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MEMENTO FRANCESE ALL'ITALIA

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I DOCUMENTI 1942

I DOCUMENTI 1942

13 gennaio 1942

Le pressioni italiane e tedesche sul governo di Vichy per spingerlo sulla via di una collaborazione più decisa provocarono, presso il governo francese, una presa di posizione che ne chiariva i termini eventuali del seguente Memento.

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FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 3.

Memento

Il Governo francese si è particolarmente compiaciuto nell'apprendere che l'Ammiraglio Duplat ha comunicato all'Ammiraglio d e lla flotta Darlan le parole del Genera le Vacca Maggiolini riguardo le favorevoli disposizioni del Duce nei confronti della Francia.

Dal canto lo ro, il Maresciallo e l'Ammiraglio Darlan, nonché i membri del Go verno e la maggior parte della popolazione desiderano il ritorno alla normalità dei rapporti tra Francia ed Italia .

Non diversamente dal Duce, il Governo francese ritiene che, essendo noi tre direttamente responsabili, le decisioni da prendere dovrebbero essere concordi.

Malgrado la posizion e di sconfit ta in cui si trova, la Francia si dichiara favorevole ad un secondo e solidale riassetto europeo, con particolare riguardo all'Italia e alla Germania.

Sarebbe un grave errore disconoscere tale atteggiamento posit ivo della Francia.

Mai prima d'ora il nos tro paese si era dimostrato tanto aperto ad iniziative pratiche aventi lo scopo di migliorare la propria ed altrui s ituazione internazionale, nonché quello di instaurare una pace durevole.

Il dramma intern o di cui soffre nella sua fantasia e vo lontà è quello di essere circondato da interlocutori e d ex-avversari che non accettano un colloq uio di questo tipo, considerandolo una mera procedura esecutiva dell'armisti zio.

Ne consegue che la Fran cia risulta privata di qualsiasi opportunità da coloro che pretendono di imporgliene una.

Cerca perciò passivamente una soluzione in un'attesa fatalista o in speranze romantiche ed anarchiche.

Questo stato psicologico equivale ad una totale incapacità di gestire una situazione che potrebbe essere facilmente trasformata dai suoi vincitori con un minimo di ampiezza di vedute.

Pur avendola lib era ta dal male democratico che la tormentava , la sconfitta si è dimostrata per la Francia una sorpresa umiliante.

Quali che siano le esigenze dei vincitori, non si può tuttavia trascurare il fatto che la Francia sarà in futuro una nazione nuova la cui volontà avrà particolare importanza per il riassetto europeo.

Qualora il Duce riprendendo il ruolo al quale per molti francesi pareva essere chiamato e cioè essere uno dei maggiori artefici del programma di riorganizzazione dell'Europa, e facilitare la reciproca comprensione pratica della duplice volontà del futuro con da w1a parte la Francia e dall 'altra la Germania e l'Italia, la Francia risponderebbe sic uramente ai suoi sforzi.

Secondo il Governo Francese la riorganizzazione dell'Europa comporta inoltre la necessità di un'intesa economica della stessa al fine di valorizzare i territori dell'Africa, nonché del Vicino ed E stremo Oriente, necessari all'economia del nostro continente .

Non è verso una pace basata su amputazioni territoriali generatori di odio e di conflitti che dobbiamo muoverci, bensì verso una pace ispirata alla comprensione reciproca, la quale soltanto permetterà il sorgere e il permanere di una comunità europea indispensabile alla prosperità e a ll a sicurezza futura del continente. * * -,'(

Le richieste inoltrate dal Governo Italiano e Tedesco a quello Francese in relazione al transito nel territorio e nei porti tunisini di materiali e rifornimenti diretti in Libia avranno, se verranno soddisfatte, d elle r ipercussioni inevitabili sui rap porti tra la Francia e i paesi anglosassoni.

Le nostre navi mercantili, così come i porti e le vie di comunicazione terrestri saranno sicuramente attaccati. Saranno, inoltre, molto probabili delle rappresaglie in diverse zone dell'Impero Francese.

I rischi per la Francia sono:

- la sospensione del traffico marittimo,

- l'attacco di alcune zone d el suo Impero, nonché la perdita di una parte delle sue colonie a vantaggio degli awersari d ell'Asse,

- una probabile guerra con gli Angl osassoni.

Per iniziare una guerra occorre essere pronti materialmente e moralmente.

Abbiamo pagato con la sconfitta l'inosservanza di questo principio essenziale. Ora i vi ncitori ci hanno materialmente disarmati.

Abbiamo dimostrato al Governo Tedesco che il popolo &-ancese soffre moralmente di u n'occupazione la quale, benché de l tutto legittima, non è certo facile da tolJerare.

