Sostenibilità e tradizione in architettura ospedaliera / Innovazione tecnologica al Maggie’s Centre di Manchester / Il ruolo della ricerca e delle sperimentazioni cliniche / Intervista a Gabriele Pasquini / Torna il convegno CNETO / Primo successo per il Planetary Health Festival / Intelligenza Artificiale : le sei regole dell’OMS
CNETO Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Maggie’s Centre di Manchester
NUOVA EDIZIONE 1° SEMESTRE 2024
I PREZZARI DEI BONUS EDILIZI
Più di 15.000 prezzi del mercato nazionale dei cantieri di nuova costruzione, suddivisi in costi di manodopera, noli-costi orari, materiali, opere compiute e sicurezza. In particolare, sono riportate voci e prezzi per scavi e trasporti, opere provvisionali, pali e trivellazioni, opere in vetrocemento, massetti, sottofondi, vespai, drenaggi, opere murarie, condotti e canne fumarie, tetti e manti di copertura, impermeabilizzazioni, pavimenti, opere in pietra da taglio, rivestimenti, intonaci, controsoffitti e pareti divisorie, serramenti in legno e in pvc, opere in vetro e materie plastiche, opere da pittore, opere stradali e di giardinaggio, assistenze murarie, rilievi e prove di laboratorio, opere di sicurezza.
L’edizione del 1° semestre 2024 contiene, in aggiunta al consueto aggiornamento generale dei prezzi e delle descrizioni, la completa revisione dei prezzi dei noli.
Rilevazione prezzi FEBBRAIO 2024
Imaging diagnostico e prospettive future
Nel 1895, con la scoperta dei raggi X in grado di attraversare il corpo umano e impressionare una pellicola fotografica, Röntgen rivoluzionò la Medicina. La storia che ci separa da quell’importante scoperta attraversa un arco temporale di quasi 130 anni in cui tanti progressi sono stati compiuti in ambito tecnologico e nuove metodiche di acquisizione, conservazione e analisi delle immagini cliniche sono state
sviluppate: a cominciare dagli anni ’60-’70 in cui inizia l’era dell’ecografia e della tomografia assiale computerizzata fino ad arrivare alla risonanza magnetica, installata per la prima volta in Europa nel 1983 presso il Department of Diagnostic Radiology dell’Università di Manchester, e proseguire con le apparecchiature di diagnostica funzionale. Fondamentale è stato il passaggio dall’utilizzo di informazioni analogiche, statiche e bidimensionali all’uso di informazioni numeriche, dinamiche e tridimensionali, attraverso la transizione da sistemi basati su pellicola a sistemi computer based L’applicazione dell’informatica alla radiologia ha consentito di sviluppare modalità di acquisizione, elaborazione, visualizzazione, analisi e archiviazione di immagini sempre più accurate, supportando diagnosi immediate e tempestive, cruciali nella gestione delle emergenze.
Oggi, anche in questo settore, l’elemento probabilmente più dirompente è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) e degli algoritmi di deep learning a supporto dell’inter-
pretazione diagnostica. Per comprenderne l’impatto basti pensare che la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato più di 200 prodotti commerciali di AI applicati in questo campo che coinvolgono aziende di oltre 20 paesi. Se è vero che la stima relativa alla presenza dell’AI nel mercato statunitense si attesta ancora su un modestissimo 2%, la maggior parte dei medici radiologi si aspettano cambiamenti sostanziali nella loro professione entro i prossimi dieci anni.
Proprio per fare il punto sulle sfide che accompagneranno questo settore in rapida evoluzione, il CNETO ha deciso di dedicare il suo convegno annuale di Camogli a “Ripensare l’area di Diagnostica per Immagini”. Due giorni (24 e 25 novembre) di testimonianze e di confronto diretto tra esperti invitati a dibattere su aspetti di programmazione e innovazione per individuare i trend futuri, le prossime frontiere e le possibili criticità. Naturalmente… siete tutti invitati.
Margherita Carabillò
Direttore Responsabile
Giorgio Albonetti
Direttore Scientifico
Margherita Carabillò
Coordinamento Editoriale
Chiara Scelsi - c.scelsi@lswr.it
Redazione Fabio Chiavieri f.chiavieri@lswr.it
Comitato scientifico
S. Brusaferro, S. Capolongo, M. Carabillò, M. Gola, J. Guercini, K. Kob, M. Mauri, F. S. Mennini, C. Nicora, D. Pedrini, G.Polifrone
Comitato di redazione
Architettura: Design LAB, DABC Politecnico di Milano
Impiantistica: Francesco Ruggiero
Information Technoloy: Fabrizio Massimo Ferrara
Innovazione digitale: Paolo Bertini
Organo ufficiale del C.N.E.T.O.: Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Organizzazione e management: Federico Lega Servizi e facility management: Arturo Zenorini
Tecnologie per l’Architettura: Rosa Romano, Maria Chiara Torricelli
Hanno collaborato a questo numero: M. Barattolo, L. Ferro, M. Gola, F. Lega, C. Latini, D. Mancini, R. Romano, T. Sun
Reg. Trib. Milano n. 767 del 09/11/1998 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005
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Testata Associata
Maggie’s Centre di Manchester
Sommario
ARCHITETTURA SOSTENIBILE NEL RISPETTO DELLE TRADIZIONI:
OSPEDALE ALTO HOSPICIO
La configurazione di questo nuovo ospedale risolve in modo efficiente le esigenze funzionali della tipologia sanitaria, segnando una differenza con le tipologie edilizie ricorrenti in Sud America
di Marco Gola, Tianzhi Sun
SPERIMENTAZIONI E RICERCA CLINICA:
UNA LINEA DI GESTIONE CARATTERISTICA
NELLE AZIENDE SANITARIE
Ricerca e sperimentazioni cliniche hanno un ruolo cruciale nel migliorare globalmente i servizi sanitari ai cittadini, ma solo attraverso una stretta collaborazione tra Istituzioni, strutture sanitarie e autorità potranno diventare attività principali per le aziende sanitarie di Chiara Latini, Federico Lega
EVOLUZIONE E SFIDE DELL‘EDILIZIA
SANITARIA
Intervista all‘Avv. Gabriele Pasquini, direttore del Servizio politiche urbane e salute nonché coordinatore del “Tavolo tecnico interistituzionale in materia di edilizia sanitaria riqualificazione e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico” di Domenico Mancini 34
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LE NUOVE SFIDE DELL’OSPEDALE 4.0: RIPENSARE L’AREA DI DIAGNOSTICA
PER IMMAGINI
Dal 24 al 25 novembre 2024 si terrà il consueto appuntamento annuale di CNETO dedicato alle sfide future delle strutture ospedaliere. Argomento del prossimo convegno la diagnostica per immagini
A cura della redazione
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PLANETARY HEALTH FESTIVAL, BUONA LA PRIMA
Si è conclusa sabato 5 ottobre con successo la prima edizione del Planetary Health Festival. La tre giorni di eventi e approfondimenti ha rappresentato un‘importante piattaforma di dialogo e scambio sul tema dell‘interdipendenza tra la salute umana, ambientale e animale di Mattia Barattolo
IA NELLA SANITÀ: LE SEI AREE
DI REGOLAMENTAZIONE DELL’OMS
L‘Organizzazione Mondiale della Sanità richiede particolare attenzione per alcuni temi, dalla validazione dei dati alla chiarezza sugli utilizzi, fino alle integrazioni con le principali norme sulla privacy e data protection di Luigi Ferro
Le
Bft Automation pag. 56 www.bft-automation.com
MTI pag. 54 www.medicaltourismitaly.com
Plantinox IV cop. www.planitnox.it
Rosiglioni pag. 1 www.rosiglioni.it Schneider II cop www.se.com
Valsir pag. 52 www.valsir.it
SMART BUILDING: LA CHIAVE PER UN FUTURO SOSTENIBILE IN SANITÀ ITALIANA
Il settore sanitario italiano si trova ad affrontare sfide senza precedenti. La pandemia di COVID-19 ha messo a dura prova strutture e personale, evidenziando la necessità di un’evoluzione verso modelli operativi più efficienti e resilienti. In questo contesto, gli edifici intelligenti si profilano come una soluzione strategica per affrontare le crescenti pressioni economiche, ambientali e di sicurezza.
Un recente studio di Forrester Consulting, commissionato da Johnson Controls, ha coinvolto 3.445 leader di settore in 25 paesi, di cui 300 in quello sanitario, per analizzare lo stato attuale degli smart building. I risultati evidenziano come, nonostante il potenziale di crescita offerto da queste tecnologie, solo una piccola percentuale di strutture sanitarie opera all’interno di edifici realmente intelligenti, con sistemi e dati completamente integrati. L’indagine rivela che solo il 7% dei dirigenti sanitari intervistati beneficia di una completa integrazione tra sistemi e dispositivi sul posto di lavoro. Questa mancanza di interconnessione si traduce in inefficienze operative, con il 68% di essi che lamenta un impatto negativo sui costi e il 66% che segnala una minore fidelizzazione dei pazienti.
I dati raccolti da Forrester evidenziano come le informazioni provenienti dagli edifici siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, sicurezza e ottimizzazione delle cure. Dall’analisi emerge, infatti, che diversi dipartimenti e team di esperti se ne servono per prendere decisioni strategiche. Le soluzioni
█ Francesco Genchi, Managing Director Italy di Johnson Controls
per smart building, infatti, consentono di aggregare e analizzare i dati provenienti da diversi sistemi e dispositivi, automatizzando i processi e garantendo la sicurezza e l’efficienza degli ambienti. (fonte: Johnson Controls)
IL PROGETTO “PARENT PROJECT ON THE ROAD” PER LA DISTROFIA DI DUCHENNE
Ha preso il via a inizio settembreil progetto Parent Project on the road, promosso da Parent Project aps, dal 1996 l’associazione italiana di riferimento per i pazienti con distrofia muscolare di Duchenne e Becker e le loro famiglie. Si tratta di un’iniziativa innovativa che ha la finalità di supportare i pazienti giovani e adulti che vivono in Sicilia offrendo loro l’opportunità di effettuare un esame diagnostico prezioso per monitorare la loro salute respiratoria, direttamente a casa. La raccolta degli esiti di questo esame permetterà ai pazienti di essere successivamente seguiti a livello medico, in base alle loro necessità. In futuro l’associazione auspica di poter esportare le buone pratiche sperimentate in questo progetto pilota in altre regioni italiane. Nei ragazzi con distrofia muscolare di Duchenne (DMD) – patologia degenerativa che colpisce gradualmente tutti i tessuti musco-
lari – la perdita progressiva della forza dei muscoli respiratori e la rigidità e le alterazioni della gabbia toracica possono, nel tempo, portare ad uno stato di insufficiente ventilazione dei polmoni. Per riconoscere le complicanze respiratorie in tempo, è estremamente importante programmare annualmente delle visite pneumologiche, durante le quali vengono effettuati esami strumentali di base, tra cui la misurazione non invasiva del valore di anidride carbonica. Negli ultimi anni nella regione la rete di centri, specialisti per la comunità DMD è progressivamente cresciuta e ci sono complessivamente più risorse per chi convive con questa patologia. Tuttavia, date le caratteristiche del territorio siciliano, molto esteso, e le difficoltà a spostarsi che tipicamente aumentano dall’adolescenza in poi per i ragazzi con la DMD, non sempre le famiglie riescono a effettuare regolarmente le visite presso i centri specializzati se
vivono lontano da questi ultimi. L’idea di Parent Project è quella di accorciare le distanze, portando direttamente a casa di 25/30 pazienti dai 16 anni in su uno strumento chiamato transcutaneo, che permette di monitorare il livello di ossigeno e anidride carbonica nel sangue. L’obiettivo: monitorare e prevenire le complicanze respiratorie, e in generale rendere il percorso di presa in carico pneumologica ancora più accessibile per i pazienti, migliorando in modo significativo il loro benessere psico-fisico. L’esame è semplice e non invasivo: prevede l’applicazione di un apparecchio portatile collegato ad un apposito sensore da posizionare
al lobo dell’orecchio. La misurazione avviene durante il sonno notturno e permette di valutare il livello di CO2 durante il sonno ed individuare precocemente la presenza di ipoventilazione notturna (di cui è segnale un livello di CO2 oltre i limiti di normalità). I dati verranno, quindi, processati per indirizzare i pazienti da uno/a specialista in pneumologia, laddove necessario, per approfondimenti. Il servizio - partito dalle province di Ragusa e Siracusa e via via, il territorio di Gela e Caltanissetta e poi le province di Trapani, Messina, Enna e Catania - per le famiglie è gratuito.
Per informazioni: www.parentproject.it
ASSEMBLEA ANNUALE AIOP PIEMONTE
Per la prima volta AIOP Piemonte (Associazione Italiana Ospedalità Privata) ha incontrato ufficialmente il neoeletto Assessore Regionale alla Sanità Federico Riboldi. L’occasione è l’assemblea annuale dell’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che si è tenuta a luglio che ha visto la larga partecipazione degli associati, insieme a quasi tutti i direttori delle ASL e delle ASO. Complessivamente circa 70 persone. Presente anche Gianluca Vignale - Assessore al Personale, Affari legali, Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione - che, nella precedente legislatura, nella veste di Capo di Gabinetto, aveva seguito da vicino le relazioni con le strutture della sanità di diritto privato. AIOP, che quest’anno ha cambiato denominazione, diventando Associazione Italiana delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e territoriali e delle Aziende Socio-Sanitarie residenziali e Territoriali di Diritto Privato, a inizio giugno ha eletto il nuovo Presidente Nazionale, professor Gabriele Pelissero e, dando attuazione al nuovo statuto, anche un Presidente dell’area ospedaliera e uno di quella sociosanitaria, andando così ad estendere e completare la sua rappresentanza. Forte di questo rinvigorito ruolo di alfiere della componente di diritto privato del Sistema Sanitario Nazionale, Aiop Piemonte ha invitato l’assessore a un primo confronto, per attuare il programma delineato con le dichiarazioni elettorali, nelle quali Riboldi dichiarava di voler puntare su «una sanità “integrata” … con una sinergia strategica tra pubblico e privato». Un impegno che l’assessore Riboldi ha ribadito con convinzione: «Consideriamo il settore privato accreditato completamente integrato con quello pubblico. Il nostro obiettivo è garantire servizi a tutta la popolazione, con particolare attenzione alle fasce più deboli e questo è un servizio che si realizza con l’osmosi tra pubblico e privato. Non ero e non sono preoccupato per l’incarico di assessore che ho assunto, la sanità ha processi chiari, e tanto nel pubblico quanto nel privato, vanta una classe dirigente capace di rispondere alle enormi sfide che ci attendono. Dal privato mi aspetto leale collaborazione. La mia porta è aperta al dialogo. Sono convinto che i prossimi anni ci daranno soddisfazioni». I nodi
da sciogliere sono molteplici. A partire dal budget del settore sanitario di diritto privato piemontese (acuzie, post acuzie, attività domiciliare, attività ambulatoriale per residenti in regione e fuori regione) che nel 2023 era di circa 736 milioni di euro, per l’anno in corso è sceso a 698 milioni euro circa e le liste di attesa non sono ancora state finanziate. Su queste Aiop rinnova la propria disponibilità a collaborare per abbatterle, «ma occorre una revisione dei meccanismi di partecipazione del privato accreditato, con un programma di attività a partire dall’inizio dell’anno, adeguatamente finanziato, con regole chiare e semplici - ha dichiarato Giancarlo Perla, presidente di AIOP che in Piemonte raggruppa 37 strutture. Altro Tema caldo è quello del finanziamento del contratto di lavoro. «Ci si avvia a nuovo rinnovo ed è imprescindibile la copertura regionale dei maggiori costi anche per il privato, come è stato per il comparto pubblico, affinché i nostri dipendenti non vengano trattati come addetti di serie B del Sistema Sanitario Nazionale» ha continuato Perla.
█ Giancarlo Perla, presidente di AIOP Piemonte
CYBERSECURITY IN SANITÀ: I TREND DA MONITORARE
Come emerso nel Rapporto Clusit 2024, nel 2023 il settore sanitario è stato il quarto più colpito da attacchi informatici andati a buon fine dopo Manufacturing, Professional/Scientific/Technical e ICT, con una percentuale del 9% sul totale degli incidenti censiti, registrando 624 a livello globale, oltre il doppio di quanto accaduto nel 2022 (304), con un trend in crescita.
Le informazioni dei clienti sono preziose per furto di identità e ricatto, nonostante ciò, sono ancora molti i sistemi sanitari che operano con tecnologie tradizionali.
Il settore è in fase di rapida modernizzazione: l’adozione di nuove tecnologie può contribuire a migliorare drasticamente i risultati, mentre innovativi modelli di erogazione delle cure rendono l’esperienza di assistenza molto più piacevole per i pazienti. Questi approcci introducono però un nuovo livello di rischio: una superficie di attacco che diventa sempre più ampia e complessa da proteggere. Tra i principali trend di trasformazione del mondo sanitario oggi c’è la crescita dell’assistenza da remoto, la proliferazione di dispositivi connessi, la crescente complessità degli ambienti IT medicali.
