ISSN 2612-3622
MAGAZINE DI INFORMAZIONE TECNICA E DI MARKETING PER IL POSATORE, L’IMPRESA E LO STUDIO DI PROGETTAZIONE
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ANNO 30 • N° 1 • GEN-FEB 2021
IL PUNTO
QUINE SRL - VIA G. SPADOLINI, 7 - 20141 MILANO
PRIMATUM PETRI, LA MOTO, L’AMICIZIA E IL PARQUET
TENDENZE UN VIAGGIO TRA LE VALIDE ALTERNATIVE AL LEGNO PER IL PARQUET
APPUNTI TECNICI IL COMFORT AMBIENTALE SPECIALE
MATERIALI GREEN: IL BAMBÙ
CASE HISTORY
LA NATURA CHE AVVOLGE
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Per costruire il benessere abitativo servono basi solide e genuine. E un pavimento biocompatibile Fiemme Tremila sul quale camminare.
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PROFESSIONAL
Sommario ANNO 30 • N° 1 • GEN-FEB 2021
Parquet Periodico bimestrale edito da Quine Srl Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel. 02.69001255 | Fax 02.69001277 redazione@quine.it Fondatore Gabriele Marrazzini Direttore Responsabile Marco Zani Coordinamento editoriale - Redazione Silvia Martellosio | silvia.martellosio@quine.it Vanessa Martina | vanessa.martina@quine.it Consulenti tecnici Domenico Adelizzi - Massimo Corsico Mauro Errico - Antonio Viscardi Direttore commerciale Ornella Zanetti | o.zanetti@dimensionepulito.it Pubblicità e Sviluppo Milena Acito, Alessandro Martinenghi, Edoardo Rossi, Paolo Simeoni, Filippo Viola Ufficio traffico e Servizio abbonamenti Rosaria Maiocchi | traffico@quine.it Grafica e impaginazione LIFE sh.p.k. Collaboratori Domenico Adelizzi, Simone Biagiotti, Roberta Mutti Responsabile della produzione Paolo Ficicchia
10 • News dal mondo
IL PUNTO
8 • Primatum Petri, la moto,
l’amicizia e il parquet
Questa è la storia di una amicizia che nasce tra le mura di una scuola media. E anche il racconto del rapporto professionale tra un parchettista e un architetto di Massimo Corsico
INTERVISTA
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• Investire nelle competenze dello specialista Qual è il modo migliore per di gestire un prodotto come il parquet all’interno di uno shoowroom? Ce lo spiega Alessandro Villa dell’azienda Pattono a cura della Redazione
CASE HISTORY
Stampa Aziende Grafiche Printing Srl - Peschiera Borromeo (MI)
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Prezzi e abbonamenti Abbonamento annuale: 44,50 euro (IVA compresa) Annuale estero: 155 euro Copia arretrata: 17 euro Costo di una copia: 1,30 euro Responsabilità
Professional Parquet, periodico bimestrale registrato. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 250 dell’11/04/1992. Spedizione Posta Target Magazine - AUT.DBC centrale/PT Magazine Editori 96 valida dal 19/05/2004. La pubblicazione o la ristampa di articoli e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su Professional Parquet sono sotto la responsabilità degli autori. I manoscritti e i disegni pubblicati non saranno restituiti.
INFORMATIVA AI SENSI DEL GDPR 2016/679 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal GDPR 2016/679. Titolare del trattamento è Quine srl, via Spadolini, 7 - 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003. © Quine srl - Milano
In copertina: Hall del Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso. Progettista: The Studio. Ph. credit: Vito Corvasce
URBAN & PARTNER
18 • La natura che avvolge
Valorizzazione della storia e utilizzo di materiali locali: il progetto di restyling di The Studio per il Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso di Vanessa Martina 5
Sommario ANNO 30 • N° 1 • GEN-FEB 2021
ANPP
24 • Prodotti chimici,
l’opinione dei parchettisti
Com’è cambiato il modo di lavorare con l’utilizzo di prodotti nuovi e a basso impatto ambientale? di Simone Biagiotti
DESIGN
42 • Il restauro e il parquet
L’uso del parquet in un edificio del 1600 di Massimo Corsico
TENDENZE
48 • Il lato bello del pavimento green Un viaggio tra le valide alternative al legno per il parquet di Roberta Mutti
26 • Una danza che unisce due piani
54 • Vetrina
Il restyling di una villa privata nel palermitano a opera di Rosario Fundarò di L’arte del Parquet
38 • Elenco Soci ANPP
POSA
20 • Comfort ambientale
e pavimentazioni in legno
Se in equilibrio, si favorisce sia la salubrità delle persone sia la durata e il mantenimento delle proprietà delle pavimentazioni a base di legno di Domenico Adelizzi
MERCATO
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• Raso, tra innovazione e leggerezza Un attico dal sapore contemporaneo grazie alla collezione Bosci di Fiemme Tremila
SPECIALE
20 • MATERIALI
60 • Ingredienti naturali
GREEN: IL BAMBÙ
per una protezione ottimale
Tratto dal corso “Tecnologia del legno: materiali tradizionali e innovativi a base di legno”, organizzato dal Collegio Ingegneri e Architetti di Milano di Domenico Adelizzi
Osmo Topoil: applicazione rapida con HandXCenter per i piani da lavoro della cucina
62 • Il valore aggiunto del legno Per Stemau arricchire i nostri ambienti con un pavimento in legno significa vivere a contatto con la natura 7
QUESTA È LA STORIA DI UN'AMICIZIA CHE NASCE TRA LE MURA DI UNA SCUOLA MEDIA. E ANCHE IL RACCONTO DEL RAPPORTO PROFESSIONALE TRA UN PARCHETTISTA E UN ARCHITETTO di Arch. Massimo Corsico
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tervallo cercai di capire meglio chi fossero i miei nuovi compagni, ma ce n’era uno che mi colpì più di tutti: non era un bambino come noi, era già un adolescente. Si chiamava Pietro. E quella bellissima moto che avevo ammirato posteggiata sotto il loggiato era proprio la sua. A Pietro – persona fiera, con l’indole del grande lavoratore – non piaceva molto studiare e voleva essere indipendente e aiutare economicamente la sua famiglia. Comunque, tutte le mattine era in classe e ci difendeva dai bulli, e non era poca cosa.
e lo ricordo ancora. Il primo giorno di scuola media arrivai con la mia Atala rossa al portone della scuola. Posteggiata sotto il loggiato c’era una splendida NSR 125 R. Credo che fosse una delle prime consegnate in provincia, di sicuro la prima che vedessi in città, dal vivo. Salutai alcuni amici delle elementari sperando di ritrovarli tra i nuovi compagni e poi, pieno di aspettative, mi misi a caccia della classe a cui ero stato iscritto: la prima “G”. Come tutti gli alunni al primo giorno di scuola, nell’in-
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FONTE: https://m.musee-orsay.fr/it/opere/commentaire_id/i-piallatori-di-parquet-7073.html
PRIMATUM PETRI la moto, l’amicizia e IL PARQUET
GUSTAVE CAILLEBOTTE (1848-1894) - I PIALLATORI DI PARQUET
Il punto EDITORIALE
Il punto EDITORIALE
“FORSE È PROPRIO GRAZIE A LUI CHE ADORO IL PARQUET, NON SOLO PERCHÉ IL LEGNO È UN MATERIALE SOSTENIBILE E BELLO – ADATTO PER IMPREZIOSIRE GLI AMBIENTI, PER RENDERLI ELEGANTI, CALDI E ACCOGLIENTI – MA ANCHE PERCHÉ MI HA INSEGNATO MOLTE COSE SUI VIRTUOSISMI DELLA POSA”
Pietro ora ha due stupende moto da cross e una fantastica famiglia, ed è divenuto maestro in un lavoro bellissimo, quello del parchettista. Un ottimo parchettista, per dirla tutta. La vita fa dei giri strani. È così che dopo diversi anni dalla fine della scuola io e Pietro ci si siamo rincontrati, in un cantiere. Da quel momento in poi è nato un nuovo sodalizio. Ogni volta che ci vediamo ricordiamo qualche aneddoto e ridiamo molto. È il mio miglior critico e non mi risparmia mai qualche insulto nel dialetto della nostra città. Forse è proprio grazie a lui che adoro il parquet, non solo perché il legno è un materiale sostenibile e bello – adatto per impreziosire gli ambienti, per renderli eleganti, caldi e accoglienti – ma anche perché mi ha insegnato molte cose sui virtuosismi della posa.
Il punto di bellezza
Quello che vorrei sottolineare è che non si smette mai di imparare ed è questa fiducia nelle reciproche capacità che ci permette di procedere verso nuove sperimentazioni, alla ricerca del punto di bellezza. Un punto di bellezza che non solo è indice dei virtuosismi del posatore e dell’architetto, ma è soprattutto creato dai produttori che studiano e lavorano il materiale, alla ricerche di nuove sfide tecnologiche che il mercato (quindi il cliente) richiede. Il punto di bellezza è anche legato al costo stesso del materiale e alla percezione che si ha della sua qualità. Per questo nel corso degli anni la scelta di un pavimento in parquet è diventata sempre più frequente. La scelta del parquet più adatto alle singole esigenze dipende da molteplici fattori, in primis da un lato il gusto personale rispetto al colore (essenza) e alla finitura del legno (sbiancata, decapata, anticata, etc.), dall’altro, come già detto, il fattore economico che incide in maniera più o meno rilevante a seconda della tipologia scelta di parquet e della posa.
segue poi con gli intarsi spettacolari di Versailles. Da lì il passo fu breve, cosicché nel Settecento tutti i palazzi nobiliari e le residenze reali ebbero un pavimento in legno che fosse di noce, di ciliegio o di faggio. Solo con la rivoluzione industriale, nell’Ottocento, vennero introdotte le prime vernici protettive di ceralacca. Intorno al 1990, con il perfezionamento dei collanti e delle vernici, il parquet è diventato sempre più green sia per i posatori che per i clienti. Il fatto che ancora oggi il parquet sia la pavimentazione più desiderata è anche dovuto alla sensibilità ecologica, cioè alla richiesta di un mondo più sostenibile che non può riguardare solo i grandi temi, come le emissioni di gas serra, ma anche questioni più quotidiane e su cui i cittadini possono giocare un ruolo attivo. In questo presente in cui la sostenibilità, il rimboscamento e la salvaguardia di livelli bassi di CO2 emessi dalle produzioni diviene fondamentale per la salute, i pavimenti in parquet, che nascono da un talento che dura da quattro millenni, sono vincenti.
Dai Romani al Green
Fin dai tempi antichi, a partire dagli Egizi sino ai Romani (a partire dal 3000 a.C.), anche nelle regioni settentrionali del globo, sono stati ritrovati dei parquet estremamente solidi e resistenti per l’epoca, che fin da allora venivano costruiti con legno di abete, pino e larice, per non disperdere la temperatura delle abitazioni o proteggersi dagli insetti. Ma come al solito furono i Romani, grandi architetti, costruttori e innovatori, a dare la svolta. Questi infatti sono stati i primi a dedicarsi all’aspetto estetico e scenografico del pavimento in legno: dobbiamo a loro la posa “a spina di pesce”. Nel Medioevo gli innovatori della pavimentazione in legno furono le popolazioni delle regioni scandinave e britanniche: per la prima volta venivano sperimentate diverse combinazioni di colori, forme e spessori. Ma solo con il Rinascimento ci fu una spinta di impeto verso la vena artistica, che trionfò in Francia nel 1534, quando il re Francesco I incaricò l’architetto Jules Menard di realizzare un pavimento ligneo. La storia francese pro-
Riferimenti Bibliografici https://www.alberani.it/la-storia-del-parquet-nei-secoli/ https://m.musee-orsay.fr/it/opere/commentaire_id/i-piallatori-di-parquet-7073.html https://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/trend/2019/09/30/news/nomisma_in_italia_i_consumatori_sono_sempre_piu_green_-237315210/
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News DAL MONDO
CRESCE LA PRODUZIONE ECOSOSTENIBILE DEL LEGNO L’ultimo report di PEFC Italia evidenzia la rinnovata sensibilità nella filiera del legno e della carta verso una produzione ecosostenibile Nel report annuale 2020 l’associazione PEFC Italia registra un deciso aumento della superficie forestale certificata. Nonostante la crisi sanitaria legata al Covid19 la filiera del legno ha retto e si è orientata verso una produzione ecosostenibile portando a un lavoro sinergico tra territorio e industria. La prima regione in Italia per superficie certificata è il Trentino Alto Adige con i suoi 555.997,96 ettari, seguito dal Friuli Venezia Giulia con una superficie certificata di 92.016,30 ettari e dal Veneto con 74.360,43 ettari.
UN CARO SALUTO A UN GRANDE PROFESSIONISTA E A UN GRANDE UOMO
Le aziende optano per una produzione ecosostenibile
“Personalmente l’ho sempre considerato il maestro e padre conduttore di questo settore”. Con queste parole Gabriele Marrazzini, fondatore della rivista Professional Parquet, vuole ricordare il caro Giuseppe Margaritelli che ci ha lasciato il mese scorso. Non ci sono parole adatte per salutare un grande professionista e un grande uomo, come Giuseppe. Precursore del pavimento predefinito, nonché della divulgazione del concetto di marketing nel settore dei pavimenti in legno, tra i valori principali che ha sempre perseguito nella sua carriera, al primo posto la famiglia e la tradizione, accompagnate dal binomio imprenscindibile di ricerca e sviluppo. Accanto a lui i figli, Luca e Andrea, e i due nipoti Dario e Fernando. Classe 1928, affianca fin da giovane il padre Ferdinando nella conduzione dell’azienda di famiglia. Negli anni ’70 nascono le prime produzioni di pavimento in legno, fino a fondare l’innovativa Listone Giordano nel 1984 con il parquet a due strati, diventando così il maggiore produttore italiano di pavimenti in legno, raggiungendo anche il mercato internazionale. La nomina a Cavaliere del Lavoro nel 2006 dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la celebrazione della Festa della Repubblica, è una dimostrazione di quanto Giuseppe Margaritelli, con il suo lavoro e la sua azienda, sia stato promotore del mondo della cultura scientifica, artistica e tecnologica grazie alla Fondazione Guglielmo Giordano. A nome di tutta la redazione di Professional Parquet e del fondatore Gabriele Marrazzini esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia Margaritelli per la perdita del caro Giuseppe, che ricorderemo con tutto il nostro affetto, con ammirazione e stima.
Nell’ultimo anno è cresciuto il numero di aziende che hanno scelto di utilizzare solo legno proveniente da foreste certificate passando dalle 1.095 del 2019 alle 1.179 del 2020 con un incremento nell’ultimo anno del 7,7%. La maggior parte di queste aziende è situata nel nord del Paese in particolare nella regione Veneto che ne conta 260 seguito a breve distanza da Lombardia (202) e Trentino Alto Adige (188). Questi dati disegnano un’economia post-pandemia orientata a una produzione che si allontana dalle energie fossili per divenire sempre più sostenibile.
La sensibilità green dei consumatori La crisi climatica e la nuova sensibilità ambientale emergente nella società ha spinto i consumatori nell’ultimo anno a propendere per una filiera industriale sostenibile. Infatti, secondo una ricerca dello scorso maggio il 67% dei consumatori italiani riconosce e cerca il logo PEFC sul packaging del prodotto rispetto al 34% del 2017.
membri della filiera dell’industria del legno e della carta con l’obiettivo di promuovere una produzione ecosostenibile in questo settore produttivo. Nel 2018 a seguito della Tempesta Vaia ha realizzato il progetto “Filiera Solidare PEFC” per recuperare gli alberi sradicati dalla tempesta.
