
30 minute read
ALFONSINE - Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia
334 Guida agli archivi della Resistenza
Advertisement
Indirizzo: Piazza della Resistenza 6, 48011 Alfonsine (RA). Telefono e fax: 054484302. e-mail istorico@racine.ra.it; sito internet: http://racine.ra.it/istorico/Index.html Responsabile archivio: Alessandro Luparini. Orario archivio: da lunedì a venerdì ore 8,30-13,00 e 14-17,30. Consistenza: l’archivio cartaceo è costituito da 48 fondi relativi alla storia del XX secolo con particolare riferimento alla Resistenza locale, all’attività dei partiti politici durante il periodo clandestino, alle giunte popolari nel dopoguerra, al fascismo, all’antifascismo, al periodo della ricostruzione. L’archivio fotografico conserva oltre 3.000 pezzi (stampe, lastre, diapositive, riproduzioni digitalizzate) di cui 2.000 sul passaggio del fronte in Romagna. L’archivio sonoro contiene 201 interviste ad antifascisti ravennati. L’archivio volantini e manifesti conserva 156 volantini e manifesti politico-militari del periodo 1900-1946 e 366 volantini di vario genere del periodo 1920-1950. La cineteca conserva 53 filmati dell’Army Film and Photographic Unit. La videoteca conserva oltre 300 programmi, film e documentari sulla seconda guerra mondiale, la Resistenza, il fascismo, l’antifa- scismo, ecc., tutti ammessi al prestito. La multimediateca contiene 80 cd-rom sulla storia del XX secolo.
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BAGNACAVALLO E RESISTENZA 1936 - 1975 b. 1
La raccolta è stata costituita in occasione della campagna promossa dall’Isr nel 1978 per il recupero di documenti relativi alla storia del movimento di Liberazione a Ravenna, alla quale aveva aderito l’Amministrazione comunale di Bagnacavallo consegnando il materiale originale in suo possesso relativo alla Resistenza, che ha poi recuperato nel 1984. Attualmente sono conservate copie di documenti amministrativi, volantini e manifesti politici, riconoscimenti a partigiani, carte relative al periodo di occupazione di Villanova di Bagnacavallo e alle celebrazioni del XXX anniversario della Liberazione.
ANPI DI CONSELICE bb. 2 1943 - 1945
Il fondo, donato nel 1996, conserva 70 carte tra lettere e documenti, 124 fotografie (in larga parte riproduzioni di documenti) e 19 audiocassette. Alcune foto hanno per oggetto la macchina utilizzata per la stampa clandestina de « l’Unità », edizione Emilia-Romagna
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 335
(1944-1945). Le 19 audiocassette contengono interviste a partigiani e antifascisti realizzate nel corso degli anni Settanta. I documenti non sono inventariati.
BIBL.: M. SERENA, La guerra del 1943-45 nel Ravennate attraverso i volantini, tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 2000/2001.
ANTIFASCISTI RAVENNATI, IN COPIA DALL’ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO 1898 - 1944
schede 231
Copie di 231 schede del Casellario politico centrale, conservato presso l’Archivio centrale dello Stato, relative ad antifascisti nativi della provincia di Ravenna o in essa residenti. Le copie sono state effettuate nel 1985 per conto dell’Isr da Andrea Mengozzi.
BIBL.: A. MENGOZZI, « Sovversivi »: il dissenso al fascismo attraverso le biografie degli antifascisti ravennati (1926-1943), tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 1985/1986.
BAZZOCCHI PATUELLI SILVIA b. 1 1949 - 1954
Silvia Bazzocchi, Bruna, staffetta durante la Resistenza, militante comunista dal 1938, è tra le fondatrici nel 1942 a Ravenna della prima cellula femminile comunista, del Gruppo di difesa della donna provinciale e, nel dopoguerra, della sezione dell’Unione donne italiane (Udi) provinciale. Il fondo conserva alcune testimonianze sui crimini di guerra tedeschi; il verbale del convegno sulla Resistenza tenutosi a Ravenna nel 1949; gli atti del 1° Congresso dell’Udi di Ravenna (10 ottobre 1945) e il verbale del convegno provinciale « Donne della Resistenza » (Conselice, 1954). Il fondo, depositato nel 1977 da Nello Patuelli, inizialmente è denominato con il nome del depositante: nel 1998 è intitolato su richiesta di Patuelli alla moglie Silvia Bazzocchi.
BOLDRINI ARRIGO b. 1 1925 - 1969
Documenti in copia donati da Arrigo Boldrini, Bulow (Ravenna, 1915), comandante della 28ª Brigata Garibaldi, Tristano Mazzavillani, segretario dell’Anpi di Ravenna e Alberto Pirazzoli, curatore dell’archivio del Pci di Ravenna, tra il 1989 e il 1992, tra i quali copia di un rapporto della Legione Territoriale dei Carabinieri di Treviso, carte relative alla Resistenza nel Ravennate, comprendenti anche una fotografia e una mappa sulla dislocazione della 28ª Brigata Garibaldi, una lettera del generale Clemente Primieri (comandante del Gruppo di combattimento Cremona) a Boldrini.
28ª BRIGATA GARIBALDI GORDINI bb. 20 set. 1943 - giu. 1946
Il fondo è composto da 7.313 documenti originali, depositati dall’Anpi di Ravenna tra 1964 e 1977: manoscritti, dattiloscritti, volantini, fotografie, giornali clandestini. Inoltre
336 Guida agli archivi della Resistenza
sono presenti documenti della Brigata riferiti al periodo legale (gennaio 1945 - ottobre 1946), unitamente al ruolino ufficiale della 28ª Brigata Gap Garibaldi costituito da un registro e 215 schede relative ai partigiani feriti o ammalati durante l’arruolamento al fronte (1944-1945). Il fondo è ordinato e inventariato.
