CASA&CLIMA #58

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www.casaeclima.com

ISSN: 2038-0895 Euro 9

bimestrale

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 58 · Anno X · novembre-dicembre 2015

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

INCHIESTA LEED FUNZIONA ANCORA? PROGETTARE FACCIATE ADATTATIVE RIQUALIFICAZIONE IN FABBRICA TECNOLOGIA X-LAM PER UNA SCUOLA

MATERIALI ARCHITETTURE DI POLICARBONATO EFTE IN COPERTURA

NZEB FACCIAMO DUE CONTI ASPETTANDO IL 2020

PRODOTTI PER L’EFFICIENZA COSTI E BENEFICI

PANZEB FINCO DICE LA SUA

ELOGIO DELLA SEMPLICITÀ

RIQUALIFICAZIONE

CONDOMINIO NZEB

Antico e moderno trovano una sintesi in Alto Adige

La cascina è Platinum

Uno dei primi in Lombardia a fregiarsi del titolo


L'infrarosso al massimo delle sue prestazioni

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IN QUESTO NUMERO

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Novità prodotti

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Ha ancora senso parlare di certificazioni di sostenibilità?

INCHIESTA

GBC Italia e U.S.Green Building Council raccontano come evolverà il settore delle certificazioni LEED

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RIQUALIFICAZIONE

Elogio della semplicità

STUDI

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La scuola rinasce col legno

Mostra Convegno Expocomfort e Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano hanno stimato il payback degli interventi e lo scenario tecnologico a tre anni

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NZEB e Classe A in condominio

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Pelle dell’edificio sempre più dinamica, intelligente e adattiva

Caso di eccellenza nella riqualificazione di un edificio rurale

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DENTRO L’OBIETTIVO

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LEED Platinum per la ristrutturazione di Cascina Triulza

Efficienza energetica residenziale, analisi costi-benefici degli investimenti

ASPETTANDO IL 2020

I costi per gli NZEB

Dallo standard ISO alla normativa nazionale. Le strade per progettare e riqualificare a energia zero, o quasi, e i costi per sostenere gli interventi

Riqualificazione energetica: le osservazioni di FINCO

Direttore responsabile Marco Zani Coordinamento redazionale Carlo Latorre Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio, Erika Seghetti redazione@casaeclima.it Art Director Marco Nigris Grafica e Impaginazione Balzac - MN Hanno collaborato a questo numero Veera Karpasto, Patrizia Ricci, Aldo Romagna, Sofia Vasili, studio High Image Tendence

bimestrale

Pubblicità Quine Srl 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740 Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore: Quine srl www.quine.it Presidente Andrea Notarbartolo Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740 e-mail: casaclima@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile.

A Firenze la Buona Scuola si fa così: un vecchio edificio abbattuto e ricostruito pensando al comfort degli alunni e al risparmio energetico A Mediglia, non lontano da Milano, 34 appartamenti beneficiano di prestazioni energetiche già in linea con i nuovi criteri sul risparmio energetico SPECIALE: INVOLUCRO EDILIZIO

L’adattabilità climatica dell’involucro può essere un parametro chiave per realizzare edifici energeticamente efficienti? È possibile definire un modello univoco? Due lavori presentati all’ultimo Energy Forum cercano di rispondere a queste domande

IL PARERE DI…

Alcune indicazioni e proposte in tema di efficienza energetica in edilizia nell’ambito della Consultazione pubblica sui piani di riqualificazione del parco immobiliare

Una costruzione moderna immersa nella natura in un contesto tradizionale, progettata pensando ai desideri degli abitanti e non al mero raggiungimento della massima classe energetica

COPERTURE TESSILI

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E per tetto cuscini di EFTE

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Architettura in policarbonato

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Guardare e... toccare

Una copertura tridimensionale, leggera e luminosa, capace di filtrare i raggi solari, per il centro commerciale Dolce Vita Tejo di Lisbona EPSE AWARDS 2015

I vincitori della 7a edizione del concorso che riconosce i progetti più sostenibili, più innovativi e meglio progettati in policarbonato TENDENZE

Un vero e proprio percorso “sensoriale” che, oltre ad esaltare i prodotti, punta a rendere protagonista l’esperienza visiva e tattile

Stampa CPZ spa - Costa di Mezzate - BG Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006.

© Quine srl - Milano Associato

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In copertina: Servizio a pagina 34


NOVITÀ PRODOTTI

Scale silenziose con Tronsole Energia dalle La lotta al rumore, una delle grandi sfide per i progettisti, non è sempre facile da vincere. Particolarmente insidioso è l’isolamento anticalpestio, specie in contesti residenziali, dove spesso si pone attenzione solo ed esclusivamente al rumore proveniente dall’esterno. Per l’insonorizzazione del vano scale, Schöck propone Tronsole, sistema articolato su sei diversi elementi progettati per ridurre il rumore da calpestio nel giroscala, sia nella rampa che nel pianerottolo, recentemente migliorato nella tecnologia di disaccoppiamento acustico. Gli elementi sono di forma diversa, per adattarsi ai diversi punti del vano scala, tutti facili da applicare. I componenti sono compatibili tra loro, in modo tale da poter essere posizionati nei punti di raccordo delle varie strutture che compongono il giroscale e da rendere l’isolamento anticalpestio efficace in qualsiasi opera, sia con scale diritte che a chiocciola. I diversi elementi sono di colore blu e, se correttamente montati, formano una linea continua dello stesso colore lungo tutto il giroscala. Cuore del sistema Tronsole è il cuscinetto elastomerico Schöck Elodur, la cui composizione e forma assicurano un isolamento anticalpestio tra 27 e 40 dB in base alla tipologia utilizzata (classe di resistenza al fuoco R90). www.tronsole.it

PARQUET INSONORIZZATO

acque reflue

Il risparmio energetico può essere ottenuto in modi diversi. Tra i meno scontati c’è il recupero di calore dall’acqua calda sanitaria, prima che venga dispersa attraverso gli scarichi, soluzione interessante soprattutto nei contesti di utilizzo collettivo come palestre, piscine, centri sportivi, centri benessere, o alberghi. È ciò che fa Ecoshower di Nicoll, recuperando energia attraverso lo scambio di calore tra l’acqua di scarico e l’acqua di alimentazione dei generatori termici, o direttamente del miscelatore finale. Il funzionamento è semplice: l’acqua di scarico scorre sopra una serpentina stampata costituita da due lamiere appositamente sagomate e saldate tra loro, poste sul fondo di un condotto in polipropilene a tenuta stagna, che viene allacciato in serie alle tubazioni di scarico. All’interno della serpentina, nel senso inverso rispetto allo scarico, scorre l’acqua pulita che si preriscalda sottraendo calore all’acqua di scarico. Nel miscelatore o nello scaldabagno non entra quindi acqua alla temperatura dell’acquedotto, ma più calda, riducendo così l’energia necessaria al suo riscaldamento. La configurazione ottimale è quella in cui l’acqua d’acquedotto, in uscita dallo scambiatore, viene inviata al miscelatore e al boiler. Questa configurazione, oltre ad essere la più efficiente (recupero fino al 40%), è anche quella più adatta alle utenze singole, per esempio la doccia. www.redi.it

La riduzione del rumore passa anche attraverso il parquet: quello proposto da Bauwerk è in grado di ridurre del 53% il rumore da passi e del 70% quello da calpestio, grazie ad uno speciale supporto insonorizzato applicato diagonalmente sotto le doghe, utilizzabile sia con posa incollata che flottante. Questa soluzione rende il pavimento non solo più silenzioso, ma anche più elastico, riducendo le sollecitazioni per le articolazioni. Il tappetino insonorizzante Silente, composto da 71 elementi completamente rigenerabili, può essere abbinato a tutti i prodotti Bauwerk: disponibile in rotoli sfusi, viene incollato al fondo preesistente nelle ristrutturazioni e contribuisce significativamente alla riduzione del rumore. Inoltre, grazie a Silente, il parquet può essere completamente smontato senza danni e riportato in azienda per essere levigato e nuovamente sottoposto a trattamento di finitura. In questo modo, mentre i residui del tappetino e del collante sono raccolti sul posto e riciclati, il pavimento può essere riutilizzato, come nuovo. A seconda dello stato d’usura del legno, questo ciclo può essere ripetuto dalle 2 alle 4 volte. www.bauwerk.it

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il freddo che produce caldo iSeries è un sistema di climatizzazione multifunzione che, grazie all’innovativa tecnologia del recupero di calore, riscalda l’acqua in modo gratuito durante il ciclo di raffrescamento, senza incidere sui consumi di energia elettrica

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NOVITÀ PRODOTTI

Acqua calda di classe

Vaillant propone la nuova linea di scaldabagni istantanei MAG, etichettati in classe di efficienza energetica A e B, in configurazione da interno ed esterno, adattabili a diversi contesti, tutti forniti di modulazione di fiamma per abbattere i consumi energetici. Alcuni modelli non necessitano di allacciamento elettrico, altri possono essere installati anche in ambienti privi di areazione diretta e non mancano versioni “mini” ideali per piccoli spazi domestici, con dimensioni ridotte del 40% senza scadimento delle prestazioni. Per installazione interna è disponibile atmoMAG, capace di produrre fino a 16 litri al minuto di ACS, fornito nelle versioni atmoMAG XZ e mini XZ con accensione piezoelettrica, atmoMAG XI e mini XI con accensione elettrica a batteria, atmoMAG mini GX con accensione idrodinamica, atmoMAG plus con accensione elettronica ed electronicMAG con microaccumulo e accensione elettronica. Da interno è anche turboMAG, a camera stagna, con produzione di acqua calda fino a 17 l/min senza tempi di attesa e sbalzi di temperatura. Al top della gamma si trova la serie outsideMAG per installazione all’esterno, fornita di protezione antigelo di serie per resistere a temperature fino a -15 °C. Questi scaldabagni sono semplici da installare in presenza o meno di canna fumaria e arrivano a produrre fino a 16 l/min di acqua calda. www.vaillant.it