Chi è PEFC Italia? PEFC Italia è un’associazione senza fini di lucro che gestisce in Italia il Programme for endorsement of forest certification schemes. Si tratta di un’iniziativa internazionale partita nel 1998 che coinvolge diversi
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News DAL MONDO
Cersaie: la 38°edizione si svolgerà dal 27 settembre al 1° ottobre 2021 Il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno ritornerà dal 27 settembre al 1° ottobre 2021 in fiera a Bologna e dal 20 settembre all’8 ottobre in digitale, per mostrare le ultime novità nel settore
dematerializzazione degli eventi e dell’estensione globale, in termini di capacità relazionali. Altre novità sono la nuova rappresentazione grafica della fiera, che richiama i diversi aspetti innovativi della prossima edizione, e il nuovo logo per Cersaie Digital. Per quanto riguarda il nuovo visual viene presentato un cubo – elemento grafico distintivo del logo Cersaie – che si apre in più moduli che assumono forme tridimensionali, generando una molteplicità di pixel che, dinamicamente, creano nuove possibilità e scenari. È questa la rappresentazione visiva del nuovo concetto di “OPEN” che per questa edizione di Cersaie si abbina a Evolution, sottolineando ancora la tendenza e la tensione a recepire stimoli e a svilupparli in nuove possibilità. Mentre per quel che riguarda il nuovo logo di Cersaie Digital sono presenti richiami al brand madre di cui è diretta emanazione, ma si trovano anche richiami all’esperienza del digitale web con modalità di fruizione radicalmente nuove rispetto al passato.
Cersaie ha annunciato le date dell’edizione 2021: si svolgerà dal 27 settembre al 1° ottobre alla Fiera di Bologna. L’edizione di quest’anno, diversamente dal 2020 segnato dalla pandemia, sarà caratterizzata dal ritorno della fiera fisica nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Questa decisione ha riscosso la fiducia degli espositori che a sette mesi dall’inizio della fiera hanno già opzionato una superficie dell’80% rispetto agli spazi assegnati nell’edizione del 2019.
Novità della 38° edizione di Cersaie Fiera
Tra le novità di questa edizione si trova Cersaie Digital, che darà spazio sul web al medesimo parterre degli espositori della fiera fisica per tre settimane, dal 20 settembre all’8 ottobre. Questo evento online non mira a sostituire la presenza in fiera, ma a rinforzarla cogliendo tutte le potenzialità degli strumenti informativi, della
Il portale professionale dei parquettisti italiani
www.professionalparquet.it
Passione per il mondo del legno 11
News DAL MONDO
L’INDUSTRIA DEL MOBILE E DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO REGISTRA UN FATTURATO DEL +17,2% Sono stati diffusi da Acimall i dati sull’industria del mobile e le tecnologie per la lavorazione del legno relative al quarto trimestre del 2020 I dati che emergono dall’analisi dell’ufficio studi Acimall sul quarto trimestre del 2020 sembrano essere incoraggianti, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria. Le tecnologie per la lavorazione del legno e l’industria del mobile nel periodo ottobre-dicembre 2020 ha registrato una crescita degli ordini del 3,7% in più rispetto allo stesso trimestre del 2019. La crescita è significativa soprattutto nel mercato interno dove si registra un aumento del 7,3%, superando gli ordini dei clienti a livello internazionale che invece si assestano su un +4%.
Dati relativi a ordini, fatturato e produzione
Dati qualitativi sul livello di esportazioni
È risultato, sempre dall’indagine di Acimall su un campione statistico significativo, che il carnet ordini è stato pari al 3,2 % (erano 3,1 nel trimestre precedente), con una crescita dei prezzi dall’inizio del 2020 dell’1,2 %. Il fatturato è aumentato del 17,2 % rispetto al quarto trimestre 2019. Dall’intervista emergono anche dati qualitativi sull’industria del mobile: il 50% del campione indica un trend di produzione positivo, il 6 % rivela un calo, e il 44 % dichiara una sostanziale stabilità. L’occupazione è stabile secondo il 78% del campione, in calo per il 6%, in espansione per il restante16 %. Le Giacenze in diminuzione per il 56% del campione, in incremento per l’11% e stabili per il 33%.
In ultimo sono stati elaborati dall’indagine anche i dati previsionali del campione sull’andamento delle esportazioni in generale: il 50% si attende un andamento delle esportazioni stabile, il 39% degli intervistati si attende un ulteriore ripresa e il rimanente 11% si aspetta una contrazione delle esportazioni. Sul fronte nazionale invece il 45% degli intervistati si aspetta una crescita delle richieste, il 33% prevede una situazione stabile e il 22% si aspetta una contrazione delle richieste di mercato. Luigi De Vito, Presidente di Acimall, ha commentato così i dati emersi dalla ricerca sulle tecnologie per la lavorazione del legno e l’industria del mobile: “È indubbio che le ultime settimane del 2020 abbiano mostrato un settore in grado di far fronte alle difficoltà, ribadendo la propria vocazione all’export e mantenendo alta l’attenzione verso il mercato italiano, comunque tra i più importanti ed esigenti al mondo. […] Per quanto le prime settimane di quest’anno mostrino ancora un andamento incoraggiante per tutta la filiera, la cautela è tuttavia d’obbligo e sarà necessario attendere i prossimi trimestri per capire se siamo di fronte a una vera ripresa dei mercati. Un aiuto in questa direzione potrà certamente giungere dal piano di transizione Industria 4.0 e dai rinnovati incentivi agli acquisti di tecnologia messi in campo dal governo italiano per il prossimo biennio”.
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News DAL MONDO
Mapei premiata come Best Performer dell’Economia Circolare nella categoria “Grande impresa manifatturiera” Un grande riconoscimento per l’azienda che ha realizzato asfalti a basso impatto ambientale Mapei ha ricevuto il premio Best Performer dell’Economia Circolare 2019/2020 distinguendosi nella categoria “Grande impresa manifatturiera”, promosso da Confindustria. Il riconoscimento è stato conferito durante il webinar “Dalle competenze manageriali per la sostenibilità alle best practices aziendali dell’Economia Circolare”. Il progetto dell’azienda Mapei ha permesso di realizzare asfalti a basso impatto ambientale con materiale di scarto. Il processo di lavorazione prevede l’utilizzo degli additivi MAPEI ACF-L1, ACFL2 e ACF-L3 che miscelati al fresato stradale portano al confezionamento di nuovi conglomerati bituminosi. Il risultato porta a un duplice risparmio, da un lato si riduce l’impiego della materia prima vergine, dall’altro si riducono gli scarti di fresato da smaltire. Durante il webinar, Mikaela Decio, Responsabile Sostenibilità Ambientale di Mapei è intervenuta per presentare il progetto e ricevere il premio a nome di Mapei.
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News DAL MONDO
EDI SNAIDERO NUOVO PRESIDENTE EFIC Eletto in occasione dell’Assemblea Generale Straordinaria dell’industria del mobile, Edi Snaidero sarà Presidente per il mandato triennale 2021/2024 Edi Snaidero, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Snaidero Rino SpA, è Consigliere Incaricato del Gruppo Cucine di Assarredo all’interno di FederlegnoArredo, è stato nominato Presidente della Confederazione europea delle industrie. Obiettivo della presidenza Snaidero, sulla scia del lavoro svolto dal predecessore Markus Wiesner, sarà quello di rafforzare la presenza di EFIC nei tavoli di lavoro e instaurare un dialogo costante con le istituzioni al fine di tutelare le istanze dell’industria del settore. Infatti, la presidenza di EFIC è un presidio importante se si considera il ruolo crescente che la normativa europea ha assunto in questi anni a livello nazionale. Snaidero è il terzo presidente di FederlegnoArredo nominato in Europa, dopo Paolo Fantoni in EPF (European Panel Federation) e Michele Falcone in FEMB (Federazione europea
Edi Snaidero
dei mobili per ufficio). Nel suo discorso iniziale il neo presidente ha affermato: “Sono lieto di assumere il ruolo di Presidente dell’EFIC da Markus Wiesner, che ha guidato con successo l’organizzazione per quasi un decennio, non solo facendo crescere la Confederazione ma anche rafforzando il ruolo dell’EFIC nell’arena di Bruxelles,
e farò ogni sforzo per continuare l’eccellente lavoro svolto e sostenere le industrie europee del mobile”, commenta Edi Snaidero. “Lavoreremo insieme non solo per superare l’impatto della crisi globale causata dal Coronavirus, ma anche per preparare l’industria a prosperare nella transizione verde e digitale, che EFIC sostiene pienamente”.
SUPERBONUS 110%: IL COMUNE DI MILANO ATTIVA SERVIZIO ONLINE Per gli utenti che devono acquisire gli atti edilizi relativi agli edifici, il Comune di Milano ha attivato un servizio digitale di supporto dove poter richiedere la documentazione necessaria
Informazioni e procedure
relative esclusivamente allo stato di lavorazione delle istanze di accesso agli atti finalizzate all’ottenimento del Superbonus 110% (ovvero quelle alle quali, all’atto della presentazione, sia stata allegata la delibera assembleare con specifica approvazione della richiesta dello stesso così come indicato nelle informazioni contenute nel portale) e delle quali sia indicato il numero di protocollo assegnato tramite pec o all’atto della presentazione online e l’indirizzo dell’immobile. Non verranno prese in considerazione richieste di informazioni prive dei dati identificativi o non conformi a quanto indicato che dovranno essere indirizzate alla casella di posta InfoVisure@comune. milano.it
A partire da febbraio 2021 è stata attivata la nuova casella di posta InfoBonus110@comune.milano.it alla quale è possibile inviare richiesta di informazioni
Per info: https://www.comune.milano.it/servizi/visuree-copie-dei-fascicoli-edilizi
Il Comune di Milano ha attivato un servizio digitale a supporto degli utenti che, intendendo usufruire del superbonus 110% di cui al D.L. Rilancio 19 maggio 2020 nr. 34, necessitino di acquisire gli atti edilizi relativi all’edificio. Per presentare istanza di visura dei fascicoli edilizi finalizzata alla verifica dello stato legittimo degli immobili è disponibile il servizio online “Visure e copie dei fascicoli edilizi”.
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News DAL MONDO
AUMENTO DEL 30 % SUGLI IMBALLAGGI IN LEGNO Negli ultimi mesi il mercato degli imballaggi in legno ha visto un aumento dei prezzi del 30%, e il trend viene confermato dai dati del Centro Ricerche Imballaggi in Legno (CRIL) anche per i primi mesi del 2021. Come viene riportato da un articolo di Giovanna Mancini su IlSole24Ore del 28 febbraio, il problema che ha causato l’aumento vertiginoso dei prezzi è legato alla penuria di materia prima causata dall’emergenza sanitaria. Il rischio è quello di non riuscire nei prossimi mesi a rifornire le imprese con imballaggi in legno e pallet necessari al trasferimento della maggior parte delle merci, dall’alimentare ai medicinali, fino ai prodotti industriali e di una maggiorazione eccessiva dei prezzi per rientrare dei costi che graveranno da prima sulle imprese e poi sugli acquirenti. La preoccupazione nel settore è grande, come sostiene Ezio Daniele, Presidente di Assoimballaggi-FederlegnoArredo: “Non ho mai visto una situazione del genere. Anche in passato è accaduto che i prezzi del legno aumentassero, ma non con questa rapidità e comunque i flussi delle forniture sono sempre stati regolari”. Il settore della produzione di pallet e altri imballaggi in legno è molto importante in Italia in quanto rifornisce
circa 1.500 imprese da 13 mila dipendenti diretti. Nonostante un aumento della domanda, in particolare nel Nord-Est del Paese, il rischio è quello di non potervi far fronte penalizzando l’intero comparto che negli ultimi anni stava vivendo anche una svolta green: infatti il 65% dei prodotti è frutto di materiale riciclato. Massimiliano Bedogna, Coordinatore del Gruppo Pallet all’interno di Assoimballaggi afferma: “La causa principale è la forte richiesta da parte di compratori nordamericani e cinesi, disponibili a pagare valori più alti”. Le alternative a questa contrazione economica possono essere solo due: aprirsi alla fornitura su nuovi mercati europei che, tuttavia, richiederebbe dei tempi troppo lunghi; oppure investire nella creazione di una filiera del legno tutta italiana che possa attingere dalla numerosa disponibilità boschiva del Paese. “Come federazione stiamo lavorando per riattivare una filiera italiana dei boschi – spiega Bedogna – ma anche questo non è qualcosa che possa accadere nel breve termine”. Fonte: www.ilsole24ore.com
NASCE IL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA Il Consiglio dei ministri n. 4 del 26 febbraio ha approvato il decreto legge “Ministeri”, che riorganizza competenze e strutture di alcuni dicasteri. Nasce ufficialmente con tale provvedimento il Ministero della Transizione ecologica (Mite), che sostituisce il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ampio l’ambito di azione del nuovo dicastero, che assorbe, oltre a tutte le competenze dell’ex Ministero dell’Ambiente, anche alcune delle competenze chiave nel processo della transizione ecologica, inerenti principalmente il settore dell’energia. In quest’ottica è previsto il passaggio nella nuova struttura di alcune Direzioni del Ministero dello Sviluppo economico.
Iter d’istituzione del MiTE Il decreto approvato istituisce inoltre, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Il Comitato è
presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal ministro della Transizione ecologica, ed è composto dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, dai ministri della Transizione ecologica, dell’Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, della Cultura e delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Oggi il Consiglio dei Ministri ha decretato la nascita del MiTE, il Ministero della transizione ecologica e parte quel percorso di costruzione che vede il governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione. Tutte le politiche afferenti a questo obiettivo primario faranno
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riferimento al MiTE: quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile, la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Senza dimenticare la mission storica del ministero: la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, la conservazione delle aree naturali protette e della biodiversità, l’economia circolare, le bonifiche, la difesa del territorio e la lotta ai danni ambientali. È una sfida imponente, e tutto il Governo è impegnato a lavorare per portarla a termine. Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Voglio porre l’accento sul nuovo acronimo del Ministero: MiTE. La mitezza è la virtù perduta che va recuperata e che indica il modo in cui intendiamo operare: puntare sulla forza degli argomenti e sulla consapevolezza della sfida ambientale e sociale, confrontandosi con grande apertura, avendo a cuore le future generazioni”.
Intervista AZIENDE
INVESTIRE nelle competenze dello SPECIALISTA QUAL È IL MODO MIGLIORE PER GESTIRE UN PRODOTTO COME IL PARQUET ALL’INTERNO DI UNO SHOWROOM? A cura della Redazione
U
Qual è il modo migliore per gestire un prodotto come quello del parquet, o il pavimento in legno?
n’azienda fondata nel 1882 che abbraccia tre secoli di storia. Pattono Bathroom & Surfaces di Genova è specializzata nella vendita di materiali termoidraulici, rubinetteria, arredo bagno, prodotti per il benessere, superfici per pavimenti e rivestimenti. L’obiettivo dell’azienda è sempre stato quello di seguire i clienti in ogni passo della consulenza che, oggi più che mai, deve essere sempre più qualificata, fino al post vendita. Per offrire una scelta di prodotto più ampia alla propria clientela, Pattono ha deciso di ampliare le l’offerta della superfici per pavimenti includendo il legno naturale e il parquet; una scelta dettata anche dalla vendita retail e dalla collaborazione con architetti. Ma c’è di più: all’interno del proprio shoowroom è presente uno specialista del settore parquet per operare ancora di più in maniera qualificata e professionale. “C’è un forte interesse per il parquet e in generale per i prodotti naturali, anche per le caratteristiche di produzione in termini di rispetto dei parametri qualitativi”, ci spiega il dott. Alessandro Villa, attualmente alla guida dello storico marchio, che abbiamo intervistato per Professional Parquet.
