REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON: ISTAT E CORESEARCH
EDITOR IN CHIEF Renato Lauro Andrea Lenzi Giuseppe Novelli EDITOR Domenico Cucinotta EDITORIAL BOARD Lucio Corsaro Roberta Crialesi Claudio Cricelli Francesco Dotta Simona Frontoni Francesco Giorgino Gerardo Medea Antonio Nicolucci Stefania Rossetti Maria Chiara Rossi Paolo Sbraccia Alessandro Solipaca Federico Spandonaro Ketty Vaccaro MANAGING EDITOR Alfonso Bellia
DIABETES MONITOR è una rivista sul diabete, edita da IBDO Foundation. La rivista ospita periodicamente, in numeri monotematici, analisi, indagini, approfondimenti e documenti redatti da esperti che operano in diversi campi, con l’obiettivo di animare il confronto e la ricerca di soluzioni sul diabete quale malattia di grande rilevanza clinico, sociale, epidemiologica, economica e politico-sanitaria.
DIABETES MONITOR JOURNAL
ITALIAN DIABETES BAROMETER REPORT
Quattordicesima edizione
Editor e co-authors: Domenico Cucinotta Roberta Crialesi Antonio Nicolucci
Indice EDITORIALE Renato Lauro, Andrea Lenzi, Giuseppe Novelli, Domenico Cucinotta
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CONTRIBUTI ISTITUZIONALI PREFAZIONE ISTAT Carlo Blangiardo PREFAZIONE INTERGRUPPO PARLAMENTARE OBESITA’ E DIABETE Daniela Sbrollini, Roberto Pella PREFAZIONE ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Silvio Brusaferro
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IL PUNTO DI VISTA DELLE SOCIETÀ SCIENTIFICHE ASSOCIAZIONE MEDICI DIABETOLOGI - AMD Paolo Di Bartolo SOCIETÀ ITALIANA DI DIABETOLOGIA - SID Agostino Consoli SOCIETÀ ITALIANA DI ENDOCRINOLOGIA E DIABETOLOGIA PEDIATRICA - SIEDP Claudio Maffeis SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA GENERALE E DELLE CURE PRIMARIE - SIMG Claudio Cricelli, Gerardo Medea
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INTRODUZIONE E NOTA METODOLOGICA Domenico Cucinotta, Roberta Crialesi, Antonio Nicolucci
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MISURARE E CONDIVIDERE Domenico Cucinotta
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COSA E’ IL DIABETE Domenico Cucinotta
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I DATI DATI OECD - EURISPES Antonio Nicolucci IL DIABETE IN ITALIA Alessandra Burgio, Lidia Gargiulo, Roberta Crialesi IL DIABETE NELLE REGIONI ITALIANE Alessandra Burgio, Lidia Gargiulo, Lucia D’Angiolella MORTALITÀ PER DIABETE PER PROVINCE Alessandra Burgio, Gennaro Di Fraia IL COSTO DEL DIABETE Antonio Nicolucci
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LA PREVENZIONE OFFRE LE MAGGIORI POTENZIALITÀ DI SUCCESSO UN TRATTAMENTO EFFICACE PUO’ RIDURRE IL COSTO DELLE COMPLICANZE Domenico Cucinotta
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LE NUOVE SFIDE: COVID-19 e INERZIA IL DIABETE E LA MORTALITÀ PER COVID-19 IN ITALIA Antonio Nicolucci, Luca Busetto, Agostino Consoli Paolo Di Bartolo, Giuseppe Fatati , Chiara Rossi, Paolo Sbraccia, Andrea Lenzi L’INERZIA È UN COMPLESSO MULTIFATTORIALE Antonio Nicolucci, Paolo Di Bartolo, Domenico Mannino, Chiara Rossi, Federico Spandonaro, Francesco Dotta, Simona Frontoni LE PERSONE CON DIABETE E L’INERZIA Lucio Corsaro, Emanuele Corsaro, Rosaria Ledonne, Gianluca Vaccaro
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CON LA PERSONA PER LA PERSONA 157 I DIRITTI E DOVERI DELLA PERSONA CON DIABETE Domenico Cucinotta I CAMBIAMENTI COSA BISOGNA CAMBIARE Domenico Cucinotta, Roberta Crialesi, Antonio Nicolucci
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LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI
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EDITOR E COAUTORI
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PROMOTORI E PARTNERS
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INFOGRAFICA IL DIABETE IN ITALIA
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100 ANNI DELL’INSULINA
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BIBLIOGRAFIA
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Editoriale Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi nella lotta al diabete, ma si può ancora fare molto contro la crescente sfida posta da questa patologia a livello globale, europeo e italiano. Riuscendo a tenere sotto controllo il diabete di tipo 2 si contribuirà in modo significativo anche alla prevenzione di altre malattie croniche che ne condividono i fattori di rischio, i determinanti e le opportunità di intervento. Prof. Renato Lauro Editor in Chief di Diabetes Monitor e Presidente di IBDO Foundation
Prof. Andrea Lenzi Editor in Chief di Diabetes Monitor e Presidente CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Novelli Editor in Chief di Diabetes Monitor e Direttore della U.O.C. Laboratorio di Genetica Medica del Policlinico Universitario di Tor Vergata
Prof. Domenico Cucinotta Editor dell’Italian Diabete Barometer Report
Oggi il sistema sanitario nazionale è organizzato per trattare principalmente le acuzie proponendo modelli di gestione separati per le diverse patologie, ma davanti all’impatto pandemico del COVID-19 sono emerse le fragilità del sistema stesso, che hanno finito per evidenziare le vulnerabilità cliniche delle persone con patologie croniche, troppo spesso dimenticate in questo periodo di emergenza sociosanitaria. Il Presidente della Repubblica correttamente ha evidenziato come alcune importanti patologie non vanno in lockdown e che soprattutto in questi momenti nessuno debba dover rinunciare alle cure necessarie per le proprie malattie. I dati ISTAT-ISS, riferiti alla mortalità per COVID-19, purtroppo hanno evidenziato come il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test Sars-CoV-2, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le patologie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell’apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%) e che la quota di deceduti in cui COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte varia in base all’età, raggiungendo il valore massimo del 92% nella classe 60-69 anni e il minimo (82%) nelle persone di età inferiore ai 50 anni. Questi dati confermano che davanti a dati sociodemografici, che ci danno un quadro di una popolazione che invecchia e si cronicizza e che diventa ancora più vulnerabile in presenza di comorbidità, ancora molti sforzi debbono essere fatti riguardo alla prevenzione integrata, alla diagnosi precoce e nel trattamento delle malattie croniche non trasmissibili in generale e del diabete tipo 2 in particolare.
Ancora è troppo difforme l’accesso alle cure e ai trattamenti tra le varie Regioni italiane, finendo per fornire un quadro difforme in termini di prevalenza e di mortalità, non accettabile all’interno di un Servizio Sanitario nazionale universalistico. Questo porta a un quadro di inerzia multifattoriale e di sistema che va superato rapidamente operando con un coinvolgimento, una condivisione e una comunicazione efficaci ed efficienti Un approccio integrato incentrato sul paziente e sulla persona con diabete, quale soggetto portatore del diritto alla salute, è in grado di capitalizzare le esigenze comuni di trattamento tra specialista e medico di medicina generale e offre anche la possibilità di un migliore impatto sulla qualità di vita. Bisogna pertanto arrivare alla definizione di PDTA semplici, condivisi ed efficaci, basati sui principi di Chronic Care Model (CCM) come modello assistenziale che non porti più il paziente verso l’ospedale, ma che garantisca la migliore offerta di salute al cittadino attraverso la ramificazione dei servizi sul territorio e una forte interazione con la rete specialistica diabetologica, per la quale l’Italia rappresenta un modello a livello internazionale per la presa in carico della persona con diabete. Questo report prodotto dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) in collaborazione con ISTAT e CORESEARCH illustra una serie di dati e di passaggi chiave che possono contribuire ad affrontare con successo la crescita tumultuosa del diabete di tipo 2, anche nel contesto dell’attuale gravissima crisi sanitaria globale e che, al contempo, possono avere un impatto di vasta portata sullo sviluppo complessivo delle malattie croniche.
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CONTRIBUTI ISTITUZIONALI
Prefazione ISTAT CONOSCERE, COMPRENDERE, DECIDERE: L’informazione statistica per stili di vita più sani. Prof. Gian Carlo Blangiardo Presidente dell’Istat
In Italia, secondo le ultime rilevazioni, sono più di 3,5 milioni le persone che dichiarano di avere il diabete, ma diversi studi stimano che circa 1,5 milioni non sanno di averlo e altri 4,5 milioni hanno una condizione di prediabete. Negli ultimi dieci anni, se da una parte possiamo riconoscere con soddisfazione tanti progressi nelle condizioni di vita e nello stato di salute della nostra popolazione, dall’altra dobbiamo ammettere che sul fronte del diabete c’è ancora molta strada da percorrere. Con un milione e 360 mila persone diabetiche in più, questa condizione si è estesa di oltre il 60% rispetto al 2000. Gli incrementi più rilevanti sono stati rilevati fra gli uomini con più di settant’anni. Il diabete è una malattia dal quadro morboso complesso, ed è riportato come causa iniziale in circa 23 mila decessi, ma è presente tra le malattie che hanno un ruolo nel determinare il decesso (concausa) in un numero di casi circa 4 volte più elevato (oltre 80 mila decessi). Già prima della diffusione del virus SARS-CoV-2, il diabete aveva un’associazione significativa anche con le malattie infettive e parassitarie: tra coloro che presentano menzione di diabete si rilevava infatti un eccesso del 10% dei decessi. In questo anno segnato dalla pandemia, il diabete è una delle concause di morte rilevate più frequentemente nei decessi di persone diagnosticate microbiologicamente con test positivo al SARS-CoV-2. L’analisi effettuata dall’ Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità di circa 5 mila decessi di persone positive al COVID-19, registrati fino al 25 maggio 2020, ha permesso di accertare che il diabete è presente nel 16% dei casi (le cardiopatie ipertensive nel 18%, le cardiopatie ischemiche nel 13% e i tumori nel 12%). Tale percentuale sale a circa il 18% nei decessi delle persone di 70-79 anni e a circa il 21% in quelle di 60-69 anni. I dati ci aiutano a collocare questa patologia nel giusto contesto, che è anche e soprattutto sociale. Il diabete è fortemente associato allo stile di vita, il quale, a sua volta, riflette le disuguaglianze sociali, primariamente in termini di istruzione. I dati Istat consentono di approfondire le caratteristiche di questa malattia anche rispetto alle sue radici sociali. Le persone con basso titolo di studio si trovano in un netto svantaggio, con tassi più elevati sia per la pre-
valenza, sia per la mortalità. Tra le donne i differenziali sono ancora più elevati rispetto a quelli degli uomini. Sia la prevalenza che la mortalità fanno registrare tassi più elevati al Sud e nelle Isole rispetto al Centro-Nord. Grazie a nuove analisi al livello provinciale, oggi siamo in grado di ricostruire un quadro ancora più dettagliato e specifico di queste disuguaglianze territoriali. Le fonti Istat forniscono anche informazioni su alcuni aspetti della qualità della vita delle persone con diabete. L’Indice di salute mentale (MH) (calcolato su quattro principali dimensioni: ansietà, depressione, perdita del controllo comportamentale/emozionale e benessere psicologico), presenta valori sempre più bassi tra le persone che dichiarano di soffrire di diabete, ad indicare un deterioramento dello stato di salute mentale rispetto al resto della popolazione. La presenza del diabete peggiora molte delle dimensioni della qualità della vita. Il giudizio sulla soddisfazione della vita nel suo complesso mostra una tendenza nettamente più sfavorevole nella popolazione con diabete rispetto al totale della popolazione. L’Istat è particolarmente attento ai temi del benessere, della salute, degli stili di vita, delle politiche e dei servizi sanitari. Siamo impegnati a fornire le basi conoscitive necessarie per raggiungere il traguardo della salute per tutti, per contribuire a contrastare e azzerare le disuguaglianze, anche profonde, che ancora caratterizzano il nostro Paese: disuguaglianze di genere, geografiche, di età, di reddito, di livello di istruzione, che si riverberano tutte sulla salute e sulla qualità della vita. Nella consapevolezza della complessità di questo quadro, che occorre conoscere adeguatamente per mettere a punto risposte efficaci di breve e di medio termine, tanto al livello medico e sanitario, quanto al livello delle politiche sociali ed educative, l’Istat ha contribuito anche quest’anno con dati e indicatori alla preparazione dell’Italian Diabetes Barometer Report. Questo strumento restituisce in modo accurato e significativo lo stato del nostro Paese e attribuisce il giusto risalto ad alcuni fattori fondanti della salute e del benessere degli individui, delle famiglie e delle comunità.
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Prefazione Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete Bisogna affrontare in maniera più efficiente e strutturata questa emergenza di salute pubblica, quale è il diabete, creando al più presto organismi che siano in grado di coordinare tutti gli attori e i settori impegnati nell’educazione sanitaria, quali scuole e mezzi di comunicazione di massa, di organizzare campagne di prevenzione, di potenziare i centri di diabetologia e coinvolgere la medicina territoriale per curare le persone con diabete nella maniera più efficace con la diagnostica, le terapie più innovative, potenziando la telemedicina e garantendo l’accesso uniforme alle cure su tutto il territorio nazionale. Sen. Daniela Sbrollini, On. Roberto Pella Presidenti Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete
Il valore di disporre dei dati dell’Italian Diabetes Barometer Report ci impone, innanzitutto, un ringraziamento a IBDO Foundation e a tutti coloro che contribuiscono alla redazione e pubblicazione dello studio in qualità di esperti. La pandemia che, ancora oggi, verso la fine di questo lungo 2020, non accenna a mollare ha reso tutti noi consapevoli di quanto avere accesso a dati confrontabili, consolidati e corretti sia fondamentale per spiegare fenomeni complessi. In particolare, quando gli effetti delle decisioni prese sulla base di tali dati si riverberano nella vita dei cittadini, a partire dai più fragili e vulnerabili. Si tratta di uno strumento che, tuttavia, deve essere funzionale non solo alla gestione di un’emergenza sanitaria ed economica come quella che stiamo affrontando, bensì alla programmazione e alla pianificazione di interventi pubblici in grado di rispondere alle necessità emergenti da un processo di coinvolgimento qualificato e responsabile. Dare impulso e concretezza, attraverso gli strumenti legislativi a nostra disposizione, alle istanze provenienti da tutti i soggetti operanti nel mondo del diabete al fine di ridurre la prevalenza e i fattori di rischio di questa patologia, specie in ambito urbano, è un obiettivo da perseguire oggi con sempre maggior impegno e determinazione. L’imminente stagione di ridisegno, alla luce degli impatti pandemici, del nostro servizio sanitario nazionale dovrà includere le soluzioni ai bisogni espressi dalle persone affette da diabete, come paradigma di cronicità. Il coinvolgimento dei territori e dei decisori locali, lo sviluppo delle reti di prossimità, l’implementazione degli strumenti di telemedicina sono, anche a nostro avviso,
elementi chiave che consentiranno una presa in carico più efficace del paziente e, prima ancora, che consentiranno di “prenderci cura” del cittadino, della sua qualità di vita e del suo benessere. L’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete”, costituito in seno alla XVIII Legislatura quale spazio di dialogo e confronto parlamentare permanente e bipartisan sui temi dell’Obesità e del Diabete, sarà sempre a disposizione di questa meritevole e importante iniziativa, auspicando che i contenuti dell’Italian Diabetes Barometer Report, anno dopo anno, possano testimoniare dell’impegno di ciascuno di noi nella lotta al diabete nel nostro Paese.
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Prefazione Istituto Superiore di Sanità Prof. Silvio Brusaferro Presidente Istituto Superiore di Sanità
Il diabete è considerata una delle tre emergenze sanitarie dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO), insieme alla malaria e alla tubercolosi, unica delle tre ad essere malattia non trasmissibile. Tale allarme deriva dal notevole impatto sanitario e sociale di tale malattia a livello mondiale, legato sia alla prevalenza della malattia che alla complessità e gravità delle sue complicanze. L’International Diabetes Federation (IDF) ha stimato che nel 2019 nel mondo erano circa 463 milioni gli adulti (2079 anni) diabetici e che nel 2045 saliranno a 700 milioni. Cresce soprattutto il diabete tipo 2 ma aumenta anche il tipo 1. I 2/3 delle persone con diabete vivono in aree urbane e 3 su 4 sono in età lavorativa. L’IDF stima anche che più di 4 milioni di persone con un’età tra 20 e 79 anni sono morte per cause connesse al diabete nel 2019. In Italia, i dati di fonti diverse (Annali AMD 2018, ISTAT 2017, Associazione Ricerca e Diabete, SID, Italian Diabetes & Obesity Barometer Report 2018, ARNO 2019) calcolano circa 3,4-4 milioni di persone con diabete (prevalenza 5,76,2%) con 1 persona ogni 6 se si considera la fascia d’età superiore ai 65 anni. Circa 1-1,5 milioni di persone non sa di avere il diabete e 4 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare la malattia diabetica. Il diabete è la prima causa di cecità in età lavorativa e di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale con necessità di dialisi o trapianto, e una concausa di metà degli infarti e degli ictus. Questi numeri confermano il fortissimo impatto sociale, economico e sanitario del diabete che, peraltro, si evidenzia ancora di più in condizioni di diseguaglianza sociale ed economica, sia rispetto alla malattia che alle sue complicanze. Le notizie positive vengono dalla disponibilità di sempre più efficaci soluzioni terapeutiche e dall’osservazione dei dati nazionali di prevalenza del diabete, che sembrano abbastanza stabili negli ultimi anni (tra il 2012 e il 2018 la prevalenza ha subito una oscillazione del solo 0,4%, attestandosi su un valore medio di 5,5%). Ciò rende, quindi, più evidente la possibilità di frenare la progressione di questa malattia attraverso interventi in ambito di organizzazione sanitaria, prevenzione e ricerca. A rafforzamento di tale ipotesi, è utile osservare come le ospedalizzazioni per diabete, considerate come un indicatore della gravità della malattia e condizionate dai sistemi di organizzazione delle cure, si siano ridotte nel medesimo periodo di circa il 30% passando dai 191,7 ricoveri/1000 persone con diabete nel 2012 ai 134,6 nel 2018 (dati ISS da elaborazioni SDO 2010-2018).
L’organizzazione sanitaria e i decisori di politiche sanitarie non possono prescindere dalle informazioni epidemiologiche che a livello nazionale derivano da numerose fonti coordinate da istituzioni e società scientifiche, che forniscono aggiornamenti sullo stato attuale di numerosi aspetti correlati al diabete, come il numero di persone affette ma anche la loro qualità di vita, la gestione clinica, l’accesso alle strutture sanitarie, ai dispositivi medici, alle cure domiciliari, alle terapie. L’ISS ha svolto e svolge numerosi compiti in questa direzione, occupandosi di ampi studi epidemiologici, come la sorveglianza PASSI, il progetto CUORE, l’analisi delle ospedalizzazioni per il diabete e per le sue complicanze, di progetti centrati sulla gestione clinica integrata delle persone con diabete, come il progetto IGEA, di attività europee per l’individuazione e attuazione di buone pratiche cliniche, come le JA CHRODIS e CHRODIS plus, di progetti di ricerca traslazionale in ambito di patogenesi del diabete e delle sue complicanze, come la ricerca applicata in strutture territoriali per la prevenzione delle complicanze agli arti inferiori, di progetti di ricerca sperimentali su modelli in vitro e in vivo relativamente alle complicanze motorie e visive. Il 2020 si è caratterizzato per l’epidemia di COVID 19 che ha fatto emergere ancor di più la necessità di affrontare tutte le malattie croniche in maniera articolata ed efficiente. I dati prodotti dall’ISS hanno evidenziato come il diabete abbia rappresentato una condizione clinica di alto rischio per i malati di COVID19. In oltre 5000 casi di persone decedute positive al COVID 19, il diabete era presente in circa il 15,8% dei casi con una prevalenza maggiore nella fascia di età tra 60 e 79 anni. Nei trattamenti domiciliari a seguito di COVID-19, secondo le Linee Guida vigenti, non va sottovalutato il maggior rischio a cui sono esposti i pazienti diabetici relativamente al trattamento con farmaci cortisonici. Bisogna anche considerare la difficoltà nella gestione clinica di una malattia cronica in corso di emergenza sanitaria per la ridotta disponibilità dei presidi medici, sia territoriali che ospedalieri. Queste riflessioni sono alla base dell’impegno dell’Istituto Superiore di Sanità come principale centro di ricerca, controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica in Italia al fianco del Ministero della Salute, delle Regioni e dell’intero Servizio sanitario nazionale (SSN). Queste stesse riflessioni rendono ragione dell’importanza rivestita da iniziative come l’Italian Diabetes Barometer Report nel mantenere alta l’attenzione sui molteplici aspetti che questa patologia coinvolge, attraverso un periodico monitoraggio su attività e servizi.
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IL PUNTO DI VISTA DELLE SOCIETÀ SCIENTIFICHE
Associazione Medici Diabetologi AMD L’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, ha evidenziato le fragilità e le vulnerabilità della persona con diabete. Alcuni pazienti possono ricevere un tipo di prestazione differente dalla visita in ambulatorio, come la televisita, ma questa modalità è difficile da attuare con tutti, per esempio con gli anziani che in Italia rappresentano circa il 50 per cento di tutte le persone affette da diabete. È quindi necessario identificare chi ha bisogno della visita in presenza di diabetologia e chi invece può essere raggiunto da remoto per evitare sovraffollamenti negli ambulatori, razionalizzando quindi il percorso di accesso in base alle effettive necessità assistenziali Paolo Di Bartolo Presidente della Associazione Medici Diabetologi - AMD
L’attuale pandemia da Covid-19 sta comportando, come è ben noto, conseguenze drammatiche in termini di salute umana, sofferenze economiche e lavorative, costi sociali. Meno note, ma forse non meno drammatiche, saranno anche le conseguenze a medio-lungo termine della pandemia: quando essa sarà sotto controllo (si spera presto) e si potrà tornare ad una vita più o meno normale, sul piano sanitario emergeranno le problematiche legate alla scarsa attenzione che in questo lungo anno è stata dedicata alle malattie croniche, oncologiche e cardiovascolari in primis. Infatti la necessità di dirottare sull’emergenza molte delle già scarse risorse sanitarie disponibili nel nostro paese ha sottratto persone e mezzi all’assistenza “ordinaria” verso le malattie croniche, che nei prossimi anni certamente pagheranno il prezzo di questa prolungata minore attenzione sia in termini di salute che di costi. Tra queste, sia per i numeri che per la complessità clinica, occupa un posto di primo piano il diabete mellito che, come ben evidenziato in questa edizione 2020 dell’Italian Diabetes Barometer Report, nel nostro paese ha goduto fino ad oggi di una valida rete assistenziale ma che ha dovuto anch’esso fare i conti con la pandemia. L’Associazione Medici Diabetologi – AMD, da sempre attenta alle esigenze dei suoi oltre 2000 soci e delle persone con diabete, ha dato il suo contributo in questo tragico periodo per mantenere elevato sia il livello di formazione dei sanitari che la qualità dell’assistenza fornita: giova ricordare, a questo ultimo proposito, che AMD è stata pioniere della telemedicina in tempi non sospetti, quando ha portato avanti iniziative ed elaborato proposte che oggi hanno trovato una valida applicazione ed almeno in parte hanno ridotto l’impatto negativo delle minori risorse di-
sponibili per le persone con diabete. In questa direzione va infatti una delle iniziative più importanti che AMD oggi: il progetto TeleCare con la prestigiosa collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, in linea con gli indirizzi dettati dal Piano Nazionale sulle Cronicità e dal Piano Nazionale Diabete e nell’ottica di una riorganizzazione del sistema di cure secondo il “chronic care model” Ma AMD, in linea con i suoi principali fini istituzionali, in questo “annus horribilis” 2020 si è impegnata soprattutto allo scopo di non fare venire meno ai propri soci il supporto dell’aggiornamento continuo ricorrendo agli strumenti di formazione a distanza, anch’essi in precedenza ben collaudati. Una delle principali iniziative in atto è il Progetto Competenze, che ha per obiettivo quello di individuare e fornire allo specialista gli strumenti necessari per valorizzare quelle specifiche competenze che ne fanno una figura insostituibile nel processo di cura della patologia. Il progetto ha individuato alcuni profili specifici della professionalità del diabetologo e cioè quello cardiovascolare, la gravidanza, l’educazione terapeutica, le tecnologie e la cura del piede; per i primi tre profili nel corso di quest’anno si sono già tenuti ben 11 eventi di formazione a distanza. Al termine di ogni singolo percorso di formazione e dopo adeguata valutazione il diabetologo riceverà una importante attestazione relativa al possesso delle competenze specifiche, da utilizzare per la propria crescita professionale. Pur con i limiti imposti dalle contingenze attuali, AMD continua dunque il suo impegno per la Diabetologia italiana ed è ben lieta di salutare questa edizione 2020 dell’Italian Barometer Diabetes Report, nella speranza di poter presto tornare tutti “a riveder le stelle”
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Società Italiana di Diabetologia SID Il Diabete Mellito può essere considerato il modello paradigmatico delle malattie croniche non trasmissibili e di esse è probabilmente la più diffusa ed una delle più pericolose, essendo gravato da una serie di complicanze pluriorgano gravissime e costosissime. Agostino Consoli Presidente della Società Italiana di Diabetologia - SID
Secondo i dati dell’OMS il diabete, entro il 2030, rappresenterà in Europa la quarta causa di morte. A questo dato, di per sé impressionante, si devono aggiungere tutte le altre condizioni che, associate al Diabete, rendono questa malattia ancor più grave ed aumentano ulteriormente il nefasto peso di essa in termini di salute e di vulnerabilità clinica, come anche la pandemia COVID19 ha purtroppo evidenziato. Una sfida globale. Secondo stime autorevoli il numero delle persone con diabete nel 2040 aumenterà fino a raggiungere i 500 milioni di casi nel mondo. Il Diabete è decisamente una patologia “sociale”, dal momento che, per la sua elevatissima prevalenza, coinvolge di fatto la popolazione intera. Bisogna considerare i dati disponibili oggi per avere un quadro chiaro di come questa patologia abbia un impatto diffuso nel nostro Paese. Più di 4 milioni con diabete noto, circa 1,5 milioni che non sanno di averlo e altri 4,5 milioni con prediabete. Circa 10 milioni di italiani sono dunque interessati o saranno destinati a fare i conti con questa patologia e a questi vanno aggiunti i loro familiari. Tra 10 anni in ogni famiglia italiana vi sarà una persona con diabete o un soggetto prediabetico. Un fardello clinico, sociale, economico che il nostro Sistema Sanitario non può permettersi e che impone scelte precise in termini clinici, sociali, economici e politici e interazioni tra Istituzioni e Società Scientifiche per realizzare piani di intervento condivisi e in grado di dare una risposta in termini di cura alle persone con diabete, garantendo da un lato la sostenibilità del sistema e dall’altro l’accesso omogeneo su tutto il territorio nazionale alle cure e ai trattamenti innovativi.
Bisogna per questo creare un network virtuoso tra società scientifiche, Associazioni Pazienti, Università, Istituti di ricerca e Fondazioni con il Ministero della Salute, Regioni e Agenzie e Istituti Governativi quali AIFA, AGENAS, ISS. L’Italian Diabetes Barometer Report fornisce annualmente spunti qualificati per animare il dibattito, per analizzare i progressi fatti nella lotta al diabete e creare i presupposti per questo network. Di questo vanno ringraziati l’IBDO Foundation, l’ISTAT e CORESERCH e tutti i qualificati autori, coordinati dal prof. Domenico Cucinotta.
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Società Italiana di Endocrinologia e diabetologia pediatrica SIEDP Due le principali caratteristiche del diabete nella fascia 0-18 anni: l’incremento lento ma costante dell’incidenza del diabete tipo 1 e il riscontro di un numero crescente di bambini ed adolescenti con prediabete e diabete tipo 2. Claudio Maffeis Presidente Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica - SIEDP
In Italia, il 95% circa delle forme di diabete diagnosticate prima dei 18 anni è ancora attribuibile al tipo 1. Il restante 5% è dato principalmente da diabete monogenico o a forme di diabete secondario ma in parte anche al tipo 2, fino a pochi anni or sono di riscontro del tutto eccezionale nelle prime due decadi di vita. Il tipo 2 è più frequente in pazienti di etnia africana o asiatica e negli obesi. L’andamento epidemico dell’obesità, che in età evolutiva vede a 9 anni un bambino su dieci obeso e 2 su dieci sovrappeso, è fonte di preoccupazione per la morbilità associata all’eccesso di massa adiposa già nei più giovani. Nei bambini/adolescenti obesi italiani la prevalenza di prediabete, inteso come intolleranza al glucosio a digiuno e/o alla seconda ora dopo carico orale di glucosio secondo definizione ADA, è più del 5%. Adolescenti che mantengono la condizione di eccesso ponderale da giovani adulti hanno un rischio tre volte più elevato di sviluppare il diabete tipo 2 rispetto agli adolescenti non obesi. L’elevata prevalenza dell’obesità, in particolare delle forme più gravi, e le persistenti difficoltà incontrate tuttora nell’ottenere risultati clinici rilevanti nel trattamento dell’obesità anche in bambini e adolescenti suggeriscono che nei prossimi anni si potrà verosimilmente assistere ad un abbassamento dell’età di esordio del diabete tipo 2 nella popolazione oltre che ad un aumento dell’incidenza della malattia. La prevenzione dell’obesità dalla gestazione e durante tutta l’età evolutiva è indispensabile per contrastare l’apparentemente inarrestabile progressione dell’epidemia di diabete nella popolazione adulta italiana. Obiettivi per prevenzione e l’assistenza. In bambini e adolescenti con diabete, la pandemia di Civid-19 non ha fortunatamente comportato un aumento della morbilità e mortalità come è invece avvenuto negli
adulti con diabete. Peraltro, ha messo in luce in modo più evidente alcuni limiti nelle modalità di assistenza fornite a bambini e adolescenti con diabete, accelerando al contempo cambiamenti nell’assistenza, quali l’introduzione dell’elettronica a vari livelli nella gestione della malattia. Ritardo diagnostico. La gravità della pandemia e la grande quantità di informazioni riversate con ritmo martellante sulla popolazione dalle fonti più disparate, talora poco autorevoli e spesso imprecise o discordanti tra loro, hanno contribuito a creare un clima di incertezza nella popolazione. Inoltre, il sovraccarico di ospedalizzazioni di pazienti affetti da SARS-CoV-2 ha ulteriormente contribuito a focalizzare attenzione di sanitari e pubblico sul Covid-19, riducendo l’attenzione diretta ad altre patologie. Il tutto è pienamente comprensibile ma, al contempo, ha esposto a dei rischi. Il primo e più importante di questi è il sottovalutare segni e sintomi di diabete all’esordio o confondere questi con quelli propri dell’infezione da Covid-19. Il caso più eclatante registrato e comunicato da SIEDP è stato il ritardo diagnostico del diabete tipo 1 in molti bambini ed adolescenti che sono giunti ai servizi di pronto soccorso in stato di grave chetoacidosi, condizione che pone a rischio anche per la vita. Il numero di chetoacidosi gravi riscontrato all’esordio del diabete è passato infatti dal 36% del totale delle chetoacidosi nel periodo pre Covid al 44% durante il lockdown: quasi in un caso su due quindi l’accesso del paziente al pronto soccorso è stato tardivo, esponendolo ad un rischio molto elevato. Questo perché ancora oggi pochi sanno che anche un bambino può avere il diabete e che quando un bambino o adolescente beve e urina molto è necessario escludere con tempestività non si tratti di diabete. Una risposta all’esigenza di evitare il ritardo diagnostico è data dalla capacità di offrire informazione autorevole e
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capillare. Compito specifico delle società scientifiche è di sostenere con il massimo livello di evidenza disponibile le Autorità Sanitarie e Politiche nell’approntare strategie d’informazione e di realizzarle direttamente. L’informazione autorevole declinata a operatori della sanità e famiglie è premessa necessaria per costruire un’adeguata e coerente risposta operativa sia dei singoli che delle organizzazioni sanitarie e sociali. Importante quindi la partecipazione attiva e generosa di sanitari, associazioni dei pazienti, stakeolders, ecc. all’attività di SIEDP e delle società scientifiche di diabetologia e a sostenere i loro sforzi atti a produrre comunicazione e informazione autorevole a beneficio dei pazienti e delle famiglie a loro affidati. Una nuova campagna SIEDP per la prevenzione della chetoacidosi prevista per il 2020 è stata di necessità posticipata al 2021. Compliance al trattamento. Il diabete necessita di una attenta compliance al trattamento per garantire efficacia della terapia e riduzione delle possibili complicanze a breve e lungo termine. La limitazione all’accesso ai centri di cura legato a difficoltà organizzative delle famiglie in questa emergenza epidemica o a restrizioni deliberate dall’Autorità Sanitaria hanno in parte limitato l’interazione tra equipe specialistica, pazienti e famiglie. Questo ha ricadute non favorevoli sull’aderenza al trattamento e le condizioni cliniche dei giovani pazienti oltre ad un influsso negativo sul loro benessere psicologico. La gestione del diabete è di per se condizionante, a vari livelli, e sottopone ad uno stress psicologico costante il bambino/adolescente e i suoi genitori. Il pesante impatto sulla società in generale e sulle famiglie in particolare dell’epidemia Covid-19, unitamente all’inevitabile sensazione di insicurezza ed incertezza, hanno comportato un ulteriore carico per chi soffre di diabete, con conseguenze anche rilevanti sulla gestione della patologia stessa. Del resto, lo stato di “grave aggressione biologica” in cui ci troviamo ha comportato la messa in atto di azioni di risposta organizzativa in cui la tecnologia ha offerto una possibile compensazione, almeno parziale, per preservare il contatto medico-paziente. L’implementazione e applicazione della telemedicina è una realtà già operativa, che sta affinandosi e perfezionando nei vari ambiti delle cure pediatriche. Oggi sono disponibili teleconsulto, televisita, sessioni di gruppo, già operative in molti centri specialistici di diabetologia pediatrica. Al contempo le Autorità regio-
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nali hanno già deliberato o stanno deliberando per la regolamentazione e rimborsabilità delle prestazioni erogate in modalità di telemedicina e questo contribuisce a favorire in langa misura il mantenimento del contatto tra paziente ed equipe terapeutica, sebbene non sostituisca la visita in presenza che, speriamo, possa presto riprendere al 100%. Ovviamente c’è ancora molto da fare ma le premesse sono ottime. I bambini e gli adolescenti italiani con diabete riportano risultati clinici in linea con quelli medi europei e sono migliori di quelli riscontrati nei paesi extraeuropei. Ciononostante c’è ancora parecchio margine di miglioramento soprattutto per raggiungere i nuovi target terapeutici fissati dall’International Society of Pediatric and Adolescent Diabetes (ISPAD), sempre più ambiziosi. A tal fine, un’esigenza molto importante è garantire che i livelli di cura per il diabete del bambino e dell’adolescente siano aderenti in tutte le realtà regionali italiane agli standard di cura internazionali. Tale obiettivo sarà perseguito anche potendo fruire dei risultati offerti da un sistema di benchmark di riferimento nazionale SIEDP per il diabete 0-18 anni, ISPED CARD, operativo dal 2020, che costituisce lo strumento ideale per promuovere una standardizzazione dell’assistenza, finalizzata a un miglioramento costante della qualità dell’assistenza al diabete su tutto il territorio nazionale.
Società Italiana di medicina generale e delle cure primarie SIMG La gestione del diabete tipo 2 passa da un cambiamento radicale di quanto fatto sino ad oggi. Bisogna coinvolgere la maggioranza dei Medici (non solo MMG) in un processo di rinnovamento culturale sulla gestione delle cronicità definendo e condividendo le buone pratiche cliniche per la corretta gestione del paziente cronico: diagnostiche e terapeutiche, con particolare attenzione alla aderenza e persistenza dei trattamenti. Claudio Cricelli Presidente Società Italiana di medicina generale e delle cure primarie - SIMG
Gerardo Medea Responsabile nazionale ricerca e area metabolica della SIMG
Ogni volta che si parla di diabete tipo 2 (DM2), convegno, riunione istituzionale o corso di formazione che sia, si cita l’allarmante dato, che in Italia su circa 5,2 milioni di diabetici, ce ne sarebbe almeno un milione e mezzo ancora non diagnosticati. Dunque circa un malato ignoto ogni tre conosciuti. L’informazione, tramandata oralmente da convegno a convegno, da incontro istituzionale a incontro istituzionale, deriva da alcuni studi epidemiologici (studi di Cremona e di Brunico), condotti all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso e che si ritiene sia ancora oggi valida …dopo trenta anni! Nella sua drammaticità il dato viene opportunamente utilizzato per richiamare l’importanza della prevenzione primaria e soprattutto secondaria del DM2 e a ricordarci che se la diagnosi della malattia viene ritardata il paziente rischia gravi e costose complicanze micro-/macro-vascolari. E ciò è inaccettabile anche perchè oggi i clinici hanno a disposizione farmaci ipoglicemizzanti con solide evidenze circa la loro capacità di ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari, il danno d’organo (specie renale) e lo scompenso cardiaco. Nel nostro Paese, ancora oggi nel 2020!, non abbiamo certezze su alcuni dati epidemiologici del DM2. La preva-
lenza della malattia nel rapporto Istat 2016 è riportata al 5,3%, ma è noto che si tratta di un dato “riferito” mediante intervista; il XIII rapporto Health Search della Società Italiana di Medicina Generale , sia pur su una popolazione >18 anni e solo per il DM2, riporta invece una prevalenza del’8%. Mancano poi dati certi, aggiornati e nazionali sull’incidenza della patologia. Circa il problema del DM2 misconosciuto in un recente studio di intervento di screening all’interno di un nutrito gruppo di MMG in Sicilia (T. Iraci et al., International Journal of Diabetes Research, 2017) su 26.410 soggetti >18 anni, di cui 13.319 (50.43%) ad alto rischio per DM2, la prevalenza complessiva dei nuovi casi (N=83) di DM2 è stata del 0,31% (invece del 2,5% degli altri due studi italiani sopracitati). Questi due ultimi dati (calo, rispetto all’atteso, dei casi di DM2 misconosciuti ed altissima prevalenza dei soggetti ad alto rischio per la stessa patologia) ci sono utili per fare alcune considerazioni.
27 1. In un mondo in cui i dati sono dominatori assoluti delle informazioni e delle azioni, non è concepibile che manchi una solida e completa banca dati sulla patologia diabetica indispensabile per programmare l’assistenza. Le società scientifiche che già posseggono data base con molte informazioni dettagliate sulla patologia, de-
vono mettere a fattor comune un bene così prezioso per costruire un osservatorio permanente, finalizzato alla ricerca, ad individuare i bisogni e alla programmazione. È recente la notizia che il data base dell’istituto di ricerca Health Search è stato riconosciuto quale fonte di dati epidemiologici e clinici solida, affidabile e rappresentativa della popolazione italiana. È un buon punto di partenza. 2. L’assistenza diabetologica in italia ha avuto in questi ultimi un importante salto di qualità come tutti gli indicatori di processo ed esito a nostra disposizione dimostrano. Ad esso ha dato il suo contribuito anche la Medicina Generale che in questi anni ha cominciato un lungo e faticoso processo di trasformazione aumentando la sua capacità di presa in carico dei cronici e di screening della popolazione per i diversi fattori di rischio. Per questo crediamo che i dati degli anni ‘90 sulla prevalenza di DM2 misconosciuto non siano più sostenibili. Ma non basta! Anche noi vogliamo, pretendiamo di aumentare la nostra potenza di fuoco per impattare in modo decisivo e risolutivo sul problema “Diabete malattia silente” che da il titolo al report IBDO di quest’anno. 3. Secondo i dati ISTAT i malati cronici rappresentano il 38% della popolazione Generale (il 48% tra 65 e i 74 anni e il 68% >75 anni). Il Rapporto della Fondazione Farmafactoring (su dati del data base dell’Istituto di Ricerca Health Search) dimostra che la proporzione di pazienti senza patologie è diminuita dal 25.8% al 2005 al 23.5% nel 2014 e Il numero di pazienti con 2 o più comorbidità è salita bruscamente dal 20.2% nel 2005 al 28% in 2014. In 15 anni, inoltre, l’esordio delle principali patologie croniche è anticipato di 3 anni e l’aspettativa di vita è aumentata di 3,4 anni per cui gli anni vissuti in malattia cronica sono aumentati di 6,4 anni, e quelli vissuti in buona salute si stanno riducendo. In conclusione le nuove generazioni avranno uno stato di salute peggiore delle vecchie generazioni a parità di età. Queste trasformazioni stanno determinando importanti risvolti pratici nella Medicina Generale. Le malattie croniche rappresentano infatti oltre il 70% dell’intero carico lavorativo di un MMG. È una sfida che da tempo ci stiamo preparando ad affrontare. Ma non basta!
