Lazialità Giugno 2013

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GIUGNO 2013 • ANNO XXVIII • N° 368 • € 4,90

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LAZIO

padrona de’ sta città

finale coppa italia • 26 maggio 2013 stadio olimpico di roma • roma-lazio 0-1


LA CRONACA

UN DERBY,

una coppa, l’Europa Per la prima volta nella storia Roma e Lazio si affrontano per un trofeo. In ballo c’è una finale di Coppa Italia dai mille significati. A decidere questa meravigliosa sfida è Senad Lulic, che al minuto 71 spezza l’equilibrio all’Olimpico e manda in visibilio la gente biancoceleste. Apoteosi biancoceleste. Riviviamo ogni momento di questa sfida storica. La Curva Nord svela la misteriosa coreografia che raffigura l’aquilifero, colui che aveva il compito di trasportare il simbolo di Roma in battaglia. Esso rappresentava Roma, ed era dunque il simbolo della Città Eterna. Il suo onore. Il disegno mostra l’aquilifero che passa il vessillo di mano al tifoso e al giocatore laziale. Questa immagine sta a significare che ora il simbolo - onore e grandezza di Roma - sono nelle nostre mani. Nelle mani della squadra biancoceleste e di tutta la gente laziale. Le squadre fanno il loro ingresso in campo. Orsato è pronto a dare in fischio d’avvio. Si parte. Lazio che attacca da Curva Nord a Curva Maestrelli. Il primo possesso è della Roma. Dopo pochi secondi arriva subito il primo giallo del match. Il destinatario è Ledesma. Il fischietto di Schio dà subito una linea ben precisa alla gara. Nulla sarà concesso ai ventidue in campo. Dopo soli tre minuti subito un’occasione per la Lazio. Lulic scocca un tiro da fuori area, Lobont si distende alla sua sinistra ma non trattiene. Klose è lesto a fiondarsi sul pallone, ma da posizione defilata spara sull’esterno della rete il tap-in. Subito dopo Totti 26

di Bruno Boccolini- Foto: Archivio Lazialità

cerca la porta dal limite con l’interno del piede destro. Marchetti c’è e blocca senza particolari affanni. Sessanta secondi più tardi, Bradley, con una percussione centrale, entra in area biancoceleste. Cerca una cosa a metà tra un tiro in diagonale e un cross e la palla si spegne sul fondo. Roma e Lazio, soprattutto preoccupate di non concedere nulla alla squadra avversaria, non offrono un grande spettacolo. Nei venti minuti successivi accade poco. Solo un tentativo velleitario di Lamela con il sinistro e due cartellini gialli all’indirizzo di Balzaretti e Hernanes. Al 35’ Klose ha a disposizione la seconda occasione per far esplodere l’Olimpico biancoceleste. Cross di Radu dalla sinistra, il tedesco prende posizione in area avversaria e riesce a staccare. Lobont, però, si oppone a mani aperte. Una risposta stilisticamente discutibile ma davvero efficace. Tre minuti più tardi, il bomber di Opole si fa anche ammonire, per l’intervento su Burdisso. A pochi istanti dal 45’, cross di Marquinhos sul secondo palo, Destro svetta sovrastando Konko, ma il tentativo aereo dell’ex Siena termina alto sopra la traversa della porta difesa da Marchetti. Senza recupero, Orsato fischia due volte e manda le squadre all’intervallo sul risultato ancora inchiodato sullo 0-0. La seconda frazione di gioco si apre senza alcuna novità nei ventidue titolari. Due conclusioni da fuori di Marquinho e Marquinhos nel giro di un minuto fanno capire a Petkovic che è il caso di cambiare qualcosa. Al 54’, ecco pronto il primo cambio - forzato - per la Lazio. Mauri prende il posto di Ledesma, che lascia il campo in barella, a causa di un guaio muscolare. Il tecnico bosniaco reinventa la squadra. Onazi e Hernanes agiscono nella zona nevralgica del campo e il numero 6 si posiziona a ridosso della punta. Nei dieci minuti successivi la Lazio si affaccia spesso nella metà campo avversaria, ma pecca sempre di imprecisione nel momento decisivo dell’azione. Poi inizia un turbinio di emozioni. Al 23’ della ripresa Lulic