“In azienda abbiamo iniziato a trattare il legno naturale da circa dieci anni, prima in maniera marginale, poi sempre in modo più continuativo, prendendo confidenza e conoscenza con il prodotto, con le sue molteplici sfaccettature. Di recente abbiamo fatto un investimento importante perché abbiamo preso uno specialista, una persona qualificata del settore, che conosce molto bene i materiali, le tipologie e i trattamenti. In questo modo riusciamo a offrire un servizio veramente professionale ai nostri clienti. Con il parquet offriamo anche, per chi la volesse, la posa in opera: tutto questo ci sta portando dei benefici in termini di visibilità presso il pubblico, ma anche risultati soddisfacenti. Non dimentichiamoci che il parquet mediamente in una casa occupa almeno un 50 o 60% della superficie disponibile, ha una connotazione estetica ed economica importante all’interno della ristrutturazione della casa, quindi sono tutte valutazione che devono essere prese in considerazione. Proprio per questo, quindi, abbiamo deciso che avere uno
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Intervista AZIENDE
specialista all’interno dell’azienda potesse essere utile per operare in maniera qualificata e professionale, rispondendo all’esigenze dei clienti con i quali lavoriamo”.
Come siete arrivati a questa decisione?
“Ci siamo arrivati dopo una lunga riflessione. Pur avendo le conoscenze necessarie, a volte il prodotto potrebbe non essere trattato in maniera adeguata. Principalmente siamo percepiti dal pubblico come un’azienda che vende arredobagno, ceramica e altri tipi di superfici: abbiamo dovuto fare un bel passaggio fisiologico per farci conoscere attraverso canali tradizionali e i social, e per diffondere il messaggio che eravamo una realtà importante anche nell’ambito dei prodotti naturali e del legno”.
Quali sono le maggiori richieste che vengono fatte allo specialista?
“Sono tante, dalle più immediate, soprattutto per chi è neofita e non conosce il prodotto e richiede allo specialista qualunque tipo di informazione: pulizia, manutenzione, eventuale durata del prodotto, il mantenimento del prodotto a livello estetico nel tempo. Per questo avere una persona molto qualificata può dissolvere qualsiasi tipo di dubbio, o necessità tecnica, nell’utilizzare un prodotto naturale. Un prodotto naturale che, ricordiamo, invecchia sì nel tempo, ma dona al prodotto una maggiore connotazione estetica: con i prodotti industriali l’invecchiamento viene percepito come un abbruttirsi del prodotto e una sua necessaria sostituzione dovuta a obsolescenza; l’obsolescenza del prodotto naturale, invece, se percepito in modo corretto dall’utente finale, dà addirittura maggiore valore al prodotto stesso, sono due approcci completamente diversi. Non si parla più di un prodotto che si rovina o si danneggia, ma anzi è un prodotto che invecchiando, con una manutenzione corretta acquisisce ulteriore bellezza e prestigio”.
Il vostro specialista in shoowroom si intende anche di posa?
“Il nostro specialista in azienda è una persona che avendo un’esperienza pluriennale conosce i tecnicismi legati alla posa del parquet, anche in ambiti più complessi come il rifacimento di scale per esempio. Per la posa in opera collaboriamo con alcuni artigiani, ma il nostro specialista va a fare i rilievi direttamente in cantiere, o a casa dei potenziali clienti per valutare tutte le eventuali relative problematiche. Quando poi si procede con le quotazioni della posa, non bisogna semplicemnte comunicare un costo al metro, ma è necessario fare le opportune valutazioni in base a quanto pervenuto dai rilievi fatti, alle complicazioni del cantiere: deve essere un lavoro abbastanza curato”.
Vendere è diventato sinomino di consulenza?
“Vendere si è tramutato in consulenza, nel senso che un’attività come la nostra non vende più semplicemente il prodotto: i prodotti ormai si possono trovare ovunque, si possono comprare online, e ogni giorno con prezzi sempre più bassi e più folli. Un’azienda in commercio che ha un prestigio come la nostra, collocata in centro città, deve operare in termini diversi. Noi utilizziamo molto il termine consulenza, a volte è anche abusata, ma è corretto: ci dedichiamo al cliente in maniera un po’ diversa per fare in modo che la scelta sia ponderata, ragionata poiché vendiamo prodotti durevoli, sono scelte che vanno fatte con criterio sia soggettivi di estetica, sia oggettivi in termini di qualità e garanzie. Abbiamo una consulenza qualifica per questo motivo, per fare in modo che il cliente possa comunque ritornare da noi anche per altre esigenze o prodotti, per creare un rapporto che diventi continuativo nel tempo”.
SHOWROOM Via Filippo Casoni 46/R 16143 Genova info@pattono.com +39 010 511741
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Design CASE HISTORY
La natura
CHE AVVOLGE Valorizzazione della storia e utilizzo di materiali locali: il progetto di restyling di The Studio per il Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso
Il vostro è il profilo di uno studio giovane e smart: è interessante l’idea che all’architettura e all’interior design si possano affiancare anche progetti di grafica e comunicazione. Com’è nata questa vostra peculiarità? “Come singoli professionisti, prima ancora di essere partner, abbiamo sempre pensato che il lavoro di un creativo debba trarre ispirazione da più fonti possibili: architettura, design, comunicazione, fotografia, arte, tradizione… Inoltre crediamo che un buon progetto sia sempre il risultato del connubio tra diversi fattori: tecnici, funzionali, emozionali e comunicativi, che solo un team di professionisti, ognuno con le proprie conoscenze e peculiarità, può sviluppare. Gli spazi a loro volta comunicano attraverso le forme, le proporzioni, i colori e i materiali. Partendo da queste premesse unire Architettura e Interior Design con il mondo della Grafica e della Comunicazione è stata una scelta facile e naturale”.
di Vanessa Martina
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entimila metri quadrati immersi nel verde fanno del Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso una vera e propria oasi botanica, capace di accogliere il cliente in un ambiente naturale e di donare un’esperienza di totale relax. Tutto questo è stato valorizzato anche dall’intervento di restyling, ultimato a gennaio 2020, firmato da The Studio con sede a Milano di Laura Menichelli e Alessandro Vergot. Quali sono state le maggiori sfide affrontate? Ce lo raccontano proprio Laura e Alessandro sulle pagine di Professional Parquet.
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The Studio
Parlando del progetto di ristrutturazione dell’Hotel Al Sorriso, quali sono state le esigenze di partenza del committente e, dunque, quali sono state le principali sfide progettuali che avete dovuto affrontare? “Quando abbiamo iniziato a lavorare all’Hotel al Sorriso, la prima cosa che saltava all’occhio era una incredibile stratificazione di interventi, stili, colori, materiali, che una storia lunga più di 50 anni porta con sé. Questo ha comportato un primo aspetto critico, cioè una generale spersonalizzazione della struttura, in termini estetici, a cui era necessario porre rimedio valorizzando al contempo l’identità imprenditoriale, che da tre generazioni anima questa struttura ricettiva. Il secondo aspetto critico è rappresentato dal tempo strettamente legato al fattore economico. Una struttura di questi volumi richiede un importante investimento e dei tempi stretti e certi per poter riprendere l’attività il prima possibile. Di comune accordo con la proprietà, abbiamo quindi deciso di partire dallo studio e dall’individuazione della caratteristica principale che distingue l’Hotel al Sorriso dalla concorrenza; quell’aspetto che ci avrebbe permesso, come creativi, di creare un concept e di tracciare le linee guida estetiche e funzionali per il conseguimento di un obiettivo finale condiviso e sostenibile. Il passo successivo è stato studiare un percorso che attraverso una serie di step progettuali ci permettesse di raggiungere l’obiettivo prefissato secondo tempistiche e investimenti reali e sostenibili. Percorso che è solo all’inizio e che nei prossimi anni vedrà una totale ristrutturazione della struttura”.
Da sinistra: Laura Menichelli, Franz, Alessandro Vergot
Laura Menichelli è un creative director, graphic e interior designer, Alessandro Vergot è un architetto, interior e product designer. Insieme hanno fondato The Studio, un luogo in cui architettura, interior, product, exhibit e graphic design si fondono per dare vita a concept d’impatto. Caratteristica principale: forme pulite, un sapiente uso dei colori, e soprattutto dei materiali. Tutto ciò fa di The Studio una realtà poliedrica e versatile, in grado di soddisfare le esigenze progettuali di una committenza varia e internazionale. Infatti, The Studio propone non solo restyling e nuovi progetti di architettura, ma anche soluzioni d’arredo personalizzate, smart e fuori dal convenzionale. Accanto a un approfondito studio della brand history, Laura e Alessandro offrono anche un servizio di grafica e comunicazione, per costruire identità e obiettivi aziendali. Ad accompagnarli in questa avventura, il caro Franz: happiness manager, tennis ball pro e pigeon lover.
Profili Laura Menichelli Creative director, graphic e interior designer. Nata a Venezia, si laurea in Disegno Industriale presso l’Università IUAV di Venezia. Di ritorno da un anno di lavoro nel settore della grafica a Sao Paulo, consegue un master in grafica. La fame di creatività e la sete di novità la portano presto nel mondo dell’insegnamento, diventa docente all’Accademia di Design e Comunicazione Cappiello. Irriducibilmente curiosa ed entusiasta, si muove trasversalmente all’interno del mondo del design e della comunicazione.
Alessandro Vergot Architetto, interior e product designer. Nato a Trento, si laurea in architettura presso l’Università IUAV di Venezia. Dopo l’Erasmus a Pamplona e un’esperienza progettuale in Finlandia, si traferisce a Milano dove inizia a lavorare presso Goring&Straja, rinomato studio di architettura con sede a Milano e San Francisco. Un’esperienza in Messico e poi a Sydney, inizia la sua carriera di progettista freelance, spaziando dall’architettura, all’interior fino al product design. Rientrato in italia si specializza in hospitality & wellness presso il Polidesign di Milano, e collabora con diversi studi tra Europa, Asia e Centro America.
Via Tucidide 56, Milano www.the-studio.it 349 0723949 | 349 3411415 hello@the-studio.it
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Design CASE HISTORY
preistorico come la pietra: in particolare il porfido del Renon, che si trova nelle vicine valli altoatesine, dal caratteristico color verde grigio, utilizzato in modo moderno e fresco, associato a un legno più pregiato come il rovere, lasciato ovviamente al naturale per valorizzarne le venature dritte e sottili. Per gli arredi invece abbiamo scelto forme e materiali più morbidi per giocare con i contrasti e rendere più accoglienti gli spazi. Abbiamo così riutilizzato le vecchie poltrone anni ’70 per la zona lounge, rinfrescandone l’aspetto con un nuovo tessuto melangiato nei rilassanti toni del verde salvia, abbinandole per la parte bar a nuove poltroncine dalle linee decò in velluto, in un moderno giallo senape più adatto all’area ristorazione e con struttura in ottone spazzolato; stesso materiale utilizzato anche per le lampade, disegnate appositamente per questo progetto. Dal vostro punto di vista, quali sono le parole chiave per un progetto di ristrutturazione sostenibile? E quanto influisce la scelta dei materiali? “Sostenibile è un termine molto di moda e, come spesso accade in questi casi, se usato impropriamente rischia di perdere il suo vero significato. Secondo noi in questo momento il termine sostenibilità dovrebbe sempre essere associato a sincerità e chiarezza. La sostenibilità non può essere un concetto fine a se stesso, e andrebbero valutate una molteplicità di fattori. Ottimizzare gli step progettuali, avvalersi di manodopera locale, riutilizzare un arredo, impiegare materie prime tipiche della zona e valorizzare il genius loci sono per esempio una serie di accortezze importanti e facilmente applicabili anche laddove vi siano degli impedimenti tecnici o economici per interventi più consistenti in termini di sostenibilità. In tutto ciò la scelta dei materiali è estremamente importante e deve essere vista, non solo guardando il progetto nel suo complesso, ma analizzandone bene le caratteristiche intrinseche in relazione alla funzione, l’area di utilizzo, l’ammortamento nel tempo”.
Il concept delle camere, in particolare, rimanda alla tradizione dell’albergo di montagna. Per quanto riguarda la scelta dei materiali, in che misura si pone quella del legno, come l’abete bianco, e qual è stato il criterio di scelta? “L’intervento nelle camere è stato il primo passo di questo percorso di restyling e volevamo porre l’attenzione sulla natura e sulla cultura del luogo in relazione alla storia della struttura. Partendo da un’analisi degli usi e dei materiali abbiamo scelto il legno d’abete bianco che nell’arco alpino, insieme al legno di cirmolo e larice, sono le essenze tradizionalmente usate per i mobili, grazie alle loro facile reperibilità, lavorabilità e leggerezza. Per modernizzare l’uso, senza stravolgerne le caratteristiche, abbiamo utilizzato linee pulite, sfruttato parti del legno con meno nodi e lasciato la superficie leggermente irregolare al tatto. Infine, per preservarne la lucentezza e il caratteristico color chiaro con toni gialli, abbiamo scelto una sbiancatura a olio che blocchi il classico ingiallimento che il legno di abete bianco subisce con il passare del tempo”. Diversamente, il profilo della hall è molto più importante, con l’utilizzo del porfido e del rovere naturale: si percepisce la volontà di distaccarsi dalla zona camere grazie anche all’aiuto degli arredi interni, giusto? “I due interventi, visti separatamente, possono dare l’idea di volersi differenziare uno dall’altro, ma se osserviamo il progetto nel suo complesso sono invece la trasposizione in forme diverse dello stesso concept. Gli ingredienti di partenza sono gli stessi (valorizzazione della storia, utilizzo di materiali locali, la natura e il parco), ma quantità e miscelazione sono differenti per creare molteplici scenari e sensazioni. In questo secondo intervento volevamo enfatizzare la storia dell’hotel, la solidità e la visione, sempre rivolta al futuro, della famiglia che l’ha costruito e ancora lo gestisce. Da qui la scelta di un materiale forte, duro,
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Design CASE HISTORY
IL PROGETTO Il Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso si sviluppa su un’ampia superficie calpestabile di 2.800 m2, di stribuita su 3 piani e 64 camere. I suoi oltre 50 anni di storia hanno richiesto di coniugare la tradizione con una visione più moderna dell’architettura e nuove formule abitative. Tante le sfide, soprattutto la richiesta della committenza di limitare al massimo il periodo di chiusura, le dimensioni: questo ha comportato una ristrutturazione step by step, dal 2012 al 2020.
Prima fase dei lavori
Nella prima fase del restyling sono state riammodernate le camere, diventate una rivisatazione minimale e contemporanea della tradizionale camera d’albergo montana. Infatti, sono state tutte realizzate in legno di abete – pianta locale scelta perché dona leggerezza e luminosità all’ambiente – in collaborazione con lo studio OPRA22.
La pianta della camera 203
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Design CASE HISTORY
SCHEDA TECNICA Posizione: Levico Terme (TN) Cliente: Greenpark & Wellness Hotel Al Sorriso Progettista: The Studio Tipo di intervento: Ristrutturazione a step Anno di inizio intervento: 2012 Anno di fine intervento: 2020 Superfice totale: 2.800 mq + 20.000 mq di parco Crediti fotografici: Vito Corvasce
Prospetti piano terra
Seconda fase dei lavori
Nella seconda fase dei lavori si è proceduto alla ristrutturazione della sala colazioni attraverso tre blocchi in frassino, realizzati su misura, oltre a sedie dello stesso materiale che rendono l’ambiente fresco, luminoso e contemporaneo. L’intervento più importante è quello effettuato nella hall: l’impiego del porfido verde, abbinato al rovere naturale, richiama la rigogliosa natura esterna. La struttura monolitica, squadrata ed essenziale, è stata movimentata grazie alla particolare lavorazione a spacco, realizzata a mano. Le lampade, anch’esse su misura, sono in porfido e rovere con led a scomparsa. Le finiture sono in ottone spazzolato.