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Ci rendiamo conto che è necessario di qualcosa di più e di più rivoluzionario! Bisogna coinvolgere la maggioranza dei Medici (non solo MMG) in un processo di rinnovamento culturale sulla gestione delle cronicità definendo e condividendo le buone pratiche cliniche per la corretta gestione del paziente cronico: diagnostiche e terapeutiche, con particolare attenzione alla aderenza e persistenza dei trattamenti. Se ai MMG si chiede legittimamente di essere più incisivi nello screening del DM2 per azzerare il fenomeno del casi misconosciuti della patologia bisogna metterli nelle condizioni organizzative per operare…. e non si tentino, invece temerarie operazioni di attribuire compiti propri della medicina primaria all’ospedale come ha cercato di fare qualche Regione. Ogni MMG con 1500 assistiti ne ha quasi 700 ad alto rischio di DM2: ci chiediamo allora quale struttura specialistica può reggere l’impatto di questo tzunami epidemiologico. E se si diagnosticassero veramente tutti i diabetici misconosciuti (un milione e mezzo secondo alcuni, 200/300.000 secondo altri) reggerebbe l’attuale sistema di assistenza (pur scaricandolo tra cure primarie e secondarie)? E lo stesso ragionamento vale per la cronicità. In conclusione per vincere questa sfida bisogna stravolgere il vecchiume della attuale organizzazione delle cure del territorio garantendo la nascita di una Medicina Generale moderna, efficiente, ben organizzata con standard qualitativi e dotazione di risorse economiche ed umane di altissimo livello. Possediamo tutti gli strumenti e le conoscenze per questa svolta epocale. Senza presunzione.
INTRODUZIONE E NOTA METODOLOGICA
Obiettivi del Report e nota metodologica Domenico Cucinotta IBDO FOUNDATION
Roberta Crialesi ISTAT
Antonio Nicolucci CORESEARCH
OBIETTIVI CHIAVE PER COMBATTERE IL DIABETE Prevenzione • Il diabete di tipo 2 condivide diversi fattori di rischio modificabili con altre malattie croniche. Concentrandosi su tali fattori di rischio attraverso la promozione della salute generale, la consapevolezza e l’intervento diretto, è possibile prevenire o ritardare l’insorgenza del diabete.
Diagnosi e trattamento precoce e innovativo • La diagnosi e il trattamento precoce e innovativo, in grado di agire sugli endpoint primari e secondari, possono migliorare le prospettive delle persone affette da diabete di tipo 2 e altre malattie croniche perché la tempestività del controllo riduce il rischio di complicanze.
Migliore gestione • Le persone con un diabete in buon controllo ottengono esiti migliori. Un approccio alla cura incentrato sulla persona con diabete – che preveda il monitoraggio e la raccolta di dati sugli esiti (outcome) – può contribuire a mantenere in migliori condizioni di salute le persone affette da malattie croniche.
Vincere l’inerzia • Considerare l’inerzia come l’insieme di comportamenti individuali, collettivi e di sistema che rallentano o si oppongono al cambiamento generando esiti clinici, sociali, economici e assistenziali che si riflettono in maniera significativa sulla qualità e aspettativa di vita della persona con diabete
È necessario un approccio coordinato che coinvolga partner pubblici e privati nel corso di tutte le fasi della prevenzione, della diagnosi precoce e della migliore gestione. L’Italian Diabetes Barometer Report “IL DIABETE UNA MALATTIA SILENTE: L’IMPATTO IN ITALIA E NELLE REGIONI”” vuole essere il contributo DELL’ITALIAN BAROMETER DIABETES OBSERVATORY, in collaborazione
con ISTAT e CORESEARCH per dare agli stakeholder di riferimento una trattazione del diabete tipo 2 come paradigma delle malattie croniche e del valore della prevenzione, della diagnosi e del trattamento precoce e innovativo, per descrivere la portata economica, sociale, clinica e politica che ha il diabete in Europa e in Italia. A seguire vengono illustrati i dati a livello delle singole Regioni e Provinciale, dove si evidenziano differenze
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significative che debbono essere oggetto di riflessione da parte delle Istituzioni politiche, amministrative e sanitarie e delle Società Scientifiche per programmare interventi mirati. Questa pubblicazione non sarebbe stata possibile senza il sostegno e il contributo di alcuni colleghi che hanno collaborato alla stesura e revisione di parti di questo report ed in particolare: Alfonso Bellia, Alessandra Burgio Luca Busetto, Agostino Consoli, Lucio Corsaro, Emanuele Corsaro, Lucia D’Angiolella, Paolo Di Bartolo, Gennaro di Fraia, Francesco Dotta, Giuseppe Fatati, Simona Frontoni, Lidia Gragiulo, Davide Lauro, Rosaria Ledonne, Domenico Mannino, Gerardo Medea, Chiara Rossi, Paolo Sbraccia, Federico Spandonaro, Gianluca Vaccaro, Ketty Vaccaro. Gli autori e i co-autori hanno deciso di donare il proprio tempo e le proprie risorse a titolo gratuito al fine di aumentare la consapevolezza sul diabete in Italia e migliorare la qualità di cura e di vita di oltre 4 milioni di persone che convivono con questa malattia in Italia. Sebbene abbiano compiuto ogni ragionevole sforzo per garantire la massima accuratezza dei contenuti, non si assumono alcuna responsabilità per eventuali errori ed omissioni. Inoltre, il loro coinvolgimento personale non implica in alcun modo che questa pubblicazione rifletta le opinioni e le convinzioni delle istituzioni cui appartengono. A tutti loro e alla Novo Nordisk che ha voluto sostenere in maniera condizionata la pubblicazione di questo report, va il nostro ringraziamento. Ci si auspica che questa pubblicazione possa contribuire ad un miglioramento sostenibile della prevenzione e della diagnosi del diabete, nonché dell’erogazione di cure efficaci ed economicamente accessibili in Italia.
* Il documento si concentra principalmente sul diabete di tipo 2; diversamente ne viene data esplicita indicazione.
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NOTE METODOLOGICHE. La fotografia sullo stato del diabete e sull’assistenza nel nostro Paese è stata resa possibile dall’esistenza di numerose fonti informative, costantemente aggiornate, e di studi ad hoc condotti per esplorare specifici aspetti riguardanti la patologia diabetica. I dati riguardanti la prevalenza del diabete e gli stili di vita della popolazione derivano principalmente dalle indagini periodiche o da approfondimenti specifici condotti dall’ISTAT, che puntualmente ogni anno aggiorna le fonti di riferimento sull’impatto del diabete in Italia. Altra fonte dati significativa per l’elaborazione del Report è stata la consultazione delle pubblicazioni di EPICENTRO dell’ISS. Le fonti informative relative l’inerzia come complesso multifattoriale fanno riferimento agli Annali AMD per quanto riguarda l’assistenza specialistica ed Health Search per la Medicina Generale. Alcune informazioni sui costi dell’assistenza derivano in misura principale dall’Osservatorio Arno Diabete o dall’analisi di database amministrativi regionali. I dati regionali derivano dai dati ISTAT e dall’annali delle SDO del Ministero della Salute. I dati sull’Impatto del Diabete in Europa sono stati desunti da pubblicazioni OECD e EUROSTAT, mentre i dati sulla mortalità per COVID 19 nei pazienti con Diabete e Obesità fanno riferimento ai dati pubblicati da ISTAT-ISS
MISURARE E CONDIVIDERE
Misurando e condividendo i dati in modo efficace è possibile migliorare gli outcome Misurando e condividendo i dati, anche sfruttando le possibilità offerte dall’informatica sanitaria, è possibile migliorare la vita delle persone con diabete e altre malattie croniche. Domenico Cucinotta IBDO FOUNDATION
Oggi avere anche un registro non sarà possibile migliorare le cure per le malattie croniche, incluso il diabete, fino a quando non si arriverà ad una solida comprensione del loro stato attuale. Le strategie, i metodi di trattamento e i sistemi sanitari possono essere migliorati solo se si misurano e confrontano gli outcome in modo costante e continuo. La raccolta di indicatori dell’assistenza sanitaria e dei relativi outcome, nonché le analisi basate su reddito, età, genere ed etnia, sono necessarie per consentire ai decisori politici l’adeguata valutazione degli effetti degli interventi e della destinazione dei budget sanitari, e per assicurare un progresso verso l’uguaglianza.
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La misurazione e la condivisione dei dati sulla qualità delle cure aumentano la conoscenza portando a trattamenti migliori per le persone con malattie croniche come il diabete. Tali azioni possono anche contribuire a migliorare la consapevolezza e la comprensione di una patologia e delle relative pratiche terapeutiche. Esistono molti modi per misurare la qualità delle cure erogate alle persone con malattie croniche; ad esempio, in diabetologia il monitoraggio dei ricoveri prevenibili è un buon indicatore della qualità delle cure primarie.
SHARE Il circolo virtuoso di raccolta, condivisione e miglioramento degli outcome
Oggi avere anche un registro comune sul diabete che acquisisca informazioni sulla qualità delle cure offre grandi possibilità per il monitoraggio e il miglioramento continui. Comunque, è anche necessaria la raccolta di informazioni su fattori di rischio come tabagismo, alimentazione non corretta, mancanza di attività fisica e consumo di bevande alcoliche. L’Italian Diabetes Barometer Report lavora sull’analisi sistematica dei dati provenienti da varie fonti pubbliche di Società Scientifiche e autorevoli Enti di ricerca. Database e raccolta di dati sistematici sul diabete in Italia I DATI ISTAT SUL DIABETE IN ITALIA Ogni anno l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) effettua un monitoraggio sullo stato di salute della popolazione e alcuni comportamenti sanitari e stili di vita, utilizzando un set di indicatori costruiti sulla base delle informazioni raccolte nell’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”. I risultati presentati si riferiscono a famiglie di fatto selezionate attraverso un campionamento casuale a due stadi stratificato. Alle persone partecipanti all’indagine è stato richiesto, secondo l’esigenza, di compilare autonomamente un questionario cartaceo o di rispondere a una intervista faccia a faccia. Gli elementi raccolti hanno successivamente subito un processo di validazione attraverso controlli di congruenza con i dati ricavati da altre indagini o da ricerche precedenti.
39 RAPPORTO ANNUALE SULL’ATTIVITÀ DI RICOVERO OSPEDALIERO (DATI SDO) DEL MINISTERO DELLA SALUTE Il Rapporto SDO è un importante documento, a cura della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, che fotografa ogni anno
l’attività di ricovero e cura per acuti degli ospedali italiani, pubblici e privati, in modo affidabile e completo. La fonte dei dati è il Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), lo stesso che, con le numerose informazioni disponibili, consente ad esempio, grazie allo strumento del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), di verificare e misurare secondo le dimensioni dell’equità, dell’efficacia e della appropriatezza - che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza.Il “Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (SDO) relativo all’ Anno 2018”, pubblicato a gennaio 2020 dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, evidenzia come la rilevazione abbia raggiunto un elevato livello di completezza, pari al 99,8% per gli istituti pubblici e 99,1% per gli istituti privati accreditati, con una copertura complessiva pari al 98,8%. Inoltre nel 98% delle schede è possibile avere l’informazione completa sull’identificativo del paziente al fine di poter approfondire la conoscenza sui profili ospedalieri della popolazione. IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA PASSI DEL CENTRO NAZIONALE DI EPIDEMIOLOGIA, SORVEGLIANZA E PROMOZIONE DELLA SALUTE (CNESPS) DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ In Italia, dal 2006, è attivo il sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), iniziativa di Ministero della Salute, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’ISS e Regioni, con l’obiettivo di monitorare in maniera continua abitudini, stili di vita, comportamenti e principali attività di prevenzione. L’indagine è condotta dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) di tutte le 21 Regioni e Province autonome, che effettuano ogni anno migliaia di interviste telefoniche ai cittadini. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale delle ASL, specificamente formato, ogni mese effettua circa 25 interviste telefoniche con un questionario standardizzato. IL RAPPORTO OSSERVASALUTE DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
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L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane nasce su iniziativa dell’Istituto di Sanità Pubblica-Sezione di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e svolge la sua attività in collaborazione con gli Istituti di Igiene delle altre Università Italiane e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere ed Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute). Questa attività collaborativa è multidisciplinare e coinvolge circa duecentotrenta esperti di Sanità Pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed
economisti che, a diverso titolo e con diverse competenze, hanno posto al centro del proprio orizzonte scientifico la salute degli individui e delle collettività per promuoverne il continuo miglioramento. L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane si articola in 21 sezioni regionali e provinciali autonome Il Rapporto Osservasalute fornisce annualmente i risultati del check-up della devolution in sanità, corredando dati e indicatori con un’analisi critica sullo stato di salute degli italiani e sulla qualità dell’assistenza sanitaria a livello regionale. L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane offre un quadro sulla prevalenza della cronicità in Italia e lo scenario futuro che si prospetterà nel nostro Paese nei prossimi 10 anni. I dati mostrano che, nel 2028, saranno 25 milioni i malati cronici e si spenderemo 70,7 miliardi di Euro per assisterli. Oggi sono le donne e i cittadini con basso livello di istruzione i più colpiti dalle patologie croniche GLI “ANNALI DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI DIABETOLOGI-AMD” Gli Annali AMD rappresentano una pubblicazione periodica che ha permesso dal 2006 ad oggi di valutare annualmente i profili assistenziali delle persone con diabete tipo 1 (DMT1) e diabete tipo 2 (DMT2) seguite presso i servizi di diabetologia italiani. Più in dettaglio, un ampio network di servizi di diabetologia dotati di una cartella clinica informatizzata usata per la normale gestione dei pazienti in carico dispone di un software fornito da AMD che permette l’estrazione di un set standardizzato di informazioni cliniche (File Dati AMD). Il database ottenuto è utilizzato per il calcolo degli indicatori di qualità della cura sia a livello centralizzato sia a livello locale. In questo modo viene promossa un’attività di benchmarking basata sul confronto della propria performance con quella registrata a livello nazionale (approccio best performers). Questa attività, perfettamente in linea con quanto raccomandato dal Piano Nazionale Diabete, ha prodotto negli anni un miglioramento sistematico di tutti gli indicatori considerati e si è rivelata cost-effective. Ma il database degli Annali rappresenta anche una fonte preziosa di dati di ricerca osservazionale. Infatti, ha permesso di approfondire tanti aspetti chiave, quali ad esempio la cura del paziente anziano, la medicina di genere, gli aspetti cardiovascolari, renali ed epatici e l’appropriatezza di utilizzo dei farmaci. L’OSSERVATORIO ARNO DIABETE-SOCIETA’ ITALIANA DI DIABETOLOGIA - SID Attivo da oltre 25 anni, ARNO nasce da una collaborazione tra Cineca, la Società Italiana di Diabetologia e i servizi farmaceutici delle ASL con l’obiettivo di costituire un osservatorio come base informativa, con il paziente al centro del processo, per la programmazione sia clinica che sanitaria. Da molti anni i Rapporti ARNO (giunti al XXXI volume) consentono di tracciare la storia assistenziale di fasce di
popolazione portatrici di patologie croniche, studiandole sotto il profilo epidemiologico, socio-sanitario ed economico. In particolare questo Rapporto mostra il profilo assistenziale della popolazione con diabete nel SSN e fornisce informazioni preziose sulla frequenza e le cause dei ricoveri, i farmaci, i dispositivi, gli esami e le visite prescritte ed i relativi costi diretti della malattia, con anche un focus dedicato al diabete gestazionale. L’obiettivo di questo volume è quello di fornire gli strumenti per una lettura/interpretazione dei dati da parte degli operatori coinvolti direttamente nel setting assistenziale sia territoriale che ospedaliero, in una prospettiva non solo economica, La peculiarità dell’Osservatorio ARNO consiste nel fornire alle ASL convenzionate un data warehouse clinico orientato alle popolazioni e ai problemi, il quale integra, per ogni singolo paziente, i dati provenienti dai vari database amministrativi (ricette di prescrizione farmaceutica erogate dal SSN al singolo cittadino, schede di dimissione ospedaliera, specialistica ambulatoriale ecc.), i dati anagrafici ed ulteriori flussi informativi (dati socio-demografici). Oggi l’Osservatorio ARNO è composto da una rete di 32 ASL sparse sul territorio nazionale e raccoglie i dati di oltre 11 milioni di abitanti. Disponibile via web, mette a disposizione dell’utente percorsi di analisi navigabili strutturati a seconda dei diversi profili di popolazione. ma anche epidemiologica e che permettano di orientare opportunamente gli interventi socio-sanitari. IL RAPPORTO HEALTH SEARCH/SISSI DELLA SIMG Nel 1998 La Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha avviato il progetto “Health Search”, il cui obiettivo era lo sviluppo di un database nel quale fossero raccolte tutte le informazioni derivanti dalla pratica clinica quotidiana di un network di MMG volontari distribuiti su tutto il territorio nazionale. In una prima fase, a gestione esclusiva della SIMG, il database ha visto aumentare il numero dei MMG coinvolti dai 660 del 2001 fino ai 684 del 2003. A partire dal 2004, con il passaggio di gestione del database (Health Search - CSD LPD [HSD]) al gruppo francese di CEGEDIM, il numero dei nuovi MMG partecipanti ha registrato una crescita continua. Attualmente, il database raccoglie i dati generati dalla normale pratica clinica di oltre 900 MMG, i quali utilizzano Millewin®, un software appositamente dedicato, per la registrazione e la gestione dei dati clinici. In virtù dei criteri di selezione adottati da HSD, la popolazione di oltre un milione e mezzo di pazienti attivi (vivi e registrati nelle liste dei MMG) rappresentata nel database ha una distribuzione per sesso e fasce di età sostanzialmente sovrapponibile a quella della popolazione generale italiana in età adulta, come risulta dal confronto con i dati ISTAT. Le informazioni registrate da ogni MMG, attraverso il software Millewin® sono tutte quelle concernenti la sua pratica clinica quotidiana e variano dalle informazioni demografiche alle informazioni cliniche, dai dati di prescrizione a quelli di prevenzione.
Sissi è un database che, grazie ai dati provenienti da Health Search, consente di radiografare la spesa sanitaria per singolo paziente su un arco di tempo di dieci anni. Ad oggi non esiste nessun altro strumento che sappia svelare così dettagliatamente le dinamiche della spesa pubblica. SIMG e ISTAT hanno siglato un protocollo d’intesa per studiare insieme in modo ancora più puntuale stato di salute e bisogni sanitari della popolazione italiana. La convenzione stipulata dalla società scientifica e dall’Istituto nazionale di statistica, prevede che i dati raccolti dalla rete di Health Search, siano validati dall’ente e impiegati per i suoi fini istituzionali, a partire da quella fotografia delle condizioni di salute del Paese che l’ISTAT è solito scattare ad ogni quinquennio. Il protocollo con l’ISTAT innesca una collaborazione reciproca diretta a migliorare ricerca e analisi: l’Istituto si avvarrà dei dati Sissi per i suoi studi e, al contempo, validerà statisticamente i dati CEIS-SIMG DIABETES MONITOR DI MEDIPRAGMA, UNIVERSITA’ DI ROMA TORVERGATA E IBDO FOUNDATION L’Istituto di studi e ricerche di mercato Medi-Pragma in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e con IBDO Foundation presenta annualmente i dati della settima edizione dell’indagine Diabetes Monitor. Diabetes Monitor è un osservatorio dell’evoluzione degli atteggiamenti delle persone con diabete riguardo la gestione della malattia e della terapia. La natura continuativa dell’indagine statistica ha permesso di evidenziare quali siano le tendenze più comuni quando si parla di atteggiamento della Persone con diabete rispetto alla propria condizione. Il Diabetes Monitor distingue cinque momenti di analisi e presa delle decisioni da parte della Persona con Diabete: • Attitudine verso la malattia • Diagnosi • Trattamento • Autocontrollo • Fonti informative e associazionismo L’analisi intende evidenziare solo i temi centrali rispetto al ruolo attivoche la Persona con Diabete assume nella gestione della propria condizione. L’approccio adottato ha consentito la definizione di un unico “ambiente di ricerca” in grado di monitorare il percorso compiuto dall’individuo.
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COSA E’ IL DIABETE
Il diabete Il diabete è definito come l’incapacità, da parte del pancreas, di produrre insulina o di produrre e impiegare una quantità di insulina sufficiente a mantenere sotto controllo la glicemia. Domenico Cucinotta IBDO FOUNDATION
L’insulina consente alle cellule e ai tessuti dell’organismo di acquisire glucosio e immagazzinarlo riducendone quindi la quantità in circolo. Se l’insulina è insufficiente, i valori di glucosio nel sangue rimangono elevati. Gli elevati valori di glicemia sono responsabili delle dannose complicanze del diabete. Tipi di diabete Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che distrugge le cellule pancreatiche che producono l’insulina e rappresenta il 3-5% di tutti i casi di diabete a livello mondiale. Sebbene possa fare la sua comparsa anche in età adulta, in genere si sviluppa nei bambini e nei giovani. Le persone con diabete di tipo 1 dipendono dalle iniezioni di insulina per la sopravvivenza. Il diabete di tipo 2 è dovuto ad una combinazione di insulino-resistenza e deficit di insulina. È il tipo più diffuso di diabete e rappresenta almeno il 95% di tutti i casi di diabete. Si presenta soprattutto nelle persone di mezza età o anziane, ma con sempre maggior frequenza oggi colpisce anche bambini, adolescenti e giovani adulti sovrappeso. Il diabete gestazionale (GDM) consiste in una forma di diabete con insorgenza o prima rilevazione durante la gestazione e interessa almeno una gravidanza su 25 a livello globale. Se non diagnosticato o se inadeguatamente trattato, il GDM può portare a neonati più grandi del normale, tassi più elevati di morte neonatale e anomalie fetali. Le donne con GDM e i bambini nati da gravidanze con GDM sono inoltre esposti ad un aumentato rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in uno stadio successivo della vita. Esistono anche altri tipi di diabete, come il diabete autoimmune dell’adulto (LADA). Talvolta questo è chiamato diabete di tipo 1,5 perché i pazienti presentano caratteristiche tanto del diabete di tipo 1 quanto del diabete di tipo 2. Le complicanze del diabete Il diabete può portare a numerose gravi complicanze che in genere si manifestano dopo alcuni anni. L’insorgenza delle complicanze è particolarmente rilevante in caso di
diagnosi non tempestiva del diabete e trattamenti inadeguati. • la malattia cardiovascolare (angina, infarto, ictus, arteriopatia periferica e insufficienza cardiaca congestizia) è la causa più comune di decesso tra le persone con diabete • la nefropatia nelle persone con diabete è tra le principali cause di insufficienza renale terminale che necessita di trapianto o dialisi • la patologia a carico degli occhi (retinopatia) può causare ipovisione o addirittura cecità • i danni a carico dei nervi (neuropatie) possono portare a intorpidimento, ulcere, infezioni e persino amputazioni A causa di tali complicanze, le persone con diabete sono esposte ad un rischio quasi doppio di morte prematura rispetto alle persone non affette da diabete. Le complicanze, e in particolare le complicanze cardiovascolari, generano un pesante fardello legato al diabete di tipo 2. Tuttavia, interventi intensivi nel lungo termine indirizzati a fattori di rischio multiplo nelle persone con diabete di tipo 2 e nefropatia ad uno stadio iniziale (microalnuminuria) possono ridurre il rischio di eventi cardiovascolari e microvascolari di circa il 50%. Inoltre, una diminuzione dell’1% nei valori di HbA1c è associata ad una diminuzione del 21% del rischio di sviluppare una complicanza. L’intervento intensivo combinato a politerapia farmacologica e modifica comportamentale può portare a benefici permanenti in termini di complicanze vascolari e mortalità da tutte le cause, ivi incluse quelle cardiovascolari. Lo studio UKPDS (UK Prospective Diabetes Study) ha rilevato che, tenendo sotto stretto controllo anche la pressione arteriosa delle persone con diabete e ipertensione, si riducono il rischio di decesso e le complicanze associate al diabete. Lo stesso studio ha inoltre evidenziato che il rischio di complicanze è ridotto da una qualsiasi riduzione di HbA1c. Tuttavia, i riscontri dello UKPDS, riferiti a soggetti con diabete appena diagnosticato, contrastano con dati
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sperimentali recenti. Lo studio ACCORD (Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes) ha rilevato che un controllo troppo intensivo, al di sotto delle linee guida internazionali, è associato ad un’aumentata mortalità cardiovascolare e da tutte le cause nelle persone fragili perché anziane o con precedenti eventi cardiovascolari. Inoltre, pur non avendo riscontrato un aumento della mortalità, sia lo studio ADVANCE (Action in Diabetes and Vascular Disease: Preterax and Diamicron-MR Controlled Evaluation), sia il VADT (Veterans Affairs Diabetes Trial) hanno rilevato l’assenza di effetti benefici del controllo glicemico intensivo quando attuato su persone che soffrono di diabete già da molto tempo. D’altra parte, in tutte le sperimentazioni recenti si è visto che il controllo glicemico intensivo ha effetti positivi sulle complicanze microvascolari. Nel loro insieme, questi dati suggeriscono che uno stretto controllo metabolico è fondamentale nelle fasi iniziali della malattia, essendo in grado di produrre benefici che si mantengono a distanza di molti anni. Di converso, un intervento aggressivo in fase tardiva potrebbe non produrre i risultati auspicati, soprattutto in persone anziane o con elevato rischio cardiovascolare. Recenti meta-analisi hanno riscontrato che, nel complesso, il controllo glicemico intensivo, rispetto a quello standard, riduce significativamente gli eventi coronarici senza produrre un aumentato rischio di mortalità. Tuttavia gli strumenti e gli obiettivi del trattamento variano tra popolazioni e all’interno delle stesse; per questo motivo il trattamento deve essere personalizzato sulla base delle caratteristiche individuali.
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Va poi ricordato che esistono evidenze ben consolidate rispetto al fatto che le persone con diabete traggono beneficio dal trattamento per la dislipidemia con statine e quello dell’ipertensione con i farmaci attivi sul sistema renina-angiotensina-aldosterone. Infine la disponibilità di nuovi farmaci che riducono la glicemia nel diabete di tipo 2 (incretinomimetici e glicosurici) consente oggi di garantire un approccio terapeutico sempre più mirato e personalizzato, in grado di ottenere non solo il raggiungimento degli obiettivi glicemici ma anche di ridurre, contemporaneamente, il rischio di complicanze, in particolare di quelle cardiovascolari e renali.
I DATI
Il diabete in Europa L’aumento epidemiologico del diabete è ubiquitario in tutti i paesi d’Europa e rappresenta un problema non solo epidemiologico-clinico ma di politica sanitaria che va affrontato rapidamente in sede comunitaria e nazionale. Antonio Nicolucci e Chiara Rossi CORESEARCH
Epidemiologia La prevalenza del diabete è in continua crescita in tutti i paesi europei. Nel 2014, 26,6 milioni di cittadini Europei erano affetti da diabete, vale a dire il 7,1% della popolazione. In 9 dei 27 Paesi UE, più del 7% della popolazione aveva il diabete (Figura 1)
Figura 2
Figura 1
va affrontato rapidamente in sede comunitaria e nazionale.
Epidemiologia
UE, più del 7% della popolazione aveva il diabete (Figura 1) Figura 1
Sulla base dell’attuale prevalenza del diabete e delle future transizioni demografiche, in assenza di interventi mirati, ci aspettiamo che la prevalenza del diabete possa raggiungere il 9,3% entro il 2060. Ciò equivale ad un aumento del 35,2% rispetto ai tassi riportati tra i paesi dell’UE28 nel 2014. Confrontando le tendenze e le proiezioni della prevalenza del diabete in Europa con quella negli Stati Uniti, non ci sono segnali che i tassi di prevalenza di diabete si stabilizzeranno nel prossimo futuro (figura 3). Fra il 2008 e il 2014 il numero di cittadini europei affetti da diabete è cresciuto di 4,6 milioni. In termini percentuali si tratta di un aumento del 28% rispetto al 2008. Questo equivale ad una crescita 24 volte maggiore rispetto alla crescita della popolazione nello stesso periodo. I tassi di crescita variano da un incremento di 4,8 punti percentuali in Francia a una riduzione di 0,7 punti percentuali in Austria (Figura 2).
Figura 3
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Diabete, obesità e invecchiamento La prevalenza di diabete aumenta con l’età e con l’indice di massa corporea (BMI). In particolare, il rischio di diabete è più del doppio per le persone obese rispetto agli individui con un BMI nella norma, e tende a crescere progressivamente con l’aumentare dell’età. Tra il 2008 e il 2014, l’età media della popolazione residente nei paesi dell’UE è aumentata di 1,8 anni e la percentuale della popolazione con più di 65 anni è cresciuta di 1,4 punti percentuali. Nel complesso, il rischio di avere il diabete è aumentato del 368% per gli individui sopra i 65 anni rispetto agli individui di età compresa tra 15 e 64 anni. Per le donne l’aumento del rischio è risultato pari al 368% e per gli uomini del 367% (figura 4 ).
capite all’anno. Si evidenziano grandi disparità tra i paesi europei nella spesa sanitaria per persona con diabete (figura 6), con importi che variano fra i 649 EUR in Romania e i 10.680 EUR in Lussemburgo. Figura 6
Figura 4
In tutti i paesi dell’UE il rischio di diabete è cresciuto notevolmente per le persone di età superiore ai 65 anni. L’aumento di rischio varia dal 175% in Francia al 539% in Italia (Figura 5).
I paesi dell’UE27 hanno una maggiore prevalenza di diabete tra il 20% della popolazione che percepisce il reddito più basso rispetto al 20% più ricco. Gli individui nel gruppo a reddito più basso hanno un rischio di avere il diabete più alto del 58% rispetto agli individui nel gruppo a reddito più alto. Nel rischio di avere il diabete, le donne hanno livelli più elevati di disuguaglianza legata al reddito rispetto agli uomini. Infatti, per le donne l’aumento del rischio è del 93%, mentre per gli uomini è del 38% (figura 7) Figura 7
Figura 5
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Diabete e fattori socio-economici Il diabete è responsabile di elevatissimi costi sanitari. A livello mondiale, la spesa sanitaria associata al trattamento del diabete per le persone di età compresa tra 20 e 79 anni è passata da 232 miliardi di dollari nel 2007 a 727 miliardi di dollari nel 2017. Nei paesi dell’UE27, nel 2017 la spesa sanitaria correlata al diabete era di 4.203 EUR pro
Le disparità nella prevalenza del diabete tra i gruppi di reddito variano in modo significativo nei paesi dell’UE27. Per tutti i paesi, ad eccezione del Lussemburgo e della Polonia, la prevalenza del diabete è maggiore tra gli individui con basso reddito (figura 8).
Figura 8
Il 46,6% delle persone di età compresa tra 18 e 65 anni che vivevano nell’UE nel 2014 aveva un’istruzione secondaria (diploma di scuola superiore). In tutti i paesi dell’UE, gli individui appartenenti a questo gruppo presentano un rischio più alto del 36% di avere il diabete rispetto ai laureati. Ancora una volta, le donne affrontano livelli più elevati di disuguaglianza legata all’istruzione rispetto agli uomini. Per le donne l’aumento del rischio di diabete è del 65% e per gli uomini del 19% (figura 11). Figura 11
La prevalenza di diabete risulta anche associata al livello di istruzione. Infatti, in tutti i paesi, la prevalenza del diabete è più alta tra i meno istruiti. In media, le persone che non hanno raggiunto un diploma di scuola superiore hanno il 160% di probabilità in più di avere il diabete rispetto alle persone con un’istruzione superiore. Nel rischio di diabete, le donne hanno livelli più elevati di disuguaglianza legata all’istruzione rispetto agli uomini. Per le donne l’aumento del rischio è del 263% e per gli uomini dell’89% (figura 9). Figura 9
Tenendo conto dell’intera distribuzione dei livelli di istruzione, il gradiente complessivo di disuguaglianza è significativo in tutti i paesi dell’UE, con l’eccezione di Cipro, ed è molto basso per l’Italia (3%) (figura 12). Figura 12
Tenendo conto dell’intera distribuzione dei livelli di istruzione, il gradiente complessivo di disuguaglianza è significativo in tutti i paesi dell’UE. Il rischio varia dal 65% in Estonia al 578% in Portogallo (343% per l’Italia) (figura 10). Figura 10
Diabete e altre caratteristiche socio-demografiche La prevalenza del diabete è equamente distribuita tra uomini e donne. Infatti, nei paesi dell’UE27, una media del 7,0% delle donne e del 7,2% degli uomini è risultata affetta da diabete nel 2014. Tuttavia, le disparità di genere variano in modo significativo nei paesi dell’UE27. In Lettonia, le donne hanno un rischio maggiore del 72% di avere il diabete, mentre opposto è il caso del Lussemburgo, dove gli uomini hanno un rischio maggiore del 64% di avere il diabete (figura 13).
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Figura 13
Referenze bibliografiche 1. American Association of Clinical Endocrinologists and American College of Endocrinology. AACE/ACE algorithm for medical care of patients with obesity, 2016. https://www.aace.com/files/guidelines/ObesityAlgorithm.pdf 2. Bays, H.E., Chapman, R.H., Grandy, S., SHIELD Investigators’ Group. 2007. The relationship of body mass index to diabetes mellitus, hypertension and dyslipidaemia: comparison of data from two national surveys. Int. J. Clin. Pract. 61, 737–747. 3. Eurostat. (2014). Body mass index (BMI) by sex, age and educational attainment level. Retrieved from https://ec.europa.eu/eurostat/web/health/data/database 4. Eurostat. (2014). Body mass index (BMI) by sex, age and income quintile. Retrieved from https://ec.europa.eu/eurostat/web/health/data/database 5. Eurostat. (2014). Persons reporting a chronic disease, by disease, sex, age and educational attainment level. Retrieved from https://ec.europa.eu/eurostat/web/health/data/database
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Oltre alle disparità di genere, diversi fattori socio-demografici presentano una stretta relazione con il rischio di diabete, come ad esempio l’urbanizzazione, i tassi di divorzio e l’invecchiamento. La prevalenza di diabete risulta strettamente associata alla urbanizzazione. I paesi in cui più persone si sono trasferite nelle città dal 2008 al 2014 hanno registrato un aumento della prevalenza del diabete nello stesso periodo. Un aumento del 10% della quota di popolazione residente in città è associato ad un aumento dell’8,6% della prevalenza del diabete. Anche i cambiamenti nello stato civile nella popolazione influenzano in modo significativo la prevalenza del diabete: i paesi in cui i tassi di divorzio sono aumentati dal 2008 al 2014 hanno registrato un aumento della prevalenza del diabete nello stesso periodo. Una diminuzione dell’1% nel tasso di matrimoni è associata ad un aumento della prevalenza del diabete dello 0,94%. Infine, l’invecchiamento della popolazione determina un aumento del rischio di diabete: i paesi in cui la quota della popolazione di età pari o superiore a 65 anni è aumentata dal 2008 al 2014 hanno registrato un aumento della prevalenza del diabete nello stesso periodo. Un aumento dell’1% della quota della popolazione ultrasessantacinquenne è associato a una maggiore prevalenza del diabete del 3,4%. In conclusione, alla luce dello scenario epidemiologico e socio-demografico in continua evoluzione, il carico clinico, sociale ed economico del diabete potrà presto divenire non più sostenibile per tutti i paesi europei. Diventa quindi prioritaria l’implementazione di adeguati interventi di prevenzione, diagnosi precoce ed erogazione di cure appropriate, con la massima attenzione all’adozione di misure rivolte a minimizzare le disuguaglianze documentate.
6. Eurostat. (2014). Persons reporting a chronic disease, by disease, sex, age and income quintile. Retrieved from https://ec.europa.eu/eurostat/web/health/data/database 7. International Diabetes Federation. 2017. “IDF Diabetes Atlas 8th Edition” http://ncdrisc.org/data-downloads.html 8. OECD (2019), The Heavy Burden of being obese: The Economics of Prevention, OECD Health Policy Studies, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/67450d67-en. 9. Wild, S., Roglic, G., Green, A., Sicree, R., King, H., 2004. Global prevalence of diabetes: estimates for the year 2000 and projections for 2030. Diabetes Care 27, 1047–1053.
Il diabete in Italia Alcuni fattori di rischio del diabete di tipo 2 – come l’età e l’etnia – non sono modificabili. Tuttavia, è possibile modificare altri fattori di rischio, quali il peso, l’alimentazione non corretta e l’attività fisica. È ormai consolidata l’associazione tra insorgenza del diabete e appartenenza a target di popolazione in condizioni socio-economiche più disagiate. Alessandra Burgio, Lidia Gargiulo e Roberta Crialesi ISTAT
Il diabete è una delle malattie cronico-degenerative più diffuse nella popolazione con implicazioni sanitarie e sociali di grande rilevanza. In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le persone che nel 2019 hanno dichiarato di essere affette da diabete, pari al 5,8% dell’intera popolazione (Prospetto 1). Almeno due persone su tre sono anziane. Un dato anche in parte
sottostimato tra le patologie autoriferite1, come evidenzia buona parte della letteratura, in quanto le persone prendono consapevolezza di essere diabetiche solo dopo gli opportuni esami diagnostici, non riscontrando all’esordio sintomi specifici. Nel confronto con il 2000 si stima che nel nostro paese le persone diabetiche siano aumentate di oltre il 60%
Prospetto 1. Persone che dichiarano di essere affette da diabete per sesso e classe di età – Anni 2000 e 2019, tassi per 100 persone, composizioni percentuali e valori assoluti (in migliaia) CLASSI DI ETÀ
Fino a 44 45-54 55-64 65-74 75-79 80 e oltre 65 e oltre 65 e oltre standardizzato (a) Totale Totale standardizzato (a)
Maschi
0,5 2,9 6,8 13,2 14,9 14,4 13,8 13,6 3,6 4,1
2000 Femmine
Maschi e femmine TASSI PER 100 PERSONE 0,4 2,6 6,7 11,0 15,0 14,9 12,8 13,4 3,9 4,0
0,4 2,7 6,7 11,9 15,0 14,8 13,2 13,5 3,8 4,1
Maschi
2019 Femmine
Maschi e femmine
0,8 4,2 8,9 16,4 21,2 23,9 19,3 19,3 6,2 5,9
0,9 2,2 6,1 12,6 18,6 17,9 15,5 15,5 5,5 4,6
0,9 3,2 7,5 14,4 19,7 20,1 17,2 17,4 5,8 5,2
6,5 11,1 19,5 29,0 14,2 19,6 62,9 100,0
7,5 6,5 15,3 26,7 17,1 26,8 70,7 100,0
7,0 8,9 17,5 27,9 15,6 23,1 66,6 100,0
120 202 357 530 260 358 1.148 1.827
126 109 258 449 288 451 1.187 1.679
245 311 614 979 547 809 2.335 3.506
COMPOSIZIONI PERCENTUALI Fino a 44 45-54 55-64 65-74 75-79 80 e oltre 65 e oltre Totale
8,1 11,2 22,3 35,0 13,6 9,7 58,4 100,0
5,3 8,8 19,5 31,6 17,9 16,9 66,4 100,0
6,6 9,9 20,8 33,2 15,9 13,6 62,7 100,0
VALORI ASSOLUTI (IN MIGLIAIA) Fino a 44 45-54 55-64 65-74 75-79 80 e oltre 65 e oltre Totale
80 112 222 349 136 97 581 995
61 102 225 365 206 195 766 1.155
142 213 447 714 342 292 1.348 2.149
Fonte: Istat, Aspetti della vita quotidiana (a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione Europea (Eurostat 2013) 1
Hanna Tolonen Päivikki Koponen Jennifer S. Mindell Satu Männistö Simona GiampaoliCarlos Matias Dias Tarja Tuovinen Antje Gö waldKari Kuulasmaa for the European Health Examination Survey Pilot Project. Under-estimation of obesity, hypertension and high cholesterol by self-reported data: comparison of self-reported information and objective measures from health examination survey. European Journal of Public Health, Volume 24, Issue 6, 1 December 2014, Pages 941–948,https://doi.org/10.1093/eurpub/cku074, June 2014 https://academic.oup.com/eurpub/article/24/6/941/609852. Il report evidenzia che anche nel caso del diabete si rileva una sottostima nel confronto tra i dati autoriferiti e quelli con misurazioni oggettive, sebbene lo scarto sia molto più contenuto rispetto a patologie quali ipertensione e ipercolesterolemia.
