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I.3 La guerra russo-giapponese e la rivoluzione del 1905
scioperi. Verso la fine degli anni ‘70 fra l’intellighenzia russa si diffusero le idee marxiste. L’intellighenzia marxista non si rivolgeva al mondo contadino ma agli operai urbani. Fondava circoli culturali, promuoveva i sindacati e non praticava il terrorismo. Questi marxisti, infatti, seguendo le idee di Karl Marx, ritenevano che la rivoluzione poteva realizzarsi solo in un paese di capitalismo maturo, dove si fosse sviluppato un forte e consapevole proletariato.11 Secondo Engels, nelle “Note e varianti aggiunte all’edizione inglese del Manifesto” del 1888, la rivoluzione comunista sarebbe partita da Inghilterra, Francia, America e Germania e avrebbe poi, come una locomotiva, trascinato la rivoluzione in tutti gli altri paesi. Nel 1898 viene fondato a Minsk il partito socialdemocratico russo, di ideologia marxista e fuori legge come tutti i partiti in Russia, dove non esisteva né il diritto di associazione né la libertà di stampa. I componenti del partito socialdemocratico erano perseguitati dalla polizia; di essi facevano parte Lenin e Trotskij. La maggioranza dei componenti del partito socialdemocratico era costituita da operai ed alcuni di essi erano fra i dirigenti del partito. Nasce la figura del rivoluzionario di professione.
I.3 La guerra russo-giapponese e la rivoluzione del 1905
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Nel 1898 la Russia ottiene dalla Cina la concessione per 25 anni della penisola di Liaotung e Port Arthur: ciò rappresenta per l’impero russo il possesso di un porto nel mar Giallo. Nel 1900, data della rivolta dei Boxer, la Russia fa affluire truppe in Manciuria. Nel 1902, Cina e Giappone ottengono che venga fissata una data per il ritiro di queste truppe entro il 1903. Allo scadere della data del ritiro i Russi tergiversano ed entrano in rotta di collisione con Giappone, Inghilterra e Stati Uniti. Lo Zar Nicola II sfida il Giappone e gli dichiara guerra. Il Giappone attacca Port Arthur che all’inizio del 1905 è costretto ad arrendersi. La flotta russa, accorsa con gran fatica dal Baltico, viene sconfitta e distrutta dalla flotta giapponese. Col trattato di pace, che segue la guerra russo-giapponese, la Russia conserva l’influenza sulla Manciuria settentrionale ed i diritti sulla ferrovia cinese collegata alla transiberiana, perde la concessione sulla penisola di Liaotung e l’isola di Sachalin.12 Dopo la sconfitta nella guerra col Giappone il governo russo sposta le truppe dall’estremo oriente alle province russe e le impiega per reprimere nel sangue le rivolte contadine e gli
11 Marx nella “Critica al programma del partito democratico tedesco” del 1875 afferma che la rivoluzione non potrà realizzarsi che in una società dove l’industrializzazione ed il regime capitalista siano in fase molto avanzata. Perché, proprio in una società così strutturata, si sviluppa e prende coscienza di sé il proletariato, che è la classe destinata a rovesciare lo stato borghese e a creare la società comunista. 12 Benvenuti 1999.