VETRI À LA CARTE

I vetri selettivi Pilkington Suncool combinano elevata capacità di trasmissione luminosa, bassa trasmittanza termica e controllo solare, caratteristiche modulabili in base alle specifiche esigenze progettuali, eventualmente introducendo funzioni avanzate come l’autopulizia, l’isolamento acustico o la stratificazione di sicurezza. La gamma è disponibile in dieci versioni in funzione della trasmissione luminosa e del fattore solare, nove versioni autopulenti (Pilkington Activ Suncool), a cui si aggiungono 9 versioni su vetro extrachiaro (OW) e 6 versioni da temperare (Pro T). Il tutto completato da un’ampia gamma di vetri spandrel da utilizzare nelle zone cieche degli edifici e assicurare continuità estetica delle facciate. L’ultima entrata in catalogo è la versione da temperare su substrato extrachiaro, Pilkington Suncool Pro T OW, disponibile negli spessori da 4 mm a 12 mm (opzioni 70/40, 70/35, 66/33, 50/25, 40/22 e 30/16). www.pilkington.it/suncool

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Levitazione magnetica e HFO

Climaveneta annuncia il lancio della nuova gamma TECS2 HFO, chiller con compressore a levitazione magnetica e refrigerante eco-compatibile, progettata per rispondere ai requisiti più severi a livello internazionale. I compressori Turbocor utilizzano refrigeranti HFO di quarta generazione, caratterizzati da valori di GWP estremamente bassi. Quello selezionato da Climaveneta, in particolare, assicura GWP pari a 7 (rispetto a valori GWP pari a 1430 per il gas R134a) e nessuna tossicità. Il nuovo refrigerante green è stato abbinato alle unità TECS2, chiller con tecnologia a levitazione magnetica e logiche di controllo estremamente avanzate. Soluzione che, oltre alla riduzione di peso e dimensioni rispetto ad un’unità tradizionale con compressori a vite, trae vantaggio dalla lavorazione oil-free del compressore, assicurando un netto miglioramento delle prestazioni degli scambiatori. Secondo il costruttore, il compressore a levitazione magnetica HFO, grazie anche a speciali scelte tecnologiche adottate in fase progettuale, garantisce un’ulteriore efficienza del + 3% rispetto a soluzioni con analogo compressore a refrigerante R134a. I chiller TECS2 HFO sono disponibili nelle versioni con condensazione ad aria e ad acqua, e capacità frigorifere da 339 a 1364 kW. Le unità ad acqua possono inoltre essere selezionate nella configurazione pompa di calore (funzione /H), in grado di assicurare un approccio ancora più eco-compatibile in tutte quelle installazioni dove il recupero di calore è consentito. www.climaveneta.it


NOVITÀ PRODOTTI

Connected home anche IFTTT Da Honeywell Environmental Control arriva il termostato intelligente Y87, che permette di controllare facilmente la temperatura di casa in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo: in locale, via web, o attraverso una APP per smartphone e tablet. Il dispositivo, compatibile con qualsiasi impianto di riscaldamento domestico, si presenta come un semplice ON/OFF dalla forma circolare. È sufficiente ruotare il quadrante in senso orario per aumentare la temperatura e in senso antiorario per abbassarla, in modo semplice e intuitivo. All’occorrenza, il dispositivo si trasforma in un cronotermostato avanzato: via connessione wireless, grazie alla l’APP Total Comfort Connect, si possono utilizzare le funzioni del canale su IFTTT — letteralmente if this then that — servizio in cloud nonché sito e applicazione per smartphone, che permette al dispositivo di interagire con 129 prodotti e servizi connessi. Sfruttando IFTTT è possibile configurare il termostato e, utilizzando i comandi dedicati, si possono generare delle “ricette” o azioni completamente personalizzati sulla base del tempo, della stazione o del clima. www.honeywell.it/home

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Un tubo, tre raccordi Destinato alla realizzazione di impianti per la distribuzione di acqua sanitaria e riscaldamento a radiatori, il sistema professionale Wavin Tigris abbina ad un unico tubo multistrato tre diverse soluzioni per il raccordo: Tigris M1 (raccordi a pressare in ottone), Tigris K1 (raccordi a pressare in PPSU) e smartFIX (raccordi ad innesto in PPSU). Il corpo dei raccordi Tigris K1 e smartFIX è realizzato in polifenilsulfone, un tecnopolimero prestazionale che garantisce resistenza alle alte temperature (stabilità dimensionale >200 °C, temperatura di lavorazione 360 °C) e alla corrosione, evitando il formarsi di incrostazioni dovute all’utilizzo di acque particolarmente aggressive. Tigris M1 è invece studiato per chi preferisce il raccordo metallico, con corpo in ottone stagnato che soddisfa i requisiti di potabilità e bussola in acciaio inox pre-assemblata su anello plastico. Pur vantando caratteristiche diverse, i raccordi a pressare Tigris K1 e Tigris M1 condividono alcune interessanti caratteristiche quali il profilo brevettato di forma esagonale, che riduce la forza di innesto tubo/raccordo e che è in grado di sostenere un tubo di 2 metri, e la funzionalità “Leak Free”, che assicura in fase di collaudo la corretta pressatura di tutti i raccordi. Una giunzione erroneamente non pressata perderà infatti vistosamente durante i test di prova dell’impianto. Le tre tipologie di raccordo che compongono Wavin Tigris possono essere utilizzate considerando una pressione massima di esercizio di 10 bar a 70 °C e una temperatura massima di esercizio a 95 °C (temperatura transitoria 100 °C). it.wavin.com

Isolata e sicura La linea di porte d’ingresso ThermoSafe di Hörmann ora può essere dotata di un lettore di impronte digitali in grado di migliorare le prestazioni in termini di sicurezza antieffrazione. Dotata di un massiccio battente in alluminio spesso 73 mm, con infrastruttura metallica e telaio in alluminio spesso 80 mm, entrambi a taglio termico e a doppia superficie di battuta, ThermoSafe è la porta d’ingresso proposta per le case a basso consumo energetico, grazie ad una trasmittanza termica fino a 0,8 W/m2K. Le porte sono fornite di serratura di serie a cinque punti e finestratura di livello in vetro stratificato antischegge interna ed esterna. www.hormann.it

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Pompa di calore riprogettata

Con la nuova Serie H bi-blocco, Panasonic ha apportato alcuni miglioramenti alla gamma di pompe di calore Aquarea in termini di design, nuove funzionalità e maggiore facilità di installazione. La nuova gamma, disponibile nelle potenze da 3 a 5 kW, vanta un rating di efficienza energetica in classe A ++ con temperature fino a 55 °C, rispondendo ai nuovi requisiti di ecodesign stilati dall’UE per gli ErP (Energy-related-Products). La novità più interessante riguarda il pannello di controllo, provvisto di sensore di temperatura e di un ampio display LCD ad alta risoluzione di facile utilizzo grazie al design intuitivo e ai pulsanti di grandi dimensioni. Tramite il telecomando, l’utente può facilmente controllare l’impianto e impostare le diverse funzioni. Il dispositivo può anche essere rimosso dall’unità interna per essere installato dove più serve, consentendo il controllo a distanza del sistema e fungendo da termostato. Dal display si possono tenere sotto controllo i consumi energetici suddivisi per giorni, settimane e mesi. La nuova unità interna è anche più attraente e facile da usare: ora vanta linee pulite e un aspetto sottile e moderno sui toni del bianco, oltre ad esigere spazi di installazione molto ridotti. Il restyling interessa anche gli installatori: il filtro dell’acqua, dotato di nuove valvole di arresto, è integrato nella struttura, posizionato nella parte anteriore dell’unità. La Serie H monta anche un nuovo sensore di flusso che misura la portata dell’acqua corrente, fornendo indicazioni sulle prestazioni dell’unità. È stata anche modificata la disposizione dei tubi, ora disposti su un’unica fila per facilitare l’accesso ai vari componenti durante l’installazione, ottenendo un significativo risparmio in termini di tempo per l’installatore. Sulla pompa di calore può ora essere installata una scheda PCB opzionale, che consente il controllo di due differenti zone dell’abitazione, la gestione di un impianto solare o di un commutatore esterno per il riscaldamento e il raffrescamento, o ancora un segnale on demand 0– 10 V. Infine, è possibile montare sull’apparecchio una valvola a 3 vie (opzionale) con due condotti di uscita, offrendo agli installatori una maggiore flessibilità nella progettazione del sistema e un’uscita più potente. www.aircon.panasonic.eu


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INCHIESTA HA ANCORA SENSO PARLARE DI CERTIFICAZIONI DI SOSTENIBILITÀ?