Il bar
La hall, dettaglio
La hall
La sala colazione
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Design CASE HISTORY
Zona bar
Illuninazioni in ottone spazzolato, dettagli
Arredi interni
All’interno della zona relax sono state mantenute le poltrone anni ’70 presenti e rivestite con nuovi tessuti (color verde salvia, a trama grezza). Arredi contemporanei, seppur sempre con un tocco retrò, sono stati scelti per la zona bar. Tutti i corpi illuminanti sono stati realizzati in ottone spazzolato, in modo da collegare i diversi spazi che formano la hall. La bussola d’ingresso, realizzata su misura, vuole essere un medium tra l’ambiente interno e il verde esterno ed è stata pensata per dare la sensazione di una immersione totale nella natura.
Le poltrone, dettagli
Prospetto arredamenti
I bagni
I bagni
Per i bagni, i progettisti hanno voluto eliminare la discriminante dei servizi separati per disabili rendendo ciascun bagno idoneo e accessibile a tutti, ottimizzando spazio e abbattendo le barriere architettoniche. Un antibagno comune, ampio e facilmente fruibile da ogni ospite, con accesso tramite porta scorrevole e adeguamento dei servizi, è stato rivestito da lastre ceramiche per mantenere un design pulito e ridurre al minimo la presenza di fughe.
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I bagni, dettagli
A DIALOGO CON IL PRESIDENTE
Prodotti CHIMICI, l’OPINIONE dei parchettisti
COM’È CAMBIATO IL MODO DI LAVORARE CON L’UTILIZZO DI PRODOTTI NUOVI E A BASSO IMPATTO AMBIENTALE? di Simone Biagiotti
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a qualche anno a questa parte, le aziende del chimico stanno spostando la loro produzione verso prodotti sempre più a basso impatto ambientale. Vuoi per sposare sempre di più il concetto green, vuoi per offrire all’utilizzatore finale prodotti che rispondano a valori prestazionali simili – se non uguali – ai vecchi preparati a base solvente, col vantaggio di preservare sempre di più la salute e l’ecosostenibilità ambientale. Come i parchettisti stanno affrontando questo passaggio? Ma soprattutto in che misura hanno cambiato il loro modo di lavorare con l’utilizzo di prodotti nuovi e a basso impatto ambientale? Lo abbiamo chiesto proponendo un sondaggio sul gruppo “Artigiani Parchettisti on Facebook” Abbiamo diviso il sondaggio in tre parti, chiedendo rispettivamente che colla viene utilizzata proponendo tre scelte fra epossipoliuretanica bicomponente, poliuretanica monocomponente e silanica. E ancora: lo stucco, solvente o acqua? Verniciatura, ciclo completo ad acqua, ciclo misto solvente acqua, 100% solvente?
Il 18% poliuretanica monocomponente. Interpellati a riguardo è emerso che ancora si preferisce usare la colla epossipoliuretanica per l’eccessivo costo delle altre due, oltre che per una sicurezza in fatto di tenuta nel tempo, quindi minori problematiche.
Lo stucco
• •
Il 70% ha risposto solvente; Il 30% ha risposto a base acqua; Il motivo è dato prevalentemente non dal prezzo, ma dai lunghi tempi di essiccazione dello stucco ad acqua, specialmente nei mesi invernali. Se in inverno un buon stucco all’acqua impiega anche più di un ora per la completa essiccazione, una resina legante a solvente impiega meno di mezz’ora.
Il ciclo di verniciatura
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Il 75% ha risposto ciclo completo ad acqua; Il 20% ha risposto ciclo misto solvente acqua; Il 5% ha risposto totalmente a solvente. Questo ultimo dato ci conforta notevolmente vedendo la maggior parte dei colleghi incentrati sulla scelta a basso impatto ambientale. Sul ciclo completo all’acqua si è raggiunto un altissimo livello di finitura, sia nel ciclo a due mani che a tre mani. Oltretutto si è eliminata la problematica delle puntinature che la vernice a solvente provocava molto spesso, costringendoci nella
IL SONDAGGIO La colla
• •
SIMONE BIAGIOTTI Presidente di ANPP
Il 60% ha risposto epossipoliuretanica; Il 22% ha risposto Silanica;
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Parola ai POSATORI
peggiore delle ipotesi a dover intervenire carteggiando di nuovo a legno il pavimento e ricominciare daccapo il ciclo di verniciatura. Resta ancora un buon 20% che utilizza il ciclo misto, non per un problema di costo, bensì per particolari esigenze dei clienti, i quali richiedono che venga ricreata la vecchia finitura laccata a specchio che offriva la vernice a solvente, anche se oggigiorno esistono fondi a base acqua che ricreano gli stessi effetti della vernice a solvente.
ANPP, CHI SIAMO?
"Avanti a piccoli passi", è questo il motto di ANPP, Associazione Nazionale Parchettisti Professionisti. L'obiettivo primario dell'associazione è quello di qualificare e proteggere gli interessi professionali ed economici dei propri associati, nonché per la reputazione della professione; ciò attraverso una serie di iniziative, volte a informare gli stessi su tutti gli aggiornamenti tecnico-giuridici del settore. Lo scopo è valorizzare al massimo la nostra professione, contando anche sulle idee e i suggerimenti di chi vorrà unirsi alla nostra squadra. Visita il nostro sito: anpp.it Social Sono stati attivati un profilo Instagram @anppitalia dove verranno inserite a rotazione le foto dei lavori dei soci, aggiornata la pagina Facebook Associazione Nazionale Parchettisti Professionisti. In questa pagina verranno inserite notizie e comunicazioni ai soci, collegamenti a siti e articoli di interesse per la categoria.
SCEGLIERE CON CONSAPEVOLEZZA
Su questo ultimo aspetto mi preme sottolineare, e non me ne vogliano i colleghi, la scarsa capacità di convincere il cliente ad abbandonare l’idea che più lucido vuol dire più protetto, puntando più verso l’ecosostenibilità ambientale, il rilascio nel tempo di sostanze organiche volatili nell’ambiente, in questo caso nella loro abitazione. In conclusione l’obiettivo verso la svolta green lo stiamo piano piano raggiungendo. Il mercato è molto vasto ed i prodotti non mancano. Scegliere con consapevolezza non in base alle simpatie, ma leggendo sempre schede tecniche, comparare i prodotti, ma soprattutto leggere con attenzione le schede di sicurezza. Solo così possiamo mettere a confronto i prodotti che utilizziamo e scegliere quelli meno impattanti su noi stessi e l’ambiente. Pensateci, ne va della nostra salute.
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IL LAVORO DEI SOCI - DESIGN INTERIOR
Una danza CHE UNISCE DUE PIANI
Il restyling di una villa privata nel palermitano
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i troviamo a Palermo, dove Rosario Fundarò, titolare della ditta L’arte del Parquet, ha eseguito il restyling di una villetta privata suddivisa in due piani. Il primo piano è composto da una zona living con cucina e bagno; mentre il secondo piano è composto dalla zona notte. I due piani sono meravigliosamente coadiuvati da una splendida scala ecoidale, il tutto illuminato da delle splendide vetrate che si affacciano sulla campagna circostante.
Collante epossi-poliuretanico Hercules di Chimiver
I passaggi
I lavori cominciano con la misurazione dell’umidità del cemento e dell’ambiente, nonché del parquet. Dopo aver constatato che tutto fosse a norma, siè proseguito con il consolidamento del cemento sottostante con un primer Chimiver e, successivamente, all’autolivellamento dello stesso.
Consolidamento del cemento
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Parquet a spina italiana di Berti Pavimenti in legno
Design INTERIOR
Rosario Fundarò, titolare della ditta L’arte del Parquet
Il Socio si racconta Ho sempre amato il legno e tutto quello che c’è dietro la sua lavorazione. Comincio questa bella avventura lavorativa nel mondo del parquet all’età di 14 anni, grazie alla ditta locale di Bagheria, mio paese di origine. Ho dovuto affrontare tantissimi sacrifici, ma sempre con il sorriso e tanta voglia di imparare. Dopo 18 di gavetta, da 2 anni svolgo il mio amato lavoro in maniera indipendente. Il mio motto è: “Lavora come se fosse casa tua e il risultato sarà eccellente”. Tre pilastri fondamentali mi accompagnano in questa esperienza:
La scala prima
1. Grandi sogni; 2. Grande passione; 3. Grande umiltà.
Rendere un luogo accogliente ed elegante è il mio obiettivo. La felicità dei miei clienti mi rende orgoglioso di quello che faccio!
“RENDERE UN LUOGO ACCOGLIENTE ED ELEGANTE È IL MIO OBIETTIVO. LA FELICITÀ DEI MIEI CLIENTI MI RENDE ORGOGLIOSO DI QUELLO CHE FACCIO!”
La scala dopo
Si è passati poi al rivestimento con il parquet a spina italiana di Berti Pavimenti in legno incollato con collante epossi-poliuretanico Hercules di Chimiver, Hercules. La progettazione è a cura dei designer Giancarlo Bacione ed Eleonora Scrima, proprietari dello showroom Materica Home, fornitore del parquet stesso. Inoltre, rivestita sempre con parquet di Berti Pavimenti in legno la scala ecoidale, doghe di larghezza 30 cm e lunghezza 2.80 m. Sagomata, è tagliata su misura, accompagnata da tanta pazienza passione e amore. Il tutto prende una forma magica quasi danzante che unisce i due piani in un abbraccio meraviglioso!
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APPUNTI TECNICI
COMFORT AMBIENTALE e pavimentazioni di LEGNO SE IN EQUILIBRIO, SI FAVORISCE SIA LA SALUBRITÀ DELLE PERSONE SIA LA DURATA E IL MANTENIMENTO DELLE PROPRIETÀ DELLE PAVIMENTAZIONI A BASE DI LEGNO di Domenico Adelizzi
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Purtroppo, molto spesso, il comfort ambientale non è considerato come l’obiettivo prioritario nella prassi progettuale o come scopo principale di una diagnosi di riqualificazione energetica e, pertanto, è “normale” che sia disatteso. In pratica, più che il comfort abitativo è comunemente considerato il risparmio energetico; quindi l’aspetto prettamente economico che è il criterio principe di tutti gli interventi sul sistema edificio-impianto. In molti casi, una volta che si è realizzato il sistema riscaldante e questo non soddisfa le condizioni del benessere idrotermico auspicato e non riesce a essere ammortizzato entro i termini previsti, si deve ricorrere
el periodo autunnale-invernale, all’interno degli ambienti di vita si cerca d’avere sempre le migliori condizioni idrotermiche ambientali per combattere il freddo pungente utilizzando i tanti e diversi tipi e sistemi di riscaldamento. Sistemi che, però, se non sono ben tarati e regolati possono essere fonte di problemi sia alla salute e sia per tutti i tipi di manufatti costituiti da materiali naturali idrofili, che risentono delle condizioni idrotermiche ambientali, non adeguate, come nel caso dei vari tipi di pavimentazioni a base di legno e altri manufatti lignei come mobili, arredi, infissi e serramenti.
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Parola ai POSATORI
Se aumentiamo la velocità di ventilazione (linee orizzontali) i limiti superiori della zona di comfort possono estendersi. Perché è così importante considerare il comfort ambientale durante la progettazione dell’edificio? Poiché nella società industrializzata, in media, trascorriamo circa il 90% della nostra giornata in ambienti interni, risulta è importante quindi che le condizioni termo-idrometriche degli ambienti siano adeguate a garantire la salute psicofisica, la produttività e in generale la qualità della vita delle persone ma anche dei manufatti sensibili agli sbalzi termo igrometrici; a fronte di ciò, le grandezze e le variabili ambientali da monitorare: sono la temperatura, l’umidità relativa dell’aria; la velocità dell’aria e l’Irraggiamento, ossia la temperatura media radiante delle pareti.
a rettifiche posteriori che determinano esborso di denaro non previsto. Eppure, le variabili del benessere ambientale indoor sono facilmente controllabili sia in fase progettuale, sia durante l’uso quotidiano dell’edificio. Ricordando che con il termine “comfort ambientale” s’intende la soddisfazione di tre tipi di benessere all’interno di un ambiente chiuso, ossia: “benessere termo-igrometrico” (ad es. temperatura, umidità, velocità e qualità dell’aria); “benessere acustico” (ad es. livello di rumorosità ) e “benessere visivo” (ad es. livello di luminosità); per quanto concerne il comfort termo-igrometrico, osservando il “Diagramma di Olgyay”, che identifica la zona di comfort termo-igrometrico, si rileva che statisticamente il 90% delle persone può sopportare, per esempio, alti contenuti di umidità relativa (UR) % fino a una determinata temperatura (T) e che per rimanere nella zona di comfort all’aumentare della temperatura deve corrispondere la sensibile riduzione dell’umidità relativa dell’aria.
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MICROCLIMA E COMFORT TERMICO
Il “microclima ambientale” è l’insieme degli aspetti fisici che caratterizzano l’aria degli ambienti confinati; un microclima confortevole
PROBABILE INSOLAZIONE
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UMIDITÁ RELATIVA %
Il diagramma di Olgyay*, restituisce la zona di “confort termo–igrometrico” È stato rilevato statisticamente che il 90% delle persone possono sopportare ad esempio alti tassi di umidità relativa (UR) fino a una determinata temperatura (T). Per rimanere nella zona di confort all’aumentare di T deve corrispondere una riduzione di UR. Se aumentiamo la velocità di ventilazione (linee orizzontali) i limiti superiori della zona di confort possono estendersi. *Tratto da: https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/criteri-progettuali/rischi-salute-edifici-insalubri-risparmio-energetico-confort-ambientale-836/
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APPUNTI TECNICI
MICROCLIMA
Parametri ambientali
Parametri individuali
Temperatura dell'aria
Dispendio energetica metabolico
Umidita relativa
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Temperatura media radiante
Resistenza meccanico del lavoro
lo scostamento delle condizioni microclimatiche reali da quelle di benessere: in questo caso si dovrà tenere conto di mantenere il microclima degli ambienti in condizioni prossime a quelle di benessere, soprattutto se sono ambenti dedicati al lavoro (si veda Variabili che influiscono sul comfort termico).
CIRCOLARE MINISTERO DELLA SALUTE PER LA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR
In riferimento alla qualità dell’aria indoor si sintetizza la Circolare emessa dal Ministero della Salute del 16 dicembre 2015 a cura della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria. Nella suddetta Circolare Ministeriale sono considerate le condizioni ambientali di benessere, d’interesse per la situazione ambientale e il cosiddetto “microclima” si riferisce al complesso dei parametri ambientali: temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria che condizionano lo scambio termico tra individuo e ambiente. Il microclima influisce in maniera rilevante insieme all’inquinamento dell’aria indoor, sulla qualità degli ambienti in cui si vive e si lavora e quindi sul benessere delle persone. Il conseguimento del “benessere termico”, cioè lo stato di piena soddisfazione nei confronti dell’ambiente stesso, costituisce una condizione indispensabile e prioritaria per il conseguimento del benessere totale. L’uomo, come tutti i mammiferi, è omeotermo: i valori di temperatura interna del corpo umano devono essere mantenuti entro un campo estremamente ristretto, compreso tra 35,8°C e 37,2°C, tale intervallo garantisce le condizioni di salute e benessere dell’individuo. Affinché la temperatura del corpo umano possa restare costante è necessaria che la quantità di calore prodotta o assunta dall’organismo sia uguale a quella trasferita all’ambiente. In questa condizione il bilancio termico è uguale a zero e la temperatura corporea interna è mantenuta nell’intervallo di normalità.