crossa dalla sinistra, sponda con il destro di Mauri per Klose, ma la palla è troppo forte per il tedesco, che non riesce a trovare la deviazione vincente a due passi dalla porta di Lobont. La risposta della Roma è immediata. Totti libera un destro potente da fuori che Marchetti riesce a bloccare. Due minuti più tardi Destro si gira in area biancoceleste e libera il destro. Il portierone di Bassano del Grappa risponde ancora una volta presente. Ed eccoci giunti alla svolta del match. Minuto 71 del derby. Calcio di punizione battuto corto da Onazi nella metà campo giallorossa. Il nigeriano appoggia la sfera a Candreva. L’esterno scarica per Konko, che serve immediatamente Mauri, diventato capitano visto il forfait di Ledesma. Il centrocampista, dopo uno scambio veloce con Candreva, riesce a liberare il numero 87 biancoceleste con una splendida palla in verticale. Lato corto dell’area di rigore, il ragazzo di Tor de’ Cenci mette una palla forte e tesa in area. Lobont la tocca ma non trattiene, mandando fuori tempo anche Castan. Il più lesto è Lulic che, con il piatto del piede destro, insacca il gol più importante della sua carriera. La storia viene scritta qui. La Curva Nord e la Tribuna Tevere esplodono di gioia. L’esterno bosniaco corre verso la panchina. Tutto il gruppo è unito in un

immenso abbraccio. Pochi istanti e la Roma ha subito l’occasione buona per pareggiare. Punizione calciata da Totti nel cuore dell’area biancoceleste. Deviazione da due passi, Marchetti tocca di quel tanto che basta per spedire la sfera a impattare sulla trasversale e rimanere in gioco. Arriva anche l’ineccepibile giallo per l’uomo partita - Lulic -, a causa di una evidente trattenuta ai danni di Marquinhos. Girandola di sostituzioni. Andreazzoli richiama Balzaretti, fa entrare Osvaldo e passa alla difesa a tre. Poi Dodò rileva Marquinho. Gonzalez prende il posto di Hernanes a sei dal 90’. Un nervosissimo Burdisso si fa ammonire per reiterate proteste. Tachtsidis viene addirittura espulso, nonostante non fosse in campo. Orsato concede quattro minuti di extra time. C’è tempo per vedere il giallo sventolato in faccia a Totti e Ciani prendere il posto di uno stremato Onazi. Finisce qui. La Lazio vince di misura. Decide Senad Lulic. È la sesta Coppa Italia della storia della prima squadra della capitale. Trionfo. Apoteosi. La gioia è immensa. La Lazio in un colpo solo vince il derby, alza al cielo il trofeo, accede direttamente alla fase a gironi della prossima Europa League e ad agosto si giocherà al Supercoppa italiana contro la Juventus campione d’Italia. 27


SPECIALE DERBY

ORE 16.00: L’ATTESA


L’aquilifero aveva il compito di trasportare il simbolo di Roma in battaglia. Il disegno lo ritrae mentre consegna a un tifoso e a un giocatore laziale la preziosa aquila, come a dire: “Ora l’emblema che rappresenta l’onore e la grandezza di Roma è nelle vostre mani”

ORE 17.55: L’IMMENSA

CURVA NORD


INTERVISTA

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INTERVISTA

ORE 18.00: LE SQUADRE IN CAMPO

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ORE 19.53: APOTEOSI

LAZIO


LA FESTA

La festa continua: mandateci le foto dei vostri festeggiamenti a segreteria@lazialita.it. Continueremo a pubblicarle nei mesi successivi sulla nostra rivista

LAZIO,

è qui la festa?