In realtà la linea di d e ma rcazione è una &-ontiera chiusa a metà Ne consegue che la sovranità del Governo Francese non può certo dirsi integra nella zona occupata.

Le spese di occupazione che la Francia ha pagato da diciotto mesi diventano via via sempre più difficili da sostenere per la sua economia.

Il considerevole numero di prigionieri mantenuti nei campi tedeschi, mentre l'agricoltura francese necessita di manodopera ed i servizi pubblici hanno carenza di funzionari, ecc ... , ostacola un miglioramento dei rapporti franco -tedeschi.

È cosa logica, in tali circostanze, chiedere al vinto di fornire un aiuto concreto ai suoi vincitori correndo il rischio di essere attaccato dai propri nemici?

È ammissibile chiedergl i sin d'ora di intraprendere in via definitiva la politica del proprio paese, senza che la Francia riceva uno sgravio dei servizi prestati al momento presente o garanzie per il futuro, nonché per la posizione che occuperà nell'Europa di domani?

Il Governo francese non lo crede. È addirittura persuaso che, nell'attuale situazione politica, non verrebbe appoggiato dall'opinione pubblica, la quale non riuscirebbe a comprendere questo nuovo stato di cose più di quanto non sia riuscita a capire i motivi che hanno indotto la Francia ad entrare in gu erra nel Settembre 1 939.

* ;'( 1,

Il Governo Francese ritiene pertanto che la situazione poli t ica, militare e d eco nomica d el momento, che sembrava dov er avere una brevissima du rata, debba essere profondamente modificata aJ fine di ottenere un ravvicinamento sincero , efficace e durevole tra l'Ass e e la Francia.

Esso non può trascurare il fatto che la Francia sia stata vinta e che Italia e Germania siano tuttora in guerra con l'Inghilterra ed i suoi alleati.

Non le spetta quindi imporre i suoi punti di vista; riconosce che per l'intera durata della guerra con l'Inghilterra, la Germania si troverà nella necessità di mantenere in Francia alcune misure di ordine militare Verrebbe tuttavia meno ai suoi obblighi, mancando peraltro di franchezza, se si astenesse dal rendere nota la propria opinione e quella del popo lo francese .

Militari

a) Libertà assoluta dal punto di vista militare, navale ed aereo in Africa e nel Mediterraneo Occidentale . (M o vimen ti, riarmo tramite l'util izzo del materiale e delle munizioni stoccate o tenute sotto controllo in Africa e nella metropoli, effettivi).

b) Liberazione dei funzionari indispensabili ed inquadramento delle truppe indigene.

c) Riarmo del Sud della Tunisia.

d) Erogazione da parte dell'Asse e in maniera compatibile con le esigenze, di carburanti e lubrificanti di ogni tipo indispensabili per qualsiasi m ezzo di trasporto ed eventualmente per le operazioni militari.

e) Protezione da parte dell'aviazione dell'Asse, delle navi da trasporto nella zo na est d el Mediterraneo Occide ntale .

f) Autorizzazione a riprendere la fabbricazione di alcune armi .

Politici

a) Ripristino della sovranità francese nelle zone occupate b ) Possi b ilità per il Capo di S ta to ed il Governo, di amministrare P arigi, restando Vichy la capitale provvisoria ufficiale a causa del corpo diplo mat ico. c) La linea di demarcazione non servirebbe allora che a segnare iJ limite dell'occupa z ione militar e . Una nuova linea potrebbe essere tracciata ad una certa distanza dal litorale ovest al fine di tut e lare la segretezza delle operazioni militari. d) Diri tto alla censura sulla stampa, sulla radio e sul cinema nella zona occupata.

Economici E Finanziari

Notevole ridu zione deIJe s p ese di occupazione .

Eliminazione della Società Ostland e recupero dei terreni da parte dei coloni o prop1ietari francesi .

Morali

Lib eraz ion e di un numero considerevole di:

- agricoltori,

- operai e te cnici,

- funzionari.

Liberaz ione temporanea dei volontari prigionieri destinati ai campi di lavoro in Germania.

Gli stessi prigionieri riceverebbero lo statuto degli operai e beneficierebbero di licenze in Francia.

Il Governo Francese si impegnerebbe dal suo canto a:

- collegare la propria politica ed economi a a quella seguita dalle potenze dell'Asse in vista d ell'organi zzaz ione della Comunità Europea ,

- facilitare i trasporti verso la Libia,

- intraprendere una comune difesa del territorio tunjsino da un eventuale attacco anglosassone.

Memento

Le gouvememente Erançais a ét é pariculièrement h e ureux de la communication faite par l'Amiral Duplat à l'amiral de la flotte Darlan des p aroles du Général Vacca Maggiolini relatives a u x bonnes dispositions du Duce à l'égard de la France.