L’ultima versione della certificazione LEED non è riuscita a fare breccia nella comunità dei professionisti LEED e nel frattempo sono nati altri standard di sostenibilità ambientale per le costruzioni. Sebbene molti dei nuovi progetti d’investimento immobiliare seguono il protocollo più famoso al mondo, oggi si sta assistendo ad una convergenza degli standard. CASA&CLIMA ha sentito il management di GBC Italia e dell’U.S.Green Building Council (USGBC) per comprendere come evolverà il settore delle certificazioni

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u a cura di MARCO ZANI

egli ultimi 15 anni la certificazione Firms list, da cui emerge la fotografia di un settore assolutamente in crescita. Le LEED l’ha fatta da padrona. Ma, se aziende statunitensi impegnate nella progettazione sostenibile hanno ricavato, fino a qualche tempo fa progettare dai progetti green registrati o in fase di certificazione da enti terzi, 5,21 miliardi e costruire in modo sostenibile di dollari, in aumento del 10,1% rispetto al 2013. A differenza di qualche anno fa, significava abbracciare lo standard dell’U.S. Green non tutti si affidano allo standard LEED e, se lo fanno, prediligono la versione 3 del Building Council, le cose stanno cambiando. 2009, rispetto all’ultima, uscita nel 2013 e che diventerà l’unica ad ottobre del 2016. Il protocollo più famoso al mondo continua a detenere la leadership di mercato, ma non più come I progettisti aspettano lo scenario “post-LEED” una volta. Le ragioni di questa “crisi” sono molteplici Da un lato quindi c’è l’entrata in campo di altri standard altrettanto autorevoli e e nulla hanno a che vedere con una perdita di che stanno guadagnando gradualmente terreno nel campo del green building, interesse per l’edilizia green, come mostrano i dati dall’altro c’è una situazione di stallo per quanto riguarda la LEED v4 che non è http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 diffusi dall’ultimo studio condotto dalla rivista di riuscita in questi anni a soppiantare lo standard precedente e ad imporsi sul settore ENR (Engineering News-Record), che come mercato. Fatto sta che il mondo della progettazione sembra alla ricerca di nuovi ogni anno ha redatto la Top 100 Green Design baluardi e di una prospettiva “post-LEED”.

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Mancano standard all’avanguardia Ciò che emerge dai “rumors” del mondo dei progettisti sono commenti di vario tipo. Da un lato si accusano gli standard di essere poco innovativi, perché, se fino a qualche anno fa alcune prescrizioni, in termini ad esempio di isolamento continuo o di facciate performanti, erano all’avanguardia, ora sono contemplate nei codici e nelle normative che regolano il settore delle costruzioni. D’altro canto, la versione 4 del LEED sconta il fatto di essere ritenuta troppo restrittiva, eccessivamente rigida e anche piuttosto costosa. E il ritardo con cui è stata sviluppata — dettato proprio da una forte polemica da parte dell’industria chimica, che accusava l’eccessiva rigidità e la poca chiarezza delle linee guida proposte per la sezione dedicata a “Materials and Resources” — ha lasciato

campo libero ai potenziali competitor. In questi anni non sono nati soltanto il Green Globes e il Living Building Challenge, ma anche: Greenroads, Envision, Sustainable Sites Initiative, Green Garage Certification, WELL Building Standard, e PEER (Performance Excellence in Electricity Renewal). Inoltre, molti elementi di bioedilizia sono stati incorporati nei regolamenti edilizi, come la California Green Building Standards Code o l’italiana CasaClima Nature. t

LA PAROLA AGLI ESPERTI C&C Una recente inchiesta della Turner Construction intitolata “2014 Green MARISA LONG Responsabile Building Market Barometer” evidenzia come l’interesse verso sistemi di rating Comunicazione USGBC alternativi al LEED crescerà del 250%. Cosa sta cercando il mercato e cosa LEED potrebbe fare in più per assecondarlo maggiormente? GBC Italia In generale cresce l’interesse per i sistemi di rating di certificazione dei green MARCO CAFFI Direttore Operativo building, favorendo il naturale sviluppo di nuove metodologie di valutazione della sostenibilità Green Building Council Italia degli edifici. Questo favorisce la curiosità degli operatori di settore a sperimentare anche nuovi processi, alternativi a quelli già affermati, come ad esempio lo schema LEED. Tale fenomeno è da leggere in senso positivo in quanto è sintomo della crescita di consapevolezza del mercato, anche rendendo più semplice il sistema dei progetti al di fuori degli Stati Uniti di adottare LEED e fondamentale per una diffusa trasformazione dell’edilizia verso un’elevata sostenibilità. In questo ottenerne la certificazione. Le modifiche includono: contesto LEED è ancora uno dei sistemi più robusti e strutturati, perché ha al suo interno una • Un focus sui materiali che va al di là di quanto è utilizzato per arrivare a una migliore molteplicità di piani e meccanismi di controllo. Innanzitutto è un processo integrato che parte fin comprensione di ciò che è nei materiali, e l’effetto che questi elementi hanno sulla salute dalla fase di progettazione e continua fino al mantenimento dell’edificio; secondo, responsabilizza umana e sull’ambiente. tutti gli operatori che devono far in modo che il loro contributo permetta l’effettiva acquisizione • Un approccio maggiormente basato sui risultati di qualità ambientale al fine di garantire un dei rispettivi crediti; terzo, esiste un controllo interno che è quello del Commissioning; quarto, migliore servizio ai residenti. tutte le verifiche sono fatte da un ente di certificazione Terza Parte (il Green Business Certification • Porta i vantaggi di smart grid pensando ad un piano con un credito che premia i progetti Inc). L’introduzione della versione v4 di LEED rappresenta poi un’evoluzione della sostenibilità che partecipano ai programmi di richiesta più impegnativi http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 associata agli edifici. L’introduzione di crediti volti ad una maggiore applicazione dei processi • Un quadro più chiaro di efficienza idrica valutando il consumo totale di acqua per ogni integrativi e alla valutazione di Building Life Cycle Impact Reduction costituisce una risposta edificio. all’evoluzione del settore delle costruzioni. LEED v4 alza l’asticella in modo sostanziale e spinge l’edilizia verde verso 1 trilione di dollari in modo che nessuna precedente iterazione di LEED ha mai avuto. LEED v4 è anche più flessibile, ed è Da un lato c’è l’entrata in campo di altri standard di rating, dall’altro c’è una stato sviluppato per essere applicabile a livello globale nel riconoscimento per il fatto che la metà situazione di stallo per quanto riguarda la LEED v4 che non è riuscita in questi di tutti i progetti LEED si trova ora al di fuori degli Stati Uniti anni a soppiantare lo standard precedente e a imporsi sul mercato. Fatto sta che il mondo della progettazione sembra alla ricerca di nuovi baluardi e di una Jerry Judelson della Green Building Initiative sostiene che i proprietari degli prospettiva “post-LEED”. Dobbiamo attenderci un declino del LEED? immobili sono sempre più interessati alla sostenibilità economica dei progetti GBC Italia L’introduzione di elementi di novità in un determinato contesto necessita sempre immobiliari e che i fattori finanziari che influiscono maggiormente nel processo di un periodo di assestamento. La versione LEED v4 si confronta con la versione LEED v3 che dal decisionale siano l’efficienza energetica, i costi gestionali, i livelli di occupazione e 2009 a oggi è diventata il riferimento per molti progettisti e investitori. È normale che in una il benessere degli occupanti. Può il rating system LEED soddisfare tali istanze? prima fase di applicazione della nuova versione il mercato operi con accortezza. LEED v4 ha le sue GBC Italia In generale, la progettazione sostenibile rappresenta una strategia che consente basi nelle precedenti versioni di LEED, e in più offre un nuovo approccio che consentirà di ottenere di massimizzare i benefici sia per il proprietario dell’immobile sia per l’utilizzatore, e LEED è prestazioni di sostenibilità ancora migliori a tutti i progetti certificati. riconosciuto dal mercato come strumento di riferimento per raggiungere tali obiettivi. Le recenti USGBC Non dobbiamo quindi aspettarci un declino del sistema LEED, in quanto è un sistema di normative in ambito energetico già obbligano i committenti ed i progettisti a sviluppare soluzioni rating di bioedilizia orientato al mercato. La versione v4 ha inaugurato modifiche sostanziali per ad alta efficienza. A parità di prestazioni energetiche, il maggior valore di un edificio è dato da rendere LEED più accessibile a una più ampia gamma di progetti immobiliari sia commerciali sia una maggiore vivibilità (comfort e salubrità), per raggiungere la quale è necessario applicare istituzionali in modo che possano raggiungere livelli più elevati di sostenibilità ambientale, ma metodi di progettazione e costruzione integrata, così come richiesto dal sistema LEED. Il protocollo

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LA SEDE DELL’IFAD DI ROMA È L’EDIFICIO ONU PIÙ VERDE. Il quartier generale del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo ha ricevuto la certificazione Platino, la più alta del rating LEED di sostenibilità ambientale per gli edifici esistenti

infatti valuta l’impatto ambientale degli edifici considerando una pluralità di dimensioni, non solo l’efficienza energetica, ma anche la scelta del sito di costruzione, la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati negli edifici, lo smaltimento dei rifiuti, il comfort e la salubrità degli spazi interni. Si tratta di un sistema che fornisce metodi e strumenti oggettivi per misurare le prestazioni dell’edificio in termini di sostenibilità ambientale e di utilizzo delle risorse, lasciando allo stesso tempo la possibilità di premiare l’innovazione nella progettazione. È dimostrato che i green buildings certificati LEED offrono benefici finanziari e risparmi associati non solo all’efficienza energetica, ma anche alla maggiore produttività degli occupanti, che ad esempio negli uffici può essere anche più del 20% superiore agli edifici standard.

certificazione LEED spinge ad accelerare la realizzazione su scala globale di edifici sostenibili e pratiche di sviluppo attraverso la creazione e l’implementazione di strumenti universalmente riconosciuti. Sottolineando i requisiti di edilizia sostenibile come il Living Building Challenge nell’ambito del programma di costruzione verde LEED, USGBC sta compiendo passi in avanti per spostare l’attenzione del settore verso le vere esigenze del mercato: garantire standard ottimali di salute per gli esseri umani e di sostenibilità ambientale trasformando il modo in cui progettiamo, costruiamo e gestiamo gli edifici.

