Meccanica&automazione 4 + Industry 5.0 Design n.2

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Tork, un brand di Essity

di Chiara Tagliaferri

LA VARIETÀ MERAVIGLIOSA

QQuesti mesi estivi hanno sempre attivato in me una incredibile voglia di scoperta. E da questa emozione inizia la mia breve riflessione.

Voler riuscire a definire lo scopo e utilizzo di una nuova tecnologia, fotografando l’immagine del momento, è come pensare di conoscere un luogo in maniera profonda già prima di partire. Solo perché si sono lette guide, viste mille foto e studiato ogni dettaglio, si ha l’illusione di sapere già quasi tutto; ma poi arriva il viaggio, e tante sfumature che non avevi colto ti lasciano senza fiato, combinazione e sinergie a cui non avresti mai pensato, eccole lì, apparire sotto i tuoi occhi in tutta la loro concretezza.

E così credo sia la natura delle tecnologie; quando si pensa di sapere già tutto, ecco che ci si trova di fronte a qualcosa che ci sorprende, ci confonde e sconpagina le regole. E in più, se si riflette, la vera forza trasformativa non risiede nell’emergere di una singola, ma nella loro meravigliosa integrazione in varietà diverse.

Il salto tecnologico odierno sta nella convergenza strategica di discipline e strumenti diversi. Prendiamo il settore salute: l’IoT può aiutare a monitorare i pazienti, raccogliendo dati vitali. Grazie all’uso dell’AI questi dati vengono analizzati, si identificano pattern, prevedono rischi e personalizzano le cure, fino ad arrivare ad una ridefinizione radicale del rapporto tra paziente e sistema sanitario.

O anche la logistica e la supply chain. L’integrazione della blockchain per la tracciabilità, unita all’IoT per il monitoraggio dei beni e all’AI per l’ottimizzazione dei percorsi, può costruire catene di approvvigionamenti

trasparenti, sicure e resiliente, inducendo a minori sprechi, maggiore fiducia e risposte più rapide.

E la cosa più bella è che questa “varietà meravigliosa” di tecnologie che si integrano oggi può rappresentare la nuova normalità Dico può perché la costruzione di questa nuova realtà richiede in primis, un cambio di mentalità. Non più monadi di conoscenza settoriali, ma ponti tra le discipline. Richiede investimenti in infrastrutture che supportino questa interconnessione e, soprattutto, una visione chiara di come questi strumenti possano collaborare per risolvere i problemi più complessi della nostra società.

In Italia, abbiamo l’opportunità di essere protagonisti di questa rivoluzione. Le nostre eccellenze, sapientemente connesse con le più recenti innovazioni tecnologiche, possono generare un valore immenso. Dobbiamo però coltivare e finanziare un ecosistema dove la sperimentazione sia incoraggiata e dove l’interdisciplinarietà rappresenti la chiave di volta.

Insomma un’ integrazione delle tecnologie che non sia solo efficienza o profitto, ma l’arte di combinare il potenziale di ogni singolo elemento per creare qualcosa di infinitamente più grande e utile rispetto la somma delle sue parti.

chiara.tagliaferri@cnr.it

EDITORIALE

5 La verità meravigliosa CALEIDOSCOPIO

8 News e novità

PANORAMA

16 Primo censimento della subfornitura elettronica in Italia

18 EMO World Tour 2025

20 Robotica Italia, situazione delicata

22 “I Protagonisti del Futuro”

24 Foratura a volumi elevati

28 Tecnologie di lavorazione avanzata per l’aerospaziale

30 40 anni di Synergon: soluzioni innovative per lavorazioni meccaniche d’eccellenza

36 Generazione 2 protagonista dell’Open House Hermle

44 Maestro, una nuova era della misura

STORIA DI COPERTINA

46 igus: uno per tutti!

SPECIALE CYBERSICUREZZA

48 La cybersicurezza industriale nell’era digitale

RICERCA E INNOVAZIONE

62 Smart factory: tecnologie, dati e resilienza per la manifattura del futuro

PRISMA

66 Prodotti

TOKN

Tokn è la prima macchina utensile a 5 assi completa in miniatura e nello stesso tempo uno strumento didattico dotato del più recente controllo CNC per dare ai giovani e lavoratori qualificati l‘opportunità di sperimentare e plasmare attivamente il mondo delle macchine utensili.

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Centro di lavoro a 5 assi in scala ridotta

SUBFORNITURA ELETTRONICA

CENSIMENTO: VALIDATO IL QUESTIONARIO E AVVIATA LA PRIMA FASE OPERATIVA

Si è riunito il Comitato Tecnico di Indirizzo del primo censimento nazionale della subfornitura elettronica in Italia. Durante l’incontro, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Alba PCB, Arrow, Darton, Digimax, FAE Technology, I-Tronik, Mouser e TTI, è stato validato ufficialmente il questionario elaborato dal Centro di Ricerca Interdipartimentale di Statistica Robusta (Ro.S.A.) dell’Università di Parma, che rappresenta lo strumento centrale per l’indagine sul settore. Contestualmente, sono state individuate le prime 150 aziende da censire, selezionate per garantire una rappresentatività equilibrata del comparto a livello nazionale. Il censimento si rivolge alle aziende CEM, EMS e ODM con attività produttive in Italia. In particolare, le aziende interessate a partecipare attivamente possono fare richiesta scrivendo all’indirizzo: censi-

mento@ies-milan.it.

Nelle prossime settimane, le imprese coinvolte riceveranno via e-mail un invito alla compilazione del questionario attraverso la piattaforma europea EUsurvey. Il censimento prevede l’analisi di 10 aree tematiche, tra cui dimensioni aziendali, strategie di fornitura, investimenti in innovazione, gestione delle risorse umane e trend di mercato. Il questionario sarà gestito nel pieno rispetto della riservatezza e delle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali e tutte le informazioni raccolte saranno trattate in forma aggregata, in modo da garantire l’anonimato degli utenti. La raccolta e l’analisi dei dati avverranno attraverso la piattaforma EUsurvey certificata a livello europeo, sicura e indipendente, utilizzata esclusivamente dall’Università di Parma per scopi di ricerca e analisi.

IL

GP POWERBANK B+ SERIE SI AGGIUDICA IL RED DOT AWARD 2025 PER IL PRODUCT DESIGN

GP annuncia l’assegnazione del prestigioso Red Dot Award - Product Design 2025 al GP PowerBank B+ Serie, riconoscimento ottenuto per il suo design elegante e contemporaneo. Tale premio rappresenta una chiara testimonianza dell’eccellenza progettuale che caratterizza i prodotti GP, evidenziando l’impegno costante nel raggiungere un equilibrio ottimale tra estetica e funzionalità. Il GP PowerBank B+ Serie incarna una soluzione di ricarica universale che fonde innovazione, un design incentrato sull’utente e la sostenibilità. Al centro della sua concezione estetica si trova il nuovo motivo distintivo di GP Batteries: una fusione accattivante di simboli ‘+’ e ‘-’ creati con punti di varie dimensioni, che simboleggiano energia e potenza. Questa trama laser, applicata con meticolosa precisione, riflette l’impegno verso pratiche di design sostenibili, riducendo al minimo i trattamenti superficiali pur conferendo eleganza e rispetto per l’ambiente.

Ciascun modello della serie B+ presenta una palette di colori unica, studiata per massimizzare l’impatto visivo e la funzionalità. Una miscela di colori eco-compatibile, priva di elementi tossici, è ulteriormente valorizzata da un’applicazione di texture laser di elevata precisione.

I GP PowerBank B+ Serie sono disponibili nelle capacità di 5.000 mAh, 10.000 mAh e 20.000 mAh, caratterizzati da una silhouette snella e funzionale che permette la ricarica simultanea di un massimo di tre dispositivi. I livelli di carica della batteria sono facilmente visibili a colpo d’occhio. Le celle certificate di alta qualità, integrate con otto strati di protezione di sicurezza, garantiscono affidabilità e compattezza. Un innovativo profilo con sottosquadra offre un comfort ergonomico e uno stile distintivo, ridefinendo il concetto di portabilità energetica.

La serie B+ è il risultato di un percorso in cui innovazione, sostenibilità e design distintivo convergono per ridefinire l’esperienza di ricarica in mobilità.

PREMI

SOSTENIBILITÀ ENERGETICA

RS ITALIA PARTNER STRATEGICO PER L’EFFICIENZA

ENERGETICA E LA SOSTENIBILITÀ

Le crescenti esigenze energetiche, le sfide sempre più pressanti legate alla transizione green, la progressiva digitalizzazione di interi settori produttivi, si scontrano oggi, specialmente nel nostro Paese, con un aumento dei costi energetici che rende l’ottimizzazione dell’uso dell’energia elettrica una priorità fondamentale per le aziende che desiderano mantenere la competitività, ridurre le spese operative e progredire nel proprio percorso di sostenibilità.

In un contesto così sfidante, RS Italia - marchio commerciale di RS Group plc, (LSE: RS1), fornitore omnicanale globale di prodotti e soluzioni in ambito MRO (Maintenance, Repair, Operation) per clienti industriali - è in prima linea per sostenere le imprese impegnate a raggiungere i propri obiettivi di efficientamento energetico, contenimento dei costi, riduzione delle emissioni e crescita sostenibile, fornendo soluzioni e servizi personalizzati, affidabili e innovativi.

“Il costo dell’energia per le aziende in Italia è tra i più alti in Europa, con un prezzo medio, secondo il Centro studi di Unimpresa, di 212 €/MWh nel periodo 2021-2024. Se a questo aggiungiamo i crescenti obiettivi di riduzione delle emissioni imposti dalle normative europee - un tema etico, ma anche strettamente connesso alla competitività – il ruolo chiave dell’efficienza energetica emerge in modo lampante”, sottolinea Massimiliano Rottoli Managing Director, RS Italia. “Di fronte a queste sfide, il nostro impegno è quello di rappresentare la prima scelta per le aziende del Paese, un partner strategico affidabile, capace di accompagnarle nella loro transizione verso un uso più efficiente e responsabile dell’energia attraverso servizi e soluzioni innovative e personalizzate, per processi ottimizzati e prodotti più competitivi”.

trica, limitando i costi. La sezione dedicata all’Energy Saving, invece, mette in primo piano i prodotti essenziali per identificare gli sprechi ed implementare soluzioni di risparmio energetico, grazie alla vasta selezione di telecamere acustiche, registratori di energia, ventole, alimentatori e stazioni di ricarica per veicoli elettrici.

Lo Speciale Efficienza Energetica 2025 combina inoltre la qualità dei migliori brand del settore con il valore aggiunto del marchio proprietario RS PRO, i cui prodotti sono rigorosamente testati e certificati secondo gli standard più esigenti del settore per garantire la massima affidabilità.

A tutto questo si aggiunge, naturalmente, anche la gamma Better World, lanciata nel 2023 e composta da soluzioni a ridotto impatto ambientale, realizzate utilizzando ad esempio processi più sostenibili, circolari, o capaci di ridurre il consumo energetico, le emissioni di CO2 e il consumo di acqua.

L’impegno a supporto dell’efficientamento energetico e del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità dei propri clienti si concretizza anche nella capacità di RS Italia di affiancarli come partner nell’individuazione e nell’approvvigionamento di tutte le componenti necessarie per la costruzione di impianti fotovoltaici.

Ciò significa poter consolidare l’acquisto del necessario per tutte le fasi di costruzione e gestione di un impianto fotovoltaico da un unico fornitore, capace di offrire prezzi competitivi, soluzioni personalizzate, e un team di esperti sempre a disposizione durante tutto il processo di approvvigionamento.

In quest’ottica è nato il primo Speciale Efficienza Energetica di RS Italia, che racchiude i migliori prodotti dai brand leader di mercato per tre aree di interesse: Energy Management, dai contatori ai trasformatori, passando per gli strumenti di misura e l’utensileria, la sezione presenta i migliori articoli per la gestione degli impianti elettrici all’interno di un’azienda. Energy Efficiency è la proposta degli esperti RS che include pannelli solari, misuratori di energia solare, interruttori crepuscolari e termoregolatori, per ottimizzare l’uso dell’energia elet-

Infine, lo Speciale Efficienza Energetica dedica spazio ai servizi di taratura e ri-taratura di RS Italia. Puntuali ed affidabili, questi servizi garantiscono che gli strumenti di misura utilizzati per l’efficienza energetica siano efficaci nell’ottimizzazione dei consumi e conformi agli standard di qualità e sicurezza.

“Il nostro impegno va oltre la semplice fornitura di prodotti,” conclude Rottoli. “Vogliamo essere catalizzatori di cambiamento, aiutando le aziende italiane a diventare più competitive, efficienti e sostenibili. Solo attraverso un approccio collaborativo e innovativo possiamo sperare di affrontare con successo le sfide energetiche e ambientali che ci attendono”.

CALEIDOSCOPIO

IN ITALIA QUATTRO PROFESSIONISTI HR

SU DIECI STANNO INVESTENDO IN IA

Una percentuale crescente di organizzazioni italiane sta investendo nell’IA sul posto di lavoro: oggi sono 4 professionisti HR su 10, mentre nel 2024 erano il 36%. Un dato in positivo perfettamente in linea con l’andamento europeo che dal 2024 al 2025 ha registrato +5 punti percentuali (33% vs 38%).

“Questo risultato è dettato principalmente dalla mancanza di una strategia chiara, dall’incertezza sui migliori casi d’uso in tema AI e da framework HR che non sono ancora progettati per massimizzare il valore dell’IA”, spiega Giorgio Colagrossi, Chief Information Officer di SD Worx Italy (nella foto).

Ma su quali attività investono maggiormente i team HR del nostro Paese? “Formazione e sviluppo” conquista il primo posto con il 22% delle preferenze, includendo ad esempio un apprendimento basato sull’intelligenza artificiale capace di adattare meglio i vari percorsi alle singole esigenze dei dipendenti. In seconda e terza posizione si trovano, invece, rispettivamente “esperienza e coinvolgimento dipendenti” (20%) e “performance management” a pari merito con “recruitment” (18%). Un podio che in Europa conferma la medaglia d’oro e in parte anche quella di bronzo, conferendo però quella d’argento a “performance management”.

“Dallo scorso 2 febbraio, due regole chiave dell’AI Act – la normativa europea sull’IA – sono già effettive. La prima, le aziende devono assicurare un’adeguata alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale ai dipendenti che la utilizzano per svolgere le proprie mansioni lavorative. La seconda, il divieto di implementare sistemi di IA che violino i diritti fondamentali, come il social scoring o il

riconoscimento delle emozioni sul lavoro. Sono previsti anche nuovi obblighi per i modelli di intelligenza artificiale generali e altre sezioni della legge entreranno in vigore a partire da agosto 2026, mentre la parte finale sarà valida da agosto 2027”, afferma Colagrossi.

Sebbene molte realtà stiano investendo in IA per scopi HR, molti professionisti delle Risorse Umane rimangono perplessi. Per esempio, il 34% degli italiani intervistati teme di perdere il valore umano dei processi HR (vs 37% EU) ed è preoccupato in termini di privacy e sicurezza dei dati (vs 34% EU). Una percentuale molto simile (33% vs 35% EU) dichiara, invece, una conoscenza o un’esperienza limitate nell’applicazione di questa tecnologia nel settore, mentre un altro terzo dei rispondenti (32%), in linea con i colleghi europei, manifesta dei dubbi etici.

Per molte organizzazioni, infine, rimane poco chiaro l’impatto che avrà sul mondo HR. Se il 41% dei nostri datori di lavoro (vs 46% EU) prevede un rapido cambiamento, la metà (50% vs 53% EU) crede che sia ancora difficile affermare come le attività e i modelli operativi HR verranno concretamente trasformati. Il 34% (vs 36% EU) dei rispondenti si aspetta, comunque, che l’intelligenza artificiale renderà ripetitivi alcuni ruoli.

Investigando il sentiment dei dipendenti emerge, invece, che il 30% dei lavoratori italiani, come la media europea (27%), è preoccupato che l’IA possa rendere gran parte del proprio lavoro meccanico e noioso. Tra gli attuali fruitori, il 45%, una percentuale leggermente inferiore all’Europa (49%), crede che l’IA cambierà significativamente o persino trasformerà completamente il proprio lavoro entro i prossimi tre anni.

PARTNERSHIP

KEBA INDUSTRIAL AUTOMATION STRINGE UNA PARTNERSHIP

CON HMK NEL REGNO UNITO

KEBA Industrial Automation ha siglato un accordo di collaborazione con l’azienda britannica HMK Automation Group Ltd. Insieme a HMK, KEBA intende ora espandere la propria presenza nel mercato UK.

HMK è uno dei più importanti distributori di soluzioni per l’automazione nel Regno Unito. La crescente domanda di sistemi aperti e soluzioni complete per la tecnologia di azionamento ha portato al contatto con KEBA, e la cooperazione è stata ora ufficialmente sugellata.

L’accordo copre l’intero portafoglio Kemro X, inclusi KeTop Basic, KeDrive, controllori, I/O e soluzioni speciali personalizzate. HMK dispone dell’assortimento dei prodotti KEBA e offre anche un servizio clienti tecnico in conformità agli standard dell’azienda.

I prodotti KEBA sono già disponibili sul sito di HMK e attualmente i primi progetti sono in fase di implementazione.

“In HMK abbiamo trovato un partner solido che condivide i nostri valori e conosce a fondo il mercato del Regno Unito. Insieme, puntiamo a stabilire nuovi parametri di riferimento nell’automazione industriale.” –Martin Schwarz, CSO KEBA Industrial Automation

ISTITUZIONI

DECENNIO DIGITALE 2025 E UE: NECESSARI NUOVI

INTERVENTI A FAVORE DI TRASFORMAZIONE DIGITALE

E SOVRANITÀ TECNOLOGICA

La relazione della Commissione sullo stato del decennio digitale 2025 ha valutato i progressi compiuti dall›UE nei quattro settori prioritari per la trasformazione digitale dell›UE entro il 2030, evidenziando i risultati conseguiti e le lacune nei settori delle infrastrutture digitali, della digitalizzazione delle imprese, delle competenze digitali e della digitalizzazione del servizio pubblico.

Dalla relazione emerge che, sebbene ci siano progressi, la diffusione dell’infrastruttura di connettività, come le reti in fibra ottica e 5G “stand-alone”, è ancora in ritardo. Sempre più aziende utilizzano l’intelligenza artificiale (AI), il cloud e i big data, ma l’adozione deve accelerare. Poco più della metà degli europei (55,6%) ha competenze digitali di livello base, mentre la disponibilità di specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione con competenze avanzate rimane bassa e con un forte divario di genere, ostacolando i progressi in settori chiave, come la cibersicurezza e l’IA. Nel 2024 l’UE ha

compiuto progressi costanti nella digitalizzazione dei servizi pubblici fondamentali, ma una parte considerevole dell’infrastruttura digitale governativa continua a dipendere da fornitori di servizi esterni all’UE. I dati mostrano sfide persistenti, come mercati frammentati, normative eccessivamente complesse, sicurezza e dipendenza strategica. Ulteriori investimenti pubblici e privati e un più facile accesso al capitale di rischio per le imprese dell’UE accelererebbero l’innovazione e l’espansione.

Gli Stati membri riesamineranno le raccomandazioni della Commissione e discuteranno con questa la via da seguire. Nel 2026 la Commissione riesaminerà gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale per valutare se riflettano ancora l’evoluzione del panorama digitale e soddisfino le esigenze relative alle priorità e alle ambizioni dell’UE. Maggiori informazioni sono disponibili online digital-strategy. ec.europa.eu

Patrick Tongs (Sales Director HMK), Gary Kitchin (Managing Director, HMK), Martin Schwarz (CSO KEBA Industrial Automation), and HansPeter Kranewitter (Business Development and Sales, KEBA Industrial Automation)

ECONOMIA

PROSPETTIVE ECONOMICHE DIFFICILI MENTRE PERSISTONO LE SFIDE STRUTTURALI

Durante la riunione del Comitato Economico organizzata in occasione dell’Assemblea Generale tenutasi a San Sebastián, CECIMO, l’Associazione Europea delle Tecnologie di Produzione, ha evidenziato le difficoltà affrontate da questo settore nel 2024 e ha sottolineato i rischi e le opportunità emergenti legati alle incertezze politiche ed economiche che continuano a disturbare le operazioni commerciali. Influenzato dalle dinamiche di mercato in evoluzione, il 2024 è stato segnato da continue sfide per le aziende associate a CECIMO. I livelli di produzione dei costruttori europei di macchine utensili sono diminuiti di circa il 7,5% nel 2024 rispetto al 2023. Questo risultato negativo si riflette anche nella composizione delle quote di produzione mondiale. Ad esempio, nel 2024, la quota europea nella produzione mondiale è diminuita di quasi un punto percentuale rispetto al 2023, pur mantenendo una presenza significativa, con circa il 32,8% della produzione globale di macchine utensili, a testimonianza di una solida posizione di mercato.Nel 2024, i livelli di consumo di macchine utensili nei paesi europei sono diminuiti del 17,2% rispetto al 2023. Inoltre, i dati commerciali evidenziano tendenze al ribasso: le esportazioni dei costruttori europei di macchine utensili sono calate del 5,3% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Anche le importazioni di macchine utensili sono diminuite del 16,3% rispetto al 2023. Le principali destinazioni di esportazione per i costruttori europei sono gli Stati Uniti e la Cina, mentre per quanto riguarda le importazioni europee, il Giappone e Taiwan restano i fornitori più significativi. Questi risultati evidenziano un contesto economico complesso: le aziende CECIMO si sono confrontate con sfide globali, tra cui l’aumento delle tensioni geopolitiche, l’incertezza dei mercati e un ulteriore rallentamento dell’economia europea e globale, con conseguente calo della domanda di macchine utensili. Questo difficile ambiente di mercato ha esercitato una leggera pressione al ribasso sui livelli di ordinativi. L’indice totale degli ordinativi CECIMO è sceso del 3% nel primo trimestre 2025 rispetto al

quarto trimestre 2024, registrando un modesto calo dell’1% su base annua rispetto al primo trimestre 2024. Tuttavia, su base annua, il livello medio degli ordinativi del 2024 è stato inferiore del 5% rispetto a quello del 2023. Le stime di CECIMO per il 2025 indicano un periodo fragile e incerto, caratterizzato da instabilità geopolitica, incertezza normativa, intensificazione dei conflitti globali e persistenti difficoltà economiche strutturali, aggravate dall’aumento delle barriere commerciali che minacciano ulteriormente le dinamiche del commercio globale. Ad esempio, le proiezioni di produzione CECIMO prevedono un ulteriore calo di circa il 7,5% nel 2025. Il consumo di macchine utensili nei paesi europei è previsto in diminuzione, anche se a un ritmo più lento, dell’1,1% nel 2025, mentre il consumo globale di macchine utensili è atteso in crescita del 4,9% nello stesso periodo. Tutti questi fattori delineano un periodo difficile per il settore europeo delle macchine utensili. Mentre altre regioni del mondo investono in modo mirato e adottano strategie industriali coerenti, l’Europa rischia di perdere la leadership globale in questo campo strategico. Questo declino mette a rischio le catene del valore, riduce l’autonomia strategica e aumenta la dipendenza sistemica da fornitori esterni per capacità produttive critiche.

“Le macchine utensili e le tecnologie di produzione avanzate sono fondamentali per le industrie strategiche europee. Esse alimentano la produttività industriale, supportano l’innovazione e sono essenziali per mantenere la competitività globale e la quota di mercato nei settori ad alto valore aggiunto. Se la base tecnologica manifatturiera europea continuerà a erodersi, gli effetti di ricaduta potrebbero compromettere la competitività delle industrie a valle e aumentare la dipendenza da fornitori esterni per tecnologie produttive essenziali. Senza un’azione decisa per invertire queste tendenze, l’Europa rischia di perdere terreno non solo nella tecnologia manifatturiera, ma anche nei settori industriali che da essa dipendono.”

– François Duval, Presidente di CECIMO

TRAIL DEL CENTENARIO: QUANDO LA PASSIONE PER LA MONTAGNA DIVENTA UN GRANDE EVENTO

A volerlo fortemente è stato LOVATO Electric, storica azienda bergamasca, che ha creduto fin dal primo momento nel potere dello sport per unire le persone e valorizzare il territorio. In prima linea il suo amministratore delegato, Massimiliano Cacciavillani, appassionato di corsa in montagna, che ha sostenuto con entusiasmo e determinazione la nascita e la crescita di questo evento, oggi diventato un appuntamento fisso per tanti.

Grazie a questo sostegno e al lavoro professionale dell’organizzazione Fly-Up, che ha curato ogni dettaglio in modo impeccabile, il TRAIL DEL CENTENARIO ha raggiunto nel 2025 la sua quarta edizione con numeri da record e un’atmosfera indimenticabile. Domenica 22 giugno, oltre 939 partecipanti si sono dati appuntamento a Foppolo (BG) trasformando la località dell’Alta Valle Brembana in un punto di ritrovo per sportivi, famiglie e appassionati di natura. L’evento ha proposto 3 gare di diversa lunghezza e una camminata non competitiva aperta a tutti, bambini compresi. Coinvolti i comuni di Foppolo, Carona e Branzi in Alta Valle Brembana oltre ai rifugi Laghi Gemelli, Longo, Calvi, Terre Rosse e Montebello. Le tre gare hanno preso il via alle ore 9 dal piazzale degli alberghi di Foppolo, unitamente alla family run, per un

Freccia News 2025

Oltre 1.000 codici in promozione del catalogo ABC Tools 57.

totale di 939 partecipanti. Un serpentone che si è snodato sui sentieri delle Orobie, uno spettacolo che rimarrà nei ricordi di chi era presente e che è stato documentato attraverso immagini, foto e video. In gara anche il “papà” della manifestazione Massimiliano Cacciavillani, sulla 25 km.

“Avevamo puntato agli 800 al via - ha raccontato Cacciavillani – ma il fatto di aver superato, anche grazie alla nuova family run (camminata non competitiva aperta a tutti), gli oltre 900 partecipanti ci ha fatti rimanere senza parole. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno voluto premiarci con la loro presenza”.

Non è mancata nemmeno la presenza dell’alpinista bergamasco Simone Moro che ha sorvolato i sentieri con il suo elicottero per catturare immagini dall’alto e garantire la sicurezza di tutti i partecipanti. Il TRAIL DEL CENTENARIO è oggi molto più di una corsa: è una festa della montagna, dello sport e della voglia di stare insieme. Una manifestazione che cresce anno dopo anno, spinta dalla passione autentica di chi la sogna, la organizza e la vive.

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MACCHINE UTENSILI

2024 IN FORTE CALO, TIMIDA RIPRESA NEL 2025

Il settore italiano delle macchine utensili, robot e automazione ha chiuso il 2024 con un netto calo in produzione e mercato interno, a eccezione dell’export che segna un nuovo record. Le previsioni per il 2025 indicano una ripresa moderata ma ancora fragile. UCIMU, durante l’Assemblea annuale, lancia un appello per interventi stabili e duraturi a supporto delle imprese, puntando su Transizione 5.0, formazione, e difesa del manifatturiero europeo in un contesto geopolitico incerto

Il 2024 è stato un anno davvero complicato per l’industria italiana delle macchine utensili, robot e automazione. A raccontarlo, con grande chiarezza e realismo, è stato Riccardo Rosa, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, durante l’assemblea annuale dell’associazione che riunisce i costruttori italiani del comparto. Produzione in calo, consumi ridotti all’osso, mercato interno in forte affanno. L’unico segnale positivo? L’export, che ha tenuto e, anzi, ha segnato un nuovo record. Ma andiamo con ordine. I numeri parlano da soli: la produzione è scesa del 16,9%, fermandosi a poco più di 6,3 miliardi di euro. Le consegne sul mercato interno hanno subito un crollo verticale, -39,5%, sintomo di una domanda domestica debole e sfiduciata. Anche le importazioni non se la sono passata meglio: -31,8%. A sostenere il settore è stato ancora una volta l’estero. L’export è cresciuto, seppur di poco (+1,2%), ma ha comunque toccato quota 4,27 miliardi di euro, il livello più alto mai registrato. Stati Uniti, India e Spagna si sono rivelati mercati strategici, mentre altri – come Cina, Francia e Polonia – hanno segnato il passo. Secondo le previsioni di UCIMU, il 2025 porterà un lieve miglioramento: produzione in crescita (+2,6%), export ancora in aumento (+1%) e un timido risveglio del mercato interno (+5,9% le consegne, +5,5% i consumi). Non si parla certo di un rimbalzo entusiasmante, ma almeno si intravede un cambio di rotta.

Le parole del presidente UCIMU: servono certezze per le imprese

Durante il suo intervento, Riccardo Rosa ha usato parole chiare: “Dopo un 2024 complicatissimo, il 2025 dovrebbe darci qualche soddisfazione in più. Ma non possiamo basarci solo sulle previsioni: servono misure concrete e durature.”

Tra le richieste spiccano:

• Il prolungamento del piano Transizione 5.0, fondamentale per sostenere gli investimenti.

• Politiche stabili, che permettano alle imprese – soprattutto alle PMI – di pianificare con fiducia.

• Attenzione al rischio della concorrenza estera, in particolare dalla Germania che si sta attrezzando con piani industriali strutturati.

“La Germania è la locomotiva d’Europa. Se riparte, dobbiamo essere pronti a stare agganciati al treno”, ha detto Rosa.

Tanti dubbi sul futuro dell’automotive e sui dazi

Altro tema caldo affrontato durante l’assemblea è quello dell’automotive europeo, al centro di una transizione elettrica che genera più domande che certezze. “Stiamo rischiando di regalare il nostro mercato all’Asia – ha sottolineato Rosa – con conseguenze gravi sull’occupazione e sull’economia dell’intera Area Euro.” E poi ci sono i dazi, che potrebbero innescare nuove guerre commerciali. “Le aziende americane hanno bisogno dei nostri macchinari, ma il timore è l’effetto indiretto sulle filiere produttive globali.”

UCIMU punta sulla formazione

Un messaggio forte è stato riservato anche alla formazione, vista come uno degli asset strategici per il futuro. Da qui nasce UCIMU Academy, un progetto per ridurre il mismatch tra le competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dal mercato del lavoro.

“Le nostre macchine di ultima generazione sono intelligenti, ma serve chi sappia programmarle, gestirle, farle rendere al meglio”, ha spiegato Rosa. Per questo, UCIMU sta rafforzando le collaborazioni con scuole, università e ITS Academy, veri vivai di talento per il manifatturiero italiano.

Il 2024 ha messo alla prova il settore, ma non ne ha fiaccato lo spirito. L’industria italiana delle macchine utensili resta un’eccellenza riconosciuta nel mondo, ma ha bisogno di politiche lungimiranti, investimenti e stabilità per continuare a crescere.

E il 2025, seppur con i suoi “se” e i suoi “ma”, potrebbe essere l’anno in cui rimettere in moto – con forza e visione – la macchina della ripresa.

PULIZIA, EFFICIENZA E VELOCITÀ: MEWA AL FIANCO DEL

TEAM FORMULA STUDENT DEL POLITECNICO DI MILANO

Banchi da lavoro in piena attività e idee chiare: il team Dynamis PRC – PoliMi Reparto Corse è nato nel 2004 con l’obiettivo di offrire agli studenti di ingegneria meccanica l’opportunità di lavorare a progetti concreti per le loro tesi. Ogni anno questo team di giovani universitari molto motivati lavora alla mobilità del futuro mettendo a punto soluzioni elettriche, a guida autonoma e super performanti. Oltre 150 giovani talenti provenienti da diverse discipline uniscono le forze con un obiettivo comune: costruire un nuovo prototipo ad alte prestazioni per la Formula Student, il più grande concorso internazionale di progettazione per studenti universitari e nonostante le sfide tecniche sempre più complesse, il team continua a distinguersi tra le squadre più innovative e riconosciute a livello mondiale. Oltre all’utilizzo di tecnologie innovative, Dynamis PRC punta su soluzioni pulite e sostenibili. È qui che entra in gioco Mewa. Dall’inizio dell’anno, l’officina del team Dynamis PRC lavora con il massimo impegno al nuovo bolide DP16 che sta prendendo forma. Tra frese, torni e componenti high-tech, i panni industriali Mewa sono diventati ormai indispensabili. «Che si tratti di trucioli metallici o residui di olio, i panni Mewa rimuovono tutto in modo rapido e affidabile. Questo ci fa risparmiare tempo, riduce i rifiuti e

garantisce un ambiente di lavoro ordinato e sicuro», spiega Marco Rosaci, responsabile dell’officina del team.

Piuttosto che utilizzare carta monouso o stracci di uso comune, il team ha adottato il sistema di panni riutilizzabili Mewa: panni di qualità per la pulizia professionale, accompagnati dai pratici contenitori di sicurezza SaCon, ideali per raccogliere e trasportare i panni usati in tutta sicurezza. Il tutto viene gestito con un servizio a 360 gradi: Mewa ritira i panni sporchi, li lava e li restituisce puliti. Un vantaggio pratico e anche ecologico, considerando che ogni panno Mewa può essere riutilizzato fino a 50 volte.

«Siamo felici di avere al nostro fianco un partner come Mewa, che non solo ci sostiene, ma lo fa con convinzione», afferma Pietro Torri, direttore sportivo di Dynamis PRC. «I prodotti Mewa rispecchiano perfettamente i nostri standard di precisione e di efficienza. E, particolare ancora più importante: Mewa supporta concretamente i giovani nel loro percorso verso il futuro dell’innovazione tecnologica.»

Particolarmente resistenti ed efficaci nella pulizia, i panni Mewa giocano un ruolo chiave nel garantire qualità e sostenibilità durante la costruzione dei prototipi. Per Mewa, la collaborazione con Dynamis PRC è molto più di una classica sponsorizzazione: è un impegno concreto per l’innovazione, la sostenibilità e la valorizzazione dei giovani talenti.