De leur cote, le Maréchal et l'Amiral Darlan, ainsi que les Membres du Gouvernement et la grande majo1ité de la population ont le désir de voir !es relations entre l'Italie et la France redevenir no1mal es et amical es.

Le Gouvemement français es time, tout comme le Duce, que nous sommes trois à compter e t qu'il serait nécessaire de s'e ntendre à trois. * * *

La France, malgré la position de vaincue où elle se trouve placée, est dans un état d'esprit positif au regard d'une constrnction nouvell e , féconde e t sol id aire de l'Ew·ope, à l'égard nommément de 11talie et de l'Allemagne

On se trompera i t dangeureusement si ]'on méconnaissait cet éta t d'esprit nouveau français.

Jamais no tre pays n'a ét é aussi ouvert à des concepti ons pratiques qui puisse nt apporter à lui -mème et aux autres l'amélioraùon de la vie int ernationale et l'organisation d'une longue périod e d e paix.

Seulement le drame intérieure dont il souffre, dan s son imagination e t d ans sa volonté, c'esl d'Hre entou r ée d'inte rlocuteurs e t d'anciens a d versaires qui n'accepte nt pas pratiquement la conversat ion sur ce ten:ain et qui la ramènent toujours à une procédure d'exécution d e l'a1mistice.

TI en résulte que la France est p rivée d e tout horizo n par ceux qui prétendent lui en imposer un.

En conséquence, elle guette passivem e nt un e issu e, so it dans une attente fatalis t e, soit dans d es espérances romanesques et anarchiques

Cette s ituatio n p sychologique équivan t à un ga chage absolu d 'une s ituation qui pourrait ètre 1·etournéc 1rès aisémen t avec un peu d e larg eu r de vue chez ses vainqueurs.

La d éfaite a été pour la France une surprise humiliante, mai s aussi la guèrison du mal démocratique qui la rongea it.

Quelles qu e soient les exigences des va inqueurs, on ne peut plus se dissimuler qu'elle sera demain un e nation nouvelle dont l'ode ntati on de la volo nté impone à la reconstruct io n d e l'Europe.

Si le Duce, reprenant le role pour !eque] iJ a toujours semblé à beaucoup d e Français qu'il était né, à savoir ètre l'un des grands directeurs du pian de reconstruction de l'Europe, voulait faciliter la compréhénsion mutuelle pratique de la double vo lonté d'avenir, d'une pa11e de la France, de l'Allemagne et de l'Itali e d'autre part, ce rtainement la France répondrait à ses effo i:ts.

Dans l'esp rit du Gouvemement français, la r eco n struction de l'Europe com porre d'ailleurs l'établissem e nt d ' une enten t e éco nornique europ éenne p o ur la mi se en valeur des territoires de l'Afriqu e. du Proche et de l'Extrém e Or ient. nécessaire à l'économie d e notre continent.

Ce n'est pas vers une paix bas ée s ur des amputati o ns tenitorial es. génératrices de haines et de guerres qu ' il faut se diriger mais vers une paix de compréhension mutuelle qui. seule, p erm ettra l'éta blissement solide et durable d ' une communauté eu ro p éenne indi spensable à la prospérité et à la sécurité future d u contine nt.

Les demandes fa ites p ar !es Gouvernements AJlemand et Italien au gouvcmement Français relati ves à l'utilisation d es ports et du territoires tun is ie ns pour l'achem in ement vers la Libye de matériel et d 'approvisionn ements auront, s i elles sont satisfaites, des répercussions inévita bles sur !es rapports d e la France avec Jes Anglo-Saxons.

Nos navi.res marchands, nos ports e t nos voies de communica tions teITes tres , seront certaine ment attaqués , d es représailles seron t très probabl e ment exercées sur divers points de !'Empire Français.

Les risques pour la Fran ce so nt:

- l'arrét du t rafic maritjme,

- l'attaqu e de certains points d e so n Empire et la perte de certai nes de ses colo ni es au profit des ad versaires d e l'Ax e;

- et peut -etre de la guerre avec !es Anglo-Saxons .

Pour fai.re la guerre il faut e tre prét matéri ellement et moral ement.

Nous avons p ayé de la d éfa ite l'oubli d e ce pi-incipe essentiel.

Or les va inque urs n ous ont désarmés matéri elle m e n t.

Moralem ent, ainsi qu e no us l'avons fait connaìtre au Gouvemement Allernand. le pe uple français souff:re d 'un e occupation qui si e ll e est très correc te, n 'en est pas moins lourde à supporter.

La ligne d e démarcation est, en realité, une frontière à moitié fe1mée.

Il en r ésulte que la so u veraineté du Gouverneme nt français est loin d'etre entièr e dan s la zone occ upée.

Le frais d 'occupa t ion, p ayés par la France depuis dix -huit mois, deviennent avec le te mps hors de propo rtion avec ce que p e u t s upporter l'é conomie fra nçaise.