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(+1milione360mila), incremento che non ha come unica spiegazione l’invecchiamento della popolazione, ma una pluralità di motivi, che spesso si combinano tra loro. Tra questi certamente contribuiscono in modo determinante fattori quali sedentarietà e obesità e in generale la scarsa attenzione a stili di vita salutari, ma anche aspetti che richiamano i continui progressi nel contrasto alla morbosità cronica, quali le migliorate capacità diagnostiche accompagnate ad una precocità nell’età alla diagnosi o la capacità del sistema di cura di allungare la sopravvivenza delle persone con diabete e relative complicanze.
Il diabete è maggiormente diffuso tra gli uomini: complessivamente nella popolazione maschile la prevalenza nel 2019 si stima pari al 6,2% e in quella femminile pari al 5,5%. Confrontando il fenomeno depurato dalla diversa longevità tra i due sessi, le differenze aumentano: il tasso standardizzato per età è pari al 5,9% nei primi e 4,6% nelle seconde. Nel tempo la forbice della distribuzione per genere si amplia progressivamente, evidenziando uno svantaggio tutto maschile (Figura 1).
Figura 1. Popolazione con diabete. Anni 2000 - 2019, media triennale dei tassi standardizzati per 100 persone 6 5 4 3 2
Maschi
1 0
2000-2002
2003-2005
2006-2008
2009-2011
Femmine
2012-2014
Totale
2015-2017
2018-2019
Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana
Negli ultimi 20 anni gli incrementi più rilevanti riguardano gli uomini ultrasettantenni, in particolare la prevalenza passa dal 14,9% nel 2000 al 21,2% nel 2019 nella classe di età 75-79 anni e aumenta di quasi 10 punti percentuali tra gli ultra ottantenni (dal 14,4% nel 2000 al 23,9% nel 2019). Similmente per le donne gli incrementi si rilevano nelle stesse classi di età, ma appaiono molto meno marcati, raggiungendo al massimo i 3 punti percentuali (Figura 2). Figura 2. Distribuzione per età e genere della popolazione con diabete. Anni 2000 e 2019, tassi per 100 persone
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Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana
A livello territoriale si conferma il netto gradiente NordSud, con molte regioni del Mezzogiorno che si collocano al di sopra della media nazionale. Per comprendere le ricadute che la diffusione della patologia diabetica può determinare sul servizio sanitario regionale, cui compete l’attività strategica di programmazione dell’assistenza sanitaria sul territorio, è utile considerare il monitoraggio dei contingenti dei soggetti diabetici sul territorio regionale, unitamente al livello di compromissione delle condizioni di salute. Le stime di prevalenza grezze a livello regionale attestano che Calabria, Molise e Sicilia sono le regioni con i valori più elevati, le stime sul totale della popolazione sono rispettivamente pari all’8%,7,6% e 7,3%, significativamente superiori al dato medio dell’Italia (5,8%). La diffusione complessiva della patologia diabetica è invece significativamente più contenuta rispetto alla media nazionale per le Province autonome di Bolzano e Trento e per il Veneto, che con il 3,4%, 4,2% e 4,9% sono le regioni che si collocano nella parte più bassa della graduatoria. Analoghe differenze regionali si riscontrano per le
persone anziane, sebbene le distanze tra Regioni siano di gran lunga più elevate in valore assoluto. La prevalenza del diabete tra gli anziani residenti in Calabria (25,4%) supera di 8 punti percentuali quella della media italiana (17,2%), ed è ben 3 volte superiore a quella registrata nella PA di Bolzano (8,3%) dove si registra il valore minimo. La Figura 3 mostra anche la distribuzione territoriale delle prevalenze grezze distinte per genere, evidenziando che in tutte le regioni c’è una percentuale maggiore di diabetici nella popolazione maschile salvo che in Calabria, Marche e Abruzzo. In particolare tra gli uomini la regione con il tasso grezzo più elevato è la Basilicata (8,2%), mentre per la popolazione femminile è la Calabria (8,3%). In fondo alla graduatoria regionale con prevalenze che si dimezzano, si ritrovano sempre le province autonome di Trento e Bolzano. In quest’ultima provincia la prevalenza per le donne si riduce al 2,2%, valore più basso in Italia, seguito da quello registrato nella popolazione femminile residente in Veneto (3,7%). Similmente si riproduce la stessa geografia per genere nella popolazione anziana.
Figura 3. Le differenze geografiche e di genere nel territorio. Anno 2019, tassi grezzi per 100 persone e per 100 persone di 65 anni e oltre (a) Popolazione
Persone di 65 anni e oltre
Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana (a) Le regioni e le province autonome sono rappresentate in ordine decrescente rispetto alla prevalenza nei maschi sia per la popolazione complessiva che per quella anziana.
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Il gradiente territoriale si riconferma anche tenendo sotto controllo l’eterogeneità delle aree territoriali per presenza di popolazione anziana e genere. I tassi di prevalenza standardizzati più bassi si riscontrano nel Nord (Nord-est 4,4% e Nord-ovest 4,6%), mentre al Sud e nelle Isole sono più alti di circa 2 punti percentuali nel totale della popolazione e di oltre 6 punti nella popolazione anziana (tra gli anziani del Nord-Est si attestano al 14,1% a fronte di circa il 21,5% nel Sud e nelle Isole). La regione con la piuù elevata prevalenza standardizzata nel 2019 è la Calabria (7,3%), seguita da Sicilia (6,8%) e Campania (6,3%), cui si contrappongono le due Province autonome di Bolzano e Trento con prevalenze inferiori al 4%, Friuli Venezia Giulia (4,3%) ed Emilia Romagna (4,4%) (Figura 4).
Nel tempo le disuguaglianze territoriali si sono ridotte perché gli incrementi nella diffusione del diabete non sono stati omogenei su tutto il territorio. In particolare rispetto al 2000 le prevalenze standardizzate per la popolazione complessiva aumentano maggiormente nelle regioni del Nord e del Centro (escluso il Lazio), che partivano da livelli più bassi (Figura 4). Per il Mezzogiorno fa eccezione in particolare la Sicilia che aumenta al 6,9% nel 2019 (era 4,4%) e il Molise. Tra la popolazione anziana le differenze regionali si mantengono elevate e l’eterogeneità si riduce di meno.
Figura 4. Differenze regionali nella prevalenza del diabete nella popolazione e tra gli anziani. Anni 2000 e 2019, tassi standardizzati per 100 persone (a)
Diabete e mortalità
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Il diabete è riportato come causa iniziale in circa 23 mila decessi, ma è presente tra le malattie che hanno un ruolo nel determinare il decesso (concausa) in un numero di casi circa 4 volte più elevato. Le patologie più associate al diabete, come descritto nel precedente report, sono la gangrena e altre complicanze microcircolatorie, le malattie metaboliche quali obesità e dislipidemie, le malattie ipertensive e quelle ischemiche del cuore, l’aterosclerosi e le malattie del fegato. Già prima della diffusione del virus SARS-CoV-2, il diabete aveva un’associazione significativa anche con le malattie infettive e parassitarie (eccesso del 10% dei decessi tra coloro che presentano menzione di diabete). Attualmente, il diabete è una delle concause di morte più frequentemente presenti nei decessi di persone
diagnosticate microbiologicamente con test positivo al SARS- CoV-2. L’analisi effettuata da Istat e Istituto Superiore di Sanità di circa 5 mila decessi di persone positive a COVID-19, registrati fino al 25 maggio 2020, ha evidenziato che il diabete è presente nel 16% dei casi (le cardiopatie ipertensive nel 18%, le cardiopatie ischemiche nel 13% e i tumori nel 12%). Tale percentuale sale a circa il 18% nei decessi di 70-79 anni e a circa il 21% in quelli di 60-69 anni. Nel tempo il numero assoluto di decessi con causa iniziale di diabete è aumentato da 19.677 nel 2003 a 22.354 nel 2017 (+13,6%). Il tasso rispetto alla popolazione nello stesso periodo è passato da 3,43 a 3,69 decessi per 10.000 residenti. Tuttavia tale aumento è dovuto all’invecchiamento della popolazione, difatti il tasso di mortalità standardizzato per età è diminuito da 3,69 a 2,96 per
divario di genere è aumentato nel tempo per una riduzione più rapida dei tassi di mortalità nelle donne, già più bassi di quelli degli uomini a inizio periodo (Figura 5).
10.000 residenti, sebbene con un andamento irregolare nel tempo: la diminuzione è stata più marcata tra il 2009 e il 2014 e nell’ultimo triennio l’andamento è variabile. Il
Figura 5. Mortalità per diabete in Italia. Anni 2003-2017, tassi standardizzati per 10.000 residenti (a)
4 3,8 3,6 3,4 3,2 3 2,8 2,6 2,4 2,2
Maschi
Femmine
Totale 2017
2016
2015
2014
2013
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2
Fonte: Istat, Indagine sui Decessi e le cause di morte (a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione Europea (Eurostat 2013)
È rimasto invece sostanzialmente invariato il gradiente territoriale, con tassi di mortalità standardizzati più elevati al Sud (4,48 per 10.000) e nelle Isole (4,26) e più bassi al Centro (2,61) e al Nord (2,20). Campania (5,53), Sicilia (4,93) e Calabria (4,43) sono le regioni con la mortalità per diabete più elevata, mentre livelli inferiori a 2 decessi per 10.000 si registrano in Lombardia (1,95) e nelle province autonome di Bolzano e Trento (1,60). La geografia resta simile, con una maggiore penalizzazione del Mezzogiorno, anche declinando i dati per genere. La mortalità per diabete negli uomini è di 5,88 decessi per 10.000 residenti in Campania e 5,69 in Sicilia; nelle donne i valori sono rispettivamente pari a 5,19 e 4,41 (Figura 6a). Analoghe differenze si osservano per gli over 65 (Figura 6b): il tasso standardizzato di mortalità maschile per diabete è pari a 16,4 decessi per 10.000 residenti di 65 anni e più, ma sale a 27,2 in Campania e Sicilia; nelle donne la media nazionale è pari a 12,3 e sale a 24,9 in Campania e 21,5 in Sicilia. Il confronto con il 2003 evidenzia andamenti molto differenziati tra i sessi
sia nella popolazione complessiva che in quella anziana: mentre i tassi di mortalità femminili sono diminuiti in tutte le regioni, quelli maschili hanno subito un aumento in circa la metà delle regioni, determinando una riduzione molto contenuta del tasso standardizzato di mortalità per diabete complessivo a livello nazionale.
61
Figura 6a. Mortalità per diabete per regione di residenza e sesso. Anni 2003 e 2017, tassi standardizzati per 10.000 residenti (a)
Figura 6b. Mortalità per diabete 65 anni e più per regione di residenza e sesso. Anni 2003 e 2017, tassi standardizzati per 10.000 residenti (a)
62
Fonte: Istat, Indagine sui Decessi e le cause di morte (a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione Europea (Eurostat 2013)
Le diseguaglianze sociali incidono sulla diffusione della patologia diabetica È ormai consolidata l’associazione tra insorgenza del diabete e appartenenza a target di popolazione in condizioni socio-economiche più disagiate. Oltre alla predisposizione genetica, infatti, giocano un ruolo determinante le cattive abitudini alimentari o stili di vita più sedentari, o in generale lo scarso ricorso alla prevenzione primaria e secondaria, comportamenti più spesso diffusi in questi gruppi maggiormente deprivati, in cui si accresce il rischio di obesità e di insorgenza di malattie metaboliche. Se si analizzano le disuguaglianze sociali, considerando come indicatore di status il livello di istruzione, emerge il netto gradiente in tutte le fasce d’età tra basso e alto ti-
tolo di studio conseguito. Tra le donne i differenziali sono ancora più elevati rispetto a quelli dei loro coetanei (Figura 7). Tra le donne adulte di 45-64 anni con un basso livello di istruzione (al massimo la scuola dell’obbligo) si registra una prevalenza di diabete pari al 5,7%, mentre tra le coetanee laureate la quota si riduce all’1,7%, tra gli uomini della stessa classe di età sono rispettivamente 8,4% e 3,5%. Le anziane con diabete e con un basso di studio (licenza elementare) presentano una prevalenza doppia rispetto a quelle con titolo di studio alto (che hanno almeno un diploma di scuola superiore), 18,4% vs 9,3%. Per gli uomini anziani meno istruiti si raggiunge la quota massima del 22,2%, che si riduce al 14,8% tra gli anziani con credenziali formative più elevate (Figura 7).
Figura 7. Persone di 45 anni e oltre che dichiarano di essere affette da diabete per sesso, classi di età e livello di istruzione. Anno 2019, tassi per 100 persone 25
22,2 18,8
20
Medio
Basso 18,4
14,8
15
12,7 9,3
8,4
10 5
Alto
3,5
5,7
5,1 1,7
3,1
0
45-64
65 e più Maschi
65 e più
45-64 Femmine
Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana
Le disuguaglianze sociali nella diffusione del diabete risultano pressoché simili nelle tre macro aree del Nord, Centro e Mezzogiorno, considerando la popolazione complessiva di 45 anni e oltre. Sono invece più accentuate per le donne adulte di 45-64 anni che risiedono al Centro: il rapporto tra le prevalenze di diabete tra le meno istruite e quelle più istruite è di 3,95, ovvero il livello della prevalenza per le adulte che hanno superato al massimo la scuola dell’obbligo è quattro volte superiore a quello registrato tra le laureate. Tale rapporto è pari a 3,1 sia al Nord che nel Mezzogiorno. Per gli uomini adulti di 45-64 anni si registrano invece differenziali più contenuti al Nord e più elevati al Centro e nel Mezzogiorno, il rapporto tra basso e alto titolo di studio vale rispettivamente 1,8 vs 2,8 e 2,9. Anche per la mortalità si conferma la forte associazione con il disagio sociale. Generalmente i gruppi sociali più deprivati (con basso livello di istruzione e reddituale) pre-
sentano una mortalità per diabete più elevata. La mortalità per diabete negli uomini di 30-89 anni è 1,6 volte più elevata in presenza di un basso titolo di studio rispetto a chi ha un’istruzione elevata (4,9 decessi per 10.000 residenti vs. 3,1). Nelle donne il gap sale a 2,3 volte (3,5 vs. 1,5). Le differenze territoriali che si riscontrano nella mortalità per diabete possono trovare una ragione nelle disuguaglianze sociali che caratterizzano le diverse aree geografiche del nostro paese. La figura 8 mostra come le differenze di mortalità per diabete nelle regioni secondo il genere siano il risultato di una diversa combinazione della mortalità per titolo di studio. Nelle donne, pur in presenza di una più bassa mortalità per diabete rispetto agli uomini, spesso vi è un divario marcato dei tassi tra la popolazione con basso livello di istruzione e la popolazione con un livello medio-alto (in particolare in Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento, Veneto, Umbria e Basili-
63
cata). La diminuzione nel tempo della quota di popolazione femminile meno istruita avrebbe quindi come effetto una diminuzione dei tassi anche a parità di “intensità” della mortalità per diabete (effetto struttura). Negli uomini, al contrario, le minori disuguaglianze sociali
(in particolare in Valle d’Aosta, Marche, Calabria e Sardegna) fanno sì che il contributo delle modificazioni della struttura della popolazione per titolo di studio abbia un effetto limitato sui tassi.
Figura 8. Mortalità 30-89 anni per diabete per sesso, titolo di studio (a) e regione di residenza - Anni 2012-2014, tassi standardizzati per 10.000 residenti
64 Fonte: Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione, Epidemiologia e Prevenzione 2019; 43 (1) Suppl 1:1-120., https://www.istat.it/it/archivio/228071 (a) Per i nati prima del 1952, il livello di istruzione basso include al massimo la licenza elementare, il medio si riferisce alla licenza media e il livello alto include quanti hanno conseguito almeno un diploma di scuola superiore. Per i nati dal 1952, i tre livelli di istruzione si riferiscono rispettivamente a licenza media, licenza superiore e laurea.
La patologia diabetica e alcuni aspetti della qualità della vita Il diabete può compromettere non solo lo stato di salute fisico, ma incidere in modo rilevante anche sul benessere psichico. Ciò accade soprattutto quando la patologia diabetica non è ben trattata, come il caso del diabete scompensato, o perché il diabete si associa spesso ad altre patologie che peggiorano complessivamente anche lo stato di salute mentale, con sindromi depressive o disturbi di ansia. L’Indice di salute mentale (MH), calcolato sulla base del questionario SF362, è uno strumento psicometrico che indaga su quattro principali dimensioni: ansietà, depressione, perdita del controllo comportamentale/emozionale e benessere psicologico. L’indice presenta valori
sempre più bassi tra le persone che dichiarano di soffrire di diabete, ad indicare un peggioramento dello stato di salute mentale rispetto al resto della popolazione. La figura 9 mostra infatti che le curve sia degli uomini che delle donne con diabete sono traslate in basso, di oltre 6 punti medi rispetto ai punteggi che si riscontrano nella popolazione in generale. Tra i più giovani, dai 15 ai 44 anni, si osserva il gap maggiore, il punteggio medio si riduce di 7,5 punti tra coloro che dichiarano di avere il diabete rispetto al totale della popolazione della stessa fascia d’età, sia per gli uomini che per le donne. All’aumentare dell’età le differenze tra i punteggi medi si riducono, più marcatamente tra le donne ultrasettantacinquenni (3,2 punti in meno).
Figura 9. Persone di 15 anni e oltre per Indice di salute mentale e presenza di diabete, per genere e classi di età. Anno 2019, valore medio dell’Indice Mental Health
Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana
La presenza del diabete peggiora molte delle dimensioni della qualità della vita. Il giudizio sulla soddisfazione della vita nel suo complesso mostra una tendenza nettamente più sfavorevole nella popolazione con diabete rispetto al totale della popolazione. La quota di quanti dichiarano elevata soddisfazione nella vita tra i diabetici, ovvero che danno un punteggio superiore a 7 in una scala da 0 a 10, si riduce di circa 10 punti nella popolazione di 14 anni e più (33,4% vs 43,3%) e di contro è più alta la quota di chi riporta uno scarso grado di soddisfazione (24,7% vs 14,2%), ovvero assegna un punteggio che non raggiunge il 6. Nella popolazione anziana la dinamica è simile anche se la distanza tra i due gruppi si attenua leggermente. Ma il giudizio più severo, testimoniato da differenziali molto più elevati, è il livello di soddisfazione per la propria salute 2
che tra le persone diabetiche registra una quota inferiore di oltre 30 punti percentuali tra le persone che si ritengono molto soddisfatte. Oltre la metà delle persone con diabete si dichiara scarsamente soddisfatta della propria salute a fronte di circa un quinto nel complesso della popolazione. Emergono invece differenziali di gran lunga più contenuti nel caso degli aspetti relazionali con gli amici e i familiari per i quali il livello di soddisfazione si mantiene elevato anche nella popolazione affetta da diabete. Analogamente la presenza del diabete non sembra compromettere in modo significativo i livelli di soddisfazione per il tempo libero o per la situazione economica, essendo contenute intorno al 5% le differenze rispetto al complesso della popolazione (Prospetto 2).
L’Indice di salute mentale (Mental Health Index) fa riferimento alla scala di tipo psicometrico del questionario SF36 relativo alla qualità della vita correlata alla salute fisica e mentale (Health Related Quality of Life HRQoL).
65
Prospetto 2. Persone di 14 anni e più e persone di 65 anni e più per grado di soddisfazione nei vari ambiti di vita e presenza di diabete. Anno 2019, tassi per 100 persone
GRADO DI SODDISFAZIONE NEI VARI AMBITI DI VITA
Popolazione complessiva di 14 anni e oltre
Popolazione con diabete
di 65 anni e oltre
di 14 anni e oltre
di 65 anni e oltre
38,6 88,8 74,1 63,3 68,5 60,3
33,4 85,0 70,1 49,0 62,5 49,8
31,3 85,0 67,5 44,5 61,8 52,3
18,3 9,5 24,2 35,1 29,7 38,4
24,7 12,9 27,9 49,2 35,4 48,8
26,6 12,9 30,4 53,7 36,0 46,2
Elevato Per la vita nel suo complesso (a) Per le relazioni familiari (b) Per le relazioni amicali (b) Per la salute (b) Per il tempo libero (b) Per la situazione economica (b)
43,2 89,7 82,3 80,2 68,0 56,5 Scarso
Per la vita nel suo complesso (c) Per le relazioni familiari (d) Per le relazioni amicali (d) Per la salute (d) Per il tempo libero (d) Per la situazione economica (d)
14,2 8,6 16,0 18,2 30,2 42,1
Fonte: Istat, Indagine sugli Aspetti della vita quotidiana (a) Punteggio 8-10 su una scala da 0 a 10 (b) Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiara “molto o abbastanza soddisfatto” (c ) Punteggio 0 -5 su una scala da 0 a 10 (d) Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiara “per niente o poco soddisfatto”
66
Il diabete nelle regioni Le regioni italiane offrono un quadro disomogeneo in termini di assistenza e gestione Alessandra Burgio, Lidia Gargiulo ISTAT
Lucia D’Angiolella PhD, in Public Health
• In Italia, nel 2019 si è stimata una prevalenza del diabete pari al 5,8% della popolazione (vale a dire oltre 3,5 milioni di italiani). La prevalenza è mediamente più bassa nelle regioni del Nord, rispetto a quelle del Centro, del Sud e delle Isole • Rispetto agli anni precedenti stiamo assistendo ad una crescita costante dei soggetti diabetici. Ciò potrebbe essere dovuto, almeno in parte, all’aumento di quella quota di popolazione più a rischio di malattie croniche, vale a dire la popolazione anziana: oltre 13 milioni di italiani ha più di 65 anni. La Regione italiana con più giovani ad oggi è la Campania • Un altro fenomeno a cui stiamo assistendo e che può aver contribuito alla crescita del diabete è l’aumento, sebbene ad un ritmo sempre più basso rispetto agli anni precedenti, dell’aspettativa di vita. L’Italia si attesta tra i Paesi con la speranza di vita più alta del mondo. Le condizioni di sopravvivenza più favorevoli in Italia si riscontrano nella PA di Trento, mentre le Regioni del Sud, soffrono di una speranza di vita alla nascita più bassa • Tra i fattori di rischio di maggiore rilevanza non solo per la salute in generale, ma soprattutto per la patologia diabetica compaiono obesità e sedentarietà. Sebbene in Italia il 35,0% della popolazione pratica sport, a livello territoriale c’è un’attitudine alla pratica sportiva tra le Regioni molto differente: al Nord una quota più elevata di persone pratica sport in modo continuativo (26,6%), rispetto alle regioni meridionali (con Campania e Sicilia tra le Regioni con la quota in assoluto più bassa di persone che praticano sport. • Lo stile di vita si riflette sullo stato di salute anche dei soggetti più giovani e sebbene nel corso degli anni il divario tra Nord e Sud sia diminuito, le regioni del Sud continuano a mostrare prevalenze di obesità infantile ben al di sopra della media nazionale.
• Nonostante i progressi terapeutici, in Italia ancora più di 20.000 persone muoiono ogni anno a causa del diabete. Tra il 2000 ed il 2017 il tasso di mortalità nei maschi è aumentato per effetto dell’invecchiameto della popolazione (da 32,8 a 35,2 anni, ogni 100.000 abitanti). La distribuzione territoriale della mortalità mostra valori più elevati nel Centro-Sud e nelle Isole, mentre nella PA di Bolzano (con un tasso standardizzato di 18,3 e 12,2 ogni 100.000, per maschi e femmine rispettivamente) costituisce il valore di riferimento. • Se i numeri della mortalità non sembrano rassicuranti, i tassi di ospedalizzazione per diabete non controllato, diabete con complicanze e amputazioni degli arti inferiori mostrano valori più bassi rispetto agli anni precedenti. Ciò può delineare una migliore efficienza dell’assistenza sanitaria e dei servizi territoriali ed un ricorso all’ospedalizzazione più appropriato. Nel 2018, il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato si attesta intorno a 10,79 dimissioni (per 100.000 abitanti), rispetto al 14,61, nel 2014; anche il tasso di ospedalizzazione per diabete con complicanze è diminuito rispetto al 2014 (passando da 31,33 a 28,96 dimissioni, per 100.000 abitanti)
69
I Abru In Ab zzo il 6,8% 6 8% d delle ll persone sii dichiara di hi di dia abetico. b i L’Ab L’Abruzzo è una regione i con una p prevalenza dell’obesità infantile e del s alla media naazionale. Il tasso di osp ze e per amputazione dell’arto inferiore diabete superiori pedalizzazione per diabete con complicanze è peggio ore rispetto alla mediaa nazionale. Nel 2017 il tasso standardizzato di mortalità nelle fem mmine è lievemente più alto del dato medio na azionale. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIAB BETICHE
88.80 03
1.305.770 abitanti 296.491 abitanti 69 710 abitanti 69.710
ABRUZZO ZZO AQ) Provincia dell’Aquila (AQ) ILA L’AQUILA
TURA DELLA POPOLAZIONE STRUTT
12,2% giovani (00-14 anni)
LL’’Abruzzo si colloca in linea con la media nazionale di speranza di vita alla nascita per i maschi (81,2), mentre per le femmine i. presenta una media leggermente superiore (85,7 contro 85,4 anni).
24,2% anziani (65 anni eed oltre)
63,5% adulti d l i (15-64 (155 64 anni)i)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABET TICHE
4,7%
6,8%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBESI (%) 28,0
5,8%
27 2 27,2
26 0 26,0
22 3 22,3 15,0
13,0 13,0
2000
11,4
2019 2010
Abruzzo
Italia
30,6
27,5 26,6 6,6
56 35 3 35,6 35,3 29 4 29,4
2015
Italia
8,97 10,79
70
2015
2014
35,13 28,96
11,73 13,70
30,16 30,51
13,85
30,81 31,33
14,61 Diabete non controllato
Abruzzo
Diabete con complicanze
Italia
2016
2017
2016
55 65 65,5
65,0 65 0
63 2 63,2
63,6
2018
2019
Italia
Abruzzo
TASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE (maschi e femmine x 10 00.000)
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
62,7 27
62,2 62,2
62,1
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
64,5 64 45
63,5 3,
63 8 63,8
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Abruzzo
2014
Obesi
CONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (DDD/1000 abitanti/die pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
Praticano sport in modo continuativo
2012
Sovrappeso
8,2
20,69 13,66
36,5
35,6
32,8 35,2 31,2
26,8
24,33 24,8 24
Femmina F
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
25 4 225,4
19,73 14,03
34,0 35,2
34,0 33,7 33 7
31 3 31,3
26,3 ,
25 4 25,4
19,62 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maschio Femmina 2000
Abruzzo
Maschio
20155
Italia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si conccentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi ABRUZZO il Piano Nazionale sulla malattia diabete di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In A 3. è stato recepito con la D.G.R. n. 609 del 19 agosto 2013
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE ABRUZZO AT ATTINENTE AL DIABETE E L.R. 18 Agosto 2004, N.27 Modifiche ed integrazioni alla L.R. 48/1988: No orme di attuazione della legge 16.3.1987, n° 115 recante: Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito Circolare Direzione Sanità Servizio Assistenza Farmaceutica N.19498/13//2756 del 22.10.2003 ‘Lantus insulina glargine’ D.M. 4 agosto 2003 Legge Regionale n. 37 del 2 luglio 1999 Piano Sanitario Regionale 1999 - 2001 9 n. 28, recante disposizioni per la prevenzione e cura del diabete mellito Legge Regionale n. 109 del 16 novembre 1999 Mo odifica alla l.rr. 14.5.1999 ali 15 giugno 1988, n. 48 e 16 settembre 1998, n. 85 concernenti le Legge Regionale n. 28 del 14 maggio 1999 Modiffica delle Leggi Regiona norme per l’attuazione della Legge 16 marzo 1987, n. 115, recante disposizion ni per la prevenzione e cura del diabete mellito Legge Regionale N. 85 del 16 settembre 1998 - Modifica alla L.R. 15 Giugno 1998 n. 48 concernente Norme di attuazione della Legge 16 marzo 1987, n. 115, recante disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito 988, nº 48 concernente << norme di attuazione della legge 16 marzo Legge Regionale N. 32 del 27 luglio 1993 - Modifiica della LR 15 giugno 19 t 1987, n. 115, recante disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito>> Legge Regionale N. 35 del 11 aprile 1990 - Norme per la tutela della salute e del benessere psicofisico della donna partoriente e del neonato Legge Regionale 15 giugno 1988, n. 48 - Norme di attuazione L.16/ 6/3/87, n.115 del 840/1997 Te Tetti erogazione presidi per autocontrollo TA del diabete” Decreto n. 75 del 5 luglio 2016 - Approvazione del documento tecnico “PDTA
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regio onale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Abruzzo.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle sp pese grazie al quadro legislativo nazionale.
71
Fonti: ISTA TAT annuario statistico 2019 ISTA TAT indicatori demografici 2020 ISTA TAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 20 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 202
Il 6,7% dei lucani è colpito da diabete. La prevalenza del diabete e dell'obesità infantilee nella regione sono superiori alla media nazionale. Il consumo di farmaci antidiabetici è aumentato dal 2015 al 2019. Il tasso di ospedalizzazione .e per diabete complicato e diabete con complicanze è aumentato negli ultimi anni. Il tasso stand dardizzato di mortalità per diabete è superiore alla media nazionale in entrambi i sessi.
556.934 abitanti 360.936 abitanti 66.495 abitanti
BASILICA ATA Provincia di Potenza (PZ) ( POTEN NZA
37.856
N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
11,7% giovani (0-14 anni)
In Basilicata l’età media della pop polazione è di 46,1 anni, un valore poco superiore alla media m nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita risulta inferiore alla media italiana, c per le femmine (84,8 vs 85,4) sia per i maschi (80,4 vs 81,1) che
23,5 % anziani (65 anni ed oltre)
64,8% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,5%
6,7%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
5,8%
27 3 27,3
26,0
25,0
14 0 14,0
2000
23,9
13,4 3,
13,0 13,0
2019
8,6
2010
Basilicata
Italia
2012
Sovrappeso
2014
2016
Obesi
CONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI (DDD/1.000 abitanti/die e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%) 51,4
35,,6 35 6
29,4 19,6
26 6 26,6
Praticano sport in modo continuativo
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Basilicata
19,86 28,96
9,87 13,70
17,88 30,51 16,88
12,54
31,33
14,61 Diabete non controllato
Basilicata
74 74,3 43
Diabete con complicanze
Italia
62,7 27
2016
2017
Basilicata
10,79
2014
62,2 62,2
Italia
12,04
2015
6 62,1
2015 5
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
74,6 4
74,5
63 2 63,2
63 6 63,6
2018
2019
Italia
TASSI A STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
72
71 6 71,6
22,9 61 6,1
2018
7 2 70,2 70
10,83 13,66
44,0
41,0 399,7 97 32 8 32,8
40,0 , 35,6
36,0
31 2 31,2
33,7
40 6 40,6
37,5
35,2 36,3
26,8
24,8
25,4 ,
Femmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
14,10 14,03 10,92 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maschio Femmina 2000
Basilicata
Maschio
20115
Italia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diiabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prrevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In BASILICAT ATA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato recepito o con la Deliberazione della Giunta Regionale n.136 del 14 febbraio 2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE BASILICAT ATA AT ATTINENTE AL DIABETE Determinazione Dirigenziale, Listino Assistenza Sanitaria Integrativa Regionale (A.S.I.R.) del 9/10/2017
Delibera n. 430 del 19 Maggio 2017 Integrazioni DGR n.452 del 29 Aprile 2016 Delibera n. 451 del 29 Aprile 2016 Linee guida per la prescrizione dispositivi per auttocontrollo domiciliare glicemia Delibera n° 1565 del 1° dicembre 2015 su adozione del Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con Diabete Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con Diabete Erogazione presidi diagnostici e terapeutici per la prevenzione e la cura del dia abete mellito Legge di stabilità regionale 2015 Delibera N. 755 del 24/06/2014 Legge regionale concessione Microinfusore Modello concessione Microinfusore Delibera di Giunta n. 761 del 24 GIU. 2014 Approvazione Linee Guida Regionali per la Promozione della Salute nelle scuo ole Somministrazione dei farmaci a scuola - firma protocollo tra USR, regione, ASP E ASM u "Piano per la malattia diabetica" Recepimento accordo Stato - Regioni del 6 dicembre 2012, Rep.Atti n.233/CSR, su ncolante Delibera 968 del 05/07/2011 - Assistenza sanitaria integrativa regionale - Direttiva vincolante Legge 289/90 - Indennità di frequenza per i minori invalidi besità, celiachia, disturbi per l'acc l'accrescimento Protocollo per il sostegno alle patologie croniche dell'età evolutiva: diabete, obesità, Terapeutico Assistenziale del paziente diabetico Percorso Diagnostico Te Accordo di programma tra l'Università di Roma To Tor Vergata, l'IBDO e la Regione Basilicata ilicata Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunita’ a’ 2011 - 2014 Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunita’ a’ 2012 – 2015 Ammalarsi meno, curarsi meglio. Schema di accordo da sottoscriversi tra regione Basilicata - federfarma regionale ale e adf regionale Distribuzione per conto dei farmaci e per la erogazione presidi per diabetici
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in Basilicata.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
73 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
Provin ncia Autonoma
Bolzano Il 3,4% delle persone che vive nella P. P.A. di Bolzano si dichiara diabetico: è tra le prevalenze più basse risccontrate in Italia. Anche per l’obesità infantile si riscontra il dato di prevalenza più basso d’Italia. Il consumo di farmaci per il diabeete è il più basso in Italia: 41,2 DDD /1000 abitanti / die. Il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato è molto altto rispetto al dato italiano, mentre il tasso per amputazione dell’arto inferiore è rimasto costante negli ultimi anni. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
P.A. di BOLZANO (BZ) BOLZANO
18.015
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
15,6% giovani (0-14 anni)
532.080 abitanti 107.407 abitanti
I tassi di mortalità sono i più bassi d'Italia, sia per i maschi che per le femmine. La % di soggetti che pratica sport in maniera conttinuativa è la più alta d'Italia.
19,8% anziani (65 anni ed oltre)
64,6% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
1,1%
3,4%
3,8%
2000
BAMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBES SI (%)
5,8%
13,0
11,0
2019
4,0 ,
Italia
2,4 ,
2014
2012
Sovrappeso
12,2 12 4,0 ,
30 3,0
2010
PA Bolzano
13,4 13 4
2016
Obesi
CONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (DDD/1.000 abitanti/die pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%) 42,4 32,3 26 6 26,6
35,6
29,4
13,7 11,5
8,4 Praticano sport in modo continuativo
Praticano sport in modo saltuario
PA Bolzano
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
74
2015
2014
30,18
23,44 30,51
13,70 33,76
23,83 31,33
14,61
PA Bolzano
42 8 42,
40 40,6 06
40 8 40,8
40,6 4 0,6
2017
2 2018
2015
Diabete con complicanze
Italia
2016
PA Bolzano
27,24 28,96
29,75 10,79
Diabete non controllato
62,7
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
, 62,2
63,2 32
62,1
2019
Italia
35,2
35,6
32 8 32,8
31 2 31,2
33 7 33,7
26,8
10,57 155,8
16,2
17 8 17,8
Maaschio Femmina 2000
PA Bolzano
24,88 24,
Maschio
11 2 11,2
Femmina
2015
Italia
25 4 25,4 18,3 8,3
16 2 16,2 98 9,8
9,95 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
2 41 4 1,2
TA ASSI STA TANDARDIZZAT ATI DI MORTA TALITÀ P PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
10,58 13,66
14,03
63 6 63,6
12,2 ,
na Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. La Provincia Autonoma di Bolzano non ha ad oggi recepito il Piano Nazionale sulla Malattia diabetica. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE P.A. BOLZANO ATTINENTE AL DIABETE P.A. Bolzano – Alto Adige – Deliberazione della Giunta Provinciale del 27 settembre 2010, n. 1602 Approvazione dell’elenco aggiornato degli aghi per gli iniettori di insulina a penna per diabetici P.A. Bolzano – Alto Adige – Deliberazione della Giunta Provinciale 28 settembre 2009, n. 2408 Approvazione dell’elenco aggiornato delle strisce reattive per la determinazione della glicemia nel sangue per diabetici D.G.P. Bolzano 14 marzo 2005, n. 809 – Erogazione del materiale di medicazione e dei presidi terapeutici Delibera di Giunta Provinciale n° 793 del 18/7/2017 Criteri sull’acquisizione di sistemi di monitoraggio continuo della glicemia e sulla loro erogazione gratuita a favore delle persone affette da diabete Deliberazione della Giunta Provinciale n° 1546 del 22/12/2015 Approvazione del Piano Provinciale Prevenzione 2016-2018 della Provincia Autonoma di Bolzano e nomina dei membri del tavolo intersettoriale
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE A livello regionale non è ancora stato creato un coordinamento/federazione delle associazioni. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Trentino Alto Adige.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 L Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
75
In Calabria l’8,0% della popolazione si dichiara diabetico, il dato più elevato in Italia. Il conssumo di farmaci per il diabete è il piu elevato in Italia 84,4 DDD / 1000 abitanti / die. Il tasso di ospedalizzazione per diabete e non controllato è nettamente inferiore rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete mostraa un andamento in riduzione sia per i maschi che per le femmine, pur restando in entrambi i casi tra i più elevati in Italia. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
154.801
1.924.701 abitanti 354.851 abitanti 88.313 abitanti
CALABRIA Provincia di Catanzaro o (CZ) CAT ATANZA ARO
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
13,1% giovani (0-14 anni)
In Calabria il 51,1% della popolazione non pratica alcuna attività sportiva, un dato superiore alla media nazionale (35,6%). Solo il 19,4% della popolazione dichiara di praaticare spor sport in modo continuativo (media nazionale 26,6%).