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Dall’Olimpico a Ponte Milvio, da Piazza della Libertà a Piazza del Popolo, passando per le più famose strade della Capitale, la gioia dei tifosi laziali ha animato la notte del 26 maggio scorso. Rivivi con noi tutti i momenti di quella splendida serata con gli scatti dei nostri fotografi e la cronaca del nostro inviato. MANDATECI I VOSTRI SCATTI A: segreteria@lazialita.it Dalle ore 20.00, quando si è chiuso il derby con il triplice fischio di Orsato, fino a notte fonda, i tifosi laziali hanno liberato tutta la loro gioia: prima all’interno dello Stadio Olimpico, poi nelle vie del centro storico. Al termine della gara, i sostenitori biancocelesti sono rimasti ai loro posti, assistendo alla premiazione della squadra e alla consegna della Coppa Italia nelle mani del capitano Stefano Mauri. I giocatori della Lazio hanno fatto il giro di campo con il trofeo al cielo, cantando e saltando insieme alla Curva Nord che tra

cori, inni, sciarpe e bandiere al vento rendeva l’atmosfera magica. Tony Malco e Enrico Lenni si sono esibiti con le loro canzoni, poi tutto lo stadio ha intonato i capolavori di Aldo Donati e il “Non mollare mai”. I protagonisti della Tim Cup sono stati chiamati uno ad uno dallo speaker, ricevendo l’ovazione dei presenti. Dallo staff medico a quello tecnico, passando per i portieri e i difensori, fino ad arrivare ai centrocampisti e agli attaccanti, hanno tutti preso parte ai festeggiamenti. Radu sembrava posseduto, tanta era l’eu-

foria, Marchetti scatenato e Ledesma con la sciarpa legata alla testa come fosse un indiano. Fatte le interviste in zona mista, gli uomini di Vladimir Petkovic sono saliti sopra a ad un pullman scoperto che ha fatto il giro della città e si è poi fermato a Ponte Milvio in pieno stile british. Lì poi si è svola la festa in famiglia, presso il ristorante Met, dove gli eroi della sesta coppa nazionale hanno trascorso la serata in compagnia di amici e parenti. La gente laziale aspettava da tempo una notte così… padroni di Roma!

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LAZIO,

LA SETTIMANA

di Stefano Morelli - Foto: Archivio Lazialità

l’attesa e il trionfo Dalla sconfitta di Trieste con il Cagliari alle ultime ore che hanno preceduto il derby, passando per il ritiro “punitivo” a Norcia. Ripercorriamo la settimana più lunga dell’anno...

Il nostro racconto inizia da Trieste. Precisamente dallo stadio “Nereo Rocco”. E’ il 19 maggio, la Lazio sfida il Cagliari sul neutro giuliano nell’ultima gara di campionato. I biancocelesti partono forte, aggrediscono i sardi costringendoli ad indietreggiare, vogliono la vittoria. In palio c’è il quinto posto e la possibilità - Inter permettendo - di raggiungere e scavalcare l’Udinese per centrare la qualificazione alla prossima Europa League. Ma da Milano arrivano notizie poco confortanti: alla fine del primo tempo, infatti, i friulani sono già in vantaggio 3-1. La gara del “Meazza” terminerà 5-2 in favore dei bianconeri di Guidolin. Non è dunque difficile intuire i motivi del calo mostrato dalla Lazio nella ripresa. La squadra di Petkovic arranca, fatica a rendersi pericolosa e a costruire azioni degne di nota. Contestualmente i rossoblu prendono forza e coraggio, vogliono chiudere la stagione con un risultato positivo dopo le travagliate vicende legate al caso “Is Arenas”. Nel frattempo, a Roma, i giallorossi di Aurelio Andreazzoli superano senza troppi problemi un Napoli ormai matematicamente secondo e ampiamente appagato. Si 6

NORCIA, GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2013: la Lazio si allena nella cittadina umbra

VENERDÌ 24 MAGGIO 2013: I ragazzi della Curva Nord preparano la coreografia in vista dello storico derby

Le piccole Virginia e Alice Cuomo

Il disegno che ispirerà la scenografia

TRIESTE, 19 MAGGIO 2013: Klose in azione contro il Cagliari durante l’ultima partita di campionato materializza così l’incubo di ogni tifoso laziale. Il Cagliari passa in vantaggio con Dessena, un colpo di testa che condanna i ragazzi di Petkovic al settimo posto e che sancisce il definitivo sorpasso in classifica dei “cugini”

romanisti. Poi il triplice fischio, ecco il verdetto finale: Roma 62, Lazio 61. Cade, dopo due anni, il primato cittadino. Scoppia la bufera. Nella “pancia” dell’impianto triestino, Claudio Lotito striglia la squadra. Insieme al

Massimo “Disegnello”, Daniele Caminati e Francesco Cuomo, tre veri artisti 7



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