In officina gli studenti del team Dynamis PRC utilizzano i panni Mewa durante i lavori di fresatura dei componenti del veicolo. (Foto: Mewa)
Pietro Torri, direttore sportivo del team Dynamis PRC del Politecnico di Milano (a sinistra), e Marco Rosaci, responsabile dell’officina, insieme a Beatrice Di Leo, Junior Project Manager per l’Europa centrale. (Foto Mewa)

PANORAMA

PRIMO CENSIMENTO

DELLA SUBFORNITURA ELETTRONICA IN ITALIA

CONOSCERE DETTAGLIATAMENTE IL MERCATO DELLA SUBFORNITURA ELETTRONICA IN ITALIA E IDENTIFICARE PER LA PRIMA VOLTA IN ASSOLUTO I NUMERI CHE LO COSTITUISCONO È L’OBIETTIVO DEL PRIMO CENSIMENTO MAI REALIZZATO SUL SETTORE A LIVELLO NAZIONALE. a cura della redazione

Per la prima volta in Italia prende il via un censimento dettagliato del settore della subfornitura elettronica, un’iniziativa pionieristica che mira a fornire un quadro chiaro e approfondito di un comparto industriale strategico. Il progetto, realizzato dal Centro di Ricerca Interdipartimentale di Statistica Robusta (Ro.S.A.) dell’Università di Parma, organizzato da Gruppo RTS e Sistema Impresa Parma, patrocinato da Assodel (Associazione Distretti Elettronica Italia), con la media partnership della rivista Elettronica

AV, si pone l’obiettivo di raccogliere dati concreti sulla dimensione e la struttura del mercato, coinvolgendo circa 200 aziende di un comparto che conta oltre 30mila lavoratori.

Un settore in crescita che merita attenzione

L’elettronica in conto terzi rappresenta un tassello fondamentale della filiera produttiva industriale, con un impatto diretto su settori chiave come l’automotive, il medicale, il transportation e l’industria manifatturiera in generale. Assemblaggio

di schede e circuiti stampati, dispositivi e sistemi elettronici, ma anche sviluppo, test e servizi di logistica e procurement: il mondo della subfornitura elettronica non è più solo quello della produzione in conto terzi in senso stretto, ma è un universo in cui operano realtà di diverse dimensioni, in alcuni casi capaci di muovere investimenti miliardari su scala nazionale e di dettare le tendenze tecnologiche del settore. Un contesto industriale composto da centinaia di aziende presenti su tutto il territorio nazionale e da migliaia di lavoratori. A livello mondiale si parla di ingenti

investimenti, fabbriche di dimensioni colossali e tecnologie all’avanguardia: è il mondo dei grandi produttori di elettronica in conto terzi, gruppi di livello internazionale, che lavorano per i marchi più noti dell’elettronica dando concretezza alle invenzioni e rivoluzioni tecnologiche. Dati elaborati da Fortune Business Insights indicano che la domanda di servizi di produzione elettronica in conto terzi è destinata a crescere in modo significativo nei prossimi anni. Nel 2022 il settore, a livello globale, valeva 504 miliardi di dollari, nel 2023 circa 539 miliardi, nel 2024 oltre 573 miliardi. Le previsioni stimano un valore di 607 miliardi per il 2025, fino a raggiungere nel 2032 ben 1.017 miliardi di dollari, con tasso medio di crescita del 7,4%.

I protagonisti della subfornitura elettronica

L’indagine si concentrerà su tre principali categorie di aziende che operano nel settore della subfornitura elettronica e che hanno attività localizzate sul territorio italiano:

CEM (Contract Electronics Manufacturer): produttori che realizzano dispositivi elettronici per conto di OEM (Original Equipment Manufacturer) in diversi settori industriali.

EMS (Electronics Manufacturing Services): aziende che, oltre alla produzione,

offrono servizi a valore aggiunto come progettazione, logistica e assistenza postvendita.

ODM (Original Design Manufacturer): realtà che sviluppano e producono dispositivi con proprietà intellettuale propria, spesso specializzate in segmenti di mercato specifici.

Il censimento verrà condotto attraverso un questionario strutturato in dieci aree tematiche, analizzando aspetti come dimensioni aziendali, strategie di approvvigionamento, gestione delle risorse umane e tendenze di mercato. L’indagine sarà realizzata tramite un modello dedicato sulla piattaforma europea EUsurvey (https://ec.europa.eu/ eusurvey/?language=it) progettata da DG DIGIT e finanziata dai programmi ISA ed Europa Digitale.

Un network di eccellenze per un progetto unico

Il censimento della subfornitura elettronica sarà realizzato grazie alla collaborazione di partner di alto livello, tra cui:

Centro Ro.S.A. Università di ParmaEsperti in analisi statistica e big data, che effettueranno la raccolta e l’analisi dei dati. Gruppo RTS - Network di società specializzate nello sviluppo aziendale e nella formazione.

Sistema Impresa Parma - Confedera-

zione di imprese e professionisti.

Assodel - Associazione Distretti Elettronica Italia, riferimento per il settore con il proprio Gruppo EMS.

Elettronica AV - Rivista dedicata al mercato dell’elettronica in Italia, che curerà la comunicazione del progetto.

Tra i partner membri del Comitato Tecnico di Indirizzo scelti dall’organizzazione, figurano aziende di rilievo nazionale e internazionale, come Alba PCB, Arrow, Darton, Digimax, FAE Technology, Proxima e TTI, oltre ad altre rappresentative delle principali categorie merceologiche della filiera elettronica.

La roadmap del censimento

Il progetto seguirà un preciso cronoprogramma:

• Maggio 2025 - Lancio del modello di censimento sulla piattaforma europea EUsurvey.

• 21 maggio 2025 - Presentazione ufficiale del progetto alla fiera “Focus on PCB” di Vicenza.

• 29 maggio 2025 - Promozione e avvio della raccolta dati durante l’evento “Arrow Electronics World” a Parma.

• 30 maggio - 30 settembre 2025Raccolta dei dati presso un panel di aziende rappresentative di almeno l’80% del mercato italiano.

• 24 novembre 2025 - Presentazione dei risultati in occasione della seconda edizione dell’Industrial Electronic Summit di Milano.

• Dicembre 2025 - gennaio 2026 - Pubblicazione e diffusione dell’analisi finale.

Un’opportunità strategica per il futuro

I dati raccolti dal censimento, che verranno presentati in occasione della seconda edizione dell’Industrial Electronic Summit, che si terrà lunedì 24 novembre a Milano (Grand Hotel Villa Torretta, Sesto San Giovanni), offriranno una visione chiara del mercato italiano della subfornitura elettronica, fornendo strumenti essenziali per investimenti, strategie di sviluppo e decisioni istituzionali. Un progetto che segna un passo fondamentale verso la valorizzazione di un comparto industriale cruciale per l’innovazione tecnologica del Sistema Paese. 

EMO WORLD TOUR 2025

PRESENTATA ALLA STAMPA LA PROSSIMA EMO 2025 CON LA PRESENZA DI MARKUS HEERING VDW (ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI TEDESCHI DI MACCHINE UTENSILI) ORGANIZZATORE DI EMO, MICHAEL ROSE DEUTSCHE MESSE AG, ALFREDO MARIOTTI EFIM ORGANIZZATORE DI EMO MILANO, PATRIZIA GHIRINGHELLI RETTIFICATRICI GHIRINGHELLI, ALESSANDRO MAGGIONI ANIMA CONFINDUSTRIA di C.G.

Da 50 anni, EMO è la piattaforma dell’industria della lavorazione dei metalli. La fiera funge da palcoscenico sia per prodotti innovativi, soluzioni e servizi, sia per le aziende espositrici, offrendo loro una visibilità a livello mondiale. Allo stesso tempo, EMO rappresenta un hub internazionale per il business ed il networking, fornendo aggiornamenti utili in merito agli sviluppi e le ultime sfi de del mondo della lavorazione dei metalli. E a riprova di questo lo slogan dell’edizione 2025 è “Innovate Manufacturing”.

“Come piattaforma del business e del dialogo tra tutti i player internazionali

del settore – sia produttori sia utilizzatori – EMO è un evento unico a livello mondiale”, sottolinea Markus Heering, Direttore Generale di VDW, l’Associazione dei costruttori tedeschi di macchine utensili, in occasione della presentazione di EMO. Heering ha evidenziato che nel 2023 oltre 1.800 espositori provenienti da 45 Paesi hanno richiamato ad Hannover circa 92.000 visitatori qualificati da circa 140 Paesi e che tra di essi c’erano più di 2.500 visitatrici e visitatori in arrivo dall’Italia, il quinto maggior gruppo di visitatori della manifestazione.

Heering: “L’industria italiana ha un ruolo importante in Europa, può vantare

una struttura industriale diversificata con molti cluster, una dinamica capacità di ricerca e di innovazione, e diversi settori con una forte vocazione all’export. I buoni rapporti commerciali con la Germania sono avvantaggiati da vie di consegna brevi. L’attrattività dell’Italia come meta di investimenti dovrebbe persino crescere nei prossimi anni anche per effetto del potenziamento delle energie rinnovabili e dell’annunciato sviluppo, ad esempio, dell’industria manifatturiera attraverso soluzioni di robotica, tecnologia dell’automazione e Industria 4.0”.

Nel 2024 in Italia sono state prodotte macchine utensili per un valore di circa

5,8 miliardi di euro. Questo fa dell’Italia il quinto tra i maggiori Paesi produttori di macchine utensili nel mondo. Circa due terzi di tale produzione (3,9 miliardi di euro) sono stati esportati, facendo guadagnare al Paese la quarta posizione tra i maggiori esportatori mondiali. I maggiori clienti dell’industria italiana delle macchine utensili sono gli USA con una quota del 16 per cento, la Germania (9,3 per cento) e la Cina (6,1 per cento). Il consumo italiano di macchine utensili, pari a 2.9 miliardi di euro, è coperto per un terzo dalle importazioni. Il primo Paese fornitore dell’industria italiana è la Germania, seguita da Corea del Sud e Belgio. La domanda maggiore di macchine di produzione tedesca riguarda centri di lavorazione, torni e rettificatrici.

Al momento si sono iscritti a EMO 134 espositori italiani. Tra di essi figurano note aziende quali Vigel, Pama e FPT Industrie, Ficep e Famar, che portano in fiera non solo una innovativa tecnologia meccanica, ma anche un’ampia offerta per l’automazione e per la digitalizzazione della produzione, inclusi software e servizi. La gamma dei loro servizi è rivolta ad esempio ai settori dell’energia, dell’auto e dell’industria aeronautica e aerospaziale, ma anche ad esigenze particolari come quelle dei produttori di macchine per movimento terra e trattori.

EMO mette a fuoco megatendenze globali

la cornice di EMO 2025, gli oltre 1.400 espositori attesi da 40 Paesi proporranno soluzioni per sfide quali: l’automazione, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità, e ne illustreranno gli sviluppi nel campo della lavorazione dei metalli.

- A EMO 2025 si preannuncia una vasta offerta di soluzioni di automazione, perché molti espositori danno così maggior valore ai loro macchinari. Lo si potrà vedere in modo particolare nella collettiva Cobot Area, dove saranno in mostra robot collaborativi e loro possibilità di impiego e applicazioni. Ci saranno pinze, elaborazione di immagini, sistemi di misurazione, software, elettronica industriale, sistemi di alimentazione e molto altro.

- La Sustainability Area di EMO 2025 è il punto di incontro ideale per chi vuole toccare con mano le soluzioni più avanzate per la produzione sostenibile del futuro. Qui gli espositori forniscono informazioni sulle tendenze relative all’efficienza energetica, all’integrazione di energie rigenerative, su economia circolare e ciclo di vita dei prodotti. E così favoriscono non solo la tutela climatica, ma anche la riduzione dei costi di produzione in tempi di carenza energetica e di materie prime.

- A EMO 2025, la AI + Digitalization Area illustrerà agli investitori dell’industria e dell‘amministrazione le avanzate possibilità offerte dall’abbinamento tra interconnessione e intelligenza artificiale: un ambito nel quale possono posizionarsi anche le aziende italiane.

- Progressi in tutti e tre i settori identificati dai temi centrali di EMO stimolano gli investimenti e favoriscono la domanda di tecnologia di produzione. In quanto organizzatrice di EMO, VDW porta alla ribalta anche altri temi importanti per la lavorazione dei metalli. Ad esempio, facendo luce sulle ultimissime applicazioni della produzione additiva nella cornice della Collettiva Additive Manufacturing.

Guardando al futuro e ai giovani talenti, un ruolo decisivo spetta alla Fondazione per le nuove leve della meccanica (Nachwuchsstiftung Maschinenbau), che si propone di preparare le nuove leve della forza lavoro qualificata ad affrontare le sfide del futuro. Una formazione qualificata è alla base del successo del settore. Attraverso iniziative mirate, la Fondazione contribuisce a far sì che l’industria meccanica mantenga a lungo la sua capacità di innovazione e la sua competitività. Presso uno stand speciale dedicato ai giovani illustrerà anche come la formazione alle esigenze attuali in termini di tecnologia e digitalizzazione possa essere indirizzata al meglio nelle aziende. Innovative giovani aziende presenteranno inoltre fresche e innovative soluzioni nell’ambito della Startup Area 

NONOSTANTE UN 2023 MOLTO PROMETTENTE, IL COMPARTO DELLA ROBOTICA (E DELLE MACCHINE UTENSILI) HA REGISTRATO

DURANTE IL 2024 UN RALLENTAMENTO SIGNIFICATIVO. LO SCENARIO METTE IN EVIDENZA UN PERIODO DELICATO, DOVE I MERCATI SUBISCONO L’INFLUENZA DI MOLTI FATTORI. ECCO L’ANALISI DEL MERCATO PROPOSTA DA KEBA di Cristina Gualdoni

ROBOTICA ITALIA, SITUAZIONE DELICATA

Il 2024 per la robotica nazionale non è stato un grande anno, e non lo è stato nemmeno per il mercato delle macchine utensili. Secondo i dati diffusi da SIRI a maggio 2025, lo scorso anno il mercato robotico italiano ha registrato una decisa flessione. Sebbene la produzione sia lievemente aumentata con un +1,1 %, il consumo nazionale è sceso di oltre l’11% a confronto con il 2023. Attualmente il “parco robotico” conta poco più di 106.000 unità; questo valore comprende tutte le tipologie di robot, dai cartesiani agli antropomorfi, passando anche per gli Scara. Interessanti il numero di unità e percentuale dei robot in relazione alle operazioni specifiche: lo scorso anno oltre il 69% (73.000 unità ma un -12% rispetto al 2023) è stato dedicato alla manipolazione degli oggetti, mentre il 15% (quasi 16.000 unità con un + 1,7 rispetto a due anni fa) erano dislocate per processi di saldatura automatizzata e poco più dell’8% era destinato alle operazioni di assemblaggio

(– 17% in confronto al 2023). Queste cifre fanno supporre in qualche modo l’iniziale e positivo trend industriale, che ha visto nell’ambito del Pick & place e saldatura il maggiore sviluppo. Tuttavia le cifre del 2024 mettono in evidenza una generale battuta di arresto.

Alla luce di questo scenario, emergono alcune importanti considerazioni da fare sulle cause di questo temporaneo rallentamento. Un’importante indicazione è quella che riguarda un settore che da sempre fa largo uso dell’automazione, ossia quello automotive; senza addentrarci nelle dinamiche della transizione verso la mobilità elettrica, è evidente quanto la sofferenza di questo mercato impatti direttamente anche sugli investimenti in automazione. Meno investimenti, meno macchinari. Dando uno sguardo con un’ottica più ampia si nota la seconda indicazione, non meno importante della prima, ovvero le complessità e i ritardi nell’attuazione del Piano Transizione

5.0 che hanno limitato l’accesso, da parte del comparto industriale, alle agevolazioni e agli incentivi previsti dalla norma. Infatti, cifre alla mano, solo pochissime aziende (poco più del 3%) sono riuscite a superare le difficoltà dovute alla burocrazia e a tutto ciò che ne deriva. Inoltre, la situazione si complica ulteriormente per l’oramai cronica carenza di personale qualificato, in possesso delle competenze necessarie per poter restare al passo con l’evoluzione tecnologica del mercato.

Come vede Keba la situazione del mercato in questa prima metà del 2025? È possibile confermare le stime prudenzialmente al rialzo? Si parla di circa un +3% Fare previsioni sull’andamento del mercato dell’automazione industriale e della robotica è un argomento complesso. Il 2024 ha mostrato un calo negli investimenti per l’automazione industriale che ha coinciso con una debolezza della domanda proveniente

dalla manifattura. Va anche considerato che nella prima metà del 2025 la crescita ha mostrato tutta la fatica per “ingranare” anche se, entro la fine dell’anno, sono attesi comunque, con un cauto ottimismo, i primi segnali di ripresa. Secondo noi le previsioni di crescita a medio termine sono corrette, tuttavia riguardo al breve termine la ripresa sarà inevitabilmente subordinata dall’instabilità del contesto Geopolitico ed Economico.

Secondo KEBA, quali tecnologie possono aiutare il settore? Cosa possono fare i produttori di robot per tornare a crescere?

I produttori di robot devono adottare strategie mirate a capitalizzare sulle nuove tecnologie, come ad esempio l’Intelligenza Artificiale (IA) e l’Apprendimento Automatico (ML). I robot industriali dovranno essere sempre più intelligenti e autonomi, in grado di apprendere dall’esperienza, ma anche sapersi adattare ad ambienti dinamici e prendere decisioni in tempo reale. Questi aspetti includono l’IA fisica - per i robot che interagiscono col mondo fisico - e l’IA analitica, indispensabile per elaborare grandi quantità di dati in tempo reale. Inoltre sarà sempre più richiesta la riduzione della complessità di programmazione dei robot, attraverso la programmazione semplificata, interfacce intuitive e l’auto-apprendimento. È una ricetta che vede due ingredienti come la

semplicità e un plug & play sempre più agile poiché solo in questo modo sarà possibile abbattere le barriere che ostacolano l’adozione delle nuove tecnologie e alimentare la potenzialità di crescita del settore.

L’”Easy to Use” sembra la risposta imprescindibile a molte delle sfide di oggi e di domani. Qual è la ricetta che KEBA offre ai costruttori di robot industriali?

Fino a qualche anno fa il robot industriale veniva considerato un organo autonomo

destinato ad un compito specifico, come la saldatura, l’assemblaggio, la pallettizzazione. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un trend che prevediamo accelererà ulteriormente in futuro: stiamo parlando dell’integrazione, ovvero i robot industriali stanno diventando sempre più un componente integrato nelle macchine e nei processi produttivi. Questo nuovo paradigma impone che le architetture di automazione siano in grado di gestire le cinematiche robotiche in modo trasparente e coordinato con le altre movimentazioni della macchina. KEBA ha previsto questa tendenza fin dalle origini. Per questo motivo ha sviluppato la piattaforma di controllo Kemro X attraverso un concetto modulare sia per quanto riguarda il software, sia per l’hardware. Il runtime si basa su sistema operativo Linux e offre pacchetti applicativi per robotica, motion, CNC, sicurezza, visualizzazione e intelligenza artificiale, il tutto perfettamente armonizzato in un’unica suite. Anche per quanto riguarda l’hardware, Kemro X può soddisfare senza alcun problema ogni requisito, sia a livello tecnologico che normativo: CPU e moduli computazionali per IA locale, I/O, servodrive e servomotori, terminali operatore e - non ultimo - tecnologia di sicurezza conforme alla 10218-2. Questa recentissima norma pubblicata lo scorso Febbraio 2025, deve essere applicata da tutti coloro che costruiscono macchine e sistemi completi che integrano robot industriali. 

“I PROTAGONISTI DEL

FUTURO”

SIEMENS CELEBRA STUDENTI E SCUOLE NELLA FINALE

DEI CAMPIONATI DI AUTOMAZIONE 2025

Si è svolta presso Casa Siemens a Milano la cerimonia di premiazione della 16ª edizione dei Campionati di Automazione, l’iniziativa promossa da Siemens con il patrocinio di 18 partner volta alla valorizzazione dei migliori progetti scolastici nell’ambito dell’automazione e della digitalizzazione industriale. Si tratta di una competizione ormai storica con cui Siemens conferma il proprio ruolo di promotore dell’innovazione e della formazione tecnica in Italia. L’evento, intitolato “I Protagonisti

dati INAPP, infatti, nel 2024 quasi la metà delle posizioni lavorative aperte (47,8%) è rimasta scoperta per mancanza di profili qualificati. Un allarme confermato anche da Confindustria le cui stime indicano che il 69,2% delle imprese italiane fatica a reperire tecnici specializzati e il 47,2% operai qualificati. È in questa prospettiva che Siemens, in qualità di leader tecnologico, si propone come ponte strategico tra formazione e industria, promuovendo percorsi educativi capaci di formare le figure professionali del domani e sostenendo l’apprendimento PARTECIPAZIONE RECORD ALL’EDIZIONE 2025 DEL CONCORSO: 114 PROGETTI DA 19 REGIONI ITALIANE, CON UN AUMENTO DEL 40% RISPETTO AL 2024. LE CATEGORIE IN GARA ERANO JUNIOR, SENIOR E ITS ACADEMY. IL 90% DEI PROGETTI HA TRATTATO TEMI DI SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE, COME L’EFFICIENZA ENERGETICA E LE TECNOLOGIE DIGITALI. I VINCITORI SONO STATI L’IIS MARCONI PIERALISI DI JESI (SENIOR), L’ITIS E. MATTEI DI URBINO (JUNIOR) E L’ITS ACADEMY DI FABRIANO (ITS ACADEMY). a cura della redazione

del Futuro”, ha premiato i migliori progetti di automazione industriale sviluppati da studenti provenienti da 19 regioni italiane, mettendo al centro il talento, l’educazione e la sostenibilità come pilastri per il futuro dell’industria.

I Campionati di Automazione di Siemens si inseriscono in un panorama industriale in profonda evoluzione, segnato dall’avanzata della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale che rende sempre più evidente il divario tra domanda e offerta di competenze. Secondo i recenti

continuo come leva strategica per affrontare le sfide future.

In questo scenario, l’edizione 2025 dei Campionati di Automazione di Siemens ha registrato un risultato straordinario, con ben 114 progetti in gara e un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. I partecipanti sono stati distribuiti in tre categorie — Junior, Senior e ITS Academy — individuati a seguito di una revisione strutturale dei Campionati, pensata per valorizzare le specificità dei diversi percorsi scolastici. Ogni categoria ha previsto lo sviluppo di soluzioni di automazione industriale, con un’attenzione specifica alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica: i progetti Junior, realizzati da studenti di istituti professionali e CFP, si sono concentrati su quadri di automazione per l’efficienza energetica e la manutenzione predittiva; quelli della categoria Senior, destinati agli istituti tecnici, hanno esplorato l’automazione di processi industriali e urbani in ottica Industria 4.0; infine, gli ITS hanno affrontato tematiche legate alla Transizione 5.0, integrando tecnologie digitali e strategie di efficientamento energetico in ambiti ambientali e sociali. Questa nuova articolazione ha reso la competizione più inclusiva e rappresentativa, ampliando significativamente la partecipazione degli istituti professionali, oggi sempre più centrali nella preparazione delle competenze tecniche richieste dall’industria del futuro. In merito al contenuto dei progetti, circa il 90% dei partecipanti ha affrontato temi di grande attualità come l’efficientamento energetico,

la sostenibilità ambientale e l’applicazione di tecnologie digitali intelligenti. Una direzione che rivela la crescente consapevolezza delle nuove generazioni rispetto alle sfide globali e al ruolo attivo che possono assumere nella transizione verso un’industria più sostenibile. A sottolineare il valore strategico dell’iniziativa, anche la partecipazione di Maurizio Chiappa, Direttore Generale per l’istruzione tecnica e professionale del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito).

Nella categoria “Senior” riservata agli Istituti Tecnici, il primo posto è stato conquistato dall’IIS Marconi Pieralisi di Jesi, seguito dall’IIS Galilei - Artiglio di Viareggio e dall’IIS Leonardo da Vinci di Carate, che ha completato il podio.

Per la categoria “Junior” che ha coinvolto i Centri di Formazione Professionale e gli Istituti Professionali, ha primeggiato l’ITIS E. Mattei di Urbino. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente l’IIS Galilei Luxemburg di Milano e il CFP CNOS FAP Bearzi di Udine.

L’ITS Academy di Fabriano si è invece aggiudicato il primo premio per la categoria “ITS Academy”, seguito dall’ITS MAKER di Bologna e dall’ITS Biomedicale di Mirandola.

Infine, i premi speciali hanno messo in luce progetti di particolare valore. L’IIS Majorana di Termoli ha ottenuto il premio per “Innovazione Sostenibile” grazie al suo progetto “Comunità Energetiche”. Il riconoscimento “Tech International Award” è invece andato all’IIS Ponti di Gallarate per

il progetto “GREEN POWER”. Un tributo speciale è stato infine riservato al professor Domenico Madeo, insignito del “Teacher Award” per il suo straordinario contributo alla crescita formativa degli studenti.

“Concludiamo con grande soddisfazione la sedicesima edizione dei Campionati di Automazione, un’iniziativa ormai consolidata che testimonia il nostro decennale impegno nell’unire il mondo dell’educazione e quello dell’industria - ha dichiarato Raffaella Menconi, Head of Siemens SCE (Siemens Automation Cooperates with Education) di Siemens Italia - I risultati di quest’anno evidenziano una volontà concreta e condivisa di rafforzare la collaborazione tra scuola e impresa. La qualità dei progetti presentati, l’ampia partecipazione e l’entusiasmo dimostrato dagli studenti sono segnali chiari di un ecosistema che guarda al futuro, puntando ad assumere un ruolo chiave nel promuovere la competitività dell’industria italiana nel mondo. Siamo da sempre in prima linea nel favorire questo dialogo, nella convinzione che il futuro del sistema Paese passi inevitabilmente da un’alleanza virtuosa tra formazione e mondo del lavoro”.I Campionati di Automazione di Siemens dimostrano di non rappresentare semplicemente una gara tra scuole, bensì l’espressione concreta di una visione educativa e industriale che Siemens, insieme ai suoi partner, continua a trasformare in realtà. Un impegno quotidiano che guarda al futuro del Paese, investendo nella formazione di quelle figure professionali che ne saranno il motore. 

FORATURA A VOLUMI ELEVATI

SANDVIK COROMANT, SPECIALISTA IN UTENSILI E SOLUZIONI PER LA LAVORAZIONE DEL METALLO, A MARZO 2025 HA PRESENTATO CORODRILL® DE10. RIPERCORRIAMO INSIEME LE TAPPE CHE HANNO PORTATO ALLO SVILUPPO DI QUESTA PUNTA A CUSPIDE INTERCAMBIABILE DI SECONDA GENERAZIONE di Cristina Gualdoni

Grazie alla geometria universale -M5 e alla funzionalità plug-and-play senza punta pilota, CoroDrill® DE10 rappresenta un significativo passo avanti per la foratura a volumi elevati, offrendo un setup più rapido, prestazioni migliori e una maggiore versatilità su vari materiali. In questo articolo, Mikael Carlsson, Global Product Specialist for Indexable Rotating Tools presso Sandvik Coromant, spiega come le richieste dei clienti e la collaborazione senza barriere

hanno influenzato lo sviluppo di questa punta a cuspide intercambiabile di seconda generazione.

La storia di CoroDrill® DE10 inizia con il lancio di CoroDrill® 870, progettata per migliorare l’efficienza di foratura con un sistema a cuspide intercambiabile. Tuttavia, l’evoluzione delle esigenze dei clienti aveva reso evidente la crescente necessità sul mercato di disporre di utensili più affidabili, durevoli e facili da utilizzare. In tale scenario, Sandvik Coromant ha risposto lanciando un ambizioso progetto

che avrebbe portato allo sviluppo di una punta eccezionale in termini di produttività, facilità d’uso e adattabilità ai requisiti di una produzione moderna.

Studio di un’autentica soluzione plug-and-play

Il crescente divario di competenze rappresenta una delle principali sfide dell’industria manifatturiera odierna. Agli operatori occorrono utensili non solo ad alte prestazioni ma anche facili da selezionare, configurare e usare. Partendo da queste

premesse, CoroDrill® DE10 è stata studiata per essere tanto intuitiva quanto potente, per permettere agli operatori con qualsiasi livello di esperienza di raggiungere risultati ottimali a fronte di un tempo di setup minimo.

Inoltre, l’utensile avrebbe dovuto essere estremamente versatile, in modo da consentire forature a volumi elevati su una vasta gamma di materiali come acciaio, acciaio inossidabile, superleghe resistenti al calore, ghisa, materiali non ferrosi e acciaio temprato. Nondimeno, avrebbe dovuto offrire una stabilità eccellente per garantire una durata prolungata, anche con parametri di taglio impegnativi che, tipicamente, accelerano i processi di usura.

Realizzare un utensile così affidabile e intuitivo per gli operatori, in grado di soddisfare le più svariate esigenze del settore, richiedeva un approccio ponderato e innovativo sia in fase di progettazione che di collaudo e produzione. In Sandvik Coromant, lo sviluppo di un prodotto segue un processo molto ben strutturato dove una fase di studio concettuale anticipa la

prototipazione in-house e i test in laboratorio; solo una volta ultimati questi step, il prodotto viene testato in condizioni reali presso i clienti. Il fatto di poter eseguire la produzione e il collaudo in un unico posto ha permesso al team di procedere rapidamente, perfezionando ogni dettaglio attraverso cicli di feedback prima della finalizzazione.

CoroDrill® DE10 presenta un corpo punta in acciaio ad alta resistenza e un’interfaccia cuspide-corpo brevettata che offre una stabilità e prestazioni eccezionali. Un’altra caratteristica particolare dell’utensile risiede nel fatto che la cuspide è stampata a iniezione, una novità assoluta per Sandvik Coromant. Lo stampaggio a iniezione di polveri, una tecnica utilizzata spesso per i materiali plastici, è stata adattata al metallo duro integrale, consentendo un design più dettagliato e ottimizzato della cuspide. Una volta rifinito il centro della cuspide per garantire la massima affidabilità e precisione, sono stati rinforzati gli angoli nell’ottica di migliorare prestazioni, produttività e qualità del foro. Il risultato è

una cuspide che offre una durata eccellente nonché una qualità di foratura elevata e uniforme in un’ampia gamma di parametri di taglio.

Adattabilità: un fattore chiave

Lo sviluppo di CoroDrill® DE10 ha comportato diverse sfide, per cui sono stati necessari continui aggiustamenti sulla base di test rigorosi e feedback dei clienti. Il processo di collaudo aveva lo scopo di ottimizzare la durevolezza e la sicurezza di processo attraverso accurati test di resistenza per vagliare la robustezza, la longevità e le prestazioni dell’utensile in condizioni estreme. Dopo aver ottenuto i risultati desiderati sotto questo aspetto, gli esperti di Sandvik Coromant si sono occupati della geometria della punta allo scopo di migliorare le velocità di avanzamento, ridurre le forze di taglio e ottenere una qualità di foratura ineccepibile.

L’elaborazione del design ha richiesto tecniche di produzione all’avanguardia, soprattutto quella dei gemelli digitali: simulando le prestazioni della punta in un

ambiente virtuale, il team R&S ha potuto testare l’utensile, fin quasi al limite massimo di rottura, per poter identificare margini di miglioramento. Questi test virtuali hanno inoltre fornito importanti informazioni circa la producibilità del design, a garanzia non solo delle alte prestazioni della punta ma anche della sua scalabilità per la produzione in serie. Anche i clienti hanno contribuito in modo determinante all’evoluzione del progetto dalla sua concezione agli stadi di test finali: il riscontro ottenuto dagli utilizzatori di CoroDrill® 870 ha gettato le basi per la realizzazione di CoroDrill® DE10, mentre dalle prove su campo sono emersi ulteriori spunti di miglioramento. Tutto ciò ha fatto sì che il design definitivo soddisfacesse appieno i requisiti e le esigenze indicate dagli utenti finali. Una modifica sostanziale introdotta nelle battute conclusive ha riguardato l’inserimento di un’impugnatura in plastica con un set di collari per la chiave di montaggio della cuspide: benché ogni scatola di punte includesse una chiave di serie utilizzabile in tutto l’assortimento, sarebbe stata resa disponibile un’impugnatura in plastica per la chiave di montaggio, da ordinare separatamente. Questa opzione è stata pensata in

considerazione del fatto che, durante la fase di test su campo, alcuni utilizzatori hanno espresso preoccupazioni in merito alla sicurezza e alla facilità d’uso della chiave. Per questo, lo staff responsabile ha sviluppato un’impugnatura in plastica per migliorare l’ergonomia ed eliminare il rischio di espulsione di schegge di metallo duro.

“Il feedback dei clienti è un elemento importantissimo del nostro processo di sviluppo”, spiega Ulrik Sunnvius, Senior R&D Engineer presso Sandvik Coromant nonché uno dei principali protagonisti nella realizzazione di CoroDrill® DE10. “Ci consente di fare aggiustamenti in base a condizioni reali, così che il prodotto sia in grado non solo di soddisfare le esigenze dei suoi utilizzatori, ma di superarle. È questo il motivo per cui abbiamo pensato all’impugnatura in plastica per la chiave, per offrire agli operatori un’opzione all’insegna della sicurezza e della facilità d’uso”.

L’innovazione non può fare a meno della collaborazione

Il successo di CoroDrill® DE10 è la dimostrazione di come un lavoro di squadra faccia la differenza. Il processo di sviluppo ha richiesto la collaborazione di numerosi

specialisti in diversi ambiti e il prodotto finale è quindi la risultante di esperienze e professionalità differenti.

Una cultura del lavoro tipicamente scandinava, in cui le gerarchie cedono il passo al dialogo aperto, ha permesso al gruppo di lavorare senza barriere e creare una punta che soddisfa al 100% le aspettative dei clienti. Sin dalle prime ricerche sui clienti e dalle fasi iniziali di R&S ai test su campo fino alla produzione, gli esperti si sono interfacciati costantemente per portare alla luce il prodotto finale.

“Uno dei fattori chiave del nostro successo è la collaborazione”, osserva Sunnvius. “Non ci sono barriere: chiunque può fare domande e proporre idee. Questo libero scambio di conoscenze è ciò che ci permette di mantenerci al passo dell’innovazione”.

Lo sviluppo di CoroDrill® DE10 sottolinea l’importanza dell’adattabilità senza limitazioni e della collaborazione libera. Attraverso una combinazione di design innovativo, test avanzati e intuizioni basate su condizioni reali, Sandvik Coromant ha realizzato un utensile versatile e performante, pronto per soddisfare le mutevoli esigenze della produzione odierna. 