Le aziende sanitarie spesso tentano di proteggere questo panorama digitale aggiungendo soluzioni puntuali che forniscono una singola funzione di sicurezza. Tuttavia, questi prodotti in generale mancano di integrazione e coesione, aumentando ulteriormente la complessità. La cybersicurezza sanitaria di oggi non può basarsi su soluzioni puntuali e non connesse tra di loro. L’erogazione continua di cure richiede un approccio unificato progettato
FSE 2.0: TERZA TAPPA IN PUGLIA
Si è tenuto a Bari il terzo incontro del viaggio in Italia del convegno “L’Innovazione nel Sistema Sanitario Nazionale. Il Fascicolo Sanitario Elettronico per modernizzare la Sanità” che vede il patrocinio del Ministero della Salute e del Dipartimento per la Trasformazione Digitale. È il terzo incontro del “viaggio in Italia” del convegno, dopo Roma (12/13 giugno e Cernobbio 20/21 giugno), per promuovere una maggiore conoscenza del funzionamento e dell’accessibilità dello strumento digitale, giunto a una svolta importante con la fase 2.0 del progetto.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico, infatti, è ancora poco utilizzato in diverse regioni italiane. In particolare, in Puglia, solo il 3% dei cittadini, contro il 18% di media nazionale ha effettuato un accesso nei primi mesi dell’anno.
Tuttavia il 68% dei cittadini pugliesi ha autorizzato il conferimento dei propri dati clinici nel FSE, contro una media nazionale del 40% e il 100% dei medici specialisti delle aziende sanitarie regionali si sono abilitati all’utilizzo del Fascicolo, contro una media nazionale
per identificare e prevenire minacce note e sconosciute in tempo reale. Come ottenere questo risultato proteggendo il proprio ambiente in un panorama di minacce in continua evoluzione? È opportuno dare priorità a tre aree di interesse: fornire assistenza in modo sicuro da qualsiasi luogo; proteggere i dispositivi connessi e semplificare la sicurezza attraverso il consolidamento. (fonte Palo Alto Networks)
del 74%. “Il Fascicolo Sanitario Elettronico è una priorità di questo Governo. Lo dimostrano i risultati conseguiti negli ultimi mesi grazie alla grande collaborazione che abbiamo stabilito con tutti i soggetti coinvolti, a partire dal Ministero della Salute, Regioni, Province Autonome, Aziende sanitarie e operatori sanitari. L’aggiornamento tecnologico dei software utilizzati dalle strutture pubbliche della Sanità Italiana ha raggiunto una media nazionale del 54%, ma sono felice di sottolineare che la media delle regioni del Sud è arrivata addirittura al 67%” – ha dichiarato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti. “Il Fascicolo è il cuore del nostro progetto di trasformazione digitale della sanità italiana e la sua piena attuazione su tutto il territorio nazionale ci aiuterà a ridurre la burocrazia, personalizzare le cure, fornire continuità assistenziale e utilizzare tecnologie come l’IA per fornire servizi sempre migliori all’assistito. Il tutto nel pieno rispetto dei dati e della privacy del paziente”. “Il Fascicolo Sanitario Elettronico è strumento di maggiore qualità, equità, tempestività ed efficienza delle cure” – ha
█ Michele Lamartina, Regional Vice President Italia, Grecia, Cipro & Malta di Palo Alto Network
commentato il Sottosegretario alla Salute On. Marcello Gemmato. “Consente un accesso semplificato ai servizi sanitari, permette di superare le distanze geografiche e di favorire così l’approccio multidisciplinare della presa in carico dei pazienti, a garanzia dell’appropriatezza e dell’efficacia dell’assistenza sanitaria. È importante arrivare sul territorio a diffondere la più ampia conoscenza e familiarità con questo fondamentale mezzo di sanità digitale e rassicurare i cittadini sulla riservatezza dei dati in esso contenuti, nel rispetto delle disposizioni dettate dal Garante della privacy”. Finora gestito a livello regionale, con velocità di aggiornamento diversa da regione a regione, il FSE entra ora in una nuova fase del progetto: FSE 2.0, grazie all’EDS, Ecosistema dei Dati Sanitari, piattaforma nazionale che mette insieme e rielabora dal punto di vista tecnologico tutti i dati raccolti dalle regioni, valorizzando il lavoro fatto dai diversi territori in questi anni, gestirà i dati sanitari di oltre 60 milioni di italiani, grazie a un finanziamento di 1,3 miliardi di euro, di cui 300 milioni sono dedicati al potenziamento infrastrutturale digitale delle regioni. Al progetto FSE e telemedicina è dedicato circa il 40% del fondo destinato alla Missione 6 Salute del PNRR. Entro dicembre 2024, sarà accessibile per tutti i cittadini di tutte le regioni italiane la possibilità di pagamento dei ticket sanitari, la prenotazione di visite ed esami, la scelta o revoca del medico e la consultazione dei referti, ovvero di esami e diagnostica per immagini. In un prossimo futuro si potrà contare sulla interoperabilità del FSE: si tratta dello scambio transfrontaliero dei dati sanitari tra Paesi UE. In questo modo, ad esempio, una ricetta per ottenere un farmaco generata in Italia sarà spendibile in tutta Europa.
AZIENDE SANITARIE LABORATORIO DI INNOVAZIONE
La Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha presentato al Ministero della Salute il volume, “La persona anziana protagonista del suo tempo e della sua salute”, edito da Edra, in cui sono raccolti e raccontati differenti modelli di presa in cura dei fragili anziani sperimentati e, dunque, replicabili nelle aziende del Servizio sanitario nazionale per l’implementazione della legge delega 33/2023 in favore delle persone anziane. La mattinata di lavori è stata aperta dal saluto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e dagli interventi del Presidente della Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, Monsignor Vincenzo Paglia e della viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci. Nel corso del 2024 si è infatti svolto un lungo e articolato confronto in seno alle oltre 50 aziende associate Fiaso, che hanno aderito al Gruppo di lavoro ‘Assistenza agli anziani’, promosso dalla Federazione sul solco della Legge delega 33/2023, in materia di politiche in favore delle persone anziane, su cui il governo ha marzo ha emanato il decreto legislativo attuativo (Dlgs 29/2024 “Politiche attive in favore delle persone anziane”), coordinato dal vicepresidente vicario Paolo Petralia.
È nata dunque una comunità di pratica che ha permesso di raccogliere una serie di contributi di grande qualità a viva testimonianza dell’importante patrimonio di professionalità del Servizio sanitario nazionale e della sua capacità di innovare, guardare avanti e prendersi cura. I contributi sono stati la base su cui la Federazione, col supporto di un comitato scientifico formato da esperti di comprovata competenza, ha costruito due modelli di gestione, uno sulle cure diffuse “Virtual hospital” e l’altro sulla “Filiera assistenziale integrata”. Due direttrici metaprogettuali lungo cui si sono sviluppati indicazioni e innovazioni grazie alle esperienze aziendali raccolte. Un utile vademecum di riferimento per le Aziende, che potranno implementare o rinnovare i propri servizi assistenziali e nuove attività di cura per il paziente anziano sul modello di quanto già realizzato altrove. “Le aziende sanitarie – spiega il presidente della Federazione, Giovanni Migliore – sono il più importante laboratorio di innovazione del Servizio sanitario nazionale anche riguardo ai nuovi modelli di presa in carico delle persone anziane, e testimoniano vivacità culturale e passione dei nostri professionisti che ogni giorno, tra mille difficoltà, si impegnano per tutelare la salute dei cittadini. Le sperimentazioni gestionali raccolte nel volume Fiaso, che oggi presentiamo, dimostrano che
█ Si è tenuto a Bari il terzo incontro del viaggio in Italia del convegno “L’Innovazione nel Sistema Sanitario Nazionale. Il Fascicolo Sanitario Elettronico per modernizzare la Sanità”
█ Fiaso ha presentato al Ministero
il
“La
il rinnovamento da tutti invocato nella sanità può essere realizzato solo grazie all’impegno del management sui processi organizzati-
vi, e che la disponibilità di infrastrutture o di soluzioni tecnologiche particolarmente avanzate rappresentano solo un presupposto, certamente utile, ma non indispensabile per una reale trasformazione. Abbiamo accettato come Fiaso la sfida della Riforma per l’assistenza alle persone anziane, cogliendo l’occasione per disegnare in modo pragmatico questa nuova modalità di presa in carico dei pazienti, a partire proprio da quelli più fragili e complessi. Siamo convinti che sia indispensabile estendere questo metodo di lavoro, per raggiungere anche tutti gli altri cittadini, le famiglie e i giovani, accelerando sul versante della prevenzione, unica opportunità per garantire sostenibilità. Oggi – evidenzia il presidente – grazie alle grandi infrastrutture di comunicazione è realmente possibile rinnovare le cure primarie in tutte le età della vita, ma occorre anche ribadire che le riforme richieste dal DM 77 e la sanità di prossimità rimarranno sempre concetti astratti senza la declinazione territoriale che solo le aziende sanitarie possono assicurare. Dipende da noi. Se saremo in grado di abbandonare l’inerzia corporativa che ha caratterizzato le ultime stagioni del SSN, riusciremo a raggiungere l’obiettivo, al contrario, assisteremo con ignavia al declino più o meno lento di uno dei pilastri della nostra democrazia”, conclude Migliore.
REGIONE VALLE D’AOSTA: STANZIATI 297 MILIONI IN SANITÀ PER IL 2025
La Giunta regionale ha approvato gli indirizzi e gli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi sanitari regionali per il 2025. Il provvedimento, come spiegato in una nota, “definisce i criteri per il finanziamento della spesa sanitaria regionale all’azienda Usl della Valle d’Aosta, necessari per garantire la corretta erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) sul territorio”. Gli investimenti
saranno focalizzati sull’adeguamento tecnologico e infrastrutturale del sistema sanitario regionale. Per il 2025, il finanziamento destinato alla spesa corrente supera i 297 milioni di euro. Sono stati individuati otto obiettivi operativi, con un’attenzione particolare al potenziamento dei servizi di prevenzione, assistenza territoriale e ospedaliera. Tra gli interventi principali figurano: il miglioramento dei tempi di attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e diagnostica strumentale, la formazione continua del personale sanitario e l’aggiornamento delle infrastrutture digitali, l’implementazione del progetto Dama (Disabled Advanced Medical Assistance) per l’assistenza ospedaliera a persone con gravi disabilità, il rafforzamento del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, l’attuazione delle misure previste dal Piano contro l’antimicrobicoresistenza, e l’istituzione di nuovi servizi veterinari, tra cui un ambulatorio sociale e un consultorio comportamentale veterinario.
L’assessore Carlo Marzi ha dichiarato: “Garantiamo il funzionamento della sanità regionale con un finanziamento di oltre 297 milioni di euro, con l’obiettivo di assicurare ai cittadini valdostani l’accesso alle cure di cui necessitano. In aggiunta, stiamo programmando interventi per il rinnovamento delle apparecchiature e delle strutture sanitarie, con investimenti pari a 6,5 milioni di euro per il biennio 2025-2026”. Fonte Ansa.it
della Salute
volume,
persona anziana protagonista del suo tempo e della sua salute”, edito da Edra
█ La Giunta regionale della Valle d’Aosta ha stanziato 297 milioni in sanità per il 2025
Il Dipartimento di Emergenza-Urgenza (DE) o Pronto Soccorso, svolge da sempre un ruolo importante nel soccorso tempestivo e nella cura dei pazienti in emergenza-urgenza, fornendo un’assistenza clinica mirata, tempestiva ed efficace. Esso e ii punto di riferimento sanitario primario, responsabile della ricezione, dello smistamento, della valutazione, della stabilizzazione e della gestione dei pazienti che arrivano alla sua porta con diversi gradi di urgenza e complessità.
Una progettazione inadeguata del Dipartimento di Emergenza può portare a numerosi problemi di difficile gestione quali: affollamento, prolungata durata della degenza, aumento della mortalità, scarsa qualità dell’assistenza, tempi di attesa prolungati.
La ragione principale di queste inadeguatezze e l’assenza di un reale coinvolgimento delle parti interessate nel processo di progettazione.
Questo volume riporta ed analizza le problematiche da affrontare per pianificare e progettare un Dipartimento di Emergenza più efficiente e sicuro sia per i pazienti che per ii personale medico e paramedico.
Architettura sostenibile nel rispetto delle tradizioni: Ospedale Alto Hospicio
La configurazione di questo nuovo ospedale risolve in modo efficiente le esigenze funzionali della tipologia sanitaria, segnando una differenza con le tipologie edilizie ricorrenti in Sud America. Sia la volumetria che la longitudinalità della pianta giocano a favore dell’efficienza e dell’ottimizzazione di un programma di notevole complessità per la regione di Tarapacá in Cile
di Marco Gola, Tianzhi Sun
DATI TECNICI
Progettisti: Bbats Architects
Impresa edile: Consorcio Alto Hospicio S.A.
Committente: Servizio Sanitario Iquique
Superficie lorda: 40.000 m2 (circa)
Superficie territoriale: 54.400 mq (circa)
Posti letto: 235
Costo complessivo: 94.857 mln €
Anni di realizzazione: 2018-2022
Il più recente complesso ospedaliero realizzato dai Bbats Architects combina un’architettura che si integra con il suo contesto e dimostra una grande maestria nell’esecuzione del programma sanitario. Bbats Architects sono infatti riusciti a sviluppare un progetto ad alta esigenza funzionale e organizzativa progettando un volume con una geometria semplice e lineare.
L’Ospedale di Alto Hospicio, con una superficie costruita di circa 42.623,98 mq, è localizzato nelle vicinanze della città di Iquique, sulla costa settentrionale del Cile, ed è una struttura sanitaria che risponde con successo alla complessità del programma e del contesto di riferimento, dando come risultato un edificio la cui costruzione ha esercitato un impatto rivitalizzante per l’intera regione.
“Questa grande infrastruttura viene a fornire una soluzione reale al problema di accesso alla salute che ha la regione di Tarapacá.
Dobbiamo considerare che [prima della realizzazione di questa
struttura] esisteva solo un ospedale per circa 350 mila persone, una situazione critica che è aumentata durante la pandemia”, ha spiegato Luis Coevas, Presidente di CChC Iquique. Con il nuovo intervento si sono introdotti 235 letti, 7 sale operatorie, 3 sale di parto integrate, 12 posti di dialisi, 7 poltrone dentali, 18 box di consultazione medica, 10 box professionali e 9 postazioni in area emergenza.
Alex Mollá, progettista di Bbats Architects, ha sottolineato che “il progetto Alto Hospicio ha rappresentato una sfida molto importante per il nostro studio di progettazione per tre questioni molto importanti: la posizione, in una zona desertica, che comporta grandi variazioni di temperatura dal giorno alla notte e forti venti. Un altro punto importante è che non potevamo usare una tecnologia classica perché ha molta esposizione al sole e in terzo luogo, la posizione: non potevamo realizzare il progetto come se
█ Pianta del Piano terra dell’Ospedale Alto Hospicio. Pianta su gentile concessione di Bbats Architects.
fosse in un ambiente urbano, ma dovevamo cercare un altro tipo di architettura”.
Il nuovo ospedale infatti è un edificio monoblocco, compatto e omogeneo, con un›elevata efficienza energetica e antisismica grazie alla presenza di dispositivi di isolamento sismico di ultima generazione. Il direttore dell’ospedale, Aníbal Lobos, ha anche sottolineato come l’impegno con la comunità Aymara si riflette nella costruzione sostenibile: “è un progetto tanto atteso, un progetto che la stessa comunità richiede dagli anni 2000 e oggi fortunatamente operativo, un edificio che si prende cura dell’ambiente perchè sostenibile. Il 45% dei nostri utenti è del popolo Aymara, dove l’equilibrio delle energie, delle forze della natura sono propri della loro visione del mondo […]”. Infatti, a fronte di diverse soluzioni tecnologiche atte a garantire un progetto sostenibile, i progettisti hanno indagato le origini dell’architettura aymara, in cui il tema della protezione so-
lare era un elemento essenziale per garantire un comfort igrotermico adeguato; come affermano i progettisti, questa strategia è stata applicata per garantire condizioni microclimatiche ottimali, in modo da ridurre il più possibile il dispendio energetico.
Sempre in relazione ad alcuni aspetti culturali, i progettisti si sono fatti ispirare dalle tradizioni locali, in particolar modo dal colore dell’abbigliamento tradizionale, e pertanto nell’ospedale il colore rosso è preponderante e avvolgente attraverso il sistema di facciata che garantisce ombre all’interno dell’edificio.