22,1% anziani (65 anni ed oltre)
64,8% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
5,1%
8,0%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%) 28 0 28,0
5,8%
24,7 15,0
2000
25,0
24,6 16,2
14,5
11,7
2019 2010
Calabria
Italia
2012
Sovrappeso
2014
2016
Obesi
ONSUMO DI FARMA CO ACI ANTIDIABETICI DDD/1000 abitanti/die (D e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%) 51,1 51
19,4
26 6 26,6
24 8 24,8 47 4,7
Praticano sport in modo continuativo
76
31,09 28,96
8,82 13,70 9,06
2014
14,61 Diabete non controllato
Calabria
84,4
3,6 63,6 6
63 2 63,2
2017
2018
2019
Italia
talia Ita
6,35 10,79
2015
2016
Calabria
TASSI A STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
62,7 27
62,2 62,2
2015
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
84,0 ,
80,2 2
8 , 80,4
6 62,1
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Calabria
29,4
78,,8
35 6 35,6
Diabete con complicanze
Italia
57,0
16,75 13,66
26,81 30,51
15,49 14,03
28,85 31,33
13,02 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
48,9
46 1 46,1 377,6 76
32,8
49,8
42,4 31,2
Maschio Femmina
35 6 35,6
Maschio
33 7 33,7
39,4
35 2 35,2
39,5 ,
26,8
24 8 24,8
25 4 25,4
Femmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
2000
20115
Calabria
Itaalia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si co oncentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglio oramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In CALABRIA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato recepito con la Deliberazione della Giunta Regionale N. 89 del 19 giugno 2013 LEGISLAZIONE DELLA REGIONE CALABRIA AT ATTINENTE AL DIABET TE Decreto Commissario ad Acta n. 11 del 25 Gennaio 2018 – Rete Asssistenziale Diabetologica Integrata Te Territorio-Ospedale e Documenti di consenso della regione sull’erogazione dei presidi, prescrizione e gestione della terapia con microinfusore ed altre tecnologie, di indirizzo per la gestione del diabete gestazionale e di indirizzo per la gestione della gravidanza in donne con diabete pre-gestazionale tipo1 e tipo2 Decreto Commissario ad Acta n. 49 del 30 Gennaio 2018 – Modificche Linee Guida in materia di prescrizione e dispensazione a carico del SSR di dispositivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggeetti affetti da diabete Legge Regionale n. 50 del 22 Dicembre 2017 7 – Interventi per la realizzazione di soggiorni educativo-terapeutici nella Regione Calabria in favore di bambini,adolescenti e giovani con diabete mellito Decreto Commissario ad Acta n. 146 del 7 Novembre 2017 - Linee guida in materia ili prescrizione e dispensazione a carico del SSR di disposilivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggetti affetti da diabete TA per la Malattia diabetica nell’adulto ed in età pediatrica Decreto Commissario ad Acta n. 13 del 2 Aprile 2015 - Approvazione PDTA Decreto del Dirigente Tu Tutela della Salute e Politiche Sanitarie n. 7 719 del 2014 - Recepimento inserimento del bambino, adolescente e giovane con Diabete in ambiente scolastico DPRG Regione Calabria n. 89 del 13 Giugno 2013 – Adozione Piano o Nazionale Diabete
Decreto Regione Calabria n. 18705 del 22/12/2006 – Prescrizione, a carico c de l SSR delle specialità medicinali i nsuli na glargine – insuline detemir – rosiglitazone – pioglitazone – rosiglitazone + metforrmina
Lettera circolare del 18/05/2005 n. 8890 – E rogazione grat uita p residi per diabetici Lettera circolare del 13/04/2005 n. 5665 – E rogazione presidi per diaabetici Lettera circolare del 8/10/2003 – Ministero della Salute – Decreto 4 ag gosto 2003 in G.U. n.226 del 29 sett. 2003 Legge Regionale 3 aprile 1995, n. 9 – Piano Sanit ario regionale 199 95 /1997
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITT TTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete in Calabria è stato recepito dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone nel 2011
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale L’accesso alla prescrizione dei nuovi farmaci è vincolato all’inserimento nel Prontuario Terapeutico Regionale .
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Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
La Campania detiene il primato della prevalenza dell’obesità infantile in Italia (35,4%). La pre reva alenza delle persone che dichiarano di essere diabetiche (6,2%) pur essendo superiore alla media nazionale (5,8%), non è così elevata come in altre regioni del Sud (es. Calabria 8,0%). È leggermente migliore rispetto ai dati nazionali il tasso di ospedalizzazio one per diabete non controllato. Il tasso standardizzato di mortalità è in aumento sia per i maschi che per le femmine e resta il peggior dato in Italia per e. entrambi i sessi. CAMPA ANIA 5.785.861 abitanti N° DI PERSONE CHE DICHIARANO Provincia di Napoli (NA) 3.082.905 abitanti DI ESSERE DIABETICHE 962.589 abitanti NAP POLI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
358.202
14,3% giovani (0-14 anni)
La Campania è la regione più “giovanee” con un’età media di 43,0 anni (45,7 la media nazionale), ma è anche il territorio dove la speranza di vita è minore (per i maschi: 79,7 anni, contro una media nazionale di 81,1 anni e per le femmine: 83,9 anni, contro una media nazionale di 85,3 anni).
19,2% anziani (65 anni ed oltre)
66,5% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,3%
6,2%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%) 27,2 27,2
28 2 28,2
5,8%
28,6 26,2 21,5 ,
20 6 20,6
2000
19,2 , 13,2
2019 2010
Campania
Italia
2012
2016
2014
Sovrappeso
Obesi
CO ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI (D e pesate) DDD/1000 abitanti/die
ATTIVITÀ FISICA (%) 51,7 35 6 35 27 0 29,4 27,0
26 6 26,6 16 5 16,5 48 4,8 Praticano sport in modo continuativo
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Campania
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
78
29,99 30,51
10,58 13,70
28,60 31,33
11,59
14,61 Diabete non controllato
Campania p
62,2 ,
Diabete con complicanze
Italia
71,2 62 7 62,7
2016
2017
Campania
30,42 28,96
10,79
2014
62,1
Italia
7,78
2015
0 70,2
2015
72,0 2
74,1
3 63,2
63 6 63,6
2018
2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
69,2
15,62 13,66 16,03 14,03
58,3
58 0 58,0
58,8
56 3 56,3
53,3
4 47,8 32,8
31,2
51,9
49,6
35 6 35,6
35 2 35,2
33 7 33,7 26,8
24 8 24,8
25 4 25,4
Femmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
13,75 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maschio Femmina M 2000
Campania
Maschio
20015
IItalia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In CAMPANIA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato recepito con la D.C.A n. 26 del 3 giugno 2014. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE CAMPANIA ATTINENTE AL DIABETE Legge Regionale N.9 del 22 Luglio 2009 -“Disposizioni in attuazione della legge 16 marzo 1987, n. 115 relativa alla prevenzione e alla cura del diabete mellito” Proroga del progetto a scopi educativi-riabilitativi per pazienti affetti da diabete di tipo 1 7 ottobre 2005 - Deliberazione N. 1277 - Area generale di Coordinamento N. 20 - Assistenza Sanitaria Linee Guida Regionali per l’assistenza al diabete in età pediatrica 16 gennaio 2004 - Deliberazione N. 37 Linee di indirizzo Regionali e Circolari applicative 2003-2004 D.M. del 04.08.2003 Specialità medicinale Lantus Insulina glargine Decreto dell’Assessore alla Sanità n. 832, del 27/11/2002 Modalità di concessione presidi diagnostici e terapeutici ai pazienti diabetici: legge 115/87 Circolare n.05/99 del 03/11/1999 Presidi diagnostici e terapeutici di cui agli artt. 3-4 L.115/87 D.G.R.4989 del 26/06/1997 Prestazioni diabetologiche riguardanti la prevenzione e la diagnosi precoce delle complicanze del diabete mellito. Legge 115/87 Recepimento allegata circolare Circolare n.11/95 del 10/05/1995 Presidi diagnostici e terapeutici di cui agli artt. 3-4 L.115/87 Circolare n.10647 del 16/07/1991 Chiarimenti sulla circolare 5054/90 per l’erogazione di reflettometri Circolare n.5054 del 03/03/1990 Presidi diagnostici e terapeutici di cui agli artt. 3-4 Legge 115/87 Decr. 87/2013 Accordo per la medicina Generale con Gestione Integrata Diabete Decr. 159/2013 Commissione campi scuola Del 1168/2005 Linee di indirizzo di organizzazione della diabetologia Decreto n. 14 del 13 gennaio 2017 costituzione della commissione diabetologica regionale ai sensi dell’articolo 4 della L.R. N.9/2009 Decreto n. 330 del 6 luglio 2016 determinazione del fabbisogno di Centri Diabetologici per il secondo livello assistenziale pubblici e privati per l’assistenza al paziente diabetico Decreto Regionale del commissario ad Acta n.24 24/1/2020 Tecnologie applicate alla cura del diabete mellito: percorso prescrittivo monitoraggio e gestione dei flussi Delibera della Giunta Regionale n.98 del 28/2/2017 Presidi diagnostici e terapeutici per i pazienti affetti da diabete. Provvedimenti Decreto del Commissario ad Acta n.35 del 8/8/2017 Interventi tesi a migliorare l’appropriatezza organizzativa dei Ricoveri Ospedalieri: linee guida per l’attuazione dei percorsi ambulatoriali complessi e coordinati (PACC Diabete) DCA 48 del 28/06/2019 Modalità di distribuzione presidi per diabetici e relativi prezzi DCA 5 del 25/01/2018 Rete regionale Centri assistenza diabetologica II livello- Modifica ed integrazione del DCA 51 del 7.11.2017 DCA 51 del 07/11/2017 Rete regionale Centri assistenza diabetologica II livello DCA 48 del 04/07/2014 PERCORSI DIAGNOSTICO-TERAPEUTICI INTEGRATI OSPEDALE – Territorio per la gestione del piede diabetico
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato riconosciuto in Campania. Lettera Dirigenza180/01/2011.
ACCESSO ALLE CURE In Campania non ci sono restrizioni regionali per il rimborso di strisce e glucometri per l’auto-monitoraggio per i pazienti con diabete di tipo 2 (ad esempio pompe di insulina e accessori) ma esistono raccomandazioni della Commissione Diabetologica che ricalcano le linee guida AMD SID come es PDTA ASL NA 1.
79
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Emilia Romagna la prevalenza di persone che dichiarano di essere diabetiche è del 5,2%. Il tasso stand dardizzato di mortalità per diabete resta al di sotto della media nazionale per entrambi i sessi. Tuttavia bisogna segnalare tassi di ospedalizzazione per diabete non controllato e diabete con complicanze molto più elevati risspetto alla media italiaana. L’Emilia Romagna è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile inferiore alla media nazionale. n N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,9 % giovani (0-14 anni)
In Emilia-Romagna il 41,2% della popolazione dichiara di praticare sport continuativamente o saltuariamente (m media nazionale 35,0%) mentre il 28,9% non pratica alcuna attività fisica (mediaa nazionale 35,6%). 6) e per le femmine (85,7) risulta La speranza di vita per i maschi (81,6 L'ètà media (46,4) poco più elevata rispetto alla media nazionale. n risulta anche essa superiore rispetto alla media nazionale (45,7).
24,1% anziani (65 anni ed oltre)
63,0 % adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,3%
5,2%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
5,8% 22,1 21
20,1
2000
2019
8,6
77 7,7
2012
6 6,2
2014
Sovrappeso
Italia
21,0
20,9 20,9
72 7,2
2010
Emilia Romagna
4.467.118 abitanti 1.017.806 abitanti a bi i 390.625 abitanti
NA EMILIA ROMAGN O) Provincia di Bologna (BO BOLOGNA
230.895
2016
Obesi
ONSUMO DI FARMA CO ACI ANTIDIABETICI DDD/1.000 abitanti/die (D e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%) 30,8
28,9 35,6
29,7 29,4
26,6
10 4 10,4
Pra raticano sport in modo continuativo
8,4
Pra raticano sport in modo saltuario
Emilia Romagna
80
2015
59,1 9
2016
28,96 23,89
13,70 24,45
39,19
13,71 13,83
31,33
14,61 Diabete non controllato
13,79 14,03
Diabete con complicanze
Italia
Amputazione arto inferiore in ppazienti diabetici
63,6
60,8 0
61,2 1
61,5
2017
2018
2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZ ZAT ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
15,32 13,66
35,80 30,51
63 63,2 32
62,7 ,
Emilia Romagna
37,79
20,72
Emilia Romagna
58,,7
Italia
10,79
2014
62,2 62,2
2015
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
62 1 62,
35,6
32 8 32,8 233,4
31 2 31,2
26,8
20,5
M Maschio Femmina
35,2 33 7 33,7
30,7 18,9
Maschio
2000
Emilia Romagna
Femmina
2015
Italia
29,0
26,5
25 4 25,4
24 8 24,8 19,0 ,
18,0
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (NDP) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si co oncentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglio oramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In EMILIA ROMAGNA il Piano Nazionale è stato recepitto con D.G.R. n.540 del 23 aprile 2014. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA AT ATTINENTE AL DIABETE Scheda 321 del Prontuario Te Terapeutico Regionale: Piano Te Terapeutico regionale inibitori di SGLT LT2 (gennaio 2020) egionalizzato di Insulina Degludec e Insulina Scheda 255 del Prontuario Te Terapeutico Regionale: Piano Te Terapeutico re Degludec/Liraglutide (febbraio 2019) Scheda 278 del Prontuario Te argine e biosimilari (aprile 2016) Teraputico Regionale: valutazione Insulina Gla Scheda 230 del Prontuario Te Terapeutico Regionale: Piano Terapeutico re egionale incretine (15 maggio 2015) Linee guida del paziente diabetico (9 giugno 2017) alattia diabetica (18 settembre 2017) Delibera di Giunta 14566 ricostituzione comitato di indirizzo per la ma Piano Regionale della prevenzione (PRP) 2015-2018 Linee di indirizzo regionali per un uso appropriato dei dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autocontrollo nel Diabete Mellito (9 ottobre 2015) Teraputico Regionale: valutazione Lixisenatidee (luglio 2014) Scheda 227 del Prontuario Te Guida Clinico-Organizzative per il Management del Diabete Mellito” Circolare D.G. Sanità e Politiche Sociali 5 Settembre 2003, n.14 “Linee G Allegato Circolare D.G. Sanità e Politiche Sociali 5 Settembre 2003, Anaalisi comparata delle linee guida e dei rapporti di Te Technology assessment Circolare regionale n.35 1996 sulla concessione dei presidi ai diabetici.
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Emilia Romagna.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. In Emilia Romagna ci sono restrizioni per il rimborso di strisce e glucometri per l’auto-monitoraggio per i pazienti con diabete di tipo 2 (ad esempio pompe di insulina e accessori) o ad una soglia di reddito.
81 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Friuli Ve Venezia Giulia il 5,1% della popolazione dichiara di essere colpito dal diab bete. La regione ha una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso di ospedalizzazionee per diabete con complicanze è migliore rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è più basso nelle femmine ma si mantiene al di sotto della media nazionale, in entrambi i sessi.
60.929
N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
11,9% giovani (0-14 anni)
26,4% anziani (65 anni ed oltre)
61,7% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,1%
5,1%
3,8%
FRIULI VENEZIA GIULIA Provincia di Trieste (T TS) TRIESTE
In Friuli Ve Venezia Giulia l’età media della popolazione è di 47,8 anni, un valore sostanzialmente superiore allaa media nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita per i masschi (81,3) è poco superiore alla media italiana (81,1), mentre re le femmine registrano un valore (85,9) più alto rispetto alla media nazionale (85,4) .
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
5,8% 20,0
17,0
2000
2019
Italia
70 7,0
26,6
25,2
10,7 8,4 Praticano r sport in modo saltuario
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
62 2 62,2
56,,2
57,3 7
2015
14,77 10,79
2015
28,96
2014
23,39 30,51
13,03
24,67
14,61 Diabete non controllato
FriuliVe Venezia Giulia
31,33 Diabete con complicanze
Italia
2017
58,5
2018
2019
Italia
35,6
32 8 32,8
31 2 31,2
13,23
35,2 24 8 24,8
22,1
17 7 17,7
Maaschio Femmina
33 7 33,7
26,8
28,5 16,4
12,4
14,89 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
59,0 9
TASSI A STA TANDARDIZZ ZAT ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
15,93 13,66
14,03
63 6 63,6
63 2 63,2
58,4 8
FriuliVe Venezia Giulia
15,36
11,99 13,70
62,7 27
2016
28,00
82
2016
Obesi
62 1 62,
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
2014
35,6 29 4 29 29,4
FriuliVe Venezia Giulia
4,1
ACI ANTIDIABETICI CONSUMO DI FARMA (DDD/1.000 abitanti/diee pesate)
33,8
Praticano r sport in modo continuativo
6,7
2012
Sovrappeso
ATTIVITÀ FISICA (%)
30 1 30,1
19,1
18,2 18 2
5,0 2010
FriuliVe Venezia Giulia
1.211.357 abitanti 233.276 abitanti 203.234 abitanti
Maschio
2000
Venezia Giulia FriuliVe
Femmina
20155
Italia
27 0 27,0
25 4 25,4 14,8
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In FRIULI VENEZIA GIULIA il Piano Nazionale sulla malattia è stato recepito con la delibera di giunta n.1676 del 28 agosto 2015 è stato recepito con la delibera di giunta n.1676 del 28 agosto 2015. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA ATTINENTE AL DIABETE Delibera di Giunta del Comune di Udine n° 414 del 31/11/2017 Adozione del Manifesto Health City Institute “la salute nelle città: bene comune” 28 agosto 2015, recepito il piano nazionale sulla malattia diabetica DGR 6 agosto 2008 n.1588 Approvazione programma di educazione terapeutica risvolto al soggetto diabetico DRG 3/02/2006 n. 161 Modifiche alla DGR 125/2005 Modalità di erogazione a carico del SSR degli ausili per l’autocontrollo della glicemia a favore di pazienti affetti da diabete mellito Piano della prevenzione del 1 novembre 2005 “Prevenzione delle complicanze del diabete mellito LR 15 maggio 2002 n. 13 “Disposizioni collegate alle Legge finanziaria 2002” LR 27 giugno 1990 n. 28: Disposizione per la prevenzione e la cura del Diabete Mellito nella Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia LR 27 giugno 1990 n. 28 “Disposizione per la prevenzione e cura del Diabete mellito”
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in data 23 ottobre 2019 con la mozione N° 100 approvata all’unanimità da tutto il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. In Friuli Venezia Giulia ci sono restrizioni per il rimborso di striscee glucometri per l’auto-monitoraggio per i pazienti con diabete di tipo 2 (ad esempio pompe di insulina e accessori) o ad una soglia di reddito.
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
83
Nell LLazio N i il 5 5,6% 6% d della ll popolazione l i sii di dichiara hi di b ti diabetico. ll Lazio L i è una regione i con una prevalenza dell’obesità infantile superiore alla media nazionale, sia pure di poco. Il tasso di ospedalizzazione per amputazione e dell’arto inferiore in pazienti diabetici è tra i più bassi in Italia. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete, che nel 2000 era su uperiore alla media nazionale per entrambii i sessi, è diminuito negli ultimi anni,i pur rimanendo al di sopra della media nazionale sia nei maschi che nelle femmine. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
5.865.544 abitanti 4.333.274 abitanti 2 837 332 abitanti 2.837.332
LAZIO
325.014
Provincia di Roma (RM M) ROM MA
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
13,1%
22,0% anziani (65 anni ed oltre)
giovani (0-14 anni)
Il dato dell’età media del Lazio (45,4) ricalca approssimativamente quello nazionale (45,7). La speranza di d vita alla nascita per i maschi è pari a 81,4 anni, leggermente supeeriore alla media nazionale (81,1) e per le femmine è 85,5 vs 85 5,4.
64,8% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,6%
3,8%
5,6%
2000
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
Italia I li
39,7 39 7
Praticano r sport in modo continuativo
Praticano r sport in modo saltuario
Lazio
Ob Obeesi
62,1 2015
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
8,1
2016
2014
63,1 63 31
63 63,9 39
62,2 2
62,7 2
2016
64 0 64,0
64 64,5
63,2 63,2
63,6
Italia
9,19 10,79
29,78 28,96 26,01
12,35 13,70
30,51
14,38 14,61 Diabete non controllato
26,45
Italia
2018
2019
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
10,06 13,66
41,6
36,8
32 8 32,8
36,6 35,6
35,9 35,2
35,9
31 2 31,2
33 7 33,7 , 27,1 , 26,8
10,79 14,03
24 8 24 8 24,8 24,8
25 6 25,4 25,6 25 4
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
8,95 31,33
Diabete con complicanze
2017
Itaalia
Lazio
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
Lazio
201 12
S Sovrappeso
63,0 30
35,6 35
8,4
7,4
2014
9,4
10,1 ,
2010
23,1
26,1 , 29,4
26,7 , 26,6 26 6
84
21 7 21,7
CO ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI (D e pesate) DDD/1.000 abitanti/die
ATTIVITÀ FISICA (%)
2015
23,2
11,0 11
2019
Lazio L i
2018
25,0
5,8%
13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina 2000
Lazio
Maschio
Femmina
2015
Italia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. Nel Lazio il Piano Nazionale è stato recepito attraverso D.C.A n. 000121/2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE LAZIO ATTINENTE AL DIABETE Con Decreto del Commissario ad Acta 14 dicembre 2015, n. U00581 è stato approvato. Piano per la malattia diabetica nella Regione Lazio 2016-2018 Deliberazione della giunta regionale 2 marzo 2012, n. 71 «Percorso per favorire l’inserimento a scuola del bambino con diabete». Approvazione delle Linee d’indirizzo. Giunta Regionale Determinazione n. B05079 del 6/8/2012 “Linee di indirizzo regionali sulla prescrizione e gestione della terapia con i microinfusori” Documento sulla prescrizione e gestione della terapia con microinfusori della regione Lazio, individua in ciascuna ASL dei referenti per la Diabetologia con il compito di supporto e verifica della sua puntuale applicazione a livello territoriale. Determinazione n. B00991 del 18/3/213. “Linee di indirizzo regionali sulla prescrizione e gestione della terapia con i microinfusori-integrazioni” Determinazione del commissario ad acta n° 000121/del 2013 “Recepimento Piano Nazionale Diabete” DCA U00247 del 25 Luglio 2014 Programmi Operativi - Regione Lazio. Contiene un capitolo su case della salute e presa in carico paziente fragile e con patologie croniche I Determinazione G12315 del 2/9/2014 Gruppo di lavoro diabete, Il gruppo di lavoro, il cui obiettivo è di realizzare prima il Piano Regionale per la malattia diabetica, e quindi implementarlo, è costituito da: Area Programmazione rete ospedaliere, Area programmazione servizi territoriali, presidenti AMD, SID, SIEDP, OSDI, Coordinamento Associazioni Pazienti Diabetici “CLADIAB” Lazio SAN DCA U00474 7 ottobre 2015 Linee di indirizzo per la gestione a livello territoriale della presa in carico del paziente monitoraggio glicemico” Decreto del Commissario ad Acta 14 dicembre 2015, n. U00581. "Piano per la malattia diabetica nella Regione Lazio 2016-2018". Il piano è stato condiviso con le società scientifiche e le associazioni dei malati e ha come obiettivo quello di garantire una migliore programmazione e sistematizzazione su tutto il territorio dei servizi anche in base a quanto previsto dal Piano Nazionale Diabete Determinazione G08900 del 3/8/2016. “Linee prescrittive presidi monitoraggio glicemico” Determinazione G04919 del 13/4/2018. “Linee prescrittive presidi monitoraggio glicemico-Integrazioni e modifiche” Determinazione G07215 del 5/6/2018. “Linee prescrittive presidi monitoraggio glicemico-Integrazioni e modifiche” Determinazione 22 ottobre 2019, n. G14407. Strumenti e modalità per promuovere la Partecipazione delle organizzazioni dei cittadini nella programmazione e valutazione dei servizi sanitari regionali – Istituzione della Cabina di regia e modalità di registrazione delle Associazioni di tutela dei pazienti e dei loro familiari ai gruppi di partecipazione attiva. La Cabina di Regia presieduta dall’Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, dal Direttore Generale alla Sanità Renato Botti, è strutturata “10 Gruppi di Partecipazione Attiva” con cui viene istituzionalizzata la figura del “Patient Advocacy Facilitator” per la realizzazione degli interventi previsti. Tra i 10 gruppi di Partecipazione Attiva, si sottolinea la presenza del gruppo: Diabete e malattie metaboliche ed endocrinologiche Determinazione G15044 del 4/11/2019. “Linee prescrittive presidi monitoraggio glicemico-Integrazioni e modifiche” Determinazione 5 novembre 2019, n. G15092. Istituzione del "Centro di Riferimento regionale delle Sorveglianze dei fattori di rischio delle malattie croniche e degli stili di vita nella popolazione" il Centro di Riferimento regionale deve assolvere alle funzioni di Promozione della Salute e Prevenzione delle malattie croniche
In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei diritti della Persona con Diabete è stato sottoscritto da diverse ASL del Lazio.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. • Decreto Commissariale U00063 ratificato il 30.09.2009, vigente dal 01.10.2009, ed alle nuove procedu re di distribuzione dei presidi per diabetici approvate. • Nel Lazio non ci sono restrizioni per il rimborso se e come previste dal decreto commissario ad acta n° U0101 del 14/11/2011 «Materiale oggetto di assistenza integrativa per la malattia Diabetica».
85
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Liguria il 6,6% dei cittadini si dichiara colpito dal diabete, una prevalenza sostanziaalmente in crescita fra il 2000 e il 2019. o di ospedalizzazione per amputazione La Liguria presenta una prevalenza di obesità infantile inferiore alla media italiana. Il tasso dell’arto inferiore è peggiore rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di morttalità per diabete è al di sotto della media nazionale per entrambi i sessi. LIGURIA 1.543.127 abitanti N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE Provincia di Genova ((GE) 835.829 abitanti
101.885
GENO OVA
574 090 574.090
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
11,0% giovani (0-14 anni)
abitanti
Il dato dell'età media della Liguria (4 49,2) è superiore a quello nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita per i maschi (80,9 ) e per le femmine f (85,5) risulta quasi in linea con la media italiana.
28,6% anziani (65 anni ed oltre)
60,4% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,2%
6,6%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBES SI (%)
5,8% 22 5 22,5
20,0 20 0
2000
2019
Liguria
Italia
29,4
26 6 23 6 26,6 23,6
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
Italia
86
8,86 Lorem Lor re em m
28,96
27,14 31,33
14,61
Liguria
Diabete con complicanze
Italia
2016
50 8 50,
50 50,2 02
49 6 49,6
2016
63,6
63,2 32
2017
49,8 4 98
49 49,8
2018 2
2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZ ZAT ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
13,66
25,20 30,511
11,39 Diabete non controllato
2014
62,7 ,
15,05
16,43
10,79
13,70
2014
62,2 62,2
Liguria
13,43
2015
62 1 62,
2015
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
Obeesi
33 3 33,3
8,4
Praticano r sport in modo saltuario
Liguria
2012
Sovrappeso
5,0
35,6
34,1
Praticano r sport in modo continuativo
2010
7,4
ACI ANTIDIABETICI CO ONSUMO DI FARMA (D DDD/1.000 abitanti/diee pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
9,0
69 6,9
9,0
21,7
20,7 20 7
17,49
31,33 32,8 31, 32 8
31 2 31,2
31 7 31,7
35,6 24 7 26,8 24,7
26,7
30,0
33,3 35,2
33 7 33,7 24 8 24,8 19,6
14,03
22,5
25 4 25,4
17,69 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina 2000
Liguria
Maschio
Femmina
2015
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. La Liguria ha recepito il Piano Nazionale sulla malattia diabete con la Legge regionale n. 27 del 9 agosto 2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE LIGURIA ATTINENTE AL DIABETE DGR 28 ottobre 2005 piano regionale della prevenzione 2005-2007 DD 22 30 settembre 2009 Piano sociosanitario 2009-11 D.G.R. 518/2012 redazione piano terapeutico Legge regionale 9 agosto 2013 N. 27 norme per la prevenzione, la diagnosi e la cura del diabete mellito Legge Regionale n°17 del 29.7.2016 “Istituzione dell’Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria (A.Li.Sa) Delibera n°59 del 23.6.2017 “Approvazione dell’accordo per la distribuzione di farmaci da parte delle farmacie pubbliche e private convenzionate in nome e per conto del SSR e per lo sviluppo della loro integrazione nella fornitura del servizio cup – web nelle Aziende socio sanitarie locali 1,2,3,4,5” 12.7.2017 Accordo tra A.Li.Sa e i rappresentanti delle sigle sindacali dei MMG sulla gestione dei pazienti affetti da patologia cronica, come previsto dal Piano Nazionale Cronicità Accordo Stato Regioni n°181 del 26.10.2017. Obiettivi di Piano Sanitario Nazionale 2017. Approvazione progettualità Delibera Giunta Regionale n°640/2018 - Rinnovo commissione diabetologica regionale DGR n°55/2019 – Approvazione accordi integrativi tra Regione Liguria, A.Li.Sa. e MMG per la gestione delle patologie croniche previste dal Piano Nazionale delle Cronicità Delibera Commissario Straordinario di A.Li.Sa n°43/2019 – Ridefinizione del gruppo di Coordinamento della Rete Regionale HTA e aggiornamento delle modalità attuative Delibera Commissario Straordinario di A.Li.Sa. n°179/2019 – Rinnovo accordo per la distribuzione di farmaci da parte delle farmacie pubbliche e private convenzionate in nome e per conto del SSR (DPC) e per la fornitura del servizio CUP-WEB della durata triennale a partire dal 1° giugno 2019 DGR n° 678/2019 – Approvazione della proposta di attivazione presso A.Li.Sa. della Struttura complessa “Programmazione sanitaria e Prevenzione” DGR n° 983 del 20.11.2019 – Accordo con le farmacie pubbliche e private convenzionate per l’erogazione di ausili e presidi per l’assistenza integrativa per pazienti diabetici Delibera Giunta Comunale di Genova n°372/2019 – Adozione del Manifesto “La salute nelle città bene comune” e adesione al programma C14*
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE A livello regionale non è ancora stato creato un coordinamento/federazione delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Liguria.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
87
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
IIn LLombardia b di il 5 5,1% 1% d della ll popolazione l i sii dichiara di hi di b i La diabetico. L Lombardia L b di è una regione i e con una prevalenza l d dell’obesità infantile inferiore alla media nazionale. Il consumo di farmaci antidiabetici è rimasto pressochè costante fra il 2015 ed il 2019. asso standardizzato di mortalità per Tutti gli indicatori di ospedalizzazione specifici sono peggiori rispetto alla media nazionale. Il ta m nazionale. diabete si è ridotto in entrambi i sessi fra il 2000 e il 2017 e resta saldamente al di sotto della media N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
506.109
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
13,4% giovani (0-14 anni)
22,8% anziani (65 anni ed oltre)
DIA LOMBARD Provincia di Milano (MI) MILANO
10.103.969 abitanti bitanti 3.279.944 aabitanti 1.396.059 aabitanti
Il dato dell’età media della Lombaardia (45,5) ricalca quello nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita peer i maschi (81,5) e per le femmine (85,9) è leggermente superiore alla meedia italiana.
63,8% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,3%
5,1%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBESI ESI (%)
5,8% 19,5*
2000
2019
7 2* 7,2*
60 6,0
2010
Lombardia
Italia
2014
25,0
62,,1
, 62,2
56,6 6
6 56,2
Pra raticano sport in modo saltuario
Lombardia
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
2015
2016
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
88
12,63 10,79
2015
17,92 13,70
2014
18,66 14,61 Diabete non controllato
Lombardia
40,22 28,96 47,04 30,51 48,40 31,33 Diabete con complicanze
Italia
2017
2 2018
2019
Italia
TASSI A STA TANDARDIZZ ZAT ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
14,49 13,66 15,90 14,03
56 56,8
56 5 56,5
5 56,4
Lombardia
Italia
63 6 63,6
63,2 32
62,7
10,7 8,4 Praticano sport in modo continuativo
2016
*Dati ASL Milano
Obeesi
35,66 35
32,2 29,4
26 6 26,6
4,5
ONSUMO DI FARMA CO ACI ANTIDIABETICI DDD/1.000 abitanti/die (D e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
32,0
65 6,5
20 012
Sovrappeso
19,2
17,1
18,5
32 8 32,8
35,6
31 2 31,2
266,5 , 21,7
35,2
33 7 33,7 26,8
25 3 25,3
24,88
23,7 16 7 16,7
16,1
24 5 24,5
25 4 25,4 16,0
16,92 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina 2000
Lombardia
Maschio
Femmina
2015
Italia
na Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattiaa Diabetica (PND) che definisce obiettivi, a prevenzione, la diagnosi precoce, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionalee. In Lombardia il Piano Nazionale è stato recepito il 31 ottobre dalla Giunta Regionale Lombarda ed è in fase di implementazione. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE LOMBARDIA AT ATTINENTE AL DIABETE Delibera di Giunta Regionale n. 2672 del 16/12/2019 – Determinazioni in ordine alla gesstione del Sistema Socio Sanitario Regionale per l’esercizio 2020. Delibera di Giunta Regionale n. 2019 del 31/07/2019 – Indicazioni in merito all’avvio e aal riordino dei PRESST e dei POT. Circolare Regionale n. G1.2019.0026283 del 18/07/2019 – Aggiornamento elenco Servizzi/UO di diabetologia autorizzati per i Piani TTeerapeutici di farmaci ed ausili per il controllo della glicemia. Delibera di Giunta Regionale n. 1694 del 03/06/2019 – Linee guida per l’attivazione e l’eevoluzione delle reti clinico-assistenziali e organizzative regionali. uzione per conto di ausili e presidi per i pazienti Delibera di Giunta Regionale n. 1300 del 25/02/2019 – Approvazione progetto “Distribu diabetici”. nale con le farmacie per la distribuzione dei Delibera di Giunta Regionale n. 796 del 12/11/2018 – Approvazione dell’accordo region farmaci del PHT. Legge gg Regionale g n. 23 del 11/08/2015 5 – Evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombaardo o; modifiche del Titolo I e II della L.R. n. 33 del 30/12/2009. Decreto Regionale n. 2749 del 09/04/2015 – Sviluppo della Rete Diabetologica e nomina del Comitato Esecutivo della rete. Delibera di Giunta Regionale n. 2565 del 31/10/2014 – Recepimento del Piano Nazionalle sulla Malattia Diabetica ed ulteriori indicazioni in ordine alla prevenzione e cura della malattia diabetica. Legge Regionale n. 33 del 30 Dicembre 2009 – Te Testo Unico delle leggi regionali in materiia di Sanità.
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Lombardia ma è stato sottoscritto dalla ASL di Bergamo.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese sulla base delle indicazioni riportate dal quadro legislativo nazionale.
89 Fonti: ISTAT Fonti:annuario statistico 2019 2020 ISTAT ISTATindicatori annuario demografici statistico 2019 2019 fisica ISTAT ISTATattività indicatori demografici 2020 Report salute Okkio ISTAT alla attività fisica 2019regionali 2016 di ricovero sull’attività Rapporto Okkio allaannuale salute Report regionali 2016 ospedaliero Dati SDO 2019 2019 ospedaliero Dati SDO 2019 Italia OSMED dei farmaci L’uso Rapporto annualeinsull’attività di ricovero Observatory Barometer Italian L’uso dei farmaci Diabetes in Italia OSMED 2019 2013 doveri della persona e dei Observatory dei diritti Manifesto IlItalian Barometer Diabetes 2013 con diabete - collana UTI 2020 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
Il 5,8% 5 8% % della popolazione si dichiara diabetic diabetico co nelle Marche Marche. La prevalenza del diabete diabette è cresciuta negli ulttimi anni fino mangono inferiori alla media nazionale. Pur in presenza a raggiugere il dato nazionale, mentre i numeri dell'obesità infantile rim di un consumo di farmaci nettamente inferiore rispetto alla media nazzionale negli ultimi anni si assiste ad un aumento progressivo del dato. I tassi di ospedalizzazione per diabete non contro ollato e per diabete con complicanze sono molto più bassi rispetto al dato nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità risulta in crescita c per i maschi e in diminuzione per le l femmine fra il 2000 e il 2017, ma comunque inferiore rispetto al dato nazionale. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
MARCHE Provincia di Ancona (AN) ANCONA
88.084
STRUTT TTURA DELLA POPOLAZIONE
12,4% giovani (0-14 anni)
1.518.400 abbitanti 469.750 abbitanti 100.282 abitanti
Le Marche presentano una età media (46,9) più alta di quella nazionale (45,7). La speranza di d vita alla nascita per i maschi (81,9) e per le femmine (86,1) risulta in entrambi i casi più alta della media nazionale, rispettivamentee 81,1 e 85,4.
25,1% anziani (65 anni ed oltre)
62,5% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,9%
5,8%
3,8%
SI (%) BAMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBES
5,8% 22,0 22 0
2000
2019
Marche
10,0
Italia
32 1 32,1
30 1 29,4 30,1
27,9 26,6
Praticano sport in modo continuativo
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
90
5,95
11,83 28,96
10,79
13,70 8,50
2014
Marche
30,51
31,33
11,95 13,83
8,17
14,61 Diabete non controllato
Diabete con complicanze
Italia
2012
Sovrappeso
Obesi
2016
2014
Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
63,2 32
63 6 63,6
55,3 5,
56,0 5 6
56,9
2017
2018 2
2019
2 62,2
62,7 ,
30 53,0
54,7 4 2016
2015 5
Marche
Italia
PER DIABETE TA ASSI STA TANDARDIZZAT ATI DI MORT RTALITÀ P maschi e femmine x 100.000) (m
16,55 13,66 12,26 14,03
11,52
8,13
2015
2010
78 7,8
74 7,4
62,1
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
9,0
21,5
35,6
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Marche
23,1 23 1
CONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (D DDD/1000 abitanti/die pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
9,8
23,0 ,
32 8 32,8
35,6
31 2 31,2
26,8
26 3 26,3 21,5
20,1
20,9
Maschio Femmina M 2000
Marche
Maschio
Femmina
2015
Italia
35,2
33 7 33,7 27,5 22,1
244,8 48
25 5 25,5
25 4 25,4 17 6 17,6
ina Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si co oncentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, oramento dei risultati, attraverso l'adozione la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglio ello regionale. Le Marche hanno recepito di programmi di gestione integrata delle malattie a live il Piano Nazionale sulla malattia diabete con la DGR 14 480 del 28.10.2013.
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE MARCHE AT ATTINENTE AL DIABETE LEGGE REGIONALE 24 marzo 2015, n. 9 Disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete mellito DGR 1480 del 28.10.2013 Recepimento PND D.G.R. 1356 del 20 settembre 2010. Attuazione atto di raccomandazione de el Ministro Istruzione e ricerca e del Ministro della otocollo di intesa “Piano integrato di accoglienza/ Salute sulla somministrazione di farmaci di orario scolastico - Approvazione Pro assistenza del bambino con diabete a scuola”. Decreto del Dirigente Servizio Salute N. 94/S04 del 06/05/2010 Assistenzza Integrativa Regionale e mellito. L.R. n. 1/2009. Nuove disposizioni in materia di prevenzione e cura del diabete Deliberazione della G.R. n. 838 ME/SAN del 18/04/2001. Attività di educazzione sanitaria per la prevenzione del diabete L.R. 38/87 – D.G.R. n. 2903/99 “Campagna regionale per la prevenzione e la cura del diabete mellito entri di diabetologia Legge Regionale 9 dicembre 1987, n. 38 - Organizzazione e disciplina dei ce e n. 540 del 15.07.2015 Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018 delibera di Giunta Regionale Piano socio sanitario Regionale 2020-2022
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito nella regione Marche.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. Il riferimento normativo regionale è il Decreto del Dirigente Servizio Salute N. 94/S04 del 06/05/2010.
91
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Molise il 7,6% delle persone si dichiara colpito dal diabete. Il Molise è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori alla media nazionale. Il dato più recente relativo all’ospedalizzzazione per amputazione dell’arto inferiore in pazienti diabetici è diminuito notevolmente rispetto agli anni precedenti, ma si ccolloca ancora sopra la media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete in confronto al 2000 è diminuito nelle femmine ma è aumentato nei maschi. Le persone che non praticano sport in Molise è ampiamente al di sopra della media nazionalle. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
23.053
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
11,2% giovani (0-14 anni)
302.265 abitanti 218 .8.679 abitanti 49.028 abitanti
MOLISE (C ) Provincia di Campobasso (CB) CAMPOBA ASSO
Il Molise presenta una età media (47,2) più alta di quella nazionale (45,7). La speranza di vita allaa nascita per i maschi (80,5) è inferiore alla media nazionale (81,1), mentre per le femmine (85,7) è leggermente superiore alla media it.ttaliana (85,3).