BIBL.: Il Movimento di liberazione a Ravenna, a cura di L. CASALI, Ravenna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, 1964-1977, voll. 3; Guida Resistenza 1983, pp. 662-671.
CALLEGARI E CHIGI bb. 74 1916 - 1972
L’azienda Callegari e Chigi di Ravenna una delle principali industrie ravennati durante la seconda guerra mondiale è stata uno dei maggiori produttori europei di telonerie, tessuti gommati e di articoli tecnici. Agli inizi degli anni 50, lo stabilimento principale impiegava 1.200 persone in Ravenna piu altri 800 addetti di laboratorio dislocati sul territorio. Grazie a questa esperienza tecnico-produttiva, la Callegari fu tra le prime società italiane ad introdurre nuovi gommoni per uso professionale con soluzioni tecniche all’avanguardia per l’epoca. Il fondo, donato nel 1989 da Giuseppina Bezzi è composto da documenti originali e conserva buste paga, libri contabili, schede del personale dell’azienda. Il fondo è ordinato.
BIBL.: L. M. IOLI, Per una storia industriale dell’Emilia Romagna: la Callegari Ghigi, tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 1990/1991.
CASADIO LUIGI bb. 4 mar. 1944 - ott. 1944
Luigi Casadio, Sesto (Brisighella, RA, 1907), è partigiano. Il fondo, donato nel 1977 da Casadio, conserva 93 documenti originali riguardanti il Pci, il Fronte della gioventù, il Fronte della cultura, i Gruppi di difesa della donna, il Cln e la 28ª Brigata Gap Garibaldi.
CASADIO STEFANO bb. 15 1934 - 2001
Don Stefano Casadio (Cotignola, RA, 1913 - Roma, 2001) è stato parroco di Cotignola durante il secondo conflitto mondiale. Viene ordinato sacerdote nel maggio 1938. Nel luglio del 1940 parte per l’Africa settentrionale quale cappellano militare. Viene fatto prigioniero dagli inglesi il 7 febbraio 1941. A seguito della riconquista di Bengasi da parte delle forze dell’Asse, nell’aprile del ’41, può rientrare in Italia. Dopo varie peregrinazioni, il 30 ottobre 1943 rientra a Cotignola, dove diventa un protagonista di primo piano della Resistenza. Sottrae dagli uffici comunali i registri dello Stato civile e del- l’Anagrafe, impedendo così ai nazisti di avere degli elenchi aggiornati della popolazione e poter programmare i loro rastrellamenti; collabora attivamente con la rete di solidarietà
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 337
messa in piedi dal Commissario prefettizio Vittorio Zanzi (mazziniano, già medaglia d’argento nella Grande guerra, che nel 2002 sarà insignito dallo Stato di Israele del titolo di « giusto tra le nazioni »). La rete, comprendente oltre trenta famiglie cotignolesi, fornisce nascondigli, viveri, documenti falsi ed altri aiuti a sfollati, rifugiati, partigiani; soprattutto, soccorre una quarantina di ebrei, alcuni dei quali sono smistati presso altre località del Ravennate, mentre altri rimangono nascosti a Cotignola sino alla fine della guerra e lo stesso don Casadio dà rifugio in sacrestia a numerosi ricercati, diventando un punto di riferimento per tutto il paese e guadagnandosi la stima anche del Cln clandestino, del quale del resto entra a far parte come rappresentante cattolico. Durante il periodo della lunga e drammatica sosta del fronte, quando Cotignola viene sottoposta a continui bombardamenti, si prodiga nell’assistenza ai feriti e agli sfollati; il 10 aprile 1945, sventolando un lenzuolo bianco, varca il fiume Senio, i cui argini sono minati in più punti, per tentare di convincere le forze alleate dell’inutilità di un attacco, essendo la città ormai liberata. La sua coraggiosa iniziativa contribuisce ad evitare a Cotignola, già duramente provata (i bollettini inglesi la descriveranno come « blasted off the map »), ulteriori distruzioni. Per questi motivi sarà insignito di molte onorificenze, fra le quali il diploma d’onore al combattente per la libertà d’italia 1943-1945 (27 febbraio 1985) e la medaglia di bronzo al valor civile. Dal 13 aprile 1945 al 4 febbraio 1946 sarà assessore nella Giunta Comunale di Cotignola. Da ricordare anche il suo impegno come missionario in Brasile dal 1974 al 1999. Su di lui esiste una tesi di laurea, scritta dal nipote Dario Pipitone utilizzando in massima parte proprio i documenti del fondo Il fondo è stato donato nel 2002 dall’Amministrazione comunale di Cotignola, cui Casadio ha lasciato il proprio archivio personale. La documentazione è stata suddivisa in dieci serie. Le prime tre riguardano la vita militare, la guerra, i riconoscimenti e gli anniversari della Liberazione, gli anni in cui è parroco a Reda e gli anni in cui torna a Cotignola. Le serie successive sono inerenti a vicende patrimoniali, all’organizzazione delle colonie montane, alle attività svolte per l’Ospizio cronici, per il Centro italiano femminile (Cif) e per l’insegnamento della religione nelle scuole. Nell’ottava serie è conservata documentazione personale non consultabile. La nona serie comprende documentazione varia, fotografie, i documenti relativi alla morte di Casadio e documenti del padre. Nella decima serie sono conservati opuscoli vari
BIBL.: D. PIPITONE, Don Stefano Casadio: guerra d’Africa e Resistenza romagnola (1941-1945), tesi di laurea, Università degli studi di Roma « Roma Tre », Facoltà di Scienze politiche, a.a. 2004/2005.