UNA TIPOLOGIA COMPATTA ED EFFICACE
Il volume ha uno sviluppo orizzontale, composto da un piano seminterrato dove sono ubicati i servizi generali e logistici, nonchè il parcheggio, e da tre livelli superiori in cui sono distribuite le attività
█ Pianta del Primo piano dell’Ospedale Alto Hospicio. Pianta su gentile concessione di Bbats Architects.
█ Pianta del Secondo piano dell’Ospedale Alto Hospicio. Pianta su gentile concessione di Bbats Architects.
sanitarie. Solo i moduli auditorium e l’asilo nido sono ubicati in volumi separati dall’edificio principale.
L’orografia del terreno presenta un dislivello che ha permesso ai progettisti di sfalsare l’accesso del pubblico e del pronto soccorso, dall’area di carico e scarico della logistica.
Il complesso ospedaliero è pertanto composto da quattro piani, sono così organizzati:
█ al piano terra si trovano i servizi logistici e tecnologici, i parcheggi, servizi generali, la farmacia, i depositi, le cucine e la mensa, gli spogliatoi ecc.;
█ Pianta del Terzo piano dell’Ospedale Alto Hospicio. Pianta su gentile concessione di Bbats Architects.
█ al primo livello vi è l’accesso principale dell’ospedale con i servizi urbani e le attività diurne, nonchè l’area di emergenza, imaging, medicina fisica e riabilitativa, la dialisi, il prelievo di campioni e l’area amministrativa; █ al secondo livello sono localizzate l’area materno infantile, il blocco operatorio e la terapia intensiva, i laboratori di analisi, servizio di salute mentale, specialità (consultazioni mediche e procedure), cure palliative, salute dentale ecc.; █ l’ultimo livello, infine, ospita le aree della degenza.
In aggiunta presenta un tetto con un eliporto e ospita i pannelli fotovoltaici, che completano l’approvvigionamento energetico dell’edificio. La pianta rettangolare è un notevole successo in termini di soluzione funzionale per il progetto ospedaliero, poiché consente la separazione dei circuiti pubblici e tecnici sulle ali più longitudinali, est e ovest, che si articolano attraverso cortili interni. La disposizione a batteria di ascensori e nuclei scala in ciascuno dei corridoi interni creati dai cortili facilita la differenziazione dei percorsi, anche verticalmente, organizzando al contempo differenti compartimenti separati per ciascun settore in base alle esigenze di ciascun livello. Anche la collocazione delle sale operatorie e delle unità di terapia intensiva verso
le estremità più corte del volume e la distribuzione delle stanze verso la facciata dell’edificio contribuiscono a una migliore organizzazione delle circolazioni, generando al contempo spazi di indiscutibile qualità spaziale.
SOLUZIONI TECNOLOGICHE E SOSTENIBILI
Come afferma Fabián Guzmán, consulente per le certificazioni di sostenibilità, “il design dell’edificio - basato su un modello efficiente e sostenibile - garantisce condizioni di comfort termico, acustico e visivo, che incidono sul benessere e sulla salute dei pazienti, del personale medico e amministrativo; sia nei processi di recupero che nelle attività lavorative e di assistenza quotidiane”. Il progetto si distingue per le strategie passive e attive utilizzate per ridurre il consumo di energia e acqua potabile. Con il supporto di esperti nell’ambito, l’ospedale ha cercato di massimizzare i benefici economici, ambientali e sociali della regione, garantendo efficienza e comfort agli utenti. Luis Vallejos, referente regionale per i nuovi interventi, afferma che i requisiti di sostenibilità sono stati garantiti grazie all’introduzione di soluzioni ad alta efficienza energetica, in climatizzazione ed energia elettrica, nonché un sistema passivo, basato sul sistema EIFS, per
1. Dietetic Milk Service (Servizio del Latte Dietetico)
evitare perdite termiche e guadagni indesiderati. Come ha affermato il collega, infatti, “abbiamo un controllo del soleggiamento, basato su lamelle verticali di alluminio, che consentono anche il controllo della luce e contribuiscono positivamente sul comfort degli utenti”. Si osserva inoltre che l’edificio offre ottime condizioni di gestione dei rifiuti. Secondo i requisiti di sostenibilità, l’obiettivo era quello di raggiungere il 50% di recupero e riciclaggio, che è stato ampiamente raggiunto, ottenendo circa il 65%.
Le sfide erano diverse. Come segnala il referente dell’ufficio tecnico, “tra la società di costruzioni, con la Direzione dell’Architettura, il Servizio Sanitario di Tarapacá, e l’Ospedale Alto Hospicio, durante la progettazione e la costruzione, e ora nel funzionamento dello stabilimento, siamo stati in grado di portare avanti la certificazione di sostenibilità e ottenere una valutazione eccezionale, che non è una sfida minore per un edificio ospedaliero, che ha un’elevata domanda di energia 365 giorni all’anno, e un risultato importante soprattutto per la comunità, che raramente ha l’opportunità di avere un’infrastruttura del livello che abbiamo con questo ospedale e con questi livelli di certificazione”.
In aggiunta, come osserva Javier Durán, consulente di B-Green Chile, “in termini di efficienza energetica, come quella che di solito si chiede ai progetti, quando si hanno climi più temperati che richiedono pochissimo riscaldamento e che, allo stesso tempo, hanno differenze termiche molto basse, con climi molto stabili, i requisiti energetici sono molto più bassi di quelli che si vedono nel sud o nella zona centrale. Quindi, ottenere i risparmi è più difficile”
Proprio per questo, che l’impegno di Bbats Architects per la sostenibilità, durante tutte le fasi del progetto e della costruzione, gli è valso il terzo posto per l’ospedale nella classifica nazionale della Certificazione degli Edifici Sostenibili (CES) nel 2023, nella Categoria Edificio Certificato, con Certificazione di Livello Eccezionale. Valori che sono presenti in tutta la storia di Bbats, segnata dal merito di aver costruito nel 2021 il primo ospedale a ottenere la certificazione di costruzione sostenibile in Cile dall’ospedale provinciale Quillota Petorca.
L’intento però di questa importante infrastruttura è dimostrarsi sostenibile anche nel tempo, continuando a migliorare la certificazione CES nel funzionamento dell’ospedale, con l’obiettico di ottenere in futuro il Sigillo Plus Operation con piani di manutenzione preventiva, in modo che funzionino in modo efficiente, creando sempre più sinergie con enti locali la gestione dei rifiuti e del riciclaggio, avanzando in un accordo di qualità ambientale ecc.
L’INVOLUCRO DI FACCIATA
L’uso di una doppia facciata composta da una serie di doghe verticali che ricoprono tre delle quattro facciate del volume, genera effetti visivi e trame che danno una vera e propria identità all’edifi-
█ Ingresso principale dell’Ospedale Alto Hospicio.
cio e ne facilitano l’adattamento al contesto. Come afferma Fabián Guzmán, consulente per le certificazioni di sostenibilità, “il design dell’involucro ad alta efficienza risponde alle condizioni esigenti del suo sito, motivo per cui ha un sistema di protezione solare con la-
melle verticali equidistanti che consentono di proteggere dalle radiazioni solari e dai possibili abbagliamenti”.
Le tonalità rossastre degli elementi verticali stabiliscono un legame con i colori caldi e la linearità dei tessuti tradizionali della cultura aymara, stabilendo un legame culturale con gli abitanti della zona. La longitudinalità in pianta facilita l’isolamento termico dell’edificio, grazie all’orientamento del volume rettangolare in direzione nord-sud, disponendo più ore di illuminazione naturale sulle facciate più lunghe e riducendo al minimo l’impatto alle estremità, che attenuano le temperature durante le ore più intense della giornata.
LA LUCE NATURALE ELEMENTO CHIAVE DI BENESSERE
Uno dei valori più notevoli del progetto è l’uso della luce naturale come elemento caratterizzante degli spazi interni dell’edificio, nello specifico:
█ a livello verticale, ciò è garantito attraverso la presenza di cortili interni situati in tutto il volume, concepiti come “oasi di pace e ristoro”. Questi cortili funzionano come grandi lucernari: sono infatti sfalsati su ogni piano, distribuendo delicatamente la luce naturale verso i corridoi, definendo un ritmo di aperture che ne modera la marcata longitudinalità;
█ a livello orizzontale, le stanze che ricevono luce dai cortili, come gli studi medici e altri servizi, godono anche delle mutevoli texture che vengono proiettate al loro interno durante il giorno. Le stanze, situate principalmente al terzo piano e le sale d’attesa al secondo piano, sono orientate verso le facciate, le cui lamelle verticali aiutano a filtrare l’impatto della luce solare e ad evitare spaziale all’interno, incorniciando le viste sulle montagne circostanti.
L’edificio dimostra la capacità di Bbats Architects di integrare con successo i requisiti del programma e la complessità dell’ambiente con le capacità progettuali e organizzative dello studio per ottimizzare le risorse e massimizzare l’efficienza in ogni fase del processo, in linea con la sua vocazione a generare un impatto positivo sul sito e creare spazi di benessere per il singolo utente.
Le informazioni utili per la scrittura dell’articolo sono state tratte da:
█ descrizioni del progetto fornito da Bbats Architects;
█ disamina tecnica dei disegni di progetto; █ portali di architettura accessibili dal web.
Si ringraziano per la realizzazione dell’articolo Mónica Cruz Guáqueta dell’Agency for the Dissemination of Architecture per la condivisione, a nome dei Bbats Architects, delle immagini e disegni pubblicati in questo contributo.
Innovazione tecnologica al Maggie’s Centre di Manchester
Il progetto di questo articolo dimostra come sia possibile costruire architetture capaci di coniugare la dimensione domestica con quella estetico-compositiva, senza rinunciare alla ricerca inerente l’innovazione tecnologica
di Rosa Romano
DATI TECNICI
Maggie’s at the Robert Parfett
Building
Manchester, United Kingdom
2012 – 2016
Client
Maggie’s
Architect
Foster + Partners
Foster + Partners Design Team
Norman Foster
Stefan Behling
David Nelson
Spencer de Grey
Darron Haylock
Matthew Hayhurst
Roger Ridsdill Smith
Piers Heath
Mike Holland
Andrew Soligon
Nathan Millar
Evangelos Giouvanos
Richard Maddock
Thouria Istephan
Michael Woodrow
Diego Alejandro Teixeira Seisdedos
Xavier De Kestelier
Karl Micallef
Mateusz Bloch
Richard Maddock
Daniel Piker
Elisa Honkanen
Structural Engineer
Foster + Partners
Environmental Engineer
Foster + Partners
Fire Engineer
Foster + Partners
Quantity Surveyor
Gardiner & Theobald
Landscape Consultant
Dan Pearson Studio
Lighting Consultant
Cundall
Planning Advisor
IBI Taylor Young
Approved Inspector
AIS (Approved Inspector Services)
Greenhouse consultant
Fleur de Lys
Main Contractor
Sir Robert McAlpine
Timber Design and Build
Contractor Blumer Lehmann
I Maggie’s Cancer Caring Centre, nascono nel 1995 dalla volontà dei coniugi britannici Maggie e Charles Jencks che, a seguito della malattia di Maggie, decidono di creare una fondazione benefica per finanziare la costruzione di piccoli padiglioni ospedalieri in prossimità dei centri oncologici tradizionali.
L’obiettivo è quello di realizzare edifici belli e confortevoli all’interno dei quali il malato e la sua famiglia possano trovare supporto morale e pratico nel complicato momento di gestione della terapia contro il cancro. Per questo motivo, i Maggie’s Center sono pensati come ambienti informali, all’interno dei quali è possibile condurre attività di gruppo o dedicarsi all’introspezione personale, con la speranza di incidere positivamente sul decorso della malattia.
Per raggiungere questo risultato, i coniugi Jenks hanno creato un decalogo progettuale che mette al centro il benessere degli utenti, e si basa sulla realizzazione di unità abitative standard (la cucina, la libreria, il giardino, ecc.) caratterizzate dalla presenza di luce e ventilazione naturale e dal ricorso a sistemi e tecnologie ispirati dall’architettura biofilica.
Da sempre la progettazione di questi originali spazi di degenza ha visto il coinvolgimento di architetti e paesaggisti di fama mondiale (tra i quali ricordiamo: Frank Gehry, Zaha Hadid, OMA, Rem Koolhaas) che hanno lavorato, separatamente o in sinergia, per creare edifici unici nel loro genere, non assimilabili al concetto di spazio ospedaliero convenzionale e accomunati dalla presenza di ambienti accoglienti ed esteticamente iconici. Tra i Maggie’s Centres realizzati nell’ultimo decennio, il progetto sviluppato tra il 2013 ed il 2016 dallo studio Foster+Partners in collaborazione con lo studio Dan Pearson (per gli aspetti paesaggistici) per la sede dell’ospedale Christie di Manchester (il più grande centro oncologico specializzato in Gran Bretagna) può considerarsi uno dei più emblematici e meglio riusciti tra i padiglioni di assistenza Maggie ad oggi esistenti al mondo, grazie al connubio raggiunto dal progetto sia in termini di equilibrio spaziale che tecnologico e formale.
Si tratta di un edificio ad un unico piano di 500 m2, collocato all’interno di un’ampia zona verde (di circa 1500 m2) che si sviluppa secondo un andamento planimetrico lineare e nel quale gli ambienti interni si articolano lungo l’asse longitudinale, dan -
do origine a una serie di spazi concepiti per favorire la fruibilità degli utenti e la continua interazione con il giardino esterno. Seguendo i precetti del Maggie’s Architecture and Landscape Brief, il sentiero di accesso conduce ad un ingresso informale che aiuta i pazienti che entrano nell’edificio a dimenticare le ansie e lo stress provocati dalla malattia e dagli ambienti ospedalieri tradizionali. Si tratta di uno spazio di pausa, arredato con pochi mobili e delle sedute confortevoli, in cui l’ospite può vedere e valutare cosa sta succedendo all’interno dell’edificio senza sentirsi obbligato a entrare subito. Da questo ambiente è possibile accedere direttamente alla cucina (caratterizzata da una disposizione a pianta libera che ne permette l’utilizzo anche per organizzare laboratori e corsi) ed a un salotto concepito per ospitare al massimo 12 persone e dotato di un caminetto sospeso che favorisce la creazione di un’atmosfera amichevole e informale.
Nella spina centrale del corpo di fabbrica sono collocate le scale, i servizi igienici e le stanze di ritiro, pensate come unità abitative minime dotate di letti o poltrone per riposare o sdraiarsi. È interessante notare come i bagni siano arredati con sedie e librerie così da diventare luoghi appartati nei quali
poter piangere senza essere sentiti dagli altri ospiti. Nel mezzanino collocato in questo volume si trovano, inoltre, le postazioni di lavoro dei volontari, illuminate dall’alto da originali lucernari di forma triangolare.
Sul fronte sud-est del corpo di fabbrica sono localizzate le sale di consultazione, ideate come due piccole stanze utilizzabili per la consulenza o la terapia, e un grande ambiente open space utilizzabile per organizzare gruppi di rilassamen -
to, corsi di t’ai chi e yoga, conferenze e riunioni. Tutti questi vani sono orientati a est e confinati da grandi finestre che si affacciano sul giardino esterno.
Infine, sul fronte sud si trova la grande serra solare che caratterizza, come la prua di una nave o la fusoliera di un aereo, l’intero edificio. Si tratta di un volume trasparente che si affaccia sul giardino circostante e che si sviluppa come uno spazio in cui le persone possono riunirsi, lavorare e godere delle qualità terapeutiche della natura e dell’aria aperta durante tutto l’arco dell’anno, grazie alla possibilità di configurare in modo dinamico sia le pareti di vetro che gli arredi in essa presenti, tra cui spicca un grande tavolo mobile che può essere spostato rapidamente all’interno ed all’esterno del perimetro di chiusura.
Sul lato est, adiacente al parcheggio, il giardino è suddiviso in piccoli cortili, che offrono spazi privati perimetrali alle sale di consulenza, garantendo introspezione e privacy. A ovest, il giardino è più ampio e offre una soglia tra la strada e il centro di accoglienza, fungendo da filtro di protezione verde rispetto al limitrofo padiglione ospedaliero.
Con l’obiettivo di garantire una continua interazione tra l’ambiente interno e quello esterno e di realizzare un edificio sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, gli architetti del team di Foster+Partners hanno deciso di ideare una particolare struttura modulare in legno lamellare che scandis -
se ritmicamente ogni ambiente dello spazio confinato, dandogli una dimensione umana.
Si tratta di una struttura costituita da pilastri (alti 3,1 metri) e capriate reticolari a sbalzo (lunghe 7,5 metri) realizzati con impiallacciatura di abete nordico e concepiti per rispondere in modo efficiente alle sollecitazioni meccaniche dell’involucro trasparente e della grande copertura spiovente in rame che caratterizzano il corpo di fabbrica.
Tutti i componenti di questo originale scheletro portante in legno sono stati realizzati in Svizzera attraverso un innovativo processo di fresatura, e risultano caratterizzati da una particolare texture di traverse angolari che formano motivi a zig-zag.
