Dalla pandemia, luci del mondo nuovo Come fra Trecento e Quattrocento, quando dalla peste nera nacquero i semi del Rinascimento, la storia ci mette di fronte a un’opportunità di cambiamento. La prima sfida è la sostenibilità intervista a PAOLO MIELI Esiste un’emergenza cambiamento? O stiamo solo vivendo la storia che va e non si ferma? Esiste eccome. Spesso vengono fatti dei paragoni con il passato per dimostrare che la storia dell’umanità conosce cambiamenti profondi, indipendenti dalla volontà dell’uomo. L’esempio classico è quello del passaggio da un’epoca più calda a cavallo del primo millennio, quando la Groenlandia era una terra verde (come dice il nome, Grönland), a un’epoca di raffreddamento. Questo è innegabile: e chiunque abbia studiato la storia sa che i cambiamenti hanno coinciso con grandi trasformazioni della terra e anche del genere umano. Ma è altrettanto dimostrato che dalla
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metà del Settecento in avanti, con un’accelerazione impressionante negli ultimi decenni, l’uomo è in grado di controllare questi cambiamenti e di aggiungere del suo, sia nel male, cioè accentuando i processi di intossicazione dell’atmosfera, che nel bene, cioè mettendoli a freno. È come se fossimo nel 1945 e parlando dell’uso dell’energia nucleare a scopi bellici dicessimo: le guerre ci sono sempre state e anzi hanno prodotto più morti nel passato che nel presente, quindi perché impressionarsi? Perché questa volta, come fu tra la seconda metà degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta per l’uso militare dell’energia atomica, dipende da noi. Si tratta di fare come
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