Le nombre considérable d e priso nnier s ma i_ntenus dans les cam ps allemands, al ors que l'agricuJture française a besoin d e main-d 'oeuvre , que les services publics manquen t de cadres, et c , entra ve les progrès d'un rapprocheme nt franco -all em and .

Est -il log ique, dans c es conditions, de d emand e r au vain cu d'aider acti vement ses vainqu e urs en courant le r isque de se voir attaquer par leur s adversaires?

Est-il conceva ble de lui demander d'engager d ès maintenant défini tivement la po litique de son pays, sans que la France reçoive non se ul e m e nt des allège m ent à ses sen,itudes présentes mais a uss i des garanti es quant à son avenir et à la pi ace qui lui sera faite dans l'Europe future?

· Le Gouvernem ent fra nçai s ne l e p ense pas. Il est meme certain que dans la situat ion politi que ac tuelle, il ne serait pa s suivi par l'opinion publique qui ne co mprendrait pas plus cette si tuation n ouvelle qu'ell e n 'a comp ris les mo t ifs qui ont jeté la France dans la guerre en septembre 1939. * * *

Le Gou vememen t francais est ime, en co ns équen ce. qu e la s it uati on politique, militaire, é conomique ac tu e Ue, q ui n 'é tai t d'ailleurs en visagée que co mm e un e sit uation transitoire d e très courte d urée, doit etre profondémen t modifiée pour qu'un rapprochement entre l'Axe et la France soit s incè re, efficace. d urable.

Il ne perd pas de vue que la France a été vaincue e t que l'Allemagne et l'Italie sont toujours en guerre avec l'Angleterre e t ses alliés.

Il ne lui appartient don c pas d 'imposer ses vues et il reconnaìt, tant que la guerre avec l'Angleterre durera, l'Al lemagne est dans la nécessité de maintenir en France certaines m es ures d'ordre militaire. Mais iJ faiUirai t à son devoir et manquerait de franchise s'il ne faisait pas connaitre son sentiment e t celui du p euple français

Suggestions

Milita I Res

a) Liberté entière au point de vue militaire , naval et aenen en Afrique et en Méditerranée Occidentale. (Mo uv ements, r éarmement par utiUsation du matériel et des munitions stockées ou sous contròle e n Afrique et dans la Métropole, effectifs).

b) Libération des cadres indispensables et l'encadrement des troupes indigènes.

c) Remili tarisa tion du Sud-Tunisien d) FourniLU1 e par l'Axe, au fur e t à mesure des besoins, des carburants et des lubrificants de toute nature nécessaire pour !es moyens de t ransports de tou s ordres et, évenrueUement, pour les opérations militaires e) Prot ection par l'aviation de l'Axe , dan s la partie orientale de la Méditerranée occidentale, des navires de transport. f) Autorisation de reprendere ce1~aines fabrications d'armem ent.

Politiques

a) Rétablissement de la souvera in et é française dans !es zone s occupées .

b) Possibilité pour le Chef d e l'Etat e t pour !es Gou vemement de gouvemer de Paris, Vichy restant la capitale provisoire officielJe à cause du corps diplomatiques.

c) La li gne de dérnarcation ne sarait plus que la Hmite de J'occupation militaire. Une nouvelle ligne de démarcation pourrait etre crée à une cenaine di stan ce du littoral ouest pour assurer la protection du secret des opérations militaires. Droit de censure sur la presse, la radio, le cinéma de la zone occupée.

ECONOMIQUES ET FlNANCIERES

Réduction efficace d es frais d'occupation.

Suppression de la Société Ostland et récupération des terres par !es fenniers ou propriétail·e français.

MORALES

Libémtion d'un n om bre important

- d'ag riculteurs

- d'ouvriers et de techniciens

- de fonctionnaires

Mise au cong é de cap t ivit é des prisonniers vo lon tai res pour t rnva iller en Allemagne. Ces pri sonniers recevraient le statut des ouvrie rs et bénéfil'iera ient d e permissions à passer en France.

Le Gouvemement Franç ais, s'engagerait, de son còté,

- à lier sa politique et son économie à celles des puissances d e l'AXE en vue de l'org a nisation de la Communauté européenne;

- à faciliter les transports envisagés sur la Libye;

- et éven tu ellement, à défendre en comrnun le tenitoire tunisi en contre une attaque anglo-saxonne

P R OCESSO VE RB ALE D E L COLLOQUIO D E L D UCE CON IL GEN. VACCA MAG GI OLINI

14 genn aio 1942

Il punto della situazione dei rapporti con la Francia in chiave di rivendica z ioni italiane e di uso delle basi tunisine fu al centro del colloquio del 14 gennaio 1942 tra il Duce ed il presidente della CIAF Presentato quale "Terzo colloquio", invece di quinto, questo verbale è stato in parte inserito nell"'O pera Omnia di B. Mussolini", già citato v ol. XXI, p . 5-8.

FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, Fase. 2.

COLLOQUIO DEL 14 GENNAIO 1942 DEL DUCE COL GENERALE

VACC A MAGGIOLINI, PRESENT E L 'ECCELLENZA CAVALLE RO (dalle ore 20 alle ore 20,35).

Duce: H o letto con molto interesse i l "memento" che vi ha consegnato l'amm iraglio Duplat e la vostra relazione sul co lloq u io avuto con lui. Si tratta di docum ent i di grande importanza e che vanno - specialmente le "Suggestions" - acc uratamente meditati.

Ma la mia prima i mpressione è favorevo le poiché la Francia ha sostanzialmente ragione nelle sue r i chieste, che, se b en vagliate, possono essere, in molta parte, acco lte e perché la risposta francese offre ampio adito a t rattare ancor a.

Vero è che nel "memento" vi è un'afferma zi o n e circa le "amputazioni territoriali" che p are voglia respingere senz'altro ogni rivendicaz ione italiana. Ma l'espressione stessa usata dai F rancesi ci consente invec e d i trattare sull'argomento, poiché quello che noi chiediamo è, per lo appu nto, la resti tuz ione di membra che erano state amputate al l a Nazione I taliana .

-Tutti sappiamo infatti come e perché Nizza ci sia stata tolta nel

1860 e noi non chiediamo nulla di più di que ll o c he allor a ci è stato tolto All a Savoia, che è oltre la crinale a lpina, abbiamo già rinu n zia t o . La Corsica è terra italiana come esplicitamen te ri conosce lo stesso grande coreografo france s e E lisée Réclu s. E nel

1870 Clemenceau voleva cedere la Corsica all'Italia d ietro pagamento simbolico di una lira!

Q uanto a Tun i si ci si potrà sempre accomodare: di spoglie coloniali inglesi ce ne saranno, a guerra vinta, anche t roppe! !

Anche per la Corsica e per Nizza si potranno offrire compensi: le provincie Vallone del Belgio valgono assai più per estensione, popolazione e ricchezza, dei terri to1i che noi rivendichiamo.

Io: Vi faccio osservare, Duce, che vi è, nel docum en to francese, un esplicito accenno ai dipartimenti francesi d el Nord e del Passo di Calais pei quali è evidente che i F rances i temono un'annessione tedesca. Tal e annessione escluderebbe naturalmente la possibile assegnazione alla F rancia di alcuni territori del Belgio .

Duce: Ciò è vero. n Fuhrer mi ha infatti più volte detto che vo leva conservare Cala is, poiché esso è la testa di ponte, grazie a cui l'Inghilterra può sempre valersi di quella che il Fuhrer stesso suole chiamare "la piazza d 'armi inglese nell'Europa continentale" e cioè la Francia. Ma se effettivamente la Francia si decidesse ad una partecipazione effettiva e leale al riordinamento logico della nuova Europa, anche tale pregiudiziale del FUhrer potrebbe perdere il suo valore.

P erciò - ripeto - io considero il documento francese, nel suo c omplesso , come espressione di proposi ti accettabili e come possibile base di ulteriori discussioni.

Naturalmente è ora indispensabile trattare a 3 ed io perciò prevedo come prossima una riunione d ei tre Capi (il Flihrer, Pé tain ed io) o dei tre Minist1i degli Es teri .

Qu ello che bisogna impedire nel modo più assoluto è che la Francia si valga delle nostre concessioni per sottrarsi all e consegu enze d ella s ua sconfitta e riarmarsi per poi rivolgersi contro di noi.

Perc iò lo sviluppo logico della situazione io lo prevedo diviso in tre fasi e cioè:

J a fase: Concessioni alla Francia di carattere politico e finan z iario.

Essenzialmente si tratta di ridare alla Francia la sovranità, sia pure attenuata, su t utti i suoi territori. Ciò porta di per sé al trasporto della capitale a Parigi , allo spostamento della linea di demarcazione, all'ampliamento del t erritor io libero pur consentendo alla Germania la necessaria occupazione d elle coste atlanti che .. .

Io: Nella mia relazione ho omesso di awertire che l'ammiraglio Duplat mi ha dichiarato che il restringimento della zona occupata non escludeva la presenza di presidi tedeschi in talune l ocalità di particolare importanza militare (nodi stradali; centri ferroviari; etc.) .

Duce : Sì, su tutto ciò ci s i può sempre intendere. Altra concessione della P fase è la riduzione delle indenrùtà di occupazione secondo la richiesta tedesca. Benché la Francia sia ancora ricca (e ce ]o prova l'oro che ci ha accordato e di cui le prime 5 tonnellate sono già al sicuro nella sagrestia della Banca d'Italia) non può sentire il gravame del forte salasso che le è imposto daIJa Germania.

