a quelle di tutti gli altri belligeranti. Il maggior numero
13 Lewin 2003. 14 Zaslavsky 1995, valuta le perdite dell’esercito russo in 8.000.000 di uomini. 15 Zaslavsky 1995; Lewin 2003.
di morti si contavano fra cosacchi, guardia imperiale e ufficiali e sergenti in servizio al fronte. Il nerbo dell’esercito russo! In questo modo la monarchia zarista perse il suo sostegno principale: l’armata. All’inizio della guerra c’era stato in Russia un ritorno all’unità del paese e all’efficacia dell’azione di governo, ma ben presto le sconfitte militari e l’aggravarsi della crisi economica portarono all’ingovernabilità. La situazione era resa più grave dalla massa incontrollata della gente che era venuta in possesso delle armi. Nel febbraio del 1917 scoppiò a Pietroburgo una rivolta popolare, causata dalla mancanza di pane e di mezzi per il riscaldamento! Il palazzo d’inverno dello zar venne preso d’assalto dalla folla, la guarnigione si ammutinò e passò dalla parte dei rivoltosi. Lo zarismo era finito per sempre! Si forma a Pietroburgo un governo provvisorio ispirato al liberalismo, col seguente programma: 1) continuare la guerra contro la Germania fino alla vittoria; 2) eleggere un’assemblea costituente; 3) distribuire la terra ai contadini. Il governo provvisorio proclama l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di parola e di stampa, di riunione, di associazione e di svolgere attività politica e sindacale. La libertà di associazione favorisce la formazione dei soviet (assemblee di cittadini di varie categorie), che diventano sempre più numerosi e potenti: nacquero soviet di operai nelle varie fabbriche, soviet di soldati, di marinai, di contadini, ecc. I membri del governo provvisorio, non riuscendo ad esercitare un’efficace azione di governo, rimandano ogni decisione ad una futura assemblea costituente di cui trascurano di organizzare l’elezione, badano ai propri interessi, si spartiscono le cariche amministrative più remunerative, non si curano della spartizione delle terre fra i contadini ma continuano la tradizione di corruzione dell’autocrazia zarista. Nel giugno 1917 Karenskij, a capo del governo provvisorio, commette il gravissimo errore di lanciare l’esercito ad una nuova offensiva, provocando un disastro militare. Al disastro militare si aggiungeva il disastro finanziario. Le immense attese suscitate nel popolo dalla rivoluzione del febbraio 1917 erano state in parte soddisfatte da un forte aumento dei salari e delle pensioni, ottenuto stampando carta moneta. L’inflazione era aumentata vertiginosamente. Prima della guerra la moneta in circolazione in Russia era costituita da 1,6 miliardi di rubli di carta e 400 milioni di rubli in oro. La carta moneta in circolazione col governo provvisorio era di 12 miliardi di rubli, poi si passò a stampare 30 milioni di rubli al giorno. Gli operai della zecca non riuscivano a far fronte alla richiesta di nuovi rubli di carta!16
16 Service 1999.
Mentre il governo provvisorio correva verso il totale fallimento, il potere dei soviet andava diventando sempre più grande. Nelle industrie i soviet dei comitati di fabbrica imponevano le loro scelte ai proprietari. Se i proprietari chiudevano un’industria, gli operai la occupavano e tentavano di gestirla autonomamente. Nell’esercito i soviet dei soldati pretendevano di eleggere e destituire gli ufficiali. Inoltre mentre gli ufficiali riconoscevano l’autorità del governo provvisorio, i soldati riconoscevano l’autorità dei soviet dei rappresentanti degli operai di Pietroburgo. Il governo provvisorio aveva perso il controllo delle forze armate. I reparti delle retrovie erano demoralizzati e facevano quello che volevano. A Pietroburgo (ribattezzata Pietrogrado) si erano formate milizie: di soviet di operai, di comitati di fabbrica, di appartenenti ai partiti ed anche di gruppi di cittadini e tutte queste formazioni si erano impadronite delle armi. Dopo la rivoluzione di febbraio, i partiti politici potevano agire ala luce del sole, pubblicare giornali e quant’altro. I socialisti rivoluzionari parteciparono al governo provvisorio, difendendo gli interessi dei contadini. I menscevichi, convinti che la rivoluzione proletaria dovesse essere preceduta dalla rivoluzione della borghesia liberale, restavano su posizioni di attesa. Anche Lenin e Trotskij, a capo dei bolscevichi, restarono, all’inizio, su posizioni di attesa. Lenin giudicava la classe operaia troppo debole numericamente ed impreparata politicamente per tentare di prendere il potere. Infatti nell’impero zarista gli operai erano tre milioni su duecentocinquanta milioni di abitanti, di cui solo un terzo erano russi. Oltre ad essere un numero relativamente esiguo, gli operai russi erano legati culturalmente al mondo contadino: erano spesso operai stagionali che, alla stagione dei grandi lavori agricoli, tornavano al villaggio di origine. Lenin era convinto che, se mancano i sintomi di una crisi rivoluzionaria, cercare di prendere il potere è puro e semplice avventurismo. Ma con il fallimento del governo di Kerenskij ed il caos che si era prodotto in Russia, dopo soli 6 mesi dalla rivoluzione di febbraio, Lenin, eccellente stratega politico, giudicò di essere di fronte ad una situazione rivoluzionaria, che non doveva essere lasciata passare invano. Lenin non era il solo a voler prendere in mano il potere: specialmente fra la destra monarchica, molti erano i leader convinti della necessità di instaurare un governo capace di usare il pugno di ferro per porre fine ai disordini e all'anarchia. Ma i bolscevichi, con Lenin e Trotskij in testa, nonostante il loro numero fosse esiguo, erano isoli di tutto il quadro politico ad avere un piano d'azione e la fortissima volontà di realizzarlo. Essi non avevano inoltre nessun dubbio sulla validità del loro programma. Nel settembre 1917 i bolscevichi ottengono la maggioranza nei soviet di Pietroburgo e poi in