25,2% anziani (65 anni ed oltre)
63,6% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,0%
7,6%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
5,8%
27 0 27,0
26,5
1 14,3
14,8 ,
2000
24,9
24,4 15,8
2019
Molise
11,4
2010
2012
Sovrappeso
Obeesi
Italia
2014
2016
ACI ANTIDIABETICI ONSUMO DI FARMA CO e pesate) DDD/1000 abitanti/die (D
ATTIVITÀ FISICA (%) 53,0 35 6 35,6 20,9
29 4 29,4
26,6
19,8 6 3 8,4 6,3
Praticano sport in modo continuativo
Praticano sport in modo saltuario
Molise
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
92
20,14 28,96
12,35
Diabete non controllato
25,30 31,33 Diabete con complicanze
Italia It li
2016
64,7 4
65,6
65,9
62,7 2
63,2 3
63,6
2017
2018
2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 10 00.000) (m 38 8 38,8
36,0 32 8 32,8
31 2 31,2
14,03
38,3
35,6
21,01 30,51
15,68 14,61
M li Molise
62,2 2
Molise
19,41 13,66
22,10
13,70
2014
62 2,1
Italia
8,68 10,79
2015
63,4 3
2015
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
63 3,4
33 7 31 6 33,7 31,6
35,2
26,0 26,8
25 0 24,8 25,0 24 8
25 4 25 4 25,4 25,4
Femmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
35,1
20,60 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maschio Femmina 2000
Molise
Maschio
20115
Italiaa
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. Il MOLISE ha recepito il Piano Nazionale sulla malattia diabete c on la delibera della giunta regionale n. 914 del gennaio 2014.
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE MOLISE ATTINENTE AL DIABETE LR 20 dicembre 1989 n. 25 Norme per l’istituzione e la disciplina dei servizi regionali di diabetologia DGR n. 220 10 marzo 2009 Rinnovo comitato regionale diabetologia ai sensi della LR 20.12.1989 n.25 Decreto n.75 del 30 dicembre 2016 “Attivazione e gestione dei PDTAE. Approvazione Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) "Diabete tipo 2"
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Molise.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio Fonti:alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività ISTAT annuario statistico 2019di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso farmacidemografici in Italia OSMED ISTAT dei indicatori 20202019 Italian Barometer ISTAT attività fisicaDiabetes 2019 Observatory 2013 IlOkkio Manifesto dei diritti e dei doveri 2016 della persona con diabete - collana UTI 2020 alla salute Report regionali Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
93
5,4 cittadini su 100 si dichiarano diabetici in Piemonte. Il Piemontee è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile inferiore rispetto alla media nazionale. Anche la prevalenza del diabete nel 2019 è risultata leggermente inferiore a quella nazionale. Il tasso di ospedalizzazione per diabete non complicato e diabete con complicanze è nettamente inferiore in confronto al dato nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è abbastanza stabile nel sesso femminile ed è in aumento nel se.sso e. maschile. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
233.196
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,2% giovani (0-14 anni)
25,8%
4.341.375 abitanti 2.252.379 abitanti 870.952 abitanti
PIEMONTE P Provincia di TORINO (TO) TORINO
Il Piemonte presenta p una età media (47,3) più alta di quella nazionale (45,7), così come la % di soggetti con 65 anni ed oltre. La speranza di d vita alla nascita per i maschi (80,8) e le femmine (85,2) è poco più bassa della media italiana (rispettivamente 81,1 e 85,4).
anziani (65 anni ed oltre)
62,0% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,2%
5,4%
3,8%
AMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBESI (%) BA
5,8%
2000
2019
Piemonte
80 8,0
80 8,0
Italia
23,1
20,0
19,0
2010
2012
Sovrappeso
Obesi
18 4 18,4
70 7,0
4,7 2016
2014
CO ONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (D DDD/1000 abitanti/die pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
35,6 33,8
29,4
28,8
59,8
59,5 5
9 59,3
59,7 9
62,1
62,2 2
2 62,7
63 2 63,2
63 63,6
2015
2016
2017
2018
2019
9 59,2
27 4 26,6 27,4 9,9 8,4 Praticano sport in modo continuativo
Praticano sport in modo saltuario
Piemonte
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
Italia
Piemonte
TA ASSI STA TANDARDIZZAT ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
94
2015
2014
18,19
4,88
28,96
10,79
21,93
6,15
30,51
13,70 7,25
21,13 14,61
Diabete non controllato
Piemonte
31,33 Diabete con complicanze
Italia
Italia
10,43 13,66 11,39 14,03
35,6
32 8 32,8 25,88
31 2 31,2
26,8
24,4
35,2
33 7 33,7
29,3 21,2
29,5
27,7
24 8 24,8 18 8 18,8
25 4 25,4 20,9
13,15 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina
Maschio
Femmina
2000
2015
Piemonte
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si co oncentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglio oramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In I PIEMONTE il Piano Nazionale è stato recepito il 30.12.2013, dalla Giunta Regionale. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE AT ATTINENTE AL DIABETE D.D. 27 agosto 2010, n. 578 Regione Piemonte. Rinnovo gruppi di lavoro sulla riorganizzazione deell’assistenza diabetologica in Piemonte, nell’ambito del modello di gestione integrata del diabete fra ospedale e territorio. D.D. 11 agosto 2010, n. 555 Regione Piemonte. Impegno della somma di Euro 47.000,00 sul cap. 157813/2010 ed erogazione all’A.S.O. Ospedale Infantile Regina Margherita-S. Anna Torino quale contributo regionale per lo svolgimento dei campi scuola destinati a bambini e adoleescenti diabetici negli anni 2010- 2011, ai sensi della D.G.R. n. 21-13415 dell’1.3.2010. di To D.G.R. n. 61-895 del 25 ottobre re 2010 Regione Piemonte. Prezzo di rimborso dei presidi diagnostici e terapeutici per i cittadini diabetici. Modifica della deliberazione della Giunta regionale 28 novembre 2005, n. 123-1675. D.G.R. 22 Marzo 2010, n. 61-13646, Percorsi assistenziali appropriati per i pazienti affetti da diabbete mellito e da patologia con eziologia reumatologica ed aggiornamento nomenclatore tariffario regionale delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale Deliberazione della Giunta Regionale 15 settembre 2003, n. 24-10413 - Nomina della Commisssione diabetologica regionale di cui alla legge regionale 7 aprile 2000, n. 34, inerente “Nuove norme per l’assistenza diabetologica” Deliberazione della Giunta Regionale 3 aprile 2002 n. 57-5740 - Reintroduzione di una quota ddi partecipazione da parte degli assistiti alla spesa farmaceutica convenzionata Deliberazione della Giunta Regionale 9 agosto 2001, n. 1 - 3809 Legge regionale del Piemonte 7/4/2000, n. 34 - Nuove norme per l’attuazione dell’assistenza diaabetologica Legge Regionale 10 luglio 1989, n. 40 - Predisposizione della rete dei servizi per la prevenzione e la cura del diabete mellito LR 10 luglio 1989 predisposizione della rete dei servizi per la prevenzione e la cura del diabete nella Regione Piemonte DGR 18 settembre 2003 linee guida per la gestione dell'accesso alle prescrizioni di ricovero elettivo e alle prescrizioni specialistiche ambulatoriali LR7 aprile 2000 n 34 nuove norme per l'attuazione dell'assistenza diabetologica DGR 15 SETTEMBRE 2003 Nomina della Commissione diabetologica DD 23 dicembre 2008 Approvazione del protocollo operativo per la gestione integrata del diabete mellito9 m tipo 2dell'adulto in Piemonte DGR 27 ottobre 2008 n 40 -9920 Approvazione dell'accordo regionale dei medici di medicina generrale per la gestione integrata DD 30 aprile 2008 n 176 Piano nazionale per la prevenzione 2005-2007 prevenzione delle complicanze del diabete tipo 2 DGR 4 agosto 2009 n 36/11958 rete informatica per la gestione integrata del diabete DGR 1 marzo 2010 n 21-13415 approvazione linee guida per l'attuazione dei campi scuola DGR 12 aprile 2005 Realizzazione obiettivo piano sanitario regionale studio progetto diabete e sportt Deliberazione della Giunta Regionale 20 luglio 2018, n. 38-7261 - DPCM 12 gennaio 2017. Disspositivi per l'autocontrollo e l'autogestione nel Diabete Mellito. Erogazione a carico del Servizio Sanitario di strisce reattive per la determinazione della chetonemia con i relativi lettori e di d apparecchi per la misurazione della glicemia Flash Glucose Monitoring e il relativo mate riale di consumo. Potenziamento della Rete Endocrinodiabetologica della Regione Piemonte. Deliberazione della Giunta Regionale 17 ottobre 2016, n. 27-4072 D.G.R. n. 25-6992 del 30.112.2013. - Indirizzi organizzativi per l'istituzione della Rete territoriale EndocrinoDiabetologica del Piemonte e per la composizione della Commissione Endocrino-Diabetologica Regioonale. Modifica della D.G.R. n. 17-6836 del 09.12.2013 D.D. 709 del 13 novembre 2017 - Attuazione del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale Diiabete Mellito (PDTA-DM) nella sua articolazione uniforme a livello regionale come definita dalla Rete Endocrino-diabetologica del Piemonte Deliberazione della Giunta Regionale 24 marzo 2014, n. 19-7286 - Attuazione dei Programmi Operativi O 2013-2015 del Piano regionale di rientro. Razionalizzazione della spesa regionale per microinfusori e relativo materiale di consumo, dispositivi iniettivi e di monitoraggio conntinuo glicemico per pazienti diabetici. Affidamento SCR Piemonte S.p.A. N° 1902 Nuova definizione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) resi dal Servizio Sanitario Regionale (Ssr) ai sensi del Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri 29 Novembre 2001 E Dell'art. 34 Della Legge 724/1994. Revoca Della Dgr 931/2014. Piano Regionale Della Prevenzione 2016-2020 Deliberazione N. 48 Del 20 Gennaio 2017, Piano Della Performance 2017-2019 Della Giunta Regionale
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in alcune ASL del Piemonte.
ACCESSO ALLE CURE In Piemonte hanno diritto alla somministrazione i pazienti diabetici iscritti al registro regionale ed in possesso della tessera regionale.
95 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Puglia prevalenza del d diabete è superiore e alla media italiana a ed è in costante aumento: negli ultimi 3 anni g a la p p è aumentata da 5,7% a 6,8%. Il tasso di ospedalizzazione per diabete con complicanze si è ridotto significativamente negli utlimi anni. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete si è ridotto in entrambi i sesssi rispetto al 2000. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
271.880
4.008.296 abitanti 1.249.246 abitanti 322.316 abitanti
PUG GLIA Provincia di Bari (BA) BARI B
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,8% giovani (0-14 anni)
La stima dell’età media in Puglia (45,1) è inferiore a quella nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita per i maaschi è pari a 81,4 (contro 81,1 della media nazionale) e per le femmine 85,4 in linea con la media nazionale.
22,5% anziani (65 anni ed oltre)
64,6% adulti (15-64 anni) BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4,5%
3,8%
6,8% 6,
5,8%
26,0 26,0
26,0
23 1 23,1 14,0
2000
13,5 ,
2019
Puglia
9,4
Italia
2010
2012
Sovrappeso
Obesi
2014
2016
CONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (DDD/1000 abitanti/die pesate) p
ATTIVITÀ FISICA (%)
43,7 24 1 24,1
22 5 22,5
17,0 17 70
26,6 25 2 25,4 54
35 6 35,6
29,4
73 1 73,1
74 1 74,1
62,1
62,2
5 75,4
74,7 4
74,6 63 63,6
63 2 63,2
62,7
6,8 8,4 Praticano sport in modo continuativo
Praticano sport in modo saltuario
Puglia
2015
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
2016
Puglia
Italia
47,0 2018
31,36 28,96
10,79 12,40 13,70
2015
96
42,66 30,51
15,96 14,61
2014
Diabete non controllato
Puglia
Diabete con complicanze
Italia
2019
13,45 13,66
41,8
40,8 32 8 32,8
44,7
41,0 ,
339,5 35,6
35,2 35,9
33 7 32,7 33,7 32 7
31 2 31,2 26,8
24 8 24,8
25 4 25,4
Feemmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
14,73 14,03
43,54 31,33
2018
TASSI S STA TANDARDIZZAT AT TI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE (maaschi e femmine x 100.000)
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 6,71
2017
Italia
13,60 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Mascchio Femmina
Maschio
2000
2015
Puglia
Italia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionaale sulla malattia Diabetica (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il mig glioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In PUGLIA il Piano Nazionale è stato recepito dalla Giunta Regionale Pugliese il 19 febbraio 2014 4 ed è in fase di implementazione.
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA AT ATTINENTE AL DIABETE Deliberazione della Giunta Regionale 10 marzo 2011, n.433 Nuovo mod dello organizzativo “Day Service” (DGR n. 35 del 27.01.2009 e smi) Definizione percorsi assistenziali: chirurgia ambulatoriale cataratta e tunnel carpale, follow-up diabete ed ipertensione Deliberazione della Giunta Regionale n.1198 del 6/08/2005 Esenzione dalla spesa farmaceutica Deliberazione della Giunta Regionale n.4623 del 16/05/1988 Piano regionale di Salute 2008-2010 del 30 luglio 2008 DGR 10 marso 2011 n.433 Nuovo modello organizzativo Day Service Circolare n.AOO/152/2269 del 15 febbraio 2012 Progetto Diabete – modalità operative ete mellito Delibera del 16 maggio 1988 per l’assistenza ai cittadini aff ffetti da diabe utocontrollo della glicemia concedibili gratuitamente ai pazienti diabeDGR 31 ottobre 2007 n.44/12 Aumento del numero massimo di strisce per au tici in età pediatrica e adolescenziale DGR n. 1714/2011 del 25.10.2011 Modalità prescrittive ausili per diabetici Circolare n. AOO/152/2276 del 15 febbraio 2012/2276 Modalità prescrittivve ausili per diabetici – Linee guida integrazione D.D. n.319 del 30/11/2018 Approvazione delle linee di indirizzo regionali per la prescrizione di tecnologie per il diabete . Individuazione Centri autorizzati dalla regione alla prescrizione di Tecnologie Complesse per il Diabette .Integrazione determina dirigenziale N.291 del 13/11/2018 DRG N° 38 DEL 2018 Linee di indirizzo regionale per la prescrizione di tecnolo ogie per il Diabete
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE A livello regionale non è ancora stato creato un coordinamento/federazione delle associazioni. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Puglia.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti i ti hanno h lib libero accesso all rimborso i b delle d ll spese grazie al quadro legislativo nazionale.
97
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Sardegna 6,1 cittadini su 100 si dichiarano diabetici. La Sardegna è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile inferiore alla media nazionale. Il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato mostraa un riscontro di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale, mentre è nettamente più bassa l’ospedalizzazione per diabete con complicanze. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete si è ridotto notevolmente per entrambi i sessi dal 2000 al 2017 e si colloca sotto la media nazionale. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
99.519
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
11,0% giovani (0-14 anni)
1.630.474 430..914 153.231
SARDEGNA Provincia di Cagliari (CA) CAGLIARI
abitanti abitanti abitanti
L'età media in Sardegna (47,3) è sup periore a quella nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita risulta molto elevata per le donne (85,8 anni), mentre quella degli uomini si attesta ai 80,4 anni.
24,4% anziani (65 anni ed oltre)
64,6% adulti (15-64 anni) BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,1%
3,8%
6,1%
5,8% 21,0
18,6
17,9
2000
Sardegna
2019
Italia
73 7,3
6,5 6 5
6,0
2010
2012
Sovrappeso
Obesi
17 2 17,2
48 4,8
2014
2016
ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI CO (D DDD/1.000 abitanti/die e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
30,8 , 26,9 26,6
34,9 35,6 29 4 29,4 66,,2 62,1
7 67,5
6 66,7
, 64,9
62,7
62,2 ,
66,4
3 63,2
63,6
7,4 , 8,4 Praticano sport in modo continuativo
Sardegna
Praticano sport in modo saltuario
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
98
10,69
18,97 10,79
28,96 10,65
22,28
2015
30,51
13,70 23,15
2014
31,33
Sardegna
Diabete con complicanze
Italia
2017
2018
2019
Italia
TASSI A STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
9,73 13,66
355,6 30,33 31 32 8 30 32,8 31,22
32 5 32,5
35,6 26,8
9,97 14,03
35,2
33 7 33,7 21,4
30,8
29,5 24 8 24,8 18,9
25 4 25,4 18,8
8,68
13,46
14,61 Diabete non controllato
2016
Sardegna
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
2015
13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
M Maschio Femmina 2000
Sardegna
Maschio
Femmina
20115
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia Diabetica (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In SARDEGNA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato recepito con la delibera n. 39/23 del 26.9.2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE SARDEGNA ATTINENTE AL DIABETE Delibera del 29 dicembre 2009, n. 56/24 – Adozione “Manifesto diritti della persona con diabete DELIBERAZIONE N. 47/24 DEL30.12.2010 – Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 Vengono indicati gli indirizzi di contrasto alle malattie ad alta specificità (diabete, malattie rare, sclerosi multipla, talassemia) DELIBERAZIONE N. 39/34 DEL 10.10.2014 Organismi consultivi e tecnici per l'implementazione del Piano Nazionale per la Malattia diabetica. DECRETO N. 36 del 30.12.2014 Costituzione della Consulta regionale della diabetologia e malattie metaboliche correlate. DECRETO N. 1 del 07.01.2015 Costituzione del Tavolo regionale per la riqualificazione e il rafforzamento delle cure primarie, istituito con DGR 44/13 DEL 7.11.2014 Determinazione Dirigenziale 11.03.2016, n. 195 Centri regionali autorizzati alla formulazione della diagnosi e al rilascio del piano terapeutico dei medicinali che agiscono sul sistema delle incretine (analoghi/agonisti del recettore del GLP-1 e inibitori dell’enzima dipeptidilpeptidasi-4 (DPP-4). Delibera della Giunta Comunale di Cagliari n°151 del 17.10.2017 - Adozione del Manifesto dell’Health City Institute “La salute nelle città bene comune” quale strumento per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini e in particolare delle generazioni future DGR n°53-27/2017 Rinnovo Accordo con Federfarma Sardegna per la distribuzione di medicinali del PHT ai sensi dell’art. 8, Legge 16.11.2001, n. 405 e per la definizione di altre forme di collaborazione con le farmacie convenzionate 23.9.2016 Nomina della Giunta Regionale del nuovo Direttore Generale dell’ASL unica della Sardegna, operativa dal 1.1.2017 come Azienda per la Tutela della Salute, ATS DGR n°33-9/2018 – Rimodulazione e proroga al 31.12.2019 del Piano Regionale di Prevenzione (PRP) 2014-2018 Determina dirigenziale n°929/2018 – Accordo tra la Regione Sardegna e Federfarma per la distribuzione dei prodotti per diabetici tramite farmacie convenzionate DGR n°42-35/2019 – Avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica per prestazioni specialistiche Costituzione Federazione Rete Sarda Diabete – 04.05.2019 Determina Direzione Generale Servizio Registro del Volontariato n°475 del 21.08.2019 – Iscrizione associazione “Federazione Rete Sarda Diabete ETS – ODV” al settore Coordinamenti regionali
DGR N° 01.09.2020 - Approvazione del Consiglio Regionale della legge di riforma del Sistema Sanitario Regionale
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE Ad oggi esistono due realtà regionali distinte: la Federazione Rete Sarda Diabete e il Coordinamento delle associazioni Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in Sardegna, con delibera del 29/12/2009 n°56/24.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. In Sardegna non ci sono restrizioni per il rimborso di ausili e device per pazienti diabetici come da Piano regionale dei servizi sanitari 2006 - 2008 e da DELIBERAZIONE N. 53/9 DEL 29.12.2014.
99
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
Il 7 7,3% 3% d della popolazione si dichiara diabetico in n Sicilia. Sicilia La Sicilia è una un na regione con una preevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori rispetto alla media nazionale. Nel 2000 era l’unica regione del Sud con unaa prevalenza grezza al di sotto della media nazionale il che indica una velocità di crescita della patologia nel successivo decennio particolarm mente marcata. La Sicilia conferma di essere tra le regioni con il maggior consumo di farmaci per il diabete, sia pure dopo la Calabriaa: 79,3 DDD / 1000 abitanti / die. Il tasso di ospedalizzazione per diabete con complicanze è inferiore al dato italiano. Il tasso standardizzzato di mortalità per diabere rispetto al 2000 si è ridotto in modo significativo sia per il sesso femminile, che per quello maschile, collo ocandosi dopo quello della Campania
N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
362.474
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
13,6% giovani (0-14 anni)
21,6% anziani (65 anni ed oltre)
64,8%
4.968.410 abitanti 1.243.328 abitanti 657.960 abitanti
SIC CILIA Provincia di Palermo o (PA) PALER RMO
La Sicilia è tra le regioni più giovani d‘‘Italia, con una età media di 44,4 anni (45,7 anni la media nazionale). Tuttavia, si colloca tra le regioni con l'aspettativa di vita più bassa dopo la Campania (80,2 contro 81,1 di media nazionale per i maschi e 84,2 contro 85,4 per le femmine).
adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,7%
7,3%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
23,6 ,
5,8%
24,1
22,3 22 3 13 9 13,9
13 4 13,4
12 8 12,8
2000
23 2 23,2
9,7
2019 2010
Sicilia
20 012
Sovrappeso
Italia
2014
2016
Obeesi
ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI CO (D DDD/1.000 abitanti/die e pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%) 55,2 ,
78,2 78, 2
78 78,0 80
62,1
, 62,2
77,8 7
29,4 ,
26 6 26,6
21,4
18,2 51 5,1 Praticano sport in modo continuativo
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
100
20,76 28,96
11,49 10,79 11,85
2015
2014
23,69
13,70
30,51
11,70 14,61
23,26 31,33
Diabete non controllato
Sicilia
2015
Diabete con complicanze
Italia
11 1,28 13,66 14,21 14,03
2016
2017
Sicilia
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
2018
63 63,2 32
62,7
63,6
8,4
Praticano sport in modo saltuario
Sicilia
79,3
78,0 8
35,6 35 6
2018
2019
Ittalia
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m 56 9 56,9
54 8 54,8
52,4
51,4
51,7 46 4 46,4
32,8
31,2
44 1 44,1
43,3
35 6 35,6
35 2 35,2
33,7 26 8 26,8
24 8 24,8
25 4 25,4
Femmina
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
15,22 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Femmina M Maschio
Maschio
2000
20115
Sicilia
Itallia
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In SICILIA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato implementato con Decreto dell’assessorato della Salute n°1112 del 10 giugno 2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE SICILIA ATTINENTE AL DIABETE DECRETO 07/03/2014. Costituzione della commissione Regionale per il Diabete in età evolutiva DECRETO N° 1520/13. Organizzazione dell’assistenza alle persone con diabete mellito in età pediatrica nella Regione Sicilia. DECRETO 30/10/2003. Presidi ed ausili erogabili ai soggetti diabetici. DECRETO 18 ottobre 2002. Sostituzione della tabella A relativa a presidi ed ausili destinati ai soggetti diabetici DECRETO 30/4/2002 Linee guida generali per la prevenzione delle complicanze acute e croniche legate alla malattia diabetica ed organizzazione delle strutture di diabetologia siciliane DECRETO 8/3/2002 Sostituzione della tabella A allegata al decreto 4 luglio 2001, relativa all'elencazione dei presidi ed ausili erogabili ai soggetti affetti da diabete mellito. DECRETO 15/3/2000 Sostituzione della tabella A del decreto 9 aprile 1998, concernente presidi ed ausili prescrivibili ai soggetti affetti da diabete mellito DECRETO 4/6/1999 Fornitura dei presidi ed ausili per i soggetti affetti da diabete mellito anche da parte delle aziende commerciali di articoli sanitari DECRETO 28/9/1998 - Esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria per i soggetti affetti da diabete DECRETO 9/4/1998 Presidi ed ausili prescrivibili ai soggetti affetti da diabete mellito D.A. n°1756 del 21.09.2016 Istituzione della commissione regionale per il diabete in età adulta. D.A. n° 2426 del 07.12.2016 Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per pazienti affetti da diabete mellito in età evolutiva. DECRETO 12 aprile 2019 Revoca del decreto n. 602 del 16 aprile 2018 e approvazione del nuovo documento Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la gestione integrata delle persone con diabete mellito dell’età adulta. DECRETO 1337 del 28 giugno 2019 Integrazione di un Componente della commissione regionale per il diabete in età adulta. Modifica composizione della Commissione regionale per il diabete in età adulta DECRETO 16 luglio 2019 Costituzione di un Gruppo di lavoro sull’obesità patologica. DECRETO 29 luglio 2019 Soglie prescrittive per il triennio 2019-2021.
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in data 5 Agosto 2010.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
101 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
5,8 cittadini su 100 si dichiarano diabetici in Toscana. La To Toscana è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile inferiore alla media nazionale. I tassi di ospedalizzazione per diabete non controllato, dia abete con complicanze ed amputazione risultano nettamente migliori rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è piuttosto stabile fra il 2000 e il 2017, ha mostrato un miglioramento più marcato nei soggetti di sesso femminile e resta leggermente al di sotto della media nazionale per entrambi i sessi. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
217.047
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,2%
25,6% anziani (65 anni ed oltre)
giovani (0-14 anni)
3.722.729 abitanti 1.004.298 1 004 298 abitanti 372.038 abitanti
TO OSCANA enze (FI) Provincia di Fire FIRENZE
L’età media in To L’ Toscana (47,2) è superiore a quella nazionale (45,7). La speranza di vita alla nascita per i maschi m (81,7) e per le femmine (85,8)
62,2% adulti (15-64 anni)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,7%
5,8%
3,8%
OVRAPPESO E OBESI (%) BAMBINI 8-9 ANNI SO
5,8% 21,2
2000
2019
Toscana
72 7,2
Italia
29,4
Praticano sport in modo continuativo
2016
2014
31 5 31,5
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
4,76
17,16
19,29 30,51
6,11
18,30 31,33
14,61 Diabete non controllato
Toscana
57 7 57,
56 56,6 66
56 8 56,8
57,4 5 7,4
2016
2017
2018
2015
Diabete con complicanze
Italia
56 2 56,2 2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
12,08 28,96
13,70
63 6 63,6
3 63,2
, 62,2
Toscana
10,79 4,37
62,7 ,
62,1
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
2014
Obeesi
84 8,4
Praticano sport in modo saltuario
Toscana
2015
201 12
Sovrappeso
26 6 26,6
7,6
102
2010
45 4,5
73 7,3
6,6
35,6
32 0 32,0
2018
21,4
19,5
CO ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI DDD/1.000 abitanti/diee pesate) (D
ATTIVITÀ FISICA (%)
28,8
19,6
13,66 10,42
27,9
35,2
35,6
32,8
31 2 31,2
28,1
26,8
23 8 23,8
21,8
14,03
29,1
33 7 33,7
29,2 24 8 24,8 20,7
25 4 25,4 19,2
10,83 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina
Maschio
Femmina
2000
20155
Toscana
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In TOSCANA il Piano Nazionale è stato recepito il 29 settembre 2014 dalla Giunta Regionale.
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE TOSCANA ATTINENTE AL DIABETE Delibera Regione Toscana N° 690 del 25 maggio 2015Approvazione progettualità di cura della malattia diabetica in Regione Toscana e destinazione, ripartizione risorse finanziarie a favore delle Aziende Sanitarie toscane al fine di realizzare le progettualità di cura per la malattia diabetica. Delibera Regione Toscana N° 799 del 29 settembre 2014 Recepimento RT PSN sul Diabete Delibera N 733 del 01-09-2014 accordo di collaborazione per la distribuzione diretta di medicinali e ausili medici tramite le farmacie convenzionate Protocollo Regione Toscana del 13 maggio 2014 rif DM 329/99 Esenzione x Terapia e Valutazione Dietetica Delibera Regione Toscana N° 1059 del 9 dicembre 2013 Nuovo Tariffario Aziende USL - Certificato Patente Delibera N 898 del 15-10-2012 Approvazione del documento "Percorso assistenziale e monitoraggio ostetrico del diabete gestazionale Delibera Regione Toscana N° 920 del 28 ottobre 2011 Assistenza Integrata Diabete PDTA (Agg_to della 108 con Diabete in gravidanza) Delibera Regione Toscana N° 112 del 20 febbraio 2012 Accordo x Farmaci a scuola e inserimento del bambino con diabete in ambito scolastico Delibera N .108 del 28-02-2011 Consiglio Sanitario Regionale - Linee organizzative attività diabetologiche e percorso assistenziale per il paziente con diabete – revoca delibera n. 662/2000 e sue successive modifiche ed integrazioni. Delibera n. 1266 del 28/12/2009, “Recepimento manifesto per i diritti della persona con diabete” e approvazione attività progettuale asl 10 Firenze Impegno e liquidazione 50% di spesa Allegato Delibera n. 1266 del 28/12/2009 “Conoscere il diabete: campagna di informazione e prevenzione” Decreto n. 6739 del 23/12/2009, “Automonitoraggio glicemico: indicazioni” Allegato al Decreto n. 6739 del 23/12/2009, “Automonitoraggio glicemico: indicazioni” Protocollo per la somministrazione dei farmaci a scuola Regione Toscana, 30 marzo 2009 Percorso sul diabete giovanile per favorire l’inserimento del bambino con diabete in ambito scolastico Regione Toscana, 30 marzo 2009 Deliberazione del 4 Agosto 2008, n.647, “Approvazione elenco Ausili Medici previsto dallo schema di Protocollo d’Intesa di cui alla DGRT n 113/2006” Deliberazione del 23 Giugno 2008, n.484, “Assistenza sanitaria ai soggetti affetti da diabete mellito” Delibera del 19 Giugno 2007, n.447 Integrazione D.G.R. n. 662 del 20/06/2000 “Approvazione linee organizzative dell’attività diabetologica e percorso assistenziale per il paziente con diabete”: percorso per il paziente con diabete durante il ricovero ospedaliero Delibera del 14 Maggio 2007, n.2226 CSR: Commissione per le Attività Diabetologiche: definizione funzioni e nomina componenti Deliberazione 12 febbraio 2007, n. 99 - Indicazioni in merito alla collocazione dell’attività della Commissione diabetologica nell’ambito del Consiglio Sanitario Regionale Decreto 10 marzo 2004, n. 1344 - Piano sanitario 2002-2004. Azione Programmata Diabete – Istituzione Registro Diabete. Individuazione Gruppo di lavoro Delibera N.159 del 23-02-2004 - Assistenza sanitaria ai soggetti affetti da diabete mellito (ndr: sulla gratuità dell’educazione terapeutica) Delibera n. 1304 del 9-12-2003 - Linee organizzative per la gestione del piede diabetico (liberamente tratto dal BURT). Delibera C.R. n. 60/02 del 1-12-2003 - “Piano Sanitario Regionale 2002/2004”: Programma per la formazione del “diabetico guida”. (liberamente tratto dal BURT) Delibera n ° 490 del 20-5-2002 - Linee guida per il conseguimento, la revisione o la conferma delle patenti di categoria A, B, BE e sotto-categorie ai soggetti affetti da diabete mellito Delibera N.400 del 13-04-2001 - Assistenza ai diabetici. Direttive alle Aziende Sanitarie e revoca delibera GR n.965/1996. Delibera N.390 del 13-04-2001 - Percorso assistenziale per il bambino-adolescente con diabete dal Centro di riferimento per l’età evolutiva al Centro di Riferimento per adulti. Nota del 16-03-2001 prot. n.105/9832/05.01.08 - Rilascio della certificazione di idoneità allo sport agonistico a soggetti diabetici Delibera N.662 del 20-06-2000 - Approvazione linee organizzative dell’attività diabetologica e percorso assistenziale per il paziente con il diabete Legge Regionale 22 marzo 1999, n. 14 - Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito, Regione Toscana Piano Sanitario Regionale 1999/2001 Legge Regionale N. 49 del 12 agosto 1989 - Norme concernenti la prevenzione e la cura del diabete mellito PSSR 2012-2015 DGRT n°91 del 05 Novembre 2014 PRP 2014-2018 DGRT 1242 del 22.12.2014 DGRT n. 829 del 30 agosto 2016 Indicazioni per l'automonitoraggio glicemico per le persone con Diabete e l'utilizzo dei dispositivi per il monitoraggio in continuo del glucosio, dei sistemi di infusione continua dell'insulina e sistemi integrati.glucosio, dei sistemi di infusione continua dell'insulina e sistemi integrati. Decreto Dirigenziale n°13639 del 16 dicembre 2016 Indicazioni per l’utilizzo del sistema innovativo FGM “Flash Glucose Monitoring” ai sensi della delibera 829/2016 Delibera n° 1466 del 19 dicembre 2017 Nuovo accordo di collaborazione tra la Regione Toscana, Unione Regionale Toscana Farmacisti Titolari (FEDERFARMA TOSCANA) e la Confederazione Italiana Servizi Pubblici Enti Locali (CISPEL TOSCANA) per la distribuzione diretta dei medicinali tramite le farmacie convenzionate. Delibera n° 1515 del 27 dicembre 2017 Atto di proroga dell’accordo di collaborazione tra la regione Toscana, Federfarma Toscana e la Confederazione Italiana Servizi Pubblici enti locali (Cispel Toscana) relativo alla distribuzione di Ausili medici tramite le farmacie convenzionate. Delibera n° 960 del 06 Settembre 2017 Percorso gestione ordini di farmaci e dispositivi medici. Prime determinazioni in applicazione dell'articolo 81 LR 40/2005.Revocaparziale della DGR n 450/2015. Delibera di Giunta Regionale n° 194 del 26 Febbraio 2018. Percorso gestione ordini farmaci. Revoca DGR 960/2017 Delibera di Giunta Regionale n°457 del 01 Aprile 2019- Percorso approvvigionamento ed utilizzo dei farmaci biologici nella Regione Toscana. Delibera di Giunta Regionale n° 1321 del 28 Ottobre 2019. Approvazione schema del nuovo Accordo di collaborazione tra la Regione Toscana, l'Unione Regionale Toscana Farmacisti Titolari (Federfarma Toscana) e la Confederazione Italiana Servizi Pubblici Enti Locali (Cispel Toscana) relativo alla distribuzione di dispositivi medici ed altri prodotti farmaceutici tramite le farmacie convenzionate. Decreto Dirigenziale n° 247 del 09 Gennaio 2020. Indicazioni per l’automonitoraggio della glicemia nelle persone con diabete Delibera di Giunta Regionale n°5 del 07 Gennaio 2020. Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il Diabete nell'adulto. Modello di gestione integrata tra i medici di medicina generale e servizi di diabetologia. Aggiornamento Delibera GRT n. 108/2011- sostituzione del PDTA nell'adulto. Decreto Dirigenziale n° 3594 del 11 Marzo 2020. Approvazione modulistica di cui alla DGRT n. 177/2020 "Linee di indirizzo Regione Toscana in materia di sicurezza sociale per l'idoneità alla guida nelle persone con diabete".
segue
103
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete le associazioni hanno, creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete è stato recepito in Toscana con DGR 1266 del 28.12.2009.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. • DGRT n. 829 del 30 agosto 2016. Indicazioni per l'automonitoraggio glicemico per le persone con Diabete e l'utilizzo dei dispositivi per il monitoraggio in continuo del glucosio, dei sistemi di infusione continua dell'insulina e sistemi integrati. • Decreto Dirigenziale n°13639 del 16 dicembre 2016 Indicazioni per l’utilizzo del sistema innovativo FGM “Flash Glucose Monitoring” ai sensi della delibera 829/2016 • Il Riferimento Normativo è la Delibera di Giunta Regionale n. 829 del 30 agosto 2016. Indicazioni per l'automonitoraggio glicemico per le persone con Diabete e l'utilizzo dei dispositivi per il monitoraggio in continuo del glucosio, dei sistemi di infusione continua dell'insulina e sistemi integrati.
104
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
Provinciia Autonoma
Trento o Nella P.A A. di Tr Trento il 4,2% della popolazione e è affetto da diabete. I dati sulla prevalenza del diabete e deell’obesità e in questa Provincia Autonoma sono entrrambi significativamente più bassi della media nazionale. infantile I tassi di ospedalizzazione pe ollato e diabete con complicanze sono superiori al dato nazionaale. er diabete non contro N° DI PERSONE CHE DICHIARANO BETICHE DI ESSERE DIAB
22.576
P. A. TRENTO (TN) TRENTO
STRUTT TURA DELLA POPOLLAZIONE
14,1% giovani (00-14 anni)
22,4% anziani (65 anni edd oltre)
La % di soggetti che pratica sport in maniera continuativa o ssaltuaria è più alta della media nazionale. La mortalità per diabete è traa le più basse d'Italia, sia per i maschi che per le femmine. La speranza di vita alla nascita per le donne è la più elevataa in Italia (86,6).e anche per gli uomini si attesta a valori elevatii (82,0).
63,5% adulti d l i ((15-64 anni))
PERSONE CHE DICHIARANO O DI ESSERE DIABET TICHE
2,9%
4,2%
3,8%
BAMBINI 8-9 ANNI SOVRAPPESO E OBES SI (%)
5,8% 17 2 17,2
22000 200 2000 000
542.739 abitanti 118.902 abitanti
2019 3,5
2014
36 5 36,5
33 7 33,7
35,6 35 6 29,4
26 6 26,6 15 8 15,8
Praticano sport in modo continuativo
14 1 14,1
8,4
Praticano sport in modo saltuario
PA Trento
2016
Obesi
CONSUMO DI FARMACI ANTIDIABETICI (DDD/1.000 abitanti/die pesate)
ATTIVITÀ FISICA (%)
Praticano solo Non praticcano sport qualche attività fisica nè attività fisica
62,1
, 62,2
48,0
49 4 49,4
2015
Italia
12,14 10,79
31,85 28,96
2017
30,51
13,70
35,6
32 8 32,8
15,8
35,2
33 7 33,7
31 2 31,2 26,8
16 2 16,2
27,03 31,33
13,91 14,61 Diabete non controllato
PA Trento
Diabete con complicanze
Italia
25 4 25,4
24,88 24, 21,0
19,8
16,0 12,4
2014
2019
TASSI STA TANDARDIZZAT ATI DI MORTA TALITÀ P PER DIABETE (maschi e femmine x 100.000)
10,83 13,66 15,76 14,03
2018 2
Italia
26,7
26,93
16,13
49,4 49,4
49,0 4 9,0
48 6 4 48,6
2016
63 6 63,6
63,2 32
62,7
PA Trento
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
2015
2012
Sovrappeso
Italia
4,7
5,5
4,8
2010
PA Trento
2018
, 18,1
17 4 17,4
16,0
14,7
14,51 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maschio Femmina 2000
PA Trento
Maschio
Femmina
2015
Italia
Maschio Femminna
Maschio Femmina
2016
2017
105
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabette (PND) che definisce obiettivi, reven nzione, la diagnosi precoce, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla pre la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultatti, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. Trento il Piano Nazionale è stato recepito con delibera di giunta il 22 febbraio 2015. Nella P.A.di Tr
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE TRENTINO ALT LTO ADIGE P. P.A. TRENTO AT ATTINENTE AL A DIABETE P.A.Trento – Alto Adige – Deliberazione della Giunta Provinciale del 27 settembre 2 2010, n. 1602 Approvazione dell’elenco aggiornato degli aghi per gli iniettori di insulina a penna per diabetici P.A.T .Trento – Alto Adige – Deliberazione della Giunta Provinciale 28 settembre 2009, n. 2408 Approvazione dell’elenco aggiornato delle strisce reattive per la determinazione della g glicemia nel sangue per diabetici
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE A livello regionale non è ancora stato creato un coordinamento/federazione delle associazioni. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Tr Trentino Alto Adige.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
106
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
Il 6,8% degli umbri si dichiara diabetico. La prevalenza dell’obesità infantile è in linea con la media nazionale. I tassi di ricovero per amputazione e per complicanze da diabete sono migliori rispetto allaa media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete si è ridotto in entrambi i sessi fra il 2000 e il 2017, in modo più marcato fra le donne. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
59.842
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,3% giovani (0-14 anni)
25,8% anziani (65 anni ed oltre)
880.285 abitanti 655.403 abitanti 166.969 abitanti
UMBRIA Provincia di Perugia (PG) PERU UGIA
L’Umbria presenta un'età mediaa superiore alla media nazionale (47,2 contro il 45,7). Sia la speranza di vita dei maschi che quella delle femmine sono superiori alla media italiana (rispettivamente per i maschi 82,1 contro 81,1 e perr le femmine è pari a 86,2 contro 85,4).