Travi e pilastri sono assemblati tra di loro ricorrendo ad un sistema ad incastro centrato sulla presenza di un nodo triangolare, progettato per resistere al peso proprio dei carichi provenienti dalle capriate binate e inclinate, scaricandolo sui pilastri rastremati. Contemporaneamente, il nodo funge da rinforzo fisso del telaio del portale superiore e garantisce rigidità e resistenza sia alle forze orizzontali del vento che agiscono sulla
struttura, che a quelle provenienti dal peso proprio della copertura e dai carichi portati che gravano su di essa.
Osservando l’edificio si nota come la geometria del triangolo diventa ricorrente, oltre che nella texture degli elementi strutturali, anche nella forma dei pannelli fonoassorbenti usati per confinare i solai interni, e in quella degli infissi in alluminio e vetro strutturale integrati in copertura e usati per realizzare la facciata continua della serra solare. Questo particolare tema geometrico permette di esaltare la soluzione strutturale, richiamando sia geometrie biofiliche elementari che le forme ed il funzionamento delle cattedrali gotiche e delle cupole geodetiche di Richard Buckminster Fuller, alle quali gli architetti del team di Foster+Partners dichiarano di essersi ispirati durante la fase progettuale.
L’utilizzo del legno e del vetro permettono, inoltre, di ridurre l’impatto ambientale dell’intero edificio, garantendone la totale reversibilità a fine ciclo vita.
Infine per limitare le dispersioni termiche e garantire ottime prestazioni di comfort indoor, tutti gli elementi opachi sono coibentati con pannelli isolanti in lana di roccia e presentano una trasmittanza termica di circa 0,35 W/mqK, mentre le superfici trasparenti, oltre a ridurre le dispersioni termiche
grazie alla presenza di vetri camera basso emissivi, sono dimensionate ed opportunamente schermate dall’aggetto della copertura più o meno accentuato in funzione dell’orientamento dei prospetti, garantendo così adeguati fattori medi di luce diurna all’interno di tutti gli ambienti (del 2% per il 67% della superficie di pavimento e del 5% per il 20% delle restanti aree coperte).
Il successo dell’edificio realizzato da Foster+Partners, così come quello dei circa 28 Maggie’s centres ad oggi esistenti in molte parti del mondo, dimostra come sia possibile costruire architetture capaci di coniugare la dimensione domestica con quella estetico-compositiva, senza rinunciare alla ricerca inerente l’innovazione tecnologica, realizzando spazi che, grazie alla simbiosi materica e compositiva raggiunta con la natura circostante, siano in grado di incidere positivamente sulla salute degli utenti, contribuendo alla loro guarigione psicologica e fisica.
Una linea di gestione caratteristica nelle aziende sanitarie
Ricerca e sperimentazioni cliniche hanno un ruolo cruciale nel migliorare globalmente i servizi sanitari ai cittadini, ma solo attraverso una stretta collaborazione tra Istituzioni, strutture sanitarie e autorità potranno diventare attività principali per le aziende sanitarie
La ricerca e le sperimentazioni cliniche hanno l’obiettivo di promuovere la salute e il benessere della popolazione attraverso lo sviluppo di opzioni innovative diagnostico-terapeutiche, al fine di aumentare significativamente la salute dei cittadini e, di conseguenza, le loro aspettative e la qualità della vita. Queste attività non solo contribuiscono al costante avanzamento delle conoscenze scientifiche e all’innovazione nel campo della salute, ma svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la qualità dell’assistenza, le cure e i servizi sanitari offerti ai cittadini e rappresentano un pilastro fondamentale all’interno del complesso panorama del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). La loro rilevanza sociale e istituzionale è quindi ben riconosciuta.
Diversamente, la rilevanza economica, intesa come i vantaggi che la ricerca e le sperimentazioni cliniche portano al sistema-paese e in particolare al SSN, è fatto meno conosciuto e spesso sottostimato. Rilevanza evidenziata da una letteratura che ha provato ad individuare le dimensioni di impatto delle sperimentazioni cliniche che producono valore economico giungendo a questa classificazione di minima:
█ l’indotto sull’economia degli investimenti; █ l’effetto sull’occupazione;
█ i benefici diretti ed indiretti per il Sistema Sanitario Nazionale e per le strutture sanitarie dove si svolgono i trial clinici.
Con riferimenti ai benefici per il SSN, questi si collegano principalmente agli adverted costs, ovvero i costi evitati dal SSN grazie alle sperimentazioni cliniche sponsorizzate dalle case farmaceutiche. Questi permettono al SSN e alle aziende sanitarie di realizzare significativi risparmi di costi, sia direttamente (riduzione della spesa ospedaliera) che indirettamente (maggiore attrattività, aumento delle competenze e migliori cure). Per esempio, utilizzando un modello di analisi denominato “Valorization Of Clinical Research” (ValOR) per la misurazione dell’impatto economico delle sperimentazioni cliniche si possono stimare i costi evitati alle strutture sanitarie e al SSN, grazie al finanziamento delle aziende lifescience attraverso l’attività di Ricerca clinica. La metodologia utilizzata si basa sul presupposto che il valore economico di un trial clinico deriva da 2 fattori: dal finanziamento diretto ricevuto dallo sponsor in fase di avvio della sperimentazione e dal costo evitato dall’azienda ospitante grazie alla disponibilità di medicinali/devices per i pazienti arruolati. Il modello calcola l’effetto moltiplicatore della sperimentazione clinica, quale ad esempio quella discussa nel report “Il valore delle sperimentazioni
di Chiara Latini, Federico Lega
cliniche” dove si presenta uno studio sugli Adverted Costs in cui viene calcolato un effetto leva pari a 2,77. L’indice così calcolato indica che per ogni euro investito erogato dalle aziende sponsor per studi clinici, il nostro SSN ottiene benefici complessivi pari a 2,77 euro. È stato condotto un simile studio in Austria pubblicato a giugno 2020 nel Journal of Medical Economics che ha rilevato che ogni euro investito in sperimentazioni cliniche dall’industria farmaceutica genera 1,95 euro di valore aggiunto per l’economia austriaca.
LE CONDIZIONI AZIENDALI PER POTENZIARE LA LEVA DELLE SPERIMENTAZIONI CLINICHE
Alla luce di quanto discusso nel precedente paragrafo, e fermo restando che l’obiettivo dell’attrazione dei fondi per la ricerca nel SSN è un tema di sistema-paese, appare evidente che per la singola azienda sanitaria vi possa essere un chiaro vantaggio (per i plurimi benefici su pazienti, professionisti e bilancio) nel porre maggiore attenzione a creare le condizioni per diventare maggiormente attraente quale sito per le sperimentazioni cliniche. Se l’ingrediente fondamentale per attrarre sono professionalità e tecnologie, e però altrettanto vero che avere processi e strutture di supporto adeguate assume altrettanta rilevanza. Per questo è stato condotto uno studio di alcune realtà considerabili come benchmark in virtù della loro lunga esperienza di siti sperimentatori, per individuare quelle che possono essere della buone pratiche da condividere nel SSN. Le strutture indagate sono state: l’Istituto Europeo di Oncologia, l’Ospedale San Raffaele, l’Humanitas Research Hospital, l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l’Istituto Jules Bordet e l’Istituto di Ricerca Vall d’Hebron. Lo studio ha permesso di esaminare da vicino le metodologie, le politiche organizzative e le strategie adottate dalle diverse aziende sanitarie, al fine di individuare le soluzioni più efficaci e inno-
vative per rendere la ricerca un’attività core aziendale, ovvero sia quella che si può definire una attività di gestione caratteristica al pari di quella assistenziale, con la stessa attenzione strategica. Di seguito sono discusse le tre implicazioni emerse chiaramente dallo studio:
1. la necessità di chiarire il business model, ovvero sia un modello di lavoro disegnato su misura per potenziare l’attrattività verso le sperimentazioni cliniche;
2. lo sviluppo di una struttura organizzativa dedicata con chiare responsabilità di risultato;
3. la predisposizione di un sistema di controllo direzionale e apprezzamento delle performance dell’area ricerca e della struttura organizzativa dedicata.
IL MODELLO DI LAVORO
Per aumentare l’efficacia con cui l’azienda sanitaria si propone al “mercato” delle sperimentazioni cliniche è importante avere chiaro chi si vuole intercettare, cosa si vuole fare e come farlo. Per fare questo occorre sviluppare una value proposition che includa l’espressione del valore e dei benefici che l’azienda sanitaria può garantire all’industria del lifescience se decidono di fare partnership con lei sulle sperimentazioni cliniche.
È quindi necessario individuare il target di riferimento (quali imprese del lifescience, quali segmenti o combinazioni patologiapaziente, quali tecnologie ecc.) ed effettuare un’analisi della domanda e del mercato, attraverso l’identificazione delle aree terapeutiche con maggiore necessità e le più interessanti per le imprese, andando anche a definire i contenuti chiave (come la conduzione di studi clinici di alta qualità, la predisposizione di report ecc.) e periferici (per esempio il supporto al paziente durante il periodo di studio, la gestione della “burocrazia”, la disseminazione
dei risultati ecc.) dell’attività. Ciò permette di delineare una strategia efficace con cui “offrirsi” al mercato. I successivi passi nella definizione del modello di lavoro riguardano lo sviluppo della strategia operativa, che comprende le scelte relative alla qualità delle risorse umane necessarie, le scelte di logistica e tecnologia, la politica di marketing/comunicazione, lo sviluppo dei sistemi gestionali e la definizione del sistema di offerta, ovvero delle modalità di accesso al servizio e di interazione tra l’azienda e gli attori coinvolti (stakeholders e pazienti). Tutti questi elementi possono poi confluire in un “business plan”, ovverosia un documento programmatico che individua risultati attesi e le implicazioni economico-finanziarie per la linea di attività aziendale della ricerca clinica.
UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Per presidiare il conseguimento degli obiettivi aziendali e supportare il lavoro operativo necessario allo sviluppo delle sperimentazioni cliniche si rende necessario dotare l’azienda sanitarie di una struttura organizzativa capace di assolvere a diverse funzioni che possono essere raggruppate in due aree: una medica e una operativa. Nell’area medica sono rilevanti tre funzioni:
█ reclutamento e Screening, con il compito di identificare, valutare e arruolare pazienti idonei per studi clinici;
█ conduzione e Gestione di Trial Clinici, con il compito di condurre tutte le fasi dei trial clinici, in conformità alle normative;
█ Follow Up, con il compito di monitorare la salute dei pazienti dopo la loro partecipazione a studi clinici e di raccogliere e analizzare i dati dei trial clinici e degli effetti a lungo termine (in collaborazione con il team statistico).
L’area operativa, sotto la guida di un Direttore Amministrativo della Ricerca, si occuperà di supportare l’area medica nella progettazio-
ne delle sperimentazioni cliniche e di tutti gli aspetti amministrativi.
Le funzioni coinvolte in tale area sono:
█ management, con articolazioni in materia di Amministrazione e Finanza, Risorse Umane, Affari legali e Acquisizione di beni e servizi;
█ sviluppo strategico, con articolazioni che si occuperanno di Marketing e Comunicazione, Formazione, Analisi e Monitoraggio dei KPI (istituzionali e di ricerca), Policy e Partnership (con Università, Policlinici, Policy e relazioni con istituzioni pubbliche e aziende), Grant Office;
█ supporto alla Ricerca, in cui ci saranno le articolazioni di Clinical Trial Support, Data Science (Data Manager e Entry, BioStatistici), Supporto Informatico, Innovazione e Trasferimento Tecnologico, Gestione Qualità e Integrità della ricerca.
Queste funzioni potrebbero trovare strutturazione, nell’ipotesi più ricca, attraverso la creazione di un dipartimento articolato nelle due aree e con ogni funzione corrispondente ad una unità operativa. Ovviamente la dimensione dell’azienda sanitaria, il volume di ricerca clinica gestita, la sua storia e articolazione interna pregressa daranno le giuste indicazioni per identificare la soluzione organizzativa più adatta, dove quella del dipartimento è chiaramente un’opzione che potrebbe avere senso solo per realtà aziendali di dimensione molto significativa nell’attività di ricerca clinica o laddove si opti per una struttura inter-aziendale al servizio di diverse realtà, che cumulativamente generano importanti volumi e flussi finanziari.
CONTROLLO DIREZIONALE E SISTEMA DI MISURAZIONE
A livello aziendale, per l’analisi strategica e gli scopi operativi di funzionamento dei processi collegati alle sperimentazioni, si ren-
█ Ipotesi di strutturazione organizzativa della linea di gestione della ricerca clinica
de altresì necessario costruire un Conto Economico (CE) della Ricerca Clinica, le cui voci saranno alimentate esclusivamente da costi e ricavi afferenti a tale attività. Ciò permette di dare identità organizzativa alla ricerca e di attribuirle il valoro di ramo di attività fondamentale della gestione caratteristica aziendale.
Inoltre, ai fini del monitoraggio dell’attività si propone di costruire un cruscotto di indicatori su quattro aree chiave: █ pubblicazioni;
█ gestione degli studi clinici (al fine di valutare la capacità dell’organizzazione di condurre gli studi in modo efficiente e tempestivo);
█ prestazioni (per monitorare l’efficacia e la qualità delle attività svolte durante la conduzione degli studi clinici);
█ impatto economico (misurazione dei costi evitati alla struttura e al SSN grazie alle sperimentazioni cliniche attuate).
Anche in questo caso, come per la struttura organizzativa, il modello proposto potrebbe non essere applicabile universalmente a tutte le fattispecie di aziende sanitarie. Tuttavia, sarebbe anche auspicabile definire degli standard di riferimento a livello nazionale/regionale sia per la compilazione dei CE, sia per gli indicatori di misurazione, di modo da rendere confrontabili tra loro le realtà aziendali ed aumentare la significatività decisionale ed utilizzabilità comparativa dei dati di misura raccolti. Infine, in linea generale va osservato che l’implementazione di quanto discusso in precedenza (modello, struttura, sistema di misurazione) potrebbe richiedere un notevole investimento in personale e tecnologie dedicate alla gestione della ricerca. Un cambiamento/investimento che non può essere lasciato solo alle autonomia aziendali, ma dovrebbe divenire un punto strategico
dell’agenda di sviluppo del SSN e prevedere un sostegno finanziario iniziale a quelle aziende che hanno bisogno di strutturarsi, condizione che poi consentirà di divenire indipendenti e sostenibili nel tempo avviando un circolo virtuoso che dovrebbe consentire di aumentare la competitività della singola realtà e del SSN e sistema paese nell’attrarre crescenti investimenti in ricerca. Pertanto, solo attraverso un intervento deciso delle Istituzioni, una pianificazione strategica e una stretta collaborazione tra strutture sanitarie e autorità, la ricerca clinica potrà diventare un’attività core per le aziende sanitarie, massimizzandone i benefici e sfruttando appieno il suo potenziale.
Bibliografia
1. ANGERAME, L., CICCHETTI, A., DI PAOLO, M. G., & PLUCHINO, G. (2021). Il Valore delle sperimentazioni cliniche in Italia Report 2020. ALTEMS Laboratorio sul Management delle Sperimentazioni Cliniche.
2. AIFA. 20° Rapporto Nazionale Anno 2023. La sperimentazione Clinica dei Medicinali in Italia. 2023.
3. WALTER E., EICHHOBER G., VOIT M., ET AL. Economic impact of industry-sponsored clinical trials of pharmaceutical products in Austria. J Med Econ. 2020.
Gli autori
Controllo di gestione e grant office, IRCCS INRCA Ancona
FEDERICO LEGA
Università degli Studi di Milano, CRC HEAD
█ Il cruscotto della gestione della ricerca clinica
CHIARA LATINI
Evoluzione e sfide dell’ Edilizia Sanitaria
Intervista all’Avv. Gabriele Pasquini, direttore del Servizio politiche urbane e salute nonché coordinatore del “Tavolo tecnico interistituzionale in materia di edilizia sanitaria riqualificazione e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico”
█ Avvocato Pasquini, da diversi anni si occupa, per il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (DiPE) della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle risorse destinate alla salute degli italiani, sia per il fabbisogno corrente, sia anche per gli investimenti. Come valuta il soddisfacimento dei fabbisogni di salute della collettività?
Il Servizio che dirigo si occupa di istruire per il CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) le delibere di riparto tra le regioni delle risorse per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) e, fino a qualche anno fa, anche per gli investimenti.
Il “bisogno di salute” della collettività è un tema molto complesso e che si presta a diverse chiavi di lettura.
In Italia per le spese correnti del servizio sanitario nazionale si spendono circa 130 miliardi di euro all’anno. A questo vanno aggiunte le risorse per gli investimenti.