Velocita dell'aria
Parametri che caratterizzano il microclima ambientale
suscita nella maggior parte degli individui una sensazione di soddisfazione per l’ambiente termico, anche detto “benessere termo-igrometrico” o “comfort termico”. Nello stato di benessere termico, il soggetto non avverte sensazioni né di caldo né di freddo; il comfort termico è quindi definito come condizione mentale di soddisfazione nei riguardi dell’ambiente termico. Le condizioni microclimatiche rappresentano un importante fattore ergonomico da tenere sotto controllo perché possono arrecare un notevole disagio ai lavoratori. La maggior parte della popolazione trascorre molto tempo all’interno di edifici chiusi, lamentando spesso disagi riferibili agli aspetti microclimatici dei locali ove svolge la propria attività. Il complesso delle variabili microclimatiche condiziona lo scambio termico dell’uomo con l’ambiente e influenza la percezione dell’ambiente termico da parte degli occupanti. I principali fattori fisici che determinano il microclima sono la temperatura, l’umidità relativa, la temperatura radiante e la velocità dell’aria; mentre importanti variabili individuali o soggettive sono il metabolismo, il vestiario indossato e il tipo di attività svolta. Il benessere termico comprende condizioni di comfort globale, cioè di tutto l’organismo e comfort di tipo locali relative a specifiche parti del corpo. Il comfort termico globale è anche legato al mantenimento delle condizioni di neutralità termica per il corpo attraverso la risposta fisiologica del sistema di termoregolazione che mantiene costante la temperatura del nucleo corporeo mentre il comfort locale si lega agli scambi termici localizzati in alcune aree superficiali del corpo. Nella situazione ottimale non c’è alcuna causa che induca sensazioni di non comfort in nessuna parte del corpo. Le condizioni microclimatiche possono costituire un rischio per la salute e influenzano la sensazione di benessere. Per tutelare la salute e la sicurezza, occorre misurare
Sistema di termoregolazione Il sistema di termoregolazione del corpo umano situato nella zona del cervello denominata ipotalamo, svolge la funzione di regolare gli scambi termici tra corpo umano e ambiente e mantenere costante la temperatura interna. Quando fa troppo caldo, il sistema di termoregolazione innesca una serie di meccanismi in grado di cedere calore all’esterno, mentre quando fa troppo freddo, interviene limitando la dispersione del calore. Il microclima può influenzare gli scambi termici tra individuo e ambiente e in alcune situazioni ostacolare i meccanismi di termoregolazione. Ad esempio, elevati valori di umidità dell’aria in estate possono aumentare il disagio correlato alla sensazione di caldo: l’elevata presenza di vapore acqueo nell’aria ostacola l’evaporazione dell’acqua contenuta nel sudo-
Condizioni microclimatiche ottimali per gli ambienti di vita Stagione
Temperatura dell’aria (T)
Umidità Relativa (UR)
Velocità dell’aria(V)
Inverno*
19°C - 22°C
40% - 50%
0,01-0,1 m/s
Estate*
24°C - -26°C
50% -- 60%
0,1-0,2 m/s
Limiti medi per condizioni idrotermiche considerate ottimali (Da Melino C. Anno 1992).
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Speciale MATERIALI GREEN
IL BAMBÙ, L’ERBA GIGANTE: UNA DELLE ALTERNATIVE AL LEGNO Bambù (o bamboo) è una pianta originaria dell’Estremo Oriente che negli ultimi decenni si sta affermando anche nella produzione delle pavimentazioni e non solo. In questo Speciale dedicato ai materiali green, vedremo quali sono le sue proprietà morfologiche-strutturali e le proprietà tecniche medie degli elementi, che rendono il bambù un materiale eco-sostenibile. A cura di Domenico Adelizzi* *Tratto dal corso “Tecnologia del legno: materiali tradizionali e innovativi a base di legno”, organizzato dal Collegio Ingegneri e Architetti di Milano
Speciale MATERIALI GREEN
Bambù Moso giapponese
Che cos’è il Bambù Appartenente alla famiglia delle Graminacee (Paceae), e alla sottofamiglia delle Bambusoideae, la pianta di bambù si suddivide in tre elementi: le radici (rizomi), la canna (culmo), e i rami, che si alternano in una serie di nodi (diaframmi) e internodi. Tra le tante caratteristiche del bambù spicca la sua altezza, che il germoglio raggiunge mediamente dalle 4 alle 8 settimane di vita. Il culmo è la parte principale della pianta: dalle forme diverse (retti o sinusoidi), può raggiungere i 30 cm di diametro e, oltre al classico colore verde, esiste anche nella colorazione marrone, gialla, rossaDominio
Eukaryota
Regno
Plantae
Phylum
Euphyta, Magnoliophyta
Divisione
Angiospermae
Classe
Liliopsida
Sottoclasse
Commelinidae
Ordine
Grumiflorae
Famiglia
Graminaceae (Poaceae)
Subfamiglia
Bambusoideae
Tribù
Bambuseae, Olyreae
Subtribù
Bambusine, Arthrostylidiinae, Arundinariinae, Bambusinae, Chusqueinae, Guaduinae, Melocanninae, Nastinae, Racemobambodinae, Shibataeinae
stra. Al mondo esistono circa 1250 tipologie di bambù (solo 300 in Cina). Per il realizzazione di pavimentazioni è comunemente utilizzato il bambù della varietà “Phyllostachys Pubescens” (anche detto bambù gigante, perché è alto 15-20 m con diametro 25-30 cm) che possiede una più che buona durabilità e ben si adatta alle più lavorazioni di trasformazione della canna in listelli e/o fasci di fibre che, amalgamate con adesivi di forte tenuta, consentono di produrre elementi di vario tipo, forma e genere da posarsi sia mediante la tecnica dell’incollaggio e sia con il sistema flottante.
Dettaglio del culmo e sezione di taglio dei nodi del Bambù Moso
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Speciale MATERIALI GREEN
Morfologia strutturale Propietà morfologiche-strutturali • Struttura morfologica filiforme; • Fibre con la medesima direzione di crescita dell’albero; • Fibre e tessuti cellulosici monodirezionali, fitti e filiformi; • Il diametro del culmo può raggiungere anche i 30-40 cm; • Colore omogeneo per tutto lo spessore; • Il culmo cresce molto velocemente; • Fibre compatte: dure utilizzabili dopo 5-6 anni dalla crescita; • Variazione cromatica nel tempo (ossidazione) limitata; • Ottima resistenza all’umidità e marciscenza molto limitata.
Proprietà tecniche medie degli elementi a base di bambù Densità
Da 650 a 700 Kg/m3 con contenuto di umidità 9±2 %
Umidità
7,0-9,0 %
Variazioni dimensionali
0,1-0,2 mm
Stabilità dimensionale
Ottima
Ossidazione
Modesta
Durezza Brinell
4,7
Durezza Janka
800 MPa
Intaccatura
1640 MPa
Res. compressione
a) Parallelamente alla venatura = 531 Kg/cm2 b) Perpendicolare alla venatura = 181 Kg/cm2
Res. trazione
1.076 Kg/cm2 Parallelamente alla venatura.
Res. flessione
960 Kg/cm2
Mod. elastico flessione
116.390 Kg/cm2
Taglio
100 Kg/cm2 (parallelamente alla venatura)
Scivolosità
0,70 (minimo richiesto 0,40)
Res. Abrasione
Con finitura a vernice è insensibile a: Acido Acetico (5%); Idrossido d’Ammonio; Acetone (10%); Toluene; Soluzione detergente di alcol Etilico (50%); Acido Idroclorico (10%); Trementina per uso pesante (0.025%); Perossido d’idrogeno (3%); Soluzione di sapone (1%) e Idrossido di Sodio (1%)
Durabilità
Classe 1 (EN 350)
Culmo e fibre Diaframma Cavita Zona nodale
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Speciale MATERIALI GREEN
Materiale eco-sostenibile di massa annuale pari al 10-30% (rispetto al 2-5% degli alberi), riesce ad assorbire il 40% in più di CO2 (con un rilascio di ossigeno del +35%) se paragonato a una foresta di legno di pari dimensioni. È molto importante sottolineare che le foreste di bambù non vengono “disboscate”, ma vengono sfoltite quando i culmi hanno raggiunto la giusta maturazione (e dimensione) per il taglio.
Cosa rende il bambù un materiale così apprezzato oggi? Sicuramente la sua eco-sostenibilità e i molteplici campi di utilizzo: dai ponti all’edilizia, all’arredo di interni e ai rivestimenti, fino al pavimento. Avendo un ciclo di ricrescita così rapido (4-5 anni), non è oggetto a una coltivazione, e quindi sfruttamento, intensivo. Tutto questo influisce anche in un rapido assorbimento dell’anidrite carbonica: con una crescita
Alcune proprietà • Basso valore di rigonfiamento e ritiro; • Più duro e durevole di diversi legni per parquet (es. rovere, acero); • In 4-5 anni la pianta è pronta per essere lavorata in elementi da posare; • Non c’è bisogno di tagliare alberi secolari.
Pavimento in bambù
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Parola ai POSATORI
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VARIABILI CHE INFLUISCONO SUL COMFORT TERMICO La “misura del comfort termico” è misurata sulla base della temperatura dell’aria; umidità relativa, temperatura media radiante (tmr) e aria in movimento. La temperatura dell’aria influenza gli scambi termici fra il corpo e l’ambiente e i valori compresi tra 20°C e 22°C in inverno e 24°C e 26°C in estate, spesso indicati come valori ideali, non sono in realtà da garantire da soli, condizioni di benessere termico. Infatti, anche rimanendo nell’intervallo di tali temperature, altri parametri ambientali possono determinare condizioni di non-comfort, come l’umidità relativa dell’aria. L’umidità relativa dell’aria interna influenza lo scambio termico per evaporazione attraverso la pelle, che avviene attraverso il meccanismo della sudorazione. Valori accettabili di umidità relativa sono compresi tra il 45%-60% in estate e 45%-50% in inverno.
Non proviamo né caldo e neppure freddo, in altre parole, stiamo bene. Quando siamo in uno stato di benessere termico in un ambiente chiuso, non dobbiamo continuamente bilanciare il calore e l’umidità prodotte dal proprio corpo e scambiate con l’ambiente circostante.
Umidità relativa (UR, %) È il rapporto fra la quantità di acqua contenuta in un Kg d’aria secca a una certa temperatura e la quantità massima di acqua che potrebbe essere contenuta alla stessa temperatura dallo stesso kg d’aria. L’umidità dell’atmosfera, se non è veramente alta o bassa, ha un effetto lieve sulla sensazione di benessere. Alle temperature di benessere non c’è necessità di raffrescamento evaporativo mentre a temperature più alte questo diventa il mezzo più importante di dissipazione del calore. L’aria satura (100% di UR) impedisce qualsiasi raffrescamento di tipo evaporativo. Quando l’UR è minore del 30%-35% le membrane mucose, si seccano e aumentano le possibilità d’infezione, mentre nei materiali idrofili come il legno ne favorisce il ritiro dimensionale e volumetrico e il formarsi di cretti, fessure, crepe e delaminazioni. A basse temperature l’aria molto secca accresce la sensazione di freddo perché l’umidità che raggiunge la superficie dell’epidermide evaporando provoca una spiacevole sensazione di freddo. Per temperature dell’aria superiori ai 30°C con UR oltre il 70% si accentua la sensazione di caldo perché il sudore prodotto non può evaporare. In regime stazionario un aumento di UR del 10 % ha lo stesso effetto di un aumento di temperatura pari a 0,3 °C. L’influenza dell’umidità relativa dell’aria aumenta se ci si sposta fra ambienti con diverse quantità della stessa (cioè in regime dinamico) aumentando l’incidenza sulla sensazione di benessere fino a 2 o 3 volte.
Temperatura media radiante È un parametro ambientale che poche persone conoscono e applicano. La “temperatura media radiante (tmr)” si calcola come media della temperatura delle pareti interne all’ambiente, compresi soffitto e pavimento. Il valore di (tmr ) dovrebbe essere al massimo di 3°C inferiore alla temperatura ottimale dell’aria.
Aria in movimento Essa non agisce sulla temperatura dell’ambiente ma, entro certi limiti di velocità (0,10-0,15 m/s in inverno e 0,25 m/s in estate), genera una sensazione di benessere in ambienti caldi, poiché aumenta lo scambio termico per convezione e accelera l’evaporazione del sudore. Pertanto, si può asserire che la condizione di benessere termico (o termo igrometrico) è definita come lo stato psicofisico per il quale ognuno di noi esprime soddisfazione nei riguardi del microclima.
re, che rappresenta il processo fondamentale per il corpo umano per disperdere il calore in eccesso. Ciò spiega come mai alla presenza di afa una situazione climatica caratterizzata da un alto valore di umidità relativa, il corpo umano tollera di meno il disagio del caldo e la temperatura percepita sia superiore a quella ambientale effettiva (misurata dal termometro). La ragione per cui il vento può aumentare il disagio correlato alla sensazione di freddo è legata al fatto che esso aumenta la velocità con cui il corpo perde calore. La cosiddetta temperatura percepita, ossia la sensazione di “caldo” o di “freddo”, è quindi legata non solo alla temperatura effettiva ma anche alle condizioni idrotermiche ambientali.
Tale condizione ottimale avviene solo se i parametri ambientali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria siano opportunamente graduati. La ventilazione, può influenzare i parametri microclimatici e svolge un ruolo importante nel processo di termoregolazione del corpo umano e nel garantire situazioni di comfort ambientale. Benessere microclimatico e comfort ambientale si riferiscono alla condizione degli ambienti in cui l’aria interna è percepita come ottimale dalla maggior parte degli occupanti dal punto di vista delle proprietà sia fisiche (temperatura, umidità, ventilazione) e sia chimiche (aria “pulita” o “fresca”). Nella tabella allegata si riportano le condizioni microclimatiche ottimali di un ambiente per attività fisica moderata (sedentaria), abbigliamento adeguato e in assenza d’irraggiamento, in cui la maggioranza degli “occupanti”, si trova in una sensazione di benessere termico. Il D.P.R. 16 aprile 2013 n.74 che fissa i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manuten-
Benessere termico Quando il corpo umano, con minimo impegno dei meccanismi di termoregolazione, non prova sensazione di freddo o di caldo, l’individuo viene a trovarsi in uno stato di soddisfazione nei confronti dell’ambiente detto “benessere termico”.
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APPUNTI TECNICI
Tabella 1. Condizioni idrotermiche ideali per la salute delle persone e del legno
Nota: Le condizioni idrotermiche ambientali congrue affinché le persone e il legno stiano bene in casa sono umidità relativa dell’aria 45%-60% e temperatura 18°C-22°C. Al di fuori dei valori circoscritti nel cerchio verde (Valori d’equilibrio), vi sono condizioni ambientali stressanti sia per le persone, sia per gli animali domestici e sia per materiali/manufatti idrofili come sono ad esempio le pavimentazioni a base di legno.
corretta salubrità ambientale. Quanto riportato stabilisce che i diversi sistemi di condizionamento ambientale istallati sono solo parzialmente monitorati come nel caso dell’impianto di raffrescamento regolato da una sola sonda posta nella zona giorno/cucina e non interagiscono tra di loro per garantire un costante e idoneo controllo delle condizioni ambientali nelle varie condizioni di utilizzo. Il punto critico derivante da questa situazione d’insufficiente monitoraggio potrebbe innescare in determinate condizioni ambientali di esercizio (raffrescamento) il raggiungimento del punto di rugiada (dew-point) e la conseguente formazione di condensa sulle superfici piane come la pavimentazione.
zione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva. Esso prevede per gli edifici residenziali che la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascun’unità immobiliare, durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, non deve superare: 20°C + 2°C di tolleranza; durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, non deve essere minore di 26°C – 2°C di tolleranza.