CASADIO STROZZI VENERIO b. 1 1881 - 1945
Il fondo conserva documenti in copia donati nel 1996 da Venerio Casadio Strozzi, studioso di storia locale. Il materiale è stato raccolto da Strozzi nel corso della sua attività di ricerca e riguarda il primo Novecento e il fascismo faentino. Sono presenti tavole sinottiche comparative dei censi e movimenti della popolazione dal gennaio 1871 al dicembre 1881.
338 Guida agli archivi della Resistenza
CASALI ARIDE bb. 12 1968 - 1975
Aride Casali, ex vice direttore della Biblioteca Oriani (Ravenna), nel corso delle sue ricerche relative alla Nuova sinistra e più in generale al periodo compreso tra il 1968 e il 1975 aveva raccolto 175 testate giornalistiche, conservate in 7 buste, 750 manifesti e volantini politici di movimenti della sinistra extraparlamentare e 80 monografie. Il materiale è stato donato nel 1990 dalla famiglia e dagli amici di Casali.
CASOLA VALSENIO DAL FRONTE ALLA LIBERAZIONE, IN COPIA DALL’ARCHIVIO COMUNALE DI CASOLA VALSENIO set. 1944 - mar. 1945 b. 1
Sette documenti relativi al passaggio del fronte e ai rapporti tra il Comune di Casola Valsenio e le truppe tedesche e alleate prima e dopo la Liberazione, tra cui una mappa inglese con la dislocazione delle truppe alleate, copie di originali conservati presso l’Archivio comunale di Casola Valsenio, effettuate in seguito alle ricerche del personale dell’Isr per la preparazione di un convegno sulle Giunte popolari tenutosi nel 1980.
CLN DI FAENZA, IN COPIA DALL’ARCHIVIO COMUNALE DI FAENZA
b. 1 feb. 1923 - feb. 1946
Copie di documenti del Cln di Faenza rinvenuti presso l’Archivio comunale e inventariati dall’Isr nel 1983 su richiesta dell’Amministrazione comunale di Faenza. Si tratta di materiale relativo all’attività del Pnf e del Pfr faentino, alle inchieste postbelliche su fascisti e brigatisti neri locali e atti della Commissione per l’epurazione.
CLN DI RAVENNA bb. 5 1936 - 1946
Il fondo, pervenuto nei primi anni Ottanta, conserva relazioni del rettorato provinciale (1936-1942); vertenze del Cln (agosto-dicembre 1945); corrispondenza del Cln; documentazione della Commissione di epurazione; materiali sulla organizzazione del Cln; documentazione del Comitato finanziario del Cln; carte relative alla gestione e amministrazione della ricostruzione postbellica nella provincia. Il fondo conserva anche i protocolli della corrispondenza, l’elenco dei caduti partigiani, gli elenchi di partigiani e di fascisti della provincia.
CLN DI RAVENNA DOPO LA LIBERAZIONE bb. 13 mag. 1944 - giu. 1946
Il fondo è composto da 6.711 documenti originali consegnati nel 1968 e nel 1977 da ex responsabili dell’Ufficio stralcio del Cln di Ravenna. Sono conservati manoscritti,
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 339
dattiloscritti, opuscoli, volantini, manifesti, fotografie prodotti o raccolti dal Cln di Ravenna e relativi alla ricostruzione della vita ravennate negli aspetti economici, politici e sociali. Il fondo è ordinato e descritto.
BIBL.: Il Movimento di liberazione a Ravenna, a cura di L. CASALI, Ravenna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, 1964-1977, voll. 3.
COLLINA GUIDO bb. 2 1944 - 1946
Il fondo è frutto della trasmissione di tre nuclei di documenti. Il primo contiene documenti del Pci cervese consegnati nel 1979 da Massimo Massini, Max, medico radiologo, che era stato nel 1944 membro dell’8ª Brigata Garibaldi di Forlì; nel dopoguerra della Commissione sanità della Federazione comunista di Forlì, svolgendo attività sindacale nell’Associazione nazionale assistenti ospedalieri. Il secondo nucleo è donato nel 1988 da Guido Collina, antifascista comunista di Cervia. Il terzo nucleo contiene cartelline prestito e sottoscrizioni al Pci cervese ed è consegnato da Giacomo Collina nel 1989. Il materiale della prima busta è ordinato in cinque sezioni tematiche: Documenti del fascio; Attività partigiana; Attività antifascista e di denuncia dopo la guerra; Opuscoli, giornali, manifesti; Varie. La seconda busta raccoglie documenti del Pci di Cervia (giugno 1944 - novembre 1945) e cartelline prestito e ricevute di sottoscrizione al Pci del dopoguerra.
CORTE D’ASSISE STRAORDINARIA DI RAVENNA 26 giu. 1945 - 26 mar. 1947 bb. 5
Copia delle sentenze emesse dalla Corte d’assise straordinaria di Ravenna dal 26 giugno 1945 al 26 marzo 1947, conservate in originale dall’archivio del Tribunale di Ravenna. Sono state consegnate da Saturno Carnoli nel 2004.