Io: . . . e che è anche superiore alle reali spese cLi occupazione, talché la Germania ha già accumulato un enorme credito di circa 70 miliardi di franchi!

Duce: Per l'appunto, anzi tale credito costituisce una minaccia sempre incombente, e perciò jntollerabiJe, sulla Francia.

La 2a fase dovrà consistere in una 'Sempre maggiore, più intima e reale adesione della Francia alla politica delle Potenze del Tripartito. In pari tempo le concessioni accordate durante la 1a fase dovrebbero avvincere l'opinione pubblica francese, ora ostile, a l Governo di Vichy.

Solo allora, a Francia sempre meglio vincolata all'Asse, si dovrebbe passare alla 3a fase e cioè alla concessione delle mis ure militari richieste dalla Francia. Fino ad allora dovrebbero rimanere immutate le attuali provvidenze relative al disarmo della Francia.

Ma per camminare su tale strada è necessità pregiudiziale che la Germania sia in proposito d'accordo con noi. Le conversazioni avvenute tra il Maresciallo Goering e il Generale Juin lasciano sperare che ciò possa avverùre.

Sapete Voi, a tale proposito, se le richieste francesi siano già note ai Tedeschi?

Io: Ciò non pare dubbio: le richieste sono state fatte in parte al Ministro Hemmen ed in parte alla C.T.A..

Duce: Quando sono avvenute le conversazioni Goering - Juin?

Io: Lo ignoro con precisione, ma ho motivo di ritenere che si siano svolte tra Natale e Capodanno, all'incirca contemporaneamente alle trattative da me svolte con l'ammiraglio Dup lat.

Vi devo pe1ù avvertire che da una recent issima conversazione avuta a Torino col Generale von Senger, mi risulterebbe che il Governo tedesco è riluttant e ad attrarre la Francia nell'orbita dell'Asse - prima di averla riarmata - per non esporre la Francia stessa a perdere il suo Impero, e specialmente le sue parti più eccentriche (il Madagascar per esempio) prima che sia in grado di difenderle.

Duce: Questo è fare della metafisica politica, crearci noi delle difficoltà che neppure la F rancia, più inte ressata, so ll eva . Si capisce che la Francia schierandosi con noi si espone a dei risch i e potrà perdere, temporaneamente, qualche colonia.

Non abbiamo noi stessi, e ntrando i n guerra, affrontato la prevista perdita temporanea dell'Etiopia?

Ess e nziale è persuadere il Fiihrer, ed io spero di riuscirvi, come già altre vi sono riuscito.

Oggi la Tunisia ci è indispensabile ed occorre ottenerla dalla Francia. Senza la Tunisia non si è sicuri di tenere la Libia. Senza Tunisi e la Libia non si conquista l'Egitto, e senza l'Egitto non si può riconquistare l'Etiopia, guerra durante, né partecipare da sud-ovest alle operazioni nel medio-oriente.

Cavallero: La Tuni sia rappresenta oggi la chiave de ll a vittoria.

Io: E l'arrivare a Suez ci assicura anche il collegamento col Giappone , che è prezioso non so ltanto militarmente.

Duce: Né bisogna dimenticare quanto sono costosi, o ltreché 1ischiosi, i nostri traffici con la Libia . Portarvi 20.000 tonn elJ ate di materiale richiede l'impiego di 100.000 tonnellat e di na vi da guerra ed il consumo di 20 .000 tonnellate di carburante . Anche per questo la Tunisia ci è indispensabile. E perciò non dobbiamo lasciarci sfuggire l'occasione di utilizzarla col consenso della Francia. Tutto questo emerge da un primo rapido esame dei documenti che mi avete portato.

Ma io desidero esaminarli con maggior calma e riflettere ancora prima di decidere. Quando ripartite per Torino?

Io : Sono ai Vostri ord ini, Du ce .

Duce: Allora fra qualche giorno, prese le mie decisioni, Vi richiamerò

COLLOQUIO TRA IL GEN. VACCA MAGGIOLINI E L'AMM. D U PLAT

23 gennaio 1942

Le reazioni ita liane al Memento francese furono al centro dei colloqui con il capo della Delegazione francese amm. Duplat del 23 gennaio; in essi il presidente della CIAF sottolineava le rich ieste italiane e le dovute cautele verso le reticen ze della Francia di Vichy.

FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, fase. 2.

COLLOQUIO DEL 23 GENNAIO 1942 XX CO N L'AMMIRAGLIO DUPLAT

1) Situazione Asse - Francia.