BENESSERE AMBIENTALE E PAVIMENTAZIONI A BASE DI LEGNO
Quanto sinora riportato, stabilisce dei parametri ambientali di benessere termico che confermano i dati ritenuti idonei da tutti i produttori di elementi a base di legno per il realizzo di pavimentazioni a base di legno e non in Europa, allo scopo di garantire un corretto equilibrio termo-igrometrico con i materiali sensibili all’umidità come il pavimento ligneo, ma anche a garantire una
I perché degli elementi a base di legno che si ritirano e si fessurano L’umidità ambientale condiziona i movimenti dimensionali e volumetrici del legno così come condiziona la nostra salute e benessere. Posare una pavimentazione
Tabella 2. Estratto da norma tecnica UNI EN ISO 7730:2006 Ergonomia degli ambienti termici. Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale.
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Presenta metodi per prevedere la sensazione termica globale ed il grado di disagio (insoddisfazione termica) delle persone esposte in ambienti termici moderati. Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo del PMV (Predicted Mean Vote - voto medio previsto) e del PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied percentuale prevista d’insoddisfatti) e dei criteri di benessere termico locale. Fornisce le condizioni ambientali considerate accettabili per il benessere termico globale così come quelle che rappresentano il disagio locale. Si applica a uomini e donne in buona salute esposti ad ambienti chiusi nei quali si cerca di raggiungere il benessere termico, ma nei quali si hanno leggere deviazioni da quest’ultimo, nella progettazione di nuovi ambienti o nella valutazione di quelli esistenti. Si applica per gli ambienti di lavoro e per qualunque altro tipo di ambiente. Può essere utilizzata con riferimento all’ISO/TS 14415:2005, punto 4.2, quando si considerano persone con requisiti particolari, come ad esempio quelle con disabilità fisiche. Quando si considerano spazi non condizionati, occorre tenere conto delle differenze etniche, nazionali e geografiche.
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Parola ai POSATORI
CONCLUSIONI
di legno in una situazione ambientale dove noi stessi potremmo vivere in modo confortevole, rappresenta la chiave per godere al meglio di un prodotto duraturo e di qualità immutata com’è il parquet. Valori di umidità troppo elevata comportano afa e una sensazione di affaticamento; valori di umidità troppo bassa o ambienti eccessivamente ventilati sollecitano le nostre vie respiratorie, la pelle tende a diventare secca e più facilmente si è soggetti a stress. Allo stesso modo, il legno, in condizioni di forte umidità tende a dilatarsi, mentre quando l’umidità relativa dell’aria scende, esso tende a restringersi e fessurarsi a formate cretti superficiali: un esempio concreto è il legno massiccio naturale i cui movimenti possono essere piuttosto marcati. Manufatti come gli elementi di multistrato normalmente rimangono più stabili in uno spettro di valori più ampio. Spesso non si considera come la maggiore fonte di stress per un pavimento di legno consista nella rapida escursione termo-igrometrica come ad esempio la fase di accensione del riscaldamento o la mancanza di un’adeguata e costante umidificazione dell’ambiente. È sufficiente dotarsi di un termoigrometro, avendo cura di controllare periodicamente che l’umidità dell’aria oscilli tra il 45%-60% a temperatura di circa 20-21°C. In caso di valori ambientali troppo bassi (in particolare per l’inverno), una buona soluzione è di dotarsi di umidificatori o impianti a basso consumo attraverso i quali si potranno ristabilire i corretti valori di comfort. In conclusione, più ci si allontana dal corretto rapporto temperatura/ umidità relativa dell’aria 45%-60%/18°c-.21°C), più facilmente s’innesca un processo di deformazione dimensionale e volumetrica degli elementi Space A lignei i quali tenderanno a muoversi per potersi adattare al variare delle condizioni termo-idrometriche degli ambienti sono stati posati.
Ogni essere umano ha la propria percezione del comfort ambientale in base alle personali sensazioni individuali, tuttavia l’edilizia ha previsto la norma specifica UNI EN ISO 7730 attraverso la quale è possibile progettare il comfort e quindi anche preservare tutto ciò che è in equilibrio con il comfort ambientale come ad esempio la pavimentazione a base di legno. Peccato che spesso questa norma sia disattesa e poco applicata da parte di chi deve progettare e realizzare impianti termo idrometrici comfort a norma di benessere climatico soprattutto per gli umani ma anche per gli animali domestici e per i manufatti idrofili come sono tutti i tipi di pavimentazioni a base di legno per uso interno.
Tékne The art of “know-how”
Logica e irrazionalità si fondono per decorare ambienti residenziali o commerciali, dove la vita scorre continuamente miscelando l’agire, il pensiero e il sentimento.
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ELENCO SOCI CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente
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Massimiliano Orfei TECNO FLOOR Via Tovaglieri, 392 00155, Roma (RM) Tel.: 339 8562525 orfeimassimiliano@gmail.com
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Alessandro Materassi
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Alessandro Fatticcioni
Stefano Gori
Piazza Mosca, 3 50065, Pontassieve (FI)
Via Gramsci, 40 56030, Perignano di Lari (PI) Tel.: 392 1929943 348 3817849
Tel.: 338 8811000 gori.ste@alice.it
Danci Ioan
Via E. Borsa, 3 20900, Monza (MB) Tel.: 329 4059719 ioandanci.id@gmail.com
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Via Spallanzani, 62 20851, Lissone (MB) 3497489187 radoslav01031966@gmail.com
Florindo Xhani
Via Livornese, 128/B 50055, Lastra a Signa (FI) Tel.: 334 6322357 florindxhani@yahoo.it
Design PROGETTI
Il restauro E IL PARQUET
L’uso del parquet in un edificio del 1600 di Arch. Massimo Corsico
E
ccoci al terzo appuntamento in cui illustrerò l’uso del parquet in una ambientazione antica. Sì, antica: stiamo infatti parlando di un edificio del 1600 sottoposto a vincolo diretto (D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42). Siamo in centro storico, in un Palazzo che trova i primi riferimento cartografici in una veduta del 1617. Il progetto, curato in collaborazione con l’Ing. Giorgio Rigone, prevedeva il recupero ai fini abitativi di una porzione di sottotetto accessibile da una piccola apertura. La dimensione complessiva del solaio di sottotetto, oggetto dell’intervento, era di circa 60 m2. Pochi metri quadri, ma davvero complessi per la pluralità di approfondimenti richiesti dalle diverse problematiche, non ultime quelle strutturali.
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Design PROGETTI
NUOVO
FONDO ARTIC 2K
Fondo bicomponente acrilico-poliuretanico ad alto solido per parquet CONSERVA L’ORIGINALE TONALITÀ DEL LEGNO
• Idoneo per il trattamento di tutte le specie legnose più usate (anche legni esotici)
• Consigliato per il trattamento di grandi superfici
3-24 ore
8-12 m 43 2
/L/mano
CONFEZIONE: 5L (FONdO + INdurItOrE)
• Alta copertura • Facile da applicare
3 ore Via Giovanni XXIII, 36 20090 rodano (MI) ItALY tel. +39 02.95.00.17.1 www.carver.it
Design PROGETTI
Nell’ambito della realizzazione, al fine di creare il volume necessario a ospitare la scala di accesso al nuovo vano, è stata prevista una modifica distributiva che prevedeva la demolizione di un bagno. L’accesso al sottotetto è stato quindi previsto attraverso la realizzazione di un nuovo varco nella muratura di mattoni, in corrispondenza del tamponamento di una antica apertura.
Gran parte dell’attenzione progettuale è stata dedicata al consolidamento strutturale del sottotetto: il solaio di calpestio esistente era costituito da un assito su cui erano posati su un letto di sabbia e calce dei medoni in cotto. L’assito appoggiava su un’orditura secondaria di travetti e quindi di travi principali. L’intradosso del solaio, completamente decorato, costituiva originariamente la finitura a vista del locale sottostante al piano primo.
In un’epoca non rilevata fu realizzata una volta a padiglione, anch’essa decorata, la cui struttura centinata estradossale risulta appesa alle travi primarie del solaio tramite delle “biellette” in legno.
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Design PROGETTI
L’intervento ha previsto la rimozione controllata della finitura in medoni. Successivamente alla rimozione dell’allettamento di malta e alla pulizia dell’estradosso dell’assito, si è proceduto al controllo dell’integrità delle tavole e quindi alla misurazione della planarità del solaio.
Per garantire il rispetto utile all’utilizzo a fini abitativi del nuovo locale, si è dovuto far sì che lo spessore della nuova stratigrafia dei materiali che sarebbero stati posati sopra all’assito, risultasse molto simile a quello esistente (nell’ordine dei 4-4,5 cm). La tecnica di consolidamento scelta è stata ovviamente quella del rispetto delle caratteristiche fisiche dei materiali, facendo lavorare il legno con il legno tramite l’applicazione, direttamente sull’assito esistente, di un secondo strato di tavolato (spessore 3,5 cm) con andamento ortogonale rispetto a quello esistente.
I due strati sono stati resi collaboranti attraverso il serraggio di viti da legno applicate in corrispondenza dei travetti sottostanti. Preventivamente l’assito esistente era stato vincolato ai travetti tramite chiodi ad aderenza migliorata. Il solaio, così irrigidito, è stato collegato alle murature perimetrali attraverso dei perni realizzati con barre piegate ad aderenza migliorata, a loro volta “inghisate” nella muratura e quindi vincolate all’assito tramite dei cavallotti metallici.
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Design PROGETTI
Ottenuta una sufficiente planarità della superficie, la scelta migliore che si potesse fare era quindi quella di utilizzare un materiale leggero, applicabile senza la presenza di un massetto, che permettesse lo scorrimento e che garantisse una corretta frizione dovuta ai movimenti della complessa struttura lignea sottostante. “Ça va sans dire” il parquet flottante: in rovere sbiancato, posato a correre per aumentare l’effetto ottico della profondità del nuovo volume recuperato. Anche l’illuminazione segue lo stesso principio, al fine di enfatizzare la visione prospettica.
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Design PROGETTI
NOTE SULL’AUTORE Architetto Massimo Corsico
Laurea Magistrale in Architettura al Politecnico di Milano. Nel 2005 ha iniziato a collaborare prima con IUSS-Pavia e successivamente con l’Università di Pavia. Fino al 2012 è stato professore a contratto del corso “Principi e tecniche di pianificazione urbana” (ICAR/20). Autore di apprezzate pubblicazioni scientifiche. Dal 2017 al 2018 Assistant Project Manager presso J&A consultant sulle commesse Area Falck di Sesto San Givanni, Allianz Refurbishment sede di Trieste, torre Libenskind (TcC) City Life Fit Out – PwC. Nel 2016 ha frequentato il programma EPFIRE – Programma esecutivo in finanza immobiliare e immobiliare della SDA Bocconi. Dal 2016 membro di Commissione del Paesaggio del Comune di Segrate a Milano. Negli ultimi anni, ha lavorato come architetto per la progettazione architettonica preliminare e definitiva di hotel, negozi, abitazioni ed edifici pubblici. Affianca un’esperienza ventennale in architettura e urbanistica, oltre a una solida esperienza analitica che ha sviluppato negli otto anni è stato stretto collaboratore del prof. Vittorio Gregotti sotto il quale ha sviluppato progetti di pianificazione urbana a scala urbana e metropolitana. Tra questi: il Progetto preliminare della centralità urbana di Acilia Madonnetta, Pujang New Town, il progetto definitivo ed esecutivo per lo stadio Agadir, la nuova sede di UBI Banca e la Trasformazione dell’area Cecchetti a Civitanova Marche.
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Design TENDENZE
Il lato bello
DEL PAVIMENTO
green Pavimento Comfort in sughero, di Egger
Un viaggio tra le valide alternative al legno per il parquet
IL SUGHERO
Un parquet che suscita molto interesse, negli ultimi anni, è il parquet di sughero. La quercia da sughero cresce soprattutto nelle regioni del Mediterraneo, e la parte che si usa – il sughero – è la corteccia esterna dell’albero. Ciò che rende il sughero particolarmente interessante è che la quercia da sughero ha una vita di circa 300 anni: dopo il 25esimo anno di età della pianta, la corteccia si può togliere circa ogni nove anni. La rigenerazione periodica della corteccia rende il sughero una risorsa veramente rinnovabile e rispettosa dell’ambiente. Inoltre, la quercia da sughero ha la capacità di trattenere il carbonio, e quando è scortecciata il carbonio si fissa quasi cinque volte di più. Questa caratteristica rende il sughero un prodotto naturalmente sostenibile e il suo utilizzo contribuisce alla conservazione del suo habitat. Il sughero ha anche un ruolo nella prevenzione del surriscaldamento globale: da studi recenti, si stima che le foreste di sughero mediterraneo possano assorbire oltre 14 milioni di tonnellate di carbonio all’anno. In più, l’industria del sughero è veramente eco-efficiente: del sughero si usa tutto, non ne viene sprecato nemmeno un grammo. Un’altra caratteristica interessante del sughero, molto utile, è la leggerezza, data dal fatto che circa l’80% del volume è costituito da materia gassosa. Il sughero è comprimibile ed elastico e, grazie alla presenza di suberina, impermeabile ai liquidi e ai gas. Inoltre, il sughero ha una delle migliori capacità isolanti, termiche e acustiche, fra tutte le sostanze naturali. Ciò è dovuto al fatto che gli elementi gassosi sono sigillati in piccoli scomparti impermeabili, isolati uno dall’altro da un materiale resistente all’umidità. Tutti questi requisiti, fanno del sughero un’ottima materia prima per pavimenti che, grazie alla ricerca di design, possono diventare alternativi al parquet classico.
di Roberta Mutti
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enché il parquet sia già intrinsecamente un pavimento naturale e rispettoso dell’ambiente, le tecnologie contemporanee consentono di avere materiali meno inquinanti, sia usando materie prime che impattano meno sull’ambiente, sia impiegando trattamenti più naturali, senza sostanze nocive.
Carlos Mendonça ha disegnato il decoro Mondri, della collezione Vita Decor, parquet di sughero di Granorte
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Design TENDENZE
Un ulteriore livello di comfort
Oltre che per le sue caratteristiche di ecosostenibilità, il sughero ha requisiti che aggiungono comfort al pavimento. Comfort di Egger è un pavimento con due strati di sughero, che rendono il pavimento particolarmente caldo e silenzioso. Le cellule termoisolanti del sughero, infatti, rendono la temperatura del pavimento più confortevole. Il sughero rende anche il pavimento elastico e piacevole al camminamento, e la superficie può avere molti diversi decori, grazie alla tecnologia di stampa digitale. I pavimenti a base di sughero Comfort di Egger sono privi di sostanze nocive, quindi favoriscono un ambiente più sano e naturale, e si posano con tecniche anch’esse rispettose dell’ambiente. CLIC it e UNI fit, infatti, i sistemi di posa a incastro brevettati da Egger, consentono di posare il pavimento senza colle, velocemente e facilmente. Ultimo, ma non da ultimo, il pavimento a base di sughero e legno ha una mano particolarmente morbida al tatto.