61,9% adulti (15-64 anni) PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,9%
6,8%
3,8%
2000
OVRAPPESO E OBESI (%) BAMBINI 8-9 ANNI SO
5,8%
22,0
26 0 26,0
9,0
2019
2012
30,6 29,4
Praticano r sport in modo saltuario
Umbria
34,1 35,6
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
62,1
, 62,2
57,3
7 57,5
15,61
17,34
10,79
28,96
16,80
2015
14,26 30,51
13,70 15,58
2014
23,21
14,61 Diabete non controllato
Umbria
31,33 Diabete con complicanze
Italia
63,6
3 63,2
57 9 57,9
58 4 58,4
2017
2018
58,9 2019
IItalia
Umbria
TA ASSI STA TANDARDIZZ ZAT ATI DI MORTA TALITÀ PER DIABETE (m maschi e femmine x 100.000)
11,52 13,66 10,40 14,03
62,7
2016
2015
Italia
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
2016
2014
CONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI (DDD/1.000 abitanti/diee pesate)
7,3 8,4 Praticano r sport in modo continuativo
71 7,1
Obeesi
Sovrappeso
ATTIVITÀ FISICA (%)
26 6 28 0 26,6 28,0
10,0
9,0
2010
Italia
Umbria
20 4 20,4
22 8 22,8
25,9
35,2
35,6
32 8 32,8 28,4
31 2 31,2
33 7 33,7
30,4
26,8 17 7 17,7
26,7
24 8 24,8
27,9 , 22,3
25 4 25,4
17 7 17,7
11,93 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina 2000
Umbria
Maschio
Femmina
2015
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
107
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia Diabetica (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In UMBRIA il Piano Nazionale sulla malattia diabete è stato recepito con la DGR 631 del 19/06/2013. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE UMBRIA ATTINENTE AL DIABETE Protocollo d’Intesa tra Regione e Coordinamento persone con Diabete dell’Umbria 27 Aprile 2015. DGR 28 Luglio 2014, n. 933 Approvazione Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Regionale ( PDTA ). DGR 19 Giugno 2013 , n. 631 Regione Umbria. Linee vincolanti sulle modalità prescrittive delle scarpe ortopediche e dei plantari per pazienti affetti dalla complicanza Piede diabetico. D.G.R. 26 luglio 2010, n. 1093 “Modalità di prescrizione, autorizzazione ed erogazione dei materiali e presidi erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale ai cittadini affetti da diabete mellito, ai sensi della legge 115/87” Regolamento attuativo della L.115/87, all’interno del Piano Sanitario Regionale (in attesa della nuova versione) Delibera Giunta Regionale n° 705 del 27 Giugno 2016 Aggiornamento accordo regionale per la disciplina dei rapporti con le farmacie pubbliche e private ai sensi dell’art. 8, comma 2, del D.Lgs 502/92 e s.m.i. Delibera Regionale 17 marzo 1998 Alcuni protocolli indicativi per i servizi di diabetologia per le patenti di guida della Regione dell’Umbria. Legge Regionale n°11 del 09 Aprile 2015 Approvazione Piano Sanitario Regionale. Approvazione Prima Parte PRP 2014-2018 Deliberazione della Giunta regionale n. 1799 del 29.12.2014. Approvazione Seconda Parte del PRP 2014-2018 Deliberazione n. 746 del 28/05/2015. DGR N° 1411 del 05 dicembre 2016 Nuove modalità di prescrizione, autorizzazione ed erogazione dei dispositivi erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone affette da diabete mellito. Delibera di Giunta Regionale n. 902 del 28 Luglio .2017, Piano Nazionale della cronicità, recepito con DGR 28.12.2016, n. 1600. Determinazioni. Protocollo d’intesa Febbraio 2019. Somministrazione di farmaci a scuola. Delibera di Giunta Regionale n. 635 del 08 Maggio 2019, Piano Sanitario Regionale 2019-2021. Preadozione
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Umbria.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. Il Riferimento Normativo regionale è la DGR N° 1411 del 05/12/2016. Nuove Modalità di prescrizione, autorizzazione ed erogazione dei dispositivi erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone affette da diabete mellito.
108
Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
5 2 cittadini 5,2 citta adini su 100 si dichiarano dichia arano diabetici in Va Va alle lle d’Aosta d Aosta. La Va Vallee d d’Aosta Aosta è una region ne con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso di ricovero per amputazione nel 2018 è notevolmentee peggiore 2 ambi i sessi i rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è migliore nelle femmine ma in entrambi valori sono ben al di sotto della media nazionale. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
6.522
Provincia di Aosta (AO)
125.501 abitanti ti 34.052 abitantti
AOSTA TA
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
12,9% giovani (0-14 anni)
24,2%
La Valle d’Aosta presenta un'età meedia superiore alla media nazionale (46,5 contro 45,7). La speranza di vita dei maschi è inferiore alla media italiana (79,9 contro 81,1), mentre per le femmine è pari a 85,6 contro 85,4
anziani (65 anni ed oltre)
62,9% adulti (15-64 anni) BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
1,4%
5,2%
3,8%
5,8% 18,0 ,
17 0 17,0
2000
2019
6,6
4,0 ,
Valle d’Aosta
Italia
34,1
Praticano sport in modo saltuario
Valle d’Aosta
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
62,1
62,2 ,
60,3
57,0 7
2015
Italia
4,57
2,84
28,96
10,79 2,80
12,67 30,51
13,70 2,80 14,61
Valle d’Aosta
Diabete con complicanze
63,6
63,2 3
59,2
58,9 8
59,,7 59,
2017
2018
2019
Italia
12,67 14,03
35,2
35,6
32 8 32,8
31 2 31,2
33 7 33,7
30,3
30,0
26,8 ,
24 0 24, 19,8
18 1 18,1
24 8 24,8 20,3
25 4 25,4
18 5 18,5 14,0
22,60 31,33
Italia
2016
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
17,38 13,66
11,75
Diabete non controllato
2014
62,7 7
2016
Valle d’Aosta
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI
2014
Obeesi
23,3 , 13,3 8,4
2015
2012
Sovrappeso
35,6
29 4 29,0 29,4 26 6 26,6
2018
2010
3,5
4,4
CO ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI DDD/1000 abitanti/die e pesate) (D
ATTIVITÀ FISICA (%)
Praticano sport in modo continuativo
15,6
14,7
13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Maaschio Femmina 2000
Valle d’Aosta
Maschio
Femmina
2015
Italia
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
109
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si co oncentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglio oramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In Va Valle d’Aosta il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica non è stato ancora recepito. LEGISLAZIONE DELLA REGIONE VA VALLE D’AOSTA TA AT ATTINENTE AL DIABETE D D.G.R. 1237/2005 quantitativi, prescrizione e distribuzione dei dispositivi mediici L.R. n. 13 del 20 giugno 2006 approvazione del Piano Regionale per la salutee e il benessere sociale per il triennio 2006-2008 Nuova definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) A) resi dal servizzio Sanitario Regionale (SSR)) ai sensi del decreto del Presidente Del Consiglio dei Ministri 29 Novembre 2001 e dell'art. 34 della legge 724/1994. revoca della DGR 931/2014. Piano Regionale della Prevenzione 2016-2020 Deliberazione n. 48 del 20 gennaio 2017, Piano della performance 2017-2 2019 della Giunta regionale DGR 343/2018 sull’utilizzo dei presidi per la misurazione della glicemia DGR N. 841/2019 - Approvazione di risoluzione: "Impegno del Governo regionale ad attivarsi per garantire ai pazienti minori affetti da orarne la qualità della vita". diabete mellito la fornitura degli adeguati sistemi di monitoraggio per migliorarne
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITT TTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Valle d’Aosta.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale. In Valle d’Aosta ci sono restrizioni per il rimborso di strisce e glucometri per l’auto-monitoraggio per i pazienti con diabete di tipo 2 (ad esempio pompe di insulina e accessori) o ad una soglia di reddito.
110 Fonti: ISTAT Fonti:annuario statistico 2019 ISTAT 2020 ISTATindicatori annuario demografici statistico 2019 ISTAT fisica 2019 ISTATattività indicatori demografici 2020 Okkio salute Report ISTAT alla attività fisica 2019regionali 2016 Rapporto sull’attività di ricovero Okkio allaannuale salute Report regionali 2016 ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in sull’attività Italia OSMED 2019 ospedaliero Dati SDO 2019 Rapporto annuale di ricovero Italian Barometer Diabetes Observatory L’uso dei farmaci in Italia OSMED 20192013 IlItalian Manifesto dei diritti e dei doveri della persona Barometer Diabetes Observatory 2013 con diabete - collana UTI 2020 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
In Ve Veneto il 4,9% della popolazione si dichiara diabetico. Il Veneto è una regione con u una prevalenza dell’obesità infantile ollato e per diabete con complicanze e del diabete inferiori alla media nazionale. I tassi di ospedalizzazione per diabete non contro mostrano dati peggiori rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è in aumento per i maschi ed in diminuzione nelle femmine fra il 2000 e il 2017, ma comunque per entrambi i sessi al di sotto della media nazionale. N° DI PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
4.907.704 abitanti 851.663 abitanti 259..150 abitanti
VEN NETO a (VE) Provincia di Venezia VEN NEZIA
238.999
STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
13,0% giovani (0-14 anni)
LL’’età media in Veneto (45,9) è in lineaa con quella nazionale (45,7), così come e all’età. la struttura della popolazione in base La speranza di vita per i maschi (81,7) e le femmine (86,1) è anch’essa superiore alla media italiana (rispettivamente 81,1 e 85,4).
23,2 % anziani (65 anni ed oltre)
63,8% adulti (15-64 anni) BAMBINI 8-9 ANNI SO OVRAPPESO E OBESI (%)
PERSONE CHE DICHIARANO DI ESSERE DIABETICHE
3,0 %
4,9%
3,8%
5,8% 21,4
20,5
19,3
17 4 17,4
2000
2019
70 7,0
2010
Veneto
32,2
33,7 26 6 26,6
23,2 23 2
Praticano sport in modo saltuario
41,40 28,96
18,34
36,24
13,70
30,51 38,64
17,71 14,61 Diabete non controllato
Veneto
52 6 52,
52 52,2 22
Italia
31,33 Diabete con complicanze
63 6 63,6
63 2 63,2
62,7
55,1
53,3 ,
52 4 52,4
2016
Veneto
13,86
2014
62,2 ,
Italia
10,79
2015
Obbesi
62,1
2015
Praticano solo Non praticano sport qualche attività fisica nè attività fisica
2017
2018
2019
Italia
TA ASSI STA TANDARDIZZA ATI DI MORT RTALITÀ PER DIABETE maschi e femmine x 100.000) (m
TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE PER 100.000 ABITA TANTI 2018
2016
35 6 35,6 29,4 ,
10,9 8,4
Veneto
2014
ONSUMO DI FARMA ACI ANTIDIABETICI CO DDD/1000 abitanti/diee pesate) (D
ATTIVITÀ FISICA (%)
Praticano sport in modo continuativo
4,7
2012
Sovrappeso
Italia
70 7,0
6,6
16,40 13,66 15,76 14,03
233,6 36
35,2
35,6
32 8 32,8
31 2 31,2
30,4
26,8
21,4
20,0
30,4
33 7 33,7
29,5 25 4 25,4
24 8 24,8 19,0
18,2
15,29 13,83 Amputazione arto inferiore in pazienti diabetici
Femmina M Maschio 2000
Maschio
Femmina
20115
Maschio Femmina
Maschio Femmina
2016
2017
111
Nel 2013 il governo ha approvato un Piano Nazionale sulla malattia diabete (PND) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità. Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e la gestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l'adozione di programmi di gestione integrata delle malattie a livello regionale. In VENETO il Piano Nazionale è stato recepito il 9 gennaio 2013 dalla Giunta Regionale.
LEGISLAZIONE DELLA REGIONE VENETO ATTINENTE AL DIABETE Deliberazioni della Giunta Regionale Veneta n. 3415 del 30 dicembre 2010,“Obiettivo Prevenzione, Diagnosi e Cura del Diabete Mellito. Deliberazione della Giunta regionale n. 3485 del 17 novembre 2009.” Deliberazione della Giunta Regionale Veneta n. 3420 del 30 dicembre 2010, L. 28.08.1997, n. 284 «Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e dei ciechi pluriminorati». Liquidazione contributi anno 2009” Decreto DEL DIRIGENTE DELLA DIREZIONE PIANI E PROGRAMMI SOCIO SANITARI n. 144 del 15 ottobre 2009, Attuazione art. 53 L.R. 19 febbraio 2007, n. 2. Contributo a sostegno delle attività del Centro regionale di diabetologia pediatrica. Anno 2009. Deliberazioni della Giunta Regionale Veneta N. 1798 del 16 giugno 2009,“Erogazione di dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione di soggetti affetti da diabete mellito” Deliberazioni della Giunta Regionale Veneta n. 849 del 31 marzo 2009, “1° Conferenza Regionale Diabete. Progetto Obiettivo” Diabete. Gruppo tecnico regionale. Riconoscimento spese” Decreto D.D.P. P.S.S. Reg. Veneto N. 172 del 28 novembre 2008, “Determinazione della codifica unica regionale delle condizioni di esenzione[...] Aggiornamento codifica a dicembre 2008” Deliberazioni della Giunta Regionale Veneta N. 2165 del 08 agosto 2008, “1° Conferenza Regionale Diabete.” Decreto D.D.P. P. S.S. Reg. Veneto N. 104 del 12 dicembre 2007, “Determinazione della codifica unica regionale delle condizioni di esenzione[...] Aggiornamento codifica a dicembre 2007” DGR n°222 del 6 marzo 2018, centri di riferimento Regionali Padova, Verona, Rovigo, Vicenza e Treviso Applicazione dell’art. 32 comma 1 lettera a) della L. 472/99 e dell’art. 3 della L. 85/01 in materia di accertamento sanitario relativo al rilascio della patente di guida ai soggetti affetti da diabete, Giugno 2001 Nota della Regione Veneto prot. n. 6265/20240 del 21.04.2000 - Modalità di prescrizione ed erogazione dei presidi destinati ai pazienti diabetici Delibera n. 759 del 14 maggio 2015, PDTA Regionale per la Gestione Integrata della Persona con diabete di tipo 2
ASSOCIAZIONI E MANIFESTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE In linea con il Piano Nazionale sulla malattia diabete, le associazioni hanno creato un coordinamento regionale delle associazioni Pazienti. Il Manifesto dei Diritti della Persona con Diabete non è stato ancora recepito in Veneto.
ACCESSO ALLE CURE I pazienti hanno libero accesso al rimborso delle spese grazie al quadro legislativo nazionale.
112 Fonti: ISTAT annuario statistico 2019 ISTAT indicatori demografici 2020 ISTAT attività fisica 2019 Okkio alla salute Report regionali 2016 Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2019 L’uso dei farmaci in Italia OSMED 2019 Italian Barometer Diabetes Observatory 2013 Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete - collana UTI 2020
113
Mortalità per diabete per provincia Vi è una grande variabilità a livello provinciale per incidenza di decessi per diabete. Alessandra Burgio e Gennaro Di Fraia ISTAT L’analisi dei dati di mortalità per diabete a livello provinciale evidenzia una spiccata variabilità nel territorio sia per incidenza dei decessi per diabete rispetto ai decessi totali, sia per numero di decessi per diabete rispetto alla popolazione residente (Prospetto 1). Sebbene i valori mostrino una tendenza a crescere passando dalle aree settentrionali a quelle meridionali del paese, si rilevano delle specificità in corrispondenza di alcune province, in cui gli indicatori si discostano in maniera significativa dalla media della regione e dell’area geografica di appartenenza. Ad esempio in Piemonte la provincia di Vercelli ha una percentuale di decessi per diabete pari al 4,1% e un tasso di mortalità pari a 6,1 decessi per 10.000 residenti, in Liguria la provincia di Imperia presenta valori pari al 4% di decessi per diabete e a 5,5 decessi per 10.000 residenti a fronte di valori medi nel Nord rispettivamente pari a 2,7% e 2,2 per 10.000. Analogamente, nelle aree meridionali la provincia di Teramo fa registrare il 3,3% dei decessi per diabete e un tasso pari a 3,8 (al Sud gli indicatori sono rispettivamente 4,8% e 4,5 per 10.000) e la provincia di Nuoro valori pari a 2,2% e 2,5 per 10.000 (nelle Isole gli indicatori sono rispettivamente 4,6% e 4,3 per 10.000). La variabilità intra regionale dei tassi grezzi di mortalità per diabete, misurata con il coefficiente di variazione, fornisce un’indicazione delle realtà in cui i sistemi sanitari regionali potrebbero ottenere margini di miglioramento nella riduzione della mortalità per diabete intervenendo nei territori più svantaggiati. Tale variabilità risulta più elevata nelle Marche (0,30), dove il tasso varia da 1,8 per 10.000 a Pesaro Urbino a 3,9 ad Ascoli Piceno, e in Friuli Venezia Giulia (0,28), con 2,2 decessi per diabete ogni 10.000 residenti a Pordenone e 3,9 a Gorizia. Mentre nelle Marche l’elevata variabilità della mortalità per diabete riguarda entrambi i generi, in Friuli Venezia Giulia dipende sostanzialmente dalla elevata variabilità dei tassi maschili. Al Sud, dove la mortalità per diabete è particolarmente alta, si rileva una maggiore omogeneità interna alle regioni: il coefficiente di variazione è pari a 0,14 in Puglia, 0,13 in Calabria e 0,07 in Abruzzo. Particolarmente svantaggiata la Campania in cui il tasso di mortalità più elevato di Italia, pari a 5,3 decessi per diabete ogni 10.000 residenti, presenta una variabilità tra le province
della regione molto contenuta (0,08) dal minimo di 4,9 della provincia di Napoli al massimo di 6,0 della provincia di Caserta. Tuttavia, il valore più elevato, sia in termini di mortalità (tasso pari a 7,7 per 10.000), che in termini di percentuale di decessi per diabete (6,6%) si osserva nella provincia di Agrigento. Le differenze di genere osservate per la mortalità per diabete dipendono in parte dalla struttura per età più anziana delle donne rispetto agli uomini che, infatti, risultano avere un tasso grezzo più elevato (3,9 per 10.000 vs.3,5). Nonostante questo svantaggio del genere femminile, in circa un terzo delle province il tasso di mortalità per diabete delle donne è più basso di quello degli uomini. La variabilità provinciale dei tassi risulta più accentuata per le donne, con un range di 6,8 punti tra il valore minimo della provincia autonoma di Bolzano (1,7 decessi per 10.000 residenti) e il valore massimo della provincia di Agrigento (8,5). Negli uomini il range è pari a 5,4 punti tra il valore minimo della provincia di Pesaro e Urbino (1,4 decessi per 10.000 residenti) e il valore massimo della provincia di Agrigento (6,8).
I tassi standardizzati a livello provinciale consentono un’analisi al netto delle diverse strutture per età di uomini e donne nel territorio. Sia nel complesso della popolazione che a 65 anni e più le donne fanno registrare valori più bassi degli uomini, con le sole eccezioni delle province di Matera e Caltanissetta. La geografia dei tassi conferma il progressivo incremento della mortalità per diabete spostandosi da Nord a Sud (Figure 1a e 1b). Una bassa mortalità per diabete si registra per entrambi i generi nelle province di Cremona, Monza e della Brianza, Bolzano, Trento, Pordenone e Pesaro-Urbino. A queste si aggiungono Varese, Brescia e Prato per gli uomini (anche ForlìCesena tra gli over 65), Aosta, Lodi, Treviso, Massa Carrara e Nuoro per le donne. Tra le anziane una bassa mortalità per diabete caratterizza molte province della Lombardia e tutte le province del Friuli Venezia Giulia. All’opposto la provincia di Caserta ha la più alta mortalità per diabete sia nel complesso delle età (tasso standardizzato pari a 7,05 decessi per 10.000 uomini residenti e 6,80 per le donne), sia a 65 anni e più (33,0 per gli uo-
115
Prospetto 1. Mortalità per diabete per provincia di residenza e sesso. Anno 2017 Maschi decessi
Italia Piemonte
Torino Vercelli
Femmine
% sul tasso per totale dei 10.000 decessi residenti
decessi
Totale
tasso % sul per totale dei 10.000 decessi residenti
decessi
tasso % sul per totale dei 10.000 decessi residenti
Novara
C uneo
Asti
Alessandria
Biella
Verbano-C usio-Ossola
Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste Liguria
Imperia
Savona
Genova
La Spezia
Lombardia
Varese
C omo
Brescia
Pavia
C remona Mantova Lecco
Sondrio
Trentino Alto Adige / Südtirol
Bolzano / Bozen
Trento
Milano Bergamo
Lodi Monza e della Brianza
Veneto Verona
Vicenza
Belluno
Treviso
Venezia
Padova
Rovigo
Friuli-Venezia Giulia Udine
Gorizia
Trieste
Pordenone
Piacenza
Parma
Reggio nell'Emilia
Emilia-Romagna
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-C esena
Rimini
116 segue alla pagina seguente
Maschi decessi
% sul totale dei decessi
F emmine tasso per 10.000 residenti
decessi
% sul totale dei decessi
Totale tasso per 10.000 residenti
decessi
% sul totale dei decessi
tasso per 10.000 residenti
Toscana Massa-C arrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Umbria Perugia Terni Marche Pesaro e Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Fermo Lazio Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara C hieti Molise C ampobasso Isernia Campania C aserta Benevento Napoli Avellino Salerno Puglia Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Barletta-Andria-Trani Basilicata Potenza Matera Calabria C osenza C atanzaro Reggio di C alabria C rotone Vibo Valentia Sicilia Trapani Palermo Messina Agrigento C altanissetta Enna C atania Ragusa Siracusa Sardegna Sassari Nuoro C agliari Oristano Sud Sardegna
Fonte: Istat, Indagine sui Decessi e le cause di morte
117
mini, 33,23 per le donne). Valori elevati per gli uomini si rilevano anche nelle province di Napoli, Salerno, Foggia, Taranto, Reggio Calabria e Vibo Valentia (anche Vercelli per le persone di 65 anni e più). La Sicilia, inoltre, è la regione con il maggior numero di province ad elevata mor-
talità per diabete in entrambi i generi. La variabilità dei tassi standardizzati provinciali è maggiore per le donne rispetto agli uomini, sia in complesso che nella popolazione di 65 anni e più (coefficiente di variazione 0,46 per le donne e 0,35 per gli uomini).
Figura 1a. Mortalità per diabete per provincia di residenza e sesso. Anno 2017, tassi standardizzati per 10.000 residenti (a)
Figura 1b. Mortalità per diabete 65 anni e più per provincia di residenza e sesso. Anno 2017, tassi standardizzati per 10.000 residenti (a)
118
Fonte: Istat, Indagine sui Decessi e le cause di morte (a) I tassi standardizzati sono stati calcolati con il metodo diretto utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione Europea (Eurostat 2013)
IL COSTO DEL DIABETE
Il costo del diabete Le conseguenze del diabete mellito non possono essere trascurate, in quanto il potenziale impatto economico del diabete è molteplice. Emergono considerevoli costi diretti sanitari che comprendono i costi per ricoveri ospedalieri, cure infermieristiche, prestazioni specialistiche, farmaci, monitoraggio del glucosio (SMBG) e cura di eventi ipoglicemici; dall’altra parte, il diabete impatta sulle capacità lavorative, con conseguente riduzione della produttività e prepensionamento. Antonio Nicolucci Coresearch
Lucia D’Angiolella PhD, in Public Health
I costi del diabete per il budget della sanità italiana ammontano al 9% delle risorse. Questo vuol dire più di 9,93 miliardi di EUR all'anno o 1,14 milioni di EUR ogni ora. In generale il costo della sanità per un cittadino italiano con diabete è in media di 2.800 EUR all’anno, più del doppio rispetto a cittadini di pari età e sesso, ma senza diabete. Solo il 9% della spesa riguarda i farmaci anti-diabete; il 31% è legato alle terapie per le complicanze e le patologie concomitanti, mentre oltre il 50% è relativo al ricovero ospedaliero e alle cure ambulatoriali. Da un punto di vista sociale, i costi economici includono anche perdita di produttività e, conseguentemente, perdita di opportunità per lo sviluppo economico. I ricoveri in ospedale rappresentano la voce di costo più importante per quanto riguarda i costi diretti della malattia. I recenti dati dell’Osservatorio ARNO Diabete evidenziano come oltre il 40% dei costi sia attribuibile alle Figura 1
ospedalizzazioni, mentre la terapia specifica per il diabete grava per meno del 9% della spesa totale. (figura 1) I costi aumentano in maniera esponenziale con il numero di complicanze diabetiche fino a 20 volte. Quasi il 90% dei soggetti diabetici presenta delle complicanze e la spesa sanitaria necessaria alla loro gestione supera i 7 miliardi.
Tabella 1: La frequenza e la spesa sanitaria delle complicanze diabetiche Soggetti (%)*
Spesa (€)
Diabete
13,3
>200.000.000
Diabete +1 complicanza
34,9
>1.900.000.00
Diabete +2 complicanze
42,3
>4.000.000.000
Diabete +3 complicanze
9,1
>1.900.000.000
Diabete +4 complicanze
0,4
>110.000.000
* Fonte dei dati: Marcellusi A, Viti R, Sciattella P, et al. Economic aspects in the management of diabetes in Italy. BMJ Open Diabetes Research and Care 2016;4:e000197
L’impatto delle complicanze maggiori si ripercuote sul ricorso alle cure ospedaliere.
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Dallo studio DADA, condotto in Italia su oltre 9 milioni di cittadini, emerge chiaramente come, a parità di età, sesso e residenza, in presenza di diabete il rischio di ospedalizzazioni sia da due a 15 volte superiore a seconda del tipo di complicanza considerata. (figura 2)
Figura 3
Figura 2
* Nel 2018 sono stati calcolati anche i costi per dispositivi (strisce, siringhe, aghi, lancette) che ammontano ad una media pro-capite di 98 Euro, per cui il costo complessivo pro-capite nel 2018 ammonta a 2.833 Euro.
L’impatto dei ricoveri ospedalieri sui costi totali è ulteriormente documentato da stime recenti della Regione Emilia Romagna, che mostrano come il 63,7% dei costi diretti sia legato ai ricoveri ospedalieri, il 21,6% alle terapie farmacologiche e il 14,7% alle prestazioni di specialistica ambulatoriale. La proporzione della popolazione che utilizza i servizi sanitari è più elevata in presenza di diabete, in particolare per il ricorso al ricovero ospedaliero (27,6% vs. 15,1%) e al trattamento farmacologico (97,9% vs. 84,7%). La spesa media rilevata per assistito con diabete residente in regione si presentava di molto superiore al doppio di quella attribuita agli altri assistiti, sia quando valutata sul totale degli assistiti (€ 3.124 vs. € 1.124) sia sul numero di utilizzatori dei servizi sanitari (€ 3.149 vs. € 1.267). (Profili di assistenza e costi del diabete in Emilia- Romagna, 2005-2007; http://asr.regione.emiliaromagna. it/wcm/asr/collana_ dossier/doss179.htm figura 4).
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Confrontando i dati dell’osservatorio ARNO diabete relativi al 2010 con quelli del 2018 si evidenzia un lieve aumento del costo pro-capite, passato da 2.756 Euro a 2.833 Euro. Tuttavia, nel 2018 sono stati calcolati anche i costi per dispositivi (strisce, siringhe, aghi, lancette) che ammontano ad Figura 4 una media pro-capite di 98 Euro. Se escludiamo questa voce, non presente nel 2010, il costo medio annuo nel Spesa sanitaria complessiva, confronto tra la popolazione dei diabetici e dei non diabetici, Regione Emilia-Romagna, 2007 2018 ammonta a 2.735 Euro, praticamente uguale a quello del 2010. Se tuttavia si analizzano le componenti dei costi, si evidenzia un lieve aumento dei costi per la terapia del diabete (+78 Euro) e per le prestazioni ambulatoriali (+94 Euro) ed un aumento più marcato dei costi per altri farmaci (+224 Euro). Di converso, si sono ridotti in maniera importante i costi per le ospedalizzazioni (-417 Euro). Questi dati suggeriscono come un investimento nell’appropriatezza terapeutica e nell’assistenza specialistica ambulatoriale possano rappresentare la chiave di volta per ridurre gli ingenti costi delle ospedalizzazioni, a loro volta indice di complicanze del diabete (figura 3).
Le ipoglicemie sono responsabili di importanti costi intangibili, legati all’impatto negativo sulla qualità della vita, che a sua volta può indurre ad una riduzione della quantità di farmaci assunti e quindi ad un peggior controllo metabolico. In un studio canadese (Impatto delle ipoglicemie sui costi indiretti ed intangibili nei soggetti con diabete di tipo 2 (Leiter LA etal. Canadian Journal of Diabetes 2005 è emerso che un terzo dei pazienti con ipoglicemia lieve /moderata e oltre l’80% di quelli con ipoglicemia severa hanno riferito maggiori paure delle ipoglicemie dopo l’evento . Questo ha indotto in oltre la metà dei casi alla modifica della dose di insulina assunta. (figura 5) Figura 5
Nonostante le problematiche appena descritte, il modello italiano di cura sembra essere particolarmente efficiente. In base ad uno studio condotto nel 2011 dalla London School of Economics, il costo medio per paziente in Italia risulta marcatamente più basso rispetto a Francia, Gran Bretagna e Germania. L’assistenza diabetologica negli altri Paesi è demandata in modo predominante alla medicina generale, contrariamente a quanto accade in Italia, dove è presente una rete diffusa di strutture specialistiche in grado di fornire assistenza a oltre il 50% dei pazienti con diabete nel nostro Paese. (figura 6)
Figura 6
N.B.: Per la Spagna, in base ad altre fonti, il costo potrebbe raggiungere e € 3.015.
Impatto delle ipoglicemie sui costi indiretti ed intangibili nei soggetti con diabete di tipo 2 (Leiter LA etal. Canadian Journal of Diabetes 2005).
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LA PREVENZIONE OFFRE LE MAGGIORI POTENZIALITÀ DI SUCCESSO
Un trattamento efficace può ridurre il costo delle complicanze I programmi di prevenzione consentono di ritardare o persino evitare l’insorgenza del diabete e di altre malattie croniche, specialmente tra le persone esposte ad elevato rischio. Domenico Cucinotta IBDO FOUNDATION
Fattori di rischio in comune Il peso delle malattie croniche in Italia è in gran parte determinato da fattori di rischio modificabili che le diverse patologie hanno in comune e che comprendono alimentazione, attività fisica, consumo di alcol e tabagismo. Un approccio comune condotto in base a tali fattori di rischio condivisi potrebbe portare a notevoli benefici. Un programma di prevenzione sul territorio – che ad esempio incoraggi l’adozione di una dieta salutare – non solo porterebbe ad una riduzione dell’incidenza del diabete, ma ridurrebbe anche il rischio di altre malattie croniche. Inoltre, in Europa, nello stesso individuo sono spesso presenti molteplici fattori di rischio, soprattutto in persone appartenenti a gruppi socialmente svantaggiati.
La prevenzione primaria delle malattie croniche È indispensabile riconoscere che i programmi di prevenzione sono il fondamento della risposta globale al peso delle malattie croniche La prevenzione primaria ha lo scopo di prevenire lo sviluppo di malattie croniche incoraggiando e facilitando stili di vita più salutari che comprendano un’alimentazione bilanciata, attività fisica moderata e l’abbandono del consumo di tabacco e alcolici. Le evidenze raccolte in sperimentazioni di larga scala soprattutto negli Stati Uniti e in Finlandia e diversi programmi di prevenzione condotti in molti Paesi europei hanno stabilito che gli interventi sugli stili di vita possono prevenire o ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2 nelle persone esposte ad elevato rischio. Nello specifico, nelle persone con alterata tolleranza al glucosio il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 può essere ridotto di oltre il 50% nel corso di un periodo di 3-5 anni attraverso
programmi intensivi volti alla modificazione dello stile di vita La chiave per la riuscita della prevenzione è rappresentata dalla modifica degli stili di vita, con la riduzione del peso, l’aumento dell’attività fisica e modifiche dell’alimentazione volte ad aumentare l’apporto di fibre e ridurre i grassi totali e saturi. Maggiore è il numero di obiettivi* (ossia di comportamenti salutari) raggiunti e minore è l’incidenza del diabete di tipo 2 (Figura 1). Ciò comporta chiari benefici per l’individuo e la società perché prevenendo o ritardando l’insorgenza del diabete si riduce la manifestazione delle costose e irreversibili complicanze associate alla patologia.
La natura complessa delle malattie croniche, ivi incluso il diabete, richiede un approccio alla prevenzione sostenibile e globale. Idealmente, i programmi di prevenzione dovrebbero combinare la prevenzione primaria nella popolazione generale con la contemporanea specifica attenzione rivolta ai gruppi svantaggiati e alle persone ad alto rischio di sviluppare una malattia cronica. Spesso alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie croniche è destinata solo una piccola quota del budget sanitario e maggiore rilevanza è riconosciuta
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alla cura delle persone che hanno già sviluppato una patologia. In realtà è necessario un approccio globale che si concentri su promozione della salute, prevenzione della malattia e sua gestione. La promozione della salute può comprendere molte attività, tra cui iniziative di difesa dei pazienti e sensibilizzazione (attraverso le associazioni nazionali), sostegno nel territorio (attraverso l’educazione e la pianificazione urbanistica), modifiche fiscali e legislative (attraverso normative relative ad ambiente e infrastrutture), coinvolgimento del settore privato (attraverso programmi sui luoghi di lavoro e pratiche responsabili nella produzione e nel marketing) e sostegno dei mezzi di comunicazione (attraverso i mass media). Un ambiente che promuova l’attività fisica e regimi alimentari sani favorisce la prevenzione tra le persone ad alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e al contempo aiuta coloro che sono a basso rischio a non sviluppare un alto rischio. Data la necessità di un approccio che tenga conto della salute in tutte le politiche (la cosiddetta strategia “healthin-all-policies”), la collaborazione è fondamentale per assicurare il successo degli interventi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie: gli operatori sanitari, i pagatori, i responsabili dell’istruzione, l’industria alimentare, i media, gli urbanisti, i decisori politici e le organizzazioni non governative devono tutti unirsi in uno sforzo di prevenzione. Inoltre, è necessario l’allineamento di tutte le politiche nazionali – incluse quelle agricole, commerciali, industriali e in materia di trasporti – al fine di promuovere regimi alimentari migliori e una maggiore attività fisica.
La prevenzione primaria spesso risulta economicamente vantaggiosa I programmi di prevenzione migliorano la salute nel lungo periodo, ma comportano costi nel breve periodo. Inoltre, nel caso delle malattie croniche, i benefici sanitari – e i risparmi – si realizzano solo molti anni dopo l’attuazione dei programmi di prevenzione. I budget della sanità sono spesso destinati ad attività che offrono benefici tangibili nel breve termine, anche quando il corrispondente vantaggio per la società nel medio e lungo termine è
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inferiore rispetto a quello conseguente l’investimento in programmi di prevenzione. Tuttavia, nella prevenzione è possibile fare ‘grandi affari’. Si tratta di interventi che hanno un impatto significativo sulla salute e la cui attuazione è economicamente vantaggiosa, poco costosa e fattibile. Tali interventi sugli stili di vita comprendono la promozione della consapevolezza nell’opinione pubblica, attraverso i mass media, dell’importanza dell’attività fisica e dell’alimentazione, con una riduzione dell’uso di sale da cucina e la sostituzione degli acidi grassi trans. Incoraggiando la riduzione del consumo di sigarette, bevande alcoliche e cibo non salutare, sensibilizzando maggiormente agli stili di vita sani e impiegando incentivi economici, i programmi di prevenzione sono in grado di contrastare le principali cause delle malattie croniche non trasmissibili e i fattori di rischio sottostanti.
Conclusioni • Il diabete di tipo 2 e altre malattie croniche sono accomunati da fattori di rischio modificabili e, soprattutto, dalle opportunità di intervento. • La prevenzione primaria del diabete di tipo 2 e di altre malattie croniche è possibile. • Nella prevenzione si possono ottenere grandi risultati anche dal punto di vista economico, con iniziative la cui attuazione è economicamente vantaggiosa, poco costosa e fattibile, soprattutto a confronto con i costi derivanti dai ricoveri per le complicanze del diabete.
ICTUS:
CECITÀ: À
CARDIOP PA AT A TIE:
INSUFFICIENZA RENALE:
AMPUT TA AZIONI:
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LE NUOVE SFIDE: COVID-19 e INERZIA
Diabete, obesità e mortalità per Covid-19 La pandemia da COVID-19 ha evidenziato le fragilità e vulnerabilità delle persone con obesità e diabete. Una nuova sfida per il sistema sanitario e per i clinici. Antonio Nicolucci – Coresearch; Luca Busetto – Università di Padova, Open Italy; Agostino Consoli – Università G D’annunzio Chieti; Paolo Di Bartolo – AUSL della Romagna; Giuseppe Fatati – IO-NET; Chiara Rossi – Coresearch; Paolo Sbraccia, Università di Roma Tor Vergata, Ibdo Foundation, Open Italy; Andrea Lenzi, Università di Roma Sapienza, Open Italy
INTRODUZIONE L’emergenza Covid-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per il nostro Paese e per il Sistema Sanitario Nazionale, con enormi ripercussioni cliniche, sociali ed economiche. Il prezzo più alto pagato riguarda senz’altro l’elevato numero di vittime causate dalla pandemia: al 25 maggio 2020 erano pervenute alla Sorveglianza Nazionale Integrata COVID-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità 31.573 segnalazioni di decessi in soggetti diagnosticati microbiologicamente tramite tampone rino/orofaringeo positivo al SARS-CoV-2. In data 16 luglio 2020, in un documento congiunto ISTATISS, sono stati resi noti i risultati delle analisi effettuate sulle schede di morte di 4942 decessi associati al Covid19 . I dati provengono da tutte le Regioni e Province Autonome del Paese, fatta eccezione per la Regione Valle D’Aosta, e la loro distribuzione per età e genere è risultata simile a quella del totale dei decessi segnalati alla Sorveglianza. È stato quindi possibile tracciare un quadro molto realistico delle caratteristiche socio-demografiche e cliniche dei soggetti deceduti e di identificare i profili di fragilità associati alle complicanze più gravi della patologia. L’analisi appena pubblicata conferma una maggiore vulnerabilità da parte dei soggetti di sesso maschile, che rappresentano circa i due terzi (63%) dei deceduti. Viene anche confermato il ruolo dell’età avanzata: il 55,8% dei deceduti presentava un’età di 80 anni o più e il 27,5% un’età compresa fra i 70 e i 79 anni. Tuttavia, i soggetti sotto i 60 anni rappresentavano il 5,9% del campione; questa percentuale, trasferita al numero totale di decessi comunicati fino al 25 maggio, indica che sono decedute oltre 1.800 persone sotto i 60 anni. Un altro aspetto importante emerso dall’analisi delle schede di morte riguarda il fatto che il Covid-19 è risultato come causa primaria del decesso nell’89% dei casi, mentre nel restante 11% la morte era da attribuire a cause diverse (soprattutto malattie cardiovascolari e tumori); in questi casi l’infezione virale potrebbe comunque aver aggravato il quadro clinico generale. La quota di deceduti in cui COVID-19 era la causa direttamente responsabile della
morte varia in base all’età, raggiungendo il valore massimo del 92% nella classe 60-69 anni e il minimo (82%) nelle persone di età inferiore ai 50 anni. Per quanto riguarda l’analisi dell’11% dei decessi in cui Covid-19 non era causa primaria, nei più giovani (<50 anni) la causa di morte principale è rappresentata dai tumori, che costituiscono circa il 9,3% del totale in questa fascia di età. Nella classe di età 50-59 anni, dopo i tumori (5,7%) il diabete (2,2%) rappresenta la causa iniziale di morte più frequente. Nelle età più avanzate la distribuzione è più eterogenea, ma i tumori restano ancora la causa di morte più comune.
