MEDIOEVO
Dopo la spedizione, il doge veneziano assunse il titolo di signore (dux) délia Dalmazia e in questo nome a Venezia ogni anno, nella notte dell’Assunzione, si festeggiava la cerimonia del cosiddetto “Sposalizio del’ Mar“. Nel periodo successivo, in cui vennero a mancare gli scontri con i corsari e Venezia, le città istriane vissero una gradúale crescita económica (anche in relazione aile crociate), incrementando la produzione agrícola, in primo luogo quella dell’olio e del vino, dando ulteriore sviluppo alla pesca, alla produzione del sale e all’artigianato, e realizzando lauti guadagni dal commercio marittimo. Pero questa crescita le porto nuovamente alio scontro con Venezia, prima nel 1145, quando furono Pola, Capodistria ed Isola (che faceva parte di Capodistria) ad opporsi a Venezia. Una volta sconfitte, le città istriane furono costrette a prestare il “giuramento di fedeltà“ {facere fidelitatem) al doge e ad accettare l’obbligo di fornire aiuti militari alla marina da guerra veneziana. Seguí un secondo tentativo di opposizione di Pola (1149) e il rinnovato giuramento di fedeltà (1150), che incluse anche altre città che avevano preso parte alla rivolta: Rovigno, Parenzo, Cittanova e Umago. Le città istriane furono costrette a prometiere navi a titolo di aiuti militari e il pagamento dei tributi (generalmente in olio). Quanta importanza desse Venezia alla sottomissione delle città tra Salvore e Promontore lo dimostra Paccoglienza grandiosa riservata nella città lagunare aile trappe vittoriose e ai condottieri Morosini e Gradonico. Il doge veneziano in quell’occasione assunse il titolo di “Istriae dominator“. Dopo l’ennesimo scontro con Venezia (1195), i cittadini di Pola dovettero abbattere le mura cittadine. Nel frattempo, Capodistria sfrutto le resistenze delle città istriane, rimase leale a Venezia e nel 1182 ottenne in cambio il monopolio del sale suBe coste istriane per una durata di 29 anni, diventando in tal modo Púnico porto tra Grado e Pola in cui poteva fare scalo il sale trasportato per mare. Con cio venne accordato a Capodistria quel privilegio fondamentale che nei decenni a venire la città, aiutata da Venezia, avrebbe usato per imporre il proprio primato economico tra le città istriane. La costituzione comunale delle città Nonostahte la situazione politica fosse precaria, in virtù delPindipendenza económica e dell’assenza dei signori feudali le città andavano raggiungendo Pautonomia amministrativa. A differenza delle città delPinterno, che erano State fondate da signori feudali e quindi solo da loro potevano ottenere i diritti comunali (in Slovenia dal XIII secolo in poi), le città costiere conservavano le basi dell’autonomia amministrativa ancora dal periodo tardoantico. NelPepoca bizantina Pautonomia amministrativa delle città andô estinguendosi, pero mai si spense del tutto. Prova ne sono i giudici elettivi (iudices), che sotto i Franchi venivano chiamati scabini. A capo delle città stavano i cosiddetti locopositi, nominati dal potere centrale, i quali, inserendosi gradualmente nel tessuto cittadino, ne accettavano anche i rapporti consolidad. Nel XII secolo iniziô nelle città il processo di liberazione dal potere dei vescovi e dei feudatari locali, nella quai cosa primeggiavano in particolare le città dell’Italia settentrionale. Ben presto tali influenze si diffusera anche nelle città istriane. Il Comune venne costituito nel 1186 a Capodistria, nel 1192 a Pirano, nel 1194 a Parenzo, nel 1199 a Pola, nel 1202 a Trieste e a Muggia, e i cittadini autónomamente ne elessero i 29