COSTA PIETRO bb. 4 1929 - 1945
Pietro Costa (Castel Bolognese, RA, 1900-1982) è un militante anarchico perseguitato politico durante il regime fascista. Attivo nella Resistenza, nel dopoguerra è dirigente comunista e studioso di storia locale. Il fondo, depositato da Costa in più fasi, conserva oltre 200 documenti originali raccolti nel corso della sua attività. Un primo deposito effettuato nel 1966 contiene documentazione relativa al Tribunale speciale e alla detenzione di Costa nel carcere di Lecce, al Pnf e al Pfr di Castel Bolognese, al Cln di Castel Bolognese. Il secondo deposito, effettuato nel 1981, raccoglie copie dei riconoscimenti del partigiano Torando Borbotta, documentazione a ricordo di Luigi Villa di Voltana, compagno di carcere di Costa, le carte di identità dei partigiani Dante Poletti e Giuseppe Cassani, alcuni volantini dell’Anppia di Faenza di cui Costa è membro.
BIBL.: L. CASALI, Catalogo e documenti del Fondo Pietro Costa, Ravenna, Istituto storico della Resistenza, 1968.
340 Guida agli archivi della Resistenza
DECORAZIONI E RICONOSCIMENTI A PARTIGIANI RAVENNATI b. 1 1946
Il fondo conserva documenti originali e in copia relativi ai ravennati decorati al valor militare per azioni compiute durante la Resistenza in Italia e all’estero, tra cui un fascicolo contenente una cartella prestito Pci per le elezioni alla Costituente; riconoscimenti e attestati di Renzo Erbi donati dal medesimo nel 1991; un attestato rilasciato a Romolo Zaccaroni, donato dal medesimo nel 1989.
DIARI PARROCCHIALI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA diari 7 1867 - 1967
Il materiale, depositato in copia nel 1980 da Augusto Benelli, allora direttore dell’Isr, è stato raccolto nel 1978 nell’ambito di una campagna per il recupero di documenti inerenti la storia del movimento di Liberazione a Ravenna e comprende diari manoscritti delle parrocchie di Castellaccio (frazione San Pietro in Vincoli, 1940-1964); di Ducenta (1923-1946); di Longana (1921-1945); di San Pancrazio (Russi, 1929-1947); di San Pietro in Trento (1900-1953); di Traversara (Bagnacavallo, 1867-1967). Il fondo conserva inoltre il diario personale di don Luigi Melandri, parroco di Villanova di Bagnacavallo (1943-1946). I manoscritti originali sono conservati presso le rispettive parrocchie. Il fondo è stato incrementato nel 1999 dalle copie del diario (1943-1945) di mons. Angelo Rossini, vescovo ausiliare e vicario generale di mons. Antonio Lega, arcivescovo di Ravenna e vescovo di Cervia, i cui originali sono conservati presso l’Archivio arcivescovile di Ravenna.
DISSENSO ORGANIZZATO AL FASCISMO IN PROVINCIA DI RAVENNA - TESTIMONIANZE
bb. 6 e 201 audiocassette 1985
Raccolta di materiali relativi a 107 interviste rilasciate da partecipanti alla lotta antifascista nel Ravennate e realizzate da ricercatori dell’Isr tra il 1982 e il 1985, in collaborazione con altri Istituti storici ed enti territoriali, in vista della realizzazione di seminari sulla storia orale e sulle fonti relative alla Resistenza. Le interviste sono raccolte in ordine alfabetico e per ciascun intervistato è stato approntato un fascicolo contenente la trascrizione dell’intervista, una scheda biografica, una scheda sull’attività antifascista e, in alcuni casi, documenti forniti dal testimone. Il materiale è stato ordinato e inventariato nel 1996.
DOCUMENTI DELLA RSI E DELL’AMMINISTRAZIONE NAZISTA NEL RAVENNATE
b. 1 1943 - 1945
Documentazione relativa all’occupazione nazista e alla Rsi, pervenuta nei primi anni Ottanta: oltre a 21 lettere e documenti, manifesti, opuscoli, volantini, una mappa,
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 341
documenti d’identità rilasciati dalle autorità tedesche, un atlante in tedesco, tessere di riconoscimento della Guardia repubblicana di Finanza, certificati d’identità provvisori rilasciati dal Comune di Ravenna.
DONATI GIUSEPPE b. 1 8 set. 1930 - 30 giu. 1931
Giuseppe Donati (Granarolo Faentino, RA, 1889 - Parigi, 1931) è giornalista e politico cattolico antifascista. Aderisce alla Lega democratica nazionale e collabora a giornali e riviste tra cui l’« Azione », la « Voce », « l’Unità » di Salvemini, « Il Risorgimento ». Interventista, partecipa alla prima guerra mondiale. Aderisce al Partito democratico cristiano (Pdc) e in seguito al Partito popolare italiano (Ppi), di cui diventa membro del Consiglio nazionale (1921). Nel 1923 è gerente responsabile de « Il Popolo » dalle cui colonne denuncia il coinvolgimento di Emilio De Bono nel delitto Matteotti e di Italo Balbo nell’assassinio di don Giovanni Minzoni. Costretto all’esilio in Francia, prosegue la battaglia contro il fascismo attraverso il giornalismo e l’organizzazione della Resistenza armata. Sostiene il tentativo insurrezionale delle Legioni Garibaldine organizzate in Francia da Ricciotti Garibaldi: il piano si rivela una messinscena dei servizi segreti fascisti. È dirigente del foglio « Il Corriere degli italiani », al quale collabora anche Mario Pistocchi, spia dell’Ovra: il giornale presto finisce nelle mani di agenti fascisti. Donati in seguito collabora alla « Libertà », foglio della Concentrazione antifascista, poi al « Pungolo ». A seguito dei Patti Lateranensi (1929), Donati critica l’appoggio della Chiesa verso la dittatura ma si dice favorevole alla soluzione della « questione romana »: tale atteggiamento porta alla emarginazione di Donati in seno alla comunità di fuoriusciti antifascisti. Muore a Parigi dopo un breve soggiorno quale insegnante di italiano al St. Edward’s College di Malta. Il fondo conserva le copie di 134 lettere dei carteggi tenuti da Donati con don Luigi Sturzo, con la famiglia e gli amici durante la sua permanenza a Malta, nel biennio 1930-1931. La raccolta è il risultato di una ricerca condotta tra 1979 e 1980 da Augusto Benelli, allora direttore dell’Isr, in occasione del primo convegno nazionale su Donati. Gli originali del materiale depositato in copia da Benelli nel 1981, sono conservati dall’Istituto Sturzo di Roma, dai famigliari e dagli amici di Donati.