Che siano tanti o pochi non sta a me giudicarlo. Posso solamente dire che abbiamo ancora un servizio sanitario nazionale che, con le regioni, eroga tuttora servizi d’eccellenza. È chiaro, punti di attenzione ed elementi da migliorare ce ne sono diversi, come le liste d’attesa, la carenza di personale sia medico che infermieristico, le basse retribuzioni rispetto ad altri contesti che inducono i giovani ad andare all’estero, ma non possiamo dimenticare che siamo usciti da poco da una pandemia che ha determinato un forte log nelle prestazioni da erogare e un altrettanto forte stress in tutto il sistema.
Ciononostante, ritengo che sia il Ministero della salute che le Regioni, nel pieno rispetto delle competenze e delle prerogative che l’articolo 117 della Costituzione attribuisce allo Stato e alle Regioni, abbiano fatto e stiano continuando a fare un ottimo lavoro.
Poi c’è tutto il tema del PNRR che, con la spinta verso i presidi territoriali e la digitalizzazione, potrà dare un grande impulso ai nuovi servizi, anche digitali, che verranno erogati dalle strutture delle reti territoriali.
Per quanto riguarda le spese correnti, una volta approvati gli stanziamenti, viene definito il riparto tra le regioni, che è anche oggetto di intesa in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, per poi essere assegnati alle regioni mediante delibera del CIPESS.
Per gli investimenti, invece, dato che negli anni erano stati stigmatizzati dagli Organi di controllo forti rallentamenti nel processo di spesa, per velocizzare l’assegnazione delle risorse alle Regioni, da qualche anno, è stato ritenuto opportuno evitare il passaggio in CIPESS, prevedendo la definizione del piano di riparto delle risorse tra le Regioni direttamente in Legge di Bilancio, senza bisogno quindi di una delibera del CIPESS.
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█ Parliamo di investimenti. Circa due anni fa è stato chiamato a coordinare il tavolo tecnico interistituzionale in materia di edilizia sanitaria, quali sono stati i risultati e come valuta questa esperienza.
Da diversi anni la Corte dei conti segnala forti difficoltà nella realizzazione degli interventi finanziati con il programma previsto dall’articolo 20, comma 1, della legge 11 marzo 1988, n. 67, del valore ad oggi di circa 34 miliardi di euro, tanto che il CIPESS, per individuare le criticità e le possibili soluzioni, nel 2022, ha appositamente istituito un tavolo tecnico interistituzionale e ne ha affidato il coordinamento al DiPE.
Il compito era particolarmente complesso e delicato in quanto la Presidenza doveva innanzitutto far sedere al tavolo tutte le amministrazioni e gli enti coinvolti nel processo che potevano dare un contributo ai lavori1 e poi ascoltare le esigenze e le difficoltà che trovano le Regioni nel definire e mettere a terra gli investimenti, senza però trascurare le esigenze del Ministero della salute per quanto riguarda la coerenza degli investimenti con l’evoluzione del SSN né quelle del Ministero dell’economia e delle finanze in termini di compatibilità del processo con le regole della spesa pubblica.
1 Oltre al DiPE, fanno parte del tavolo Ministero della Salute, Ministero dell’economia e delle finanze, AGENAS, Dipartimento per le politiche di coesione, Dipartimento per gli affari regionali, Dipartimento per la trasformazione digitale, Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome e Cassa depositi e prestiti
Gabriele Pasquini, direttore del Servizio politiche urbane e salute nonché coordinatore del Tavolo tecnico interistituzionale in materia di edilizia sanitaria riqualificazione e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico
In tale ottica, in breve tempo abbiamo audito al tavolo tutte le Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano, ricostruendo un primo quadro di elementi di criticità e di punti di forza che successivamente abbiamo approfondito nell’ambito di appositi gruppi di lavoro tematici.
Sono rimasto colpito dalla grande professionalità e dedizione che tutti i partecipanti ai lavori del Tavolo hanno dedicato alle attività che hanno richiesto parecchio tempo.
Parallelamente ai lavori del Tavolo, la decima Commissione permanente del Senato, presieduta dal Senatore Zaffini, ha avviato un’indagine conoscitiva sulla ristrutturazione edilizia e l’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, anche nel quadro della Missione 6 del PNRR, conclusasi pochi mesi fa.
Abbiamo avuto modo di confrontarci diverse volte, il Tavolo è stato anche audito in Commissione e ritengo che abbiamo avuto modo di trarre reciproco vantaggio dai lavori di approfondimento condotti da entrambi.
Nel merito, tra le difficoltà rappresentate dalle Regioni per la realizzazione del Programma di investimenti ex art. 20, è emerso il
progressivo svuotamento degli uffici tecnici di cui risentono tutte le regioni specialmente quelle di dimensioni più limitate, che genera difficoltà a definire una buona programmazione degli interventi e tutte le criticità che poi si presentano nella fase di progettazione e in quella realizzativa.
Laddove i progetti non sono ben definiti, con ancora maggiori difficoltà si vanno poi a realizzare, con forte dilatazione dei tempi e soprattutto dei costi.
È stata quindi individuata dal Tavolo la necessità di elevare il livello di progettazione degli interventi previsti dagli accordi di programma e, tra le soluzioni possibili a normativa vigente, Cassa Depositi e Prestiti, presente al Tavolo, esattamente a luglio dello scorso anno ha esteso la possibilità per aziende sanitarie locali ed aziende ospedaliere di accedere al Fondo rotativo per la progettualità, il fondo di CDP che consente di disporre anticipatamente delle risorse per la progettazione degli interventi, con interessi a carico del bilancio dello Stato.
Un’ulteriore criticità evidenziata nel corso dei lavori è rappresentata dalla complessità delle procedure per la realizzazione degli investimenti del Programma ex art. 20, definite con accordo StatoRegioni nel 2002 successivamente aggiornato nel 2008 che, peraltro, non risultano più coerenti con le evoluzioni della normativa. Ebbene, l’art. 1, comma 281, della Legge di Bilancio di quest’anno ha disposto che, con un nuovo accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, siano aggiornati modalità e procedure per l’attivazione dei programmi di investimento in sanità.
█ Avvocato, c’è qualche idea che è rimasta non sufficientemente esplorata dal Tavolo e che a suo avviso potrebbe servire per accelerare la realizzazione delle infrastrutture sanitarie?
Si. A mio avviso ci troviamo in un contesto molto fluido in cui ciascuna soluzione individuata potrebbe essere già vecchia il giorno dopo averla “sancita”. E forse è anche questo il motivo per cui dal 2008 a tutto il 2023 le procedure non sono state più modificate.
Inoltre, la rapida evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale, le reti territoriali, la digitalizzazione e l’attivazione dei nuovi servizi nonché la governance dell’intero sistema richiedono che le nuove regole siano definite in un contesto molto più dinamico.
Forse, proprio in questo ambito, tra le conclusioni emerse all’esito dell’indagine del Senato, è emerso come la Presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe avere un ruolo più incisivo e di coordinamento attraverso una struttura istituita ad hoc, finalizzata a dare supporto a tutti gli attori nell’individuare rapidamente soluzioni efficaci che consentano di raggiungere i risultati e, al tempo stesso, salvaguardando le esigenze di tutti gli attori del processo.
Il “Manuale dei sistemi gas medicali e del vuoto” di Armando Ferraioli è un testo teoricopratico che dettaglia tutti gli aspetti legati alle problematiche dei gas medicali.
Lo scopo è quello di fornire i requisiti minimi per la loro installazione, ispezione, test, manutenzione, esecuzione, oltre alle relative pratiche di messa in sicurezza per le strutture sanitarie, il materiale, le apparecchiature, le applicazioni, inclusa tutta una serie di rischi associati a quelli primari.
Concepito come una guida organica, il manuale vuole risolvere tutte le problematiche inerenti ai gas medicali, fornendo ai progettisti e a tutti quelli coinvolti con gli impianti di gas medicali uno strumento che per la sua natura interdisciplinare consente di affrontare in modo completo tutti gli aspetti che possono presentarsi sia nella progettazione che nella realizzazione e gestione di tali impianti.
Questo manuale risulta essere complementare al libro dello stesso autore “Impianti gas medicali nelle strutture sanitarie” che tratta più specificamente degli aspetti progettuali e dei relativi calcoli da sviluppare.
Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0
Ripensare l’area di Diagnostica per Immagini
Dal 24 al 25 novembre 2024 si terrà il consueto appuntamento annuale di CNETO dedicato alle sfide future delle strutture ospedaliere. Argomento del prossimo convegno la diagnostica per immagini
Il programma del Convegno CNETO 2024 dedicato all’ospedale 4.0, riguarderà la diagnostica per Immagini, focalizzandosi sulle aree sanitarie che ospitano le tecnologie più complesse e con qualche specifico focus sul tema della diagnostica terapeutica. Grazie al supporto del Comitato Scientifico, il programma ha l’intento di offrire un confronto diretto con il personale che si lavora e/o si interfaccia con questa area sanitaria, chi gestisce e mantiene questi spazi, nonché comprendere quali sono i trend e le prossime frontiere in ambito tecnologico.
Pertanto, attraverso diversi contributi comprenderemo quali sono le nuove esigenze sanitarie, organizzative, tecnologiche, progettuali e manutentive per ripensare questa area strategica all’interno dell’ospedale e definirne insieme la Carta di Camogli, un documento di sintesi dei molti contenuti trattati e definiti insieme ai relatori e partecipanti durante i question time
L’appuntamento è a Camogli, nei giorni 24-25 Novembre, durante i quali verranno inoltre festeggiati i 70 anni dell’associazione. Per informazioni: www.cneto.it
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
Domenica 24 novembre, prima parte
Domenica 24 novembre, seconda parte
INTRODUZIONE AL CONGRESSO
Lunedì 25 novembre, prima parte
PROGETTO ORGANIZZATIVO E SANITARIO
Saluti istituzionali
Introduzione al Congresso
Programmazione sanitaria a livello italiano: quali azioni sul rinnovamento del parco diagnostico
Lectio Magistralis a cura di un ospite internazionale
L’evoluzione dell’imaging medico
COFFE BREAK
Ripensare l’area di diagnostica per immagini: aspetti organizzativi e gestione dei flussi
Indagini diagnostiche con radiazioni ionizzanti: le nuove frontiere della medicina diagnostica. Indicazioni operative per le strutture sanitarie
Diagnostica per Immagini e le attività di cardiologia
Diagnostica per Immagini e la medicina d’urgenza
Diagnostica per Immagini: come ripensare il progetto funzionale e spaziale
CENA SOCIALE, CELEBRAZIONE
PARCO TECNOLOGICO
E REQUISITI PROGETTUALI
DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
DEI 70 ANNI DEL CNETO
Le grandi tecnologie di diagnostica all’interno dell’ospedale
Requisiti di progettazione impiantistica, elettrica e idraulica della diagnostica per immagini: cosa è bene sapere attorno al progetto delle sale di diagnostica?
Sostituire le attrezzature di diagnostica: decalogo delle best practices da attuare per ospedali flessibili e resilienti
Requisiti progettuali delle aree di Diagnostica per Immagini
Ripensare la Diagnostica per Immagini: da area prettamente destinata alla cura ad ambiente umanizzato. Il caso delle aree pediatriche
COFFE BREAK
Costi e benefici: come sfruttare al meglio le potenzialità delle grandi attrezzature di diagnostica?
I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica per immagini: quali sfide ci attendono?
Lunedì 25 novembre, seconda parte
PROSSIME FRONTIERE DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Archiviazione dati e i big data: come arrivare preparati?
Le attrezzature di diagnostica per immagini all’interno delle altre aree
sanitarie: il caso delle sale ibride del Blocco Operatorio
Conclusioni del congresso
Il C.N.E.T.O., Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica
Ospedaliera, nasce nel 1954 per iniziativa di un “gruppo di cultura” costituitosi già nel 1935. Tale gruppo era formato da eminenti progettisti edili-sanitari guidati dall’ing. Gaspare Lenzi. Scopo del gruppo fu, sin dall’inizio, quello di fondare una Associazione con pieno riconoscimento giuridico che potesse coinvolgere partecipanti che potessero avere influenza nei principali settori afferenti il mondo della Sanità. Tale traguardo si realizzò negli anni che seguirono la fine della
Seconda guerra mondiale, quando le iniziative che l’Associazione si propose di esprimere, trovarono largo consenso tra i responsabili della ricostruzione.
Obiettivi del C.N.E.T.O., allora come adesso, sono quelli di promuovere ed incoraggiare studi ma anche fornire documentazione, sui molteplici argomenti e problemi specifici del settore sanitario. Man mano che gli anni procedono, il C.N.E.T.O. allarga sempre più i suoi interessi:
█ viene creata la rivista “Progettare per la Sanità”, organo ufficiale dell’Associazione, con lo scopo di offrire argomentazioni sempre aggiornate sulle tematiche relative alla progettazione e alla gestione delle strutture sanitarie e socioassistenziali;
█ si promuovono incontri e convegni;
█ si organizzano viaggi di studio all’estero per visitare le strutture all’avanguardia degli altri Paesi;
█ si instaura un collegamento con il mondo dei giovani ed in particolare con quello universitario;
█ si organizzano incontri con l’industria e corsi di aggiornamento;
█ si partecipa a commissioni di studio;
█ si promuovono incontri ed iniziative con le Autorità politicoamministrative e con tutti gli operatori del settore.
Oggi, a 70 anni dalla sua fondazione, il Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera ha raccolto numerosi consensi in Italia e all’estero, grazie soprattutto all’attività volontaria del Presidente e dei suoi Soci, da sempre impegnati nel diffondere una cultura nel settore altamente qualificata e costantemente “al passo coi tempi”.
70 ANNI DEDICATI ALL’EDILIZIA OSPEDALIERA
“Ingegneria dell’apparato respiratorio e ventilazione artificiale meccanica - Principi, progettazione e gestione degli strumenti per la respirazione artificiale” di Armando Ferraioli è un’opera composta da due volumi:
- L’ingegneria dell’apparato respiratorio
- La ventilazione artificiale meccanica
In queste pagina l’autore presenta i concetti di base della ventilazione meccanica, partendo da un approccio alla conoscenza del ventilatore meccanico che permetta di individuarne le reali potenzialità e i limiti e di tradurle in opportunità di cura e di guarigione per il paziente.
Il testo è un avvincente percorso attraverso i ventilatori meccanici che si snoda da una base teorica alla pratica applicata.
Questo libro si rivolge ai “veterani” della ventilazione meccanica e a chi da poco si approccia alla ventilazione artificiale meccanica, ed evidenzia i concetti fisici ed ingegneristici che sottintendono i temi trattati, per meglio chiarificarne le dinamiche e le problematiche ad essi relativi.
Planetary Health Festival, buona la prima
Si è conclusa sabato 5 ottobre con successo la prima edizione del Planetary Health Festival. La tre giorni di eventi e approfondimenti ha rappresentato un’importante piattaforma di dialogo e scambio sul tema dell’interdipendenza tra la salute umana, ambientale e animale
Il Festival, che ha animato la città di Verona lo scorso 3, 4 e 5 ottobre, è stato organizzato da Healtival (società del gruppo Edra LSWR) con il patrocinio del Comune di Verona e della Rete nazionale Città Sane-OMS e con il patrocinio di numerosi enti istituzionali ed di numerose aziende.
Nel corso della tre giorni esperti internazionali del mondo scientifico e istituzionale si sono confrontati su una varietà di temi chiave. Attraverso i loro interventi hanno offerto un’analisi approfondita dello stato attuale e delle sfide future legate alla salute globale. Grazie a tavole rotonde, conferenze e workshop interattivi, i partecipanti hanno esplorato strategie innovative e azioni concrete per affrontare le crescenti emergenze climatiche e sanitarie, promuovendo un futuro più sostenibile.
Insomma: un’iniziativa diffusa in più luoghi della città che ha registrato una grande partecipazione di pubblico!
I FATTORI CHIAVE DELL’EVENTO
Il festival ha saputo creare un forte legame con la comunità grazie a momenti di interazione con il pubblico e a laboratori tematici che hanno stimolato la partecipazione attiva. I cittadini di Verona e delle aree circostanti sono stati coinvolti in attività pensate per sensibilizzare e informare su questioni legate alla salute globale. Un momento particolarmente significativo si è svolto durante la giornata del venerdì, quando centinaia di giovani hanno circondato l’Arena di Verona, simbolo della città, in un abbraccio simbolico volto a esprimere sostegno per l’ambiente. Il festival ha inoltre favorito un ampio dialogo interdisciplinare, riunendo esperti provenienti da diversi settori, tra cui la medicina, l’ecologia, la politica e l’educazione. I temi trattati sono stati molteplici e diversificati, spaziando dalle microplastiche alla salute del cervello, dall’evoluzione delle pratiche mediche fino alla salu-
VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE
Il Planetary Health Festival ha posto le basi per la costruzione di un dialogo duraturo e di nuove collaborazioni tra scienza, politica e società civile. L’auspicio è che da questo primo importante appuntamento nascano azioni concrete in grado di garantire un futuro sostenibile e una salute equa per tutti. Ecco quanto auspicano alcuni degli eccellenti relatori intervenuti al Festival.