Pavimento Comfort in sughero, di Egger
Il sughero dall’aspetto sorprendente
L’azienda tedesca Haro realizza diverse collezioni di parquet in sughero, e lavora le superfici per avere pavimenti dall’estetica molto gradevole, che non hanno nulla da invidiare ai classici parquet in legno massello. Le tavole della collezione Corkett Arteo XL offrono variazioni interessanti sul tradizionale parquet in rovere, grazie alle finiture Oak Portland White textured, Oak Portland Invisible textured, Oak Portland Natural textured e Oak Portland Dark Grey textured. Con Shabby Oak White, Shabby Oak Invisible e Shabby Oak Grey, la collezione Corkett di Haro offre tre ulteriori decori per chi ama lo stile di arredamento shabby chic e vuole un pavimento dall’aspetto molto naturale. Oltre ad Arteo XL, l’attuale gamma di prodotti della collezione Corkett comprende altri cinque pavimenti in sughero in formato classico con diverse finiturei: dal tipico parquet di sughero Sirio, in due colori, fino ai decori speciali in sughero Lagos, Arcos e Ronda. Tutti i pavimenti in sughero Haro possono essere installati rapidamente e facilmente con il sistema di posa Top Connect, anche sopra il riscaldamento a pavimento.
Collezione di pavimento in sughero Recolour di Granorte, con finitura super-opaca Hotcoating
Dal Portogallo arrivano i pavimenti di Granorte
Uno dei maggiori coltivatori di querce da sughero in Europa, è il Portogallo. Proprio dal Portogallo arrivano i pavimenti di Granorte. Vita Decor, per esempio, è una collezione di pavimenti con un’anima in HDF, uno strato di usura in sughero e la finitura Weartop, una finitura protettiva ad alte prestazioni. La collezione Vita Decor, prodotta da Granorte con gli scarti dell’industria dei tappi di vino, è proposta in vari decori, tra cui il nuovo Mondri, disegnato da Carlos Mendonça. Influenzato dai dipinti di Mondrian e dal movimento De Stijl, il decoro Mondri Pale è proposto i colori tenui, e il risultato finale non ha nulla da invidiare a un parquet classico. La posa con il sistema Uniclic, brevettato, consente di fare a meno della colla e di posare velocemente e con facilità. Granorte impiega la versatilità del sughero anche per tavole di grande formato, come quelle della collezione Recolour, con la finitura super opaca Hotcoating, disponibile anche con posa incollata, per superfici commerciali a elevato calpestio. Dotato di protezione antibatterica Microban, il pavimento è anche igienico.
Pavimento in sughero della collezione Corkett Arteo XL di Haro, finitura Duna
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Design TENDENZE
IL BAMBÙ: BELLO ED ECOCOMPATIBILE Negli ultimi anni, il parquet in bambù sta emergendo nel mercato dei pavimenti in legno, come alternativa al parquet tradizionale. Nel mondo, ci sono ormai molte foreste di bambù a gestione controllata, che offrono garanzie di rispetto dell’ambiente. Il bambù è una graminacea che cresce molto velocemente, e ha fibre molto resistente e flessibili; raggiunge i 30 metri di altezza in poco tempo, e ogni 4/5 anni le piante sono mature per il taglio. I pavimenti in bambù di Armony Floor sono di tre tipi: verticale, orizzontale e strand woven (pressato). Il pavimento orizzontale è quello con cui risalta maggiormente il caratteristico nodo del bambù; invece, nella tipologia verticale, il nodo è meno evidente. Lo strand woven, che si ottiene pressando, incollando ed essiccando la parte più alta e nobile della pianta, è la
Parquet prefinito in bambù, finitura carbonizzato, di Armony Floor
Parquet prefinito in bambù, finitura sbiancata, di Armony Floor
tipologia più resistente, ed è anche quella che ha le venature più simili al parquet tradizionale. Il parquet in bambù, inoltre, ha ottime caratteristiche di resistenza meccanica. L’aspetto estetico del pavimento non ha vincoli, il bambù può avere diversi colori, dal color miele in diverse tonalità, più o meno intense, allo sbiancato, al carbonizzato. Infine, anche la posa può essere a incastro, senza colla, più facile, veloce, e meno inquinante.
IL LEGNO CHE DIVENTA PIÙ “VERDE” GRAZIE ALLA TECNOLOGIA GreenTec di Egger è l’evoluzione del parquet, grazie alla tecnologia contemporanea. I pavimenti della collezione GreenTec di Egger sono privi di PVC, prodotti con legno proveniente al 100% da foreste certificate, e hanno un trattamento di superficie che li rende resistenti all’usura, e adatti anche all’uso commerciale, nei luoghi a elevata frequenza di persone. Il pavimento ha un materassino fonoassorbente integrato, in sughero riciclato, ed è resistente all’acqua fino a 72 ore, grazie al sistema di posa a incastro CLIC it. Essendo particolarmente stabile e resistente all’acqua e all’umidità, il pavimento GreenTec di Egger è ideale per bagni, giardini d’inverno, e situazioni analoghe.
Parquet ingegnerizzato GreenTec di Egger
Parquet ingegnerizzato GreenTec di Egger
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Design TENDENZE
LA POSA SENZA COLLA Molti produttori di parquet hanno brevettato speciali sistemi a incastro, che consentono di posare il parquet senza colla, semplicemente incastrando i listoni, che poggiano su un materassino. Ma non sempre è possibile la posa flottante, a volte è necessario usare la colla, per un risultato migliore. Il pavimento incollato, infatti, è più stabile, protegge maggiormente dalle infiltrazioni d’acqua, ed è la posa migliore per il parquet classico, in legno massello. Inoltre, oggi ci sono colle completamente prive di solventi, quindi meno inquinanti, ma altrettanto efficienti. Tuttavia, la posa flottante, quando è possibile, presenta alcuni vantaggi. Innanzitutto, il pavimento può essere smontato e riutilizzato, dato che non viene intaccato dalla colla di fissaggio. Poi, il pavimento è più facilmente ispezionatile, e la stanza è abitabile subito dopo la fine della posa. Clip Up System di Parchettificio Garbelotto è un innovativo sistema di posa, che consiste in clip inserite nella fresatura sotto le tavole dei parquet prefiniti. Il parquet con questa posa risulta quindi libero da sostanze chimiche, e le clip sono in polimeri, resistenti e riutilizzabili.
Sistema di posa Clip Up, di Parchettificio Garbelotto
Dettaglio del sistema di posa Clip Up, di Parchettificio Garbelotto
Parquet in legno fossile di Xilopav
IL PARQUET IN LEGNO FOSSILE Xilopav, un brand di Zanusolegno, è un’azienda che si è specializzata nella produzione di parquet da legno fossile. Il legno fossile, che giace da millenni sotto il fango e viene preservato grazie all’azione delle resine, ha caratteristiche di unicità. Xilopav ha creato StoneOak ModuloZero, una collezione di legni che si distinguono in quanto unici. ModuloZero, infatti, significa che non esiste un modulo ripetibile, mentre StoneOak deriva dal fatto che il legno ha colori e texture che ricordano la pietra. Nessun albero, ovviamente, viene abbattuto per il parquet StoneOak ModuloZero, che può essere composto con pezzi singoli, adattabili in lunghezza e larghezza su richiesta, per pavimenti unici.
Dettaglio del sistema di posa Clip Up, di Parchettificio Garbelotto
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Design TENDENZE
IL TRATTAMENTO A OLIO Nonostante ormai ci siano molte vernici prive di solventi e più rispettose dell’ambiente rispetto a 50 anni fa, il trattamento a olio è sempre più apprezzato da chi ama circondarsi di un ambiente più sano e naturale. L’olio, infatti, impregna le fibre del legno, ma lascia il materiale libero di respirare, e rende la superficie più calda e morbida al tatto, oltre a rilasciare un leggero aroma nell’ambiente. L’oliatura può essere a base di olii vegetali (girasole, soia, cardo e lino) con pigmenti organici e agenti essiccanti e additivi idrorepellenti, oppure, a base di olii vegetali con cere (cera di carnauba e cera di candelilla), agenti essicanti e additivi idrorepellenti. Il trattamento a olio, in genere, viene effettuato subito dopo la posa, e va ripetuto periodicamente, per mantenere il parquet in buona salute. Bauwerk si spinge oltre, e usa il trattamento a olio per colorare il parquet. Con la tecnologia Next, infatti, la collezione True Colors Edition dell’interior designer Gesa Hansen impiega l’oliatura a strati successivi, per dare profondità al colore ed esaltare la bellezza del legno. Il nuovo colore Nuvola, che si aggiunge al Canneto, Terra, Lava e Roccia, aggiunge una tonalità di grigio, che amplia i colori della collezione completando con nuance più fredde.
Parquet True Colours Edition, di Gesa Hansen per Bauwerk, colorato con il trattamento a olio della tecnologia Next, nella nuance Nuvola
Parquet con legno recuperato dai tronchi di alberi morti Xilema, di Parchettificio Garbelotto
IL PARQUET IN LEGNO DI RECUPERO
Alcune aziende, propongono collezioni parquet creati interamente da legni di recupero. La collezione Xilema di Parchettificio Garbelotto impiega gli alberi morti che si trovano nelle foreste, valorizzando e recuperando i tronchi per creare pavimenti in legno prefiniti due strati, dall’aspetto antico e materico e dalle tonalità uniche. Gli alberi “morti in piedi”, infatti, hanno già perso tutta la linfa che il legno contiene dando origine a sfumature dai toni originali, particolarmente adatte ad ambienti che vogliono valorizzare la naturale bellezza di questo materiale. Con questo prodotto si ottiene una doppia funzione ecologica: tenere il bosco pulito e dare una seconda vita al legno. Anche i pavimenti della collezione Xilema sono adatti alla bioedilizia e sono 100% Made in Italy.
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Design TENDENZE
Delbasso Parquet, un’azienda di maestri artigiani, che lavorano il legno da tre generazioni, sceglie prevalentemente legni italiani di recupero e li restaura, evitando di abbattere altri esemplari e donando così la possibilità al materiale di continuare a vivere. Delbasso Parquet predilige l’abete, un legno molto resistente ed elastico, che viene usato spesso nella costruzione di abitazioni o mobili. L’abete di di recupero in prima patina, viene poi lavorato nei loro laboratori, e si creano pavimenti nuovi, che hanno un aspetto vissuto, di grande effetto. Il parquet poi viene verniciato con vernici all’acqua, a basse emissioni di sostanze organiche volatili (VOC), che conservano l’aspetto naturale del legno.
Parquet di legno recuperato dai vecchi mobili, di abete, di Delbasso Parquet
Parquet di legno riciclato, recuperato dai materiali da costruzione, di Dennebos Flooring
L’azienda olandese Dennebos Flooring, oltre ai parquet tradizionali, si è specializzata in pavimenti in legno riciclato. Il legname di recupero è recuperato da vecchi materiali da costruzione, che vengono re-ingegnerizzati per dare vita a “nuove” tavole di legno, che hanno uno spessore standard di 17,5 mm, una larghezza di 220 mm, e una lunghezza che può andare da 600 a 2.700 mm. Il rispetto dell’ambiente nei pavimenti Dennebos Flooring, avviene sia non abbattendo alberi, sia utilizzando olio di cera biodegradabile per proteggere il pavimento.