BIBL.: G. DONATI, Lettere da Malta, a cura di A. BENELLI, Ravenna, Centro studi G. Donati, 1981.
DONNE RAVENNATI DALLE PRIME LOTTE SOCIALI ALLA LIBERAZIONE 1975 bb. 3
Documentazione originale relativa a donne ravennati impegnate nelle lotte sociali e politiche della prima metà del Novecento. La parte più significativa dei materiali è rappresentata dalle schede prodotte in occasione delle ricerche « Donne e Resistenza in Emilia-Romagna » (1975) e « Donne ravennati nell’antifascismo e nella Resistenza » (cui segue l’omonimo convegno svolto a Conselice nel 1976). Sono conservati inoltre gli elenchi di partigiane e patriote ravennati, le relazioni presentate al convegno « La donna
342 Guida agli archivi della Resistenza
ravennate nella Resistenza e nella ricostruzione 1943-1947 » (Ravenna, 1975), interviste e altro materiale riguardante le donne dei Comuni di Alfonsine e Massa Lombarda. Il materiale è stato ordinato e inventariato nel 1996.
BIBL.: Le donne ravennati nell’antifascismo e nella Resistenza. Dalle prime lotte sociali alla Costituzione della Repubblica, a cura di F. G. CASADIO e J. FENATI, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1977; C. BASSI, Cinque storie dimenticate: antifascismo femminile nel Ravennate, Ravenna, Longo, 1997.
DOPOGUERRA E RICOSTRUZIONE NEL RAVENNATE bb. 3 1945 - 1975
Documenti, per lo più originali, relativi alla ricostruzione postbellica pervenuti all’Isr nel 1979 a seguito delle ricerche condotte per la preparazione del convegno di studi del 1980 sulle Giunte popolari nel Ravennate. Il materiale riguarda la costituzione e l’attività, nell’immediato dopoguerra, di associazioni e movimenti quali l’Anpi, il Cif, l’Udi, gli ex combattenti della Rsi, iniziative e manifestazioni per le commemorazioni della Resistenza e dei suoi caduti. Sono conservati in particolare scritti forniti da Benigno Zaccagnini; appunti manoscritti di membri del Pci; il bilancio 1947 della sezione Aurora del Psi; la comunicazione della costituzione del Psli provinciale; gli originali di alcune circolari del Pri di Ravenna dal 1947 al 1950; carte riguardanti l’attività del Pri di Cotignola; documenti relativi a lotte sindacali; testimonianze e biografie partigiane realizzate in occasione del XX della Liberazione.
GIUNTE POPOLARI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA set. 1944 - ago. 1948 bb. 105
Il fondo è composto da 52.995 documenti originali consegnati nel 1968 e nel 1977 da ex responsabili dell’Ufficio stralcio del Cln di Ravenna. Sono conservati manoscritti, datti- loscritti, opuscoli, volantini, manifesti, fotografie prodotti e raccolti dai Cln periferici (detti anche Giunte popolari) che hanno svolto funzioni politico-amministrative guidando la ripresa economica del territorio dalla Liberazione all’autunno 1946. Manca la documentazione relativa alle Giunte di Casola Valsenio, Castelbolognese, Lugo e Sant’Agata sul Santerno. Il fondo è ordinato e inventariato.
BIBL.: Il Movimento di liberazione a Ravenna, a cura di L. CASALI, Ravenna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, 1964-1977, voll. 3.
GULMINELLI AURELIO b. 1 1966 - 1980
Il fondo conserva carteggio, documenti e 5 opuscoli, tutti originali, relativi all’attività di Aurelio Gulminelli (1923-1980), presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Ravenna.
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 343
MANIFESTI E VOLANTINI AFFISSI E DIFFUSI NELLA PROVINCIA DI RAVENNA
docc. 522 1900 - 1950
Raccolta di 156 manifesti politico-militari relativi agli anni 1900-1946 e 366 volantini di varia natura e provenienza relativi agli anni 1920-1950. I manifesti, originali, di cui sono state effettuate nel 1981 riproduzioni fotografiche, sono ordinati in sei sezioni: 19001922; Fascismo e 45 giorni; Occupazione tedesca e Rsi; Alleati; Cln e Giunte popolari; Varie. Parte dei manifesti e volantini, per lo più relativi ai Cln, sono pervenuti all’Isr negli anni Sessanta tra le carte del fondo 28ª Brigata Garibaldi Gordini e sono stati inventariati nel 1964. Il materiale per le sezioni Alleati e Giunte popolari è stato acquisito nel 1979, in occasione di ricerche condotte per la preparazione del convegno di studi sulle Giunte popolari nel Ravennate. Non si ha notizia delle modalità di acquisizione del materiale restante. I volantini, includendo anche bozze manoscritte o dattiloscritte, sono stati inventariati nel 1996. Consistente è la documentazione relativa al Pri, al Pci e alla Dc del periodo bellico e del secondo dopoguerra; sono numerosi i volantini propagandistici e ordini militari nazisti e della Rsi; le disposizioni della Prefettura di Ravenna; gli appelli dei comitati segreti di agitazione, dei Cln, dei gruppi di difesa della donna; i richiami dell’Arcivescovado e del mondo cattolico faentino.