Veniamo all’Italia. Relativamente all’ampiezza media degli edifici certificati occorre evidenziare che si attesta intorno a 12.000 metri quadrati, una misura che Come il requisito di equità sociale è stato accolto nella comunità LEED e nei progetti tenderà a crescere con il tempo perché, guardando ai nuovi progetti, il taglio medio http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 immobiliari interessati alla certificazione? è di 16.000 metri quadrati. Segno che la certificazione LEED si è ritagliata uno USGBC Considerazioni di equità sociale stanno iniziando a essere ascoltate regolarmente spazio nell’ambito dei grandi progetti del real estate internazionale e negli edifici in conversazioni relative a pratiche di bioedilizia. La comunità di bioedilizia ha mostrato del terziario. Perché così poco appeal nel retail, residenziale, istruzione e sanità? un’accoglienza entusiastica a questa nuova appassionante direzione, vista l’attenzione nazionale GBC Italia LEED è un protocollo di origine anglosassone che ha dimostrato di adattarsi al e internazionale che circonda questi nuovi crediti. Ci aspettiamo di vedere questi problemi patrimonio edilizio di molte aree geografiche del pianeta ed agli standard costruttivi e funzionali diventare di fondamentale interesse, definendo le dimensioni per tutti gli edifici verdi che saranno che le multinazionali tendono a riprodurre nei diversi paesi dove operano. L’Italia è però un paese progettati e costruiti in futuro. con molte peculiarità urbanistiche, architettoniche e storico-monumentali, che in alcuni casi rendono di difficile applicazione le versioni americane dei protocolli. Gran parte del parco edilizio L’U.S. Green Building Council ha recentemente annunciato che il sistema di rating italiano è infatti tipologicamente diverso da quello di altri paesi europei ed extra europei e per riconoscerà il raggiungimento dei requisiti base in tema di consumi energetici ed questo motivo GBC Italia ha sviluppato, sulla base della struttura dei protocolli LEED, specifici idrici ottenuti secondo lo standard del Living Building Challenge. A dire il vero, strumenti dedicati alle peculiarità costruttive del mercato italiano: GBC Home, GBC Historic non è il primo passo che la LEED compie in questa direzione. Oltre ad aver lavorato Building e GBC Quartieri. Questi strumenti consentono il contemporaneo soddisfacimento di negli ultimi anni per una semplificazione degli standard e per una integrazione fra obiettivi di deep renovation, del patrimonio edilizio esistente, e allo stesso tempo la salvaguardia i sistemi di rating a livello mondiale, già nel 2012 l’USGC ha avviato un processo di e valorizzazione del nostro territorio e delle caratteristiche peculiari dei nostri edifici già esistenti riconoscimento dei crediti nel campo dell’energia del BREEAM. Si può immaginare e storici. La scarsa penetrazione del sistema LEED nell’ambito dell’istruzione e della sanità è da in futuro una armonizzazione delle certificazioni? ricondursi in parte all’inerzia del sistema pubblico italiano. Recentemente abbiamo però constatato GBC Italia LEED è innanzitutto uno schema di lavoro che favorisce l’integrazione delle un incremento delle richieste di chiarimento e approfondimento del sistema, da parte degli enti competenze. Da sempre richiama al suo interno certificazioni di eccellenza e garanzia rilasciate pubblici, ai fini dell’introduzione, negli atti di governo pubblico, di riferimenti alle metodologie ed da enti terzi, come ad esempio quella del legno FSC (Forest Stewardship Council). L’obiettivo alle prestazioni richieste dai sistemi di certificazione energetico-ambientale com’è LEED. principale è una visione comune che aiuti ad una più veloce e radicale trasformazione del mercato. USGBC Così come la bioedilizia continua a evolversi e la domanda è sempre crescente, Chi si certifica, nella maggior parte dei casi, ottiene la LEED Gold. È l’obiettivo che prevediamo che anche tutto il comparto faccia passi in avanti per una futura armonizzazione tra consente il massimo risultato con il giusto sforzo progettuale? le parti del processo. USGBC ha compiuto sforzi importanti e continua a cercare di ottimizzare USGBC Nell’ambito di ciascuna delle categorie ci sono dei presupposti specifici che i progetti i requisiti della certificazione LEED integrando i sistemi di rating esistenti in tutto il mondo. La devono soddisfare e una varietà di crediti che possono perseguire. Ci sono quattro livelli di

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n.58


LEED PLATINUM A TORINO. Inaugurato nel mese di aprile a Torino, il grattacielo Intesa Sanpaolo, progettato da Renzo Piano, ha ottenuto a distanza di pochi mesi la certificazione Leed Platinum. Il grattacielo di 44 piani, per un totale di 166 metri di altezza, è l’unico edificio di grande altezza in Europa ad aver raggiunto tale traguardo, collocandosi addirittura tra i primi dieci al mondo nella categoria New Construction

certificazione e il numero di punti che un progetto guadagna determina il livello di certificazione LEED. Le soglie di certificazione tradizionali sono standard (40-49 crediti), silver (50-59 crediti), gold (60-79 crediti) e platinum (oltre 80). GBC Italia Questo sistema di caratterizzare i green building consente all’investitore di valutare in modo trasparente quale livello di sostenibilità è compatibile con la disponibilità economica. Ricordiamoci che LEED esprime valori di eccellenza nel settore della sostenibilità del costruito, che rappresentano un punto di riferimento che non sempre può essere raggiunto; è quindi normale che molti edifici siano certificati “Gold”.

anche il sistema finanziario italiano comprenderà l’importanza del metodo LEED e degli altri sistemi di certificazione green quale strumento di misura sul quale basare parte delle valutazioni correlate al finanziamento di un’opera edile. Un altro fattore determinante per la diffusione dei sistemi di certificazione dei green building è il cambiamento culturale dell’intera filiera dell’edilizia italiana: dalla progettazione alla costruzione e dall’investitore all’utilizzatore. In questi anni l’efficienza energetica si è affermata come elemento caratteristico del processo edilizio, anche grazie alla possibilità di misurarla e caratterizzarla con un’unità di misura comune a tutti i progetti (il kWh). Lo sforzo che ora dobbiamo compiere è quello di far comprendere al mercato che grazie ai sistemi come LEED, anche la sostenibilità di un edificio si può misurare numericamente e quindi confrontare con altre costruzioni.

In Italia il numero dei progetti certificati in corso di certificazione è inferiore alle 300 unità. Anche per gli altri protocolli di sostenibilità, come Itaca o CasaClima Nature, i numeri sono ancora poco stimolanti. Cosa si potrebbe fare per diffondere Perché avete scelto di collocare la manifestazione europea Greenbuild Euromed maggiormente la certificazione green? sulla piazza di Verona? http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 GBC Italia Le certificazioni energetico-ambientali sono riconosciute nel mondo come GBC Italia L’evento nasce dai consolidati rapporti internazionali di Veronafiere con Informa strumenti di garanzia del raggiungimento delle prestazioni attese dagli investitori. In Italia Exhibition nel settore delle costruzioni, come testimoniano fiere quali Marmomacc e Samoter, consideriamo spesso le certificazioni come un elemento prettamente commerciale, che non rafforzate da un calendario di eventi di rilevanza mondiale nel comparto del building che vede concorre ad aumentare il valore reale dell’edificio (e ciò è forse anche colpa del sistema cogente di protagonisti Stati Uniti, Brasile, Medio Oriente e Africa. In tale ambito GBC Italia e USGBC, ideatore certificazione energetica che in questi anni non è stato recepito dal mercato come strumento di del format Greenbuild americano, hanno collaborato per organizzare la prima edizione per l’area caratterizzazione dell’eccellenza). Una maggiore spinta all’utilizzo di tali sistemi avverrà quando dell’Europa e del Mediterraneo della più importante conferenza di edilizia sostenibile.

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LEED PLATINUMA A MILANO. E’ il primo edificio certificato Leed Platinum nella città di Milano ed il secondo progetto italiano per numero di punti ottenuti (88). Parliamo dell’ex Residence Porta Nuova, ora ‘Gioiaotto’, che ospita uffici e l’NH Grand Hotel Verdi. Rinnovato dallo studio di architettura Park Associati su incarico del gruppo Hines, con la collaborazione dello studio d’ingegneria General Planning e la consulenza Leed di Greenwich, il progetto si inserisce all’interno del piano riqualificativo del quartiere di Porta Nuova n.58

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CERTIFICAZIONE LEED: BUONE PRATICHE

LEED PLATINUM PER LA RISTRUTTURAZIONE

DI CASCINA TRIULZA Caso di eccellenza nella riqualificazione di un edificio rurale

PRIMA E DOPO

C

ascina Triulza, edificio rurale milanese ristrutturato in occasione di Expo Milano 2015 e attuale sede delle Organizzazioni della Società Civile raggruppate nella Fondazione Cascina Triulza, nel mese di ottobre ha ricevuto la certificazione LEED – Livello Platinum, direttamente dalle mani di Jim Craig, CFO del Green Building Council. In quanto parte del patrimonio storico, architettonico e ambientale costituito dalle cascine milanesi, Expo 2015 SpA, società incaricata dell’organizzazione dell’evento, ha riservato un’attenzione particolare alla ristrutturazione e all’ampliamento della cascina integrata nel quartiere espositivo. L’edificio pubblico è stato valorizzato sia dal punto di vista energetico, prestando attenzione alla scelta dei materiali e alla salubrità dei luoghi, che con una gestione più sostenibile del cantiere.

corte su cui si affacciano gli edifici della cascina. L’intervento ha riguardato la ristrutturazione di tre edifici con valore storico e la costruzione di un nuovo fabbricato destinato ad auditorium con 200 posti a sedere. Preservate le murature originarie, si è intervenuti sulla struttura, sui solai e sulle coperture. Gli interventi sono stati indirizzati anche alla riqualificazione energetica, con la riduzione del 76,5% del fabbisogno di energia, oltre la metà prodotta da fonti rinnovabili, e la riduzione del 48,8% del fabbisogno di acqua per usi sanitari. Con caratteri paesaggistici tipicamente lombardi, il progetto del verde, che si estende su più di 1.700 m2 di superficie, comprende una alberata a gelso potato a tetto, un frutteto con alberi ornamentali, un pergolato a vite e un orto in vasche di 270 m2. La dotazione di arredi fissi si limita a un’unica seduta continua in doghe di legno.