Walter Ricciardi, docente di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma e Presidente del Comitato Scientifico del Festival, ha commentato: “Non ci dobbiamo rassegnare, anche se viviamo in un mondo in tempesta. Il Festival ha
te planetaria, in modo da offrire una visione completa e integrata delle sfide attuali.
La partecipazione di speaker di rilevanza internazionale ha arricchito ulteriormente il dibattito, offrendo la possibilità di confrontarsi direttamente sulle migliori pratiche e sulle esperienze già messe in atto a livello globale. Questo ha creato una rete di conoscenze e collaborazioni utili per pianificare nuove azioni comuni in futuro.
Un ruolo determinante nel successo del festival è stato giocato dal sostegno delle istituzioni, in particolare del Comune di Verona e di altre realtà istituzionali. L’impegno delle autorità si è manifestato in vari momenti del festival, come dimostrato dall’intervento del Ministro Schillaci durante la sessione inaugurale del giovedì, rivolgendosi a oltre 300 studenti presenti. La chiusura dell’evento ha visto la partecipazione del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, che ha sottolineato l’importanza di garantire un sistema sanitario efficace e sostenibile.
Per ulteriori informazioni: https://www.planetaryhealthfestival.it/
PLANETARY HEALTH FESTIVAL IN NUMERI
l Planetary Health Festival ha riscosso un’ottima risposta di pubblico, con 4500 partecipanti nelle sessioni convegnistiche e 40.000 utenti collegati in streaming, tra professionisti del settore, studenti e cittadini. Nei 64 eventi si sono alternate le voci di 296 relatori, tra esperti e rappresentanti delle istituzioni, a testimonianza di un crescente interesse verso un approccio integrato alla salute planetaria
rappresentato un momento cruciale per riflettere sull’interconnessione tra la salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali. La partecipazione e l’interesse dimostrati in questi giorni ci confermano quanto sia necessario un cambio di paradigma, dove la salute venga vista come un sistema globale e integrato. Solo affrontando le sfide sanitarie in un’ottica planetaria, possiamo davvero fare la differenza e garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti. Questo festival ha dimostrato che unendo le forze scientifiche, istituzionali e civiche possiamo compiere passi concreti nella giusta direzione”.
Ludovico Baldessin, Amministratore delegato della società Edra S.p.A, ha dichiarato invece: “Il successo del Festival è il risultato di un grande lavoro di squadra e della passione di chi crede fermamente nell’importanza di sensibilizzare su temi così fondamentali. Il nostro obiettivo era creare uno spazio di dialogo aperto e costruttivo, dove competenze scientifiche e ambientali potessero incontrarsi per sviluppare soluzioni concrete e sostenibili. La risposta entusiasta del pubblico e il coinvolgimento degli esperti ci confermano che questa è la strada giusta. Ringraziamo tutti
i partner, i partecipanti e il pubblico per aver contribuito alla straordinaria riuscita di questo evento e per aver condiviso con noi l’impegno verso un pianeta più sano”.
Annamaria Molino, oncologa, consigliera comunale referente veronese della Rete Città Sane, presente nel comitato scientifico che ha supportato l’organizzazione del Festival commenta: “Siamo molto contenti dello svolgimento del Festival, che ci ha visti protagonisti come Comitato scientifico. È stato veramente un lavoro di squadra, arricchito dal contributo delle eccellenze presenti a Verona: istituzioni, realtà locali, associazioni.”
“Sicuramente un evento che può avere una continuità” conclude il sindaco di Verona, Damiano Tommasi “L’obiettivo è quello di invitare personalità di caratura nazionale e internazionale che ci possano dare oltre alle riflessioni, anche proposte di azioni concrete. Ci ha fatto molto piacere coinvolgere diverse aree della città attraverso un modello di festival diffuso. La politica deve motivare le persone alla partecipazione e alla vita della città. Direi che una città è sicura e si cura se i suoi cittadini e cittadine si attivano, se prendono parte”.
Quello dell’ingegnere clinico è un mestiere relativamente nuovo, si può dire ancora poco valorizzato ma in espansione a livello italiano ed internazionale. Il libro affronta e approfondisce tutte le tematiche su cui l’ingegnere clinico deve essere aggiornato. La sua figura costituisce un essenziale collegamento tra medicina e ingegneria e questo libro rappresenta un manuale che non può mancare nella libreria dei professionisti che si dedicano a questa materia per la sua completezza ed attualità, un vero prontuario di consultazione. È sicuramente il primo libro in lingua italiana che affronta l’ingegneria clinica in tutti i suoi temi, scritto da un esperto del settore.
Intelligenza Artificiale in Sanità: le sei aree di regolamentazione dell’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede particolare attenzione per alcuni temi, dalla validazione dei dati alla chiarezza sugli utilizzi, fino alle integrazioni con le principali norme sulla privacy e data protection
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato un nuovo documento che elenca le principali considerazioni normative sull’intelligenza artificiale (IA) per la salute. La pubblicazione sottolinea l’importanza di stabilire la sicurezza e l’efficacia dei sistemi di IA, di rendere rapidamente disponibili i sistemi appropriati a chi ne ha bisogno e di promuovere il dialogo tra le parti interessate, compresi sviluppatori, autorità di regolamentazione, produttori, operatori sanitari e pazienti.
Con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche analitiche - che si tratti di apprendimento automatico, logico o statistico - gli strumenti di IA potrebbero trasformare il settore sanitario. L’Oms riconosce il potenziale dell’IA nel migliorare i risultati sanitari, rafforzando gli studi clinici, migliorando la diagnosi medica, il trattamento, l’autocura e l’assistenza incentrata sulla persona e integrando le conoscenze, le abilità e le competenze degli operatori sanitari. Per esempio, l’IA potrebbe essere utile in contesti in cui mancano medici specialisti, a cominciare dall’interpretazione di scansioni della retina e immagini radiologiche.
I RISCHI PER PAZIENTI E OPERATORI SANITARI
Un dato di fatto è che le tecnologie di IA - compresi i modelli linguistici di grandi dimensioni - sono in rapida diffusione, a volte senza una piena comprensione dei loro impatti, che potrebbero essere vantaggiosi o dannosi per gli utenti finali, compresi gli operatori sanitari e i pazienti. Quando utilizzano i dati sanitari, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero avere accesso a informazioni personali sensibili, rendendo necessari solidi quadri giuridici e normativi per la salvaguardia della privacy, della sicurezza e dell’integrità.
“L’intelligenza artificiale è molto promettente per la salute, ma comporta anche serie sfide, tra cui la raccolta di dati non etici, le minacce alla sicurezza informatica e l’amplificazione dei pregiudizi o della disinformazione”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Oms.
“Questa nuova guida aiuterà i Paesi a regolamentare l’IA in modo efficace, per sfruttarne il potenziale, che si tratti di curare il cancro o di individuare la tubercolosi, riducendo al minimo i rischi”.
LE 6 AREE DI REGOLAMENTAZIONE DELL’IA PER LA SANITÀ SECONDO L’OMS
Il documento delinea sei aree di regolamentazione dell’IA per la salute:
█ trasparenza e documentazione,
█ risk management,
█ validazione esterna dei dati e chiarezza sugli utilizzi,
█ qualità dei dati,
█ privacy e data protection, █ collaborazione tra gli stakeholder.
Per promuoverne la fiducia, l’OMS sottolinea l’importanza della trasparenza e della documentazione, per esempio documentando l’intero ciclo di vita del prodotto e tracciando i processi di sviluppo. Per la gestione del rischio, devono essere affrontate in modo esaustivo questioni come l’uso previsto, l’apprendimento continuo, gli interventi umani, i modelli di formazione e le minacce alla sicurezza informatica, rendendo i modelli il più semplici possibile. La convalida esterna dei dati e la chiarezza sull’uso previsto dell’IA contribuiscono a garantire la sicurezza e a facilitare la regolamentazione.
L’impegno per la qualità dei dati, ad esempio attraverso una rigorosa valutazione dei sistemi prima del rilascio, è fondamentale per garantire che i sistemi non amplifichino pregiudizi ed errori. Le sfide poste da normative importanti e complesse, come il Gdpr in Europa e l’Health Insurance Portability And Accountability Act (Hipaa) negli Stati Uniti, vengono affrontate ponendo l’accento sulla comprensione dell’ambito di competenza e dei requisiti di consenso, al servizio della privacy e della protezione dei dati.
IL RISCHIO DI AMPLIFICAZIONE DEI BIAS
I sistemi di intelligenza artificiale sono complessi e dipendono non solo dal codice con cui sono costruiti, ma anche dai dati su
cui vengono addestrati, che provengono ad esempio da contesti clinici e interazioni degli utenti. Una migliore regolamentazione, spiega l’OMS, può aiutare a gestire il rischio che l’IA amplifichi i pregiudizi nei dati di addestramento. Per esempio, può essere difficile per i modelli di IA rappresentare accuratamente la diversità delle popolazioni, con conseguenti pregiudizi, imprecisioni o addirittura fallimenti. Per contribuire a mitigare questi rischi, è possibile utilizzare le normative per garantire che gli attributi - come sesso, razza ed etnia - delle persone
presenti nei dati di addestramento siano riportati e che i set di dati siano intenzionalmente resi rappresentativi. La nuova pubblicazione dell’OMS mira a delineare i principi chiave che i governi e le autorità di regolamentazione possono seguire per sviluppare nuove linee guida o adattare quelle esistenti sull’IA a livello nazionale o regionale.
Il documento dell’OMS, che non vuole essere una guida ma ha più l’aspetto di una base di discussione per il settore IA e gli utilizzatori nella sanità, è frutto di una collaborazione con l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Uit) con la quale è stato istituito un gruppo di lavoro sull’IA per la salute (Fg-AI4H). Per supportare il suo lavoro, Fg-AI4H ha creato diversi altri gruppi, tra cui uno sulle considerazioni normative (Working Group on Regulatory Considerations, Wg-Rc).
Il Wg-Rc è composto da membri che rappresentano molteplici parti interessate, tra cui autorità regolatorie, responsabili politici, università e industria, che hanno esplorato concetti normativi e di valutazione delle tecnologie sanitarie e le best practices emergenti per lo sviluppo e l’uso dell’IA nell’assistenza sanitaria e nello sviluppo terapeutico.
COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE SULLE NORMATIVE
Il documento conclude affermando che l’OMS riconosce il potenziale dell’intelligenza artificiale nel migliorare i risultati sanitari attraverso il miglioramento degli studi clinici, della diagnosi medica, del trattamento, dell’autogestione delle cure e dell’assistenza alla persona, trattamento, l’autogestione delle cure e l’assistenza incentrata sulla persona, nonché la creazione di conoscenze, abilità e competenze più basate sulle evidenze conoscenze, abilità e competenze dei professionisti a supporto dell’assistenza sanitaria.
Inoltre, con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche di analisi, l’IA ha il potenziale di trasformare il settore sanitario per soddisfare le esigenze di diversi stakeholder nell’assistenza sanitaria e nello sviluppo terapeutico. Fondamentale è la collaborazione internazionale che permette la condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche relative all’evoluzione delle considerazioni normative. In questo modo sarebbe possibile aumentare la velocità di sviluppo del panorama normativo e ridurre il divario tra l’avanzamento della tecnologia e la regolamentazione, visto che molti strumenti sono destinati ad attraversare le frontiere. La coerenza delle considerazioni normative per i sistemi e le tecnologie di IA, inoltre, potrebbe migliorare gli standard e consentirne una diffusione più rapida sostenendo anche paesi con minore capacità normativa, garantendo che anche loro possano utilizzare strumenti con standard elevati.
SEMPLIFICARE LA NORMATIVA
Più complessa è invece la questione della quale si è occupato il convegno Open Privacy, svoltosi a fine febbraio a Roma, nel quale una serie di associazioni (Aiom, Anmdo, Cipomo, Cittadinanzattiva, Fiaso, Fondazione Periplo, Associazione Periplo, Fondazione ReS , Siiam, Sibioc, Sin) hanno sottoscritto il decalogo stilato dalla SIMM (Società Italiana di Leadership e Management in Medicina) con la collaborazione dell’Istituto Italiano per la Privacy per rivedere in chiave di accountability la normativa che regola il consenso del cittadino/paziente, indispensabile per il trattamento e la condivisione dei dati e la collaborazione tra i ricercatori.
Al convegno hanno partecipato numerosi esperti che hanno sottolineato la necessità di un regime più snello per la normativa. Mattia Altini, direttore Assistenza ospedaliera Regione Emilia-Romagna e presidente SIMM ha sottolineato che “non possiamo parlare di attuazione del DM77 se non abbattiamo i silos che contraddistinguono i comparti della sanità italiana, entità non comunicanti la cui struttura ermetica blocca l’ammodernamento del SSN, la territorializzazione e l’introduzione della tanto auspicata innovazione tecnologica. Lo scambio di dati sanitari è il vero elemento connettivo che può garantire al paziente un’aspettativa di cura elevata, la riduzione di costi dovuti
alla duplicazione dei dati e l’avvio di progetti di ricerca finalmente liberi dai lacci e lacciuoli che pongono l’Italia in controtendenza rispetto alla direzione Ue”.
Per Altini è necessario quindi rivedere l’approccio alla normativa privacy e permettere finalmente al SSN “di decollare in una vera ottica di bene comune”
Una scia anche per la privacy
Secondo Luca Bolognini, presidente Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei dati, “la disciplina privacy italiana va migliorata e allineata al resto della UE: va superata l’autorizzazione preventiva del Garante per l’uso secondario di dati sulla salute per la ricerca osservazionale retrospettiva. Si può passare a una sorta di SCIA privacy. È una questione di sostenibilità, serve un bilanciamento tra protezione e valorizzazione dei dati per il bene comune”.
La SCIA, ricordiamo, è la Segnalazione Certificata di Inizio
Attività: una dichiarazione amministrativa in regime di autocertificazione per iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva artigianale, commerciale o industriale.
Un altro aspetto è stato evidenziato da Pierfranco Conte, presidente Fondazione Periplo, che sostiene come “la medicina basata sull’evidenza derivante dagli studi clinici randomizzati, è insufficiente per garantire una corretta
valutazione del rapporto rischio/beneficio dei farmaci innovativi per una serie di motivi: gli studi condotti a livello internazionale spesso poco rappresentativi delle singole realtà nazionali, gli studi che escludono pazienti anziani con comorbidità o che assumono altri farmaci e gli studi con follow-up molto brevi. L’unica soluzione è quindi integrare le informazioni ottenute tramite gli studi clinici, con le migliaia di dati ottenibili dalla pratica clinica”. “Uno dei principali ostacoli ad accedere a questi dati, anche quando disponibili, sono i limiti dettati dalle norme sulla privacy. È fondamentale che il valore clinico e sociale di questi dati venga riconosciuto semplificando le norme sulla privacy”, ha aggiunto Conte.
La revisione della normativa riguarda anche l’oncologia come ha ricordato Luisa Fioretto, presidente Cipomo, “Il Collegio dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) è fortemente convinto che la proposta di revisione della normativa privacy cui ha aderito, possa assumere per l’Oncologia, uno dei settori a più alta velocità innovativa, un carattere strategico, sia in termini di governo clinico complessivo (programmazione, prevenzione e cura) sia per lo sviluppo di una ricerca sempre più integrata alla pratica clinica, libera dai vincoli della burocrazia e di leggi e regolamentazioni troppo restrittive, una ricerca davvero ‘utile’ e al servizio del cittadino”.
Le difficoltà in italia
La difficoltà della situazione italiana è stata sottolineata da
Raffaella Gaggeri, coordinatrice segreteria tecnicoscientifica comitato etico Romagna (Cerom), Irst Irccs ‘Dino Amadori – Meldola’, “Mentre l’Ue sta compiendo sforzi innegabili in materia di regolamentazione dei dati sanitari, che convergono verso la volontà di sfruttare il loro potenziale in linea con il Regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari (Ehds) e la promozione dell’uso di nuove tecnologie, l’Italia rimane ancorata a una interpretazione rigida del nuovo Gdpr e a un quadro normativo di non facile ricostruzione. Sul territorio nazionale la circolazione dei dati sanitari per finalità di prevenzione e programmazione sanitaria - oltre che di cura - risulta ancora difficoltosa”. Loreto Gesualdo, presidente Fism, ha chiesto “la modifica dell’art. 110 del Codice privacy, allineandosi alla Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sullo spazio europeo dei dati sanitari”, mentre per Nello Martini, presidente Res, “Le attuali normative rendono impraticabile l’integrazione tra dati sanitari e dati non sanitari (es. dati socio-economici), indispensabile per attuare una reale presa in carico socio-sanitaria dell’assistito e per la programmazione sanitaria che tenga conto dei bisogni socio-assistenziali”.
Anche Cittadinanzattiva, che da anni si occupa di diritti dei cittadini in ambito sanitario, ha aderito all’iniziativa promossa da SIMM “poiché ha l’obiettivo di garantire, da un lato, il rispetto dei diritti e delle preferenze dei cittadini e, dall’altro, di promuovere la salute e l’innovazione nel segno della sostenibilità”.