BIBL.: Il Movimento di liberazione a Ravenna, a cura di L. CASALI, I, Ravenna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, 1964; Catalogo dei manifesti politico-militari (1900-1946), a cura dell’ISTITUTO STORICO DELLA
RESISTENZA E DELL’ETÀ CONTEMPORANEA IN RAVENNA E PROVINCIA, Ravenna 1995; M. SERENA, La guerra del 1943-45 nel Ravennate attraverso i volantini, tesi di laurea, Università di Bologna, a.a. 2000/2001.
MARTINI LUIGI bb. 20 1923 - 1944
Luigi Martini (Brescia, 1924) è uno studioso di storia locale, che nel 1990 ha depositato circa 2.000 documenti raccolti nel corso di ricerche da lui condotte. Sono presenti, in copia dall’Archivio centrale dello Stato, le comunicazioni sulla situazione politica provinciale inviate, tra il 1923 e il 1944, dalla Questura e dalla Prefettura di Ravenna al Ministero degli interni. Sono conservati inoltre elaborati di Martini sulla storia del Pci ravennate, appunti e trascrizioni di interviste raccolte per la ricerca sulle missioni Ori e 17 fotografie.
BIBL.: L. MARTINI, Dalla bici al sommergibile. Le Missioni Ori dirette dai romagnoli, Milano, La Pietra, 1980; L. MARTINI, Per una storia del Cln: attraverso la testimonianza di « Vecchio » (Mario Morigi) e « Tommaso » (Camillo Bedeschi) delegati comunisti nel Comitato nazionale di liberazione provinciale, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1994; L. MARTINI, Le Ville unite e il distaccamento Settimio Garavini, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1995.
344 Guida agli archivi della Resistenza
MASSINI MASSIMO b. 1 1944 - 1946
Massimo Massini, Max (1920), membro dell’8ª Brigata Garibaldi di Forlì, dal 28 maggio al 30 novembre 1944 svolge il compito di medico di brigata. Nel dopoguerra partecipa alla Commissione della sanità nella Federazione comunista provinciale e svolge, unitamente alla sua professione di medico radiologo, un’intensa attività nel sindacato dei medici ospedalieri della Associazione nazionale assistenti ospedalieri. Il materiale, depositato da Massini nel 1979, comprende circa 350 documenti relativi all’azione del Pci cervese nel biennio 1944-1946: bollettini militari, circolari e ordini del giorno dai Cln nazionale, provinciale e cervese, delle Federazioni comuniste romagnola e ravennate, del Comando generale del Clnai e del Cvl. È presente inoltre documentazione del Comando militare provinciale e cervese, del Comando provinciale Sap, del Triumvirato regionale insurrezionale, direttive del Pci nazionale e del Fronte della gioventù; stampa clandestina e ricevute del Soccorso rosso per l’assistenza a latitanti, renitenti e caduti dal gennaio 1944 al gennaio 1945.
MAZZAVILLANI TRISTANO fascc. 6
Tristano Mazzavillani (1921), segretario dell’Anpi di Ravenna, ha depositato nel 1990 i testi originali di sei relazioni « Il movimento cattolico e democratico cristiano nella Resistenza », di Gianfranco Bianchi; « Il Pci nella Resistenza »; « Il Partito d’Azione », di Leo Valiani con note alla prima parte della relazione; « Il Partito repubblicano nella Resistenza », di Luigi Lotti; « Il Partito socialista italiano nella Resistenza », di Gaetano Arfè; « Il Partito liberale italiano nella Resistenza », di Eugenio Artom.
MINZONI GIOVANNI b. 1 mar. 1909 - nov. 1922
Giovanni Minzoni (Ravenna, 1885 - Argenta, FE, 1923) ordinato sacerdote nel 1909, opera nella parrocchia di Argenta. Partecipa quale capitano di reggimento alla prima guerra mondiale, al termine della quale è decorato al valor militare. Torna nel 1919 alla parrocchia di Argenta, il suo servizio religioso è caratterizzato da iniziative di carattere sociale; la sua passione religiosa, civile e politica fanno di Minzoni un punto di riferimento dell’opposizione intransigente al fascismo: rifiuta di esporre la bandiera il 28 ottobre 1922, respinge l’ufficio di cappellano della Milizia e si rifiuta di consegnare agli squadristi gli elenchi degli iscritti alle leghe bianche. Nell’aprile 1923 organizza un convegno di giovani cattolici a seguito di un’azione squadrista contro il suo circolo: i lavori sono sospesi per commemorare con un corteo l’assassinio del socialista Natale Gaiba compiuto da fascisti. Minzoni è assassinato da fascisti il 23 agosto 1923. Il fondo conserva 331 carte personali di don Minzoni dal marzo 1909 al novembre 1922: diari, appunti, meditazioni, lettere in originale, riordinati dall’archivista dell’Isr. Il fondo è stato depositato nel 1968 da Lorenzo Bedeschi, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Urbino e autore della prima biografia organica di don Minzoni, per la quale aveva svolto ricerche sin dal 1952. Altra documentazione relativa a don Minzoni è
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 345
conservata presso l’Isr regionale di Bologna (fondo Giovanni Minzoni) e presso l’Isr di Sesto San Giovanni (fondo Giovanni Minzoni).