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VETRINA
GREEN CORNER ALCUNI PRODOTTI SCELTI DA PROFESSIONAL PARQUET ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ
J Pulizia e manutenzione
J Oli e vernici 4) Greenol Plus di Carver è un prodotto a base di resine e oli di origine naturale, studiato appositamente per la protezione del legno e in particolare del parquet, sia per pavimenti in legno nuovi o vecchi levigati a nuovo, e parquet predefinito. Il suo utilizzo, in combinazione con i prodotti di manutenzione della linea Oli Carver, conferisce alle superfici una buona resistenza all’abrasione ed eccellenti resistenze chimiche. Inoltre, esalta l’aspetto “caldo” del legno allo stato naturale, senza formare un film evidente sulla superficie. www.carver.it
1) Pensato per un uso frequente, Green Bio è il detergente per la pulizia dei pavimenti in legno di Listone Giordano, adatto sia per quelli verniciati che per quelli oliati. A base di tensioattivi di origine vegetale completamente biodegradabili (in base al regolamento 648/2004 CE), riduce al minimo l’impatto ambientale ed evita fenomeni di allergia e sensibilità da contatto. www.listonegiordano.com
5) Zeroil di Vermeister è un olio protettivo naturale per pavimenti in legno composto da oli vegetali conferendo al pavimento un alto grado di idrorepellenza e resistenza: l’elevata presenza di composti naturali rende Zeroil un prodotto a basso impatto ambientale e green, grazie anche all’assenza di composti organici volativi (VOC). Sempre da Vermeister, la verinche biocomponente all’acqua per pavimenti in legno ad azione igienizzante Saint-Action Finish: formulata con additivi nano particolati di ultima generazione che a contatto con l’acqua rilasciano ioni carichi positivamente attivando una barriera igienizzante (prodotto conforme secondo ISO 22196:2011). www.vermeister.com
2) La linea di detergenti di Haro consente una pulizia facile per tutti i pavimenti. Dai componenti altatmente ecocompatibili, dotati di marchi europeo di qualità ecologica), Cleen & Green Natural è particolarmente indicato per parquet, laminati, pavimenti di design (Disano), pavimenti in sughero, piastrelle in legno (Celenio). Per i parquet oliati è stato creato appositamente Clean & Green Aqua Oil, un prodotto a base di olio di lino, applicabile senza l’uso di lucidatrice. www.haro.com
3) Il Detergente Rapido di Osmo è un detergente concentrato idrosolubile per la pulizia e la manutenzione quotidiana. Ideato per pavimenti trattati olio-cera, è a base di saponi di olii vegetali, privo di coloranti e profumazioni e senza solventi, che lo rendono anche delicato e non pericoloso al contatto con la pelle. Gli ingredienti idrosolubili all’interno evitano la formazione di film e striature: questo lo rende indicato anche per la pulizia di altre superfici in legno come porte, pareti, rivestimenti in legno per soffitti. www.osmo.de
6) Ecø V di Chimiver, certificato Ecolabel, è una vernice all’acqua monocomponente poliuretana per pavimenti in legno a basso contenuto di composti organici volatici (VOC). Può contribuire al raggiungimento del QI CREDITO 4.1 secondo i parametri GEV del 03 marzo 2009 perchè conforme ai requisiti del protocollo di certificazione LEED. ECØ V è una vernice pronta all’uso e va applicata sul pavimento in legno preventivamente stuccato, carteggiato con carta abrasiva o rete grana 180 e accuratamente aspirato. www.chimiver.com
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VETRINA
J Adesivi 7) Da sempre attenta alla sostenibilità, la linea di adesivi per ogni tipo di pavimento in legno Ultrabond di Mapei è conforme alle Norme europee 14293 (Soft e Hard) e ISO (Hard e Hardelastic). In particolare, l’Ultrabond Eco S Lite è un adesivo (a pasta cremosa) monocomponente alleggerito a base di polimeri sililati, senza solvente, a bassissima emissione di sostanze organiche volatili. Il ridotto peso specifico permette di consumare meno prodotto (infatti, la confezione pesa il 40% in meno rispetto a quelle classiche). La vera innovazione è l’Ultrabond S Eco Plus, adesivo monocomponente a base di polimeri sililati di nuova generazione e tecnologia, a bassissima emissione di sostanze organiche volatili ed esente da emissioni di metanolo, idoneo per la posa di tutti i tipi di pavimenti in legno prefiniti o prelevigati multistrato e pavimenti in legno massiccio di medio formato, su qualsiasi tipologia di sottofondo, inclusi massetti riscaldanti. www.mapei.com
8) I prodotti GreenLab di Kerakoll nascono dalla sintesi perfetta tra ricerca tecnologica e sostenibilità: tra i tanti prodotti, per il parquet è presente la linea di adesivi organici minerali certificati come L34 Hybrid, che sviluppa un perfetto equilibrio tra la forza di adesione, grazie alla tecnologia Anti-Shock System, ed elasticità. Ipoallercenico ed esenti da solventi e VOC, L43 Hybrid garantisce una posa sicura per pavimenti in legno tradizionali e predefiniti, ed è ideale per sottofondi riscaldanti. www.kerakoll.com
levigatrici monospazzole spazzolatrici aspiratori troncatrici accessori e utensili abrasivi strumenti di misura prodotti chimici assistenza tecnica
Via della Vittoria , 98 San Damiano 20861 Brugherio (MB) info@faseitalia.it www.faseitalia.it Tel. +39.039.831301 55
NOVITÀ
J Un battiscopa adatto a tutte le altezze Progress Profiles fa un passo ulteriore in fatto di interior design e punta a una personalizzazione facile e veloce del battiscopa con Promultiskirt Square e Promultiskirt Round. Questi due modelli brevettati sono dotati infatti di preincisioni sul retro e sul fronte (non visibili) per intagliarli senza che si rovinino, scegliendo fra diverse altezze da 10, 8 o 6 cm. Promultiskirt è realizzato in resina vinilica espansa ed è disponibile in diverse tonalità: bianco, nero, argento, o nelle tonalità bianca, grigia e Hawana del rovere. Specifiche tecniche L’altezza è adattabile alle proprie necessità: l’altezza minore del battiscopa conferisce equilibrio agli spazi con soffitti bassi, mentre per stanze dallo stile classico, con volte alte,
Promultiskirt Round, 6 cm
J Yíng, la porta che ti dà il benvenuto Lualdi, azienda storica del design italiano nel campo delle porte di interni, dell’arredamento su misura e del contract, lancia la nuova porta Yíng firmata da Steve Leung, architetto, interior e product designer con sede a Hong Kong. La collezione fonde perfettamente il know-how italiano, riconosciuto in tutto il mondo, con un’estetica ispirata alla storica eredità cinese, svelando un continuum tra tradizione e modernità, tecniche artigianali e soluzioni industriali, design ed eleganza senza tempo. “Benvenuto” Steve Leung ha scelto per la collezione di porte disegnata per Lualdi, quale omaggio alla cultura dell’accoglienza l’ideogramma cinese 迎 (che si legge appunto Yíng) e letteralmente significa “benvenuto”. Grazie a un’ampia gamma
di colori e finiture, la parte superiore della porta è facilmente adattabile a diversi contesti di interior. Infatti, Steve Leung ha preso spunto dalla simbologia dei colori tipica della tradizione cinese: la palette del rosso, il colore della felicità e della fortuna, una tonalità più brillante vicina al giallo, simbolo della virtù imperiale, o ancora il nero, per un gusto più discreto. Un prodotto versatile La parte inferiore della porta è il frutto di un elaborato processo di lavorazione del legno che si ispira all’antica tecnica tradizionale cinese conosciuta come sǔn mǎo (榫卯). Caratterizzata da una superficie con intagli geometrici, la base dell’anta è sempre in rovere moka ed esalta i due laterali, che si presentano in finitura noce canaletto per le ante in legno o laccate e in finitura metallica color bronzo per i modelli in pelle, che rende questo prodotto versatil e senza tempo. www.lualdiporte.com
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Promultiskirt Square, 10 cm
NOVITÀ
si può optare per profili più alti. I bordi dal design differente: moderno ed essenziale quello squadrato di Promultiskirt Square, classico e morbido quello a becco di civetta del modello Round. Lo spessore di 14 mm assicura inoltre una copertura perfetta della zona perimetrale e protegge i rivestimenti dallo sfregamento con i mobili o con gli attrezzi per la pulizia. Entrambi sono rivestiti con una pellicola in PVC resistente all’acqua, agli agenti chimici e all’umidità. Si possono ancorare alla parete con supporti in plastica, da fissare tramite l’apposita clip o applicando il sigillante impermeabile, Proband Fix. Infine, i due battiscopa presentano anche tappi di chiusura, raccordi esterni e spigoli interni. www.progressprofiles.com
Promultiskirt Round, 10 cm
Promultiskirt Square, 8 cm
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Mercato PROTAGONISTI
RASO, tra innovazione e LEGGEREZZA UN ATTICO DAL SAPORE CONTEMPORANEO, AVVOLTO IN MORBIDE SFUMATURE MADREPERLACEE, ELEGANTEMENTE INNOCENTE E ALLO STESSO TEMPO AUDACE E SEDUCENTE
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Ancora più prezioso se si pensa alla completa naturalità di Raso e di tutte le altre essenze di Fiemme Tremila. Osservando e imparando dalla pianta, l’azienda trentina nutre le sue tavole con gli stessi nutrienti che l’albero assimila in natura. “L’albero trae dalla natura tutto ciò di cui ha bisogno per vivere. La semplicità di questo principio è ciò che ci guida nella lavorazione delle nostre tavole: interveniamo il meno possibile, sempre e solo con tecniche e sostanze completamente naturali e biocompatibili, come il nostro trattamento BioPlus®”.
iamo nel cuore di Parma in un attico di 130 metri quadrati. Spazi ampi, ariosi, a misura delle persone e delle loro aspirazioni. I colori tenui si fondono con gli elementi di design dando vita a un ambiente minimal che profuma di eterea eleganza. Eleganza e leggerezza che continuano nella terrazza, dove si respira ancora serena quotidianità con vista sulla città. Ad accompagnare questo sogno prezioso il pavimento in legno nell’essenza Raso della collezione Boschi di Fiemme, un rovere nato dall’incontro tra innovazione e leggerezza, che sprigiona delicate vibrazioni metalliche e affascinanti sensazioni materiche. Raso è l’assoluto protagonista del gioco di contrasti che viene svolto a fondo praticamente in ogni ambiente, combinando le sfumature delicate e cangianti del legno con pannelli ed elementi d’arredo ora rossi, ora fumo di Londra, ora marroni, più spesso bianchi e grigio chiari.
Oltre 50 sostanze vegetali e minerali sapientemente scelte e miscelate, che nutrono il legno nella sua struttura più profonda
BioPlus® è un trattamento unico, un olio naturale a base di cere, resine vegetali e oli balsamici. Viene deli-
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Mercato PROTAGONISTI
catamente applicato sulle tavole, mediante più cicli di oliatura, rispettando i tempi di assorbimento del legno, e permette di catturarne l’emozionante bellezza nel tempo. Un prodotto totalmente biocompatibile che accarezza e nutre il legno in profondità senza occludere i pori superficiali, ne ripristina le capacità autoprotettive perse inevitabilmente durante i processi di lavorazione, e lo lascia libero di respirare. È grazie a questo trattamento BioPlus® che Fiemme Tremila si è aggiudicato un risultato importante: garantire in casa lo stesso habitat del bosco. Le emissioni rilasciate dai pavimenti trattati con BioPlus®, infatti, sono le stesse che si ritrovano in una foresta incontaminata e, proprio come queste, agiscono in maniera benefica sulla salute delle persone. Basti pensare che tra gli ingredienti di questa formula innovativa, si trovano l’olio essenziale
Questi pavimenti fanno da ponte tra la natura e l’ambiente quotidiano
di cirmolo e di abete rosso che da soli emettono nell’aria l’Alfa-Pinene, sostanza terapeutica per eccellenza, tipica dell’aria di montagna.
La biocompatibilità dei pavimenti Fiemme è certificata dal CNRIVALSA, il più grande istituto di ricerca italiano nel settore foresta legno, che ha condotto una ricerca analizzando le emissioni di questi pavimenti in un ambiente chiuso. Il risultato: i prodotti Fiemme Tremila non contengono derivati del petrolio, tracce di metalli pesanti e dannosi. Ma la cosa più sorprendente è che gli unici VOC emessi sono benefici. Gli unici VOC emessi dai pavimenti Fiemme Tremila sono quelli comunemente presenti nel bosco perché tipici delle piante, primo fra tutti l’Alfa-Pinene. “Il nostro legno, nutrito con cura e attenzione, continua a respirare e a emanare tutte le sue sostanze benefiche originarie, in casa come nel bosco”.
FIEMME TREMILA È UN MARCHIO D.K.Z. SRL Via dell’Artigianato, 18 38037 Predazzo (TN) T. 0462 500220 | info@fiemmetremila.it
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Materie NATURALI per una protezione OTTIMALE
OSMO TOPOIL: APPLICAZIONE RAPIDA CON HANDXCENTER PER I PIANI DA LAVORO DELLA CUCINA
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opOil è una combinazione di oli e cere per il trattamento di piani da lavoro e top in legno per la cucina. Questa finitura, a base di materie prime naturali, offre una protezione ottimale ed è resistente a vino, birra, bevande zuccherate e caffè. Una volta asciutto, TopOil è idrorepellente e resistente a saliva e sudore in ottemperanza alla normativa DIN 53160 e sicuro per gli alimenti come da normativa Europea 1186, parte 5/14. TopOil è adatto per il trattamento di tutte le superfici in legno a contatto col cibo.
Un altro metodo efficace per risparmiare tempo nella stesura del prodotto, è quello di utilizzare la nuova Osmo HandXCenter per l’applicazione di TopOil sulle superfici in legno. È un attrezzo molto efficace sia per l’applicazione di finiture sia per la pulizia e la manutenzione di pavimenti già oliati. Il suo utilizzo è esclusivo per ambienti interni. Dopo una pulizia approfondita, si può applicare Osmo TopOil direttamente sulla superficie utilizzando un pad bianco posto sotto il disco rotante della HandXCenter. Grazie al movimento rotatorio, Osmo Handxcenter distribuisce il prodotto in maniera uniforme. Il set include 5 pad.
Come applicare il prodotto
Una soluzione per ogni tipo di legno
Prima dell’applicazione, la superficie del legno deve essere pulita e asciutta. Per via della combinazione di oli e cere presenti al suo interno, il prodotto dev’essere agitato prima dell’utilizzo. TopOil è pronto all’uso e non dev’essere diluito. È consigliato applicare il prodotto usando un pennello, un rullo in microfibra o un panno privo di lanugine.
Osmo TopOil è disponibile in sette diversi colori. Le due varianti incolore, 3028 incolore satinato e 3058 incolore opaco, creano un effetto bagnato permanente esaltando il legno e la sua venatura. TopOil 3068 Natural invece protegge il legno in maniera quasi invisibile preservandone la naturale tonalità. Su legni scuri/ rossi, TopOil 3068 Natural appare come una lieve sfu-
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matura bianca sulla superficie. Ci sono inoltre altri quattro colori trasparenti che donano un aspetto elegante al legno: 3061 Acacia, 3037 Bianco, 3038 Terra e 3039 Grafite. Le superfici trattate con Osmo TopOil sono semplice da mantenere e possono essere facilmente pulite con un panno. Raccomandiamo di non utilizzare i comuni detergenti multiuso
OSMO HOLZ UND COLOR GMBH & CO. KG Affhüppen Esch, 12 D-48231 Warendorf (Germania) Tel. (+49)02581.922-100 Fax (+49)02581.922-200 www.osmo.de | info@osmo.de
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in quanto potrebbero intaccare la finitura non garantendo più un adeguata protezione del legno. Osmo detergente spray pulisce a fondo e non danneggierà la finitura ad olio. 1 litro di prodotto copre circa 24 m2 con una mano. La resa dipende in maniera significativa dalle condizioni della superficie. Le informazioni si riferiscono a superfici lisce, piallate o levigate. ■
Mercato PROTAGONISTI
Il VALORE aggiunto DEL LEGNO ARRICCHIRE I NOSTRI AMBIENTI CON UN PAVIMENTO IN LEGNO SIGNIFICA VIVERE A CONTATTO CON LA NATURA
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l legno in edilizia è un valore aggiunto per le abitazioni, ma anche per i negozi, le aree commerciali, gli uffici, gli hotel, gli studi, le palestre, i teatri, gli ambienti rappresentativi, i ristoranti e i locali per il pubblico. Un pavimento in legno è natura che vive, che impreziosisce, che dona calore e comfort e che ci accompagna quotidianamente. Un pavimento in legno è accogliente, seducente, rilassante e induce a camminare a piedi nudi. Arricchire i nostri ambienti con un pavimento in legno significa vivere a contatto con la natura: soprattutto in questo momento storico in cui la casa è divenuta il nostro rifugio ed il luogo in cui passiamo più tempo della nostra giornata. Basti pensare che l’attuale crisi pandemica ha portato gli italiani a rivalutare in positivo l’efficienza e la funzionalità della propria casa, così come l’arredamento e le materie prime che la compongono. Stemau S.r.l. opera e produce nel massimo rispetto della natura e dell’ambiente, avvalendosi della materia prima esclusivamente da aree e aziende autorizzate al disboscamento, al fine di mantenere e proteggere, in maniera corretta e responsabile, le comunità naturali e le foreste, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
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Un’azienda ricca di storia
Nel 2009 Stemau ha anche ottenuto la certificazione di Produttore italiano. Grazie alla tecnologia e ai macchinari esclusivamente Made in Italy presenti nello stabilimento, oggi l’azienda lavora tutte le specie legnose. Nonostante la diversificazione della produzione, però, Stemau non ha abbandonato la sua linea di pavimenti masselli tradizionali con i quali è nata e cresciuta. Diverse sono le certificazioni che può vantare Stemau: la Certificazione CATAS, la Dichiarazione DoP, il Certificato Eccellenze Italiane, la Certificazione E1, Certificazione Taber Test.
Alla fine degli anni ’70 a Roma nasce un’azienda che intende ricoprire un ruolo da protagonista nel panorama dei pavimenti in legno a livello nazionale creando una fabbrica di pavimento in legno. Da allora Stemau Srl, della famiglia Maranco, continua con passione e professionalità, giorno dopo giorno, ad accogliere le sfide del mercato e ad esaudire le esigenze degli italiani. Stemau conta quattro magazzini con showroom, dieci punti in Italia e una fabbrica con i più moderni macchinari di lavorazione del parquet all’interno della quale vengono seguite tutte le fasi della produzione dei pavimenti in legno.
Una vasta gamma di prodotti
L’azienda ha così allargato il proprio catalogo formato da molte collezioni suddivise tra vari formati come parquet tradizionale, parquet prefinito, parquet flottante, decking, ma anche laminato, LVT, SPC e WPC. Non meno importanti sono i servizi e gli accessori targati Stemau: l’azienda mette immediatamente il cliente al corrente del fatto che un buon pavimento in legno necessiti le giuste cure ed attenzioni durante il suo ciclo di vita. Molteplici, infatti, sono i prodotti per la posa e la manutenzione di tutti i pavimenti in legno (colle, fondi, cementi, impregnanti, vernici e detergenti), per i complementi d’arredo (battiscopa e profili) e per il merchandising (espositori e cartelle).
STEMAU S.R.L. Sede Legale e Showroom: Via Pieve Ligure n.15 00168 Roma (RM) Italia | Tel: +39 06 30601438 Deposito e Showroom: Via Refrancore n.26 00166 Roma (RM) Italia | Tel: +39 06 45502260 Stabilimento di Produzione: Via Morsasco n.41 00166 Roma (RM) Italia | Tel: +39 06 45502260 e-mail: info@stemausrl.it | www.stemausrl.it
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