MORTALITÀ PER COVID-19 E COMORBIDITÀ Dati molto interessanti del rapporto ISS-ISTAT appena diffuso riguardano la presenza delle comorbidità fra le persone decedute con diagnosi di infezione da SARS-Cov-2. Un aspetto rilevante è rappresentato dalla mancanza di segnalazione di patologie concomitanti nel 28,2% dei casi (figura 1). Figura 1. Distribuzione percentuale per numero di concause dei decessi dei pazienti positivi a SARS-CoV-2 nelle diverse classi di età.
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Sebbene questo dato possa dipendere almeno in parte dalla mancata registrazione sulla scheda di morte di patologie misconosciute, esso sottolinea come Covid-19 possa essere letale anche in assenza di altre condizioni preesistenti. Del totale dei soggetti deceduti, circa uno su tre (31,2%) presentava una patologia concomitante, mentre il 40,5% presentava due o più comorbidità, con una media complessiva di 2,4 patologie per soggetto. Fra le patologie associate più frequenti, sono da segnalare malattie iper-
tensive (21,8%), altre malattie del sistema circolatorio (18,1%), diabete (15,8%), cardiopatie ischemiche (13,9%), malattie renali (12,4%) e tumori (12,2%). La prevalenza delle diverse patologie concomitanti varia in relazione alle fasce di età: al di sotto dei 50 anni, le comorbidità più frequenti sono rappresentate dai tumori e dall’obesità, fra i 50 e i 59 anni prevalgono tumori, cardiopatie ipertensive e obesità, dai 60 anni in su sono più frequenti il diabete e le cardiopatie ipertensive (figura 2)
Figura 2. Concause presenti nelle schede di decesso di pazienti positivi al SARS-CoV-2, percentuale sul totale dei decessi, per classi di età.
Figura 3. Presenza delle concause di morte nelle schede dei pazienti deceduti positivi al SARS-CoV-2, distinguendo tra due gruppi: A) casi con una sola concausa (1.545 decessi) e B) casi con più concause (3.397 decessi). Percentuale sul totale dei decessi, per gruppo.
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. Questi dati indicano che il profilo di vulnerabilità al Covid-19 è profondamente influenzato dall’età e che alcune condizioni, come l’obesità, risultano particolarmente frequenti come concausa di morte fra i più giovani, mentre il diabete e le malattie cardiovascolari giocano un ruolo più importante dopo i 60 anni. Un altro aspetto rilevante riguarda il riscontro che alcune condizioni, come diabete ed obesità, sono raramente l’unica comorbidità, mentre compaiono spesso in associazione con altre patologie (figura 3)
In particolare il diabete mellito e le cardiopatie ipertensive rappresentano le condizioni più spesso riscontrate in caso di pluri-comorbidità, essendo presenti in circa un terzo dei casi. Questo riscontro suggerisce come il diabete possa rappresentare una causa importante di vulnerabilità al Covid-19 quando gravato da complicanze micro e macrovascolari. A questo riguardo, non va dimenticato che il diabete di tipo 2, che rappresenta oltre il 90% di tutti i casi di diabete, si associa a ipertensione arteriosa nel 70% dei casi e a dislipidemia in circa il 60% dei casi, mentre un eccesso ponderale è presente in oltre l’80% dei casi . Questo determina un rischio cardiovascolare particolarmente elevato fra le persone con diabete, un
quarto delle quali presenta una storia di evento cardiovascolare maggiore , e la concomitanza di diabete e malattie cardiovascolari è sicuramente un riscontro frequente fra le persone decedute per Covid-19. Inoltre, il diabete rappresenta una importante causa di insufficienza renale, che a sua volta risulta una frequente concausa di morte nei soggetti deceduti per Covid-19. Considerazioni analoghe possono essere fatte per l’obesità, che risulta spesso associata a disturbi metabolici, ipertensione, dislipidemia, complicanze cardiovascolari, problemi respiratori ed un ampio spettro di altre condizioni morbose, compreso un più elevato rischio di diversi tumori . La bassa prevalenza di obesità come concausa di morte nei soggetti sopra i 60 anni potrebbe essere almeno in parte legata ad una mancata registrazione del dato; infatti, in presenza di multiple condizioni concomitanti, è verosimile che siano state riportate sulle schede di morte le patologie associate all’obesità, piuttosto che quest’ultima. La rilevanza del diabete e dell’obesità come condizioni di vulnerabilità è ribadita nel comunicato della Commissione Europea al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni: Short-term EU health preparedness for COVID-19 outbreaks . Il documento, pubblicato il 15 luglio e prodotto in collaborazione con l’European Center for Disease Control (ECDC), enfatizza la necessità di supporto alle popolazioni più vulnerabili (per comorbidità, basso stato socio-economico o rischio professionale) e invita a prendere misure specifiche per proteggere queste categorie.
CONCLUSIONI L’analisi delle cause di morte fra i soggetti deceduti con infezione da SARS-Cov-2 offre importanti spunti di riflessione. Innanzitutto, i dati mostrano come non esistano categorie completamente scevre dal rischio di subire le conseguenze del Covid-19. Neanche i soggetti giovani, senza evidenti patologie concomitanti, possono considerarsi al sicuro. D’altro canto, non c’è dubbio che il rischio di decesso associato a Covid-19 sia particolarmente elevato nei soggetti di sesso maschile, di età avanzata, e con comorbidità. Da questo punto di vista, è da sottolineare come il cattivo controllo di patologie croniche come il dia-
bete, se da una parte aumenta il rischio di complicanze della patologia, dall’altra è responsabile di una maggiore vulnerabilità nei confronti di eventi acuti quali la pandemia da coronavirus. La drastica riduzione delle prestazioni ambulatoriali durante il lockdown, solo parzialmente compensata dall’attivazione di prestazioni di telemedicina, la forzata inattività fisica e la verosimile modifica dell’alimentazione possono aver determinato un peggioramento del controllo metabolico ed un aumento del peso corporeo in molte persone affette da diabete, di fatto aumentando la loro vulnerabilità nel caso malaugurato di una ripresa della pandemia. Per quanto riguarda l’obesità, la sua frequente presenza fra le concause di morte nei soggetti più giovani sottolinea il suo importante contributo a determinare una condizione di fragilità. Risulta quindi necessaria una profonda riconsiderazione dell’eccesso ponderale come vera e propria patologia, di natura complessa e gravata come il diabete da un elevato numero di comorbidità e complicanze. Questi dati hanno profonde implicazioni, considerando che nel nostro Paese le persone adulte obese (BMI ≥30) sono circa 6 milioni e le persone in sovrappeso oltre 20 milioni . L’implementazione di strategie preventive e di interventi tempestivi nel caso di nuovi focolai di Covid-19 dovrà necessariamente tenere conto dei profili di fragilità emersi dalle analisi in corso, al fine di evitare le conseguenze più nefaste della pandemia. Sarà necessaria una azione incisiva a livello di cure primarie e di cure specialistiche per garantire un adeguato monitoraggio ed un efficace controllo dei più importanti fattori di rischio fra i soggetti affetti da cronicità. Dove possibile, la continuità assistenziale potrà essere assicurata attraverso l’implementazione di modalità assistenziali complementari a quelle tradizionali, facendo ricorso alla telemedicina e alla teleassistenza. Sarà inoltre fondamentale dare priorità assistenziale alle persone che, sulla base del loro livello di fragilità, possono essere più suscettibili alle forme più gravi di Covid-19. Solo ripensando il modello tradizionale di assistenza, con l’introduzione di interventi proattivi e commisurati alle reali esigenze/vulnerabilità degli assistiti e perseverando nella adozione delle misure cautelari per ridurre il contagio sarà possibile evitare che si ripeta la drammatica situazione vissuta nei primi mesi del 2020.
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L’inerzia è un complesso multifattoriale L’inerzia è l’insieme di comportamenti individuali, collettivi e istituzionali che rallentano o bloccano il cambiamento e che provoca effetti clinici, sociali, economici e di politica sanitaria che si ripercuotono sulla qualità di cura e di vita della persona con diabete Antonio Nicolucci - Coresearch; Paolo Di Bartolo - Associazione Medici Diabetologi; Domenico Mannino - Associazione Medici Diabetologi; Chiara Rossi - Coresearch; Federico Spandonaro - CREA Sanità; Francesco Dotta - IBDO Foundation; Simona Frontoni - IBDO Foundation
Nonostante la disponibilità di un ampio spettro di opzioni terapeutiche efficaci e la dimostrazione dell’importanza di un adeguato controllo metabolico per prevenire o ritardare l’insorgenza delle complicanze del diabete di tipo 2 (DM2), una percentuale elevata di pazienti non raggiunge i target terapeutici desiderati. Ad esempio, i dati degli Annali AMD relativi a circa mezzo milione di persone con DM2 documentano come solo un paziente su due presenti un valore di HbA1c <7,0%, come raccomandato dalle linee guida esistenti, mentre uno su cinque mostra un controllo metabolico francamente inadeguato (HbAc1 >8,0%) [1]. Fra i soggetti in terapia insulinica multi-iniettiva, i valori medi di HbA1c erano di 8,1±1,7%, mentre fra i soggetti in terapia insulinica in associazione con antiiperglicemizzanti orali i livelli medi di HbA1c salivano a 8,4±1,6%. Inoltre, un paziente su quattro presentava valori di HbA1c > 9,0% nonostante la terapia insulinica. Fra le cause di questi insoddisfacenti risultati, è stata chiamata più volte in causa l’inerzia terapeutica, intesa come mancata o ritardata intensificazione terapeutica in presenza di un insoddisfacente controllo metabolico. Ne forniscono un esempio i dati degli Annali AMD, che avevano documentato una sostanziale inerzia terapeutica sia nell’iniziare la terapia insulinica, sia nella intensificazione del trattamento. Infatti, al momento della prima prescrizione di insulina basale i livelli medi di HbA1c erano di 8,9±1,6%, ma circa la metà dei soggetti presentava valori di HbA1c >8,0% già due anni prima dell’introduzione della terapia insulinica. Inoltre, a distanza di 2 anni dall’inizio della terapia insulinica, quasi il 50% dei pazienti continuava a presentare valori di HbA1c >8,0%, ad indicare una insufficiente titolazione della dose di insulina [2].
Le conseguenze dell’inerzia terapeutica Diversi studi hanno dimostrato che l’inerzia terapeutica è associata a esiti microvascolari e macrovascolari peggiori. In uno studio di coorte su 105.477 pazienti, i valori medi di HbA1c alla diagnosi erano di 8,1%, il 22% è rimasto in controllo glicemico insoddisfacente per 2 anni e il 26% non ha mai ricevuto una intensificazione terapeutica. Un ritardo nella intensificazione terapeutica di 1 anno, in combinazione con uno scarso controllo glicemico, ha aumentato significativamente il rischio di infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, ictus ed eventi cardiovascolari compositi (hazard ratio 1,62 [IC 95% 1,46-1,80]) [3]. Un altro studio ha utilizzato un modello di simulazione al computer progettato per tradurre gli endpoint surrogati in risultati clinici ed economici a lungo termine (IMS CORE Diabetes Model) [4]. Il modello è stato applicato ad una coorte rappresentativa di adulti con diabete di tipo 1 o tipo 2 seguiti in centri per le cure primarie del Regno Unito. I risultati mostrano una significativa riduzione dei costi di circa 340 milioni di sterline nei primi 5 anni, e di circa 5,5 miliardi dopo 25 anni di costante miglioramento del controllo metabolico. La riduzione delle complicanze microvascolari rappresenta il principale fattore che influenza i risparmi sui costi; infatti, nel diabete di tipo 1 il 74% dei costi evitati derivava dalla prevenzione della malattia renale, mentre nel diabete di tipo 2 il 57% dei costi evitati derivava dalla riduzione delle ulcere del piede, delle amputazioni e della neuropatia diabetica [5]. In un recente studio che utilizzava i dati della normale pratica clinica per esplorare il concetto di “memoria metabolica” sulle complicanze del diabete, sono stati valutati pazienti di nuova diagnosi con scarso controllo glicemico e la loro sopravvivenza a distanza di 10 anni [6]. Lo studio ha evidenziato un aumento relativo nella mortalità del
139
29% nei pazienti con HbA1c dal 7% all’8% nel primo anno dalla diagnosi rispetto a soggetti che avevano mantenuto i livelli di Hba1c al di sotto del 6,5%. L’aumento del rischio di morte saliva al 32% se l’HbA1c era ≥ 9%. Il raggiungimento precoce di un buon controllo glicemico dopo la diagnosi del diabete è quindi in grado di influenzare il rischio a lungo termine di complicanze. Le cause dell’inerzia terapeutica Le cause dell’inerzia terapeutica sono complesse e possono essere attribuite agli operatori sanitari, ai pazienti, o a barriere del sistema sanitario (figura 1). Le barriere a livello degli operatori sanitari costituiscono il 50% delle cause dell’inerzia [7]. Queste includono difficoltà come mancanza di tempo, mancanza di conoscenza e disomogeneità nelle raccomandazioni delle linee guida. Inoltre, giocano un ruolo importante la percezione degli effetti collaterali e l’inesperienza nella gestione della condizione [8]. L’inizio della terapia insulinica rappresenta una importante causa di inerzia terapeutica da parte dei medici. La preoccupazione delle ipoglicemie e dell’aumento di peso, l’introduzione di una maggiore complessità di gestione della patologia, la necessità di un più frequente automonitoraggio domiciliare della glicemia e, nel caso dei medici delle cure primarie, la scarsa familiarità nella gestione della terapia insulinica, rappresentano fattori condizionanti l’avvio o la intensificazione della terapia. La difficoltà ad orientarsi fra le diverse linee guida esistenti o la mancanza di chiari indirizzi per particolari categorie di pazienti possono ulteriormente contribuire al comportamento attendista spesso assunto. Va inoltre segnalato come spesso gli operatori sanitari tendano ad attribuire ai propri assistiti le ragioni di una ritardata intensificazione della terapia, imputando loro una scarsa compliance, una scarsa accettazione della terapia, la difficoltà di gestione di regimi terapeutici più complessi o la paura della terapia iniettiva [9].
140
Per quanto riguarda i pazienti, la paura delle ipoglicemie e la preoccupazione di un eventuale aumento di peso sono state più volte riportate come importanti barriere alla intensificazione terapeutica [10]. Le ipoglicemie in particolare, a causa dell’impatto estremamente negativo sulla qualità di vita, possono rappresentare un deterrente alla intensificazione terapeutica. All’inerzia dei pazienti può inoltre contribuire una scarsa consapevolezza riguardo la natura progressiva del diabete o riguardo il rischio di complicanze derivante da un prolungato cattivo controllo metabolico. L’assenza di sintomi può inoltre portare ad un atteggiamento di negazione della malattia e alla mancata comprensione della necessità di modificare il trattamento. Inoltre, l’inizio della terapia insulinica può essere considerato come un indice di fallimento personale nella gestione
del proprio diabete, ed essere vissuto come una evenienza da evitare. D’altra parte, il persistere di un inadeguato controllo metabolico può generare frustrazione scoraggiamento e può talvolta portare alla decisione autonoma del paziente di interrompere il trattamento, senza consultarsi con il proprio medico curante. La mancanza di adeguata educazione terapeutica è spesso alla base di queste errate convinzioni e richiama la necessità di destinare agli aspetti di formazione/informazione tempi e spazi dedicati. Esistono infine barriere di sistema che favoriscono l’inerzia terapeutica. Alcune situazioni, comuni a tutti i sistemi sanitari, sono riconducibili alla carenza di personale e conseguentemente alla difficoltà a garantire una corretta educazione terapeutica a tutti i pazienti. L’affollamento degli ambulatori può inoltre rendere difficile assicurare un numero adeguato di visite, favorendo il ritardo nella decisione di modificare la terapia. Inoltre, le pressioni al contenimento della spesa farmaceutica possono scoraggiare la prescrizione di farmaci innovativi, nonostante un loro miglior profilo di efficacia e sicurezza. Anche aspetti specifici del nostro sistema sanitario possono contribuire all’inerzia terapeutica. La necessità di piano terapeutico per i farmaci di recente introduzione richiede allo specialista un tempo da dedicare agli aspetti burocratici che mal si sposa con il numero elevato di pazienti che quotidianamente afferiscono agli ambulatori di diabetologia. Dal punto di vista delle cure primarie, la impossibilità di prescrivere i nuovi farmaci, con la conseguente necessità di intensificare la terapia utilizzando sulfaniluree o insulina, possono grandemente influire sull’inerzia terapeutica. Le possibili soluzioni Le evidenze scientifiche mostrano che una precoce ed efficace gestione del controllo glicemico riducono le complicanze; pertanto è fondamentale superare l’inerzia terapeutica per migliorare i risultati a più lungo termine. Sono stati suggeriti vari approcci per superare l’inerzia terapeutica; questi, ancora una volta, possono essere suddivisi in diverse categorie. Dal punto di vista degli operatori sanitari, è innanzitutto importante misurare l’inerzia terapeutica, ed identificare i soggetti a rischio più elevato di ritardo nell’intensificazione dei trattamenti. A questo riguardo, diversi studi hanno documentato che un feedback attivo agli operatori sanitari e l’introduzione nelle cartelle cliniche informatizzate di specifici remainder sono in grado di ridurre i tempi dell’intensificazione terapeutica [11]. Anche gli approcci proattivi con i pazienti si dimostrano utili, poiché i pazienti rispondono meglio quando ritengono di contribuire a un risultato positivo [12]. Pertanto, costruire una buona relazione tra operatore sanitario e paziente e fornire un adeguato supporto è vitale per l’ottenimento di un adeguato controllo glicemico.
L’uso di infermieri e farmacisti nella gestione della malattia si è dimostrato a sua volta efficace e libera in generale il tempo dei medici per altri aspetti delle loro consultazioni con i pazienti [13]. Ciò comporta l’utilizzo di membri di team multidisciplinari per aiutare a rispondere alle esigenze e ai problemi dei pazienti in merito alle loro condizioni. Inoltre, l’istruzione è una delle tecniche chiave per ridurre l’inerzia, educando non solo gli operatori sanitari, ma anche gli studenti sia durante i corsi universitari che nei corsi di specializzazione. Oltre all’istruzione, le informazioni aggiornate sui nuovi farmaci, compresi l’efficacia e le reazioni avverse, devono essere costantemente disponibili per gli operatori sanitari, così come chiare linee di indirizzo che possano guidare le scelte terapeutiche. La scelta di farmaci che si associano ad un bassissimo rischio di ipoglicemie e che non causano aumento di peso può certamente aiutare a superare l’inerzia terapeutica ed accrescere l’accettabilità della terapia da parte del paziente. Sul versante dei pazienti, interventi educativi che rendano la persona con diabete pienamente consapevole ed in grado di gestire la propria condizione rappresentano un aspetto fondamentale. Sistemi di telemedicina che consentano agli operatori sanitari un monitoraggio da remoto dei valori glicemici negli intervalli, spesso lunghi, fra le visite, possono rappresentare un importante strumento per garantire la continuità assistenziale e ridurre i tempi della intensificazione terapeutica. Il personale infermieristico, come indicato sopra, può aiutare in caso di scarsa compliance e può contribuire a ridurre l’ansia associata a problemi terapeutici, in particolare riguardo l’autosomministrazione appropriata di farmaci iniettabili [14]. È possibile infine migliorare l’aderenza alle terapie attraverso sistemi di reminder e app che supportino il paziente nella gestione del proprio diabete [11]. Le barriere di sistema possono essere superate innanzitutto rendendo i decisori più consapevoli riguardo l’importanza di investire in terapie innovative, considerandole non come costo aggiuntivo, bensì come una importante fonte di risparmio. Una impressionante mole di nuove evidenze scientifiche documenta chiaramente che il trattamento con agonisti recettoriali del GLP1 o con inibitori degli SGLT2 sono in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari maggiori, la mortalità, la progressione delle complicanze renali e, nel caso degli inibitori degli SGLT2, dei ricoveri per scompenso cardiaco [15]. Considerando che i ricoveri in ospedale per le complicanze del diabete rappresentano il 50% dei costi diretti del diabete (contro il 7% attribuibile al trattamento del diabete) [16], è evidente come l’impiego di farmaci in grado di ridurre le complicanze maggiori sia acute (ipoglicemie) che croniche (eventi cardio-cerebrovascolari, insufficienza renale, scompenso cardiaco) possono incidere in modo importante sulla spesa, migliorando nel contempo l’aspettativa e la
qualità di vita dei pazienti. Purtroppo le politiche di contenimento della spesa oggi in atto tendono invece a concentrarsi sulla spesa farmaceutica, senza alcuna verifica della ricaduta di queste politiche sul ricorso all’ospedale e sulla salute delle persone con diabete. Una migliore organizzazione dell’assistenza, in base ai principi dei “chronic care models”, faciliterebbe ulteriormente il superamento delle barriere alla intensificazione terapeutica. A questo riguardo, la reale implementazione di PDTA sul diabete consentirebbe di facilitare la continuità assistenziale fra cure primarie e specialistiche, rendendo più agevole e tempestivo l’accesso ai servizi di diabetologia e la prescrizione di farmaci innovativi a coloro che ne hanno bisogno, migliorando l’appropriatezza e l’adesione alle linee guida basate sulle evidenze scientifiche. Altrettanto importante risulta il potenziamento dei team diabetologici, con composizione multidisciplinare e spazi dedicati in modo specifico all’educazione terapeutica. Quest’ultima dovrebbe essere formalmente riconosciuta a pieno titolo, ed adeguatamente remunerata, come prestazione sanitaria, riconoscendone il valore clinico. Infine, il Sistema Sanitario Nazionale dovrebbe promuovere e facilitare modalità di gestione delle cronicità in linea con gli avanzamenti tecnologici, facendo ricorso a sistemi di telemedicina e teleassistenza in grado di garantire la continuità assistenziale e gli scambi di dati e informazioni fra struttura sanitaria ed assistito.
Conclusioni Il diabete di tipo 2 rappresenta un problema sempre crescente per i pazienti, per gli operatori sanitari e per l’economia in generale. Sono disponibili ampie prove riguardo l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie; tuttavia, ci sono anche evidenze significative che esistono ostacoli all’intensificazione del trattamento in presenza di un inadeguato controllo metabolico. Il miglioramento del controllo glicemico nelle prime fasi della traiettoria della malattia produce un “effetto memoria” che ritarda l’insorgenza di complicanze. È quindi fondamentale che gli operatori sanitari promuovano tempestivamente l’intensificazione delle terapie, quando necessario, in pazienti ben informati e coinvolti nella gestione del diabete. Va tuttavia enfatizzata la necessità di un approccio personalizzato; gli obiettivi accettabili per pazienti giovani e senza comorbidità dovranno essere più ambiziosi di quelli per pazienti anziani, con comorbidità multiple e politrattati. In questi ultimi, l’intensificazione può portare a ipoglicemie severe, aumentando quindi il rischio di cadute e deficit cognitivi [17]. Alla luce di ciò, l’inerzia terapeutica è da intendersi non solo come incapacità di intensificare la terapia, ma anche come incapa-
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cità di de-intensificare la terapia in modo appropriato, o di sostituire farmaci ad elevato rischio di ipoglicemie con farmaci più sicuri [18]. In conclusione, per garantire benefici a lungo termine per i pazienti con diabete è necessario il superamento del-
Figura 1. Fattori associati all’inerzia clinica
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l’inerzia e il raggiungimento dei valori desiderati di HbA1c. L’inerzia terapeutica può essere superata attraverso l’educazione e la consapevolezza di operatori sanitari, pazienti e decisori che si tratta di un fenomeno ad alto rischio che influisce negativamente sulla cura del paziente.
Le persone con diabete e l’inerzia Nonostante la disponibilità di un numero sempre crescente di farmaci per il diabete, molti pazienti incontrano notevoli difficoltà a raggiungere gli obiettivi terapeutici desiderati e mostrano scarsa compliance nel raggiungere gli obiettivi prescritti. Lucio Corsaro, Emanuele Corsaro, Rosaria Ledonne, Gianluca Vaccaro MediPragma
Diabetes Monitor è un osservatorio dell’evoluzione degli atteggiamenti delle persone con diabete riguardo la gestione della malattia e della terapia. La natura continuativa dell’indagine statistica ha permesso di evidenziare quali siano le tendenze più comuni quando si parla di atteggiamento della Persone con diabete rispetto alla propria condizione. Il Diabetes Monitor distingue cinque momenti di analisi e presa delle decisioni da parte della Persona con Diabete: • Attitudine verso la malattia • Diagnosi • Trattamento • Autocontrollo • Fonti informative e associazionismo L’analisi intende evidenziare solo i temi centrali rispetto al ruolo attivo che la Persona con Diabete assume nella gestione della propria condizione. L’approccio adottato ha consentito la definizione di un unico “ambiente di ricerca” in grado di monitorare il percorso compiuto dall’individuo. L’indagine condotta nel 2020 ha riguardato le problematiche relative alla gestione dei pazienti diabetici e la valutazione dell’impatto dell’inerzia clinica e terapeutica sui pazienti con diabete di tipo 2. L’INERZIA CLINICA L’inerzia clinica nel diabete tipo 2 è un fenomeno multifattoriale le cui cause sono attribuibili ai pazienti, agli operatori sanitari o al sistema sanitario ed è definibile come un “ritardo nell’ accesso di un paziente ad una cura migliore”. Fra gli elementi citati come possibili cause ci sono quindi aspetti legati alle preoccupazioni dei pazienti per alcuni effetti collaterali dei farmaci, come le ipoglicemie e l’aumento di peso o la scelta di rinunciare a cambiare una terapia per evitare che possa aumentare la spesa personale dedicata alla cura del diabete. Un altro aspetto potrebbe essere legato alla mancanza di comprensione da parte dei pazienti delle possibili complicanze di una evoluzione “silente” della malattia e quindi un sostanziale ri-
tardo nell’iniziare una nuova terapia, nell’intensificarla o nel modificarla. Gli esiti di questi comportamenti o di una scarsa aderenza alle prescrizioni lo ritroviamo, ovviamente, in un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, di ricoveri, della morbilità e della mortalità, costituendo un danno sia per i pazienti, sia per il sistema sanitario e per l’economia del Paese. Alcune cause sono legate ai comportamenti del medico che non adotta, per diversi motivi, gli interventi atti ad adattare o modificare la terapia del paziente: in questo caso si parla di “inerzia terapeutica”. Alcune cause dell’inerzia clinica possono, infine, essere riferibili al sistema sanitario come, ad esempio, a specifici modelli di governance o di assistenza che rendono difficile l’accesso alle cure per i pazienti o a possibili restrizioni nazionali o regionali di budget dedicato alla cura della patologia. LE CAUSE PRINCIPALI DELL’INERZIA CLINICA Le cause principali di inerzia clinica presenti in letteratura riferibili, in particolare, a comportamenti e/o aspetti psicologici dei pazienti sono: • La preoccupazione dei pazienti per alcuni effetti collaterali dei farmaci (resistenza psicologica, fra cui la paura della ipoglicemia DAWN2 (Diabetes Attitudes, Wishes and Needs second study) soprattutto in contesti lavorativi e paura dell’aumento del peso corporeo1; • La crescente complessità di regimi di trattamento, che richiedono familiarizzazione con nuovi metodi di somministrazione e di dosaggio; • La percezione che l’inizio della terapia indichi un aggravamento della malattia, la paura delle iniezioni, i disagi e le difficoltà nella somministrazione dell’insulina, il senso di fallimento o di punizione, stigma e discriminazione; • Le preoccupazioni del paziente legate ai costi del prodotto e le ridotte risorse messe a disposizione dal si1
A. Nicolucci “I bisogni dei pazienti relativi all’ottimizzazione della terapia insulinica” The Journal of AMD, Vol. 19, N.3
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stema nella cura del diabete; • La mancanza di comprensione da parte dei pazienti della complessità e della natura della loro malattia che può provocare riluttanza a intensificare il trattamento. La disponibilità del paziente ad iniziare o intensificare la terapia può infatti essere mitigata dalla non percezione o negazione delle possibili complicanze correlate alla progressione “silente” della malattia. In alcuni casi la necessità di intensificare il trattamento può essere vissuta dai pazienti come un fallimento personale, e quindi rifiutata. (AMD 2018); • La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico (AMD 2018); • Il ridotto tempo che viene dedicato al colloquio medico-paziente (AMD 2018); • I ridotti controlli e monitoraggi in continuo della glicemia (AMD 2018) Considerando invece le cause principali di inerzia clinica pensando alle “barriere di sistema” possiamo considerare ad esempio: • La mancanza di strategie di sensibilizzazione ed educazione sanitaria e quindi di adeguati programmi di prevenzione e/o promozione della salute; • La carenza di adeguati supporti decisionali ai pazienti per la definizione consapevole delle scelte terapeutiche; • La mancanza di pratiche diffuse di lavoro multidisciplinare; • La carenza di linee guida o di raccomandazioni cliniche (o la mancanza di una conoscenza diffusa delle stesse); • Le limitazioni alla spesa sanitaria dedicata alla patologia sia sul fronte della prescrivibilità/rimborsabilità di farmaci innovativi che sul piano delle risorse organizzative o umane dedicate; • La mancanza o assenza di piani organizzativi adeguati per l’accesso alle cure (liste d’attesa, pianificazione delle visite in specifici periodi di sovraccarico di sistema/emergenza); • L’assenza di piani e procedure adeguate di comunicazione medico-paziente • L’assenza o inadeguatezza di sistemi di raccolta e analisi dei dati sanitari (registri pubblici, data base sanitari) L’INERZIA TERAPEUTICA
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L’inerzia terapeutica può essere considerata, invece, come effetto dell’atteggiamento del medico che, pur nella consapevolezza che il paziente non raggiunge gli obiettivi del trattamento, non adotta, per diversi motivi, gli interventi atti a risolvere il problema. Qui in sostanza si fa riferimento alla non applicazione di terapie, metodologie e tecnologie nella pratica quotidiana per una insufficiente conoscenza del problema che queste potrebbero gestire o anche la non risoluzione di problemi per la mancanza di conoscenza proprio sulle nuove soluzioni terapeutiche, metodologiche o tecnologiche. Vi è inerzia terapeutica anche quando il medico è consapevole del problema e della terapia disponibile per risolverlo ma non può farlo per limitazioni distributive o burocratiche2. 2
G. Maso “Il fenomeno dell’inerzia terapeutica”, Italian Journal of Primary Care, 2018, Vol. 8, N.2
LE CAUSE Le cause principali di inerzia terapeutica presenti in letteratura e quindi riferibili a comportamenti clinici da parte dei medici3 sono: • Scarsa consapevolezza degli operatori in merito alla “inerzia terapeutica”; • Mancata sostituzione di farmaci quando inefficaci; • Mancanza di coinvolgimento da parte del paziente (esempio seguendo un approccio paternalistico vs centrato sul paziente); • Sistematica sottostima da parte degli operatori sanitari riguardo le conseguenze di un inadeguato controllo metabolico su un ampio spettro di aspetti della vita dei pazienti4; • Mancanza di conoscenza del medico sulle novità terapeutiche/tecnologie per la gestione della patologia (in particolare in campi non specialistici); • Bassa propensione o tempi ridotti nel prendere le decisioni da parte del medico5; • Sopravvalutazione del proprio operato da parte del medico (non si confronta con i colleghi, non segue una metodologia per l’autovalutazione, non lavora in un team multidisciplinare, ecc…)6; • Mancanza di un’adeguata educazione terapeutica e formazione del paziente da parte dell’operatore sanitario; • Basso rapporto di fiducia/feeling fra il medico e il paziente (possibile preoccupazione del medico di rifiuto della nuova terapia da parte del paziente). PREMESSA METODOLOGICA Analisi descrittiva del campione Il report parte da un’analisi descrittiva per provare a fenotipizzare pazienti con Diabete di Tipo 27 per caratteristiche di IMC (27≤ IMC > 30), per valori di Emoglobina glicata (Hb1c > 7%) e per presenza di ipertensione come ulteriore patologia. Alla luce del fenomeno dell’inerzia clinica e terapeutica si è proceduto ad un’analisi descrittiva mirata su questo sotto-campione seguendo il questionario del Diabetes Monitor 2019. Sono state selezionate le variabili ritenute semanticamente più prossime al concetto di inerzia e quelle che mostravano valori statisticamente più rilevanti al fine di indagare possibili correlazioni con il fenomeno in esame.
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A. Filippi, “Inerzia terapeutica: cosa puo fare il medico di medicina generale”, Rivista della Societa Italiana di Medicina Generale, 2011, N.6 4 A. Nicolucci “I bisogni dei pazienti relativi all’ottimizzazione della terapia insulinica” The Journal of AMD, Vol. 19, N.3 5 G. Maso “Il fenomeno dell’inerzia terapeutica”, Italian Journal of Primary Care, 2018, Vol. 8, N.2 6 P. Di Bernardino, in “Indagine Radar”, a cura dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi), 2018 7 Per una maggiore robustezza delle clusterizzazioni in tema di aderenza terapeutica, e sulla base dei dati del Diabetes Monitor 2019, sono stati selezionati 165 casi di pazienti con Diabete di Tipo 2. Questi pazienti sono stati selezionati sulla base di una coerenza tra le variabili rilevanti per il fenomeno dell’inerzia terapeutica e i valori di IMC, Hb1c e ipertensione riferiti dagli intervistati. Rispetto ai 330 pazienti con Diabete di Tipo 2, questi 165 sono quei casi che, per coerenza e completezza interna delle risposte, hanno permesso di effettuare un confronto tra pazienti a rischio e pazienti non a rischio.
Tale campione d’analisi (165 pazienti di tipo 2 con 27≤ IMC >30 + Hb1c>7%) è formato per il 75% da uomini e per il 25% da donne. Il 50% segue una cura insulinica, il 38% una terapia orale ed il restante 12% una terapia combinata. L’età media è di 69 anni e l’età media della diagnosi è di 50 anni, mentre mediamente sono 19 gli anni dalla diagnosi.
Il 71% di questo campione pratica attività sportiva con regolarità e di questi il 58% svolge una camminata di almeno 20 minuti, il 21% ginnastica o pesi, il 4% jogging ed il restante 17% si divide tra ciclismo, tennis, yoga e ballo.
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Potrebbe esprimere il suo grado di accordo con la segue ente affermazione? ?
Il 75% è d’accordo col fatto che mantenere un peso corporeo nella norma contribuisce ad avere un migliore controllo dei propri livelli di glicemia e quindi del proprio diabete e, per tenere sotto controllo il proprio peso, il 63% segue i consigli alimentari del diabetologo, il 33% adotta un tipo di dieta meno calorica ed il 4% segue i consigli alimentari del proprio MMG. Il diabetologo/endocrinologo interno al centro per la cura del diabete è la figura medica che nel 88% dei casi, attualmente, segue questi intervistati nel trattamento del diabete. L’ 83% dei pazienti attualmente trattati con terapia orale, sono abbastanza soddisfatti e del tutto soddisfatti del trattamento così come l’80% gli insulino trattati.
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In caso di valori glicemici fuori norma il 46% del campione modifica la terapia farmacologica insulinica, mentre il 38% modifica la propria dieta. L’andamento dei valori glicemici viene monitorato nel 45% dei casi direttamente con lo strumento di controllo attraverso la memoria dello stesso, mentre il 35% trascrive le misurazioni su un diario. L’80% di questi intervistati, infine, non effettua il monitoraggio in continuo della glicemia, mentre il 90% dichiara di non effettuare la conta dei carboidrati. Analisi fra gruppi Pazienti con Diabete di Tipo 2 con e senza fattori di rischio di inerzia clinica o terapeutica Come anticipato, i parametri fondamentali (definiti “fattori di rischio”) da tenere sotto controllo per verificare se si è in presenza di inerzia clinica o terapeutica sono: emo-
globina glicata (Hb1c superiore al 7%), Indice di Massa Corporea superiore ai 27 kg/m2 (che esprime una condizione di sovrappeso o obesità) e pressione arteriosa sistolica di 140 mmg/Hg. L’obiettivo è verificare se, e in quali circostanze, ci sono differenze significative tra chi presenta questi fattori di rischio e chi no. La base d’analisi è il campione sopra descritto di 165 pazienti di tipo 2 che per caratteristiche di congruenza e coerenza dei dati ha permesso il confronto fra gruppo a rischio e gruppo non a rischio. Sulla base di questo confronto fra gruppi sono state identificate le seguenti differenze
CLUSTER 1: Pazienti sovrappreso/obesi e valore di Emoglobina glicata superiore al 7% (143 non a rischio e 22 a rischio) CLUSTER 2: Pazienti con ipertensione e valore di Emoglobina glicata superiore al 7% (141 non a rischio e 24 a rischio) CLUSTER 3: Pazienti che presentano almeno uno dei due fattori di rischio (obesità o ipertensione) associati a valori di Emoglobina glicata superiori al 7% (130 non a rischio e 35 a rischio) Sulla base di questo confronto fra gruppi sono state identificate le seguenti differenze:
Nel Cluster 2 (ipertensione+Hb1c > 7%) si evidenzia una differenza leggera ma costante di spesa mensile per la gestione del diabete a scapito dei soggetti a rischio. Inoltre, i soggetti a rischio sono di meno anche per quanto riguarda l’esenzione dalle spese di gestione del diabete.
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Unitamente ad una limitata attività fisica generale, il Cluster 3 si caratterizza per una percentuale più alta di soggetti a rischio che non svolgono alcuna attività fisica rispetto a quelli non a rischio e, anche per la modalità «camminata di 20 minuti» la percentuale dei soggetti a rischio è inferiore.
Nonostante il fattore obesità, i soggetti a rischio di questo cluster sembrano non effettuare un percorso specialistico di cura della propria condizione di sovrappeso o, comunque, si affidano alla stessa figura che li segue per il diabete, ignorando la possibilità di un percorso con specialisti dell’alimentazione.
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Tendenzialmente i pazienti ritengono che il loro valore di Emoglobina glicata sia sotto controllo. Il dato interessante è che, per tutti e tre i cluster, i pazienti a rischio (vs i non a rischio) sono consci di avere questo valore fuori dalla norma o, addirittura, dichiarano di non saperlo.
La modifica della terapia farmacologica insulinica, in caso di valori glicemici fuori dalla norma, è una caratteristica maggiormente riscontrabile nei soggetti a rischio, e questo per tutti e tre i cluster.
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Nonostante i tre cluster siano caratterizzati dalla presenza di pazienti con valori di Hb1c superiori al 7%, il monitoraggio in continuo della glicemia è una profilassi che, particolarmente presso i soggetti a rischio, non sembra essere molto diffusa e questo è riscontrabile in tutti e tre i cluster.
Nonostante la conta dei carboidrati possa avere benefici sui valori di emoglobina glicata, in tutti e tre i cluster, i soggetti a rischio, non ricorrono a tale profila CONCLUSIONI In conclusione si evidenziano delle differenze comportamentali nel confronto fatto fra i gruppi di diabetici di tipo 2 a rischio e quelli non a rischio di inerzia clinica o terapeutica. Questi comportamenti più che indicare delle fattispecie determinate ed evidenti di “comportamenti a rischio”, possono suggerire delle ipotesi di lavoro nell’ottica di voler approfondire il fenomeno dell’inerzia in altre indagini o in specifiche riflessioni. Ci riferiamo in particolare a:
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• una ridotta propensione all’attività fisica anche se blanda (“camminata di 20 minuti”) da parte di questi soggetti a rischio; • la mancanza dell’attivazione di un percorso di cura specialistico oltre quello dedicato al diabete, anche per soggetti in sovrappeso o obesi; • la sostanziale insoddisfazione rispetto alla cura con insulina; • una mancanza di consuetudine nel monitoraggio della glicemia come strumento di profilassi; • la poco diffusa pratica della conta dei carboidrati.