scioperi operai. Nell’impero russo era infatti scoppiata quella che venne chiamata “la rivoluzione del 1905”. Il partito socialdemocratico nel 1903 si era scisso in menscevichi (mozione di minoranza) e bolscevichi (mozione di maggioranza). I menscevichi continuavano a pensare, interpretando il pensiero marxista, che la rivoluzione socialista dovesse essere preceduta dalla rivoluzione borghese e dell’avvento di un capitalismo maturo. I bolscevichi, al contrario, vedevano nel partito rivoluzionario l’artefice del cambiamento della società e credevano che si potesse arrivare alla rivoluzione socialista senza passare per le fasi della rivoluzione borghese e del capitalismo maturo. I bolscevichi, di cui Trotskij faceva parte, erano capeggiati da Lenin. Contrariamente alla interpretazione classica del marxismo, Lenin non credeva che la classe operaia fosse per sua natura destinata a promuovere e preparare la rivoluzione, ma che tendesse piuttosto a sviluppare una coscienza sindacale: bisognava quindi formare un partito rivoluzionario organizzato. Lenin proclamava: «Dateci una organizzazione rivoluzionaria e capovolgeremo la Russia». A Pietroburgo scoppiarono scioperi per la legalizzazione dei sindacati e per la giornata lavorativa di 8 ore. Un corteo senza precedenti per la dimensione della folla il 9/1/1905 si recò davanti al Palazzo d’Inverno pacificamente, per chiedere allo Zar migliori condizioni di vita: venne attaccato dalla cavalleria e dalla fanteria zarista, che spararono sui dimostranti inermi, uccidendone a centinaia. A Riga, a Varsavia e in Finlandia scoppiarono degli scioperi, mentre nella Russia meridionale e nelle regioni del Volga i contadini si sollevarono: volevano cacciare i nobili e ridistribuire le loro terre fra le proprie famiglie. Nella Georgia e nei paesi baltici si instaurò una guerriglia fra nobili e contadini. Lo sciopero dei ferrovieri paralizzava l’impero. Durante la rivoluzione del 1905, a Pietroburgo si costituì il primo Soviet degli operai delle fabbriche, a maggioranza socialista. Di fronte alla gravità della situazione prodotta dalla rivoluzione del 1905, lo zar cede e promette: diritti civili ed eguaglianza, libertà di pensiero e di credo religioso. Permette inoltre ai contadini la cancellazione del debito per il riscatto della terra, che il governo nel 1863 aveva comprato dai proprietari e ceduto alle comunità contadine (obscina). Lo zar promette inoltre la formazione di un’assemblea rappresentativa: la Duma. Lo zar, la cui linea di condotta fu molto ambigua, faceva tutte queste promesse di riforme sotto l’incalzare dei moti popolari ma se le rimangiava appena poteva. Il governo dello zar sciolse con la forza i soviet degli operai di Pietroburgo e, quando i bolscevichi di Mosca proclamarono l’insurrezione, fece bombardare per due giorni dall’esercito un quartiere operaio di quella città. La situazione, dopo questi avvenimenti, si aggravò sempre di più. In tutto il paese ebbero
luogo assassini dei rappresentanti dell’ordine e scoppiarono saccheggi. La risposta del governo fu la giustizia sommaria e le spietate esecuzioni senza processo. Fra il 1905 ed il 1907 migliaia di persone persero la vita. Mentre la repressione era in corso, il governo zarista fece alcune concessioni, sia pure limitate. I partiti diventarono legali, erano però sottoposti al controllo della polizia. Gli operai conquistarono significativi aumenti salariali. Nelle città e nelle campagne si formarono associazioni sindacali legalmente riconosciute. Nel dicembre 1905 venne eletta la prima Duma. Non tutti i cittadini potevano partecipare al voto: ne erano esclusi: i contadini privi di terra, gli operai delle piccole imprese, gli impiegati statali e i soldati. Inoltre non tutti i votanti avevano la stessa possibilità di mandare deputati alla duma. Infatti le elezioni si svolgevano in due fasi: nella I° fase gli elettori, divisi per categorie, eleggevano i propri rappresentanti, nella seconda fase erano questi rappresentanti che eleggevano i deputati della Duma. I proprietari terrieri eleggevano 2.000 rappresentanti, i cittadini 4.000, i contadini 30.000, gli operai 90.000. Poiché i contadini erano la stragrande maggioranza della popolazione, il voto di un singolo contadino aveva una efficacia molto più scarsa di quello di chi apparteneva ad un’altra categoria di cittadini. I poteri della Duma erano assai limitati: infatti i suoi decreti erano soggetti all’approvazione del consiglio di stato e al voto insindacabile dello Zar. La Duma, nonostante avesse poteri così limitati, parve insopportabile e pericolosa al governo dello Zar: essa sopravvisse da aprile a luglio del 1906; poi fu sciolta sotto la minaccia delle armi. Una seconda Duma, nel 1907, ebbe anch’essa breve vita: da febbraio a giugno. Viene poi eletta una terza duma, con una nuova legge elettorale, che abbassava il numero dei rappresentanti contadini rispetto a quello dei rappresentanti dei nobili. Nel periodo che va dal 1906 alla vigilia della I Guerra mondiale, il governo zarista promuove limitate riforme. Nel 1906 i contadini ottengono la libertà di movimento: non sono più soggetti al controllo della obscina e possono uscirne mantenendo le terre ottenute nell’ultima redistribuzione. Il governo, per razionalizzare l’agricoltura, cercò di favorire la formazione di piccoli proprietari. Nel 1908 fu istituita l’istruzione elementare obbligatoria a spese dello stato: ne usufruirono otto milioni di fanciulli. In questo periodo, che va dal 1905 al 1914, approfittando della libertà di associazione concessa dallo Zar, si formarono parecchi partiti non socialisti: democratico, monarchico,