TECNOLOGIE DI LAVORAZIONE AVANZATA PER L’AEROSPAZIALE:

IL CASO SORALUCE E BLUE ORIGIN

NELL’INDUSTRIA AEROSPAZIALE E AERONAUTICA, L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA NELLA LAVORAZIONE DEI MATERIALI GIOCA UN RUOLO CRUCIALE NELLA REALIZZAZIONE DI COMPONENTI AD ALTA COMPLESSITÀ COME AEROSTRUTTURE, MOTORI E SISTEMI DI ATTERRAGGIO. LA CRESCENTE DOMANDA DI PRECISIONE, AFFIDABILITÀ E LEGGEREZZA RICHIEDE SOLUZIONI DI PRODUZIONE AVANZATE, CAPACI DI GARANTIRE TOLLERANZE ESTREMAMENTE RISTRETTE E QUALITÀ COSTANTE ANCHE NEI PROCESSI PIÙ SOFISTICATI di Mattia Barattolo

L’innovazione continua nei metodi di lavorazione rappresenta un elemento chiave per affrontare le sfide tecniche del settore Aerospace e rispondere agli standard sempre più elevati imposti dal mercato globale. Soraluce, azienda facente parte di Danobatgroup, ottimizza la lavorazione di pezzi di grandi dimensioni e materiali complessi - titanio, leghe di nichel, compositi in alluminio e fibra di carbonio - fondamentali nell’industria aerospaziale, aumentando la

produzione e riducendo i costi. La chiave del suo successo di questa azienda risiede nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia impegnate nel progresso tecnologico dei suoi clienti, affrontando le sfide più impegnative dei macchinari in modo efficiente, con alti livelli di produttività. Lavorando in stretta collaborazione con l’utilizzatore finale, Soraluce ha saputo incanalare le singole esigenze verso la realizzazione di macchine utensili innovative e, spesso, pionieristiche.

Soluzioni “a razzo”

Un esempio di questa collaborazione viene fornito dalla strategica cooperazione tra Soraluce e Blue Origin, un’azienda leader nel trasporto aerospaziale. Soraluce è stata incaricata di sviluppare nove nuove unità di fresatura-tornitura multitasking per lavorare con precisione gli involucri dei motori a razzo di Blue Origin. Questa soluzione automatizzata personalizzata, meticolosamente realizzata da Soraluce, promette non solo di ottimizzare la capacità produttiva dell’azienda statunitense, ma anche di ridurre i costi di produzione.

Il progetto, avviato a dicembre 2021 e completato nell’agosto 2023, è la più grande commessa di sempre di Soraluce e presenta una serie di tecnologie brevettate da Soraluce come i sistemi intelligenti DAS® per eliminare le vibrazioni, il Chip Breaker, per garantire la continuità della produzione rompendo i trucioli lunghi durante il processo di tornitura, e il sistema AccuraHeads per garantire un migliore posizio-

namento della testa. In questa occasione, tutte queste tecnologie sono al servizio del settore aerospaziale.

Lo sviluppo di Soraluce è una soluzione di fresatura-tornitura polivalente per la lavorazione di pezzi rivestiti con Inconel, un materiale in nichel-cromo in grado di resistere alle alte temperature, per gli involucri dei motori aerospaziali. queste macchine vantano la capacità di eliminare le vibrazioni dai processi di lavorazione dei pezzi, garantendo una maggiore precisione nella lavorazione e una qualità complessiva dei pezzi.Delle nove macchine progettate da Soraluce, una sarà di stanza presso l’impianto di prototipazione di Blue Origin in Alabama. Questa distribuzione strategica riflette l’impegno di Blue Origin a sfruttare tecnologie all’avanguardia in tutte le sue operazioni, consolidando ulteriormente il ruolo della partnership nel far progredire gli standard di produzione aerospaziale.

Con la costante motivazione dell’in-

Soraluce è un’azienda con oltre 60 anni di esperienza nel settore delle macchine utensili, nota per la sua capacità di innovazione e qualità. Offre soluzioni ingegneristiche avanzate come fresatrici, alesatrici, torni verticali e sistemi automatizzati, sempre personalizzati in base alle esigenze dei clienti.

Il suo successo si basa su tecnologia all’avanguardia, servizi di consulenza tecnica esperti e una visione internazionale. Soraluce è pioniera in molte tecnologie brevettate, tra cui il sistema DASTM, Modular Quill e Ram Balance.

Ha venduto più di 3.000 macchine, soprattutto in Germania e Italia, e gode di un’alta fidelizzazione (l’80% dei clienti torna). Fa parte del gruppo Danobatgroup, collegato alla Mondragon Corporation, con 1.450 dipendenti, un fatturato di 340 milioni di euro e un forte investimento in ricerca e sviluppo (circa l’8% del fatturato).

novazione, negli ultimi cinque anni Soraluce ha investito circa 18 milioni di euro nello sviluppo e nell’implementazione di una serie di tecnologie e soluzioni R+S+i, contribuendo a rafforzare la sua presenza in mercati strategici come Italia, Stati Uniti, Germania e Cina, e anche ad ampliare la sua gamma di prodotti, con un’ampia varietà di fresatrici, alesatrici, torni verticali, soluzioni multitasking e linee e sistemi automatizzati.

La crescita a vari livelli e i numerosi sviluppi tecnologici interni di prodotti, applicazioni, sistemi tecnologici e software nel settore delle macchine utensili hanno incrementato il fatturato del 30% nell’ultimo decennio e l’hanno introdotta nel nuovo territorio dell’aerospace. 

40 anni di Synergon

SOLUZIONI INNOVATIVE PER LAVORAZIONI MECCANICHE D’ECCELLENZA

a cura della redazione

Synergon è una realtà ben conosciuta nel panorama dell’industria manifatturiera italiana: opera con questo nome da 40 anni sul mercato nazionale, ma in realtà i rapporti dei fondatori con le aziende rappresentate datano dal 1961. In questi decenni l’azienda ha sempre portato sul mercato italiano le migliori soluzioni d’oltralpe, dai torni dei produttori tedeschi Index e Traub alle presse della svizzera Hatebur, fino ai macchinari per l’Additive Manufacturing della tedesca OCM e della francese AddUp. Una rete di tecnici esperti e competenti è in grado di identificare la soluzione migliore per ogni esigenza e

garantire con approfonditi interventi formativi che il cliente sia in grado di utilizzarne al meglio tutte le potenzialità. Ne abbiamo parlato con Stefano Reati, Responsabile vendite e marketing dell’azienda.

L’industria manifatturiera italiana attraversa un periodo complesso: non tutte le imprese mostrano però le stesse reazioni alla contingenza. Quali segmenti vi danno segnali di maggior reattività?

I nostri partner commerciali sono prevalentemente subfornitori generici, sebbene alcuni siano dedicati a segmenti particolari; abbiamo quindi una percezione mediata dell’andamento dei diversi mercati, ma in

compenso una visione su un insieme molto ampio di settori. Vediamo ad esempio variazioni qualitative nel tipo di componenti e lavorazioni richieste dall’automotive, mercato attualmente influenzato dalle varie direttive “green”, e un aumento delle richieste dal segmento della difesa, che in Italia non è sviluppato come in altri paesi europei ma che sicuramente sta crescendo. Fra i comparti che dimostrano maggior interesse per le nostre soluzioni rientrano stabilmente il medicale e l’aerospaziale, a motivo degli stringenti requisiti qualificativi comprensibilmente imposti ai fornitori di componenti per questi segmenti. I contoterzisti debbono essere qualificati e fornire

certificazioni molto complesse da ottenere, che a volte sono rilasciate solo dopo anni di lavoro in tal senso: l’utilizzo di macchine affidabili e precise è sicuramente un viatico per conquistarle e mantenerle e per questo molte aziende che riforniscono questi segmenti si rivolgono a noi.

Siete conosciuti soprattutto come rappresentati in esclusiva degli eccellenti macchinari Index per lavorazioni con asportazione di truciolo. Quali sono le caratteristiche più interessanti di questi macchinari?

La gamma di macchinari Index è enorme, con soluzioni che spaziano dai torni a fantina mobile per odontotecnica ai macchinari multifunzione per il settore energetico, fino alla grande varietà di macchinari multitasking: in 111 anni di attività dedicata esclusivamente a torni e centri di tornitura è comprensibile che Index abbia sviluppato un numero di soluzioni sorprendente. Essendo una fondazione, Index opera con criteri di economicità ma reinveste la totalità degli utili: tramite enti di ricerca medico-scientifica, nella ricerca di prodotti e processi più efficienti in azienda e mediante

una storica collaborazione con l’Università di Stoccarda, dove sono concepite molte idee che l’azienda mette poi in pratica portando a innovazioni pratiche per migliorare i processi produttivi, come ad esempio le torrette a cinematica parallela che sono nate proprio da questa collaborazione. Un Team di lavoro in Index è dedicato all’elaborazione di modelli matematici applicabili ai macchinari, per la creazione di geometrie un tempo inimmaginabili per macchine utensili ad asportazione di truciolo: ne sono un esempio i collegamenti albero-mozzo trilobati, grazie ai quali è stato possibile sostituire

applicazioni con chiavetta inevitabilmente soggette a maggior usura e migliorare quindi l’efficienza di elementi come i portautensili; o la fresatura dei profili Torx effettuata ad alta precisione e velocità.

A che tipo di aziende sono più adatte le soluzioni Index? Quali fra le loro caratteristiche portano i maggiori vantaggi rispetto a prodotti meno blasonati?

Tutto il settore manifatturiero in ogni su segmento è potenzialmente interessato ai prodotti Index: la gamma è talmente ampia da poter soddisfare ogni esigenza, dalla produzione di minuteria tornita alla realizzazione di particolari molto più complessi. Index permette inoltre di scegliere il numero di assi necessario a soddisfare ogni specifica esigenza.

Le aziende che scelgono Index sanno di poter contare su due aspetti che caratterizzano la produzione dell’azienda: una resistenza meccanica notevole, garanzia di una lunga durata del macchinario, e una precisione estrema, dalla perfetta ripetibilità anche per produzioni di grandi quantitativi. L’investimento in un tornio Index viene generalmente ben ponderato, poiché si

tratta di un impegno non irrilevante per la maggior parte delle imprese, ma alla fine si rivela una scelta vincente nel medio e lungo periodo.

Chi ha acquistato un prodotto Index ha investito in un macchinario che, per la qualità dei materiali e l’accuratezza della progettazione, si presume possa durare molti anni. E chi, qualche anno dopo l’acquisto, fosse interessato alle caratteristiche più evolute presenti nelle nuove macchine dell’azienda? Esiste una possibilità di retrofit, o un mercato per ricollocare la sua soluzione e sostituirla con una nuova?

Sono perseguibili, e di fatto vengono spesso adottate, tutte e due le strade.

Chi sta valutando un retrofit del proprio macchinario scoprirà che un apposito reparto dell’azienda è destinato proprio a quest’attività. Come esempio posso ricordare un nostro cliente storico che produce componenti per l’industria aerospaziale e l’automotive di alta gamma, compresi motori della Formula 1, con l’attenzione alla qualità che si può immaginare. Già qualche decennio fa si era dotato di torni G200. Ora il suo parco macchine si è arricchito con nuovi modelli multitasking INDEX molto performanti, con i quali realizza componenti per applicazioni innovative come i droni per le consegne di un noto operatore della logistica. Ma i torni G200 sono ancora perfettamente funzionanti e non sarebbe stato razionale dismetterli. Index ha così provveduto a un retrofitting integrale con revisione completa “dal basamento in su”, sostituendo tutti i componenti che l’evoluzione tecnologica aveva migliorato e mantenendo le caratteristiche del macchinario, così da poter proseguire con le stesse produzioni in modo più efficiente. Anche nel caso si desideri sostituire il macchinario con una versione più nuova, il mercato dell’usato è fiorente, anche per l’incredibile resistenza dei prodotti Index: molti torni plurimandrino che per vent’anni hanno lavorato su tre turni sono ancora perfettamente funzionanti e, adeguatamente revisionati, possono trovare nel giro di pochi giorni un compratore al quale offrire ancora molti anni di onorevole servizio.

Chi ha o acquista un tornio Index non nuovissimo ma adeguato alle proprie esigenze può trovare facilmente i ricambi?

Essendo un produttore, non un assem-

blatore, Index realizza all’interno dell’azienda tutti i componenti dei propri macchinari: per questo motivo l’azienda è in grado di fornire ricambi per soluzioni di tutte le età. Per i torni progettati 30 o 35 anni fa, è quasi certo che i ricambi saranno disponibili a magazzino; per esemplari di età ancora più rispettabile, l’azienda ha comunque in archivio i disegni tecnici e può su richiesta produrre il ricambio ad hoc. L’assistenza da questo punto di vista è incomparabile rispetto alla maggior parte dei concorrenti: l’offerta di ricambi copre le parti meccaniche, naturalmente, ma è disponibile anche per le componenti elettroniche, idrauliche o pneumatiche.

L’automazione intelligente prende piede: le vostre soluzioni sono pronte per

l’introduzione nelle nuove realtà produttive?

Certamente: le soluzioni Index sono progettate con in mente una fabbrica smart, digitalizzata e interconnessa. Questo non vuol dire che le novità Index siano studiate per stupire con effetti speciali e siano adatte solo a ipotetiche fabbriche del futuro: prima di mettere in produzione un nuovo tornio, Index si assicura che nelle aziende meccaniche questo trovi immediata applicazione e porti effettivi vantaggi alla produzione. I controlli numerici di tutti i torni Index sono realizzati da Siemens ad eccezione della linea Speed Line che può essere dotata in alternativa di controlli Fanuc e i prodotti marchiati TRAUB che montano da sempre Mitsubishi. I controlli applicati sui torni

Index presentano molte pagine personalizzate, in modo da renderne l’utilizzo più facile e intuitivo per il cliente; per raggiungere questo risultato l’azienda si prende tutto il tempo che occorre per testare a fondo e in modo approfondito le macchine, ma la perfetta compatibilità con i sistemi CNC Siemens è garantita fin dal momento in cui il macchinario esce dalla fabbrica.

E nelle fabbriche tradizionali? Riuscite a ottenere una buona integrazione dei vostri macchinari e impianti anche in contesti dove la digitalizzazione e i sistemi aziendali non sono all’avanguardia?

Abbiamo clienti con produzioni molto diverse fra loro, anche in segmenti dove la digitalizzazione è ancora all’ABC; il tornio

che si chiama proprio Index ABC, ad esempio, prende il nome dalle iniziali di tre torni a camme risalenti alle origini dell’attività del costruttore ed è un’ottima soluzione tecnologicamente “entry level” per aziende al loro primo approccio al controllo numerico. Iniziative come Industria 4.0 e Transizione 5.0 hanno facilitato gli investimenti in automazione e digitalizzazione; Synergon è vicina alle aziende che stanno intraprendendo questi percorsi, non solo grazie alla possibilità di offrire soluzioni adatte a ogni stadio evolutivo di questi cambiamenti, ma soprattutto grazie alla quantità di risorse che siamo in grado di dedicare a un’attenta e personalizzata formazione.

Oltre ai macchinari Index e Traub e

alle presse Hatebor avete introdotto sul mercato italiano soluzioni per l’Additive Manufacturing: in particolare i macchinari tedeschi OCM (One Click Metal) e le soluzioni francesi AddUp. Come sono state le reazioni del mercato? In quali segmenti hanno suscitato maggior interesse e che vantaggi portano rispetto a sistemi più tradizionali di produzione?

Da ormai tre anni siamo presenti sul mercato italiano con queste soluzioni per l’Additive Manufacturing che consideriamo complementari alla nostra offerta tradizionale, anche in quanto le nostre soluzioni sono rivolte esclusivamente alla manifattura additiva di parti in metallo (non in materiali plastici).

L’AM si presta a un ventaglio molto ampio di produzioni e di conseguenza a un utilizzo in molti settori; fra i segmenti la cui ricettività ci ha particolarmente colpito è l’industria del fashion, anche perché è un settore al quale, con i torni, non ci eravamo mai avvicinati molto. Effettivamente si tratta di un settore con caratteristiche tali da permettere all’AM di esplicare perfettamente il suo potenziale: i modelli cambiano di continuo, le quantità, soprattutto nel segmento luxury, sono limitare, le possibilità di personalizzazione particolarmente apprezzate. Soprattutto le realizzazioni in titanio - materiale leggero, facilmente lavorabile e adatto a svariati tipi di finiture - hanno trovato in questo segmento un terreno molto fertile. Le possibilità di realizzare geometrie impensabili con le classiche macchine utensili sono interessanti, ma non sono l’unica differenza fra questi due segmenti produttivi: tanto che abbiamo creato un reparto apposito, con personale specializzato e abituato alle diverse logiche dell’AM, per aiutare a portare questi macchinari nelle aziende illustrandone al meglio le potenzialità. La capacità produttiva, ad esempio, è completamente diversa: le macchine OCM, con un piatto di 150 x 150 mm e 350 mm di altezza, possono produrre un numero limitato di pezzi, e anche le macchine AddUp, pur se adatte per produzioni in numeri più elevati, certo non competono con la capacità produttiva dei torni, ma in compenso la flessibilità è massima, con la possibilità di realizzare anche pezzi singoli senza esorbitanti costi di prototipazione. La tecnologia è semplice:

un sottile strato di polvere metallica è sinterizzato da apparecchiature laser, basta quindi un disegno in 3D perché la produzione abbia inizio. Con questa tecnologia si possono realizzare anche ricambi per macchinari esistenti che non si riescono a reperire sul mercato, o autoprodurre componenti su misura per adattare i propri macchinari a particolari esigenze di produzione. Le richieste sono molte, crescenti e prevediamo aumentino ancora, tanto che abbiamo ampliato la rete di vendita dedicata espressamente a queste soluzioni.

La concorrenza fra industrie manifatturiere rende difficile puntare solo sulla qualità dei macchinari: per distinguersi occorre fornire anche una gamma completa di servizi. Synergon è da sempre attenta a questo aspetto: quali caratteristiche della vostra assistenza ai clienti sono più apprezzati?

Sono ormai diversi decenni che operiamo sul mercato italiano e abbiamo un gran numero di clienti fedeli da moltissimo tempo: questo proprio perché abbiamo saputo differenziarci grazie a un livello di assistenza decisamente notevole rispetto alla maggior parte dei concorrenti. Basti pensare che più della metà del personale Synergon è dedicata all’attività di assistenza tecnica. I nostri clienti non devono sorbirsi call center automatizzati e musiche di attesa ossessive: hanno recapiti diretti di persone fisiche, sia dei responsabili che coordinano il servizio, sia del singolo tecnico che segue le loro richieste. I nostri contratti non pongono limiti al numero di ore o di interventi formativi: è nostro interesse che i clienti capiscano perfettamente come funzionano i macchinari, che potenziale hanno e come sfruttarlo pienamente. Se riuscire a raggiungere questo risultato richiede del tempo, lo consideriamo tempo ben speso: l’impor-

tante è che alla fine il cliente sia autonomo e soddisfatto della sua scelta. Certamente possiamo permetterci una simile attenzione al cliente perché il nostro pubblico è selezionato e le numeriche dei nostri clienti sono più contenute rispetto a chi vende prodotti più basici, ma è proprio perché i nostri prodotti rappresentano un investimento importante che riteniamo debbano essere completati da un servizio dello stesso livello.

Quali strategie intendete attuare per integrare nello scenario futuro il raggiungimento dei vostri obiettivi?

Le nostre strategie riflettono quelle delle Case che rappresentiamo: da sempre prestano atten-zione ai cambiamenti dei mercati per fornire soluzioni adatte alle esigenze dei clienti, per quanto rapidamente si evolvano. Nel nostro caso ci rivolgiamo al mercato nazionale con un’or-ganizzazione valida e apprezzataTutti i nostri tecnici hanno una rilevante esperienza in azien-da, anche perché il nostro turnover è molto basso: è un aspetto che ricorre nelle realtà dove è facile appassionarsi al prodotto, perché è veramente di una levatura non comune. I clienti si trovano così a ricevere assistenza da professionisti che conoscono e sanno gestire a 360° i prodotti e le loro caratteristiche, fornendo supporto pre-vendita in fase di selezione e durante l’installazione, oltre a una rapida ed efficiente assistenza post-vendita. Per questo intendiamo mantenere e consolidare la nostra attuale struttura, confidando che i clienti continueranno ad apprezzarla.

Dal 1985 Synergon è al servizio delle migliori aziende manifatturiere d’Italia come distributore esclusivo di macchinari d’eccellenza: dai torni Index e Traub alle presse Hatebur, fino alle so-luzioni per l’Additive Manufacturing One Click Metal e AddUp. Con una rete di professionisti esperti e competenti, fornisce su tutto il territorio nazionale un servizio di assistenza pre e post vendita impeccabile, dedicando tutto il tempo che occorre alla formazione per mettere i clienti in grado di sfruttare appieno la potenzialità dei macchinari proposti. Per informazioni sull’ampia gamma di soluzioni offerte a Synergon visitare i sito synergon.it. 

GENERAZIONE 2 PROTAGONISTA DELL’OPEN HOUSE HERMLE

APPUNTAMENTO ORMAI FISSO, L’OPEN HOUSE DI HERMLE QUEST’ANNO SI È CONCENTRATA

SULLA NUOVA GENERAZIONE DI MACCHINE GEN 2. LA SFIDA INNOVATIVA PER IL FUTURO RIGUARDERÀ INFATTI L’AUTOMAZIONE DEI CENTRI DI LAVORO di Fabio Chiavieri

Dopo il lancio sul mercato nel 2024 dei modelli C 650, C 32 e C 42 nella versione GEN2, ora altri tre modelli sono disponibili all’interno della nuova generazione 2 di centri di lavoro Hermle: C 250 e C 400 della serie Performance-Line, e il C 22 della serie High-Performance-Line. Entro settembre, in occasione della EMO di Hannover, a questi si aggiungerà la versione GEN2 dei

modelli C 12, C 52 e C 62. Su questa novità e sull’introduzione del sistema robotizzato RS 2 anch’esso in versione GEN2, si è sviluppato il consueto evento di primavera organizzato da Hermle AG, nella sede principale di Gosheim - cittadina situata nel land del Baden-Württemberg – dove tutte le soluzioni d’automazione (come i sistemi handling HS flex e HS flex heavy, nonché i sistemi robotizzati RS 05-2, RS 1 ed RS 2) e i centri di lavorazione di 2ª

generazione e non solo, sono stati presentati all’opera su componenti provenienti dai più diversi settori e applicazioni.

Generazione del futuro

Sono così saliti a sei i modelli base Hermle in versione GEN 2, l’innovativa architettura con cui il gruppo tedesco guarda al futuro delle lavorazioni a 5 assi. Dal punto di vista estetico, sui modelli GEN2 sono state leggermente modificate

solo le due vetrature frontali e la dicitura delle macchine, ora uniformi su tutti i modelli. La meccanica, da cui deriva sostanzialmente la precisione e l’accuratezza a lungo termine dei prodotti Hermle, non è stata toccata da questo processo di cambiamento. Pertanto, i valori principali della macchina rimangono di altissimo livello mantenendo, quindi, la ben nota eccellenza del gruppo nella tecnologia a 5 assi.

Per capire la filosofia di questa nuove macchine occorre analizzare i componenti software e hardware progettati con le tecnologie più all’avanguardia. Per esempio, l’intera architettura elettrica è stata ripensata affinché in futuro il bus di comunicazione delle macchine sia ProfiNet e numerosi sensori possano passare alla tecnologia IO Link (standard internazionale). Sulle macchine con Cnc Heidenhain è stato inoltre rivisto l’intero sistema di azionamento, con l’introduzione di inverter di ultima generazione. Tutti questi componenti hanno lo scopo di rendere le macchine ancora più performanti. La piattaforma nel suo insieme offre nuove tecnologie e funzioni, come la tecnica di interfaccia all’avanguardia e le possibilità di controllo/diagnosi per ottimizzare l’analisi da parte del servizio di assistenza in caso di malfunzionamento.

L’efficienza energetica dell’intera macchina (dispositivi di raffreddamento di armadio elettrico e mandrino) in combinazione con i sistemi ad alta pressione è stata ulteriormente accresciuta. In futuro numerosi gruppi ausiliari monteranno unità di comando a controllo di frequenza, al fine di consentire una regolazione personalizzata e quindi improntata al risparmio energetico. Insieme ai vantaggi monetari per i nostri clienti, ciò contribuirà anche alla protezione del clima. L’intero sistema di gestione del lubrorefrigerante è stato completamente modificato. Questa ottimizzazione consente una migliore filtrazione del lubrorefrigerante e contribuisce alla pulizia e alla durata del lubrorefrigerante stesso. In futuro per le macchine GEN2 si potrà scegliere tra l’unità di comando Heidenhain TNC7 e l’unità di comando Siemens Sinumerik ONE.

Un nuovo livello per l’automazione La seconda grande novità dell’open house, presentata in anteprima mondiale, è il sistema robotizzato RS 2 in versione GEN 2. È ormai risaputo che Hermle AG porta avanti l’automazione dei propri centri di lavorazione da oltre 25 anni. Ha spiegato Daniele Bologna Direttore operativo di Hermle Italia: “A differenza dei centri di lavoro versione GEN 2, sul sistema robotizzato RS 2 sono state apportate delle modifiche importanti anche dal punto di vista estetico, come dimostrano le superfici vetrate dell’involucro protettivo molto più ampie che permettono una perfetta visibilità dell’interno e, grazie alle tre porte a doppio accesso, un’elevata sicurezza per l’operatore, specialmente durante gli interventi manuali sulla macchina.” Ma la peculiarità più importante è insita nella sua grande flessibilità con pochi vincoli per l’utilizzatore finale. “Fino a oggi, il cliente che decideva di acquistare una cella robotizzata doveva configurare l’impianto facendo una previsione di quello che potenzialmente possono essere le dimensioni e le tipologie di pezzi in lavorazione e, di conseguenza, numero e

RS 2 GEN 2: I DETTAGLI TECNICI

dimensioni degli scaffali. Chiaramente c’è la possibilità che le commesse di lavoro subiscano un’evoluzione diversa rispetto a quella ipotizzata con il rischio che l’impianto non venga sfruttato pienamente. Questo paradigma è stato stravolto da Hermle introducendo una soluzione che permette di avere un magazzino estremamente flessibile.”

Infatti, le diverse varianti del posto di attrezzaggio rendono l’introduzione dei pezzi semplice e pratica. Sei moduli-scaffale offrono un sistema di stoccaggio dei pezzi pratico e ad alta capacità. Progettati per lo stoccaggio di pallet, portapezzi o matrici, possono ospitare anche i più svariati tipi di pinze. Il robot a 6 assi al centro del sistema è concepito per poter alimentare perfettamente tutte le zone di lavoro delle macchine, con un peso massimo di trasporto di 210 kg. Come tutte le macchine Hermle, anche questo sistema viene trasportato in un unico blocco, senza necessità di smontaggio, garantendo così un’installazione e una messa in servizio rapide e senza intoppi. I sei moduli scaffale base offrono numerose opzioni e varianti di stoccaggio. Grazie al nuovo design

• Piattaforma base disponibile in quattro livelli di configurazione con involucro protettivo completamente vetrato

• Robot a 6 assi con portata di 210 kg

• Due sistemi di attrezzaggio con misurazione dell'altezza dei pezzi e controllo della larghezza

• Sei moduli scaffale personalizzabili con strategia di deposito intelligente

• Fino a tre stazioni di trasferimento per l'handling dei pezzi

• Ampia varietà di sistemi per pinze, dispositivi di serraggio, pallet e matrici

• Software di comando per un utilizzo ottimale del sistema e una strategia di lavorazione perfetta

• Ingombro piattaforma base 13 m2; dimensioni principali di 4,25 x 3,00 x 3,25 m (lung. x larg. x alt.). Il livello di configurazione 1 ha un ingombro di appena 16 m2 e dimensioni principali di 5,50 x 3,00 x 3,25 m (lung. x larg. x alt.)

flessibile in larghezza e ottimizzato in altezza, è possibile adattare dinamicamente la disposizione delle scorte, riducendo in modo significativo la necessità di interventi manuali sugli scaffali. Non è più necessaria una suddivisione rigida degli scaffali come in passato. Il software di comando gestisce il deposito dei pallet/dei sistemi portapezzi con una strategia “caotica”, sfruttando in modo ottimale tutto lo spazio disponibile all’interno dei moduli. Il numero di moduli scaffale utilizzabili varia in base al numero di macchine adattate collegate al sistema robotizzato. Per passare dall’handling dei pallet all’handling dei pezzi, all’interno della zona di lavoro del sistema robotizzato sono disponibili, a seconda del numero di macchine adattate collegate, una, due o tre stazioni di trasferimento per il deposito di pallet/moduli portapezzi. Con il cambio pinza è possibile passare dall’handling di pallet con pezzi montati all’handling di singoli pezzi. Questo consente per esempio, in una configurazione con due macchine, di lavorare su una macchina pezzi montati su supporto pallet e sull’altra singoli pezzi, garantendo così la massima flessibilità senza alcuna limitazione.

“Il robot, quando preleva il pallet dalla baia di carico/scarico, lo fa passare all’interno di

PANORAMA

uno scanner che rileva le dimensioni del pezzo, l’altezza del pezzo, le dimensioni del pallet e, in funzione di queste dimensioni, lo colloca nel magazzino. Rispetto a prima, quindi, è il robot che colloca i pallet in funzione degli slot, ottimizzando in tempo reale lo spazio a disposizione.” All’’RS 2 GEN 2 è possibile collegare uno, due o perfino tre centri di lavorazione Hermle, identici o di modelli differenti.

Nel mondo incantato della fresatura…e non solo

Come da tradizione, l’open house Hermle non è solo una mostra statica di macchine utensili e sistemi di automazione, bensì un’interessante esposizione di centri di lavoro perfettamente funzionanti, alcuni di loro automatizzati, impegnati, a titolo dimostrativo, nella realizzazione di componenti destinati ai più svariati settori industriali. L’edizione 2025 vede, per esempio, il settore aerospaziale con diversi componenti strutturali e parti di motori, il settore di costruzione utensili e stampi con vari stampi per matrici, la tecnica medicale con un modello di ortesi, l’ingegneria meccanica con una ruota dentata di un metro di diametro e il settore di costruzione modelli con un orologio a cucù

Pistone in acciaio ottenuto per rettifica su un centro di lavoro Hermle C 32 GEN 2 appositamente equipaggiato

perfettamente funzionante. Presenti, inoltre, soluzioni interessanti per mettere in risalto anche altre tecnologie oltre la fresatura, tra cui la tornitura, la rettifica, la stozzatura e la dentatura.

Anche quest’anno, il percorso pensato per l’open house si sviluppa attraverso queste isole di lavoro. La prima ha visto un C 32 GEN 2, centro di lavoro di taglia

HS FLEX HYBRID: PER MUOVERE I PRIMI PASSI NEL MONDO DELL’AUTOMAZIONE

I sistemi handling HS flex e HS flex heavy di Hermle dimostrano ormai quotidianamente la loro efficienza in numerose aziende e in molteplici applicazioni nella produzione automatizzata di un’ampia varietà di pezzi. Con il sistema handling HS flex hybrid, l’HS flex viene portato a un livello di prestazioni superiore per una produzione economicamente efficiente di componenti fino a 450 kg. Il sistema trasporta pallet e morse a vite dal posto di attrezzaggio ai moduli magazzini o alla zona di lavoro. Per l’HS flex hybrid sono stati configurati appositamente i seguenti componenti: i moduli magazzino, il posto di attrezzaggio, la pinza e il pallet adattatore. L’HS flex hybrid può essere adattato a sei diversi modelli di macchina ed è configurabile con uno o due moduli magazzino.

Modifiche rispetto al sistema standard:

• Modifica della tavola con trasmissione di mezzi

• Posto di attrezzaggio bloccabile

• Pinze intercambiabili per le piastre base

• Morse a vite piccole e grandi

• Modulo magazzino speciale per una capacità di stoccaggio superiore

media della gamma Hermle, alle prese con la realizzazione di un pistone in acciaio ottenuto non per fresatura bensì per rettifica con mole montate su un moltiplicatore di giri a batteria ricaricabile. L’applicazione si presta molto bene alle specifiche esigenze di finitura superficiale richieste dal pezzo, raggiungendo un valore di rugosità superficiale media Ra pari 0,25 μm. Per questa applicazione, il centro di lavoro è dotato, inoltre, di un ravvivatore mole posto sulla spalla della rotobascula.

Un secondo C 32, questa volta della prima generazione, illustra le potenzialità di fresatura di questo centro di lavoro rigido e compatto unitamente a un mandrino heavy duty adatto a lavorazioni particolarmente impegnative di materiali tenaci come quello del pezzo dimostrativo montato in macchina, una camera di combustione in acciaio da cementazione 1.7131 (o 16MnCr5) con alta durezza superficiale e resistenza a usura.

La visita prosegue con la sosta davanti all’isola robotizzata costituita da un centro di lavoro C 12 automatizzato con un sistema robotizzato RS 05-2 con robot antropomorfo con portata al polso di 10 kg. Si tratta di un esempio di come si possano replicare i concetti cari a Hermle in termini di flessibilità, automazione, gestione del magazzino, anche sulla taglia più piccola della propria gamma di centri di lavoro. Il robot permette di integrare diverse soluzioni di magazzino e può essere equipaggiato con pinza singola o doppia per movimentare direttamente i pezzi che siano cubici, prismatici o tondi. Interessante è l’introduzione di matrici universali

regolabili su un certo range dimensionale per ridurre il numero di attrezzature e facilitare la gestione del magazzino. Da segnalare, inoltre, il sistema di cambio automatico delle ganasce sulla morsa porta pezzo sempre tramite robot che le preleva dall’apposito parcheggio situato anch’esso nel magazzino. “Sulle taglie piccole, C 12 e C 22 – ha spiegato Daniele Bologna - l’automazione è installata lateralmente, quindi, lasciando il fronte macchina perfettamente libero. Con la C 12 l’ingombro a terra è minimo, parliamo di soli 2 metri quadrati Questa soluzione automatizzata permette di passare dalla produzione di un codice all’altro senza l’intervento dell’operatore, visto che la cella sostituisce in piena autonomia

le pinze di presa, replicando, sebbene in scala più piccola, ciò che accade sulle celle di maggiori dimensioni.”

L’isola di lavoro successiva è anch’essa un esempio di cella robotizzata con il tanto apprezzato sistema HS Flex Hermle abbinato a un C 32.

Precisa l’ing. Bologna: “È sostanzialmente la soluzione di automazione più venduta, anche perché è trasversale all’intera gamma, quindi, può essere adattata dalla C 12 alla C 42 e ha una elevata flessibilità nel poter allestire il magazzino pallet grazie a un sistema di aggancio passivo; questo significa, come si vede in questa applicazione, che esiste una baia alloggiante pallet da 240 x 320 mm, 320 x 320 mm, 400 x 400 mm, con la possibilità di accedere a pallet di taglie intermedie fino a 500 x 400 mm con portata massima di 450 kg, e con la possibilità di avere uno o più rack applicati alla testa dell’impianto sul lato libero.”

