Bravi in grammatica - Volume B

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FONOLOGIA E ORTOGRAFIA

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Alcune regole fondamentali

Il cuoco ha messo la cucina a soqquadro per cucinare tante squisitezze!

L’ortografia presenta non poche difficoltà e ciò è causa di molti errori perché non sempre i grafemi, cioè le lettere dell’alfabeto, corrispondono ai fonemi e molti suoni devono essere scritti ricorrendo a più lettere. Nell’esempio puoi vedere il suono cu scritto sia con la c sia con la q: qu. Ecco un elenco delle più frequenti difficoltà ortografiche che puoi incontrare. Ricorda che il dizionario può esserti d’aiuto ogni volta che hai un dubbio. NI, GN, GNI

Si usa ni davanti a vocale in poche parole che conservano la grafia originaria latina: niente, genio, colonia, Campania. Si usa gn in tutti gli altri casi: agnello, sognare, ognuno. Dopo il suono gn non si scrive mai la i, tranne nei casi in cui questa sia accentata (compagnìa) e nella prima persona plurale del presente indicativo, nella prima e seconda persona plurale del presente congiuntivo dei verbi che terminano in -gnare: noi bagniamo, che voi guadagniate.

CU, QU

Hanno lo stesso suono. Se c’è un dubbio è bene consultare il dizionario. Va ricordato però che si deve usare cu in: cuoco, cuore, cuoio, taccuino, innocuo, proficuo, arcuato, scuola e in tutte le parole derivate. Se segue una consonante, si scrive sempre cu: aculeo, custode, cugino. Per risolvere il problema puoi anche ricordare che si usa qu in tutti gli altri casi: questo, liquore, quoziente, colloquio.

CQU, QQU, CCU

Per esprimere il raddoppiamento del suono qu si usa il gruppo cqu: acqua, nacque, tacque, acquisto. Unica eccezione con qqu è la parola soqquadro. Si usa ccu uando il raddoppiamento è seguito subito da consonante: accusa, accurato, accumulare.

LI, GLI

Si usa sempre li: all’inizio di parola: liana, lievito, lieto, liuto, tranne l’articolo gli e i pronomi: glielo, gliene, gliela, glieli; nelle parole in cui l’accento cade sulla i e nei loro derivati: balìa, malìa, ammalìare, regalìa; uando il suono è doppio: idillio, allievo, allietare; nelle parole che mantengono la grafia latina: cavaliere, milione, olio, ausilio; nei nomi propri di persona: Emilia, Duilio, Virgilio, Giulio, tranne Guglielmo e Gigliola; In tutti gli altri casi si usa gli: vaglia, miglio, coniglio, gigli, famiglia. Si può scrivere sia familiare sia famigliare.

MP, MB

Davanti alle consonanti labiali p e b si usa sempre la consonante nasale m e non n: impero, lampada, bambino, imparare. Fanno eccezione i composti di bene: benpensante, benparlante.

SCE, SCIE

Si usa sempre sce: scena, ascensore, discendere, scelta. Fanno eccezione le parole scienza, coscienza e i loro composti: incosciente, scienziato, coscienzioso, usciere e scie (plurale di scia).

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