BIBL.: Il diario di don Minzoni, a cura e con introduzione di L. BEDESCHI, Brescia, Mor- celliana, 1965; L. BEDESCHI, Don Minzoni: prete ucciso dai fascisti, Milano, Bompiani, 1973.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO DI LAVEZZOLA mar. 1944 - dic. 1944 b. 1
293 documenti relativi al periodo clandestino del Pci di Lavezzola, frazione di Conselice in provincia di Ravenna, depositati da Ennio Dirani nel 1978 e ordinati.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO IN EMILIA ROMAGNA, IN COPIA DALL’ISTITUTO GRAMSCI DI BOLOGNA 1943 - 1954 b. 1
Copie di documenti pertinenti all’attività dell’8ª Brigata Garibaldi e del Pci romagnolo nel Ravennate e nel Forlivese dal 1943 al 1945, i cui originali sono conservati nel fondo Pci in Emilia presso l’Istituto Gramsci di Bologna. A ciò si aggiungono ritagli stampa da « l’Unità », « Il Secolo d’Italia » e « Il Resto del carlino » (luglio 1954) relativi al processo seguito all’omicidio dei conti Manzoni di Lugo (noto come « processo Cricca ») contro alcuni ex partigiani ravennati. Il materiale è stato raccolto nei primi anni Sessanta nell’ambito dell’attività di recupero di documenti effettuata dall’Isr che ha portato anche alla costituzione del fondo Procedimenti penali contro partigiani e comunisti.
PARTITO D’AZIONE DI RAVENNA bb. 5 nov. 1944 - ott. 1947
L’archivio della Federazione di Ravenna del Pd’A contiene circa 2.000 documenti, ceduti dalla Biblioteca di storia contemporanea « A. Oriani » di Ravenna nel 1978.
PARTITO NAZIONALE FASCISTA. FEDERAZIONE DI RAVENNA
bb. 55 gen. 1921 - ott. 1943
Il fondo è composto da circa 30.000 documenti originali donati in varie fasi da Riccardo Lanzoni di Cervia, che li aveva raccolti la notte del 26 luglio 1943 presso la Casa del fascio. Il fondo è parzialmente ordinato e schedato.
BIBL.: Guida documentaria per una ricerca su fascismo e società ravennate, a cura di P. L. ERRANI, Ravenna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, 1984.
346 Guida agli archivi della Resistenza
PIRAZZOLI ALBERTO, IVAN bb. 2
Alberto Pirazzoli, Ivan (1921), curatore dell’archivio del Pci di Ravenna tra 1989 e 1992 ha consegnato 199 documenti in originale e in copia fra cui il canzoniere e documenti della 28ª Brigata Garibaldi; documenti del Reparto ausiliario polizia partigiana (Rapp); il carteggio tra Arrigo Boldrini, Bulow, e il generale Clemente Primieri, Sono conservati inoltre alcuni testi di Pirazzoli: « Note e ricordi di lavoro nella costituzione del Pci nella provincia di Ravenna », « Il fascismo nella provincia di Ravenna: note e considerazioni », « Il Pci nel Ravennate », « Memorie sul Fronte nazionale della gioventù », « Note su Resistenza al fascismo e lotta di Liberazione per la libertà e la democrazia nella provincia di Ravenna », « Fusignano. Resistenza al fascismo e lotta di Liberazione ».
PROCEDIMENTI PENALI CONTRO PARTIGIANI E COMUNISTI 1946 - 1954 bb. 8
Atti del processo contro partigiani ravennati seguito all’omicidio dei conti Manzoni di Lugo (noto come « processo Cricca »), atti di altri procedimenti penali contro partigiani comunisti ravennati istruiti e conclusi tra il 1946 e i primi anni Cinquanta e atti di procedimenti contro braccianti comunisti ravennati imputati di manifestazioni sediziose nel 1954. I documenti sono stati consegnati a fine anni Cinquanta.
PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI CONTRO ANTIFASCISTI b. 1 1923 - 1945
Documenti relativi a provvedimenti contro Bruno Bandini (Faenza, RA, 1910 - Montecchio, 1944); la copia di una breve biografia autografa di Renato Emaldi (1888-1944); copie e originali di provvedimenti disciplinari e un’agenda del Comando della stazione carabinieri di Borgo San Rocco.
G.L. MELANDRI, L’eterno studente: vita del professor Renato Emaldi, 1888-1944, Fusignano, Grafiche Morandi, 2006.
PUBBLICAZIONI RELATIVE ALL’OPERA NAZIONALE MATERNITÀ E INFANZIA
bb. 2 1888 - 1974
Il fondo, donato nel 1983 dall’Amministrazione provinciale di Ravenna, conserva pub- blicazioni di vario genere relative all’attività dell’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi) tra le quali: gli atti ufficiali dell’Onmi dal 1935 al 1974 con lacune dal 1941 al 1951; il testo « La protezione e l’assistenza della maternità e della infanzia nella legislazione fascista » di Filippo Frattaroli del 1927; leggi e regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza dal 1907; ordinamenti dei servizi di assistenza; atti della 1ª conferenza sulla programmazione igienico-sanitaria in provincia di Ravenna del 1964.
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 347
Tra i documenti è conservata la Relazione del comitato della Croce verde e materiale della commissione pei sussidi alle famiglie dei colerosi, Epidemia 1886 in Ravenna del 1888.