Il pezzo in lavorazione a titolo dimostrativo si ispira al settore aeronautico: un pezzo di alluminio fresato dal pieno, con una serie di nervature svuotate con volume di truciolo elevato.

Un altro elemento che punta a dare maggiori opzioni alla clientela che utilizza pallet anche di altri costruttori, è costituito dalla soluzione HS Flex Hybrid Hermle studiata per integrare, attraverso un pallet adattatore, anche pallet di dimensioni più piccole. In questo caso si parla di sistema di aggancio simile a quello delle isole robotizzate, con l’impiego di una pinza attiva destinata, appunto, al trasporto di pallet più piccoli.

Nell’isola di lavoro successiva, a un

Camera di combustione in acciaio ottenuto per fresatura pesante su un centro di lavoro Hermle C 32
Il marchio MyHermle Integrated posto sulle macchine si riferisce alla nuova piattaforma che permette ai clienti Hermle di comunicare col service aziendale e di segnalare eventuali guasti o collisioni
Il sistema robotizzato RS 05-2 installato su un centro di lavoro C 12
Centro di lavoro C 32 automatizzato con il sistema HS Flex

centro di lavoro C 32 GEN 2 è abbinato il nuovissimo sistema robotizzato RS 2 GEN 2. La cella è stata allestita per dimostrare la grande flessibilità consentita dal sistema RS 2 di seconda generazione. A colpo d’occhio è possibile osservare immediatamente la maggiore visibilità dell’interno della cella e la presenza di un nuovo magazzino privo, sostanzialmente, di ripiani e dove, in assenza di pezzi, è possibile parcheggiare pallet e matrici porta pezzo, sfruttando l’intero spazio a disposizione. È comunque presente una parte di magazzino a ripiani ma senza alloggiamenti predefiniti, ciò significa che sono dotati di una battuta anteriore, che serve come riferimento per il robot, dove possono essere alloggiati pallet di diverse altezze. Ovviamente, l’impianto può trasportare sia pallet, sia attrezzature complete avendo un robot con portata da 180 kg che può essere aumentata fino a 240 kg. Anche in questo caso il cambio ganasce e pinze può essere gestito automaticamente. Il numero di attrezzature necessario per gestire i lotti di produzione è ridotto al minimo grazie all’utilizzo di una pinza elettro-pneumatica che permette di adeguare al programma il range di apertura in base alle dimensioni del pezzo da lavorare in abbinamento alla morsa. uccessiva isola di lavoro vede protagonista un centro di lavoro C 400 che, come i modelli C 250 e C 650, fa parte

della Performance-Line. Il pezzo demo è uno stampo per il sellino di una bicicletta. “A differenza dei modelli C 42 e C 32 –ha precisato Daniele Bologna - il C 400 ha minori possibilità di configurazione –mandrino, Cnc e rotobascula sono standard - senza, tuttavia, cedere nulla alla massima precisione tipica di tutti i prodotti Hermle. Questa peculiarità fa sì che questo sia uno dei modelli Hermle più venduti sul mercato e, in generale, tra i più venduti con questa taglia.” Le corse di lavoro del C 400 sono pari a 850x700x500 mm, la tavola rotobasculante ha un diametro di 650x540 mm e una portata di 600 kg.

Estremamente dinamica l’’applicazione su un C42 MT, dove MT si riferisce alla funzionalità mill/turn. Su questo centro di lavoro, la rotobascula permette un’enorme grado di libertà nell’orientare l’asse di tornitura in lavorazione, caratteristica, questa, molto utile per la dimostrazione in oggetto. Rispetto alla tavola tradizionale la velocità di rotazione per svolgere lavorazioni di tornitura raggiunge gli 800 giri/minuto rispetto ai 65 giri/min garantiti dalla tavola con motori torque montata sui normali centri di lavoro. Quindi, nelle versioni MT non si perde nulla in termini di prestazioni di fresatura ma si acquistano ulteriori potenzialità con la tornitura, per esempio, ottenendo geometrie complesse tramite tornitura in continuo e avanzamento della rotobascula. Il pezzo in esame viene ricavato da un pieno di alluminio; si tratta di un componente di smistamento impiegato, per esempio, su macchine di assemblaggio: il classico elemento vibrante che va a convogliare e orientare piccoli componenti. La particolare geometria di questo pezzo viene ottenuta con una tornitura in interpolazione.

La successiva isola di lavoro è incentrata

Il nuovo sistema robotizzato RS 2 GEN 2
L’ampia superficie vetrata della carenatura permette una visione molto ampia del processo di lavorazione all’interno dell’RS 2 GEN 2
Daniele Bologna, Direttore operativo di Hermle Italia
Lo stampo per sellino completato sul centro di lavoro C 400

L’housing realizzato su un C 32: si nota la scanalatura realizzata per brocciatura

nuovamente su un C 32, ma dotato di elettromandrino a 20.000 giri/min scomponibile. La peculiarità di questo elettromandrino, introdotto da Hermle negli ultimi anni, consiste nel fatto che è separabile in due componenti. Ciò significa che perde le classiche boccole anticollisione ma, potendolo separare in due componenti, permette di ridurre i costi e i tempi di intervento.

“È un mandrino su cui stiamo puntando molto – dice Bologna. Esso ha tutti i benefici dell’elettromandrino con lubrificazione forzata

aria-olio, ma possiede coppia, potenza e rigidità tipica di un motomandrino. Ancora una volta ciò vuol dire puntare sulla massima flessibilità delle nostre macchine.” L’esempio applicativo è un housing per il comparto dei semiconduttori su cui viene realizzata una scanalatura per brocciatura che implica opzioni specifiche del Cn.

“Su quest’altro pezzo dimostrativo, lavorato su un C 42 MT GEN 2, ci siamo sbizzarriti mostrando molte lavorazioni estremamente interessanti” anticipa Daniele Bologna.

Effettivamente, osservando il componente oggetto dell’applicazione, è possibile apprezzare le grandi potenzialità di tornitura presenti su questo centro di lavoro. Sono visibili una scanalatura ottenuta per power skiving, la tornitura di un foro eccentrico, la tornitura a 5 assi in continuo della superficie esterna circolare e della superficie di un foro trilobato con utensile in diamante monocristallino.

Uno stampo per un tutore in acciaio1.2312 realizzato su un C 42 con elettromandrino a 20.000 giri/min, la rotabascula con diametro 800 mm, portata fino a 1.400 kg, è il componente dimostrativo dell’isola di lavoro numero 18.

A seguire ancora due dimostrazioni su altrettanti C 42. Il primo pezzo è di fantasia e racchiude tutta l’esperienza accumulata da Hermle nel settore Aerospace, quindi, volume di truciolo molto elevato e una serie di lavorazioni complesse quali nervature di irrigidimento, strutture di alleggerimento a nido d’ape ecc. Il secondo pezzo è un simpatico orologio a cucu perfettamente funzionante. In questo secondo caso, la tavola montata sul centro di lavoro ha un diametro

Il componente in Al 6082 ottenuto sul C 42 MT
Stampo per tutore: si notano le scritte fresate a titolo dimostrativo
Il pezzo inquadrato mostra che grandi potenzialità di tornitura del centro di lavoro C 42 MT GEN 2

di 440 mm.

Dice Bologna: “Sebbene si tratti di un oggetto ludico, esso è molto difficile da realizzare perché lavorato dal pieno e quasi totalmente in un unico piazzamento. Da notare i numeri dell’orologio realizzati con una particolare fresa in diamante policristallino che permette una lucidatura talmente spinta da farli sembrare neri.”

Con le due successive dimostrazioni si scende di due taglie. La prima isola con focus il centro di lavoro C 22 realizza un attacco per sci ricavato dal pieno e in soli due piazzamenti/fasi. La gamma C 22, sebbene con corse ridotte rispetto alle taglie maggiori, consente la dinamica maggiore in termini di accelerazione e rapidi.

Sul secondo C 22 viene realizzato uno stampo per una pinzetta. Il materiale, lavorato con microfrese, è un acciaio 1.2379 con durezza HRc 62 che richiede l’impiego di un motomandrino da 18.000 giri/min.

Il top di gamma, il centro di lavoro C 62 MT, è il protagonista dell’isola di lavoro successiva. Il pezzo in dimostrazione ha preso ispirazione dagli escavatori presenti nei cantieri in corso nella sede di Gosheim approntati per costruire una nuova mensa da 600 posti, ampliare lo stabilimento produttivo e realizzare nuove sale. Il pezzo in questione è sostanzialmente una ruota dentata dei cingoli di queste macchine. Si parte da un tondo pieno in acciaio 1.1730 che viene lavorato, quasi totalmente in un unico piazzamento, sia di tornitura – per la parte relativa agli svuotamenti – sia di fresatura per ottenere le geometrie richieste. La dentatura della ruota, per esempio, viene realizzata con un processo di fresatura trocoidale.

Il pezzo finale richiede 30 ore di lavorazione totali. Sempre una taglia XL, ma leggermente inferiore alla macchina precedente, è l’oggetto dell’applicazione successiva. Su un C 52, anch’esso in versione Mill/Turn, è prodotto un pezzo che evoca il carnevale svevo-Alemannic di Gosheim, un evento molto atteso dai cittadini. Il pezzo propone una colonna dove sono “scolpite” le due maschere tipiche e una mano che sembra impartire una benedizione. Totalmente di fantasia, questa sorta di totem si ottiene da un grezzo in lega di Alluminio e si distingue per la qualità di finitura e di scolpitura delle superfici. Il tour delle varie isole di lavoro

Su questo pezzo sono racchiuse le competenze Hermle nel settore aerospace
L’originale orologio a cucu realizzato dal pieno

si conclude con un’applicazione dedicata al mondo degli stampi. In questo caso, il punzone e la matrice per realizzare un casco protettivo da cantiere vengono lavorati su un centro di lavoro C 650 GEN 2, la taglia più grande della serie PerformanceLine. Le corse della macchina sono particolarmente generose: 1.050x900x600 mm, elettromandrino da 20.000 giri/min e Cn TNC 7 Heidenhaim. Da notare, come valore aggiunto della generazione 2, l’ampliamento del magazzino utensili di soli 30 posti, che completa la gamma del numero di posti utensili disponibili, adatto a tutte le situazioni in cui le altre nostre soluzioni da 50, 88, 216 utensili sarebbero sovradimensionate. 

Attacchi per sci realizzati su un C 22 in due fasi e due piazzamenti
Stampo per pinzetta realizzato su un centro di lavoro C 22
La ruota dentata ottenuta per tornitura e fresatura su un C 62 MT
Il totem in Alluminio raffigurante le due maschere carnevalesche tipiche di Gosheim
Punzone e matrice per la realizzazione del casco di protezione da cantiere (in centro)

Maestro è stato progettato per le fabbriche connesse con un’architettura digitale end-to-end, integrazione fluida con i sistemi di automazione e percorsi di aggiornamento scalabili

MAESTRO, UNA NUOVA ERA DELLA MISURA

CON LA NUOVA LINEA DI CMM MAESTRO, HEXAGON INAUGURA UN CAPITOLO INEDITO NELLA METROLOGIA INDUSTRIALE. RAPIDITÀ, PRECISIONE E ALTE PRESTAZIONI RIDEFINISCONO I

PARAMETRI DI ECCELLENZA PER LA PRODUZIONE DEL FUTURO di Fabio Chiavieri

Maestro, come suggerisce il nome latino, è chi sa fare meglio. Ed è proprio questo spirito che anima

l’ultima generazione di macchine di misura a coordinate sviluppata da Hexagon Manufacturing Intelligence. Un progetto interamente nuovo, pensato per rispondere alle sfide della produzione contemporanea, caratterizzata da processi rapidi, digitali e interconnessi. Un cambio

di passo epocale, in un contesto in cui il gap di competenze è diventato una criticità globale.

Una visione sistemica

“Il lancio di Maestro – commenta Luca Ruggiero, Managing Director Sales Italy di Hexagon Manufacturing Intelligence –rappresenta un’evoluzione sia dal punto di vista tecnologico che strategico. Dall’analisi condotta sul mercato globale emergono

tre tendenze forti: la spinta all’innovazione – basti pensare all’elettrificazione e all’uso dell’intelligenza artificiale – l’urgenza di sostenibilità, promossa anche dai programmi di sviluppo come Industria 5.0, e infine la carenza di competenze tecniche qualificate. Su quest’ultimo fronte stiamo lavorando intensamente per proporre soluzioni immediatamente accessibili e operative. L’ulteriore tema è la gestione intelligente dei dati: oggi ci troviamo a lavorare con

informazioni destrutturate e ibride, tra digitale e cartaceo, che vanno rese fruibili per le nuove tecnologie”.

Da questa visione è nata Nexus, la piattaforma digitale di Hexagon che mette in comunicazione persone, dati e processi lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.

Uno strumento che rivoluziona il modo di concepire la produzione: dalla simulazione virtuale alla metrologia integrata, passando per l’analisi predittiva, Nexus consente di progettare con maggiore intelligenza, migliorare la qualità e ridurre tempi e costi, favorendo la flessibilità e l’innovazione.

Dalla piccola officina alla grande industria, Nexus consente una condivisione trasparente dei dati e delle applicazioni, con un’integrazione fluida tra i software tradizionali e le tecnologie cloud più evolute. Il tutto senza impattare sui sistemi PLM già presenti, semplificando l’adozione anche nelle realtà più complesse.

“La rapidità è ormai una necessità imprescindibile – continua Ruggiero – e solo grazie a strumenti che forniscono dati precisi in tempi brevi è possibile prendere decisioni rapide e consapevoli. Maestro incarna pienamente questo approccio: è la sintesi delle nostre competenze nella metrologia, applicata al nuovo paradigma digitale”.

Un’architettura digitale pensata per crescere

Progettata per offrire velocità, semplicità, connettività e scalabilità, Maestro rappresenta l’espressione più avanzata dell’esperienza Hexagon nel campo del-

I VANTAGGI DI MAESTRO IN SINTESI

• Prestazioni elevate: grazie a una meccanica riprogettata, sensori evoluti e architettura digitale a cavo singolo, MAESTRO garantisce misure rapide con tolleranze sub-micron, assicurando precisione anche nelle applicazioni più complesse.

• Rapidità operativa: cicli ridotti al minimo con movimenti rapidi e sincronizzati, calibrazione veloce e software cloud connessi per accelerare tutte le fasi di misura, dalla programmazione al reporting.

• Semplicità per tutti: interfaccia user-friendly e applicazioni cloud-native rendono accessibile l’uso anche agli operatori meno esperti, permettendo misurazioni conformi senza necessità di programmazione avanzata.

• Connettività end-to-end: come dispositivo IIoT nativo, MAESTRO si integra perfettamente nell’ecosistema Nexus, condividendo dati in tempo reale e ottimizzando l’efficienza impiantistica.

• Modularità e futuro garantito: con un design scalabile, Maestro consente aggiornamenti progressivi di software, sensori e funzionalità, offrendo un investimento flessibile e orientato alla crescita.

la metrologia industriale. L’architettura digital-first garantisce un’esperienza utente intuitiva, flussi di misura ottimizzati e una gestione dati completamente integrata.

Con la sua modularità, Maestro si adatta perfettamente a settori come aerospazio, automotive e manifattura ad alta precisione, dove accuratezza e affidabilità sono imprescindibili.

Maestro introduce componenti inediti come sensori digitali, sistema a cavo singolo e un controller riprogettato con firmware avanzato. Elementi che, combinati, aumentano la produttività, migliorano l’efficienza del ciclo di misura e rendono il sistema perfettamente allineato ai requisiti dell’Industria 4.0.

“La digitalizzazione è centrale – afferma Gabriele Persichilli, Director of Product Management sCMM Systems – ma ciò

che colpisce di più è la velocità operativa: Maestro è attualmente il sistema più rapido sul mercato in termini di accelerazione e posizionamento, con un miglioramento del 25-30% rispetto ai nostri precedenti modelli. I movimenti sono completamente sincronizzati su cinque assi, consentendo misurazioni più rapide e precise”.

Un altro punto chiave è l’accessibilità. Maestro è stato concepito per essere utilizzato da operatori con diversi livelli di competenza: dal tecnico metrologo all’addetto meno esperto.

Una vera democratizzazione della metrologia, resa necessaria dalla carenza di competenze e dalla pressione costante del mercato per investimenti flessibili e rapidamente redditizi.

La macchina è pronta ad evolversi insieme alle esigenze del cliente: nuovi materiali, differenti tolleranze, requisiti più stringenti, tutto può essere gestito da un’unica piattaforma modulare e scalabile.

Configurazioni modulari per ogni esigenza

Maestro sarà disponibile in vari formati e configurazioni, pensati per ambienti automatizzati e flussi di lavoro multisensore, con sonde tattili e laser collegate a un innovativo rack digitale in grado di monitorare stato, disponibilità e condizioni operative in tempo reale. Le informazioni saranno accessibili sia da dispositivi locali che da applicazioni cloud-native. In futuro, nuovi modelli e versioni si affiancheranno su una piattaforma comune, a garanzia di continuità e sviluppo. 

Luca Ruggiero, Managing Director Sales Italy di Hexagon Manufacturing Intelligence
Gabriele Persichilli, Director of Product Management sCMM Systems - Metrology Devices BU Manufacturing Intelligence Division

È POSSIBILE CONTROLLARE

IN MODO SEMPLICE E FLESSIBILE I ROBOT DI UN’AMPIA GAMMA DI PRODUTTORI

Il sistema di controllo RobotCtrl di igus consente di programmare, controllare e integrare i robot di un’ampia gamma di produttori in modo intuitivo e in pochissimo tempo. (Fonte: igus GmbH)

RRobotCtrl è il software di controllo messo a punto da igus per permettere ad aziende di ogni tipo e dimensione di gestire in modo efficiente e intuitivo i robot disponibili sul marketplace RBTX, indipendentemente dal produttore. Inoltre, consente di integrare con estrema facilità accessori come telecamere, pinze o celle robotiche. Oggi RobotCtrl è in grado di coordinare anche sistemi robotici firmati Lebai, Hitbot e Lynx Motion.

RBTX - che figura oggi tra i principali marketplace di robotica e automazione - riunisce, in un unico shop online, più di 850 robot e componenti offerti da oltre 175 fornitori diversi. Qui progettisti e operatori possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno per la loro automazione, dalle pinze ai sensori, fino a sistemi robotici completi. Il software RobotCtrl sviluppato da igus rende l’integrazione e il controllo delle soluzioni di Low Cost Automation ancora più flessibile e semplice. Con questo software, i robot disponibili su RBTX possono essere programmati e controllati in modo standardizzato. Gli operatori beneficiano di tempi di familiarizzazione ridotti, poiché devono utilizzare un solo strumento.

La possibilità di programmare robot di un’ampia gamma di produttori con un solo sistema di controllo, non solo fa risparmiare tempo e costi di formazione, ma offre alle aziende utilizzatrici nuove possibilità per una strategia di automazione indipendente dai produttori di robotica. Grazie al suo design modulare, RobotCtrl supporta varie cinematiche robotiche di diversi costruttori, tra cui igus, Fanuc e KUKA. Ciò consente una perfetta integrazione di diversi sistemi robotici nelle soluzioni di produzione e automazione esistenti. Le sequenze di movimento dei robot possono essere simulate con un’interfaccia 3D, senza che il robot debba essere fisicamente collegato. “In questo modo è più facile pianificare e sviluppare nuovi processi e le strategie di automazione possono essere verificate in modo efficiente ancor prima di essere messe in pratica”, spiega Raamiz Buchoo, responsabile della Business Unit Low Cost Automation di igus Italia. “Le aziende possono quindi reagire più rapidamente alle esigenze del mercato, organizzare i processi produttivi in modo più efficiente e quindi ridurre i costi”.

Programmazione robotica semplificata

RobotCtrl è già stato testato con successo dai principali produttori. Gli utilizzatori possono quindi essere certi di lavorare con un software collaudato e affidabile. Un altro vantaggio di RobotCtrl è l’interfaccia grafica di facile utilizzo, che consente una programmazione molto intuitiva per creare e personalizzare le sequenze di movimento tramite il drag and drop. Questo riduce l’impegno richiesto dalla programmazione e rende il software di facile comprensione anche per gli utenti meno esperti che non hanno conoscenze approfondite di programmazione. RobotCtrl si presenta come una soluzione pratica e conveniente, soprattutto per le PMI che in passato erano spesso costrette a rinunciare alla robotica a causa di un’eccessiva complessità. “Il nostro obiettivo è rendere l’automazione il più semplice e accessibile possibile,” sottolinea Buchoo. “Con RobotCtrl, le aziende di ogni dimensione possono entrare nel mondo dell’automazione in modo conveniente e flessibile”.

Ulteriori informazioni su RobotCtrl e oltre 650 esempi di applicazioni di successo sono disponibili sulla piattaforma RBTX 

I visitatori hanno potuto sperimentare il RobotCtrl dal vivo alla Fiera di Hannover 2025. (Fonte: igus GmbH)

LA

L cybersecurity

INDUSTRIALE NELL’ERA DIGITALE

NORMATIVE,

SFIDE

E STRATEGIE PER

PROTEGGERE

IMPIANTI, DATI E OPERATORI IN UN MONDO SEMPRE PIÙ CONNESSO

La trasformazione digitale ha cambiato radicalmente il volto dell’industria manifatturiera e dell’automazione. Fabbriche sempre più intelligenti, sistemi interconnessi e la diffusione dell’Industrial Internet of Things (IIoT) stanno aprendo scenari ricchi di opportunità, consentendo maggiore efficienza, controllo remoto, manutenzione predittiva e processi produttivi ottimizzati.

Tuttavia, questa evoluzione tecnologica ha un rovescio della medaglia: l’aumento esponenziale della superficie d’attacco. Il crescente utilizzo di cloud, intelligenza artificiale e piattaforme digitali ha trasformato i sistemi OT (Operational Technology) — un tempo isolati — in infrastrutture sempre più esposte alle stesse minacce che colpiscono i sistemi IT. In particolare, la convergenza tra IT e OT ha creato nuovi punti di vulnerabilità, dove protocolli proprietari, sistemi legacy e la necessità di continuità operativa rendono più complesso implementare soluzioni di cybersecurity tradizionali.

I dati più recenti confermano la gravità del fenomeno: nel solo 2025, a livello globale, gli attacchi informatici contro il settore industriale sono cresciuti del 27,4%, mentre in Italia si è registrato un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Ancora più allarmante è l’aumento degli attacchi ransomware contro realtà industriali, cresciuti dell’87%. Non si tratta più di eventi sporadici: la cybersecurity è ormai una questione di sopravvivenza per le aziende industriali, chiamate a difendere non solo i propri dati, ma anche la continuità produttiva e la sicurezza degli operatori.

E proprio qui si inserisce un concetto cruciale: non esiste più safety senza security. La sicurezza informatica (security) e la sicurezza funzionale (safety) sono oggi strettamente legate. Un attacco informatico può infatti compromettere sistemi di protezione fisica, come barriere fotoelettriche o interblocchi di sicurezza, con conseguenze dirette sulla tutela dell’uomo e sull’integrità degli impianti. La protezione digitale non è più solo un tema IT, ma rappresenta il presupposto imprescindibile per garantire un ambiente produttivo sicuro e resiliente.

In questo scenario, la cybersecurity industriale diventa una priorità strategica e operativa. Non è più possibile considerarla un mero accessorio o un costo aggiuntivo: è il cuore stesso della continuità

@Bosch Rexroth

industriale e della competitività in un mercato sempre più interconnesso e interdipendente.

Cybersecurity come requisito normativo e strategico

Nell’industria digitale, la cybersecurity non è più un’opzione, ma un obbligo sancito da normative europee sempre più stringenti. Il nuovo Regolamento Macchine (UE 2023/1230), il Cyber Resilience Act (CRA), la Direttiva NIS 2 e l’IEC 62443, impongono requisiti precisi per garantire la sicurezza informatica di macchine, impianti e prodotti digitali lungo tutto il loro ciclo di vita.

Concetti come “security by design” e “security by default” diventano imprescindibili: la protezione dai cyberattacchi deve essere integrata fin dalla progettazione, per evitare interventi costosi e complessi a posteriori.

Per costruttori, integratori e operatori industriali, si apre una sfida importante: non si tratta solo di adeguarsi alle norme, ma di rivedere processi e tecnologie per tutelare continuità produttiva, sicurezza degli operatori e competitività. La cybersecurity, da optional, è ormai un requisito fondamentale per operare in sicurezza e conformità in un mercato sempre più interconnesso.

Le sfide della cybersecurity industriale

Nonostante la crescente consapevolezza e il quadro normativo sempre più preciso, la cybersecurity industriale resta un terreno complesso e pieno di sfide. Gli ambienti OT (Operational Technology), infatti, presentano vulnerabilità diverse rispetto ai sistemi IT: dispositivi come PLC, sensori e sistemi di controllo sono spesso progettati per durare decenni, ma originariamente non sono stati pensati per essere connessi a reti esterne.

Questa lunga vita operativa genera un secondo problema cruciale: i legacy systems. Molti impianti utilizzano ancora apparecchiature o software non più supportati dai fornitori, impossibili o troppo onerosi da aggiornare. Questi sistemi diventano punti deboli, incapaci di ricevere patch di sicurezza o di adattarsi agli standard più moderni, esponendo l’intera infrastruttura a rischi crescenti.

Come già detto, la convergenza tra IT e OT complica ulteriormente lo scenario. Se da un lato consente benefici enormi in termini di monitoraggio, efficienza e gestione integrata, dall’altro crea nuovi varchi attraverso cui possono muoversi gli attaccanti, sfruttando la differenza di linguaggi, protocolli e requisiti tra mondo IT e mondo OT.

Una criticità sempre più rilevante è la gestione degli accessi remoti. Il lavoro a distanza e la necessità di assistenza tecnica online hanno moltiplicato i canali di ingresso ai sistemi produttivi. Senza soluzioni robuste di autenticazione, autorizzazione e monitoraggio, il rischio di intrusioni indesiderate cresce in modo significativo.

A rendere il quadro ancora più preoccupante è la crescita vertiginosa degli attacchi ransomware e delle minacce evolute Non si tratta più solo di malware generici, ma di attacchi mirati che puntano a bloccare impianti, estorcere denaro o sottrarre dati sensibili. Il settore industriale è sempre più nel mirino di cybercriminali ben organizzati, consapevoli del valore strategico e della vulnerabilità delle infrastrutture produttive.

Di fronte a queste sfide, la cybersecurity industriale richiede un approccio su misura: tecnologie avanzate, conoscenza approfondita degli ambienti OT, formazione continua e una strategia integrata che consideri la sicurezza un fattore determinante non solo per la protezione digitale, ma per la stessa continuità operativa delle aziende.

Approcci e strategie per una protezione efficace

Di fronte a minacce sempre più sofisticate, la cybersecurity industriale non può essere affrontata con soluzioni isolate. Serve un approccio olistico e multilivello, capace di integrare tecnologie, processi e persone in una strategia coerente e continua.

Tutto parte da una valutazione approfondita del rischio, per individuare vulnerabilità e minacce potenziali ai sistemi informativi. Su queste basi, vanno definite e implementate strategie di prevenzione e mitigazione, che includano strumenti di sicurezza robusti – come firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni e software antivirus – costantemente aggiornati per mantenerne l’efficacia.

L’integrazione della security sin dalla fase di progettazione è un principio fondamentale. Le aziende devono adottare il concetto di “security by design”, prevedendo architetture sicure, configurazioni robuste e sistemi aggiornabili già durante lo sviluppo delle macchine e delle infrastrutture digitali. Intervenire a posteriori è spesso complesso, costoso e meno efficace.

Creare zone separate all’interno dell’infrastruttura, infatti, impedisce la diffusione di attacchi laterali e consente di isolare eventuali compromissioni, garantendo la continuità delle operazioni nelle aree non coinvolte.La capacità di separare logicamente reti IT e OT, così come diverse zone di produzione, diventa fondamentale per proteggere gli impianti e garantire la continuità operativa anche in caso di violazioni.

Il monitoraggio continuo e la gestione proattiva delle vulnerabilità sono elementi imprescindibili. Tecnologie di analisi dei log, sistemi SIEM (Security Information and Event Management), intrusion detection e strumenti di threat hunting, ovvero la ricerca delle minacce, permettono di individuare comportamenti anomali e agire tempestivamente prima che un attacco comprometta i processi produttivi.

A supportare queste strategie intervengono tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’automazione e i digital twin. L’AI consente di riconoscere schemi di attacco difficili da rilevare con sistemi tradizionali, mentre l’automazione semplifica e accelera le risposte agli incidenti. I digital twin, invece, permettono di simulare scenari, testare difese e prevedere l’impatto di possibili minacce senza interferire con la produzione reale.

Un elemento spesso sottovalutato, ma cruciale, è la formazione del personale. Nessuna strategia di cybersecurity può infatti prescindere dal fattore umano Formazione e cultura della sicurezza sono essenziali per ridurre il rischio di errori, comportamenti inconsapevoli o negligenze che possono aprire la porta a gravi violazioni. Gli operatori devono essere preparati a riconoscere segnali d’allarme, a gestire correttamente accessi e credenziali e a collaborare in modo consapevole con i team IT e OT. Indispensabile è anche la pianificazione della continuità operativa, che preveda come mantenere attive le funzioni critiche in caso di attacco informatico. Questo implica sistemi di backup, piani di emergenza, disaster recovery, business continuity e gestione delle crisi, da testare e aggiornare periodicamente.

Infine, in un contesto di minacce sempre più sofisticate, la collaborazione e la condivisione delle informazioni con altre aziende del settore e con enti governativi è fondamentale per restare aggiornati sui nuovi rischi e sulle migliori strategie di protezione.

In sintesi, la cybersecurity industriale richiede una visione ampia, strumenti tecnologici all’avanguardia e il coinvolgimento attivo di tutte le figure aziendali, per costruire una difesa solida, resiliente e capace di evolvere al passo con le minacce.

Tecnologie abilitanti per la cybersecurity industriale

Affrontare le sfide della cybersecurity industriale richiede non solo strategie, ma anche tecnologie abilitanti in grado di proteggere infrastrutture sempre più complesse e interconnesse. Oggi, la difesa degli ambienti produttivi passa attraverso strumenti specifici, progettati per rispondere alle peculiarità degli ambienti OT e alla convergenza con il mondo IT.

Un pilastro fondamentale è rappresentato dai sistemi di gestione delle identità e degli accessi (IAM, Identity and Access Management), che definiscono in modo preciso chi può accedere alle macchine, in quali modalità operative e con quali privilegi. Tecnologie come badge RFID, transponder personalizzati o autenticazioni multifattoriali consentono di tracciare le operazioni e ridurre il rischio di interventi non autorizzati o errori involontari.

I firewall industriali e le tecniche di virtual patching svolgono un ruolo cruciale nel proteggere reti e dispositivi da intrusioni esterne. I firewall industriali filtrano il traffico dati e impediscono connessioni indesiderate, mentre il virtual patching offre una protezione temporanea a sistemi legacy o a dispositivi che non possono essere aggiornati immediatamente, bloccando le minacce prima che raggiungano le vulnerabilità note. Tali sistemi e soluzioni sono indispensabili soprattutto per la protezione degli impianti esistenti, spesso basati su tecnologie datate, in quanto permettono di migliorare la sicurezza senza dover sostituire intere macchine o linee produttive. Queste soluzioni rappresentano un compromesso indispensabile per garantire la cybersecurity anche dove gli investimenti in nuovi impianti non siano immediatamente possibili.

Al centro dell’automazione moderna ci sono i sistemi di controllo sicuri, come PLC evoluti, edge device e soluzioni basate sulla containerizzazione (ad esempio, Docker e Kubernetes). Questi dispositivi sono progettati “secure by design”, integrano protocolli sicuri per la comunicazione e offrono la possibilità di aggiornare rapidamente software e funzioni, senza impatti negativi sulla produzione.

Il monitoraggio avanzato è la chiave per una difesa proattiva. I già citati sistemi SIEM, le soluzioni di intrusion detection e gli strumenti per l’analisi approfondita dei log consentono di raccogliere dati, individuare anomalie e reagire tempestivamente agli attacchi, prima che possano causare danni significativi.

Di seguito, nello speciale, vengono presentate soluzioni concrete sul tema, proposte da alcune delle principali aziende operanti nel settore della meccanica e dell’automazione.

BOSCH REXROTH

CYBERSECURITY INDUSTRIALE SENZA COMPROMESSI:

L’APPROCCIO OLISTICO DI BOSCH REXROTH

Nell’era della digitalizzazione, la sicurezza informatica non è più un’opzione per le industrie, ma una necessità imprescindibile. Le aziende si trovano ad affrontare un contesto sempre più complesso, in cui il rischio di attacchi informatici cresce esponenzialmente con l’aumento dell’accesso ai dati, anche da remoto.

“La crescente necessità di accesso ai dati industriali, unita alla diffusione dell’Industrial Internet of Things (IIoT), ha inevitabilmente aumentato le potenziali vulnerabilità dei sistemi. Moltissime organizzazioni hanno riconosciuto l’urgenza di adottare strumenti avanzati per proteggere le proprie infrastrutture”, spiega Carlo Mariani, Head of Product Management & Service, Automation & Electrification di Bosch Rexroth. “Oggi, la cybersecurity industriale è un tema regolamentato da normative stringenti, come le direttive europee NIS 2 e CRA (Cyber Resilient Act), che impongono a OEM e fornitori di prodotti specifici obblighi di conformità”.

Apertura e interconnessione: la chiave dell’innovazione

L’interoperabilità tra diverse tecnologie e fornitori è essenziale per garantire sistemi sempre più avanzati e performanti. “L’apertura consente una maggiore flessibilità e facilita l’integrazione di soluzioni di terze parti, offrendo ai clienti il massimo valore aggiunto”, sottolinea Mariani.

Un esempio concreto di questa filosofia è ctrlX AUTOMATION, la piattaforma di automazione aperta di Bosch Rexroth. “Abbiamo scelto di creare un ecosistema in cui aziende con competenze complementari possano contribuire con le loro soluzioni, rafforzando così il valore offerto ai clienti. Nessuno può eccellere in tutto: il vero

vantaggio competitivo nasce dalla collaborazione e dalla condivisione delle competenze”, afferma Mariani.