Il progetto di ristrutturazione Il complesso si estende su un’area di 7.900 m2 nelle vicinanze dell’accesso ovest dell’area Expo. Il progetto di restauro, studiato in funzione della temporanea destinazione espositiva, è volto a mantenere riconoscibile e a valorizzare l’originaria vocazione rurale. L’intento di preservare il carattere del nucleo agricolo si manifesta soprattutto attraverso la ricostruzione dell’impianto a

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n.58

SOGGETTI COINVOLTI Nell’intervento di riqualificazione della Cascina Triulza la fase di design è stata seguita da MM SpA con il supporto di Manens-Tifs srl. La costruzione è stata realizzata dalla Torelli & Dottori SpA, supportata per gli aspetti LEED da ICMQ SpA, mentre la fase di cantiere è stata monitorata da Expo 2015 attraverso Greenwich e Bureau Veritas Italia, in qualità di soggetti terzi indipendenti.


CRITERI DI SOSTENIBILITÀ ADOTTATI Sostenibilità del sito

Certificazione LEED Platinum Una volta completata la ristrutturazione, il progetto è stato sottoposto al processo di certificazione secondo il protocollo LEED Italia Nuove Costruzioni 2009. Gli 80 punti conseguiti, su un totale di 110, hanno consentito al progetto di posizionarsi a livello Platinum e di essere, quindi, il primo esempio in Italia di ottenimento di un livello così alto nell’ambito di una ristrutturazione rurale.

I materiali utilizzati per la realizzazione delle pavimentazioni esterne sono stati selezionati al fine di evitare l’effetto isola di calore, responsabile dell’innalzamento della temperatura negli ambienti urbani e dei cambiamenti microclimatici. Più dell’80% dei materiali installati sono stati selezionati di colore chiaro, con un Indice di Riflessione Solare (SRI) maggiore di 29, in modo da mitigare l’effetto isola di calore proprio delle superfici pavimentate nelle zone antropizzate. Per la copertura della cascina sono stati selezionati coppi in laterizio (classico e anticato) aventi un Indice di Riflessione Solare (SRI) pari a 50, testato in laboratorio. Questa scelta progettuale, oltre a ridurre l’innalzamento della temperatura dell’ambiente circostante, permette di ridurre il surriscaldamento della sua copertura, riducendone così il carico termico, facendo risparmiare energia e spese per il condizionamento estivo degli ambienti interni.

L’elemento portante per l’isolamento termico. Costruire oggi per il domani.

Schöck Isokorb® separa termicamente i balconi, gronde e marciapiedi dal resto dell’edificio, riducendo al minimo i ponti termici. L’effetto isolante rispetto a balconi non isolati migliora cosi del 90 %.

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MATERIALI E RISORSE Più del 98% dei rifiuti prodotti in cantiere è stato inviato a centri di recupero/riciclo delle materie, anziché destinato a discariche e/o inceneritori. Oltre il 17% del costo totale dei materiali impiegati per la costruzione è costituito da riciclati. Il 56,88% del costo totale dei materiali impiegati per la costruzione è stato estratto, recuperato, prodotto all’interno di un raggio massimo di 350 km di trasporto su gomma o 1050 km di trasporto su rotaia. Il 76,69% dei materiali lignei impiegati per la costruzione è certificato FSC (Forest Stewartship Council) a garanzia che il legname utilizzato è stato ricavato da foreste a gestione sostenibile.

Gestione delle acque Grazie all’installazione di impianti di irrigazione ad alta efficienza, come sistemi ad ala gocciolante, sub-irrigazione e/o micro-sprinkler, al posto dei tradizionali ugelli sprinkler, l’edificio risparmia il 52,71% di acqua potabile per uso irriguo rispetto a un edificio dotato di impianto di irrigazione tradizionale. Inoltre, grazie all’installazione di cassette wc a doppio flusso e basso consumo idrico (2/4 litri), Cascina Triulza risparmia il 50% di acqua per gli scarichi reflui. Oltre alla ridotta richiesta di acqua, l’edificio è in grado di impattare in maniera considerevolmente inferiore sulle reti e sottoservizi municipali. A tale sono stati installati riduttori di portata e rompigetto (1,4 l/min) sui rubinetti dei lavabi dei servizi igienici, che congiuntamente alle cassette wc, garantiscono una riduzione del consumo di acqua potabile di oltre il 48% rispetto un edificio con apparecchiature idricosanitarie standard.

dell’edificio, e intervenire in modo mirato qualora si riscontrassero dei consumi di energia non previsti. Grazie alla sottoscrizione di un contratto apposito per la fornitura dell’energia verde, il 100% dell’energia elettrica consumata dall’immobile è certificato come proveniente da fonti di energia rinnovabile (certificati di garanzia di origine GO).

Qualità dell’aria interna

Per garantire la qualità dell’aria interna sono stati installati sensori di CO2 all’interno dei locali con maggiore affollamento e in corrispondenza della presa dell’aria esterna dell’Unità di Trattamento http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10Aria a servizio dell’immobile. Durante tutto l’arco del cantiere, al fine di garantire i massimi livelli di Energia e atmosfera salubrità e qualità dell’aria interna degli ambienti Le scelte progettuali civili ed impiantistiche intraprese per la realizzazione della cascina, sono stati eseguiti interventi della cascina, come la coibentazione delle pareti e della copertura, l’utilizzo di (documentati) per la protezione di tutti gli impianti energie rinnovabili come i pannelli fotovoltaici, il controllo dell’illuminazione di aerazione dalla polvere, e per la protezione dei artificiale e l’utilizzo di apparecchi di illuminazione e condizionamento ad alta materiali da costruzioni assorbenti (cartongessi, efficienza, permettono il risparmio di oltre il 68% di energia elettrica rispetto isolanti e legnami su tutti) dall’umidità e dagli ad un edificio delle medesime dimensioni realizzato con tecniche costruttive agenti inquinanti. Per la realizzazione dell’immobile, standard. sono stati utilizzati solo prodotti chimici basso L’installazione di circa 90 kWp di pannelli fotovoltaici in copertura consente emissivi, con ridotte quantità di COV (Composti di coprire oltre il 64% del fabbisogno di energia elettrica del complesso. organici Volatili), responsabili dell’inquinamento Condizionatori e pompe di calore sono stati selezionati in base alla tipologia ed degli ambienti interni e causa di allergie e problemi alla quantità di gas refrigerante in essi contenuta in modo da garantire l’utilizzo respiratori. Tutti i prodotti utilizzati in cantiere come di gas non ozono-depletivi e con il minimo “global warming potential” possibile. colle, sigillanti, vernici, impregnanti, primer, siliconi e Durante tutto il periodo di realizzazione degli impianti a servizio dell’edificio, prodotti in fibre lignee o legno compositi sono stati un professionista collaudatore di parte terza, ha verificato la dal progetto, verificati in modo tale che rispondessero ai ristretti realizzazione, avviamento, taratura e bilanciamento degli impianti meccanici limiti di emissione stabiliti dalla certificazione LEED. ed elettrici al fine di garantirne la massima efficienza prevista progettualmente. L’installazione di dimmer per il controllo dell’intensità I quadri elettrici a servizio dell’immobile sono stati dotati di contabilizzatori dell’illuminazione garantisce elevati standard di di energia in grado di monitorare i diversi consumi energetici dell’edificio. In comfort luminoso, riducendo al tempo stesso i questo modo è possibile, con la raccolta dati, verificare le varie voci di consumo, consumi. paragonarle ai consumi simulati tramite modellazione energetica dinamica t

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n.58


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RICERCA MCE

Efficienza energetica residenziale, analisi costibenefici degli investimenti

Mostra Convegno Expocomfort e Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano hanno stimato il payback degli interventi e lo scenario tecnologico a tre anni u A CURA DELLA REDAZIONE

Q 18

uali tecnologie, quanti investimenti e che tipo di benefici per i cittadini solo correlati all’adozione di soluzioni per l’efficienza energetica nelle abitazioni? A questa domanda prova a rispondere la ricerca “L’utente finale e le tecnologie di risparmio energetico”

n.58

commissionata da MCE–Mostra Convegno Expocomfort all’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Lo studio si propone di tracciare un quadro


Localizzazione dell’abitazione

dell’evoluzione nelle tecnologie per l’efficienza energetica nel settore residenziale italiano nei prossimi tre anni, arco temporale sufficientemente breve per un’analisi realistica. I ricercatori del Politecnico di Milano hanno preso in considerazione le tecnologie per l’efficienza energetica, quelle di generazione distribuita da fonti rinnovabili e i sistemi in grado di integrare più soluzioni, arrivando a disegnare un trend di sviluppo nelle differenti aree geografiche del nostro paese, stimando l’entità dell’investimento economico richiesto (payback) e le potenzialità di ottimizzazione col passare degli anni.