RADIO ZELLA docc. 300 1944
Il fondo è costituito da materiale inerente la missione Zella, promossa dall’Organizza- zione per la Resistenza italiana (Ori), che attraverso una ventina di missioni (dette anche teams), ha inteso creare in tutto il Nord Italia stazioni radio con lo scopo di stabilire contatti tra le formazioni partigiane e il quartier generale alleato. I membri delle prime tre missioni dell’Ori, Team Lemon (Radio Lupo), Team Raisin (Radio Zella) e Team Noto (Radio Banana) vennero imbarcati a Brindisi il 16 febbraio 1944 sul sommergibile Platino della Marina italiana. Il Team Raisin aveva il compito di creare una radio in Emilia Romagna. Il capo della missione Zella, Antonio Farneti, ha depositato in copia nel 1978 cablogrammi, cartine, cifrario del servizio segreto, trascrizioni di tutte le trasmissioni in arrivo e in partenza, carte sull’attività dei membri del gruppo Zella e dell’Ori, conservando gli originali. Ennio Tassinari, membro dell’Ori, ha donato nel 1989 relazioni e corrispondenze delle missioni effettuate, memorie personali, foto dei componenti della missione Zella, tessere personali e riconoscimenti del governo alleato.
BIBL.: Guida Resistenza 1983, p. 692.
RELAZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI RAVENNA 1861 - 1976 bb. 4
Rapporti annuali e relazioni della Deputazione provinciale al Consiglio provinciale dal 1867 al 1917, con lacune dal 1904; atti e sessioni straordinarie del Consiglio provinciale dal 1861 al 1869; alcune relazioni tecniche prodotte tra il 1935 e il 1945; il « Memoriale circa i danni subiti dalla Provincia di Ravenna in conseguenza della guerra » (1946); il programma dei lavori per l’anno finanziario 1946-1947; la « Statistica relativa all’attività svolta dall’ufficio tecnico provinciale di Ravenna » (marzo 1945 - ottobre 1946); una circolare sull’assistenza sanitaria (1951); un bozzetto relativo alla targa commemorativa per il XXX anniversario del referendum del 1946. Il materiale, pervenuto negli anni Ottanta e ordinato e inventariato nel 1996, è costituito da originali.
ROSSI FLORIO b. 1 1944 - 1945
Florio Rossi, Galvani, è responsabile del Servizio informazioni militari (Sim) ed infiltrato negli uffici della Federazione fascista ravennate. Il materiale, depositato nel 1988 da Rossi e composto da originali e copie, comprende documenti del Sim (tra cui rapporti informativi) e il ruolino della 28ª Brigata Garibaldi Gordini.
348 Guida agli archivi della Resistenza
SANTINI DI GUERRA docc. 2.500 1911 - 1945
Raccolta, depositata dal collezionista Francesco Monterumisi nel 2003, di oltre 2.000 immaginette religiose per i soldati relative al periodo compreso tra la guerra di Libia e la seconda guerra mondiale e più di 500 pezzi fra libretti di preghiera, materiali di propaganda, manuali per cappellani militari e cartoline prestampate. Da tale raccolta è tratto il materiale per una mostra itinerante promossa dall’Isr di Ravenna nel 2003.
BIBL.: Il volto religioso della guerra. Santini e immaginette per i soldati, a cura di M. FRANZINELLI, Faenza, Edit Faenza, 2003.
SAPORETTI CARLO b. 1 1943 - 1945
Carlo Saporetti, tipografo, è segretario della sezione del Psi di Cervia fino all’avvento del fascismo. Dopo l’8 settembre 1943 sostiene il movimento di Liberazione e si impegna direttamente per salvare alcuni generali inglesi. Nel dopoguerra è uomo di spicco della vita culturale cervese dedicandosi, tra l’altro, alla ricerca di testimonianze della storia di Cervia. Il fondo conserva in copia documenti personali di Saporetti relativi al periodo clandestino, alle truppe alleate, naziste e repubblichine. In particolare sono presenti note storiche riguardanti il territorio cervese durante la seconda guerra mondiale redatte da Saporetti e alcuni suoi interventi in occasione di vertenze sorte tra partiti e Cln. Il fondo è stato depositato nel 1979 da Saporetti in seguito alla campagna promossa dall’Isr nel 1978 per il recupero di documentazione relativa al movimento di Liberazione nel Ravennate.
SINTONI ALDO, DINO fasc. 1 1943 - 1955
Aldo Sintoni, Dino (Santo Stefano di Ravenna, 1908 - Ravenna, 1944), muratore. Nel 1936 si arruola nelle Brigate internazionali in difesa della Repubblica spagnola e partecipa alla difesa di Barcellona. In seguito ripara in Francia, dove è internato nei campi di Saint Cyprien, Gurs e Vernet d’Ariège. Nel 1941 è tradotto in Italia, dove viene processato e condannato a quattro anni di confino a Ventotene, ove resta sino alla caduta del fascismo. Dopo l’8 settembre 1943 torna a Ravenna, ove organizza i primi nuclei di Resistenza contro il nazifascismo ed è istruttore militare delle nuove reclute partigiane. Membro del Comitato militare di Ravenna, cade in una trappola tesa da fascisti e muore in seguito alle ferite riportate nello scontro a fuoco. Il fondo conserva 13 documenti originali depositati da Sergio Patuelli, nipote di Sintoni, il 10 ottobre 1991: una lettera, un opuscolo, due fotografie, nove diplomi.
SUPRANI ROMEO b. 1 1943 - 1945
Romeo Suprani è militare impiegato in Albania e in Jugoslavia. Il fondo, donato da Suprani nel 1992, conserva 53 documenti in originale e in copia: una lettera, due diari di
Titolo corrente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia 349
Suprani relativi alla vita militare, quarantaquattro fotografie scattate dal 1938 al 1943 per lo più nelle città di Piscopia e Tepelini (Albania), di Legnago e di Peri (presso Verona) e di Mostar (Jugoslavia) e inoltre cinque pezzi di cartamoneta albanese, una cartolina, un certificato d’idoneità alla conduzione di autovetture.