Cybersecurity: un approccio strutturato in tre step

Per Bosch Rexroth, garantire la sicurezza informatica significa adottare una strategia articolata su tre livelli:

1. Progettazione sicura: i prodotti vengono sviluppati secondo i principi “secure by design” e “secure by default”, ovvero con protezioni integrate sin dalla fase di produzione. “I nostri sistemi sono progettati per essere sicuri fin dall’inizio, riducendo al minimo i rischi. Questo affinché l’utente abbia a disposizione gli strumenti corretti per proteggersi e che eventuali vulnerabilità emergano solo se l’utente interviene consapevolmente modificando le impostazioni di sicurezza predefinite, a scopo di testing e per un tempo limitato, o non aggiornando i sistemi con le patch rilasciate periodicamente”, spiega Mariani.

2. Apertura e robustezza: la filosofia di Bosch Rexroth si basa su sistemi aperti che consentono agli utenti e ai partner di rafforzare ulteriormente la sicurezza. “Permettiamo a clienti e

aziende terze di intervenire direttamente sulla configurazione dei nostri prodotti, creando così un’infrastruttura ancora più resiliente agli attacchi informatici”, aggiunge Mariani.

3. Ecosistema e partnership strategiche: Bosch Rexroth collabora con i principali fornitori di applicazioni di cybersecurity, enti certificatori e consulenti specializzati per offrire ai propri clienti soluzioni di sicurezza sempre all’avanguardia. “Queste sinergie ci permettono di fornire strumenti ancora più efficaci per la protezione delle infrastrutture industriali”, afferma Mariani.

Oltre a queste strategie, Bosch Rexroth integra nei propri sistemi operativi funzionalità di sicurezza avanzate, come il monitoraggio continuo, la gestione delle policy e la crittografia delle comunicazioni.

ctrlX OS: il sistema operativo pronto per il Cyber Resilience Act

Il Cyber Resilience Act (CRA), entrato in vigore alla fine del 2024, impone alle aziende la sfida di rendere i propri prodotti digitali completamente sicuri. Il sistema operativo ctrlX OS di Bosch

Rexroth è stato sviluppato per soddisfare i requisiti del CRA e dimostra come le aziende manifatturiere possano garantirsi un futuro sicuro con questa soluzione. Il CRA richiede che i produttori progettino prodotti con componenti digitali in modo da garantire un elevato livello di cybersecurity.

“Il Cyber Resilience Act stabilisce requisiti obbligatori di cybersecurity per produttori e rivenditori durante l’intero ciclo di vita del prodotto – per tutti i prodotti connessi a un altro dispositivo o rete. Con ctrlX OS siamo già pronti per soddisfare i requisiti del CRA. I clienti possono avere fiducia che i nostri prodotti li prepareranno al futuro,” spiega Steffen Winkler, Senior VP Sales Business Unit Automation & Electrification Solutions di Bosch Rexroth. Il sistema operativo ctrlX OS, basato su Linux, è un elemento chiave nel mondo dell’automazione di Bosch Rexroth.

È progettato e configurato per essere sicuro fin dall’origine (“secure by design” e “secure by default”) ed è certificato secondo IEC 62443-4-2 SL2 da TÜV Rheinland. I dati salvati, trasferiti o elaborati sono completamente protetti. Il sistema fornisce anche una piattaforma per distribuire e applicare rapidamente e in modo affidabile le patch di sicurezza senza compromettere il funzionamento.

Il sistema operativo e il relativo ecosistema sono concepiti per l’ambiente industriale e possono essere utilizzati anche da altri fornitori sui

propri componenti di automazione. Di conseguenza, tutti i dispositivi basati su ctrlX OS – sia di Bosch Rexroth che di terze parti – soddisfano standard molto elevati in materia di cybersecurity. Per questi motivi, ctrlX OS è considerato uno dei sistemi operativi più moderni, aperti e sicuri.

Il sistema di controllo ctrlX CORE garantisce la cybersecurity

Un esempio di dispositivo ctrlX OS è il sistema di controllo ctrlX CORE, progettato per essere sicuro già appena acceso. ctrlX CORE garantisce un elevato livello di cybersecurity grazie alla conformità agli standard internazionali e alla sua architettura “secure by design”. Tutti gli accessi utente sono soggetti per impostazione predefinita a regole rigorose per le password.

Il livello di protezione può essere ulteriormente aumentato se necessario. Estensioni funzionali e aggiornamenti per la correzione delle vulnerabilità vengono forniti regolarmente tramite canali sicuri. L’accesso ai dati dei dispositivi richiede sempre autenticazione e autorizzazione. Il sistema di controllo utilizza ctrlX OS certificato IEC 62443-4-2, rispettando così gli standard più recenti in ambito cybersecurity.

Inoltre, il sistema di controllo può essere ampliato con ulteriori app di sicurezza dal ctrlX OS Store, come Security Scanner, Firewall e VPN Client. Queste applicazioni aiutano gli utenti a soddisfare i requisiti del CRA per le

proprie macchine. L’app Firewall riduce al minimo le vulnerabilità. Il client VPN garantisce una manutenzione remota sicura e l’accesso protetto ai dispositivi da reti esterne. L’accesso può essere limitato in base allo stato della macchina e all’approvazione in loco. Come parte dei controlli di accettazione delle macchine a livello di rete, il Security Scanner consente l’inventario completo di tutti i componenti e la valutazione dello stato di sicurezza dell’intera macchina. Le potenziali vulnerabilità possono così essere identificate e affrontate in modo mirato.

Retrofit: sicurezza anche per macchine esistenti

Il sistema ctrlX CORE garantisce cybersecurity sia per ambienti industriali nuovi sia esistenti.

“Per soddisfare i requisiti del CRA, soprattutto in un contesto di attacchi informatici in aumento, è essenziale proteggere anche le macchine già installate. ctrlX CORE può essere usato come gateway di sicurezza anche in soluzioni di automazione con hardware e software di terze parti per renderli sicuri. Con ctrlX CORE è possibile integrare funzioni moderne di cybersecurity anche in sistemi datati. Questo rappresenta un grande vantaggio negli ambienti brownfield,” afferma Winkler.

Concetti di sicurezza personalizzati

Bosch Rexroth supporta inoltre le aziende con servizi e consulenze completi in ambito cybersecurity. Questo include l’analisi delle minacce, le valutazioni dei rischi, gli scan di sicurezza e la formazione per lo sviluppo delle competenze IT. Insieme agli utenti vengono sviluppati e implementati concetti di cybersecurity personalizzati.

“Stiamo orientando in modo coerente tutti i prodotti e i servizi affinché le aziende rispettino i regolamenti e possano così progettare sistemi sicuri e robusti nel lungo periodo – solo in questo modo potranno essere pronte per il futuro,” conclude Winkler.

FORTINET

CYBERSECURITY INDUSTRIALE: PERCHÉ OGGI SERVE

PENSARLA COME UNA FUNZIONE STRATEGICA

Negli ultimi anni, il mondo dell’automazione industriale ha vissuto una profonda trasformazione. L’integrazione sempre più stretta tra impianti fisici e tecnologie digitali ha generato vantaggi in termini di efficienza, controllo remoto e manutenzione predittiva. Ma ha anche aperto nuovi fronti di vulnerabilità. Sistemi che prima erano isolati, i cosiddetti ambienti OT, oggi sono sempre più connessi alla rete aziendale, e quindi esposti alle stesse minacce del mondo IT. È in questo contesto che si inserisce la nuova Regolamentazione europea per le macchine (UE 2023/1230), destinata a diventare pienamente applicabile nel 2027. Tra le novità più significative, introduce l’obbligo per i costruttori di progettare macchine sicure anche dal punto di vista cibernetico. “Una svolta epocale, se pensiamo che fino a pochi anni fa la cybersecurity in fabbrica era considerata un tema “estraneo”, spesso limitato a qualche firewall o al controllo fisico degli accessi. Il nuovo regolamento chiede, in sostanza, di integrare la sicurezza informatica nel ciclo di vita della macchina. Questo significa, ad esempio, garantire che un software non possa essere alterato da remoto, che gli accessi siano tracciabili, e che la comunicazione tra i componenti sia protetta. Ma soprattutto, impone un cambio di mentalità: la sicurezza deve essere pensata fin dall’inizio”, afferma Emanuele Ermini, Business Development Manager – OT Cybersecurity di Fortinet.

Oltre al nuovo Regolamento Macchine, le aziende industriali europee devono fare i conti con la Direttiva NIS2, entrata in vigore nel 2023 e in fase di recepimento nei diversi Stati membri. La direttiva amplia il perimetro delle organizzazioni considerate “essenziali” o “importanti”, includendo molte realtà dell’automazione e della meccanica industriale. “Anche in questo caso – spiega Ermini - la chiave sarà anticipare gli obblighi. Per molte aziende, questo comporta una revisione profonda dei processi. Serve formare i progettisti, coinvolgere i fornitori, definire ruoli e responsabilità. E serve scegliere strumenti capaci di proteggere ambienti industriali eterogenei, spesso caratterizzati da sistemi legacy, protocolli proprietari e una forte esigenza di continuità operativa. Nella realtà degli impianti industriali, non esistono soluzioni “plug and play” che risolvono tutto. La complessità, la presenza di macchine vecchie, la difficoltà di aggiornare i firmware, la necessità di non interrompere mai la produzione: tutto questo richiede un approccio modulare, adattabile e specializzato”.

È per questo che Fortinet ha sviluppato un’architettura di sicurezza OT pensata per questi contesti, basata su una piattaforma integrata che copre l’intero ciclo di protezione: dalla visibilità alla segmentazione, dalla prevenzione alla risposta. Ecco come funziona:

• Visibilità e identificazione degli asset OT

Fortinet risponde con la serie di firewall FortiGate Rugged NGFW e il servizio FortiGuard OT Security, che grazie al deep packet

inspection e all’analisi di oltre 3.300 regole dei protocolli OT e 750 regole IPS specifiche per ambienti OT, consentono di mappare in tempo reale l’infrastruttura OT. La soluzione distingue dispositivi legittimi da quelli non autorizzati, offrendo oltre 1.500 regole di virtual patching per la protezione dei sistemi legacy.

• Segmentazione delle reti e contenimento delle minacce

Con i nuovi FortiSwitch Rugged 108F e 112F-POE, Fortinet estende l’offerta di switch industriali, consentendo una segmentazione di rete avanzata a livello di porta. Questi switch, integrati con FortiOS, permettono di isolare logicamente linee produttive, accessi remoti e reti IT/OT, contrastando movimenti laterali non autorizzati.

• Accesso remoto sicuro

Soluzioni come FortiPAM, FortiSRA (ora aggiornato con nuove funzionalità di gestione delle credenziali e dei segreti per ambienti OT), FortiClient e FortiToken, per garantire un accesso remoto protetto, controllato e tracciabile anche in scenari distribuiti o ad alta criticità.

• Rilevamento e risposta automatizzata

Il rafforzamento delle capacità SecOps per l’OT si traduce in aggiornamenti a FortiAnalyzer 7.6, FortiDeceptor 6.1 e FortiNDR Cloud, ora in grado di supportare anche protocolli OT nel threat hunting. La versione on-prem di FortiNDR introduce una vista basata sul Purdue Model e un inventario avanzato che include mappature OT e il framework Mitre ATT&CK for ICS, facilitando il rilevamento e la risposta automatica agli attacchi.

• Supporto per sistemi legacy e virtual patching

Attraverso il servizio FortiGuard OT Security, Fortinet offre un’ampia copertura di virtual patching, intercettando e bloccando exploit noti prima che raggiungano i dispositivi vulnerabili, proteggendo anche i sistemi OT non aggiornabili.

• Integrazione e orchestrazione

Tutti gli elementi dell’offerta OT di Fortinet sono integrati nella piattaforma Fortinet Security Fabric, che assicura una gestione unificata, scalabile e coerente di tutto l’ambiente IT e OT, semplificando la compliance, migliorando la visibilità e abilitando automazioni intelligenti basate su AI.

“Pensare di arrivare al 2027 “facendo in tempo” è rischioso. I cicli di sviluppo di una macchina durano anni. Le modifiche ai processi produttivi richiedono tempo, test, formazione. Ma non è un processo da affrontare in emergenza: è un percorso, che molte aziende stanno già iniziando. Non si tratta solo di compliance normativa, ma di ripensare le basi della sicurezza operativa in fabbrica. Per farlo servono strumenti adeguati, ma anche una visione integrata e realistica. E, soprattutto, un partner tecnologico che conosca da vicino la realtà degli impianti industriali”, conclude Ermini.

Emanuele Ermini

PROTEZIONE DEI DATI E TECNOLOGIA DOCKER: IL CUORE

INTELLIGENTE DELLA PIATTAFORMA DI AUTOMAZIONE G-MATION

La digitalizzazione dei processi produttivi apre nuove sfide per il mercato: l’Industrial Internet of Things offre infatti importanti opportunità per migliorare l’efficienza e ottimizzare la produttività di macchine e linee, a condizione che l’integrazione nelle infrastrutture di Information Technology di fabbrica delle piattaforme di automazione sia sicura, semplice e flessibile. Sotto questo profilo, è essenziale che queste ultime siano concepite per soddisfare i requisiti dettati dalle nuove normative di cybersecurity, come la Direttiva NIS2, già in vigore, o il Nuovo Regolamento Macchine ed il Cyber Resilience Act, che entreranno in vigore nel 2027. In termini di semplicità, invece, l’utilizzo di protocolli standard, tipici del mondo IT, consente alle macchine automatiche di parlare la lingua di applicativi di supervisione, di controllo della produzione (es. MES) e gestionali (es. ERP).

Infine, la flessibilità si declina, da un punto di vista pratico, nel poter installare nuovi applicativi sulle macchine senza modificare una riga di codice.

In questo scenario, Gefran risponde alle esigenze dei costruttori di macchine con la nuova piattaforma di automazione programmabile G-Mation. Il cuore della piattaforma è l’innovativo PLC G-Mation P6, un dispositivo da interno quadro che unisce le funzionalità di un controllore di processo a quelle di un edge device

In quest’ultima veste, G-Mation P6 supporta gli standard di comunicazione MQTT, OPC UA e Euromap, ai quali si aggiungono database SQL/ non-SQL e versatili interfacce di configurazione della comunicazione in modalità “low-code/no-code”. In più, il PLC implementa agent VPN per garantire connessioni di rete sicure, senza necessità di gateway esterni.

Spiega Marco Svara, Chief Technology Officer di Gefran: “Il PLC gioca un ruolo chiave per la cybersecurity, soprattutto quando abilita dati verso il cloud e non è disintermediato da internet attraverso un gateway o un altro dispositivo IT/OT di campo. In tale ottica, G-Mation P6 è stato concepito per raggiungere il Security Level richiesto dall’applicazione, per implementare tutte le regole di sicurezza richieste dall’utilizzatore finale e soprattutto per essere aggiornabile in campo con la massima sicurezza” e aggiunge “Sin dall’inizio, cybersecurity e implementazione della tecnologia Docker sono stati al centro del progetto G-Mation. Oggi, Gefran offre ai suoi partner una piattaforma docker-centrica, tale da consentire l’installazione sicura di nuove applicazioni senza che sia necessario modificare in alcun modo il codice di controllo della macchina”

L’architettura Docker, infatti, permette di integrare innumerevoli funzionalità sotto forma di app, esattamente come nel caso di tablet e smartphone. Quest’ultima è stata disegnata per non aver alcun impatto sulle performance di controllo di processo. Molte delle funzionalità di configurazione e diagnostica del PLC sono implementate sotto forma

di app, con la possibilità di aggiungere nuove feature attraverso un’interfaccia web dedicata. Tra gli applicativi già disponibili, spiccano i template specifici per estrusione, soffiaggio e iniezione, frutto della consolidata expertise di Gefran nel settore della lavorazione della plastica. Tali template sono facilmente configurati sulle principali tipologie di macchine presenti sul mercato, siano esse elettriche, ibride o idrauliche.

In qualità di controllore di processo, P6 è in grado di gestire due reti EtherCAT separate, supportando anche topologie di rete ad anello, stella e albero.

La compatibilità con applicazioni esistenti è garantita dalla disponibilità sul PLC anche di master CanOpen e Modbus

Infine, il PLC è dotato di web server integrato per la generazione delle pagine html visualizzabili su pannelli browser o postazioni di supervisione, ma anche su qualsiasi PC o tablet di controllo e monitoraggio. La visualizzazione tramite pagine html è complementare rispetto all’utilizzo delle tradizionali pagine Java, che garantiscono la continuità con tutto il portafoglio di applicazioni già sviluppate con piattaforme di automazione Gefran.

“Proliferazione delle fonti di dati, nuove architetture di automazione, migrazione verso standard di comunicazione IT, integrazione verso il cloud, applicazioni dell’intelligenza artificiale: i trend in corso rappresentano una sfida per i costruttori di macchine. Per questo crediamo che semplificare la complessità sia la chiave per ottimizzare produttività ed efficienza. La piattaforma G-Mation, di cui P6 rappresenta l’elemento più recente, assolve a queste esigenze con una soluzione scalabile, modulare e interoperabile, in grado di semplificare l’accesso all’intelligenza di fabbrica” conclude Svara.

LAPP E LA SFIDA DELLA CYBERSECURITY OT: TECNOLOGIE, CONSULENZA

E PROTEZIONE INTEGRATA

Normative come il nuovo Regolamento

Macchine e il Cyber Resilience Act promuovono un approccio di “Security by Design”, sottolineando come la sicurezza informatica sia ormai un prerequisito per garantire anche la sicurezza operativa.

Secondo quanto emerso durante il convegno “OT Cybersecurity. Mettiamola in pratica!” promosso dal Consorzio PI Italia, gli attacchi ai sistemi OT sono raddoppiati, mentre a livello globale si è registrato un incremento del 27,4% degli attacchi informatici nel solo 2025. In Italia, l’aumento è stato del 15% rispetto all’anno precedente. Particolarmente allarmante è il dato relativo agli attacchi ransomware contro realtà industriali, cresciuti dell’87%. Inoltre, Non è più possibile parlare di “safety” (sicurezza funzionale dell’uomo e della macchina) senza considerare la “security” (protezione dagli attacchi informatici), poiché un’intrusione può compromettere, ad esempio, le barriere di sicurezza fisiche e mettere a rischio anche gli operatori. Di fronte a questo scenario, è imprescindibile adottare un approccio consapevole, affidandosi a partner esperti in grado di affiancare le aziende nel percorso di messa in sicurezza.

L’approccio di LAPP -Leader globale nelle soluzioni integrate e nei prodotti per la tecnologia di cablaggio e connessione - parte dalla consulenza, supportando i clienti nella migrazione verso soluzioni avanzate e nell’adeguamento alle normative emergenti sulla cybersecurity, per implementare le migliori pratiche di sicurezza e integrare nuove tecnologie.

L’obiettivo è fornire non solo componenti adeguati alle

norme, ma anche il know-how e il supporto necessari lungo l’intero percorso di trasformazione digitale. Vengono quindi affiancati prodotti progettati con logiche “security by design” a servizi completi di assessment delle reti, condotti con il supporto di consulenti esperti.

Le soluzioni LAPP per la cybersecurity industriale

All’interno dell’ampio portafoglio prodotti LAPP, sono disponibili soluzioni specificamente progettate per sostenere l’integrazione sicura tra IT, OT e ambienti produttivi. Oltre ai sistemi per trasmissione dati Ethernet ETHERLINE®, ai connettori EPIC DATA® e alle patch ETHERLINE® PATCH, LAPP offre una serie di componenti attivi:

• ETHERLINE® Access NF04T Nat/ Firewall, per comunicazioni più sicure

La linea Etherline Access NF04T Nat/ Firewall, combina la doppia funzionalità di Routing (Layer3) e Switching (Layer2), con firewall integrato al fine di rendere sicure le comunicazioni tra diverse reti IP aziendali. Oltre alla funzione nativa di Switch infatti, il Network Address Translation (NAT) consente a questi dispositivi di effettuare la mappatura statica 1:1 di un indirizzo IP interno della Lan ad un indirizzo IP esterno della Wan. Diversi i benefici garantiti: da un lato, gli OEM possono produrre macchine con lo stesso indirizzo IP, senza dover configurare ad hoc la rete del cliente finale e, dall’altro, Nat 1:1 assicura un’ottimizzazione dei tempi e dei costi d’installazione, senza dover adattare gli indirizzi IP già utilizzati. In altre parole, la

comunicazione può avvenire sia da rete

Lan che rete Wan rendendo non necessari protocolli dedicati.

• ETHERLINE® ACCESS: connettività sicura e segmentazione di rete

La gamma ETHERLINE® ACCESS di LAPP comprende una serie completa di Switch Managed, inclusi modelli certificati per reti PROFINET®. Si tratta di componenti pensati per segmentare e proteggere la rete e il controllo del traffico dati, permettendo di monitorare e gestire le comunicazioni in modo centralizzato riducono la superficie d’attacco e limitano il rischio di propagazione delle minacce tra i nodi di rete.

• UNITRONIC® ACCESS: intelligenza decentralizzata e diagnostica a livello di campo

La nuova famiglia di remote I/O multiprotocollo di LAPP, UNITRONIC® ACCESS supporta la tecnologia IO-Link per una comunicazione bidirezionale fino al livello di campo. Questa gamma rappresenta una risposta concreta al crescente trend verso l’intelligenza decentralizzata nell’automazione industriale.

Dal punto di vista della cybersecurity, UNITRONIC® ACCESS gestisce lo standard Syslog definito nella RFC 5424, che consente ai dispositivi di rete e ai sistemi di inviare messaggi di log a un server centralizzato. Syslog supporta diversi protocolli di trasporto: oltre a UDP, anche TCP e TLS per maggiore sicurezza e affidabilità. Inoltre, facilita l’integrazione con sistemi SIEM e strumenti di monitoraggio ed è utile per implementare un’analisi automatica dei log. Gli utilizzi più comuni di Syslog sono il monitoraggio della sicurezza (e.g. intrusion detection), audit e compliance, diagnostica e troubleshooting, e centralizzazione dei log da dispositivi di rete (router, switch, firewall).

LAPP
UNITRONIC

RELATECH-EFA

DIGITAL TWIN E CYBERSECURITY: IL PROGETTO EMPHASIS EVOLUTION

EMPHAsis Evolution è un progetto sviluppato da Relatech, attraverso il suo polo di ricerca della sede di Rende in stretta collaborazione con l’Università della Calabria nell’ambito del Bando Ingegno della Regione, volto a rafforzare la cybersecurity nelle aziende e nelle istituzioni attraverso l’uso del Digital Twin.

Basato sul concetto di “honeypot”, ambiente apparentemente vulnerabile per attrarre gli hacker, è possibile osservare e registrare le attività malevoli. Il progetto presuppone, quindi, la creazione di una piattaforma che replica virtualmente un sistema di produzione per consentire il monitoraggio e la prevenzione da potenziali attacchi informatici. Con l’avvento dell’Industria 5.0 e la conseguente convergenza IT/OT nonché la diffusione dell’Industrial IoT, che presuppone una maggiore apertura verso l’esterno, le reti industriali sono state esposte a nuove minacce. Molte infrastrutture di rete, progettate per rispondere a obiettivi di produttività piuttosto che di sicurezza, presentano vulnerabilità significative. EMPHAsis Evolution affronta questa problematica offrendo soluzioni mirate alla protezione dei sistemi industriali, riducendo i rischi operativi e garantendo la continuità delle attività produttive.

EMPHAsis Evolution: obiettivi e risultati

grazie a nuove tecnologie e metodologie avanzate, che ne hanno dimostrato applicabilità in contesti reali.

Prospettive future

In conclusione, il progetto Emphasis permette la realizzazione, in tempi rapidi, di un Digital Twin di una qualsiasi struttura informatica o industriale. Creando un honeypot ed esponendolo in rete si preserva l’infrastruttura reale, ottenendo chiari benefici per l’azienda in caso di attacco informatico.

Il progetto ha già dimostrato la sua efficacia: gli attacchi rilevati sui gemelli digitali di Emphasis Evolution hanno confermato la validità del modello.

Il prossimo passo è l’ulteriore sviluppo della piattaforma, con l’obiettivo di rendere il sistema ancora più flessibile e adattabile a contesti industriali complessi.

Emphasis Evolution rappresenta un passo significativo nella protezione delle infrastrutture industriali, offrendo una soluzione innovativa per contrastare le minacce sempre più sofisticate del panorama digitale.

Il partner giusto per la cybersecurity

Il progetto EMPHAsis Evolution è nato sotto forma di prototipo sperimentale in seguito a una collaborazione tra il Gruppo Relatech e il Dipartimento DIMES dell’Università della Calabria, sulla base di uno studio che teorizzava lo sviluppo di un sistema di difesa cybersecurity fondato sul concetto di “honeypot”.

Quella dell’honeypot - letteralmente barattolo di miele – è una tecnica molto utilizzata in cybersecurity e consiste nella creazione di una vera e propria esca progettata per attirare i cybercriminali, permettendo agli analisti della sicurezza di raccogliere informazioni sulla loro identità, sui metodi di attacco e sugli strumenti che utilizzano. Inizialmente, l’obiettivo primario del progetto era creare un Digital Twin di un sistema industriale, appositamente reso vulnerabile ad attacchi informatici, così da osservare e registrare le attività degli hacker. Una volta raccolti questi dati, lo studio avrebbe permesso di sfruttare tutte le informazioni acquisite per implementare strategie di difesa efficaci. Una volta raggiunto questo obiettivo con la realizzazione del primo prototipo della piattaforma Emphasis, l’evoluzione finale – e naturale - del progetto è stata quella di incrementarne il livello di maturità tecnologica, estendendone l’architettura per trasformarla in una soluzione industriale, quindi uno strumento fruibile da aziende e istituzioni che desiderano investire in soluzioni di cybersecurity innovative, da affiancare ai meccanismi di sicurezza già in essere nelle loro realtà. Le principali innovazioni apportate hanno riguardato gli ambiti della progettazione e della sicurezza informatica, finalizzate al miglioramento della capacità di rilevamento e risposta alle minacce,

Relatech, nata come software house nel 2001, è oggi il player di riferimento per la digital transformation delle imprese, grazie a elevate competenze e know-how costantemente arricchiti attraverso una crescita strategica, supportata da una serie di acquisizioni di aziende che oggi fanno parte del Gruppo, specializzate nelle Digital Enabler Technologies, quali AI, Cloud e nella cybersecurity IT/OT. E proprio in quest’ultimo ambito, Relatech dispone di soluzioni per garantire i massimi livelli di sicurezza informatica.

ReSOC, il Security Operation Center di Relatech, rappresenta una risposta completa per la protezione delle reti aziendali. Tramite questo centro operativo viene fornito monitoraggio continuo e prevenzione delle minacce, aiutando le imprese a prevenire attacchi malevoli e a risolvere rapidamente gli incidenti. Localizzato a Cinisello Balsamo e attivo 24/7, ReSOC è progettato per supportare aziende di ogni dimensione e settore.

Nell’ampia offerta di soluzioni end-to-end che Relatech, insieme alla sua controllata EFA Automazione, propone alle aziende manifatturiere troviamo anche la linea di Anybus Defender di HMS Networks, partner storico di EFA Automazione. Gli Anybus Defender sono dispositivi di sicurezza progettati per proteggere le reti industriali da minacce informatiche. La serie offre un firewall specifico per le reti OT, con soluzioni scalabili che vanno da piccoli ambienti produttivi a grandi installazioni. Sono conformi agli standard ISA/IEC 62443-3-3 e offrono funzionalità come la segmentazione della rete, l’ispezione approfondita dei pacchetti (DPI) e il filtraggio del traffico.

INDUSTRIAL SECURITY E SAFETY SECONDO PILZ: UN

APPROCCIO UNICO PER LA PROTEZIONE INTEGRATA

NELL’AUTOMAZIONE

In un mondo industriale sempre più digitalizzato e interconnesso, la sicurezza non riguarda più solo i sistemi IT, ma investe in modo crescente anche gli ambienti di produzione (OT). Oggi l’Industrial Security è un requisito imprescindibile per tutelare la continuità operativa, la sicurezza degli operatori e la protezione dei dati. La trasformazione digitale, infatti, espone macchine e impianti a rischi legati a cyberattacchi, manomissioni intenzionali o manipolazioni involontarie, con impatti potenzialmente gravi sia sulla produzione sia sulla safety. In quest’ottica, il principio è chiaro: non esiste safety senza security, e senza safety non c’è protezione per l’essere umano.

Un quadro normativo sempre più stringente

La crescente consapevolezza del rischio ha portato l’Unione Europea a rafforzare il quadro legislativo. A partire da

gennaio 2027 entrerà in vigore il nuovo Regolamento Macchine (RM) 2023/1230, che riguarderà tutte le aziende che vorranno importare o utilizzare macchine all’interno dell’UE.

Questo regolamento introduce, tra gli altri aspetti, l’obbligo di implementare misure di Industrial Security per proteggere le macchine da qualsiasi alterazione che possa compromettere il funzionamento o la sicurezza. L’Industrial Security diventa così una responsabilità esplicita del Management, che deve garantirne l’integrazione nella strategia aziendale e nei processi produttivi.

Oltre al RM, anche altre normative come la Direttiva NIS-2 sulla sicurezza delle reti e delle informazioni e il Cyber Resilience Act (CRA) impongono requisiti di cybersecurity a livello di sistemi, componenti e prodotti digitali installati sulle macchine. Tuttavia, l’attuazione di questa legislazione è ancora in evoluzione: diverse norme armonizzate

sono in fase di definizione.

La digitalizzazione impone un cambio di mentalità

Il collegamento in rete e la digitalizzazione delle macchine generano nuove vulnerabilità, rendendo necessaria una nuova cultura della sicurezza. È infatti fondamentale comprendere che la security non tutela solo i dati informatici, ma è anche la garanzia dell’affidabilità delle misure di safety. Security e safety sono quindi due facce della stessa medaglia, e devono essere progettate e gestite in modo integrato.

Pilz: un unico fornitore per safety e security

Pilz, azienda leader nell’automazione sicura, ha sviluppato una offerta completa per supportare costruttori e operatori di macchine nell’affrontare le sfide della Industrial Security. L’azienda

è direttamente coinvolta nei lavori di normazione sia in ambito safety sia security, contribuendo a definire standard internazionali e offrendo alle imprese la propria consulenza per raggiungere gli obiettivi di conformità e protezione.

Pilz affianca i propri clienti con un mix di corsi di formazione, servizi di consulenza e soluzioni tecnologiche integrate, trasferendo competenze pratiche e know-how normativo per garantire la protezione efficace di uomo, macchina e dati.

Formazione mirata per una cultura della sicurezza

Per colmare il gap di conoscenze tecniche e normative, Pilz propone percorsi formativi dedicati. Tra questi:

• Corso “Fondamenti di Industrial Security”: di livello propedeutico, fornisce ai partecipanti la terminologia base, i requisiti normativi e le nozioni fondamentali sulla cybersecurity nel contesto dell’automazione industriale. Si approfondiscono le minacce alla security, le misure di protezione da adottare, le differenze tra IT e OT e il loro impatto sulla sicurezza delle macchine. Sono previsti esempi pratici e best practice applicabili alla valutazione dei rischi nel proprio ambiente produttivo. Al termine, i partecipanti sono in grado di integrare la Industrial Security già nella fase di progettazione dei nuovi impianti.

• Corso “Certified Expert for Security in Automation (CESA)”: fornisce strumenti avanzati per l’implementazione di efficaci misure organizzative e tecniche all’interno delle reti di automazione industriale. Rilascia un attestato riconosciuto a livello internazionale dal TÜV NORD, attestante le competenze specifiche acquisite.

Industrial Security Consulting Service (ISCS): un approccio olistico

Pilz ha strutturato l’Industrial Security Consulting Service (ISCS),

un servizio internazionale che integra safety e security in un’unica strategia. Basato sulle norme IEC 62443, l’ISCS si articola in quattro moduli:

1. Analisi delle esigenze di protezione – Identificazione degli asset critici e definizione degli obiettivi di protezione.

2. Valutazione del rischio – Analisi delle minacce e probabilità di accadimento su tutto il ciclo di vita delle macchine e impianti.

3. Sviluppo del concept di Industrial Security – Definizione di strategie, policy e misure tecniche e organizzative per prevenire attacchi, manipolazioni e usi impropri.

4. Verifica del sistema – Controllo dell’efficacia delle contromisure implementate.

Questo approccio consente alle aziende di prepararsi al meglio alle sfide della Industrial Security e di garantire la conformità alle disposizioni legislative più recenti.

L’ISCS, oltre a mitigare i cyberattacchi, contribuisce a ridurre il numero di incidenti di sicurezza dovuti a errori o comportamenti involontari, assicurando così maggiore disponibilità operativa delle macchine e una gestione più efficiente dei costi.

Soluzioni tecnologiche

integrate: Identification and Access Management e Firewall industriale Accanto alla consulenza e alla formazione, Pilz propone soluzioni tecnologiche dedicate alla gestione degli accessi e alla protezione perimetrale delle reti industriali:

• Identity and Access Management (IAM) – Pilz offre prodotti come il PITreader e il sistema PITmode fusion, che consentono la selezione sicura della modalità operativa e la gestione delle autorizzazioni in base ai livelli di competenza degli operatori. Ogni utente dispone di un transponder RFID codificato, che definisce con precisione chi può operare sulla macchina e in quali modalità, riducendo il rischio di interventi non autorizzati o manomissioni involontarie. L’integrazione con sistemi modulari di protezione fisica, come i ripari mobili, crea un concept coerente e completo di safety e security.

• Industrial Firewall SecurityBridge – Supervisiona il traffico dati tra PC e sistemi di controllo, riducendo le superfici d’attacco e proteggendo da interventi esterni o manomissioni. È compatibile sia con sistemi Pilz sia con sistemi di controllo di terzi.

La security non è più facoltativa Oggi la security non è più opzionale, ma un obbligo di legge sancito da normative come il Regolamento Macchine, il Cyber Resilience Act e la direttiva NIS-2. Va integrata già in fase di progettazione delle macchine, perché interventi successivi risultano costosi e complessi. Per questo costruttori e operatori devono agire subito, sviluppando competenze e strategie mirate, con il coinvolgimento diretto del Management.

Pilz si propone come partner globale per accompagnare le aziende in questo percorso, offrendo un approccio integrato di safety e security, essenziale per garantire continuità operativa, sicurezza degli operatori e conformità normativa in un’industria sempre più digitalizzata.

Firewall SecurityBridge

CINQUE STRATEGIE PER UN APPROCCIO

ALLA SICUREZZA OT

RESILIENTE

Nuove tecnologie come l’Industrial Internet of Things (IIoT), il cloud computing e l’intelligenza artificiale oggi consentono di incrementare significativamente produttività ed efficienza. Tuttavia, contribuiscono anche ad ampliare la superficie d’attacco, creando nuovi punti di accesso per i cybercriminali. Il numero crescente di dispositivi connessi, che raggiungerà i 25 miliardi entro la fine del 2025 insieme alla convergenza dei sistemi IT e OT e alla diffusione del lavoro da remoto, ha aumentato in modo significativo il rischio di attacchi negli ambienti OT.

