IoArch 80 Feb-Mar 2019

Page 50

› LIBRI ELOGIO DELLA DISSONANZA L’ebraismo di Bruno Zevi è compendiato nella nuova edizione di questo piccolo ma prezioso volume curato da Manuel Orazi che raccoglie discorsi e scritti, tra cui il decisivo ‘Marxismo e ebraismo’, pronunciati tra il 1974 e il 1998 dallo storico e critico che nel 1990 ricevette la laurea honoris causa in architettura dal Technion di Haifa, secondo solo all’architetto di Israele David Ben Gurion. Se l’architettura classica, greca e romana, ha come principio fondante l’organizzazione dello spazio, quella espressa dalla cultura ebraica fin dalle catacombe, che con percorsi ipogei privi di disegno geometrico minano dalle fondamenta la città, alla sua base ha il tempo. “L’architettura cessa di essere spazio – dice Zevi – e diviene viatico, itinerario, cammino senza meta”. Perché l’ebraismo è una concezione del tempo e “il Dio di Israele è il Dio degli eventi”, prosegue, e perché la coscienza dello spazio alimenta l’idolatria, mentre quella del tempo contrassegna l’eresia. Dunque no al classicismo che dà forma alla gerarchia: l’architettura ebraica promuove la dissonanza e con essa l’emancipazione del popolo ebraico, per secoli odiato, deriso, insultato e perseguitato. Ma secondo Zevi, che non nutre pregiudizi e non è condizionato dalla religione, il messaggio ebraico culmina nell’opera del non-ebreo Frank Lloyd Wright. Forse perché, figlio di un pastore unitario, le sue radici culturali affondavano nel vecchio testamento.

GUIDE DI ARCHITETTURA ROMA, NEW YORK, OSLO Con gli ultimi tre titoli sono ormai 92, nelle diverse lingue, le Architectural Guide di Dom Publishers. Nel tradizionale formato tascabile (135 x 245 mm) e con mappe puntuali sui risguardi e quando necessario anche nelle pagine interne, ogni titolo è organizzato come una guida turistica che non è, perché è scritto da architetti o critici di architettura e tratta esclusivamente di architettura contemporanea. Come nel caso di Roma (anche in edizione italiana), che illustra solo edifici (ben 144) costruiti dopo il 1945, incluse le ultime realizzazioni come gli Hq di Bnp Paribas a Tiburtina (5+1AA) e la Nuvola di Fuksas all’Eur, organizzati in dieci categorie e riassunti alla fine in altrettanti itinerari. La guida di New York, scritta dall’architetto Vladimir Belogolovsky, fondatore dell’organizzazione Curatorial Project, passa in rassegna 100 edifici iconici realizzati o in costruzione a New York tra il 1999 e il 2020, ciascuno accompagnato dal soprannome che si è guadagnato, sicuro segno di iconicità secondo Wolf Prix (che del resto, in quanto architetto, vorrebbe solo che la gente si ricordasse dei suoi edifici).

Con New York – e con molte altre città – la piccola Oslo, oggetto del terzo titolo, condivide la questione del waterfront, che negli ultimi decenni è diventato un’occasione di rigenerazione urbana con interventi di grande interesse, a partire dalla famosa Opera House di Snøhetta, dando un nuovo significato al motto ‘blue and green, and the city in between’ con cui la città, anfiteatro al termine di un fiordo lungo 80 chilometri, da sempre ama presentarsi.

Architectural Guide Roma Marina Kavalirek Editore Dom Publishers, Berlino, 2019 pp 248, 38 euro ISBN 978-3-86922-702-3 (IT) Architectural Guide New York Vladimir Belogolovsky Editore Dom Publishers, Berlino, 2019 pp 256, 38 euro ISBN 978-3-86922-431-2 (EN) Architectural Guide Oslo Henning Nielsen e Ulf Meyer Editore Dom Publishers, Berlino, 2019 pp 216, 38 euro ISBN 978-3-86922-460-2 (EN)

PIÙ POLIS, MENO URBS

Ebraismo e architettura Bruno Zevi Casa Editrice Giuntina, Firenze, 2018 pp 132, 10 euro ISBN 978-88-8057-746-1

[ 50 ]

IOARCH_80

I problemi, per la città e per la qualità dell’architettura, cominciano quando i ‘semplificatori terribili’ preconizzati da Jacob Burckhardt si saldano con i ‘normatori asfissianti’ della seconda metà del Novecento. Così, mentre la crescente complessità imporrebbe una visione sistemica, il costruito la ignora e anziché quelle delle relazioni prevalgono le logiche degli oggetti. Con la duplice conseguenza di smarrire le potenzialità dei territori e di fare della città un’urbe o un sistema di conurbazioni anziché una polis capace di favorire le relazioni e di trasformare diversità e promiscuità in valori. Oggi, conclude l’autore, che ricorda come il codice di autoregolamentazione proposto da In/Arch nel 1998 fosse un’ottima premessa per un’attesa Legge dell’Architettura nel nostro Paese, ci sarebbe bisogno di un Garante della Qualità che agisca sui bandi di concorso e sui criteri di valutazione per promuoverla, la qualità, anziché limitarsi a tutelare ciò che ne resta.

Verso il codice della progettazione Massimo Pica Ciamarra Editore Le Carré Bleu, 2018 e Fondazione Civilizzare l’Urbano Ets pp 104 www.lecarrebleu.eu


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.