A Roma il Vo stro "memento" colle annesse "suggestions" è stato letto con la massima a ttenzion e e con cordiale benevo le n za , riconoscendosi che esso potrebbe costituire b ase p er ulteriori proficue discussioni. Ciò, b en inteso, in linea generale, poiché in taluni particolari, pur di notevole importanza, si è dovuto constatare un atteggiamento francese meno propizio ad una intesa pron ta e sincera.

Così è da osservare innanzitutto che m en tre da parte nostr a si ten deva a serrare entro limiti ristret t i e ben determinati il problema da discutere così da renderne più agev ole la sol uzione, il Gov erno francese ha invece appr ofittato anche di questa nuova occasione per estendere il problema all'intero campo poHtico e d alla stessa sis t e mazione del dopo -guerra, b enché già altre volte gli fosse stato n oti ficato che l'Asse riteneva oggi prematura , an zi impossibile, simile dis cussione

Come pure, mentre io avevo potuto arguire da una Vostra frase di grande im portanza, ch e a Vichy ci si fosse ormai persuasi che il tempo delle tergiversazioni era tr a scorso ed occorreva ogg i decisamente schierars i con l'Asse o contro l'Asse, ora si dic hiara apertamente che si vuole continuare a mantenere aperte le relazioni con gli S.U.A. . Ed, in proposito, molto gravi sono le notizie che ho ricevuto circa la ingerenza dei consoli americani a Marsiglia!

Insomma si h a l'imp ressio n e che la Francia voglia t u tto guadag nare senza nulla rischiare: programma che è evidente mente molto seducente e comodo per la Francia, ma che, altrettanto evidentemente, non è realizzabile .

Voglio ancora aggiungere che mentre si era di comune accordo riconosciuto l'opportunità di rinviare l'esame di ogni questione territoriale alla fine della guerra, ecco ora la Vostra anticipata protesta contro eventuali "amputazioni territoriali". Al riguardo non si è mancato di osservare che in proposito bisogna intenderci.

Così, per citare alcuni esemp i scelti all'infuori di ogni contestazione tra I tali a e Francia: vi è stata per l'Alsazia e Lorena amp utazione dopo il 1870 - '71 o dopo il 1914 - '18? E sarebbe amputazione ridare Malta all'Italia e Gibilterra alla Spagna? Evidentemente la frase dell'amputazione è elastica nella sua interpretazione e come tale può accettarla anche l'Asse.

Ma, ripeto, nonostante talune manchevolezze e talune eccessive pretese, si è riconosciuto che il "memento" e le "suggestions" potrebbero costituire basi utili , ulteriori discussioni. Non lo possono però, nel momento attuale, poiché la rottura delle trat tative di Wiesbaden, compiuta il 21 dicembre per iniziativa della Francia, ha determinato da parte della Germania un irrigidimento del quale essa non intende recedere se non a patto che il Governo di Vichy dimostri in modo concreto e tangibile la sua sincera volontà di trattare con l'Asse e di collaborare con lui.

E, per mio conto, suppongo che a tale irrigidimento deJla Germania abbia contribuito la supposizioni, non so quanto fondata, che la Francia abbia creduto di poter fare la voce grossa, viste le difficoltà sorte durante l'inverno nelle operazioni tedesche in Ru ssia . ..

L 'ammiraglio Duplat ha eccepito, in risposta, l'assoluto buon vo lere della Francia e Je note gravissime difficoltà della sua situazione, dicendo che da parte tedesca nulla si è fatto - all'infuori di talune trascurabili concessioni - per facilitare realmente il compito di Vichy. Ha poi aggiunto che molto si era sperato in un intervento del Duce e che perciò la notizia che Egli pel momento non aveva tale possibilità, avrebbe addolorato gravemente il Governo francese . Finiva perciò per chiedermi se, a mio modo di vedere, non ci fosse modo di uscire dal vicolo cieco in cui si erano cacciati i rapporti franco - tedeschi

Gli s u ggerisco allora, dopo avergli fatto notare che la buona vo lontà italiana rimane immu t ata e che potrà manifestarsi ed agire non appena la mutata situazione nei rapporti tra Francia Germania possa consentirlo, che, forse, una pronta e spontanea adesione francese alla r ichies ta di tonnellaggio mercantile per l'Asse potrebbe giovare allo scopo. Al che l'amm. Duplat replicò chiedendomi se tale offerta non potesse esser fatta dal Governo di

Vichy personalmente al Duce , perché Egli potesse poi va lersene per agire verso i l Ftihrer.

Rispondo che poiché quello che ho es pos to è stato e d è una mia idea ass olutamente personal e, n on ho la possib ili tà di rispondere alla sua domanda. Credo p erò che sia meglio che qualsiasi passo francese sia fatto apertamente e direttamente, così da riaprire la strada alle discussioni tra Francia e Germania : ciò ottenuto sarà più facil e e natural e l'intervento italiano.