Un recente rapporto di Palo Alto ha rilevato che quasi il 70% delle organizzazioni ha subito, nell’ultimo anno, un sofisticato attacco informatico nei propri ambienti OT. Questo dato dimostra che le misure di sicurezza tradizionali non sono più sufficienti. È necessario adottare un approccio proattivo e multilivello, capace di affrontare le sfide specifiche degli ambienti OT. Ciò significa implementare nuove tecnologie, come il rilevamento delle minacce potenziato dall’AI e l’automazione, sviluppare framework di sicurezza completi, formare il personale e promuovere una solida cultura della sicurezza, affinché la cybersecurity diventi una componente essenziale della resilienza operativa. È fondamentale comprendere che la sicurezza informatica non è solo una questione IT, ma un elemento chiave anche per la continuità e la resilienza degli ambienti OT.

Di seguito, vengono presentate cinque strategie pratiche per prepararsi al futuro della sicurezza OT:

• Adozione di un approccio programmatico

• Sicurezza degli endpoint

• Sfruttare l’intelligenza artificiale e l’automazione

• Implementare un sistema di accesso remoto sicuro

• Sviluppare un piano completo di asset management

Queste strategie, basate sulle best practice di settore e su casi d’uso reali, rappresentano una roadmap per le organizzazioni che desiderano rafforzare la propria postura di sicurezza OT e proteggere i propri asset critici, ora e in futuro.

Adozione di un approccio programmatico

Un approccio strutturato e programmatico alla sicurezza OT è essenziale per costruire una solida difesa contro le minacce informatiche. Il NIST Cybersecurity Framework (CSF) aiuta a creare un programma di sicurezza OT completo che copre i diversi aspetti critici, dall’identificazione e la protezione degli asset al rilevamento delle minacce, alla risposta e al ripristino.

Implementando framework come il NIST CSF, le aziende possono quantificare i benefici, ad esempio una riduzione misurabile dell’esposizione al rischio, che si traduce in risparmi sui costi legati a potenziali downtime o violazioni dei dati. Questo approccio strutturato aiuta anche a dimostrare la due diligence nei confronti degli stakeholder e a rispettare i requisiti di conformità

sempre più rigorosi.

Azioni chiave:

• Adozione di un framework: utilizzate framework standard di settore come il NIST CSF per definire le vostre iniziative per la sicurezza OT. Questi framework forniscono un approccio strutturato alla gestione e alla riduzione dei rischi di sicurezza informatica.

• Copertura completa: assicuratevi che il vostro programma affronti tutti gli aspetti della sicurezza, inclusi persone, processi e tecnologie. Questo approccio olistico contribuisce a creare una postura di sicurezza equilibrata e resiliente.

• Miglioramento continuo: rivedete e aggiornate regolarmente il vostro programma di sicurezza per gestire le nuove minacce e le nuove tecnologie. Il miglioramento continuo --consente di evolversi, in linea con la continua evoluzione del panorama delle minacce.

Sicurezza degli

endpoint

Gli endpoint, come sensori, controllori e workstation, sono spesso i punti più vulnerabili in un ambiente OT. Proteggerli è fondamentale per salvaguardare gli asset OT dagli attacchi informatici. Un esempio di sicurezza degli endpoint è il risultato della nostra collaborazione con un’importante azienda elettrica nordamericana. L’azienda voleva ridurre rapidamente il rischio di vulnerabilità degli endpoint. L’implementazione di misure di sicurezza sugli endpoint ha permesso all’impianto di ottenere visibilità sugli asset. Ciò ha permesso una gestione proattiva delle vulnerabilità e una minore esposizione al rischio. Ha anche facilitato l’identificazione e la rimozione di vari account inattivi che avrebbero potuto rappresentare un potenziale rischio. Azioni chiave:

• Strumenti di protezione degli endpoint: implementate sistemi anti-malware, antivirus e altri strumenti di protezione per proteggere i vostri dispositivi da software dannosi.

• Configurazioni sicure: aggiornate regolarmente e proteggete le configurazioni di tutti gli endpoint. Disabilitate i servizi non necessari e verificate che tutti i dispositivi siano configurati seguendo i principi delle best practice.

• Gestione patch: mantenete un rigoroso processo di gestione delle patch in modo che i dispositivi siano aggiornati con le patch di sicurezza più recenti. Un aggiornamento regolare aiuta a ridurre le vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate dagli aggressori.

Sfruttare i sistemi AI e l’automazione

L’intelligenza artificiale e l’automazione sono ottimi strumenti per migliorare la sicurezza OT, poiché aiutano a rilevare le minacce, ad automatizzare la risposta e a gestire grandi volumi di dati in modo efficiente. Queste tecnologie forniscono informazioni predittive e semplificano le operazioni di sicurezza.

Azioni chiave:

• Strumenti basati sull’AI: investite in strumenti di sicurezza informatica basati sull’intelligenza artificiale per migliorare il rilevamento e la risposta. I sistemi AI aiutano a rilevare “pattern” comportamentali e anomalie che possono indicare un attacco informatico.

• Automazione: automatizzate le attività di sicurezza ripetitive e dispendiose in termini di tempo per liberare risorse preziose. L’automazione aiuta in aree come l’analisi dei registri, la risposta agli incidenti e la gestione delle vulnerabilità.

• Manutenzione predittiva: utilizzate l’intelligenza artificiale per la manutenzione predittiva e per identificare e gestire potenziali vulnerabilità prima che diventino un problema serio. Questo approccio consente di gestire in modo proattivo lo stato generale e la sicurezza degli asset OT.

Implementare un sistema di accesso remoto sicuro Il lavoro da remoto, accelerato dalla pandemia da COVID-19, ha introdotto nuove sfide per la sicurezza. Mantenere un accesso remoto sicuro è essenziale per proteggere la vostra azienda da potenziali violazioni e mantenere l’integrità operativa. Azioni chiave:

• VPN e MFA: assicuratevi che coloro che operano da remoto utilizzino le reti private virtuali (VPN) e l’autenticazione multifattore (MFA) per un accesso sicuro. Queste misure forniscono un ulteriore livello di sicurezza crittografando i dati e richiedendo più forme di verifica.

• Reti domestiche protette: istruite i dipendenti su come proteggere le reti domestiche ed evitare il Wi-Fi pubblico per attività lavorative. Le reti domestiche protette sono meno vulnerabili agli attacchi.

• Accesso di terze parti: implementate politiche e procedure rigorose per i fornitori terzi che accedono alla vostra rete per garantire che seguano i vostri protocolli di sicurezza. Gli accessi

di terze parti devono essere monitorati attentamente e controllati per evitare accessi non autorizzati.

Sviluppare un piano completo di asset management

Una gestione efficace degli asset è fondamentale per la sicurezza OT. Sapere quali sono gli asset della vostra rete, le loro configurazioni e le loro vulnerabilità è cruciale per creare un ambiente sicuro.

Azioni chiave:

• Inventario degli asset: mantenete un inventario dettagliato e aggiornato di tutti gli asset OT. Ciò aiuta a identificare e gestire i dispositivi presenti nella vostra rete.

• Audit periodici: eseguite degli audit periodici per rilevare e correggere eventuali discrepanze o falle di sicurezza. Gli audit aiutano a garantire che tutti gli asset siano gestiti e protetti correttamente.

• Gestione delle vulnerabilità: implementate un solido piano di gestione delle vulnerabilità per monitorare e mitigare continuamente i rischi associati ai vostri asset. Un piano di gestione delle vulnerabilità aiuta a definire le priorità e ad affrontare le vulnerabilità in base alla loro criticità.

Proteggete il vostro futuro con strategie OT proattive e complete

Prepararsi al futuro della sicurezza OT richiede un approccio proattivo e completo. Adottando un approccio programmatico, concentrandosi sulla sicurezza degli endpoint, sfruttando l’intelligenza artificiale e l’automazione, implementando sistemi di accesso remoto sicuro e sviluppando un piano completo di asset management, le aziende possono migliorare significativamente la loro postura di sicurezza e ridurre i rischi in modo efficace. Adottare queste strategie vi aiuterà a gestire al meglio la sicurezza del vostro ambiente OT e ad essere resilienti in un panorama di minacce sempre nuove e sofisticate.

Smart Factory: tecnologie, dati e resilienza per la manifattura

NEGLI ULTIMI ANNI, L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA HA AFFRONTATO TRASFORMAZIONI PROFONDE. DISCONTINUITÀ NELLE FORNITURE E NELLA SUPPLY CHAIN, MUTAMENTI GEOPOLITICI, INSTABILITÀ DELLA DOMANDA E CRISI SANITARIE HANNO COSTRETTO LE IMPRESE A RIPENSARE LE MODALITÀ CON CUI PROGETTANO, PRODUCONO E DISTRIBUISCONO VALORE. IN QUESTO SCENARIO, LA RISPOSTA PRENDE FORMA IN UN NUOVO PARADIGMA: QUELLO DELLA SMART FACTORY. UNA FABBRICA CHE NON È SOLO AUTOMATIZZATA, MA ANCHE INTERCONNESSA, ADATTIVA E PREDITTIVA. UN ECOSISTEMA DINAMICO CHE UNISCE DIGITALE, VIRTUALE E FISICO, DOVE LE TECNOLOGIE ABILITANTI COLLABORANO IN UN’OTTICA DI CONTINUITÀ OPERATIVA E COMPETITIVITÀ

Di Federico Marguati - Dassault Systèmes; Isabella Smeraldi - AFIL

L’L’automazione industriale è ormai un concetto consolidato. Le linee produttive sono robotizzate, i processi efficientati, e un elevato volume di dati è a disposizione. Tuttavia, la reale sfida è trasformare questi dati in conoscenza utile e condivisa. Spesso i dati rimangono isolati nei rispettivi sistemi (gestionali, CRM, produzione, qualità, logistica, R&D) senza una correlazione che permetta di avere una visione d’insieme.

Questa frammentazione limita la capacità decisionale e non permette una risposta rapida e proattiva alle frequenti fluttuazioni del mercato e alle esigenze in continua evoluzione dei clienti. Per colmare questo divario è necessario integrare il controllo della produzione (MESMOM) con la pianificazione avanzata (APS), abilitando flussi decisionali agili e basati su informazioni affidabili e in tempo reale.

Il ruolo delle piattaforme digitali

La Smart Factory è resa possibile da piattaforme digitali che connettono l’intera supply chain, ossia la catena di approvvigionamento. La piattaforma 3DEXPERIENCE di Dassault Systèmes è un esempio concreto di questo approccio. Essa consente a tutti gli attori del processo produttivo di collaborare su un’unica base dati, facilitando la tracciabilità, la simulazione e il miglioramento continuo. Il Virtual Twin (in italiano, gemello virtuale) è uno strumento cruciale per questo ecosistema: permette infatti di creare una copia virtuale fedele e dinamica di impianti, processi e prodotti. Le aziende possono provare modifiche, verificarne le conseguenze, anticipare problemi e simulare scenari alternativi, con evidenti vantaggi in termini di resilienza e time-to-market. Questo approccio è stato adottato, ad esempio, nel settore automo -

bilistico per simulare la riconversione di una linea verso nuovi modelli di veicoli elettrici, riducendo in modo significativo i tempi di setup e di rilascio dei prodotti sul mercato.

Realtà aumentata e collaborazione operativa

Nella Smart Factory, anche l’interfaccia uomo-macchina si evolve. Grazie alla realtà aumentata, gli operatori possono visualizzare in tempo reale istruzioni di lavoro, dati e modelli 3D direttamente sul campo, migliorando qualità, sicurezza e velocità operativa. DELMIA Augmented Experience di Dassault Systèmes permette, ad esempio, di integrare ingegneria e produzione: ciò che viene progettato è immediatamente fruibile e validabile in produzione, e viceversa.

Questo riduce il numero di rilavorazioni, migliora il controllo qualità e velocizza l’inserimento di nuove risorse. Un caso emblematico riguarda una gigafactory specializzata in batterie per la mobilità elettrica, dove la realtà aumentata è stata impiegata per l’ispezione visiva dei moduli durante l’assemblaggio, riducendo del 30% i tempi di controllo e quasi azzerando gli errori umani.

Supply chain dinamica e simulazione di scenari

La capacità di adattare rapidamente la produzione alle fluttuazioni della domanda è un fattore chiave per ogni organizzazione.

I moderni strumenti di simulazione e pianificazione collaborativa consentono alle imprese di modellare la propria supply chain, simulare varianti di processo e pianificare risposte rapide a eventi esterni. Un’azienda può così valutare in anticipo cosa comporterebbe un ritardo nella fornitura di materie prime o un cambiamento normativo su uno specifico componente. L’utilizzo di una supply chain digitale consente anche un bilanciamento dinamico tra produzione interna e outsourcing, aumentando la resilienza e riducendo gli sprechi.

Smart Factory e sostenibilità

Una Smart Factory può abilitare la Green Factory. L’uso del gemello virtuale

permette di valutare l’impatto ambientale di un prodotto o processo prima ancora che venga realizzato fisicamente.

Questo consente di ridurre consumi energetici, minimizzare scarti e razionalizzare risorse. Le tecnologie di Dassault Systèmes sono già state adottate per ottimizzare la logistica interna di stabilimenti produttivi in ottica low-emission, e per simulare la circolarità dei materiali nel fine vita del prodotto. In un contesto in cui gli obiettivi ESG (Environmental, Social e Governance) sono sempre più rilevanti anche per l’accesso a capitali e incentivi, la Smart Factory diventa anche un driver di valore economico oltre che ambientale.

Il Cluster AFIL

Smart Factory per le Piccole e Medie Imprese

L’adozione di questi strumenti non è riservata solo ai grandi gruppi. Le Piccole e Medie Imprese (PMI) possono beneficiare in modo strategico della trasformazione digitale, soprattutto se supportate da piattaforme modulari e accessibili via cloud. Dassault Systèmes promuove l’adozione di soluzioni scalabili, in grado di adattarsi alla dimensione dell’impresa e di integrarsi gradualmente nei processi esistenti. In molte regioni italiane, anche grazie al supporto di Cluster come AFIL – Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, di cui Dassault Systèmes è Socio, si stanno realizzando progetti pilota in cui le tecnologie della

Smart Factory vengono testate in ambienti produttivi reali, dimostrando la fattibilità e la rapidità di ritorno degli investimenti.

Conclusione

La Fabbrica Intelligente rappresenta un’evoluzione necessaria e sostenibile della manifattura moderna. Costituisce un’opportunità per aumentare la competitività, garantire la continuità operativa e generare valore condiviso per clienti, lavoratori e territori. Grazie a piattaforme di collaborazione digitali e basate sul cloud, come 3DEXPERIENCE di Dassault Systèmes, gemelli virtuali e realtà aumentata, è possibile costruire un modello industriale più resiliente, trasparente e sostenibile. 

AFIL - Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia è il Cluster Tecnologico per il Manifatturiero Avanzato ufficialmente riconosciuto da Regione Lombardia. Attraverso le Strategic Communities, ovvero gruppi di lavoro formati da grandi imprese, PMI, start-up, associazioni, università e centri di ricerca che lavorano su tematiche strategiche per il manifatturiero lombardo, AFIL accompagna i propri associati in un percorso collaborativo di crescita attraverso incontri tematici, workshop, webinar, matchmaking e missioni internazionali, facilitando così lo sviluppo di progettualità comuni e promuovendo la R&I anche a livello interregionale. Per maggiori informazioni in merito alle attività di AFIL e per le modalità di adesione al Cluster, si invita a visitare il sito www.afil.it oppure a scrivere all’indirizzo comunicazione@afil.it.

PRISMA

MITSUBISHI ELECTRIC

LA NUOVA GAMMA DI ROBOT CHE SUPPORTA LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

Mitsubishi Electric ha lanciato i robot SCARA MELFA RH-10CRH e RH-20CRH, che offrono alle aziende manifatturiere una maggiore flessibilità nell’adozione della produzione digitale, affrontando al contempo la carenza di forza lavoro qualificata. La nuova famiglia di robot migliora l’automazione industriale grazie all’elevata velocità, alla facilità di installazione e all’eccezionale efficienza. Compatti e leggeri, sono l’ideale per i produttori che vogliono aumentare la produttività pur rispettando i vincoli di spazio e peso.

NEL SETTORE MANIFATTURIERO

Progettata all’insegna della versatilità, la serie RH-CRH di MELFA è perfetta per un’ampia gamma di applicazioni, tra cui assemblaggio, confezionamento e trasporto. Con range operativi compresi tra 600 e 1000 mm e capacità di carico utile rispettivamente di 10 e 20 kg, i modelli RH-10CRH e RH-20CRH offrono prestazioni e adattabilità per soddisfare le diverse esigenze di produzione. L’RH-10CRH è progettato per il trasporto e l’assemblaggio in diverse industrie, come alimentare, elettronica, cosmetica e automobilistica, mentre l’RH-20CRH è specializzato nella movimentazione e nell’imballaggio di articoli più pesanti. Il loro design leggero e la struttura compatta consentono una perfetta integrazione anche negli spazi di lavoro più ristretti, massimizzando la flessibilità operativa.

I robot della serie MELFA RH-CRH sono dotati di innovativi motori senza batteria, che snelliscono le attività di manutenzione associate. Ciò riduce i tempi e i costi di manutenzione ed elimina efficacemente il rischio di perdere la posizione iniziale del robot (home

A sinistra: MELFA RH-20CRH, a destra: MELFA RH-10CRH. Questi nuovi robot offrono alle aziende manifatturiere una maggiore flessibilità nell’adozione della produzione digitale, affrontando al contempo la carenza di forza lavoro qualificata.

position). Di conseguenza, i robot offrono un’affidabilità costante, anche durante i lunghi programmi di produzione o dopo prolungati periodi di inattività.

Questi miglioramenti della produttività sono amplificati da un design semplificato che riduce significativamente il numero di componenti, con una riduzione del peso fino al 69% rispetto ai modelli precedenti. Ciò riduce i costi di installazione e di struttura, migliorando al contempo l’affidabilità operativa a lungo termine, le prestazioni di funzionamento continuo e la produttività complessiva. Inoltre, il cablaggio integrato e le tubazioni dell’aria all’interno del braccio robotico ne riducono la complessità, semplificandone la configurazione.

La serie MELFA RH-CRH offre inoltre funzionalità avanzate, come: tracking circolare e lineare, completa apertura a sensori di visione 3D e 2D e rilevamento della forza, garantendo prestazioni precise per attività ad alta velocità. L‘integrazione nativa di CC-Link IE Field Basic, una rete Ethernet industriale, consente una perfetta integrazione nelle reti di produzione esistenti e nei prodotti Mitsubishi Electric Factory Automation, rendendola ideale per la trasformazione digitale della produzione. Le sue caratteristiche di sicurezza opzionali garantiscono un funzionamento sicuro in ambienti collaborativi.

“Con la serie MELFA RH-CRH abbiamo creato una soluzione che offre prestazioni eccezionali e risponde alle sfide pratiche che i nostri clienti devono affrontare nella produzione moderna”, ha dichiarato Keisuke Matsumura, Development Section Team Leader. “Questi robot dimostrano il nostro impegno per l’innovazione e aiutano le aziende manifatturiere a migliorare la produttività e l’efficienza. Inoltre, se combinati con le innovazioni di Mitsubishi Electric a livello software - come visual inspection basata su AI abilitata da MELSOFT VIXIO e la creazione di gemelli digitali con MELSOFT Gemini - supportano la digitalizzazione dell’automazione garantendo ulteriori risparmi sui costi e vantaggi di sistema.”

I nuovi modelli MELFA RH-CRH sono caratterizzati da un design essenziale

IRB 1200: MAGGIORE VELOCITÀ, PRECISIONE E VARIETÀ

La famiglia di robot compatti ad alte prestazioni IRB 1200 di ABB Robotics si evolve in una nuova generazione, ancora più veloce e precisa, per migliorare la produttività e l’efficienza in un’ampia gamma di applicazioni.

“Con la crescente domanda da parte delle PMI in Asia e non solo, la necessità di soluzioni di automazione compatte ed efficienti non è mai stata così elevata», ha dichiarato Marc Segura, Presidente di ABB Robotics. “La nuova IRB 1200 porta efficienza e produttività a un livello ancora più alto nei compiti di automazione più precisi.”

La nuova generazione della famiglia IRB 1200 è disponibile in quattro varianti — da 5, 7, 8 e 9 kg — quest’ultima con la capacità di carico migliore della categoria, ideale per la movimentazione di componenti più grandi o pesanti.

Alimentati dal controller OmniCore™ di ABB, i nuovi robot offrono un controllo del movimento ai vertici della categoria, con una precisione di traiettoria fino a 0,6 mm e una ripetibilità della posizione fino a 0,011 mm, anche con robot multipli a velocità elevate fino a 1600 mm/s.

Con un tempo ciclo più rapido del 5%, la nuova famiglia IRB 1200 garantisce questa precisione con una produttività ancora maggiore, caratteristica che la rende ideale per applicazioni complesse ad alta velocità come la finitura superficiale, l’assemblaggio e la distribuzione, pensate per i settori

dell’elettronica, dell’industria generale, dell’elettronica per auto e dei beni di consumo.

Grazie al design più snello, il nuovo IRB 1200 consente installazioni più compatte ed efficienti, aumentando la produttività e l’efficienza senza occupare più spazio. Inoltre, è più leggero del 20% rispetto alla generazione precedente, riducendo i costi di montaggio su piedistallo e il consumo di energia.

Grazie a OmniCore™, la nuova generazione IRB 1200 offre anche un’elevata facilità d’uso, con accesso completo alla suite in espansione di software ABB basati su intelligenza artificiale, come RobotStudio®, RobotStudio® AI Assistant e AppStudio™.

FASTHINK

OTTIMIZZARE

LA LOGISTICA DEI TRASPORTI INBOUND E OUTBOUND

CON YARD MANAGEMENT SYSTEM

FasThink da oltre dieci anni e con costante attenzione verso l’innovazione, progetta, realizza e commercializza componenti e sistemi dedicati all’identificazione automatica, alla tracciabilità e all’automazione aziendale. La soluzione software Yard Management System è un sistema di gestione per il controllo dei trasporti inbound e outbound di impianti produttivi, centri di distribuzione e magazzini. Il software fornisce informazioni real time sulla posizione dei mezzi e permette di guidare e tracciare i veicoli per ottimizzare tempi e percorsi per le operazioni di carico e scarico delle merci.

In un magazzino è fondamentale conoscere con largo anticipo il quantitativo di merci in arrivo e in partenza per ottimizzare e pianificare la produzione. Il software

YMS permette di effettuare il tracking dei veicoli presenti dando la possibilità di ottimizzare tempi di carico e scarico dei materiali così

come i percorsi dei mezzi d’opera. Inoltre, è possibile ottenere in anticipo informazioni sulle operazioni di trasporto in modo da non dover più effettuare all’ultimo minuto l’assegnazione del terminale di carico con conseguente prolungamento dell’attesa dei mezzi entranti. YMS può gestire automaticamente ingressi e uscite grazie a telecamere per la lettura delle targhe e indicare all’autista, attraverso una comunicazione bidirezionale, il percorso corretto da effettuare all’interno dell’area carico/scarico. Il software può utilizzare anche sistemi RFID tags per un tracking ancora più rapido e accurato.

YMS è sviluppato su piattaforma web e strutturato per interfacciarsi con sistemi gestionali come ERP, WMS, MES oltre a interagire con le tecnologie di campo quali telecamere, sistemi di identificazione e controllo accessi. Non necessita di server dedicato, poiché come opzione può essere installato anche su cloud. Attraverso i report in tempo reale forniti da YMS su tempi di attesa e/o di carico e scarico, è più facile e rapido individuare le fasi che risultano più time consuming, con il risultato di un’ottimizzazione significativa dei tempi impiegati per le operazioni logistiche.

Grazie all’integrazione con sistemi di gestione magazzino WMS, con sistemi di trasporto TMS, o con sistemi dedicati alla

gestione delle flotte, YMS è il sistema ideale per incrementare significativamente l’efficienza, migliorare la sicurezza e ridurre i costi. Vantaggi

• Riduzione dei Tempi di Attesa e Carico / Scarico

• I tempi di attesa per il carico e scarico possono essere drasticamente ridotti grazie a una pianificazione più efficiente. YMS permette di gestire l’assegnazione dei dock in modo ottimale, evitando code e tempi morti per i camion, migliorando così i tempi di turnover.

• Ottimizzazione dell’Uso delle Risorse e dei Costi Operativi

• YMS consente una gestione ottimizzata del personale e delle attrezzature, come carrelli elevatori e veicoli per lo spostamento delle merci. Questo miglioramento nella gestione si traduce in un abbattimento dei costi operativi, grazie all’uso più efficiente delle risorse.

• Diminuzione del Tasso di Errori e dei Costi Associati

• Grazie a un sistema centralizzato che controlla ogni operazione, è possibile ridurre gli errori nei movimenti dei veicoli, nelle assegnazioni dei dock e nella gestione degli ordini. Meno errori significa minori costi legati a ritardi e spedizioni errate.

• Miglioramento dell’Efficienza del Magazzino e Riduzione dei Costi di Stoccaggio

• Una gestione ottimizzata dei flussi consente di migliorare l’efficienza delle aree di stoccaggio e ridurre i tempi di giacenza delle merci, contribuendo così a diminuire i costi legati allo spazio di magazzino.

• Aumento della Visibilità e del Monitoraggio in Tempo Reale

YMS fornisce visibilità in tempo reale, permettendo alle aziende di reagire tempestivamente a eventuali problemi o cambiamenti, riducendo così le perdite di tempo e i costi legati all’inefficienza.

• Miglioramento dell’Utilizzo dei Veicoli e Risparmio nei Costi di Trasporto

• Una pianificazione più efficiente permette di sfruttare meglio i mezzi, riducendo i viaggi a vuoto e ottimizzando i percorsi. Il risultato è una significativa riduzione dei costi di carburante e di manutenzione dei veicoli.

• Riduzione dei Tempi di Ciclo Totali

• Una gestione ottimizzata riduce il tempo complessivo del ciclo operativo, accelerando le operazioni e aumentando la capacità di gestire un numero maggiore di attività con le stesse risorse.

• Risparmio sui Costi di Manodopera

• Automatizzando e migliorando il coordinamento delle operazioni, è possibile ridurre il fabbisogno di manodopera, con un impatto positivo sui costi complessivi del personale

• Sostenibilità

• L’implementazione di un sistema YMS può giocare un ruolo cruciale nella strategia di sostenibilità aziendale, aiutando le organizzazioni a raggiungere gli obiettivi ambientali. Ottimizzando il flusso di veicoli all’interno del piazzale, il sistema riduce significativamente i tempi di attesa dei camion, che si traduce in un minor consumo di carburante e, quindi, in una sensibile diminuzione delle emissioni di CO2.

Per maggiori informazioni visita https://www.fasthink.com/

SMART CAMERA AI PER LA VISIONE IN REAL-TIME NEL

SISTEMA

DI CONTROLLO

B&R ha introdotto una Smart Camera di nuova generazione che integra l’intelligenza artificiale avanzata direttamente nel sistema di controllo della macchina. Grazie alle funzionalità di intelligenza artificiale integrate, la nuova camera consente il processamento delle immagini in tempo reale, il cambio al volo dei modelli e l’implementazione di algoritmi ibridi, basati su modelli AI insieme ad analisi basate su regole predeterminate - il tutto senza fermi produzione o la necessità di hardware aggiuntivo.

Questo lancio segna un significativo passo avanti nell’automazione intelligente, offrendo ai costruttori di macchina e agli produttori una soluzione compatta, plug-and-play che garantisce una qualità superiore, una maggiore produttività e sprechi ridotti, anche in condizioni di produzione estremamente variabili.

Sistema di visione AI capace di adattarsi in tempo reale

“Ciò che distingue la nostra nuova Smart Camera è la possibilità di integrarla nel sistema di controllo della macchina, consentendo di regolare e tarare la macchina on-the-fly”, ha affermato

Florian Schneeberger, Chief Technology Officer, ABB Machine Automation (B&R).

“Non si tratta più solo di vedere i difetti; si tratta di reagire ad essi all’istante.”

Un altro vantaggio fondamentale della Smart Camera è la sua flessibilità. “I clienti possono cambiare modello e combinare gli algoritmi AI in sequenze personalizzate, senza dover interrompere la produzione”, ha aggiunto Schneeberger. Questa capacità consente ai produttori di adattarsi velocemente a nuove varianti di prodotto o tipologie di difetti e di integrare gradualmente l’intelligenza artificiale nelle macchine affiancandola ai sistemi installati con algoritmi tradizionali basati su regole.

dei caratteri (OCR), il rilevamento delle anomalie e dei difetti, l’identificazione degli oggetti, la classificazione e la segmentazione. Questi algoritmi possono essere combinati con gli algoritmi tradizionali rule-based in un flusso di lavoro ibrido, consentendo agli utenti di bilanciare la flessibilità dell’intelligenza artificiale con la velocità e la precisione della visione convenzionale.

Questo approccio ibrido è ideale per eseguire ispezioni complesse, consentendo di identificare le tipologie di prodotti, rilevare difetti minimi e verificare i codici, tutto in un’unica operazione e con un solo dispositivo.

Implementazione rapida, integrazione scalabile

Progettata per una rapida implementazione, la Smart Camera si integra perfettamente nell’ambiente di sviluppo Automation Studio di B&R. Un’interfaccia low-code consente agli ingegneri dell’automazione di configurare algoritmi di visione AI, simulare risultati e gestire modelli senza la necessità di competenze specialistiche.

“Gli ingegneri dell’automazione possono implementare la visione basata sull’intelligenza artificiale in poche ore, anziché in giorni”, ha affermato Schneeberger. “E poiché il sistema è completamente sincronizzato con il controllo della macchina, aumenta l’efficacia complessiva delle macchine senza aggiungere complessità.”

Immagini ottimizzate per risultati AI migliori

La calibrazione di fabbrica di ottiche e l’illuminatori B&R migliora la ripetibilità delle immagini di almeno un fattore 10, garantendo input di alta qualità per i modelli di deep learning. Ciò garantisce maggiore accuratezza, un minor numero di falsi positivi e migliori prestazioni a lungo termine.

A differenza dei sistemi convenzionali che si basano su PC o PLC dedicati, la soluzione di B&R elabora le immagini localmente, processando l’algoritmo AI in tempo reale direttamente nella camera grazie a un processore AI edge Hailo fino a 15 volte più efficiente rispetto ai processori concorrenti.

Intelligenza ibrida per la massima flessibilità

La Smart Camera supporta una suite completa di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale di MVTec, come il riconoscimento ottico

La Smart Camera è progettata per affrontare variazioni impreviste nei materiali, nell’illuminazione e nell’installazione, rendendola ideale per settori come alimentare, farmaceutico, cosmetico, tessile e automobilistico. La sua capacità di eseguire più analisi con un’unica operazione riduce le esigenze hardware e ottimizza i tempi di ciclo, garantendo miglioramenti tangibili in termini di produttività e qualità.

Per saperne di più visita il sito web di B&R alla sezione sistemi di visione.

DATALOGIC

SMART-VS EVO RIVOLUZIONA IL CONTROLLO QUALITÀ

La nuova serie di sensori avanzati Smart-VS EVO rappresenta un nuovo standard nel mondo della tecnologia di rilevamento industriale. Una combinazione di potenti algoritmi AI ridefinisce il concetto di individuazione delle anomalie e aumenta sensibilmente la facilità d’uso.

Datasensing, parte del Gruppo Datalogic, leader globale nei mercati dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale, è entusiasta di annunciare il lancio dello Smart-VS EVO, che costituisce una vera e propria rivoluzione nella tecnologia dei sensori intelligenti. Sulla base del successo della serie Smart-VS, il modello EVO migliora ulteriormente precisione, usabilità e funzionalità, stabilendo un nuovo punto di riferimento nell’automazione industriale. Il dispositivo si posiziona strategicamente tra un sensore fotoelettrico e un sistema di visione completo.

Basato su avanzati algoritmi di intelligenza artificiale edge-learning, lo Smart-VS EVO gestisce con facilità il controllo qualità, la verifica della presenza/ assenza e il rilevamento dei difetti, senza la necessità di strumenti di visione specializzati o competenze software avanzate. Con una configurazione ridotta al minimo, il suo algoritmo individua le anomalie confrontandole con un oggetto di riferimento appreso come “corretto”, garantendo un’eccellente qualità del processo.

I principali benefici di Smart-VS EVO sono:

• Classificazione avanzata degli oggetti per la massima accuratezza – Supporta fino a sei classi, inclusi gli oggetti sconosciuti, garantendo un’ispezione precisa ed eliminando gli errori di

classificazione.

• Rilevamento dei difetti basato su intelligenza artificiale per una qualità impeccabile – Automatizza il controllo qualità grazie al machine learning, riducendo drasticamente le ispezioni manuali e migliorando gli standard di qualità

• Campo visivo ampliato per una maggiore flessibilità – Funziona a una distanza massima di 400 mm, adattandosi a un’ampia gamma di applicazioni.

• Rilevamento ad alta precisione per risultati affidabili – L’area di interesse adattabile (ROI) si concentra sulle zone chiave, garantendo un’analisi accurata ed efficiente dove serve davvero.

• Configurazione semplice e utilizzo intuitivo – L’interfaccia grafica web semplifica l’installazione, riducendo i tempi di formazione e consentendo un monitoraggio rapido e immediato per una maggiore produttività

• Ottimizzazione dell’efficienza dei costi e del ROI – Riduce i costi operativi grazie alla rapidità di installazione e all’assenza di programmazione specializzata per la visione artificiale, massimizzando il risparmio a lungo termine.

• Progettato per settori quali imballaggio, automotive, farmaceutico e cosmetico, lo Smart-VS EVO offre un’eccezionale combinazione di semplicità d’uso, convenienza e prestazioni, colmando il divario tra i sensori fotoelettrici tradizionali e i sistemi di visione complessi.

Grazie alla semplicità plug-and-play e alle potenti funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, lo Smart-VS EVO consente alle aziende di snellire i processi, migliorare l’efficienza e ottimizzare il controllo qualità come mai prima d’ora.

