Lombardia
Edizione Regionale
aprile 2020
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IN CONVENZIONE CON
PERIODICO D’INFORMAZIONE PER GLI ORDINI TERRITORIALI Fondato nel 1952
E EMERGENZA
Supplemento al n.3 de Il Giornale dell’Ingegnere
COVID-19 |
EDITORIALE |
La cima
di Augusto Allegrini* Papa Francesco ci ha detto che quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti ma il cambiamento di un’epoca. Siamo sottoposti a una trasformazione molto veloce sia del nostro modo di vivere e di relazionarci, che di comunicare e di programmare azioni. Conseguenza di questa situazione: ci troviamo catapultati verso una nuova concezione di società, che ci impone di pensare in un modo completamente nuovo. Prima si capisce la necessità di elaborare il pensiero in maniera diversa, prima inizieremo a dare un contributo utile alla società civile. La categoria degli ingegneri, per competenza e capacità, è forse quella maggiormente abituata ad affrontare complessità e sono convinto che in una situazione come questa, di grande difficoltà, potremmo offrire un utile e significativo contributo. Siamo quelli del “problem solving”, che discretizzano le situazioni complesse per ricondurle a sistemi semplici più agevolmente affrontabili: è una questione di metodo. Un approccio che noi abbiamo nell’ indole, nel “DNA” della nostra formazione. E proprio perché abbiamo una consuetudine alle situazioni “non facili ”, riusciamo in qualche modo anche ad attenuare gli effetti di quell’emotività imprescindibile che purtroppo ci accompagna in questo periodo e che rischia, talvolta, di compromettere la nostra lucidità. La gente è preoccupata, si trova ad affrontare incognite: l’ incognita della situazione sanitaria a cui segue quella della difficile ripresa. CONTINUA A PAG. II
“Non perdere la lucidità della ragione e la forza della passione” Di Luca Bertoni*
“Quello che vedevo era impossibile. Ho pensato che a quel punto l’ impossibile non poteva essere escluso. Non mi restava che entrare nell’ ignoto.” Sono le parole con cui Annalisa Malara, 38 anni, dirigente medico nel reparto di terapia intensiva in servizio all’Ospedale di Codogno lo scorso 20 febbraio, ha raccontato il momento esatto in cui tutta l’Europa, e direi l’ intero mondo occidentale, ha avuto coscienza della presenza, ormai dilagante, del coronavirus. Una splendida lezione di come intuizione, preparazione e razionalità siano le migliori armi da mettere in campo contro il Covid-19. Anche per noi ingegneri. 10 Comuni della nostra provincia, Lodi, sono stati identificati come focolaio, Codogno, Casalpusterlengo e Castiglione d’Adda i centri più colpiti, e isolati dal resto del mondo per due settimane. In questi Comuni risiedono 107 ingegneri (circa un quinto del totale degli iscritti al nostro Ordine Provinciale), di cui 45 liberi professionisti, che dalla sera del venerdì 21 febbraio non hanno più potuto allontanarsi dal Comune di residenza. Ci siamo chiesti come poter contribuire, da ingegneri, alla possibile soluzione del problema, ed abbiamo offerto il nostro contributo alle Istituzioni, anzitutto per rafforzarne il ruolo e le azioni. Ci siamo chiesti inoltre cosa fosse possibile fare per i nostri colleghi confinati nei propri Comuni di residenza. Abbiamo anzitutto cercato, e di questo ringrazio davvero per l’ impegno i Consiglieri e la Segreteria dell’Ordine, di intensificare la comunicazione con tutti i nostri iscritti – di questi tempi è sufficiente dire che sei di Lodi che la nostra presenza diventa di troppo! -
e in particolare con i 107 colleghi bloccati al loro domicilio, cercando di confermare, in questi momenti difficili, lo spirito di squadra. Siamo intervenuti a supporto dei colleghi che hanno raccolto la disponibilità di supporto offerta dal nostro Ordine. Abbiamo così provveduto a consegnare a una collega di Codogno, attraverso uno dei check point presidiati dalle forze dell’Ordine, la chiavetta per firma digitale (la vecchia chiavetta “scadeva” il 28 febbraio); siamo intervenuti presso la Prefettura per cercare di capire se le attività di Direttore Lavori e/o Coordinatore Sicurezza fossero riconducibili alle ipotesi di deroga al blocco degli spostamenti; grazie all’ incessante lavoro di cui si è fatto straordinariamente carico il Presidente della CROIL, Augusto Allegrini, con il sostegno caloroso e appassionato dei Presidenti Lombardi, abbiamo rappresentato a Regione Lombardia e per suo tramite al Governo la difficoltà dei nostri colleghi, in giorni in cui la facevano da padrone le grandi organizzazioni imprenditoriali (Industria, Commercio e Artigianato) e l’unica misura di sostegno, rimborso di 500 euro mensili, era prevista per i soli professionisti che versavano i contributi alla gestione separata dell’INPS. Soprattutto i liberi professionisti hanno bisogno di urgenti certezze, per fare fronte da un lato agli impegni economici con i propri dipendenti e le spese di gestione del proprio studio e dall’altro ad un calo del fatturato per incarichi annullati (capita anche questo!) o rimandati. Abbiamo anche messo
a punto una proposta concreta, per i nostri colleghi incaricati delle funzioni di Direttori dei Lavori e/o Coordinatori per la Sicurezza allora bloccati nel Comune di residenza, ma che riteniamo essere ancora valida al fine di ridurre gli spostamenti in questi giorni difficili: la costituzione di Uffici di Direzione Lavori, per affiancare al Direttore dei lavori impossibilitato a muoversi (e quindi ad eseguire l’attività professionale) altri colleghi (liberi di muoversi a vicini ai luoghi di esecuzione delle opere) con la funzione di direttore operativo od ispettore di cantiere. Preziosissima e insostituibile si è rivelata l’attività silenziosa prestata dai nostri colleghi biomedici che operano all’ interno delle strutture ospedaliere, in prima linea, alle spalle di quegli autentici eroi che sono i medici e il personale infermieristico: hanno dovuto e saputo in pochi giorni rivoluzionare assetti organizzativi e layout tecnologici. Straordinaria l’attività dei nostri colleghi del terzo settore che hanno saputo predisporre, quando richiesti, tutte le infrastrutture necessarie a consentire alle aziende lodigiane un telelavoro davvero efficace. Sto scrivendo queste righe a poche ore dell’entrata in vigore del DPCM del 9 marzo 2020 che ha “liberato” l’area rossa dei 10 Comuni lodigiani ed esteso a tutto il territorio nazionale le misure emergenziali previste in origine solo per la Lombardia ad altre 14 province. Un pensiero quindi alla preziosa opera dei nostri colleghi responsabili di processi produttivi che devono essere condotti con una particolare attenzione alle protezioni sanitarie di tutte le persone che vi operano. Ci è però richiesto, in questo drammatico momento, di non perdere la lucidità della ragione e la forza della passione, i veri motori della nostra professione.Dobbiamo essere pronti, quando ci leccheremo le ferite e conteremo i danni dopo aver pianto tutte le persone della cui assenza ci renderemo davvero conto, a far tesoro di questo drammatico tempo che ci è dato di vivere responsabilmente. Allora dovremo essere in grado di esprimere il meglio di noi, offrendo a tutte le Istituzioni le nostre competenze ma soprattutto un metodo, che sappia fare tesoro di quanto successo e cerchi di migliorare da subito le armi organizzative con cui combattere le prossime epidemie. L’ impossibile non può essere escluso e non ci resterà che entrare nell’ ignoto. *Presidente Ordine Ingegneri di Lodi
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