Analisi costi-benefici

Entrando nel dettaglio, i criteri di valutazione hanno preso in considerazione il consumo energetico medio annuale, sia termico sia elettrico, il rispettivo costo (€/kWh) e la spesa annua di un’abitazione tipo nelle città di Milano, Roma e Palermo, rappresentative delle tre principali aree geografiche del nostro paese. È stato quindi calcolato il tempo di

Consumo termico annuo medio [kWhth]

Consumo elettrico annuo medio [kWhe]

Fascia climatica E (Milano)

15.000

Fascia climatica D (Roma)

9.000

Fascia climatica B (Palermo)

6.500

Fascia climatica E (Milano)

2.500

Fascia climatica D (Roma)

2.900

Fascia climatica B (Palermo)

3.200

Costo kWh termico [€/kWh]

0,09

Costo kWh elettrico [€/kWh]

0,20

Spesa termica annua [€]

Spesa elettrica annua [€]

Fascia climatica E (Milano)

1.350 - 1.650

Fascia climatica D (Roma)

810 - 990

Fascia climatica B (Palermo)

585 - 715

Fascia climatica E (Milano)

500 - 575

Fascia climatica D (Roma)

580 - 667

Fascia climatica B (Palermo)

640 - 736

ABITAZIONE TIPO. L’abitazione tipo, in termini energetici (elettrico e termico), è caratterizzata nelle tre zone climatiche del nostro territorio nazionale

pay back dell’investimento, considerando anche gli incentivi statali fruibili dall’utente finale e, per finire, il costo medio del kWh risparmiato o prodotto dall’installazione di una singola tecnologia o da più soluzioni integrate.

I RISULTATI DELLO STUDIO per leggere QUANTO SIAbbonati SPENDE Impianti efficienti

Abitazione

TECNOLOGIE PER IL RESIDENZIALE

http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10

L’analisi parte dagli investimenti necessari per l’installazione delle migliori soluzioni di efficienza energetica attualmente disponibili sul mercato. Scendendo in dettaglio, le pompe di calore, che soddisfano il fabbisogno di climatizzazione annuale sfruttando il vettore elettrico, richiedono un investimento fra 6.000 e 8.000 euro; i sistemi di building automation, capaci di rielaborare in modo utile i dati dei consumi elettrici e termici di un’utenza energetica, necessitano di un budget fra 2.000 e 7.000 euro, mentre le caldaie a condensazione, per soddisfare il fabbisogno di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria, richiedono una spesa tra 1.500 e 3.000 euro.

Ambito residenziale

Soluzioni per l’efficienza energetica

Solare fotovoltaico Pompe di calore Mini-eolico Caldaie a condensazione

Sistemi di Building Automation

Solare termico Caldaie a biomassa Sistemi di (micro) cogenerazione

Generazione distribuita

Per quanto riguarda le soluzioni di generazione distribuita da fonti rinnovabili, il solare fotovoltaico richiede un investimento che parte da un minimo di 6.000 euro con moduli tradizionali, fino ad arrivare a 18.000 euro se si adottano sistemi a film sottile, producendo mediamente 3.600 kWh/anno.

Soluzioni di generazione distribuita da fonti rinnovabili

Soluzioni integrate

Solare fotovoltaico + Pompa di calore Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di accumulo elettrico con batterie Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di accumulo elettrico con batterie + e-mobility Solare termico + Caldaia a condensazione Solare fotovoltaico + Sistemi di accumulo elettrico con batterie + Caldaia a condensazione Home Appliances efficienti + sistemi di Building Automation

24/11/2015

Energy&Strategy

Più oneroso l’investimento per un impianto mini eolico: dai 30.000 euro per la produzione di circa 10 kW si può arrivare a 35.000 euro se si adotta un impianto più potente, fino a 20 kW, per produrre mediamente 10.000 kW annui di energia elettrica. Il solare termico è senza dubbio più economico: il costo per m2 di n.58

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GENERAZIONE DISTRIBUITA DA FONTI RINNOVABILI

collettore installato varia dai 75 euro dei prodotti economici ai 550 euro, sempre per metro quadrato, nel caso di prodotti più tecnologici, ipotizzando una produzione media di 600 kW/m2 per anno. In una forbice di spesa fra 2.500 e 5.000 euro si collocano le caldaie a biomasse (con potere calorifero 4,5 kWh/kg) e i sistemi di microcogenerazione, capaci di produrre allo stesso tempo energia elettrica (1 kW/el) e termica (2,8 kWth+).

Solare fotovoltaico Mini eolico

QUANTO COSTA: moduli tradizionali (6.000 – 10.000 €), moduli a film sottile (8.400 – 18.000 €)

QUANTO PRODUCE MEDIAMENTE: 1.200 heq * 3 kW = 3.600 kWh/anno QUANTO COSTA: fino a 10 kW (35.000 – 40.000 €), da 10 kW a 20 kW (30.000 – 35.000 €)

QUANTO PRODUCE MEDIAMENTE: 1.000 heq * 10 kW = 10.000 kWh/anno

Solare termico

QUANTO COSTA: collettori scoperti (75 – 100 €/m2), collettori piani vetrati (300 –

Caldaie a biomassa

QUANTO COSTA: per una abitazione «tipo» l’investimento necessario varia da 2.500 a 5.000 € e sono possibili soluzioni a legna/cippato o a pellet

400 €/m2), collettori sottovuoto (400 – 550 €/m2) QUANTO PRODUCE MEDIAMENTE: 600 kWh/m2 anno

Sistemi integrati Sistemi di Andando ad esaminare l’investimento per QUANTO COSTA: per una abitazione «tipo» l’investimento necessario varia da 7.500 (micro) a 10.500 € l’installazione di una soluzione integrata, composta cogenerazione da più sistemi, i ricercatori dell’ateneo milanese hanno individuato 6 diverse configurazioni per la produzione di energia elettrica e termica. LO SCENARIO Si parte dalla combinazione tra solare termico, fotovoltaico e pompa di calore, che permette di Soluzioni di generazione utilizzare energia elettrica gratuita per alimentare Soluzioni integrate Soluzioni per l’efficienza distribuita da fonti Totale: 0,87 mld € + H.A. energetica rinnovabili la pompa di calore, che a sua volta provvede Totale: 4 mld € alla climatizzazione invernale ed estiva, con un Solare fotovoltaico + Pompa di Solare Pompe di calore fotovoltaico calore autoconsumo pari al 50%, mentre i collettori termici 62% 26% 5 mld € Solare fotovoltaico + Pompa di (700 k unità) concorrono alla produzione di ACS. In questo caso, calore + Sistemi di accumulo Mini-eolico elettrico con batterie l’investimento varia da 12.000 a 20.000 euro circa. Sistemi di 2% 6% Building La combinazione tra un campo fotovoltaico, un Automation Solare fotovoltaico + Pompa di Solare termico calore + Sistemi di accumulo 1,2 mld € 36% sistema di accumulo elettrico e una caldaia a elettrico con batterie + (250 k unità) e-mobility 4% Caldaie a condensazione richiede invece un investimento tra Caldaie a biomassa condensazione Solare termico + Caldaia a 14.000 e 25.000 euro, ma — a differenza del caso 33% 1 mld € condensazione (350 k unità) 24% precedente —, la quota di autoconsumo elettrico, Sistemi di Solare fotovoltaico + Sistemi di (micro) accumulo elettrico con batterie modulabile secondo le esigenze dell’utente, può cogenerazione http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 + Caldaia a condensazione 3% TOTALE PER 3 ANNI 4% toccare l’80%, grazie alla presenza delle batterie. 12,8 mld € Home Appliances efficienti + Spendendo tra 18.000 e 30.000 euro si può installare sistemi di Building Automation 0,75 mld € una combinazione di solare fotovoltaico, pompa di 24/11/2015 Energy&Strategy calore, accumulo elettrico con e-mobility, integrando PREVISIONE. Oltre la metà degli investimenti (7,2 miliardi) dipende da soluzioni per l’efficienza energetica, pompe di calore in primis, ma anche caldaie a condensazione e sistemi il punto di ricarica di un’autovettura elettrica; in di building automation (questi ultimi ancor più interessanti perché abilitatori della integrazione queste condizioni, l’autoconsumo sale addirittura tecnologica). Le rinnovabili seguono con 4 miliardi circa di investimenti, soprattutto nell’ambito termico (caldaie a biomassa e solare termico) vista la crisi che ha duramente colpito all’85%. il segmento elettrico dopo la fine del regime di incentivazione. Il prossimo triennio vedrà anche una prima diffusione delle soluzioni integrate, ancora in maniera ridotta (1 miliardo di euro Completano lo scenario, l’integrazione fra solare circa), ma con prospettive di crescita interessanti. Da sottolineare lo spazio che si ritaglieranno sul mercato le soluzioni di building automation integrate con le utenze domestiche termico e caldaia a condensazione, dove i collettori producono acqua calda sanitaria e integrano, dove possibile, il riscaldamento: in questa configurazione, la caldaia ad alta efficienza entra in funzione solo quando l’energia fornita dal sole non è sufficiente; in INFLUENZA DEL CLIMA questo caso si può spendere fra 6.000 a 12.000 euro. La ricerca ha considerato anche la distribuzione delle tecnologie secondo le differenti aree Passando invece alla combinazione fra fotovoltaico, geografiche del paese, in funzione del consumo elettrico e termico delle abitazioni. Così, per accumulo elettrico e caldaia a condensazione, esempio, la generazione di energia termica mediante caldaie a condensazione o pompe di la gestione efficiente del calore è separata dal calore, abbinate alle rinnovabili, ha una diffusione maggiore nel Nord e Centro Italia, mentre nel fabbisogno elettrico, coperto dall’autoproduzione Mezzogiorno sono le soluzioni di generazione elettrica per la climatizzazione estiva quelle più e dai sistemi di accumulo. In questo caso, appetibili, per esempio le pompe di calore. Passando alle soluzioni integrate, la loro diffusione è l’investimento necessario varia da un minimo di ipotizzabile nelle utenze multiple o condominiali, dove giocano un ruolo importante fattori quali la 10.000 ad un massimo di 16.000 euro.