Per informazioni www.datasensing.com

NORD DRIVESYSTEMS

DAI SISTEMI ALLE SOLUZIONI

NORD combina la sua gamma di prodotti modulari con la grande esperienza nelle soluzioni di azionamento. Con la sua gamma di prodotti modulari, NORD DRIVESYSTEMS offre innumerevoli combinazioni di motori, riduttori e componenti elettronici di azionamento. Forte della sua vasta esperienza applicativa, l›azienda sviluppa soluzioni di azionamento di ogni genere, che rispondono perfettamente alle esigenze di oltre 100 settori industriali. Dalla movimentazione di merci all’impasto di materiali, fino al sollevamento di carichi pesanti: ogni processo richiede un azionamento efficiente e robusto. Tuttavia, applicazioni diverse hanno requisiti diversi. In qualità di sviluppatore di soluzioni di azionamento, NORD offre tutti i componenti della tecnologia di azionamento attraverso la sua gamma di prodotti modulari, che possono essere combinati in varie configurazioni. NORD si occupa della selezione, progettazione e dimensionamento degli azionamenti più adatti alle diverse esigenze applicative. I sistemi di azionamento, composti da motoriduttore, motore ed elettronica, si trasformano così in soluzioni su misura, perfettamente calibrate per specifiche applicazioni industriali. In questo modo, NORD è in grado di soddisfare un’ampia varietà di requisiti tecnici e operativi. Un sistema modulare che offre numerose soluzioni Un esempio è il requisito dell’efficienza energetica. NORD dispone di motori elettrici che possono essere utilizzati in tutto il mondo e sono conformi a tutte le normative internazionali pertinenti. Con i suoi motori sincroni IE5+, offre modelli che superano l’efficienza prevista dalla classe di efficienza energetica attualmente più elevata (IE5). Questi motori fanno anche parte della soluzione integrata con moto-

riduttore/motore DuoDrive, che combina un motore ad alta efficienza IE5+ con un motoriduttore elicoidale monostadio in un unico alloggiamento. DuoDrive offre uno dei più alti livelli di efficienza disponibili nella sua classe di potenza.  Oltre alle prestazioni del prodotto, gli utenti possono contare sull’esperienza di NORD e su servizi a valore aggiunto, come l’analisi dell’efficienza NORD ECO, che consente di progettare soluzioni di azionamento a consumo energetico ottimizzato. Un altro esempio è il monitoraggio delle condizioni, un servizio che NORD può integrare direttamente nelle proprie soluzioni di azionamento. Grazie a un sistema IIoT avanzato, è possibile rilevare e analizzare i dati di funzionamento e di stato tramite il PLC integrato nel convertitore di frequenza. Questi dati possono essere trasmessi ai sistemi centrali del cliente, offrendo così informazioni strategiche per la manutenzione predittiva. Il risultato? Macchinari sempre efficienti, tempi di fermo ridotti al minimo e una maggiore produttività complessiva. NORD: soluzioni per ottimizzare le prestazioni degli clienti «Le esigenze del mercato sono in continua evoluzione e noi accompagniamo attivamente questo cambiamento», afferma Jörg Niermann, responsabile marketing di NORD. «Sviluppiamo costantemente i nostri componenti di azionamento per offrire soluzioni in grado di supportare i clienti sotto il profilo tecnico, economico e ambientale.» Grazie a un’ampia gamma di prodotti modulari, unite a competenze specialistiche consolidate in oltre 100 settori industriali, NORD realizza sistemi di azionamento personalizzati, perfettamente calibrati sulle esigenze specifiche di ogni applicazione. Il tutto fornito da un unico partner, per garantire coerenza, efficienza e affidabilità.

FERVI

NUOVO DISCO CURVED CON ALETTE A V

FERVI, azienda specializzata nella fornitura di macchine, attrezzature e utensili per i professionisti della manutenzione e riparazione, lancia sul mercato il nuovo disco CURVED con alette ripiegate a V, pensato per raggiungere facilmente angoli e scanalature difficili, dimezzando i tempi di lavorazione e garantendo risultati professionali su acciaio, inox e alluminio.  Il disco CURVED con alette ripiegate a V è l’ultima novità in casa FERVI pensata per migliorare ulteriormente le operazioni di smerigliatura, sbavatura e rifinitura nel mondo della lavorazione dei metalli.

Frutto di ricerca e attenzione alle esigenze dei professionisti del settore, il nuovo disco CURVED dotato di doppia superficie abrasiva è progettato per garantire risultati eccellenti in tempi ridotti. Grazie alla particolare conformazione delle sue alette a V, è in grado di raggiungere facilmente anche i punti più complessi come angoli, gole, cordoni e scanalature. Estremamente versatile, è ideale per lavorazioni su materiali come acciaio, inox e alluminio e si adatta a diverse applicazioni: dalla bisellatura alla sbavatura, fino alla rifinitura di saldature a gola.

Realizzato grazie al know-how di Riflex Abrasives, azienda italiana specializzata nella produzione di dischi abrasivi e di macchine per la loro produzione dal 2015 nella compagine del FERVI Group, il disco CURVED è composto da abrasivo in zirconio che assicura un’elevata capacità di asportazione, durabilità e resistenza, e da un supporto in nylon che garantisce flessibilità, leggerezza e robustezza in ogni contesto operativo.

Il nuovo disco CURVED di FERVI è disponibile in due versioni:

Ø 115 mm grana 40 (art. DN9109.112)

Ø 125 mm grana 40 (art. DN9109.122)

hi sono compatibili (in base al diametro) con le smerigliatrici angolari (a batteria e a filo) della nuova gamma di elettroutensili dell’azienda emiliana

Con questa novità, FERVI conferma ancora una volta la sua vocazione all’innovazione pratica e alla qualità professionale, mettendo a disposizione degli operatori strumenti sempre più professionali, performanti e affidabili.

Per maggiori dettagli sul prodotto www.fervi.com

n.4 Giugno/Luglio 2025 www.meccanica-automazione.com

Redazione Direttore Responsabile

Giorgio Albonetti

Coordinamento Editoriale Area Industry

Marco Tenaglia –marco.tenaglia@quine.it – cel. 3298490024

Direttore tecnico

Chiara Tagliaferri

Segreteria di Redazione

Cristina Gualdoni cristina.gualdoni@quine.it – cel. 3477623887

Hanno collaborato a questo numero

Samuel Nazareno Monaco, Patrizia Ricci, Eleonora Segafredo, Fabio Chiavieri

Pubblicità Costantino Cialfi | Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it - tel. +39 3466705086

Elena Genitoni | Ufficio Traffico e.genitoni@lswr.it – tel. 0289293962

Servizio abbonamenti abbonamenti.quine@lswr.it

Abbonamento annuale € 49,99

Costo copia singola € 7,07 (presso l’editore)

Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349.1811231

Grafica e Fotolito: Fabio Castiglioni Stampa: Stampa Galli & C – Varese

Registrazione del Tribunale di Milano n. 653 del 21.09.2005.

Iscrizione al R.O.C. n. 12191 del 29/10/2005 Tutti gli articoli pubblicati su m&a meccanica &automazione sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.Lgs. 196/03. I dati potrebbero essere comunicati a soggetti con i quali Quine S.r.l. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine S.r.l. - via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 72016740, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.

Ai sensi dell’art. 13 Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dagli art. 5-6-7 del GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui agli articoli 15-21 del GDPR.

Testata associata

ABBIAMO PARLATO DI...

INSERZIONISTI

di Carlo Marchisio / Industrial Automation Consultan

www.linkedin.com/in/carlomarchisio/

IL COMITATO SCIENTIFICO DI SPS ITALIA,15 ANNI DI ESPERIENZA NELL’AUTOMAZIONE

IIl 14 maggio durante SPS Italia a Parma abbiamo vissuto una serata splendida e interessante. È Stata l’occasione per celebrare i 15 anni del Comitato Scientifico della fiera. Il gruppo operativo, fondato nel 2010 con la prima edizione della manifestazione, era inizialmente composto da 21 membri:12 aziende tra OEM e End User e 9 Università. Oggi conta oltre 180 presenze tra Aziende, Università ed Esperti di settore come indicato nell’elenco disponibile sul sito https://www.spsitalia.it/it/comitatoscientifico.Il Comitato Scientifico con incontri periodici presso le aziende (con visita allo stabilimento) mette a punto i temi dei Convegni Scientifici le cui migliori memorie vengono ogni anno premiate in fiera con il riconoscimento SPS Award Roberto Maietti. L’operatività del Comitato è molto intensa durante tutto l’anno: vengono effettuate varie riunioni presso gli stabilimenti con visita all’area produttiva. Un momento importante e unico per la cultura personale sul digitale e l’automazione del settore manifatturiero: Aptar Italia, Artsana, Baker Hughes, Barilla, Biesse, Carpigiani, Coca-Cola HBC, Fameccanica, Fedegari, IMA, Iveco Group, Marcegaglia, Michelin, Oleificio Zucchi, Peroni, Salvagnini, SCM, Tetra Pak e VHIT hanno accolto i membri del Comitato (40 presenze in media) che hanno potuto confrontarsi e arricchire la propria esperienza professionale. Presenti molti settori indu-

striali: food, beverage, farmaceutico, automotive (auto, impianti verniciatura, furgoni, bus, componenti, pneumatici), cosmetico, carta, cavi e fibra ottica, elettrodomestici, tessile, fibre sintetiche, siderurgico, meccanico, attrezzature per l’infanzia, turbine, macchine/impianti (piastrelle-legno-vetro-plasticamarmo-cartone-lamiera-packaging), magazzini automatici, sistemi di trasporto, aereomobile, navale, biciclette, abbigliamento, ferroviario, trasporti, arredamento, chimica, valvole Oil &Gas, meccanica di precisione, gas tecnici, converting. L’automazione è una tecnologia trasversale che viene applicata in tutti comparti produttivi abbinandola ai macchinari e agli impianti più diversificati. Con queste visite il gruppo acquisisce molti spunti per analizzare possibili applicazioni nel proprio sito produttivo. I suoi membri si sentono periodicamente per un confronto su possibili progetti di automazione. Vi sono inoltre numerosi incontri tra

le aziende per uno scambio operativo di informazioni. Un noto produttore di pneumatici, ad esempio, è andato a “imparare/a scuola” da un importante produttore di pasta, attivo su progetti di logistica nello stabilimento. Il Comitato è protagonista agli eventi in fiera ed alle tavole rotonde itineranti sul territorio con interventi mirati o attraverso la moderazione degli incontri. Nel 2023 ha infine promosso un progetto, supportato da SPS Italia, per identificare i bisogni delle realtà imprenditoriali italiane in termini di tecnologia. Position Paper è il documento redatto con lo scopo di favorire concretamente un cambio di paradigma tecnologico. In questi anni le esperienze del Comitato Scientifico in ambito Industria 4.0 e 5.0 nelle varie aree industriali in cui opera hanno spinto a una essenziale riflessione su come collegare i bisogni aziendali, influenzati da nuovi elementi in continua evoluzione. Nel 2024 e anche quest’anno il progetto è andato avanti, mettendo a disposizione contenuti ancora più immediati e fruibili con Tech ‘n go, le pillole del Comitato Scientifico. Festeggiamo questi primi 15 anni del Comitato Scientifico di SPS Italia diffondendo la positiva e ricca esperienza dei suoi membri a tutto il mondo industriale Italiano.

LUGLIO 2025/NUMERO #2

EDITORIALE

3 Il comitato scientifico di SPS Italia, 15 anni di esperienza nell’automazione

NEWS

6 I preparativi per SPS 2025 proseguono a pieno ritmo

8 Formnext 2025 sviluppo dinamico nonostante il contesto

10 Le tecnologie rappresentate da ANIE Confindustria abilitano oltre il 56% del PIL italiano

12 Alla scoperta del futuro

TECNOLOGIE

14 Dalla complessità al controllo intelligente: il Digital Twin nelle PMI

manifatturiere secondo l’approccio di Komete

ROBOTICA

COLLABORATIVA

16 La robotica collaborativa: stato dell’arte e prospettive di crescita

17 Sistemi di dosaggio e robot

18 I fantastici 6

20 Cobot per il controllo qualità dei motori

22 Le soluzioni Mayr per la robotica industriale 6 11 14 16

Design

4.0 n. 2 Luglio 2025 Supplemento a Meccanica&Automazione di Giugno/Luglio 2025 www.innovareweb.it

Redazione Direttore Responsabile Giorgio Albonetti

Coordinamento Editoriale Area Industry

Marco Tenaglia marco.tenaglia@quine.it – cel. 3298490024

Direttore tecnico Carlo Marchisio

Segreteria di Redazione

Cristina Gualdoni cristina.gualdoni@quine.it – cel. 3477623887

Hanno collaborato a questo numero Mario Gargantini, Patrizia Ricci

Pubblicità Ufficio Traffico Elena Genitoni e.genitoni@lswr.it – tel. 0289293962

Servizio abbonamenti abbonamenti.quine@lswr.it

Abbonamento annuale € 25 Costo copia singola € 7,07 (presso l’editore)

Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349.1811231

Grafica e Fotolito Fabio Castiglioni

Stampa Tipografia Galli & C - Varese

Iscrizione al R.O.C. n. 12191 del 29/10/2005 Tutti gli articoli pubblicati su Industry 4.0 Design magazine sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.Lgs. 196/03. I dati potrebbero essere comunicati a soggetti con i quali Quine S.r.l. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine S.r.l. - via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 72016740, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.

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I PREPARATIVI PER SPS 2025 PROSEGUONO A PIENO RITMO

A poco meno di sei mesi dall’apertura della fiera SPS - Smart Production Solutions, che si terrà a Norimberga dal 25 al 27 novembre 2025, si è svolta a Milano la conferenza stampa di presentazione che ha confermato l’importanza di questo evento per il settore. Attualmente si sono già iscritti oltre 900 espositori ed è stato prenotato il 95% dello spazio espositivo dell’anno precedente

“Malgrado le attuali sfide globali ed economiche, e in particolare per far fronte a tali sfide, SPS è e rimane la fiera più importante per l’industria dell’automazione. Non si tratta solo di una piattaforma per la presentazione delle ultime tecnologie e innovazioni, bensì di un punto d’incontro di cruciale importanza per gli esperti e i decision-maker, fondamentale per istituire partnership strategiche e confrontarsi sulle soluzioni alle sfide attuali. La fiera promuove lo scambio internazionale di conoscenze ed esperienze, il che è essenziale per l’ulteriore sviluppo e l’adattamento del settore alle mutevoli condizioni del mercato”, spiega Sylke Schulz-Metzner, Vicepresidente SPS, aggiungendo: “Per poter reagire alle sfide economiche la community deve restare unita e sviluppare nuove idee e approcci. SPS offre una piattaforma ideale a tale scopo, con un programma di eventi collaterali informativo e stimolante.”

Oltre ai tanti protagonisti internazionali e alle aziende che parteciperanno per la prima volta in fiera, saranno

nuovamente presenti anche numerosi espositori italiani come Bonfiglioli, Pizzato Elettrica, Exor International, BONANI, Comepi e ReeR. Nei quattro forum fieristici si potranno inoltre approfondire gli argomenti più attuali quali intelligenza artificiale (AI) nell’automazione, trasformazione digitale, data rooms e innovazioni nel campo dei sensori, e si potrà partecipare a interessanti dibattiti nell’ambito di tavole rotonde con ospiti di spicco.

Attesi numerosi espositori e visitatori italiani

Da molti anni l’Italia è uno dei principali Paesi esteri che espongono a SPS. Nel novembre 2024 hanno partecipato in tutto 69 aziende italiane. Inoltre ben 1.502 visitatori italiani si sono recati a Norimberga per conoscere le ultime tendenze e innovazioni nel campo dell’automazione e per trovare soluzioni concrete alle sfide commerciali. Rispetto all’anno precedente il numero di visitatori provenienti dall’Italia è aumentato del 12%, a dimostrazione del grande interesse del mercato italiano per la fiera.

Un benvenuto anche ad alunni, studenti e giovani professionisti

La fiera sta ulteriormente ampliando il programma per questo gruppo target con diverse iniziative rivolte ai giovani talenti. Già lo scorso anno nei tre giorni di manifestazione è stato proposto un Makeathon, in cui i giovani per 2,5 ore hanno potuto impegnarsi in piccoli team a risolvere compiti tecnici assegnati loro dalle aziende. Grazie al grande riscontro e al feedback positivo, questo progetto continuerà anche nel 2025. E anche le visite guidate che hanno avuto luogo nell’ultimo giorno

della fiera sono state molto apprezzate. Particolarmente gradita l’opportunità di fare una prima esperienza con le tecnologie dell’automazione e di conoscere meglio fornitori o persino futuri partner e datori di lavoro. Le visite guidate saranno quindi riproposte nel 2025.

Partecipazione e ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni su SPS sono disponibili al sito sps-exhibition.com. Nelle prossime settimane saranno pubblicati ulteriori dettagli sull’edizione 2025. Gli interessati possono trovare da subito sul sito web dell’evento l’elenco aggiornato degli espositori con informazioni sui prodotti e sulle soluzioni. La biglietteria sarà online a luglio con prezzi early bird fino a metà ottobre.

Per restare informati tutto l’anno

Oltre alla manifestazione fieristica, SPS offre un ampio programma che consente di collegarsi in rete con la community durante tutto l’anno e di seguire le tendenze attuali. SPS Automation Hub riunisce gli appassionati di tecnologia per guardare insieme al futuro utilizzando soluzioni intelligenti e digitali. Tra le iniziative, eventi digitali come i Technology Talks mensili, che si tengono ogni ultimo giovedì del mese, o SPS Insights con notizie, tendenze e sviluppi del settore. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito . 

FORMNEXT 2025 SVILUPPO DINAMICO NONOSTANTE IL CONTESTO

Al suo 10° anniversario Formnext sta mostrando uno sviluppo solido e promettente, nonostante un contesto politico ed economico incerto. A metà giugno 2025 sono già 623 le imprese provenienti da 36 Paesi iscritte alla principale fiera al mondo dedicata alla manifattura additiva e alla prossima generazione di tecnologie per la produzione industriale intelligente – tra cui più di 30 dall’Italia

“Formnext dimostra così di essere un appuntamento irrinunciabile per il settore della produzione additiva anche in tempi molto difficili”, afferma Sascha F. Wenzler, Vicepresidente di Formnext, manifestazione organizzata da Mesago Messe Frankfurt GmbH. “La varietà dei nostri espositori, sia di quelli già esistenti sia dei nuovi, è la prova che la produzione additiva offre eccellenti opportunità di business per le aziende lungo l’intera catena dei processi”, aggiunge Christoph Stüker, a sua volta Vicepresidente Formnext, Mesago Messe Frankfurt GmbH. Per questo motivo tra gli espositori che si sono già iscritti non c’è solo l’élite mondiale della produzione additiva, ma anche numerose aziende che si sono affermate in altri settori industriali e che vedono nell’industria AM, che ogni anno una crescita a due cifre, un mercato di vendita molto interessante.

Il 65% degli espositori finora iscritti proviene dall’estero. Oltre alla Germania e alla Cina, tra i principali Paesi

espositori figurano l’Italia, la Spagna, Paese partner di quest’anno, la Francia e il Regno Unito. Il solido sviluppo di Formnext si basa anche su una risposta estremamente positiva da parte di espositori e visitatori: l’88% degli espositori si è dichiarato soddisfatto o estremamente soddisfatto della propria partecipazione a Formnext 2024, come emerge dal sondaggio condotto tra gli espositori. Tra gli oltre 30.000 visitatori questa percentuale ha raggiunto addirittura il 96%.

L’industria italiana dell’AM: innovativa e forte nelle applicazioni industriali

La manifattura additiva è sempre più utilizzata in molti settori industriali diversi in Italia, tra cui l’industria automobilistica. Utenti importanti sono ad esempio i grandi produttori FCA, Ferrari, Lamborghini, Maserati e Ducati oltre ad aziende più piccole come XEV, che dal 2021

produce l’auto elettrica Yoyo nella quale oltre il 50% delle parti proviene dalla stampa 3D. Ma anche nella tecnologia medica, con aziende leader a livello mondiale come Lima Corporate, nonché nei settori della gioielleria, dell’architettura, dell’arredamento, della costruzione di yacht e altri, le imprese italiane sono tra le più innovative a livello mondiale.

Anche tra i produttori di sistemi AM le aziende italiane fanno parte dell’élite internazionale. A Formnext 2025 si sono già iscritti i seguenti fornitori di sistemi: Prima Additive (sistemi LPBF e DED), Sisma (stampanti laser per metalli) Caracol, WASP, Breton (tutti specializzati in sistemi di stampa 3D di grande formato) e Sharebot (stampanti 3D desktop e industriali). MOI Composites ha sviluppato una nuova tecnologia di stampa per fibre continue, che viene utilizzata ad esempio nella costruzione di imbarcazioni o nell’industria dentale.

A Formnext saranno presenti anche fornitori di software di fama internazionale come CIMsystem e produttori di materiali come Mimete, Pometon, Progold e Legor Group, questi ultimi due attivi anche come fornitori di servizi per il settore della gioielleria. Inoltre gli espositori italiani coprono molto bene anche l’importante settore della post-elaborazione: Depureco Industrial Vacuums, Delfin e Tiger-Vac Europa offrono soluzioni di pulitura industriale, Topcast, oltre ad atomizzatori per polveri metalliche, ha in gamma anche forni a induzione, mentre S.P.M. Mould Polishing System è specializzata in sistemi di lucidatura industriale che possono essere utilizzati anche per la stampa 3D. Anche i fornitori di servizi specializzati e le società di ingegneria 3DnA e Stylplex, così come l’Associazione Italiana Tecnologie Additive (AITA), vantano una vasta esperienza nella produzione additiva.

Allo stesso tempo sempre più aziende industriali italiane tradizionali stanno riconoscendo le opportunità offerte dalla produzione additiva, sia in termini di applicazioni sia come mercato di vendita. I produttori di macchine CMS e Multiax o lo specialista dell’estrusione Gimac, che hanno sviluppato soluzioni specializzate per l’industria AM, ne sono un esempio eccellente.

Nuovi temi nel programma degli eventi collaterali

Il programma degli eventi collaterali a Formnext 2025 continua a evolversi presentando temi completamente nuovi, oltre a quelli già affermati. L’anno scorso Formnext ha introdotto un nuovo modello di assegnazione dei premi con sei diverse categorie. Anche quest’anno Formnext premia, tra l’altro, giovani aziende innovative, idee commerciali sostenibili e tecnologie pionieristiche. Le domande possono essere presentate da subito. Anche il programma di conferenze, molto apprezzato a livello internazionale e liberamente accessibile su tre palchi, sarà ulteriormente ampliato dal punto di vista

tematico. Sui palchi Application, Industry e Tecnology verranno discussi anche quest’anno le applicazioni attuali e future, le tecnologie e le tendenze generali del settore AM e dell’industria manifatturiera. Importanti argomenti chiave sono quelli centrali trattati a Formnext: settore aerospaziale, gioielleria e orologeria, nonché ingegneria meccanica e impiantistica.

Nell’area start-up e durante l’evento Pitchnext si presenteranno giovani aziende innovative dell’industria manifatturiera oltre a potenziali investitori e partner di cooperazione. Inoltre aziende emergenti esporranno allo stand collettivo dei Giovani Innovatori. Al Career Day chi è in cerca di lavoro potrà informarsi sulle opportunità di carriera nel settore AM. Per le aziende che desiderano accedere al settore AM, i seminari ormai affermati Discover3Dprinting, che si svolgono giornalmente in collaborazione con ACAM, offriranno interessanti spunti e consigli. Gli approfondimenti dei seminari “Deepdives” forniranno ulteriori informazioni di base sulle tecnologie e applicazioni AM.

L’associazione VDMA presenterà una mostra speciale con interessanti applicazioni AM nel mondo dell’ingegneria meccanica. La mostra speciale BE-AM illustrerà, sulla base di applicazioni concrete, i progressi raggiunti nello sviluppo dell’argomento “stampa 3D nell’industria edilizia”, che sta acquisendo un’importanza sempre maggiore. Contemporaneamente il simposio BE-AM presenterà numerosi retroscena e sviluppi futuri in questo campo. Il giorno prima di Formnext si terrà anche l’AM Innovation and Standards Summit at Formnext.

Paese partner Spagna

La Spagna è il Paese partner di quest’anno e si presenterà a Formnext 2025 con numerosi espositori innovativi, dando anche importanti impulsi al programma collaterale. Questo Paese della penisola iberica non solo ha un’industria AM molto dinamica e in rapida crescita, ma grazie alla sua posizione geografica funge anche da ponte tra Europa e America Latina. Con la Spagna come Paese partner, quest’anno Formnext si concentra ancora una volta sul potenziale della cooperazione europea, succedendo all’Italia che, con la sua forte industria AM, ha già partecipato a Formnext come Paese partner nel 2021 per sfruttare le opportunità offerte sul mercato internazionale.

Per le aziende italiane operanti lungo l’intera filiera della produzione additiva, la presenza alla principale fiera internazionale dell’AM è di fondamentale importanza per aumentare la propria visibilità a livello globale. Per gli utenti e le aziende manifatturiere una visita alla Formnext offre una grande opportunità per rendere la loro produzione più efficiente e orientata al futuro. Ulteriori informazioni su Formnext 2025 sono disponibili all’indirizzo https://formnext.mesago.com/ frankfurt/en/expo-convention.html 

LE TECNOLOGIE RAPPRESENTATE DA ANIE CONFINDUSTRIA

ABILITANO OLTRE IL 56% DEL PIL ITALIANO

Nel 2025 ANIE Confindustria celebra 80 anni di attività a supporto della crescita tecnologica e industriale italiana. Un anniversario importante, valorizzato dallo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, realizzato insieme a The European House – Ambrosetti con il contributo di Intesa Sanpaolo

Lo studio si inserisce nel nuovo contesto strategico delineato dal Competitiveness Compass della Commissione Europea e dal Rapporto Draghi, che richiedono politiche industriali proattive, orientate a sostenibilità, innovazione e autonomia strategica.

ANIE rappresenta un settore trasversale e fondamentale per il sistema economico nazionale. Le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche abilitano quattro filiere chiave: Energia, Building, Industria e Infrastrutture, che generano complessivamente oltre 1.100 miliardi di euro di valore aggiunto, pari a più del 56% del PIL italiano

Nel 2023, il fatturato del Sistema ANIE ha superato i 100 miliardi di euro. Nel 2024, la componente tecnologica ha registrato un aumento del +2,2% nella produzione industriale, in controtendenza rispetto al calo medio della

manifattura italiana (-3,7%). Secondo Intesa Sanpaolo, tra il 2019 e il 2023 il fatturato delle imprese ANIE è cresciuto di circa il 40%, contro il 25% della media economica italiana. Le imprese del settore mostrano inoltre una solidità strutturale: un EBITDA margin al 10% e una produttività del lavoro pari a 91.400 euro per addetto, ben al di sopra della media nazionale. Questi risultati sono frutto della centralità di tre asset fondamentali:

1. Innovazione – il 33,8% delle imprese ANIE ha depositato brevetti e investe in R&S una quota pari al 4% del fatturato, rispetto alla media italiana dell’1,3%.

2. Sostenibilità – il 40% delle imprese è certificato secondo standard ambientali.

3. Export – il settore registra performance solide anche sui mercati internazionali, posizionando l’Italia al 6°

posto nel mondo per quota di mercato nel comparto elettrotecnico.

Le sfide principali e i fattori abilitanti

Lo studio individua tre leve fondamentali per garantire la sovranità industriale e tecnologica del Paese:

1. Capitale umano – Oltre il 50% delle imprese ANIE segnala carenze di competenze, con solo il 49% della popolazione italiana in possesso di competenze digitali di base. La scarsità di laureati STEM e il calo demografico rendono urgente il potenziamento degli ITS e di programmi di formazione continua, con percorsi di upskilling e reskilling.

2. Innovazione e R&S – Il rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione richiede partnership stabili tra imprese e centri di ricerca, incentivi automatici alla spesa in R&S e programmi strutturati di trasferimento tecnologico.

3. Resilienza della supply chain – Le recenti crisi hanno messo in luce la fragilità delle catene globali del valore. Oltre il 55% delle imprese ANIE ha avuto difficoltà di approvvigionamento di materie prime e il 58% di componenti critici. Serve una filiera più robusta, locale e diversificata.

Le politiche per la competitività

Tre sono i pilastri strategici identificati per rafforzare

la competitività dell’industria elettrotecnica ed elettronica:

• Formazione e competenze digitali – Coinvolgere imprese, istituzioni e enti formativi in una strategia integrata, con focus su ITS, formazione continua e valorizzazione del capitale umano.

• Ricerca e innovazione – Facilitare l’accesso ai finanziamenti, stimolare la collaborazione tra mondo industriale e accademico, e favorire percorsi di carriera intersettoriali.

• Supply chain resiliente – Sostenere il reshoring e nearshoring di produzioni strategiche, il riciclo delle materie prime e le partnership internazionali.

Sono fondamentali anche semplificazione normativa, accesso agevolato al credito, soprattutto per le PMI, e politiche per stimolare la domanda interna

Il settore, inoltre, si dimostra centrale anche nella realizzazione della strategia climatica europea: l’86% della riduzione delle emissioni prevista entro il 2030 dipende dall’adozione di tecnologie avanzate, molte delle quali fanno capo alla filiera di ANIE. Ciò a conferma che sostenibilità e competitività non sono alternative, ma elementi sinergici di una strategia industriale moderna.

Prospettive future e indirizzi strategici

I risultati dello studio evidenziano con chiarezza la direzione da seguire: promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione, valorizzare il capitale umano, rafforzare la capacità produttiva nazionale e costruire una filiera tecnologica autonoma, resiliente e sostenibile. In questo contesto ANIE Confindustria si conferma pronta a contribuire con un approccio sistemico alla definizione di una governance industriale nazionale integrata con le priorità europee.

“L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana è un pilastro della competitività industriale nazionale ed europea. In una Europa che deve accelerare sulla doppia transizione, le tecnologie di ANIE rappresentano un fattore abilitante essenziale  - ha dichiarato  Filippo Girardi, Presidente di ANIE Confindustria  Chiediamo con forza che il nostro settore venga riconosciuto come strategico in modo pieno, strutturale e stabile, all’interno delle politiche industriali, fiscali e di innovazione. Servono strumenti concreti per sostenere la crescita: la riduzione strutturale del cuneo fiscale; un Piano Nazionale Industria 6.0, che accompagni le imprese nella transizione digitale, verde e produttiva; bandi semplici, chiari e rapidi per favorire l’accesso agli incentivi; una cabina di regia pubblico-privata per una governance efficace; un Piano Casa per la manifattura, per rendere i territori produttivi attrattivi anche dal punto di vista sociale. Chiediamo un contesto che valorizzi chi innova, investe e crea lavoro nel Paese” - ha concluso il Presidente Girardi

“Le tecnologie dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica  - ha dichiarato  Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House Ambrosetti - sono la spina dorsale del futuro produttivo europeo. Lo studio realizzato con ANIE Confindustria dimostra come queste soluzioni, pervasive e trasversali, rappresentino un potente moltiplicatore di produttività, sostenibilità e resilienza nei settori strategici del sistema economico nazionale. Il settore ha tutte le carte in regola per guidare una nuova stagione di crescita intelligente e sostenibile. Oltre a rappresentare un pilastro essenziale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi climatici europei al 2030, le tecnologie dell’elettrotecnica e dell’elettronica abilitano quattro settori chiave per il futuro del Paese – Energia, Industria, Building e Infrastrutture – che nel 2023 hanno generato complessivamente 40,3 miliardi di investimenti, pari al 30% del totale degli investimenti privati in Italia. Un impatto economico che conferma il ruolo strutturale dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica nella trasformazione del sistema produttivo italiano.” 

ALLA SCOPERTA DEL FUTURO

lavorazione sostenibile attraverso la data intelligence

Seco punta a una produzione sostenibile. I dati di macchine e ambienti saranno cruciali, secondo la futura legislazione, per superare le sfide della transizione verde.

In Seco, abbiamo l'obiettivo di "rendere la produzione rapida, semplice e sostenibile, insieme". Man mano che le aziende manifatturiere si muovono verso una produzione più sostenibile, si presentano numerose sfide in ambito di raccolta, analisi e gestione dei dati pertinenti. Come evidenziato dalla legislazione futura, i dati collegati alla macchina e all'ambiente di lavorazione diventeranno fondamentali per promuovere la sostenibilità nel modo più efficace.

Il progetto

Per affrontare questa sfida, Seco ha collaborato con l'Advanced Manufacturing Research Center North West (AMRC) di Samlesbury, Regno Unito, che svolge un ruolo chiave nel promuovere la ripresa, la crescita, la produttività e l'innovazione. Questa collaborazione mira

a promuovere l'utilizzo dell'hardware Internet of Things (IoT), di diverse comunicazioni industriali e di protocolli IoT per generare un'unica fonte attendibile di dati relativi alla macchina e all'utilizzo dell'impianto, rilevanti per la valutazione e il miglioramento dell'impatto ambientale. Questo progetto suddivide l'ecosistema manifatturiero in tre domini interconnessi: il processo di lavorazione stesso, l'ambiente di lavorazione circostante e il contesto più ampio dell'impianto produttivo. Monitorando ciascuna area individualmente e analizzando in che modo le diverse aree si influenzano reciprocamente, le parti interessate ottengono una diagnosi dettagliata e una prospettiva olistica sulle sfide legate alla sostenibilità.

Per la macchina: l'approccio consente il monitoraggio e l'analisi hotspot del processo di lavorazione. Ciò include informazioni sul consumo di energia della macchina, suddivise per sottoprocesso, fluidi da taglio e altro consumo di materiale. Tutto questo può quindi essere convertito direttamente in costi in tempo reale e

impatto in termini di CO2 attraverso fattori di intensità di carbonio della rete attiva e costo per kilowattora. Per l'ambiente di lavorazione: il monitor tiene traccia dell'umidità e della temperatura, che possono influire sull'energia necessaria per garantire la stabilità dell'ambiente della macchina.

Per l'impianto: il monitor controlla l'intero stabilimento produttivo e individua schemi ad alto livello che possono avere un impatto negativo sul consumo e sui costi energetici.

Il rapporto tra i due: l'umidità intorno alla macchina ha aumentato l'energia necessaria per il raffreddamento? Le finestre aperte richiedono più energia? Oppure, le finestre chiuse non forniscono una ventilazione naturale sufficiente e quindi aumentano i costi per mantenere i livelli di temperatura necessari? Le macchine sono ottimizzate?

