GROSSETO Book Finale

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CAMPIONATO GIORNALISMO

MERCOLEDÌ 7 MARZO 2012

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Scuola media

Mazzini Porto Santo Stefano

La pesca è la nostra storia L’attività che ha dato vita al paese è in crisi. Ai giovani non interessa LA PESCA è uno dei più antichi mestieri dell’uomo. Nei secoli l’uomo ha cercato di migliorare le tecniche di pesca e oggi costruisce imbarcazioni fornite di potenti motori e reti che rendono possibile sfidare anche condizioni meteorologiche avverse. Il nostro paese Porto S.Stefano deve la sua stessa origine alla pesca, visto che i primi abitanti della nostra zona furono dei pescatori provenienti in particolar modo dal sud Italia. Le barche da pesca che solcavano il mare dell’Argentario, a partire dal XVIII secolo erano utilizzate dai pescatori che migravano dalle loro terre d’origine. Per lungo tempo, davanti a Porto S.Stefano fu attiva una tonnara, gestita inizialmente da un rais e da pescatori di Procida, che ancora nella prima metà dell’800 era tra le più importanti del Tirreno centrale. A testimonianza di questa attività esiste ancora oggi un’antica via chiamata «Via dei tonni», che dal porto della Pilarella sale verso la Panoramica. PURTROPPO negli ultimi anni le cose stanno cambiando infatti

tua la pesca a strascico è abituato a pescare alcuni pesci tipici della zona come naselli, triglie, calamari, gamberi e seppie. Si pesca ad almeno mezzo miglio dalla costa e soprattutto vicino alle isole dell’arcipelago toscano come il Giglio o l’Elba.

IN FILA Una parte della flotta dei pescherecci a Porto S.Stefano

all’Argentario è presente una tra le più importanti flotte pescherecce del Tirreno, che sta però vivendo una forte crisi dovuta al fatto che i giovani non vogliono più seguire questo mestiere. Una lunga tradizione si sta lentamente spegnendo per lasciare il posto ai più redditizi mezzi da diporto turistici. La pesca rimane comunque

una componente fondamentale delle attività marinare e ci sono numerosi metodi per attuarla come quella a strascico, che consiste nel buttare la «rezza» a mare e poi tirarla camminando con la barca per circa quattro ore; quella a posta fissa, detta anche a tramaglio, che consiste nel lasciare la rete a mare per circa dieci ore. Chi effet-

ESISTONO anche tipi di pesca vietati, per esempio la pesca che prevede il lancio della «rezza» sugli scogli o la pesca entro i cinquanta metri di fondale. Nei pressi dell’Argentario per lo più la pesca professionale è dedicata a tutti i tipi di pesce azzurro. In questi ultimi anni si è sviluppata anche un’intensa attività di pesca sportiva da imbarcazione, rivolta prevalentemente alle specie di passo in particolari periodi dell’anno, come la traina ai tonni, ricciole, palamite, lampughe e acertoli, il bolentino di profondità o la pesca di calamari, seppie e polpi. Ciò che tutti ci auguriamo è che un’attività così importante per il nostro paese possa nuovamente affascinare i giovani santostefanesi e trovare una nuova stagione di gloria.

RACCONTI QUESTO LAVORO RICHIEDE SPIRITO DI SACRIFICIO. PER QUESTO NON E’ TANTO AMATO

In mare di notte, il vento e il freddo...

ATTREZZATURE Le reti all’interno di un peschereccio

PER SAPERNE di più su quest’attività così importante nella storia del nostro paese abbiamo incontrato dei pescatori, che lavorano duramente tutto l’anno sui pescherecci, i quali ci hanno dato diverse informazioni. Abbiamo così appreso che su un peschereccio ci sono diversi ruoli: comandante, motorista e marinaio. Il numero delle persone dell’equipaggio dipende dalla grandezza della barca: se è piccola bastano tre persone, se è grande aumenta progressivamente il numero dei marinai. Da diversi anni ormai per un mese all’anno è previsto il fermo biologico, cioè il blocco della pesca. Da un lato ciò è positivo perché fermando la pesca i pesci hanno occasione di riprodursi, i pescatori possono riposarsi e si possono fare dei lavori di manutenzione ai pescherecci. Da un altro però c’è il lato negativo che i pescatori devono stare un mese senza guadagno.

NEGLI ULTIMI anni la pesca è molto cambiata, prima il lavoro era tutto manuale, oggi sono presenti strumenti elettronici che hanno automatizzato alcuni passaggi rendendo meno pesante il lavoro, ma hanno anche portato la diminuzione dei marinai. Oggi ai giovani santostefanesi non piace fare questo lavoro perché richiede molto sacrificio, alzarsi la notte e uscire in mare anche con vento e freddo. Il lavoro del pescatore è molto pericoloso e va iniziato quando si è molto giovani per apprendere al meglio le tecniche. La flotta di pescherecci si è progressivamente ridotta soprattutto perché i pescatori anziani sono andati in pensione e non sono stati sostituiti dai giovani, perché oggi di persone che amano questo mestiere ne sono rimaste davvero poche.

LA REDAZIONE LA PAGINA è stata realizzata dagli studenti Ambrogetti Filippo, Becattini Carlotta, Benicchi Beatrice, Bocchia Alessio, Costanzo Arianna, Cresti Chiara, Ferraro Marco, Fotea Alexandra, Hillebrand Andrea, Maththu-

magala Natasha, Mazzitelli Sebastian, Nuziale Sabrina, Palermo Giovanni, Pareti Federico, Patarca Camilla, Pennisi Ilenia, Santana Michael, Scotto Susanna, Settembrini Noemi, Terramoccia Lara della classe II B della

scuola media «Mazzini» di Porto S.Stefano. L’insegnante tutor è la professoressa Daniela Scotto. Il dirigente scolastico è il professor Giancarlo Stoppa.

INTERVISTA

Se è un hobby tutto diventa più semplice PER NON trascurare alcun settore della pesca abbiamo intervistato Marco Ambrogetti, un grande appassionato di pesca sportiva, che pratica da anni. Ambrogetti, cos’è la pesca sportiva e dove viene praticata?

«La pesca sportiva è uno sport diffuso in tutto il mondo e può essere praticata sia in corsi d’acqua dolce che in mare». Quali sono le principali tecniche?

«Esistono varie tecniche come il No kill, il cacth & relase dove il pesce non viene ucciso ma rilasciato. Esistono inoltre vari tipi di pesca in base ai luoghi nei quali si pratica: dalla superficie (da terra), dall’imbarcazione e in apnea». Lei quale tipo di pesca pratica?

«La pesca che pratico generalmente è quella da imbarcazione e adotto varie tecniche tra le quali anche il nokill, se mi accorgo di aver pescato il giusto. E’ fondamentale anche nei pescatori il rispetto per il mare e le creature che lo abitano». Cosa l’ha spinta a praticare questo sport?

«Io ho iniziato a praticare questo sport per la mia grande passione per il mare. Inoltre avevo il bisogno di occupare il mio tempo libero con un’attività che mi permettesse di stare a stretto contatto con la natura». Pensa che ci siano differenze tra la caccia e la pesca sportiva?

«Credo che fondamentalmente non ci siano differenze. Infatti, così come per la caccia, anche la pesca è regolamentata da leggi che vietano, in determinati periodi, la cattura di alcuni tipi di pesce».

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