2) Personale diplomatico italiano e f rancese Tengo innanzitutto a dirVi che di questa questione non ho potuto occu p armi che nella giornata di ieri 21 gennaio, poiché l'assenza da Roma d ell 'Ec c. Ciano ha impedito di trattarne prima. Come Vi avevo subito det to , l'Ecc. Ciano mi ha informato che egli non ha mai inteso, nel colloquio d el 10 dicembre a Torino, di promettere ali' ammiraglio Darlan - al quale Vi prega di tras mettere il suo cordiale saluto - reciprocità n ell e rispettive rappresentanze diploma tiche in Francia ed in Italia. Si tratta dunque d'uno sp ia cevole malinteso.

Di ciò l'Ecc. Ciano è tanto più sicuro perché il Governo italiano ha sem p re ri t en uto e tutt ora rit iene che, in linea di diritto , l'attuale regime armistiziale - che attenua ma non annulla lo stato di guerra - non p uò c onse n tire lo stabilimento di regolari rap presenta n ze diplomatiche nell e capitali, né ammette una pari tà d i di ri t ti tra Francia ed I talia . Viceversa il Governo it a liano, tenendo conto della particolare situazione sorta col protrarsi del lungh issimo periodo dell'armistizio, riconosce come, in linea di fatto, sia poss ibil e e d anche opportuno trovare modo di legare relazioni diplomatiche tra i due Governi.

Il Governo itali ano è sta to anzi oltremodo largo e genero so nelle sue decisioni, poiché anziché pretendere che la Francia inviasse ( senza reciprocità) un su o rapprese nta nte a Roma , è stat o esso s tesso a nominare un plenipotenziario diplomatico in F rancia ed ha scelto una personalità, quale l'Eccellenza Bu ti, che ha rango di ambasciatore. A tale riguardo Vi faccio notare che una volta il Papa riceveva ambasciatori, ma non ne mandava: ciò a conferma della considerazione che l'Italia compiva, coll'invio de ll'Ecc. Bu ti a Pari gi, un gesto squ isitamente amichevole, che Vo i avete avuto torto ad interpretare male.

Naturalmente l' Ita lia, pur essendo in s ituazi one diversa di quella della Germania verso la Francia, n on poteva t ener conto di quanto in argomento aveva fatto la Germania. Perciò l'Ecc. Buti fa inviato a Parigi e non a Vichy.

P er le stesse ragioni - ed anche per riguardo personale verso l'ammiraglio Darlan, che poteva avere così sempre una sua immediata disposizione per eventuali comunicazioni un diplomatico italiano - si è deciso l'invio del conte Zoppi a Vichy.

Anche per questo invio, l'Italia non sa dunque spiegarsi la reazione francese, che ritiene ingiustificata.

Ciò premesso e tenendo conto, per quanto è possibile e sempre in linea di fatto e non in linea di diritto, delle richieste francesi, Vi comunico che il Governo italiano è pronto ad accogliere favorevolmen t e il desiderio del Vostro Governo di avere a Roma una delegazione francese.

Il Governo italiano non può dare a questa Delegazione il carattere di una rappresentanza diplomatica, come è indicato nella nota verbale del Vostro Capo di Gabinetto al generale Gelich, ma esso è pronto ad accettarla come Delegazione economica e ad assicurare ad essa un trattamento di cortesia analogo a quello del quale godono i diplomatici regolarmente accreditati. Tale missione potrà occ upa re il pianterreno del Palazzo Famese, secondo quanto è stato richiesto dal signor Sanguinetti.

Nulla si opporrà a che il Presidente della Delegazione economica abbia dì fatto cura anche degli interessi francesi in Italia, poiché egli sarà in contatto con le Autorità italiane.

Con la installazione del sig. Zo ppi a Vichy il Governo italiano è venuto d'altra parte incontro al Vostro desiderio di avere un ufficio italiano anche nella sede stessa del Governo francese, u fficio che sarà alle dipendenze dell'ambasciatore Buti.

11 Governo italiano ritiene che in questa forma si possano considerare come regolate soddisfacentemente le questioni che Voi mi avete esposto nelle Vostre note e nelle conversazioni che abbiamo insieme avuto sull'argomento.

L'ammiraglio Duplat mi è parso convinto e soddisfatto di tale documento di cui ha preso nota man mano che l'esponevo e delle spiegazioni verbali che vi ho aggiunto.

Unica riserva fatta quella che la richiesta circa il pianterreno del Palazzo Farnese riguardava la Delegazione vera e propria presieduta dal signor Sanguinetti mentre ora, per un presidente avente in sostanza, se non nel titolo, incarico più importante, ocçorrerebbe po t er occupare il primo piano.

Ho risposto che la questione mi pareva di importanza secondaria e che potrebbe però essere eventu almente trattata a Roma a suo tempo dall'interessato.

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