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dimensione dell’intervento e la maggiore propensione all’efficientamento energetico dello stabile.

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n.58

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IN QUANTO TEMPO SI RIENTRA

L’ultima fase della ricerca confronta le diverse tecnologie e configurazioni in base al costo dell’energia elettrica e termica, nonché al ritorno dell’investimento (payback). Da quest’analisi si evince come le pompe di calore, con un costo dell’energia a 9 c€/kWh, si ripagano in soli 3 anni, mentre, fra le soluzioni di generazione distribuita, è il solare termico che spicca per il tempo di ritorno più veloce: sono infatti sufficienti 1,5-2 anni, con un costo dell’energia di 0,03 kW/€ per recuperare la spesa. Il solare fotovoltaico necessita di un arco temporale più lungo, fra 7 e 9 anni, ipotizzando un costo dell’energia di 0,13 c€/kWh. Tutte le soluzioni integrate hanno tempi di payback superiori ai 3 anni.

MERCATO DA 12 MILIARDI DI EURO

Caldaie a condensazione Fotovoltaico Building Automation Caldaia a biomassa Micro-eolico Micro cogenerazione

Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di accumulo elettrico con batterie + e-mobility Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di accumulo elettrico con batterie Home appliances efficienti + Building Automation Solare fotovoltaico + Sistemi di accumulo elettrico con batterie + Caldaia a condensazione Solare termico + Caldaia a condensazione Solare fotovoltaico + Pompa di calore

Assoluta convenienza < 3 anni

Infine, lo studio ha analizzato l’integrazione fra Home Appliances efficienti e sistemi di Building Automation, capace di integrare le diverse utenze e gestire il match tra fabbisogno energetico e costo dell’energia (sia dalla rete che autoprodotta) con un investimento che spazia fra i 5.000 e i 10.000 euro.

3 anni

PBT

Pompe di calore

Tecnologie che risultano convenienti nei contesti diSolare applicazione esaminati termico indipendentemente dal sistema di incentivazione considerato

0,19 €/kWhe; 0,09 €/kWhth 24/11/2015

Costo kWh 15

Energy&Strategy

QUADRO D’INSIEME. Le diverse soluzioni di intervento (singole + integrate), in funzione del tempo di pay-back e del costo medio del kWh risparmiato o prodotto

anno nel prossimo triennio. È stimata in crescita anche l’integrazione di home appliances efficienti con sistemi di domotica, che interesserà circa il 5% degli edifici residenziali di nuova costruzione, con un giro d’affari stimabile in circa 250 milioni di euro l’anno. t

Tecnologia

Payback time [anni]

Costo kWh [€/kWh]

Pompa di calore

2–3

0,03

Building Automation

6-7

0,12

Soluzioni per l’efficienza energetica

La ricerca, nonostante lo scenario molto articolato Caldaia a condensazione 5-6 0,04 e le immancabili incertezze sul futuro, delinea Soluzioni di generazione distribuita da fonti rinnovabili un trend di sviluppo del mercato dell’efficienza Solare fotovoltaico 7-9 0,13 energetica che potrà toccare i 12,8 miliardi di euro Mini-eolico 5-7 0,19 nel prossimo triennio: 7,2 miliardi per le soluzioni di http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 Solare termico 1,5 - 2 0,03 efficienza energetica (le sole pompe di calore sono Caldaia a biomassa 4-6 0,07 stimate a 5 mld/€), altri 4 miliardi nella generazione Sistemi di micro cogenerazione 6-7 0,06 distribuita da fonti rinnovabili, mentre le soluzioni Soluzioni integrate integrate concorreranno per circa 870 milioni di euro, soprattutto fotovoltaico + pompa di calore (62% del Solare fotovoltaico + Pompa di calore 5-7 totale). a cui vanno aggiunti 750 milioni circa delle Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di 16 - 22 home appliances. accumulo elettrico con batterie In sintesi, da qui al 2020 l’integrazione solare Solare fotovoltaico + Pompa di calore + Sistemi di 20 - 25 fotovoltaico + pompa di calore raggiungerà una accumulo elettrico con batterie + e-mobility penetrazione di circa il 5-10% negli edifici residenziali Solare termico + Caldaia a condensazione 6-7 di nuova costruzione, generando un volume d’affari stimabile in circa 180 milioni di euro l’anno. Per Solare fotovoltaico + Sistemi di accumulo elettrico con 16 - 22 batterie + Caldaia a condensazione quanto riguarda gli edifici esistenti, i vincoli strutturali limitano notevolmente la diffusione di questa Home Appliances efficienti + Sistemi di Building 10 - 12 Automation soluzione. Nel caso si faccia riferimento ad una < kWh comprato Tempo di payback < 3 anni Una quota di mercato analoga (5-10%) è prevista multiutenza (es: condominio), i valori di costo e > kWh comprato Tempo di payback tra 3 e 7 anni payback potrebbero subire una riduzione del 15per l’integrazione tra solare termico e caldaia a 20%, sfruttando effetti legati alla dimensione Tempo di payback > 7 anni condensazione nelle nuove costruzioni, mentre dell’intervento. 14 24/11/2015 Energy&Strategy dovrebbe attestarsi a circa il 5% negli edifici che VALUTAZIONE ECONOMICA. Tra le soluzioni tecnologiche analizzate, solo due presentano una convenienza assoluta di investimento e si ripagano in meno di 3 anni attualmente ne sono sprovvisti, generando un (pompa di calore e solare termico). Tutte le soluzioni “singole” sono, alla resa dei conti, volume d’affari calcolato in circa 70 milioni ogni convenienti e si ripagano entro la vita utile dell’apparecchio. Resta aperta la valutazione

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di convenienza delle soluzioni integrate a causa dello sviluppo non ancora ottimale delle soluzioni per lo storage e l’assenza di una reale integrazione tecnologica tra i vari dispositivi

n.58

21


NZEB

I costi per gli NZEB Dallo standard ISO alla normativa nazionale. Le strade per progettare e riqualificare a energia zero, o quasi u SOFIA VASILI ONE ANGEL SQUARE MANCHESTER. Progettato dagli architetti della 3D Reid con la collaborazione degli ingegneri di Buro Happold e costruito da BAM Construction, l’One Angel Square si sviluppa su 15 piani accogliendo oltre 30.000 m di uffici ad altissime prestazioni. La struttura dal minimo dispendio energetico ha permesso all’edificio di raggiungere il punteggio più alto mai raggiunto secondo il sistema di certificazione BREEAM, con una percentuale del 95,16%

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n.58


P

er i molti professionisti è una sigla nota, per molti versi attesa. Per il comune cittadino, invece, NZEB significa poco o nulla, ed è anche un termine difficile da pronunciare. Eppure tra qualche anno — da gennaio 2016 in Lombardia — diverrà di uso comune, poiché a partire dal 31 dicembre 2020 i criteri per gli Edifici a Energia Quasi Zero, o NZEB, saranno obbligatori per tutti i nuovi edifici, con un anticipo di due anni per quelli pubblici.

Riferimenti normativi

Il concetto di NZEB è stato introdotto dalla Direttiva 2010/31/CE EPBD recast (dove EPBD sta per Energy MASDAR UNIVERSITY ABU DHABI. Masdar City è Performance of Buildings Directive), adottata nel la prima città al mondo completamente ecosostenibile nostro paese con la Legge 90/13 ed entrata in vigore lo scorso 1 ottobre con la pubblicazione in GU n. 162, il 15 luglio, del Decreto Requisiti Minimi (DM definizione vincolante di NZEB, ma suggerisce una metodologia per arrivarne a 26/06/2015), che sostituisce i Dlgs 192/2005 e Dlgs definire le prestazioni, partendo dal presupposto che non è sufficiente privilegiare 311/06. un solo criterio, come — ad esempio — il consumo di energia primaria. Molto Il Decreto recepisce la Direttiva Europea Edifici meglio combinare requisiti diversi, considerando le condizioni ambientali interne, a Energia Quasi Zero (NZEB, dall’inglese Nearly le caratteristiche termiche dell’edificio, le diverse soluzioni impiantistiche per Zero-Energy Buildings), fissando nuovi metodi di quanto concerne climatizzazione, ventilazione, produzione di ACS e illuminazione, calcolo e requisiti minimi in materia di prestazioni nonché le fonti rinnovabili disponibili. energetiche per gli edifici di nuova costruzione e per In particolare, la normativa tecnica propone quattro classi di requisiti: Fabbisogno gli interventi di ristrutturazione. di energia termica utile del fabbricato; Consumo di energia primaria totale, Con un atteggiamento improntato ad un sano Consumo di energia primaria non rinnovabile senza compensazione tra i realismo, la direttiva prevede che i requisiti minimi vettori energetici, ovvero considerando solo l’energia utilizzata nell’edificio fissati a livello nazionale debbano essere finalizzati http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 (riscaldamento, climatizzazione); Consumo di energia primaria non rinnovabile, a raggiungere livelli ottimali in funzione dei con compensazione tra i vettori energetici, includendo anche l’energia esportata. costi, cercando un equilibrio tra gli investimenti necessari a raggiungere elevati livelli di efficienza energetica e i risparmi energetici che si possono ottenere nell’intero ciclo di vita dell’edificio. Sempre nell’ambito della direttiva, gli stati membri devono adottare un “Piano d’azione volto ad aumentare il numero di edifici a energia quasi zero” (PANZEB), che in Italia è stato pubblicato nel mese di novembre.

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Cosa s’intende per edificio NZEB?