Questo approccio aiuterà a identificare modelli e fattori che possono aiutare le aziende a ridurre le emissioni di CO2 e i costi più rilevanti per il contesto specifico del cliente. All'interno di questo ambiente monitorato, Seco UK è in grado di analizzare un programma e processi di lavorazione in modo dettagliato e di perfezionare ulteriormente i programmi associando il consumo energetico e le emissioni di CO 2 della macchina.

Il futuro

Sfruttando il monitoraggio indipendente del con-

sumo energetico e dell'utilizzo dell'impianto, possiamo individuare i costi nascosti legati alle inefficienze e tradurre ogni kilowattora in metriche di spesa e CO2e in tempo reale.

Questo livello di informazioni ci consente di confrontare la richiesta energetica e l'impronta di carbonio di due prodotti, programmi o macchine, consentendo ai nostri team di prendere decisioni basate sui dati e integrare la sostenibilità, collocandola al centro della progettazione produttiva.

L'ambiente di test, completo di monitoraggio integrato per i prodotti Seco e le macchine dei fornitori guest, collega la valutazione del ciclo di vita di Seco con i dati delle macchine in tempo reale. In questo modo, otteniamo punteggi ambientali precisi a livello di componenti e apriamo la porta all'innovazione mirata e alla convalida di strategie di lavorazione più ecologiche.

Guardando al futuro, stiamo sviluppando un sistema di feedback automatizzato basato sull'IA che ottimizza continuamente i processi in tempo reale.

Questa soluzione è in grado di bilanciare produttività e obblighi di costo con best practice rispettose dell'ambiente, garantendo che ogni adeguamento ci avvicini agli obiettivi di emissioni nette zero. Insieme all'AMRC e ai nostri clienti, stiamo trasformando la data intelligence complessiva in sostenibilità attuabile, perseguendo il nostro scopo di rendere la produzione rapida, semplice e sostenibile. 

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Una parte importante dell’industria manifatturiera italiana è costituita da Piccole e Medie Imprese che lavorano su commessa. Si tratta di realtà attive in settori come la meccanica di precisione, la carpenteria, la componentistica per la nautica e l’aerospazio, oppure nel mondo del fashion e del lusso. In questi contesti, la produzione è spesso organizzata per piccoli lotti, con cicli variabili e frequenti adattamenti a specifiche richieste del cliente. La conseguenza naturale è una gestione operativa molto dinamica, in cui materiali, ordini e risorse si muovono tra reparti in modo non standardizzato e dove le attività manuali restano centrali

DALLA COMPLESSITÀ AL CONTROLLO INTELLIGENTE: IL DIGITAL TWIN NELLE

PMI MANIFATTURIERE SECONDO

L’APPROCCIO

DI KOMETE

In scenari di questo tipo, rispondere con rapidità e affidabilità alle esigenze dei clienti è spesso più rilevante della capacità di produrre in grandi volumi. La flessibilità, tuttavia, ha un costo: l’aumento della complessità rende più difficile mantenere un controllo continuo e oggettivo sui processi. Gli strumenti gestionali tradizionali, come gli ERP (Enterprise Resource Planning), tracciano anagrafiche e distinte ma non restituiscono informazioni operative sul campo. I MES (Manufacturing Execution Systems), spesso orientati al dato macchina, risultano poco adatti in ambienti misti dove molte attività sono ancora svolte manualmente o in modo non strutturato. Di conseguenza, le decisioni quotidiane si basano su dati incompleti o aggiornati in ritardo.

IKomete, start-up tecnologica italiana associata ad AFIL – Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, ha sviluppato un sistema che affronta questa sfida puntando sulla visibilità in tempo reale dei flussi degli ordini. Il

fulcro è un Digital Twin (gemello digitale) del processo produttivo, che consente di rappresentare in tempo reale lo stato e il posizionamento degli ordini di produzione, utilizzando una rete di sensori proprietari Plug&Play. Il sistema è composto da tag BLE (Bluetooth Low Energy) associati a ogni ordine, gateway wireless distribuiti in fabbrica, e sensori indipendenti installabili sia su postazioni manuali sia su macchine CNC (Controllo Numerico Computerizzato). L’infrastruttura è pensata per essere installata senza modifiche strutturali o integrazioni complesse con altri sistemi aziendali. I dati vengono raccolti automaticamente e visualizzati su una mappa digitale della fabbrica e su dashboard accessibili anche da remoto. Questo consente di sapere in ogni momento dove si sia un ordine, in quale fase si trovi, se sia in attesa o in lavorazione, e per quanto tempo abbia sostato in una determinata area.

Una delle caratteristiche del sistema è la capacità di distinguere i tempi effettivi di lavorazione da quelli di inattività, senza richiedere input manuali. Questo consente di generare uno storico dettagliato per ogni

ordine, utile sia per analisi interne che per esigenze di tracciabilità verso clienti e auditor. La rappresentazione grafica dei flussi e la disponibilità continua di indicatori di performance possono supportare i responsabili di produzione nel prendere decisioni più tempestive, aiutando a individuare colli di bottiglia o ritardi difficili da rilevare con altri strumenti.

Il sistema non è pensato per sostituire gli strumenti gestionali esistenti, ma per affiancarli, fornendo un livello di visibilità complementare. L’adozione non comporta la modifica dei processi in essere, né richiede cambiamenti nel modo di lavorare da parte degli operatori. La configurazione iniziale può essere fatta in tempi rapidi e consente di partire anche da singole aree pilota per poi estendere la copertura ad altri reparti. Nei contesti in cui è stato adottato, questo approccio ha portato benefici in termini di maggiore reattività e capacità di coordinamento. Alcune aziende hanno riscontrato un miglioramento dell’efficienza nella gestione degli ordini, una riduzione dei tempi di ricerca delle unità di carico e un supporto concreto nei momenti di pianificazione o controllo qualità. Il sistema si è dimostrato utile anche per il consolidamento di dati storici finalizzati ad analisi più strutturate o alla certificazione dei processi. La possibilità di costruire un gemello digitale operativo, senza la necessità di sistemi centralizzati complessi o lunghi progetti di integrazione, rappresenta una solu-

zione concreta per quelle PMI che devono affrontare una crescente pressione sui tempi di consegna e sulla trasparenza verso il cliente. In un contesto in cui le decisioni rapide fanno la differenza, affiancare all’esperienza di chi opera in produzione strumenti che restituiscono dati oggettivi può costituire un fattore abilitante per migliorare la capacità di risposta e la qualità del servizio. Il Digital Twin, in questa prospettiva, non è un concetto astratto o riservato alle grandi imprese: è uno strumento che, se pensato in modo modulare e accessibile, può accompagnare anche le realtà più agili nella transizione verso una gestione dei processi più consapevole e basata sull’evidenza. 

AFIL (Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia)

è il Cluster Tecnologico per il Manifatturiero Avanzato ufficialmente riconosciuto da Regione Lombardia. Attraverso le Strategic Communities, ovvero gruppi di lavoro formati da grandi imprese, PMI, start-up, associazioni, università e centri di ricerca che lavorano su tematiche strategiche per il manifatturiero lombardo, AFIL accompagna i propri associati in un percorso collaborativo di crescita attraverso incontri tematici, workshop, webinar, matchmaking e missioni internazionali, facilitando così lo sviluppo di progettualità comuni e promuovendo la R&I anche a livello interregionale. Ad oggi, le Strategic Communities di AFIL sono 7: Machinery, De- and Remanufacturing for Circular Economy, Advanced Polymers, Additive Manufacturing, Secure and Sustainable Food Manufacturing, Smart Components, Digital Transformation. Per maggiori informazioni in merito alle attività di AFIL e per le modalità di adesione al Cluster, si invita a visitare il sito www.afil.it oppure a scrivere all’indirizzo comunicazione@afil.it.

Ordini di produzione in stoccaggio con tag Komete
Valvola di treno in lavorazione tracciata con tag Komete

Robotica collaborativa

Il mercato dei cobot è in continua evoluzione e sempre in crescita. I principali settori d’uso includono automotive, logistica e manifattura, soprattutto nelle PMI. L’Italia rappresenta uno dei paesi leader del settore in Europa

Il Nord America ad oggi è il terzo mercato per estensione.

Settori di applicazione

I principali settori applicativi sono l’automotive, la logistica e il food&beverage. L’automotive è sicuramente il settore più performante per i cobot: detiene oltre il 26–30 % della quota di mercato mondiale. Qui i cobot supportano assemblaggio, saldatura leggera, ispezione, impacchettamento, grazie a precisione, interoperabilità e mobilità rapida. Nell’ elettronica e componentistica vengono utilizzati in montaggio smd, test, assemblaggio di componenti sensibili: consentono aumento di throughput e riduzione errori (<0,02 %) . Nel Food & Beverage l’impiego riguarda soprattutto packaging, pesatura e controllo qualità (capacità +50 %, sprechi –20 %), mentre nella logistica, dove l’automazione è sempre più presente, sono impiegati nel pick-and-place, palletizzazione in magazzino.

roboticarobotica

collaborativa: stato dell’arte e prospettive di crescita

II robot collaborativi o “cobot” sono robot progettati per lavorare vicino agli esseri umani, condividendo spazi senza barriere di sicurezza grazie a sensori integrati e software che garantiscono arresti d’emergenza immediati. Diversamente dai robot industriali tradizionali, che richiedono ambienti segregati, i cobot sono compatti, spesso schermati da abrasioni e dotati di interfacce touch o modalità “lead-through”, che consentono anche a personale non tecnico di programmarli semplicemente guidandoli nei movimenti desiderati. Nati negli anni ’90 come progetti di ricerca e resi commerciali nei primi 2000, hanno registrato una rapida crescita grazie alla flessibilità e al basso costo d’ingresso.

Ecco alcuni dati:

Mercato 2023: 3,17 mld USD

Mercato 2024: stimato a 4,21 mld USD CAGR previsto (2024–2034): tra 32,7 % e 38,6 % con stime che vanno fino al 50 mld USD nel 2030/31

A livello geografico l’Europa rappresenta il leader nel settore con un giro nel 2023 di circa 950 mln USD e una crescita annuale prevista al 33 % fino al 2034. Ovviamente l’Asia–sta crescendo molto rapidamente soprattutto grazie alle politiche di automazione e crescita industriale.

Il contesto italiano

L’Italia è tra i leader europei nella robotica collaborativa: nel 2023 ha raggiunto un valore di mercato superiore a 1 mld USD, mantenendosi seconda in Europa per investimenti in cobot e sesta al mondo. Il settore è in forte espansione: nel 2024 è atteso un ulteriore incremento del +22 % ansa.it. La ripresa post-pandemica, insieme a spinte normative come il PNRR e la strategia “Transizione 5.0”, sono ritenuti fattori chiave dietro questa crescita . Circa il 90 % delle PMI manifatturiere (50–249 dipendenti) utilizza già robot, di cui il 32 % ha implementato almeno un cobot e un altro 28 % ha progetti imminenti. Il 46 % delle aziende valuta la robotica collaborativa come leva per aumentare la competitività aziendale. Complessivamente, possiamo consederare che le PMI hanno fiducia nei cobot, un dato che testimonia la maturità tecnologica del campo in Italia . Le aree d’impiego principali in Italia includono:

• Produzione/assemblaggio (38–55 %)

• Preparazione materiali (circa 48 %)

• Logistica e packaging (46 %)

• Controllo qualità (40 %)

Un target chiaro emerge: i cobot vengono utilizzati soprattutto per sollevare gli operatori da compiti ripetitivi e fisicamente usuranti (57 %). Le previsioni per il 2025 sono di quasi 700 000 nuovi robot industriali installati nel mondo e l’Italia non rappresenta semplicemente un consumatore di cobot, ma un protagonista attivo nello sviluppo e nell’integrazione a livello europeo. Pur con alcune sfide sul fronte competenze, costi e integrazione, la robotica collaborativa è percepita come una chiave strategica: migliora la sicurezza, riduce sforzi e tempi morti, potenzia qualità e flessibilità. 

La soluzione combinata HenkelYaskawa per l’incollaggio industriale

Sistemi di dosaggio e

robot robot Yaskawa

LLeader globale nel mercato degli adesivi, dei sigillanti e dei rivestimenti funzionali, Henkel presenta oggi una soluzione innovativa che apre nuove prospettive per l’incollaggio industriale grazie alla combinazione dei sistemi di dosaggio LOCTITE® e dei robot antropomorfi e collaborativi di Yaskawa, azienda giapponese specializzata nelle tecnologie di azionamento e nella robotica. La collaborazione tra le due aziende è stata annunciata a Bologna in occasione di MECSPE 2025. Coniugando le tecnologie di Henkel e Yaskawa, le imprese di ogni dimensione possono utilizzare un robot con un sistema di dosaggio per applicare adesivi, sigillanti e altri fluidi in cordoli e punti sui loro manufatti, eseguendo con la massima precisione disegni e schemi programmati. La combinazione del sistema di dosaggio volumetrico LOCTITE e del robot Yaskawa migliora le operazioni di incollaggio in qualsiasi tipo di processo produttivo, rendendole più rapide, efficienti e molto più precise, aumentando dunque la qualità del prodotto finito. La produzione diventa inoltre più sostenibile grazie alla possibilità di minimizzare gli sprechi di adesivo, nonché gli scarti di manufatti fuori standard. Un ulteriore

vantaggio è la riduzione del contatto degli operatori con adesivi e altri fluidi, a tutela della loro salute e sicurezza. “Gli adesivi e i sistemi di dosaggio LOCTITE sono già utilizzati da moltissime aziende in tanti settori. Grazie alla collaborazione con Yaskawa, siamo oggi in grado di suggerire soluzioni innovative per gestire i processi di incollaggio nello spirito dell’Industria 5.0, ovvero sfruttando la tecnologia per realizzare prodotti sempre più complessi in modo ancora più accurato ed efficiente”, afferma Nicola Catalfamo, Business Development Manager Equipment WE South, Henkel Adhesive Technologies. “Siamo entusiasti di collaborare con Henkel e mostrare come i nostri robot possano essere usati con successo non solo nei processi di saldatura, handling e packaging, ma anche nelle operazioni di incollaggio dove è richiesta rapidità, altissima precisione ed efficienza. Questo testimonia la grande versatilità delle soluzioni Yaskawa”, aggiunge Fausto Chiri, Sales Director Robotic Division Yaskawa Italia.

I sistemi di dosaggio LOCTITE possono essere integrati sia con robot antropomorfi, come il MOTOMAN GP12 a 6 assi di Yaskawa, sia con i modelli collaborativi, come l’HC20DT che sarà installato presso lo Showroom & Training Center della sede Henkel di Milano. 

Robotica

Comau presenta la nuova famiglia di sei robot collaborativi MyCo: una soluzione precisa, affidabile ed economica per le aziende di tutte le dimensioni, indipendentemente dal loro attuale grado di automazione

I fantastici 6

I fantastici 6

CComau ha annunciato il lancio mondiale di MyCo, la sua nuova famiglia di robot collaborativi, in occasione di Automatica 2025 (24-27 giugno) a Monaco, Germania. La linea MyCo comprende sei diversi modelli di cobot con capacità di carico da 3 kg a 15 kg, specificamente progettati per soddisfare la crescente domanda globale di automazione collaborativa versatile, sicura e facile da usare. Più leggera, più compatta, facile da programmare e da spostare, la famiglia MyCo sarà esposta ad Automatica nel padiglione B5, stand 331. Il design altamente intuitivo e snello dei cobot MyCo

consente una perfetta integrazione in ambienti dinamici, rendendoli ideali per lo stoccaggio l’intralogistica, l’imballaggio, la saldatura ad arco e l’assemblaggio leggero, settori chiave identificati come parte della strategia di diversificazione in corso di Comau. La struttura robusta e leggera consente un facile spostamento e reimpiego, mentre la protezione IP66 garantisce prestazioni affidabili anche in condizioni difficili. I nuovi cobot sono inoltre dotati di funzioni di sicurezza avanzate, sei gradi di libertà e la migliore precisione della categoria con capacità di programmazione intuitive. I sei diversi modelli hanno un carico utile compreso tra 3 kg e 15 kg e uno sbraccio compreso tra 590 mm e 1300 mm.

Oltre ad ampliare il suo vasto portafoglio di robot, la nuova famiglia MyCo incarna il costante impegno di Comau nel fornire un’automazione altamente accessibile e facile da usare Sfruttando la sua vasta esperienza nella robotica industriale e

la sua tecnologia all’avanguardia, Comau sta portando le sue potenti soluzioni di automazione a una più ampia gamma di settori e, così facendo, aiuta le aziende di tutte le dimensioni a ridurre la complessità dell’integrazione e a migliorare la produttività.

La visione di Comau per la robotica collaborativa offre una nuova prospettiva industriale alla collaborazione uomo-robot, sottolineando il ruolo fondamentale del know-how applicativo e di processo nei parametri di progettazione. Ma soprattutto, l’ampio portafoglio di robot Comau consente ai clienti di scegliere tra robot industriali, collaborativi o una combinazione dei due per le loro esigenze specifiche. Tutto questo è ulteriormente completato dai sistemi di visione all’avanguardia e dall’esperienza IoT di Comau, oltre che dalle partnership strategiche con i principali marchi di dispositivi finali. “Con il lancio della nuova famiglia di robot MyCo, Comau

compie un altro passo concreto nell’accelerazione della sua strategia di diversificazione”, ha dichiarato Stefania Ferrero, Chief Marketing Officer di Comau.

“Secondo le nostre stime, il mercato globale della robotica collaborativa dovrebbe registrare un CAGR del 15% (dal 2024 al 2028). Questo è alimentato da una crescente domanda in settori non tradizionali come il food & beverage, il farmaceutico, le energie rinnovabili e la logistica, oltre alla maggiore adozione da parte delle piccole e medie imprese. MyCo è una risposta economica e versatile a queste tendenze, in quanto ciascuno dei sei modelli ci permette di fornire una soluzione altamente flessibile, facile da usare e trasportare, che supporta operazioni sicure ed efficienti in ambienti dinamici.”

Tutti e sei i robot collaborativi della famiglia MyCo sono disponibili in commercio da giugno 2025. 

Robotica collaborativa / Mitsubishi

Mitsubishi Electric ha realizzato un’applicazione per il controllo qualità di motori tramite cobot che rappresenta un esempio di completa integrazione tra hardware e software

Cobot

cobot

per il controllo qualità di motori

IIl cammino verso la digitalizzazione prevede una forte sinergia tra soluzioni hardware e software per permettere di sfruttare al massimo il potenziale dei dati nell’ottica di una ottimizzazione di macchine, impianti e processi produttivi. Mitsubishi Electric ha sviluppato un’innovativa applicazione per il controllo qualità di motori tramite cobot, che rappresenta un esempio concreto di completa integrazione tra hardware e software.

Virtual commissioning e digital twin

Oggi l’utilizzo dei dati rappresenta un asset strategico per le aziende, con la tendenza a generare e analizzare i dati prima ancora che la macchina venga realizzata. Grazie al software di virtual commissioning Gemini, è possibile creare un gemello digitale della macchina per effettuare una pre-verifica dei componenti, la simulazione della movimentazione della macchina o dell’intero impianto in uno spazio virtuale 3D, la verifica di eventuali errori e l’ottimizzazione del funzionamento della macchina a partire dai singoli processi.

Il virtual commissioning permette di realizzare sia la simulazione della linea che la simulazione della logica program-

mata. Per quanto riguarda la simulazione della linea, possono essere integrati modelli 3D di macchine, nastri trasportatori, AGV e si possono riprodurre i movimenti degli operatori. È quindi possibile identificare le parti del processo che necessitano di un miglioramento già nella fase di ideazione della linea, e verificarne l’impatto.

Con la simulazione della logica programmata, connettendo i dispositivi di controllo come i PLC o i tool di sviluppo, l’utente può verificare il corretto funzionamento nello spazio 3D virtuale. Si possono identificare le interferenze meccaniche e i movimenti dei robot, riducendo notevolmente il tempo della messa in servizio.

Nell’applicazione robotica sviluppata da Mitsubishi Electric, grazie al virtual commissioning è possibile simulare il controllo qualità su due tipi differenti di motori, per questo è stato previsto un cambio formato del motore e sono state implementate tre differenti tipologie di ispezione: la verifica della presenza di un’etichetta specifica sul motore, la posizione corretta dell’etichetta e il numero di pin del connettore. Il cambio formato può essere gestito in modo ottimale grazie alla facilità di utilizzo del cobot, tramite la guida manuale.

Il cobot può essere programmato con due software: il primo prevede una programmazione più collaborativa e quindi più visuale “drag and drop”, mentre per una programmazione più complessa può essere utilizzato il software dei robot industriali basato su testo RT ToolBox 3.

Monitoraggio e diagnostica del sistema

Dopo la prima fase di virtual commissioning, il passaggio successivo è quello del monitoraggio e della diagnostica del sistema. La tastiera R86TB sviluppata da Mitsubishi Electric permette di fare un monitoraggio 3D in tempo reale del ciclo: si può visualizzare la struttura del layout e vedere il movimento del robot all’interno del layout, oppure si possono monitorare determinati valori grazie alla funzione “Oscilloscopio”.

Mitsubishi Electric sta sviluppando sistemi di intelligenza artificiale sotto il marchio MAISART (Mitsubishi Electric’s AI creates the State-of-the-ART in technology), con l’obiettivo di consentire alle aziende di ottenere i massimi benefici dall’AI. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile avere un approccio predittivo alla manutenzione senza sensori aggiuntivi, basandosi sull’assorbimento degli assi. È infatti possibile calcolare il grado di consumo dei componenti del robot in base allo stato operativo effettivo prendendo in considerazione caratteristiche come la velocità del motore e lo stato di carico, per rilevare eventuali anomalie o deterioramenti in una fase iniziale e stimare il momento di sostituzione delle parti o le tempistiche di manutenzione consigliate. Per il monitoraggio dell’attività dell’applicazione Mitsubishi Electric ha sviluppato una dashboard dedicata con il software SCADA Genesis di ICONICS. Grazie a questa dashboard estremamente chiara ed intuitiva è possibile leggere il tipo di motore e la potenza, il numero di pin, la presenza e la

posizione dell’etichetta. È inoltre presente un cruscotto per monitorare le ispezioni totali, quelle conformi e quelle non conformi agli standard di qualità.

Questa completa integrazione tra hardware e software rappresenta la premessa per nuovi scenari futuri, come quello del robot as-a-service, in cui il robot diventa un asset digitale e si trasforma da prodotto in servizio.

Ottimizzazione del processo

Oltre al gemello digitale e al monitoraggio del sistema, Mitsubishi Electric offre una possibilità ulteriore per sfruttare al massimo la potenzialità dei dati, grazie al tool di data science MELSOFT MaiLab, che permette di automatizzare la raccolta dati da diversi sistemi, addestrare in modo automatico modelli di AI e infine di ottimizzare il processo. Una volta definito l’obiettivo, ad esempio la riduzione dei costi o del consumo energetico, l’ottimizzazione in chiave predittiva, oppure il controllo qualità, si procede con la raccolta dei dati della macchina identificando i fattori che impattano sul processo, si addestra il modello di intelligenza artificiale e infine si chiude il loop con il sistema di automazione inviando i feedback del modello al PLC che, a sua volta, comunica con gli attuatori. Il principale valore aggiunto del software MaiLab è, quindi, la possibilità di avere un full closed loop con l’automazione, grazie al quale il PLC riceve i dati e adatta i parametri in tempo reale secondo il modello sviluppato. Senza trascurare la facilità di utilizzo, che permette alle aziende di utilizzare modelli complessi di machine learning senza competenze specifiche. Nel caso specifico dell’applicazione di controllo qualità dei motori tramite cobot, nel momento in cui si raccolgono i dati relativi al numero dei pin del connettore, alla posizione dell’etichetta e si acquisiscono tutti i fattori che concorrono al processo, ad esempio i parametri della macchina, le specifiche del motore e le condizioni operative, questi possono essere collezionati, mappati e relazionati fra loro addestrando un modello di ML allo scopo di ottimizzare il processo in termini prestazionali e manutentivi. L’applicazione descritta mostra come Mitsubishi Electric sia in grado di offrire un intero ecosistema digitale che si compone di una vasta proposta di prodotti hardware e software in grado di integrarsi tra loro per fornire soluzioni di automazione complete. 

Applicazione di cobot al controllo qualità dei motori
Monitor Genesis

Il notevole incremento nella diffusione di robot in tutti i segmenti dell’industria manifatturiera ha generato un’attenzione crescente ai sistemi meccatronici che ne regolano i movimenti

e affidabilità per gli assi servoattuati: le soluzioni Mayr per la robotica industriale Sicurezza

Csicurezza

Consentire la copresenza nello stesso ambiente di operatori e soluzioni automatizzate richiede che i sistemi di controllo siano perfettamente affidabili e sicure. Le aziende produttrici di robot dedicano la massima attenzione a questi aspetti; sono coadiuvate dai fornitori di componenti, che progettano soluzioni adatte alle applicazioni più innovative e investono in ricerca per mantenere il passo con la continua evoluzione di questo settore.

Un’invasione pacifica e inarrestabile

Il mercato della robotica continua a espandersi a livello globale. Secondo i dati più recenti di Global Market Insights, nel 2024 il valore complessivo ha raggiunto i 47,8 miliardi di dollari, con una proiezione di crescita che porterà il settore

a superare i 211 miliardi entro il 2034, con un CAGR del 16,6% (gminsights.com).

Le motivazioni di questa crescita sono molteplici: la necessità di liberare gli operatori da attività faticose e ripetitive, la possibilità di utilizzare i robot in contesti ambientali difficili, l’evoluzione delle applicazioni di machine learning che velocizzano i tempi di ritorno degli investimenti e l’innegabile flessibilità e modularità di queste soluzioni le rendono ideali per la fabbrica intelligente.

In questo scenario si inserisce il ruolo strategico degli assi servoattuati, fondamentali per la robotica moderna. Si tratta di sistemi meccatronici composti da servomotori, sensori, controllori e riduttori che governano con precisione i movimenti dei robot in ogni asse di libertà. A seconda della

configurazione del robot, possono essere responsabili di movimenti lineari o rotazionali; sono in grado di garantire posizionamenti estremamente accurati e perfettamente ripetibili, anche in presenza di cicli di lavoro dinamici e complessi.

Gli assi servoattuati trovano applicazione in numerosi campi: nelle soluzioni antropomorfe utilizzate per la saldatura, l’assemblaggio e il material handling, nei robot SCARA ideali per il pick&place ad alta velocità, nelle soluzioni per il packaging e naturalmente nei cobot (robot collaborativi), dove sicurezza, fluidità e precisione sono determinanti.

L’uso di assi servoattuati in questi ambiti consente ai costruttori di ottenere maggiore flessibilità, riduzione dei tempi ciclo, risparmio energetico e qualità costante del processo.

La carica dei cobot

L’introduzione dei robot collaborativi, con la possibilità di interazione sempre più stretta con l’operatore umano, incrementa la flessibilità della produzione e permette di operare nel totale rispetto dell’ergonomia, salvaguardano la sicurezza dei lavoratori e liberandoli dalle incombenze più gravose.

I robot collaborativi rappresentano attualmente la frontiera più dinamica della robotica. Nel 2025, secondo EVS, i cobot raggiungeranno il 34% delle nuove installazioni, rispetto a meno del 10% di soli cinque anni fa (evsint.com).

Le aree di applicazione in cui l’utilizzo dei cobot è in rapida crescita sono molteplici: a partire dall’assemblaggio elettronico di componenti delicati, che grazie ai cobot può avvenire anche in spazi ristretti e con un’elevata ripetibilità. Ma non solo: i cobot sono integrabili con sistemi di machine vision per effettuare il controllo di qualità in linea, sono ideali per le operazioni di packaging secondario e pallettizzazione ad alta frequenza e possono dare il meglio anche in postazioni misteuomo macchina, anche nelle officine e nelle piccole imprese, grazie alla sempre maggiore disponibilità e accessibilità di queste soluzioni.

Lavoro per tutti

L’adozione crescente di robotica e automazione solleva interrogativi sull’impatto sull’occupazione. Tuttavia, numerosi studi indicano che queste tecnologie tendono a trasformare la natura del lavoro, spostando l’attenzione verso attività più qualificate e gratificanti; non è invece previsto che causino una generalizzata perdita di posti di lavoro. Secondo il “Future of Jobs Report 2023” del World Economic Forum, si prevede che entro il 2027 circa il 23% dei posti di lavoro subirà cambiamenti significativi a causa dell’automazione e delle transizioni verso l’energia verde e le catene di approvvigionamento localizzate.

La maggior parte degli scenari previsionali sono concordi sul fatto che con le nuove tecnologie si perderanno inevitabilmente posti di lavoro, ma si tratterà essenzialmente di posizioni che richiedono compiti ripetitivi e manuali, attualmente svolti da persone che si stanno avvicinando alla fine dell’attività lavorativa; allo stesso tempo si apriranno però un numero altrettanto significativo di posizioni, essenzialmente

nei settori dell’IA, della sostenibilità e dell’economia digitale. In particolare, l’automazione tende a liberare risorse umane per attività che richiedono creatività, problem-solving e interazione sociale. Ad esempio, nei settori manifatturieri, i robot possono assumere compiti di assemblaggio ripetitivi, mentre gli operatori si concentrano sul miglioramento dei processi. Nel settore sanitario, l’automazione di compiti di routine consente al personale medico di dedicare più tempo all’assistenza diretta ai pazienti.

Inoltre, l’espansione della robotica crea nuove opportunità professionali in ambiti come la progettazione, la programmazione, la manutenzione e l’analisi dei dati. La domanda di competenze tecniche e digitali è in aumento, spingendo verso una riqualificazione della forza lavoro e l’emergere di nuove figure professionali. Una transizione accompagnata da adeguati investimenti in politiche di formazione e aggiornamento professionale potrà garantire che i lavoratori possano adattarsi ai cambiamenti e cogliere le nuove opportunità offerte dalla trasformazione tecnologica.

Sfide e opportunità per i costruttori

I costruttori di robot si confrontano con richieste impegnative: oltre a garantire la sicurezza in ogni fase del ciclo di vita dell’impianto, è fondamentale che le macchine offrano una costante affidabilità del sistema anche in situazioni ambientali complesse, precisione e ripetibilità in presenza di ogni tipo di carichi e perfetta compatibilità con le normative di tutti i componenti utilizzati. È inoltre fondamentale che le esigenze di manutenzione siano ridotte e che questa possa avvenire in modo semplice e veloce, per assicurare la continuità dei processi produttivi.

Allo stesso tempo, le applicazioni in cui la robotica può dare il meglio di sé sono in costante amento: le nuove forme di mobilità elettrica aprono opportunità nell’assemblaggio di batterie e motori, il controllo qualità e il dosaggio in settori quali l’alimentare e il chimico-farmaceutico sono attività che le soluzioni automatizzate sono perfettamente in grado di gestire, così come la gestione della logistica e dei magazzini.

Le istanze di sicurezza negli assi servoatttuati L’integrazione di funzionalità di sicurezza nei servoassi è oggi

Freno ROBAservostop per cobot

Robotica collaborativa / Mayr

indispensabile, soprattutto nei contesti in cui i robot operano in ambienti aperti o collaborativi dove macchinari e umani sono copresenti e interagiscono: è evidente che in caso di collisioni l’operatore umano è svantaggiato, ed è quindi essenziale evitarle.

I principali sistemi di sicurezza nei servoassi comprendono:

• STO (Safe Torque Off): disattiva l’alimentazione al motore per impedire qualsiasi coppia residua;

• SS1 (Safe Stop 1): esegue un arresto controllato e sicuro, prima di attivare lo STO;

• SOS (Safe Operating Stop): mantiene la posizione dell’asse senza rimuovere potenza, consentendo interventi manuali temporanei in sicurezza.

Queste funzioni, codificate nelle normative IEC 61800-5-2, ISO 13849 e IEC 62061, permettono di implementare strategie di protezione efficaci, conformi e che tutelano gli operatori senza che la produttività risulti compromessa.

Componenti affidabili per garantire la sicurezza

In tutti i contesti in cui operano robot e cobot, la sicurezza passiva e attiva è un elemento imprescindibile, a partire proprio dalla qualità dei sistemi frenanti integrati.

I freni di sicurezza giocano un ruolo determinante nei sistemi servoattuati. Un componente non affidabile può compromettere l’intero impianto, esponendo operatori, macchinari e materiali lavorati a rischi elevati, come la caduta dei carichi o collisioni impreviste.

Mayr risponde a queste esigenze con il freno ROBA-servostop.

Il principio fail-safe permette a ROBA-servostop di fornire la coppia frenante richiesta anche in caso di arresto di emergenza, grazie al materiale di attrito sviluppato per questo scopo con una corrispondente superficie in acciaio. ROBA-servostop è in grado di bloccare gli assi in modo preciso e affidabile, anche in verticale, supporta cicli dinamici grazie ai materiali resistenti all’usura e permette di ridurre ingombro e peso rispetto a freni dalle prestazioni analoghe garantendo un’elevata densità di potenza.

I freni ROBA-servostop sono disponibili anche in versione ottimizzata per cobot: la linea ROBA-Servostop Cobot è progettata appositamente per i robot leggeri, come quelli collaborativi.

Affidabili e compatti, il loro design rende facile integrarli anche in spazi molto ristretti.

L’elevata densità di potenza permette di contenere il consumo di energia, caratteristica apprezzata anche per le conseguenze positive sull’ambiente oltre che sull’efficienza e produttività.

I freni ROBA-Servostop Cobot possono funzionare con una temporanea sovreccitazione ed una successiva riduzione di voltaggio; la coppia di frenatura nominale va da 0,23 a 9 Nm e la velocità massima può variare fra i 4500 e i 10500 giri al minuto.

L’utilizzo di componenti certificati come i freni Mayr contribuisce inoltre a rendere i robot che li incorporano idonei alla certificazione CE.

Un perfetto equilibrio di sicurezza e prestazioni

Nel panorama industriale attuale, dove l’automazione si fa sempre più intelligente, veloce e collaborativa, la sicurezza non è più un accessorio. È una componente strutturale, da progettare a monte e integrare in ogni sistema servoattuato. Mayr, con i freni ROBA-servostop e ROBA-servostop cobot, si posiziona come partner tecnologico per costruttori che non accettano compromessi tra prestazioni, affidabilità e conformità.

I freni ROBA-Servostop Cobot sono ad oggi una delle soluzioni più affidabili per garantire arresti sicuri e controllo statico in applicazioni robotiche: per questo sono stati scelti da Oversonic Robotics, una delle aziende più innovative nel segmento tecnologico del Made in Italy, per il suo robot antropomorfo Robee. 

Freni ROBA servostop

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