Il bosco? Non è un supermercato Per cambiare i comportamenti collettivi e individuali verso l’ambiente servono domande e metafore diverse intervista a ALEX BELLINI Qual è la sua visione della sostenibilità? È una cosa molto complessa, un dilemma che ci trova impreparati nella maniera più profonda: come disaccoppiare la crescita economica dagli impatti che ha sull’ambiente, sulle popolazioni e sull’economia stessa? Questa è forse la sfida non solo tecnologica, ma anche culturale e cognitiva più grande che si possa immaginare. Però è una sfida e in quanto tale è eccitante. Lo dico da esploratore, che quando si misura con un ostacolo che sembra insuperabile ha l’attivazione del mindset del curioso, del ficcanaso che prova con curiosità a superare il problema. Che però non può essere semplificato più di tanto, altrimenti si rischia di risolvere un problema e di crearne un altro. Come nel caso della plastica, che però non abbiamo considerato che poteva avere effetti secondari, i quali hanno creato nuovi problemi.
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Qual è il percorso che da esploratore estremo e coach l’ha portata a diventare divulgatore ambientale e ambasciatore della sostenibilità? Credo sia stata la lunga frequentazione, diventata anche molto intima, con l’ambiente naturale, che per me non è un accessorio di seconda importanza ma una componente fondamentale della mia vita. Se non ci fosse l’ambiente naturale non avrebbe senso fare l’esploratore. Frequentare intimamente il pianeta nelle sue sfaccettature più estreme, quelle più fragili, vulnerabili e quelle potenti e distruttive, mi ha portato a pormi delle domande, a riflettere su dove stiamo andando. Gran parte delle mie esplorazioni le faccio in solitaria, c’è tempo di riflettere, quindi è inevitabile sviluppare una certa sensibilità ai temi ambientali. Così ho deciso di intraprendere un percorso, sempre guidato da curiosità per l’esplorazione, finalizzato alla divulgazione ambientale,
CULT URA DE L L A S O ST E NI B I L ITÀ
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