NUOVA EDIZIONE 1° SEMESTRE 2024
I PREZZARI DEI BONUS EDILIZI
Il Prezzario Impianti Elettrici si compone di oltre 15.000 prezzi relativi a ogni tipologia di impianto elettrico ed elettronico, civile e industriale, di bassa e media tensione.
Suddiviso in materiali, noli-costi orari e opere compiute è relativo a edifici residenziali e del terziario; riporta descrizioni e relativi prezzi per: trasmissione e distribuzione in bassa tensione; apparecchiature elettriche per impianti in bassa tensione; illuminazione civile e industriale; illuminazione pubblica, per esterni e da giardino, compresi impianti di terra e di protezione dalle scariche atmosferiche; impianti antideflagranti; impianti fotovoltaici ed eolici; impianti di rivelazione incendi; impianti di illuminazione e alimentazione elettrica di emergenza; impianti antifurto e antintrusione.
Il Prezzario include anche voci e costi per le opere di assistenza muraria e rimozioni.
L’edizione del Prezzario Impianti Elettrici 1° semestre 2024 contiene l’aggiornamento di tutti i capitoli in base ai listini di maggio 2024 e delle tabelle della manodopera di tutte le categorie, suddivise per ciascuna provincia italiana.
Rilevazione prezzi MAGGIO 2024
PEXAL XL: LA RIVOLUZIONE DEI RACCORDI MODULARI PER IMPIANTI IDRICI
La crescente domanda di impianti termoidraulici di grandi dimensioni ha portato allo sviluppo di soluzioni tecniche estremamente innovative. In questo quadro Valsir ha introdotto Pexal XL, un sistema di raccordi modulari in tecnopolimero per tubazioni multistrato di grande diametro.
Negli ultimi anni, infatti, i progetti di larga scala hanno reso necessario l’impiego di tubazioni di diametri importanti. Tuttavia, le soluzioni esistenti, basate principalmente su materiali plastici o metallici, mostrano delle limitazioni significative. Le tubazioni in PPR, ad esempio, soffrono di dilatazioni termiche che possono causare problemi strutturali nei grandi impianti, mentre i sistemi metallici, come l’acciaio, sono difficili da installare a causa del peso e dei costi elevati.
Pexal XL è una soluzione innovativa che utilizza il polifenilsulfone (PPSU), un tecnopolimero dalle eccellenti proprietà chimiche e meccaniche già testato in settori ad alta specializzazione come quello automobilistico, aerospaziale e medicale.
LE CARATTERISTICHE DI PEXAL XL
Pexal XL si distingue per la modularità e la leggerezza, e rende più semplici sia l’installazione che la logistica. Il sistema è stato progettato per essere assemblato rapidamente, direttamente in cantiere, con pochi componenti che possono essere combinati per ottenere oltre 250 configurazioni diverse. Questo permette di creare una vasta gamma di soluzioni per impianti complessi, riducendo al contempo gli ingombri e facilitando la gestione del magazzino.
Un altro punto di forza del sistema è la sua compatibilità con le tubazioni multistrato da 110 mm, un’estensione della gamma Pexal che in precedenza si fermava a 90 mm. La giunzione tra raccordo e tubazione avviene tramite una classica pressatura della boccola in acciaio e garantisce un’eccellente tenuta idraulica grazie all’utilizzo di un doppio O-Ring.
La modularità di Pexal XL non si limita alla flessibilità in fase di progettazione. Il sistema è costituito da 14 articoli, facilmente gestibili in magazzino e in cantiere, ma la loro combinazione permette di realizzare tutte le configurazioni necessarie per la costruzione di impianti complessi, come stacchi, colonne e collettori. Inoltre, la possibilità di assemblare raccordi filettati offre ulteriori opzioni, come l’inserimento di strumenti di controllo e regolazione non previsti dal catalogo. Con Pexal XL, Valsir ha creato un sistema che non solo risolve le problematiche attuali degli impianti di grandi dimensioni, ma apre nuove possibilità per il futuro della progettazione. Grazie alla sua leggerezza, alla facilità di installazione e alla resistenza del PPSU, Pexal XL rappresenta una valida alternativa ai sistemi tradizionali, offrendo una soluzione versatile, affidabile e adatta alle esigenze del settore idrico e termoidraulico di oggi e di domani.
Per informazioni: www.valsir.it
RAINPLUS
La soluzione al problema delle bombe d’acqua
Negli ultimi anni le precipitazioni sono caratterizzate da picchi di piovosità violenti e improvvisi sempre più frequenti.
Rainplus rappresenta la più efficiente tecnologia per il drenaggio delle acque piovane in grado di gestire precipitazioni anche estreme, ed è perfetto per la copertura di edifici di grandi dimensioni, anche nel contesto della ristrutturazione.
Un aiuto concreto al “turismo” sanitario in Italia
Medical Tourism Association Italy
è un’associazione no profit che promuove
l’eccellenza medicale italiana per attirare il turismo sanitario internazionale
Negli ultimi anni si fa un gran parlare del Turismo delle Radici, ma di cosa si tratta? E perché se ne parla adesso? La risposta sta nelle nostre origini, appunto, quelle origini di cui siamo tanto fieri.
Nella loro storia di esploratori e migranti, gli italiani hanno costellato il mondo di comunità. È proprio da questi organismi che nasce un desiderio di riabbracciare i propri luoghi di provenienza. Specialmente ora, in un momento in cui l’identità è diventata un fattore sempre più rilevante. In questo contesto è importante sottolineare che le tradizioni d’Italia non sono condensabili in un’unica realtà, offrendo una continua scoperta in ogni angolo del suo territorio.
Nella varietà di bellezze paesaggistiche, storico-culturali, gastronomiche, moda e quant’altro, troviamo un elemento quasi inaspettato, diventato motivo di viaggio per molti nel mondo: la sanità. Una persona con origini italiane è più propensa a comprendere il sistema italiano, rendendola un buon punto di partenza per sviluppare un tipo di attività che, si stima, potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro di fatturato nei prossimi anni. Il turismo sanitario non si ferma qui: sono molti i pazienti che, indipendentemente dalle origini, già intraprendono tali viaggi. Queste persone sono consapevoli dell’offerta del bel paese nel campo del wellness o dei vari tipi di chirurgia. È importante tenere presente che non si viene in Italia in cerca di un trattamento o un intervento dal costo più abbordabile. A prescindere dalla spesa (che può essere maggiore o minore rispetto al paese d’origine), il paziente estero viene in Italia perché sa di potersi aspettare il massimo del servizio. Il servizio è il punto fondamentale. Tra la pandemia e i recenti eventi geopolitici, l’Italia ha affrontato un momento molto duro ma il settore terziario ha saputo tenuto bene. Questo significa che l’Italia ha già le strutture necessarie per accoglienza e assistenza delle persone, rimane solo da capire come sfruttarle assecondando una richiesta di mercato finora poco esplorata. In tale panorama è nata Medical Tourism Association Italy (MTAI), un’organizzazione no-profit che si propone di presentare in maniera sinergica tutti i vari attori del turismo sanitario in Italia.
Chi viaggia con fini medicali, infatti, lo fa in modo molto diverso da quello con cui siamo abituati: per sentirsi a suo agio ha bisogno di una serie di servizi non banali da identificare, tanto meno da fornire. Anzitutto, questo tipo di viaggio non è influenzato dalla stagionalità tipica di quello tradizionale: le persone hanno questi bisogni in qualsiasi momento dell’anno. Inoltre, la permanenza in Italia è molto più lunga rispetto a quella mordi e fuggi che porta tutta una serie di problematiche, specialmente alla preservazione del territorio. Questo non significa che un simile viaggiatore verrà in Italia per non visitare, al contrario, spesso approfitta di questa
opportunità e cerca di ottenerne il massimo. In effetti, raramente una persona con queste necessità si sposta da sola ma, spesso, porta con sé l’intera famiglia.
Per offrire il miglior servizio non servono nuovi investimenti in quanto si farebbe uso di ciò che il territorio già offre. Anzi, essendo che i luoghi di turismo tradizionale non sono il fine ultimo del viaggio, si potenzierebbero i flussi di visitatori in luoghi più di nicchia. In questo scenario, MTAI guida i suoi soci lungo un cammino che coinvolga cliniche e ospedali privati, medici, interpreti, hotel, centri wellness e ristoranti, senza trascurare chi si occupa di trasporto. Questa è solo una parte di ciò di cui ha bisogno per la migliore esperienza possibile una persona che viaggia con fini medicali. L’associazione è consapevole del fatto che il turismo sanitario rappresenta una grande opportunità con i guadagni che porterà alla sanità e al territorio, un ramo che riuscirà a dare un grande supporto per un presente e un futuro di crescita e di prestigio del paese.
DISSUASORI DI SOSTA E DI PASSAGGIO
Le soluzioni Bft per ambienti ospedalieri e sanitari
Sicure e innovative con caratteristiche uniche ed esclusive, le soluzioni che Bft ha ideato nell’ambito del controllo degli accessi veicolari si adattano ad ogni contesto installativo, sono affidabili e pensate per durare nel tempo.
Nelle strutture sanitarie, la gestione degli accessi veicolari e della sosta degli automezzi è un aspetto critico sia per gli operatori sanitari che per i pazienti ed i visitatori.
Per questo motivo, la gamma di dissuasori di passaggio e di sosta di Bft risponde alle necessità legate alla gestione degli accessi veicolari nelle aree pedonali, nei parcheggi e nelle aree dedicate ai mezzi di soccorso per regolamentarne la sosta o l’accesso.
La gamma di dissuasori Bft si divide in tre tipologie:
█ fissi, per interdire l’accesso a lungo termine;
█ semiautomatici e quindi attivabili manualmente tramite una chiave dedicata che movimenta meccanicamente una molla a gas;
█ automatici, in grado di abbassarsi e alzarsi automaticamente tramite tecnologia elettromeccanica o oleodinamica.
La maggior parte dei dissuasori si configura come cilindri metallici che vengono installati sotto al manto stradale e alzati quando è necessario impedire l’accesso a una determinata area. Ciascun dissuasore è dotato di una tecnologia che, anche in caso di malfunzionamento o blackout, garantisce la chiusura o l’apertura dei varchi, a seconda delle esigenze del momento.
Oltre alla funzione di gestione degli accessi, i dissuasori Bft rispondono all’esigenza di protezione che diventa prioritaria nelle aree pedonali e in quelle dedicate ai mezzi di soccorso. I dissuasori Bft, infatti, garantiscono elevata velocità di azionamento e massima resistenza all’impatto in situazioni di emergenza.
L’intera gamma di prodotti si caratterizza secondo determinate specifiche tecniche tra cui, principalmente, la resistenza all’impatto: particolarmente importante in contesti pubblici e privati, questa caratteristica deve garantire che il dissuasore di sosta e parcheggio continui a svolgere la propria funzione anche in caso di urto.
Nello specifico caso, i dissuasori anti-terrorismo di Bft si dimostrano di estrema efficacia in luoghi a elevato rischio, poiché riescono a fermare un veicolo di 7,5 tonnellate lanciato a una velocità di 80 km/h. Da non sottovalutare inoltre la capacità dei dissuasori di integrarsi perfettamente nell’ambiente in cui vengono installati lasciando inalterato l’aspetto estetico. L’operatività dei dissuasori di sosta e passaggio è assicurata da tecnologie esclusive che ne consentono il controllo anche da remoto, agevolando così il lavoro di chi si occupa di proteggere gli edifici e la gestione dell’accesso in aree riservate. La protezione degli edifici, infatti, può essere gestita direttamente da control room integrate e connesse.
Per informazioni: www.bft-automation.com
AUTOMAZIONE E GESTIONE DEGLI ACCESSI
BFT, fondata nel 1981 in Italia, è leader nel settore dell’automazione e della gestione degli accessi, offrendo prodotti avanzati, duraturi e configurabili per accessi residenziali, commerciali ed urbani. Come parte del Gruppo SOMFY, BFT unisce competenza tecnica e tecnologia innovativa per fornire soluzioni affidabili, facili da usare e vantaggiosi. I nostri prodotti sono pensati per gli installatori e supportati da una comunità di professionisti qualificati, garantendo vicinanza e supporto tecnico senza paragoni in tutto il mondo. Siamo dedicati a fornire un servizio clienti di alta qualità, assicurando ai nostri partner professionali e agli installatori di poter contare su di noi per tutte le loro esigenze di automazione degli accessi.
Ufficio Legale e Appalti Dipartimento Tecnico Patrimoniale AUSL di Bologna
Appalti, sentenze e aggiornamenti normativi
CONTRATTI DI APPALTI PUBBLICI, NOVITÀ NORMATIVE
PRINCIPI DI FIDUCIA E RISULTATO
Consiglio di Stato, Sez. V, 13 settembre 2024 n.7571
La fattispecie trae origini da una procedura di gara indetta per l’affidamento di un accordo quadro avente ad oggetto i lavori di riqualificazione degli immobili di proprietà dell’Ente appaltante. Il disciplinare di gara prevedeva che, per poter accedere agli incentivi fiscali previsti dalla normativa (c.d. Superbonus), i lavori dovessero essere ultimati entro il 31 dicembre 2023, fermo restando che entro il precedente 30 giugno 2022 dovesse essere eseguito almeno il 60% degli interventi complessivi. Lo stesso disciplinare stabiliva che la documentazione progettuale relativa agli interventi sarebbe stata fornita dall’ente appaltante al momento della sottoscrizione dei singoli contratti attuativi dell’accordo quadro.
A seguito dell’intervenuta aggiudicazione definitiva e nelle more della stipula dell’accordo quadro, l’ente appaltante trasmetteva al raggruppamento aggiudicatario una prima serie di elaborati progettuali parziali e provvedeva al contempo alla consegna in via di urgenza delle aree oggetto degli interventi. Il raggruppamento aggiudicatario evidenziava il ritardo nella ricezione della documentazione progettuale completa e più in generale nella definizione delle condizioni contrattuali per l’esecuzione degli interventi, con conseguente impossibilità alla realizzazione dei lavori nei ristretti limiti temporali indicati, necessari per poter accedere ai benefici fiscali previsti.
In tale contesto il raggruppamento aggiudicatario proponeva una serie di modifiche alle clausole dell’accordo quadro, necessarie per rendere eseguibili almeno in parte gli interventi programmati, modifiche che venivano accolte solo in via parziale; lo stesso raggruppamento pertanto comunicava all’ente appaltante la sua volontà di non voler più stipulare gli accordi quadro, considerata l’insussistenza delle condizioni.
L’ente appaltante revocava pertanto l’aggiudicazione dei lotti assegnati al raggruppamento e contestualmente chiedeva l’escussione della polizza fideiussoria, il rimborso delle spese di
pubblicità sostenute, comunicando al contempo che avrebbe proceduto alla segnalazione del provvedimento all’Anac. Tale determinazione veniva impugnata dal raggruppamento davanti al giudice amministrativo.
Il Tar Lazio respingeva il ricorso, ritendo legittimo il provvedimento di revoca.
A sostegno di questa decisione il giudice amministrativo ricordava infatti l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la revoca dell’aggiudicazione, nel caso di rifiuto dell’aggiudicatario di stipulare il contratto, deve considerarsi legittima anche qualora sia scaduto il termine di sessanta giorni previsto per la stipula del contratto, ritenendo il termine di natura meramente ordinatoria e posto esclusivamente a tutela dell’aggiudicatario, con la conseguenza che il suo inutile decorso non preclude in alcun modo la possibilità di stipulare il contratto.
Contro la sentenza di primo grado l’aggiudicatario ha proposto appello davanti al Consiglio di Stato che ha riformato la decisione del TAR.
Secondo il massimo giudice amministrativo il nodo centrale è rappresentato dal rischio concreto indicato dal raggruppamento aggiudicatario del venir meno della copertura finanziaria necessaria per la realizzazione degli interventi. Occorre infatti considerare che la struttura dell’appalto non comportava alcun corrispettivo direttamente a carico dell’ente appaltante, poiché la remunerazione dell’appaltatore era strettamente legata al riconoscimento del così detto superbonus, che tuttavia implicava l’inderogabile necessità di eseguire i lavori secondo la tempistica prefissata.
Il raggiungimento di questo obiettivo temporale era tuttavia divenuto sostanzialmente impossibile in relazione ai ritardi accumulati dall’ente appaltante nella trasmissione degli elaborati progettuali e nella stipula dei contratti attuativi
Pertanto, il rifiuto alla stipula degli accordi quadro avanzato dal raggruppamento aggiudicatario non poteva essere considerato ingiustificato, non potendosi addebitare allo stesso la responsabilità della revoca dell’aggiudicazione decisa dall’ente appaltante.
di Antonella Crugliano, Arianna Laurenti, Sara Capizzi
A rafforzare questa conclusione il giudice di appello ricorda anche, come nonostante il termine di sessanta giorni per la stipula del contratto debba considerarsi di natura ordinatoria, lo stesso non può essere lasciato nella totale disponibilità dell’ente appaltante.