CON LA PERSONA PER LA PERSONA
Il diabete colpisce… tutti i livelli Tutelare i diritti della persona con diabete Domenico Cucinotta IBDO Foundation
...per la persona con diabete L’essere affetti da diabete è associato con un rischio significativamente più elevato di sviluppare depressione e altri problemi psicologici rispetto alla popolazione generale. La depressione non solo causa sofferenza all’individuo, ma può anche compromettere l’aderenza al trattamento ed è associata a cattivi outcomes medici ed elevati costi sanitari. Il costo diretto del trattamento medico per gestire il diabete varia all’interno dell’Europa, sebbene quasi tutti i Paesi dispongano di sistemi di assicurazione a copertura delle cure mediche e/o di erogazione pubblica dei servizi sanitari. Il diabete può influenzare negativamente anche il reddito individuale e si è riscontrato, ad esempio, che nella Repubblica di Irlanda gli uomini e le donne con diabete hanno una minore probabilità di lavorare, rispettivamente del 66% e del 42%. ...per i familiari e le persone che si prendono cura di chi ha il diabete In alcuni casi il trattamento delle malattie croniche come il diabete non è accessibile, non è disponibile o non è sostenibile economicamente. È quindi possibile che il peso dei costi di trattamento e gestione della patologia spingano le famiglie in uno stato di povertà. Inoltre, i gruppi più anziani e socialmente svantaggiati spesso presentano malattie croniche multiple e molteplici fattori di rischio. Un trattamento efficace spesso richiede numerosi farmaci e infatti gli anziani sono tra i maggiori consumatori di farmaci con obbligo di prescrizione. Per questa ragione, l’aderenza a terapie di lungo termine può costituire una difficile sfida. Anche la stigmatizzazione e la discriminazione svolgono un ruolo significativo e certe malattie croniche come il diabete possono ridurre le opportunità occupazionali16. Tutto questo contribuisce a creare una relazione tra povertà e cattivo stato di salute. La diagnosi di diabete impone un fardello che dura per tutta la vita e influenza non solo l’individuo ma anche i suoi famigliari, a causa della necessità costante di una gestione pratica ed emotiva della malattia. L’impatto
sociale ed emotivo su una famiglia che deve affrontare il diabete spesso supera i costi diretti sostenuti per le cure e derivanti dalla perdita di reddito. Si è dimostrato che il diabete ha un impatto negativo sostanziale sulle relazioni familiari e sulla vita sociale, e porta ad una riduzione della qualità di vita correlata alla salute. La disponibilità di sostegno sociale svolge un ruolo essenziale affinché le persone con diabete siano in grado di aderire al trattamento e gestire la loro condizione con successo.
...per i datori di lavoro e le economie nazionali Decesso precoce o convivenza con una malattia o una disabilità permanente hanno ripercussioni sulle famiglie e sulla società, ed è crescente anche il costo sostenuto dai datori di lavoro e dalle economie nazionali. Il cattivo stato di salute dei dipendenti provoca perdita di produttività dovuta ad assenteismo, prestazioni non ottimali per problemi fisici e psicologici, pensionamento anticipato e morte prematura. Gli studi sull’impatto economico del diabete e delle altre malattie croniche sono ancora in fase iniziale, ma è già possibile affermare che i tassi di morbilità e mortalità prematura attribuibili a tali patologie evidenziano che interventi efficaci potrebbero portare ai Paesi vantaggi significativi in termini sanitari ed economici. Il Manifesto dei diritti e doveri della persona con diabete L’advocacy, cioè il supporto attivo e la promozione dei diritti della persona con diabete è un è un obiettivo cui devono mirare sia le Associazioni dei Pazienti che le Società scientifiche per garantire alla persona con diabete il pieno accesso alle cure come inalienabile diritto alla salute. La Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute definendolo un diritto fondamentale dell’individuo, come recita il I° comma dell’art. 32, ad esso interamente dedicato: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
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collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Il contenuto del diritto che la Costituzione riconosce a tutti gli individui è complesso: la situazione di benessere psico-fisico intesa in senso ampio con cui s’identifica il bene “salute” si traduce nella tutela costituzionale dell’integrità psico-fisica, del diritto ad un ambiente salubre, del diritto alle prestazioni sanitarie e della cosiddetta libertà di cura (in altri termini, diritto di essere curato e di non essere curato).
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Partendo da questi principi e ispirandosi alla Carta Europea dei diritti del malato, promossa da ACN - rete europea di Cittadinanzattiva, le Associazioni dei pazienti diabetici italiani, di concerto con le Società Scientifiche di diabetologia, hanno inteso realizzare il Manifesto dei diritti della persona con diabete, che è stato firmato in Senato il 9 luglio 2009 da Diabete Italia e dall’ “Associazione parlamentare per la tutela e promozione del diritto alla prevenzione”. Già questa prima stesura ha visto coinvolte le Associazioni di Volontariato delle persone con diabete ((Agd Italia, Aid, Aniad, Diabete Forum, Fand, Fdg, Jdrf oggi Ardi, SOStegno70) oltre alle Società Scientifiche di Diabetologia (AMD e SID) e OSDI. Il Manifesto è stato formulato tenendo conto : – della Dichiarazione dei diritti dell’uomo; – della Costituzione italiana; – della Carta europea dei diritti del malato (promossa da ACN, rete europea di Cittadinanzattiva); – dei risultati dello Studio DAWN. L’obiettivo era di trasformare i principi generali in diritti concreti e di indicare le strade da intraprendere. Il primo documento era formato da 11 sezioni: : Diritti della persona con diabete, Aspettative e responsabilità della persona con diabete e dei familiari, Educazione continua della persona con diabete, Dialogo medicopersona con diabete, Controllo del diabete, Prevenzione del diabete, Impegno nella ricerca, Associazionismo responsabile, Diabete in gravidanza, Diabete in età evolutiva, Immigrazione e diabete. Il Manifesto dei diritti della persona con diabete ha avuto una larga eco: molte Associazioni lo hanno pubblicizzato; è stato frequentemente utilizzato come strumento da usare nel dialogo con le Istituzioni. A volte si è cercato di farlo recepire dalla Regione o dalle ASL, sperando di poter richiamare poi l’Istituzione all’impegno preso (in realtà con scarso successo). Richiamandosi ai diritti della persona, il Manifesto implicitamente richiedeva l’uniformità su tutto il territorio italiano di tutte le azioni in esso indicate e candidava le Associazioni a un ruolo di controllore di queste azioni. Il Manifesto, così aderente alla realtà culturale, sociale e assistenziale italiana, è per sua natura un documento destinato ad evolversi negli anni, anche in considerazione dei cambiamenti contestuali che si verificano.
I promotori (Diabete Italia, Comitato per i diritti delle persone con diabete, Italian Barometer Diabetes Obsevatory Foundation) hanno così deciso di procedere ad un suo aggiornamento e rilancio che ha portato al recepimento, da parte della Conferenza Stato Regioni prima, e delle singole Regioni dopo, del Piano Nazionale Diabete. Il 13 aprile del 2015 viene presentato il “Manifesto dei diritti e doveri delle persone con Diabete” con i 13 punti che lo caratterizzano; sono stati aggiunti Il diabete nell’anziano e Territorio e Diabete (due ambiti rilevanti anche dal punto di vista sociale). Ma la differenza sostanziale sta già nel titolo “Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete” infatti la nuova versione rappresenta un momento di auto-verifica per le Associazioni e un punto di partenza per il dialogo con l’Istituzione, facendo superare all’associazionismo la logica di “rivendicazione sindacale” per assumere il ruolo di rappresentanza efficace a livello delle Istituzioni; ruolo peraltro sottolineato dal Piano Nazionale Diabete. Il 4 Marzo 2019 un gruppo di lavoro, coordinato dal Presidente dell’ Hub for International Health Research e composto da tutte le Associazioni Pazienti rappresentate a livello nazionale, assieme ai Rappresentanti delle Associazioni Pazienti coinvolti nella stesura del Manifesto nel 2009, si è riunito in occasione dei 10 anni dei Manifesto e ne ha riapprovato i 13 punti, apportando minime precisazioni per renderlo ancora più coerente con la situazione attuale. Oggi il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete rappresenta uno strumento di Advocacy per tutte le associazioni di volontariato che operano nel mondo del diabete: questo è il significato che Diabete Italia dà al Manifesto nel 2019. Al gruppo di lavoro hanno preso parte: Diabete Italia, FAND, FDG, ANIAD, AID, AGD Italia, Diabete Forum, A.R.D.I Italia, CLAD Lombardia, Sostegno 70, Federdiabete Lazio, Cittadinanzattiva, Ministero della Salute, Federazione Diabete Toscana, Comitato nazionale per i diritti della persona con diabete, In occasione della Giornata Mondiale del Diabete 2020il Manifesto è stato inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute dal parte dell’Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete come atto di sensibilizzazione delle istituzioni per tutelare l’assistenza alle persone con diabete durante l’emergenza socio sanitaria dovuta al COVID 19. Questa emergenza infatti ha ridotto notevolmente l’accesso alle cure specialistiche per le persone con diabete, come mostrato dai dati di AMD (A. Nicolucci et al., figura 1) e che potrebbe avere conseguenze negative a breve, medio e lungo termine sulla salute e sulla qualità di vita di queste persone.
Figura 1
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MANIFESTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI DELLA PERSONA CON DIABETE
1. Diritti della persona con diabete
9. Diabete in gravidanza
2. Aspettative e responsabilità della persona con diabete e dei familiari
10. Diabete in età evolutiva 11. Diabete nell’anziano fragile
3. Associazionismo responsabile 12. Immigrazione e diabete 4. Prevenzione del diabete 11. Diabete nell’anziano fragile 5. Controllo del diabete 12. Immigrazione e diabete 6. impegno nella ricerca 13. Territorio e diabete 7. Educazione continua della persona con diabete 8. Dialogo medico-persona con diabete
14. Inerzia clinica 15. Diabete ed emergenze sanitarie e catastrofi naturali
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I CAMBIAMENTI
Cosa bisogna cambiare Domenico Cucinotta - IBDO Foundation; Roberta Crialesi - ISTAT; Antonio Nicolucci - CORESEARCH
Combattere efficacemente il diabete è possibile se si agisce tempestivamente e in maniera unitaria …
• Promuovere Piani Nazionali e Regionali sul diabete in un percorso strategico di approccio alla patologia che tenga conto non solo degli aspetti funzionali ma anche di quelli strutturali e organizzativi
...vi sono evidenze e strumenti clinici per prevenire, diagnosticare, gestire meglio il diabete….
• Valorizzare il ruolo dei centri di diabetologia nella cura e nell’assistenza alle persone con diabete
…la rete diabetologica italiana è sicuramente tra le più evolute a livello mondiale… …abbiamo molteplici dati utili per monitorare gli esiti clinici, sociali ed economici del diabete in Italia… …sono stati realizzati con successo progetti nazionali (IGEA) e regionali di gestione integrata del diabete… …disponiamo di trattamenti farmacologi e diagnostici avanzati e innovativi per migliorare la cura della persona con diabete… Cosa serve fare? • Creare la consapevolezza che la complessità del diabete necessita di un network pubblico, clinico, scientifico, economico, sociale e privato in grado di superare l’ottica dei silos • Rendere l’alimentazione salutare accessibile a tutti e promuovere l’attività fisica quotidiana nel corso di tutta la vita • Individuare e trattare precocemente il diabete e le sue complicanze • Rendere l’educazione all’autogestione disponibile a tutte le persone con il diabete • Monitorare, valutare e comunicare gli esiti, non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale e delle aree urbane
• Sostenere la gestione integrata come percorso efficace di presa in carico concordata della persona con diabete • Tutelare la persona con diabete come persona fragile e vulnerabile • Puntare alla centralità della persona con diabete e al suo diritto di ricevere percorsi di cura specialistici e trattamenti innovativi per ottenere un migliore controllo glicemico e in grado di agire sugli endpoint primari e secondari riducendo complicanze e mortalità • Snellire gli iter burocratici e rendere omogeneo l’accesso alle cure su tutto il territorio nazionale eliminando le disparità esistenti a livello delle varie regioni. • Inserire il diabete tra le priorità dell’agenda sanitaria del Paese
...la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la gestione del diabete offrono soluzioni applicabili anche ad altre malattie croniche e permettono una riduzione dell’impatto della malattia sulla qualità di vita delle persone affette da questa malattia fortemente invalidante. 163
LETTERA APERTA ai Presidenti dell’Intergruppo parlamentare On. Roberto Pella e Sen. Daniela Sbrollini
“Obesità
e
Diabete”
e, per loro tramite, a Ministro della Salute, On. Roberto Speranza Presidente XII Commissione Camera dei Deputati, On. Marialucia Lorefice Presidente XII Commissione Senato della Repubblica, Sen. Stefano Collina Presidente Conferenza Regioni e Provincie autonome, Dr. Stefano Bonaccini Presidente ANCI, Ing. Antonio Decaro Presidente UPI, Dr. Michele De Pascale Capo Delegazione italiana Comitato delle Regioni in UE, Dr. Roberto Ciambetti Vice Direttore Vicario OMS, Dr. Ranieri Guerra Capo Dipartimento Protezione Civile, Dr. Angelo Borrelli Presidente Istituto di Superiore di Sanità, Prof. Silvio Brusaferro Commissario AGENAS, Dr. Domenico Mantoan Direttore Generale Programmazione Ministero della Salute, Dr. Andrea Urbani Direttore Generale AIFA, Dr. Nicola Magrini
OGGETTO: Tutela delle persone con diabete nelle fasi dell’emergenza COVID-19 Gentilissimi, Vi scriviamo quali rappresentanti delle Società Scientifiche, Fondazioni, Associazioni Pazienti, Coordinamenti Associativi e Professionali, impegnati nel campo della tutela della salute, della prevenzione e della cura di 5 milioni di persone e cittadini in Italia con Diabete Mellito, e dei loro familiari. Vogliamo sottoporre alla vostra attenzione l’urgenza di atti governativi e istituzionali a tutela della persona con diabete e, in particolare in questa fase di emergenza dovuta al COVID-19, della persona con diabete quale “paziente fortemente vulnerabile e fragile”. Ci rivolgiamo a voi, quali rappresentanti delle Istituzioni, per sottolineare come i dati internazionali e nazionali emersi da COVID-19, inclusi quelli dei rapporti dell’ISS, indichino nella persona con diabete una maggiore vulnerabilità e fragilità nonché un maggiore tasso di mortalità rispetto a pazienti con altre patologie. Il diabete mellito di tipo 2 è particolarmente prevalente nelle persone anziane – fra le quali una su cinque risulta affetta dalla malattia, e si accompagna spesso a complicanze croniche a livello cardiovascolare, renale, oculare, vascolare periferico e
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neurologico. In particolare, oltre il 20% delle persone con diabete ha già avuto un evento cardiovascolare e dati molto recenti rendono ragione di come la presenza di malattia cardiovascolare renda ancor più pericolosa l’infezione da SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus responsabile di forme anche molto severe di sindrome respiratoria acuta (COVID-19). Sempre i dati dell’ISS indicano nel paziente obeso e sovrappeso una maggiore vulnerabilità e mortalità in caso di infezione da SARS-CoV-2 rispetto a pazienti con altre patologie (e ricordiamo che circa il 40% dei diabetici è anche obeso). La concomitanza di questi fattori fa delle persone anziane con diabete e delle persone con diabete con comorbilità una categoria particolarmente fragile e suscettibile a infezioni virali severe, con conseguenze che possono essere letali. Alla luce di queste considerazioni, la pandemia di SARS-CoV-2 in corso nel nostro Paese suscita particolari preoccupazioni per le implicazioni che essa comporta per i pazienti affetti da diabete mellito. In effetti, secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, su 31.096 decessi avvenuti in Italia fino al 21 maggio, l’età mediana delle persone decedute è pari a 81 anni, con una prevalenza di diabete di circa il 30%. In altre parole, tra le persone decedute in Italia con COVID-19, una su tre era affetta da diabete. Questo rafforza ulteriormente la consapevolezza che la prevenzione, la diagnosi e il trattamento precoce del diabete riducono il rischio di severità per malattie note come le malattie cardiovascolari, respiratorie e renali ma anche per le malattie trasmissibili come l’infezione da COVID-19. La pandemia da COVID-19 sta portando repentini e profondi cambiamenti al nostro modo di vivere, ma anche al nostro modo di gestire la salute. La speranza di tutti è che l’impatto sulla nostra vita sia il più transitorio possibile. Tuttavia, per quello che riguarda la malattia diabetica e l’assistenza alle persone con diabete, i cambiamenti (che devono essere implementati subito, pena un prezzo ancora più alto che le persone con diabete dovranno pagare a questa pandemia) possono costituire una traccia per migliorare e razionalizzare l’assistenza alla persona con diabete anche nel futuro.
TUTTO CIÒ PREMESSO, SIAMO A CHIEDERE DI:
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CONSIDERARE il Diabete Mellito durante tutte le fasi dovute al COVID-19 come una priorità nazionale a livello sanitario, politico, clinico e sociale, riconoscendo che la stessa è una malattia altamente disabilitante e che rappresenta un importante fattore di rischio e di mortalità; RIORGANIZZARE l’assistenza nella fase post-emergenza COVID-19 con un nuovo e completo approccio a favore delle persone con Diabete Mellito, adattata ai nuovi scenari e alle nuove esigenze correlate all’epidemia. Ripresa non ulteriormente rimandabile, senza la quale nei prossimi mesi e anni potremmo essere travolti da un imponente ondata di Super-Mortalità e Super-Morbosità correlata a queste patologie,
con un rischio elevato di aumento a breve-medio termine delle ospedalizzazioni per riacutizzazioni delle patologie croniche e per il sopravvenire di complicanze o abbandoni della cura, con importanti ripercussioni negative sul piano clinico e aumento dei costi sanitari, sociali ed economici in una situazione già di estrema criticità per il nostro SSN; GARANTIRE nell’immediato, un equilibrio fra il rischio di contagio (Triage Covid19), la sicurezza sia dei pazienti, sia degli operatori sanitari e la soddisfazione de fondamentali bisogni di assistenza della persona con diabete, individuando adeguat spazi e strutture da dedicare ai team multidisciplinari (diabetologo/medico di medicina generale, diabetologo/pediatra, pediatra/pediatra, nutrizionista/dietista, infermiere, psicologo, podologo), evitando sovraffollamenti e lunghi tempi di attesa; ORGANIZZARE in tempi rapidi un’attività innovativa di “Triage della Fragilità” de pazienti con diabete, come una nuova, imprescindibile funzione, cui assegnare la competenza di definire le priorità di cura e le modalità di accesso e presa in carico all’interno dei diversi setting assistenziali e nei diversi luoghi di cura, con potenziamento dell’integrazione tra ospedale e cure primarie e specialistiche; COSTRUIRE una rete assistenziale dedicata a questa funzione, coerente con l’attuale nuovo scenario sanitario e sociale e del particolare stato di fragilità che caratterizza la persona con diabete, all’interno della quale la telemedicina, la teleassistenza, la televisita e il teleconsulto siano strumenti fattivi, ma non esclusivi o sostitutivi, di un modello di cura più efficace e innovativo; INTEGRARE l’informatizzazione istituzionale (regionale e aziendale) con quella maggiormente clinica diabetologica e della medicina generale, puntando alla massima dematerializzazione, sia per semplificare le procedure sia per consentire analisi più approfondite, anche di tipo predittivo, finalizzate a stratificare meglio la popolazione, dislocare più efficacemente le risorse umane, economiche e strutturali, e orientare i modello organizzativo con identificazione di indicatori più congrui (la diabetologia è la migliore palestra ove implementare tali approcci essendo, nel panorama nazionale, la specialistica maggiormente digitalizzata); SOLLECITARE il mantenimento di procedure semplificate, com’è avvenuto in questo periodo di emergenza, per la prescrizione e la erogazione di farmaci e presidi, evitando la distribuzione degli stessi presso gli ospedali, evitando così l’affollamento inutile e potenzialmente rischioso; RENDERE omogeneo l’accesso alle cure e ai trattamenti su tutto il territorio nazionale (anche e soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria sono state registrate grandi e gravi differenze tra territori generando, quindi, differenze di accesso alle cure e alla assistenza); FACILITARE su tutto il territorio nazionale l’accesso ai trattamenti innovativi, attraverso l’utilizzo di tecnologie che consentano la somministrazione della terapia insulinica con sistemi di infusione continua, il monitoraggio continuo del glucosio,
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farmaci più moderni, più efficaci e più sicuri – un’esig genza già sentita ed espressa prima dell’e esplosione della pandemia – che favoriscono un migliore controllo glicometabol olico, la prevenzione del rischio cardiovasc colare e della malattia renale diabetica, dii eventi ipoglicemici talora anche severi e un miglioramento della qualità di vita; ERE e sostenere con le opportune risorse percorsi educativi PROMUOVE ati e campiscuola standardizzati campiscuola, per la cura del bambino e dell’adolescente con diabete tipo 1, che prevedano il coinvolgimento diretto di famiglia, pediatri di libera scelta, nisti fondamentali nel processo insegnanti e istruttori di attività sportive, tutti protagon di cura. Questo anche in considerazione del rientro dei bambini e degli adolescenti a settembre a scuola e della ripresa delle attività sportive; INSERIRE nei tavoli di lavoro istituzionali e di confronto tra Governo, Regioni ed Enti Locali, insieme alle parti sociali, per la gestione dellla goverrnance delle malattie croniche nella fase di gestione attuale e futura a dell’emergenza COVID-19 rappresentanti delle Società Scientifiche, Network, Fon ndazioni, Associazioni Pazienti impegnate sul diabete; ORGANIZZARE un confronto immediato con le Istittuzioni da voi rappresentate, tramite audizioni, confronti o riunioni allo scopo di fina alizzare i punti-obiettivi sopra esposti, per tutelare il diritto alla salute delle persone co on diabete. Roma, lì 28 maggio 2020 I FIRMATARI PE ER LE SOC CIETÀ TÀ SC CI IENTI TIFICH CHE Associazioni Medici Diabetologi (AM MD) Bartolo o
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Società Italiana di Diabetologia (SID) Purre ello
Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) affeis
Società Italiana di Endocrinologia (SIE) Giorgino
Società italia ana di Medicina Generale e delle Cure Primarrie (SIMG) Claudio Cricelli
S
i tà It li
di P di t i – SIP lani
PE ER LE FON NDAZI ZIONI, I, I COORD DIN INAMENTI TI ASSOCI C IA ATI TIVI E PROFE FESSIONA NALI Diabete Italiia La Presidentte Dott.ssa Concetta Suraci
Fondazione AMD omenico Mann nino
FO.RI.SID sti
169 FO.RI.SIE Il Presidente e Prof. Andrea Lenzi
Italian Barom meter Diabetes Obeservatory (IBDO) Founda ation Il Presidente e Prof. Renato Lauro
Operatori Sanitari di Diabetologia Italiani (OSDI) La Presidente Dott.ssa Caterina La arocca
PE ER LE ASS SOCI CIAZI ZIONI PAZI ZIENTI NTI ni e Giovani G con Diabete - A AGD ITALIA amenza
Associazione e Italiana Diabetici - FA AND e Prof. Albino Bottazzo Il Presidente
Associazione e Italiana per la Difesa degli Interessi dei Dia abetici - AID Il Presidente one e Dott. Raffaele Scalpo
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Associazione e Nazionale Italiana Atleti Diabetici - ANIAD Il Presidente e Dott. Marcello Grussu
Diabete Forum Il Presidente Ing. Stefano Nervo
Comitato Na azionale per i Diritti della Persona con Diabete f.to La Presidente Dott.ssa Sen. Em manuela Baio Federazione Diabete Giovanile - FD DG Il Presidente e Dott. Antonio Cabras
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Editor e coautori
Prof. Domenico Cucinotta
Dott. Antonio Nicolucci
Il Prof. Domenico Cucinotta è professore ordinario fuori ruolo di Medicina Interna presso l’Università di Messina, dove è stato Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e componente del Senato Accademico dal 2012 al 2018. Dal 2008 al 2019 è stato Direttore della UOC di Medicina ad indirizzo metabolico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. E’ stato vicepresidente (1991-1993) e presidente (1997-2001) dell’Associazione Medici Diabetologi – AMD. E’ Presidente del Comitato Etico degli IRCCS siciliani. Il Prof. Cucinotta è coordinatore dell’Italian Diabetes Barometer Report.
Il dottor Antonio Nicolucci è Direttore di CORESEARC ed è stato Coordinatore del Dipartimento di farmacologia clinica ed epidemiologia del “Consorzio Mario Negri Sud – Centro di ricerche farmacologiche e biomediche”. Le sue ricerche comprendono la metodologia epidemiologica e i risultati dell’assistenza nel diabete, l’impatto psicosociale del diabete e la malattia cardiovascolare e il suo trattamento. Nel corso della sua carriera, ha rivestito diversi ruoli nella Società Italiana di Diabetologia e nell’Associazione Medici Diabetologi. Il Dott. Nicolucci è Coordinatore del Data Analysis Board di IBDO FOUNDATION
Dott.ssa Roberta Crialesi La dottoressa Roberta Crialesi è Dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza dell’ISTAT. Coordina la progettazione e realizzazione di indagini e analisi per fornire un quadro organico e comparabile a livello nazionale e internazionale sulle caratteristiche e sull’’evoluzione delle condizioni di salute della popolazione, della disabilità, dell’assistenza e dei servizi socio-sanitari resi dalle istituzioni pubbliche e private. Le sue ricerche comprendono lo studio delle dinamiche socio-demografiche, la cronicità, la qualità della sopravvivenza, le disuguaglianze socio-economiche nella salute e nella mortalità, l’incidentalità stradale. Partecipa a gruppi di lavoro, task force, commissioni nazionali e internazionali; è stata il delegato italiano al Working party on Statistics per discutere il Regolamento europeo nel campo delle statistiche su sanità pubblica. La Dottoressa Crialesi è componente del Data Analysis board di IBDO Foundation. 173
Promotori e Partners
IBDO FOUNDATION Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation -IBDO nasce come modello di modern Think Tank sul diabete nella certezza che questa patologia oggi debba essere affrontata attraverso un confronto continuo sulle tematiche cliniche, sociali, economiche e politico-sanitarie. Il confronto strutturato, l’analisi e il monitoraggio continuo dei dati permettono di valutare una varietà di indicatori per giungere a individuare strategie a breve, medio e lungo termine in grado di determinare reali cambiamenti gestionali. L’ IBDO Foundation ritiene che una roadmap per individuare le priorità di intervento sul diabete può essere tracciata solo attraverso l’analisi e l’integrazione delle quattro aree strutturali – clinica, sociale, economica e politica – su cui si basa il moderno approccio all’Healthcare Landscape. Per tali motivi, l’IBDO Foundation è stata chiamata a far parte, quale membro istituzionale, di importanti gruppi internazionali che si occupano di salute pubblica, come la European Public Health Association, al pari dei Ministeri della Salute dei Paesi europei, compreso quello italiano, e di importanti enti di ricerca internazionali. L’ambizione è rendere l’Observatory un modello di partnership intersettoriale tra Istituzioni, Società Scientifiche, Associazioni di Pazienti, Università e tutti gli interlocutori coinvolti nella lotta al diabete, per creare uno strumento che dia organicità e sistematicità alle numerose iniziative intraprese sul diabete. Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, ha l’ambizione di affrontare in modo concreto la sfida che una malattia in rapida espansione come il diabete pone all’Italia e al mondo intero: arrestare la progressione “pandemica” del diabete. È il primo osservatorio sul diabete a livello mondiale che vede il coinvolgimento di Università, Istituzioni Governative e Parlamentari, Società Scientifiche e Industria. L’obiettivo dichiarato è promuovere “un progetto unitario” che identifichi – a beneficio degli attori
dello scenario “diabete” e della pubblica opinione e attraverso l’analisi dei dati e la valutazione delle attività intraprese – tutto quanto viene compiuto per meglio pianificare i futuri interventi.
ISTAT L’Istituto nazionale di statistica - ISTAT è un ente di ricercar pubblico. È presente nel Paese dal 1926 ed è il principale produttore di statistica ufficiale a support dei cittadini e dei decisori pubblici. L’organizzazione dell’Istituto è stata ridisegnata con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 166 del 7 settembre 2010. Gli organi di governo sono il Presidente - che è nominato con decreto del Presidente della Repubblica e ha la rappresentanza legale dell’Istituto – e il Consiglio, che ha funzioni di indirizzo, programmazione e controllo. Il Comstat esercita le funzioni direttive dell’Istat nei confronti degli uffici di statistica del Sistan, il Sistema statistico nazionale, mentre il Collegio dei revisori accerta la regolare tenuta della contabilità. L’Istituto svolge un ruolo di indirizzo, coordinamento, promozione e assistenza tecnica alle attività statistiche degli enti e degli uffici che fanno parte del Sistan. L’Istat fa parte del Sistema Statistico Europeo e collabora con gli altri soggetti del sistema statistic internazionale. La missione dell’Istituto nazionale di statistica è quella di servire la collettività attraverso la produzione e la comunicazione di informazioni statistiche, analisi e previsioni di elevata qualità in ambito economico, sociale e ambientale. Dei 948 progetti previsti dal Programma statistic nazionale per l’anno 2012, 390 sono stati assegnati alla diretta responsabilità dell’Istat, articolati in: 168 statistiche da indagine, 28 statistiche da fonte amministrativa, 112 elaborazioni, 69 studi progettuali e 13 sistemi informativi statistici. La percentuale dei progetti realizzati dall’Istituto è stata dell’82,3%. I dati prodotti sono diffusi attraverso il sito web istat.it, dove sono disponibili comunicati stampa e banche dati. Il principale accesso ai dati è I.Stat, il
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datawarehouse dell’Istituto, all’interno del quale le informazioni sono organizzate per temi, presentate in tavole multidimensionali e corredate da metadati. L’accesso al datawarehouse è libero e gratuito. L’Istat offre i contenuti diffusi in formati aperti, per cui grafici, dati, informazioni, widget sono riutilizzabili e incorporabili dagli utenti su altri siti. In questo modo è possibile riprodurre, distribuire, trasmettere e adattare liberamente dati e analisi dell’Istat, anche a scopi commerciali, con la sola condizione che venga citata la fonte (licenza creative commons). L’apertura di canali Istat sui social network più conosciuti (Twitter, YouTube, SlideShare) garantisce inoltre la diffusione tempestiva e virale dei contenuti Istat sul web. FONTE: http://www.istat.it/it/informazioni/per-igiornalisti/
CORESEARCH
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Il Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology -CORESEARCH è un istituto di ricerca con sede a Pescara, fondato da un team di ricercatori con oltre 25 anni di esperienza nel campo dell’epidemiologia clinica delle malattie croniche e nell’applicazione di tecniche statistiche avanzate alla ricerca biomedica. Le principali aree di competenza comprendono: disegno, conduzione ed analisi di sperimentazioni cliniche controllate e studi osservazionali, conduzione di revisioni sistematiche e metanalisi, valutazione della qualità della cura e della qualità della vita, analisi di grandi database amministrativi e di real world data, con attenzione ai risultati clinici, sociali ed economici, creazione di registri di patologia. I diversi approcci metodologici vengono utilizzati per lo studio di farmaci, dispositivi biomedicali, strategie assistenziali, telecare/telemedicina e per valutazioni di epidemiologia clinica e salute pubblica. In CORESEARCH si integrano molteplici background specialistici derivanti da percorsi di studio in Medicina, Farmacia e Farmacologia, Biotecnologie, Statistica, Informatica. La multidisciplinarietà caratterizza le attività del gruppo che si distingue per la capacità di tradurre la complessità di sofisticati approcci metodologicostatistici in messaggi di immediata fruibilità dal punto di vista clinico. Le attività si articolano in tre aree principali: Servizi, Formazione, Ricerca. I ricercatori e gli esperti di CORESEARCH sono autori di oltre 250 articoli pubblicati in riviste scientifiche internazionali indicizzate, fra le quali The
Lancet, JAMA, Annals of Internal Medicine, BMJ, Archives of Internal Medicine, Diabetes Care, Diabetologia, Journal of National Cancer Institute, Journal of Clinical Oncology. CORESEARCH opera come Clinical Research Organization (CRO, DM 15/11/2011) ed è inserito nel network europeo per la ricerca non profit Ecrin/Ita-Crin. FONTE: core@coresearch.it
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Nel 2019 erano circa 3,50 milioni i cittadini in Italia che dichiarano di avere il diabete, il 5,8% della popolazione. Sono oltre 80 mila i decessi con menzione del diabete in causa iniziale o nelle cause multiple, 9 ogni ora.
2,33 MILIONI NUMERO DELLE PERSONE OVER 65 CON IL DIABETE
1 CITTADINO SU 17 HA IL DIABETE
QUESTO NUMERO POTREBBE AUMENTARE A
3,37 MILIONI 3.37
2,33 MILIONI DI PERSONE
2019
MOLTI ALTRI SONO A RISCHIO
MILIONI DI PERSONE
Per ogni 3 persone con diabete noto ce n'è 1 che non sa di avere il diabete. Inoltre è possibile stimare che per 1 persona con diabete noto ce n'è almeno 1 ad alto rischio di svilupparlo (scarsa tolleranza al glucosio o elevata glicemia a digiuno).2-3 Ciò significa che almeno 3,27 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare il diabete.
2050
REGOLA DEI MEZZI4-5-6-7-8 4.670.000 PERSONE CON DIABETE*
75% N=3.500.000
COMPLICANZE A LUNGO TERMINE 50% N=1.750.000
50% N=875.000
Il diabete è la prima causa di malattie cardiovascolari, renali, degli occhi e degli arti inferiori.9-10 15% delle persone con diabete soffe di coronaropatia.
RAGGIUNGE I TARGET DI TRATTAMENTO
22% delle persone con diabete soffre di retinopatia che può causare cecità. 38% delle persone con diabete ha disfunzioni renali (micro-macro albuminuria e/o ridotto tasso di filtrazione glomerulare) che possono portare alla dialisi. 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori, che possono portare all'amputazione.
*Tale numero prende in considerazione una stima epidemiologica delle persone che non sanno di essere diabetiche non avendo ricevuto diagnosi.
COMPLICANZE ACUTE L'ipoglicemia rappresenta la complicanza acuta più comune associata alla terapia del diabete. Per ogni 100 persone con diabete di tipo 2, vengono registrati 9 episodi di ipoglicemia grave ogni anno. Tra le persone più anziane si arriva fino a 15 episodi.11-12
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IMPATTO PSICOSOCIALE DEL DIABETE L'impatto psicosociale del diabete limita l'efficacia delle terapie per il diabete.11-12
delle persone con diabete è stressato a causa del diabete.
delle persone riporta una lieve depressione a causa del diabete.
delle persone si sente discriminata a causa del diabete.
L'IMPATT TTO ECONOMICO DEL DIABETE
FATTORI CHE CO ONTRIBUISCONO AI COSTI SANITARI DIRET TTI PER IL DIABETE (Osservatorio ARNO 2019) • La maggior parte dei costti del diabete è legato alle ospedalizzazioni. %, i presidi per il 3,5% % . • I farmaci per il diabete inccidono per il 8,8%
8%
100%
3,5 8,8
80%
30,6
del budget sanitario totale in Italia è investito nel diabete. 6
Dispositivi
60%
Farmaci perr il diabete 16 6,5
Il 8% del budget sanitario totale in Italia è investito nel diabete. 13-14
40%
Il costo medio annuo per una persona con diabete in Italia è di 2.800 euro. 13-14
20%
Altri farmacci Prestazioni s ambulatoriali azioni Ospedalizza
40 0,7
0% Costii
RIMBORSO DELLE SPESE •
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IL PESO DEL RICOVERO OSPEDALIERO O
I pazienti in Italia hanno libero accesso al rimborso delle spesse grazie al quadro legislativo nazionale. In diverse Regioni ci sono restrizioni per il rimborso di strisce e glucometri per l'auto-monitoraggio per i pazienti con diabete di d tipo 2. no A seconda delle direttive regionali, alcuni pazienti devon sostenere dei costi, spesso legati alle nuove tecnologie di d trattamento (ad esempio pompe di insulina e accessori). 13
Il diabete aumenta il rischio di ospedalizzazione per diversi fatto ori.13-14 Le persone con diabete corrono un rischio 2 volte maggiore dii essere ricoverate, rispetto alle persone senza diabete.14-16 Il 20-25% delle persone con diabete vengono ricoverate almeno o una volta durante l'anno.13-14 La durata del ricovero aumenta del 20% in presenza di diabete.13 Oltre 50 milioni di euro ogni anno vengono spesi in Italia per ricoveri causati da una grave ipoglicemia.14
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URBAN DIABETES: LA SFIDA CHE RIGUARDA LE CITTA TA’ METROPOLITA TANE IT TALIANE TA Il 52% dei 3,3 milioni di persone con diab bete abita nei primi cento nuclei metropolitani e urbani italian ni17
Città Metropolitane
Milano To orino Veneto e
di persone con diabete abitano nelle 14 Città metropolitane pari al 36% del totale dei diabetici italiani1
Bologna
di persone abitano nelle 14 Città metropolitane pari al 36% del totale della e popolazione nazionale
Geno ova Firenze
Roma Bari Napoli
C Cagliari
Palermo Messina
Città Metropolitana M Capoluogo
Reggio Calab bria Catania
Autori: G. Alleva, A.Bellia, V. V. Buratta, M. Cappa, S.Caputo,A.Caretto, F.Cerutti, R.Crialesi, C.Cricelli, D.Cucinotta, S.Da Empoli, F.Dotta, S.Fro ontoni, P.Pisanti, W.Ricciardi, C.Rossi, P. P.Sbraccia, G.Sesti, A.Solipaca, F.Giorgino, R. Lauro, A.Lenzi, G.Medea, N.Musacchio, A.Nicolucci, G.Novelli, P. F.Spandonaro, V.To Toscano, K.Vaccaro
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1982 Prima insulina umana disponibile in commercio L’insulina viene somministrata per la prima volta 1970
Un sogno diventa realtà
Scoperta dell’HbA1c
Laboratorio in Bagsværd, Danimarca
1970
Diventa disponibile il glucometro
Misuratore di riflettanza Ames
Un’innovazione salvavita
Immagini prima e dopo di un bambino con diabete di tipo 1
1923 Comincia la produzione di insulina in Scandinavia
Una nuova era nella comprensione del diabete
Scoperta dell’insulina Frederick Banting e Charles Best all’Università di Toronto
August e Marie Krogh
1946 Scoperta dell’insulina NPH
Differenziazione fra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2
Hans Christian Hagedorn
Laboratorio in Bagsværd, Danimarca
1983 Lancio del primo microinfusore insulinico
Un modo più semplice per gestire il diabete
Paziente con microinfusore insulinico
Scoperta e sviluppo di nuove proteine e di nuove terapie a base di peptidi
2019 Primo trattamento con GLP-1 per via orale per diabete di tipo 2
e oltre
Cosa ci riserva il futuro? Guidare il cambiamento per sconfiggere il diabete
Introduzione della prima penna di insulina La Siringa Novo del 1925 e il primo dispositivo NovoPen
1996 Introduzione della prima generazione di analoghi dell’insulina
1999 Approvato il primo sistema professionale di monitoraggio continuo della glicemia (CGM)
Libertà e flessibilità per una nuova generazione Sistema InDuo di somministrazione dell’insulina e di monitoraggio della glicemia del 2001
2005 Sistema InDuo di somministrazione dell’insulina e di monitoraggio della glicemia del 2001
Introduzione di una nuova generazione di analoghi dell’insulina
Ayse Naz Baykal ha il diabete di tipo 1 e vive in Turchia
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Con il contributo non condizionato di