Infatti, se così fosse, l’aggiudicatario sarebbe vincolato sine die a tale stipula e la relativa disposizione perderebbe di ogni significato, che è appunto quella di tutelare l’aggiudicatario dandogli la possibilità di dar seguito alle proprie scelte imprenditoriali entro tempi certi e ragionevoli.
Ne consegue che una volta decorso il termine di sessanta giorni per la stipula del contratto l’aggiudicatario ha tutto il diritto di svincolarsi dall’impegno originariamente assunto, specie nel caso in cui le condizioni di esecuzione dell’appalto abbiano subito un significativo peggioramento.
Il Consiglio di Stato introduce al contempo la parte interessante riguardante i principi del risultato e della fiducia.
Il giudice amministrativo sottolinea infatti che il comportamento complessivo dell’ente appaltante non appare in linea con il perseguimento del principio del risultato.
Tale principio impone che l’azione amministrativa sia indirizzata al raggiungimento dell’obiettivo finale, che va così individuato: nella fase di gara, perfezionamento dell’affidamento e della conseguente stipula del contratto nei tempi più rapidi possibili; nella fase esecutiva, realizzazione dell’intervento nei tempi programmati e secondo modalità tecnicamente perfette.
Al contempo, occorre tenere conto anche del principio della fiducia, in forza del quale l’ente pubblico deve evitare di optare per un’interpretazione formalistica delle regole della gara, qualora dalla stessa discenda il mancato raggiungimento del miglior risultato possibile.
Il ragionamento del Consiglio di Stato si conclude con un’affermazione di notevole significato: il principio del risultato e quello della fiducia sono connessi inscindibilmente, nel senso che la gara è finalizzata a raggiungere il miglior risultato possibile nel rispetto sostanziale delle regole predefinite.
In maniera molto chiara il Consiglio di Stato offre quindi evidenza di un orientamento che si va sempre più diffondendo, anche a livello giurisprudenziale. Secondo tale orientamento, i due principi del risultato e della fiducia costituiscono la struttura su cui si deve fondare l’interpretazione e l’applicazione delle regole dettate dal Codice dei contratti pubblici.
PROJECT FINANCING
Tar Sicilia, Sez. IV, 1 agosto 2024, n. 2809
Nell’ambito della procedura di project financing l’ente pubblico, anche dopo aver valutato positivamente la proposta presentata dal promotore privato, non ha alcun obbligo di dare seguito alla
stessa procedendo alla seconda fase fondata sulla messa in gara della proposta. Infatti, anche dopo l’intervenuta dichiarazione di pubblico interesse della proposta, l’ente pubblico rimane libero di valutare, secondo un giudizio di merito connotato da ampia discrezionalità, se ai fini del miglior perseguimento dell’interesse pubblico sia più opportuno continuare nella procedura di project financing ovvero ritardare l’avvio della stessa o addirittura decidere di non procedere affatto.
Nel caso di specie, l’ente pubblico aveva incluso nel piano triennale delle opere pubbliche la realizzazione in concessione di un intervento, disponendo che lo stesso fosse realizzato attraverso il modello della finanza di progetto.
Il dirigente comunale preposto all’area di competenza pertanto dava avvio alla procedura per l’individuazione del promotor ai fini dell’affidamento della concessione di progettazione, esecuzione e gestione dell’iniziativa individuata.
All’esito della prima fase della procedura veniva quindi individuato il promotore privato. Tuttavia successivamente a tale individuazione si verificava un cambio dell’amministrazione comunale che riteneva di non dare più seguito all’intervento secondo il modello procedurale del project financing precedentemente prescelto. Questa volontà veniva espressa attraverso il provvedimento di revoca dell’intera procedura assunto dall’ente pubblico, che veniva impugnato dall’originario promotore davanti al giudice amministrativo. Secondo il ricorrente, la determinazione di revoca appariva irragionevole, illogica e contraria all’interesse pubblico, considerato che il ricorso al project financing per la realizzazione dell’iniziativa avrebbe comportato un indiscutibile vantaggio all’ente locale in termini di risparmio di costi e di utilità dell’opera.
Il giudice amministrativo asserisce che - secondo l’orientamento giurisprudenziale consolidato - nella procedura di project financing, anche dopo l’approvazione della proposta del privato, non sorge in capo a quest’ultimo alcun tipo di pretesa, neanche a livello precontrattuale, alla prosecuzione del procedimento. Infatti, la valutazione dell’ente concedente in relazione al perdurante interesse pubblico sotteso all’iniziativa continua a rivestire un ruolo fondamentale. Tale valutazione peraltro attiene al merito della discrezionalità amministrativa, come tale insindacabile in sede giurisdizionale se non per errori manifesti o palese irragionevolezza.
Nell’ambito di tale valutazione l’ente pubblico può legittimamente decidere di percorrere altre alternative, tutte legittime: decidere di continuare la procedura mettendo a base di gara la proposta approvata, rinviare questa fase o anche mutare radicalmente indirizzo e decidere di revocare l’intero procedimento. Ciò senza che l’operatore privato, la cui proposta è stata prescelta, possa vantare alcun diritto o anche una semplice aspettativa giuridicamente rilevante da far eventualmente valere anche in sede giurisdizionale.
Applicando questi principi al caso di specie il giudice amministrativo conclude nel senso che il provvedimento di revoca adottato dall’ente locale appare legittimo, essendo fondato su una rinnovata valutazione dell’interesse pubblico sotteso all’iniziativa.
E infatti, va riconosciuta all’ente pubblico la facoltà di rivalutare la decisione originariamente assunta di attuare l’operazione secondo il modello della finanza di progetto, optando per una soluzione diversa.
AFFIDAMENTI PNRR
Consiglio di Stato, Sez. V, 9 settembre 2024 n.7496, L’art.225 comma 8 del D.lgs.n.36/2023 (in seguito nuovo Codice Appalti) stabilisce che, per gli affidamenti di progetti PNRR, continua a trovare applicazione il D.L.77/2021 (cosiddetto “Decreto Semplificazioni-bis) il quale opera diversi rinvii al D.Lgs.50/2016 (in seguito Codice appalti previgente).
Il Legislatore del 2023 ha stabilito che il 1° luglio 2023 acquisivano definitivamente efficacia le disposizioni del nuovo Codice Appalti, con abrogazione del Codice appalti previgente.
Dall’indagine sul coordinamento tra discipline succedutesi sono scaturiti due orientamenti:
1. secondo un primo indirizzo, le disposizioni di cui al Codice appalti previgente continuerebbero a trovare applicazione con riferimento alle procedure PNRR. Trattasi di una conclusione cui è giunto in primis il Ministero Infrastrutture e Traporti con la circolare del 12 luglio 2023, argomentando sostanzialmente sul dettato dell’art.225 comma 8 del nuovo Codice appalti, il quale avrebbe assicurato l’ultrattività non solo del Decreto Semplificazioni-bis, ma anche delle disposizioni da quest’ultimo richiamate;
2. un secondo orientamento sostiene che il nuovo Codice appalti troverebbe applicazione anche con riferimento alle procedure
di affidamento di progetti PNRR indette dopo il 1° luglio 2023. Trattasi di un’interpretazione che valorizza:
1. l’assenza di continua applicazione delle disposizioni richiamate dal Codice appalti previgente;
2. la portata dell’art.226 comma 5 del nuovo Codice appalti che stabilisce che ogni richiamo in disposizioni vigenti al codice appalti previgente si intende riferito alle corrispondenti disposizioni del codice.
Il Consiglio di Stato ha ritenuto di aderire al primo degli orientamenti sopra riportati, riformando la sentenza del TAR Lazio del 3 gennaio 2024, n. 134 che aveva sostenuto il secondo dei medesimi orientamenti.
Il Consiglio di Stato ha offerto una diversa interpretazione delle norme in questione (art. 229, comma 2; art. 226, comma 2, lett. a); art. 225, comma 8) stabilendo che, contrariamente a quanto affermato dal TAR Lazio, “è certa la perdurante vigenza delle disposizioni speciali in materia di appalti PNRR che contengono rinvii fissi a precise disposizioni del Codice appalti previgente”
La sentenza in disamina pone dunque l’accento sull’istituto del rinvio che può risultare:
1. statico, nell’ipotesi in cui si fa riferimento direttamente a una precisa disposizione; 2. dinamico, quando a essere richiamata è una fonte.
Sulla base di questi presupposti si è riconosciuto che le disposizioni del Decreto semplificazioni bis non fanno pressoché mai riferimento alla fonte in sé, bensì a specifiche disposizioni del codice appalti previgente. La struttura linguistica delle disposizioni contenute nel Decreto Semplificazioni bis fa intravedere tutti rinvii statici. Antonella Crugliano- Sara Capizzi – Ufficio Legale e Appalti Dipartimento Tecnico Patrimoniale AUSL di Bologna
Perché associarsi al C.N.E.T.O.
Il CNETO è un’associazione culturale che riunisce architetti e ingegneri interessati ai problemi dell’edilizia e della tecnica ospedaliera, tecnici, igienisti, amministratori ed economi di direzioni ospedaliere. Il CNETO ha come obiettivo primario la promozione dell’informazione e della conoscenza nello specifico settore della sanità, settore in continua e rapida evoluzione, che richiede il costante aggiornamento di tutti gli operatori. È proprio con questa finalità che l’Associazione organizza convegni nazionali e internazionali, viaggi di studio presso le strutture all’avanguardia sia italiane che estere, attiva contatti ufficiali con le altre associazioni e le istituzioni più rappresentative, anche straniere. Il CNETO è stato fondato quale Associazione multidisciplinare proprio perché la progettazione ospedaliera e socio-sanitaria esige la sinergia tra le diverse figure professionali coinvolte nella valutazione e risoluzione di tutti gli aspetti che concorrono a definire il progetto. La presenza delle Aziende, in qualità di soci collettivi, permette di stabilire uno stretto legame anche con il mondo della produzione e del mercato, le cui tendenze in atto costituiscono un indispensabile strumento di cultura tecnica.
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NOTIZIE DAL CNETO
A conclusione delle votazioni del CNETO per il triennio 2022-2024, sono risultati eletti i seguenti consiglieri:
Presidente: Stefano Capolongo
Past President: Maurizio Mauri
Segretario Generale: Marco Gola
Vice Presidenti: Margherita Carabillò e Roberto Righini
Direttore Rivista Progettare per la Sanità: Margherita Carabillò
Tesoriere: Roberto Righini
• GIUNTA ESECUTIVA
Ark.Ing.81 S.r.l. Righini
Bragonzi Gilberto
Carabillò Margherita
Ingaglio Monica
Meoli Federica
Peretti Gabriella
• CONSIGLIO NAZIONALE
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Sibillassociati Sibilla
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POLITECNICO DI MILANO - Dipartimento ABC
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PROGETTO CMR
SAGICOFIM SpA
SIBILLASSOCIATI
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ESTRATTO DALLO STATUTO
Art. 1 Denominazione
Il “C.N.E T O - Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera” è una Associazione culturale, apartitica e senza scopo di lucro, nata sotto gli auspici dell’ANIAI L’Associazione è retta dal presente statuto la cui attuazione operativa è demandata, se necessario, ad appositi regolamenti operativi
Art. 2 Sede
La sede legale del C.N.E T O è stabilita in Roma. L’Associazione può aprire sedi operative periferiche
Art.3 Scopo
L’Associazione ha come scopo, a beneficio della collettività: la promozione dello studio dei problemi organizzativi, gestionali e progettuali connessi con l’edilizia socio sanitaria; di stabilire e mantenere contatti in campo nazionale e internazionale fra esperti italiani e stranieri e altre Associazioni che si interessano ai problemi attinenti allo scopo sociale;
di porre a disposizione e di favorire la diffusione delle conoscenze e del progresso delle arti dello specifico settore anche attraverso l’uso dei propri mezzi e strutture;
la promozione e/o la partecipazione al capitale sociale di società e/o associazioni che abbiano il fine statutario di approfondire, diffondere la cultura tecnico –architettonica, gestionale e organizzativa dell’edilizia socio-sanitaria, anche a scopi didattici ed editoriali la qualificazione e il riconoscimento delle professionalità, svolgendo un ruolo di formazione e di informazione degli operatori
Per il raggiungimento dello scopo sociale il C.N.E T O indice, promuove e organizza convegni, seminari, giornate di studio, viaggi, visite tecniche, pubblicazioni proprie o di terzi e diffonde la rivista organo ufficiale dell’associazione
Art.4 – Ammissione e Soci
Sono ammessi a far parte del C.N.E T O le persone fisiche e giuridiche che, condividendone gli scopi, ne faranno domanda scritta, o tramite il sito ufficiale, alla Giunta Esecutiva e la cui domanda sarà dalla stessa accettata. I soci C.N.E T O. si distinguono in ordinari, studenti, collettivi, sostenitori, onorari
Soci ordinari, le persone fisiche esperte nel campo oggetto dello scopo associativo che ne fanno richiesta e che corrispondono annualmente la quota sociale ordinaria
Soci studenti e neo laureati, gli iscritti a corsi di studio universitari attinenti le materie interessanti lo scopo sociale che ne fanno richiesta e che corrispondono una quota associativa pari al 50% della quota sociale ordinaria. La qualifica di studente decade dopo tre anni dal termine degli studi e comunque entro il 30° anno di età
Soci collettivi, le persone giuridiche, gli Enti pubblici e privati, le Associazioni scientifiche e tecniche che ne fanno richiesta e che operano nel campo oggetto dello scopo associativo e che corrispondono la quota sociale collettiva pari a tre volte l’ordinaria; hanno diritto a tre voti
Soci sostenitori, i soggetti individuati alle lettere precedenti che si impegnano a corrispondere, per almeno cinque anni, una quota sociale annua pari a due volte la quota collettiva; hanno diritto a tre voti
Soci onorari, le personalità che per merito scientifico o professionale o per aver acquisito particolari meriti verso l’associazione vengono nominati tali. La loro nomina è proposta dalla Giunta Esecutiva, approvata dal Consiglio Nazionale e ratificata dall’Assemblea dei soci; i Soci Onorari non pagano la quota associativa e non hanno diritto di voto
Art. 5 Organi del C.N.E T O
Sono: l’Assemblea dei Soci, Il Consiglio Nazionale, Il Presidente, La Giunta esecutiva, Il Collegio dei revisori
Organo uf ficiale del C N E T O Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica ospedaliera
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NUOVA EDIZIONE 1° SEMESTRE 2024
I PREZZARI DEI BONUS EDILIZI
Il Prezzario di Architettura e Interior Design contiene oltre 8000 voci e relativi prezzi per l’architettura e l’arredo di interni civili e commerciali, suddivisi tra manodopera, materiali e opere compiute.
Nell’edizione 2024, oltre la verifica generale dei prezzi e delle descrizioni, sono state riportate le nuove tabelle di manodopera edile e impiantistica, suddivise per ciascuna provincia italiana, e sono state registrate le novità relative ai seguenti ambiti: nelle “Opere da muratore” sono state ampliate le voci degli intonaci premiscelati e inserite le voci delle malte e dell’acciaio per cemento armato; nelle “Opere da pittore” sono state incrementate le voci di sottofondi e finiture; nelle “Pareti divisorie” sono state riviste tutte le voci delle pareti mobili ed attrezzate; nell’”Arredo Bagno” sono state riviste le voci relative ai mobili da bagno, ai lavabi e agli specchi; nel “Wellness” sono state riviste e ulteriormente dettagliate le voci concernenti le saune.
Rilevazione prezzi GIUGNO 2024
IMPIANTI GAS MEDICALI
Innovazione e A dabilità per la Sanità Moderna
30
anni senza sbagliare un colpo
Chi siamo
Plantinox, con oltre 30 anni di esperienza, è il partner di riferimento per la progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti gas medicali. O riamo soluzioni tecnologiche d’avanguardia per ospedali, cliniche e strutture sanitarie, garantendo il massimo livello di sicurezza e qualità. I nostri impianti gestiscono in modo sicuro e continuo gas essenziali come ossigeno, azoto e protossido di azoto, fondamentali per il trattamento dei pazienti.
Personalizzazione
Soluzioni su misura per ospedali e cliniche e ambulatori.
Esperienza
Oltre 30 anni di esperienza nel settore degli impianti gas medicali.
Sicurezza
Collaborazione con Televic per sistemi di allarme di ultima generazione.
La Sicurezza e l’Innovazione di Televic In collaborazione con Televic, integriamo nei nostri impianti avanzati sistemi di allarme chiamata, che permettono una comunicazione immediata ed e cace tra il personale medico e i pazienti. Questi sistemi, noti per la loro a dabilità e semplicità d’uso, migliorano la sicurezza operativa delle strutture e la rapidità di intervento in caso di emergenza.