Secondo la Direttiva EPBD recast — ripresa dalla legge 90/2013 — per NZEB si deve intendere un edificio ad altissima prestazione energetica, dove il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze. Scende più in dettaglio la normativa tecnica europea (prEN ISO/DIS 52000-1:2015), che non fornisce una n.58

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EDIFICIO DI RIFERIMENTO

Quali sono i “requisiti minimi”?

L’Edificio “di riferimento” o “target” (Legge 90/2013 – D.Lgs. 102/2014) è identico a quello di progetto in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile, superfici degli elementi costruttivi e dei componenti), orientamento, ubicazione territoriale, destinazione d’uso e situazione al contorno; presenta inoltre caratteristiche tecniche e parametri energetici predeterminati in termini di trasmittanza termica della copertura, delle pareti, delle finestre e di rendimenti impiantistici. FABBISOGNI DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE. Il calcolo si effettua secondo la norma UNI EN 15193 e sulla base delle indicazioni contenute nella UNI/TS 11300-2. L’edificio di riferimento presenta gli stessi parametri (occupazione, sfruttamento della luce naturale) di quello di progetto e adotta sistemi automatici di regolazione di classe B (UNI EN 15232). FABBISOGNI ENERGETICI DI VENTILAZIONE. Per il calcolo si considerano la portata di aria dell’edificio reale. Per quanto concerne gli obblighi di integrazione delle energie rinnovabili, è richiesta la copertura del 50% dei consumi previsti per ACS, riscaldamento. I requisiti non si applicano se l’edificio è allacciato ad una rete di teleriscaldamento, se questo copre l’intero fabbisogno di calore per riscaldamento e ACS. Nel caso di edifici pubblici, gli obblighi di utilizzo di energia da fonti rinnovabili sono incrementati del 10%. Da notare che l’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile non può essere conteggiata ai fini del soddisfacimento di consumi elettrici per la produzione di calore con effetto Joule.

Per potersi definire NZEB, un edificio deve rispettare i valori limite previsti dal Decreto Requisiti Minimi (decreto 26 giugno 2015) per alcuni parametri, calcolati in base all’edificio di riferimento, edificio virtuale geometricamente equivalente a quello di progetto, ma dotato dei parametri energetici e delle caratteristiche termiche minime vigenti. • Coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione per unità di superficie disperdente (HT). Il valore previsto dal DM 26/06/2015 varia in funzione del NUOVE COSTRUZIONI rapporto S/V e dei gradi giorno, secondo una tabella riportata nel decreto. Trasmittanza termica (U = W/m2K) edificio di riferimento comprensiva dell’effetto ponti termici • Area solare equivalente estiva per Pavimenti verso esterno e Divisori tra edifici o unità unità di superficie utile (Asol,est / Zona climatica Copertura verso esterno Pareti esterne contro terra confinanti Asup,utile). Il rapporto tra area solare equivalente estiva dei componenti AeB 0,38 0,46 0,45 finestrati e l’area della superficie utile non può essere superiore a 0,040, ad C 0,36 0,40 0,38 eccezione degli edifici di Categoria E1 che non siano collegi, conventi, http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 D 0,30 0,32 0,34 0,80 case di pena, caserme o rientranti nella sottocategoria E.1(3). E 0,25 0,30 0,30 • Indici di prestazione termica utile per riscaldamento e raffrescamento F 0,23 0,38 0,28 (EPH,nd, EPC,nd). • Efficienza media stagionale degli impianti di climatizzazione invernale RISTRUTTURAZIONI (ηH), di climatizzazione estiva (ηC) e di produzione di acqua calda sanitaria (ηW). Trasmittanza termica edificio di riferimento comprensiva dell’effetto ponti termici • Indice di prestazione energetica Zona climatica Copertura verso esterno Pavimenti verso esterno e contro terra Pareti esterne globale dell’edificio (EPgl,tot) • Devono anche essere rispettati gli AeB 0,34 0,48 0,45 obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili secondo i principi minimi C 0,34 0,42 0,40 di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 D 0,28 0,36 0,36 marzo 2011, n. 28.

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n.58

E

0,26

0,31

0,30

F

0,24

0,30

0,28


Nuove trasmittanze limite

Il Decreto Requisiti Minimi ha introdotto valori soglia per la trasmittanza termica dell’involucro edilizio, in funzione delle diverse zone climatiche e dell’elemento costruttivo. I nuovi criteri, in vigore dal 2020, riguardano — pur con valori diversi — le nuove abitazioni, gli edifici sottoposti a demolizione e ricostruzione o l’ampliamento di edifici esistenti. Non solo: bisogna uniformarsi ai parametri più severi anche nel caso di ristrutturazioni rilevanti, in misura diversa secondo la tipologia di intervento: se interessano una porzione dell’involucro edilizio pari o superiore al 50%, i requisiti vanno applicati sull’intero edificio; se la ristrutturazione interessa tra il 25% e il 50% dell’involucro, i requisiti si applicano all’oggetto dell’intervento, con estensione all’intera parte edilizia. Infine, in caso di riqualificazione NUOVE COSTRUZIONI. I requisiti NZEB e le nuove trasmittanze limite dovranno essere energetica, se i lavori interessano meno del 25% soddisfatti nell’edilizia privata a partire dal 1 gennaio 2021, ma già dal prossimo ano in Lombardia. della superficie dell’involucro, i requisiti si applicano solo all’oggetto dell’intervento. Divisori orizzontali e verticali tra edifici o unità confinanti. Per le sole Isolamento termico delle solette tra i piani. nuove costruzioni è fissata una trasmittanza limite di 0,8 W/m2K. La trasmittanza termica (U) non deve essere superiore a 0,8 W/m2K, indipendentemente dalla zona climatica. Il parametro si applica a tutte le Qualcuno parte prima nuove costruzioni, ad eccezione di quelle adibite Tutte le regioni hanno deciso di aderire al processo di unificazione della ad attività industriali, artigianali oppure in caso di normativa sull’efficienza energetica per gli edifici, ma solo due, al momento, demolizione e successiva ricostruzione, ampliamento hanno pubblicato norme regionali in materia. Una è la Lombardia, che ha deciso e sopraelevazione di edifici esistenti, nonché negli di anticipare al 1° gennaio 2016 i criteri più restrittivi in termini di edifici NZEB e interventi di ristrutturazione di 1° livello, quelli che trasmittanze limite, sia per gli edifici pubblici che per quelli privati. Intervento che http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 interessano più del 50% dell’involucro edilizio. Deroga sull’altezza. Il decreto prevede una deroga BOYEN STREET ZEROEMISSION BUILDING BERLINO. Completato nel di 10 cm sulle altezze minime dei vani in caso di maggio 2013 dallo studio Deimel Oelschläger Architekten Partnerschaft, l’edificio di interventi di isolamento termico dall’interno e per la sette piani è rivestito con pannelli di legno prefabbricati e isolato con fibra di cellulosa. Si tratta del primo edificio della città a emissioni zero, realizzato grazie ad una comunità realizzazione di impianti di riscaldamento a pavimento. multigenerazionale di proprietari, composti da giovani, anziani, coppie, single e famiglie Pareti esterne. Per gli edifici di nuova costruzione, occorre rispettare valori di trasmittanza termica (U) compresi tra 0,28 (Zona climatica F) e 0,45 W/m2K (Ae B). Gli stessi valori limite valgono nel caso di ristrutturazioni, mentre cambiano le soglie per le zone C e D. Coperture verso l’esterno. Nel caso di edifici di nuova costruzione, la trasmittanza termica (U) varia — in funzione della zona climatica — tra 0,23 (Zona F) e 0,38 W/m2K (A e B). Per gli interventi di ristrutturazione si va invece da 0,24 a 0,54 W/m2K. Pavimenti verso l’esterno e contro terra. In questo caso i valori limite per le nuove costruzioni partono da 0,28 (F) per aumentare fino a 0,46 W/m2K (A e B), mentre nel caso di ristrutturazioni la forbice è 0,30-0,48 W/m2K.

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n.58

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Tipologia

Edificio monofamiliare

Edificio plurifamiliare

Uffici

Involucro

+4,0%

+4,6%

+5,3%

Impianti

+50,2%

+27,4%

+28,1%

Totale

+22,0%

+14,6%

+14,0%

Sovraccosto medio per trasformare un edificio esistente in NZEB rispetto a una ristrutturazione importante di primo livello Fonte: PANZEB-MiSE

MAGGIORE ISOLAMENTO. In caso di cappotto, con tre o meno centimetri in più di materiale isolante si possono soddisfare i nuovi criteri NZEB

Oltre ai benefici, i costi

Costruire ex novo o riqualificare un edificio nel rispetto dei criteri NZEB comporta inevitabilmente un aumento dei costi di investimento, in larga parte imputabile all’aumento dell’isolamento termico dell’involucro edilizio. Nel caso di un isolamento a cappotto con EPS o XPS, lo spessore aggiuntivo può essere indicativamente pari a 3 cm nelle zone più fredde del paese — con un costo compreso tra 1,5 e 3 €/m2 per ogni cm in più di spessore —, raggiungendo così i 15-20 cm, mentre nel centro sud è possibile restare sotto i 10 cm di spessore. In alternativa possono essere utilizzati isolanti naturali, termo-laterizi o intonaci termici, anche in questo caso adeguando gli spessori ai nuovi requisiti. Più complesso stimare il maggior costo dell’intervento in caso di riqualificazione di un edificio esistente, qualora si debba intervenire con soluzioni alternative al cappotto.

Impianti e serramenti

Meno complesso l’intervento sui serramenti, grazie all’ampia disponibilità di profili e vetri altamente isolanti, anche se i maggiori costi possono variare tra 40 e 70 euro al metro quadrato rispetto a configurazioni che non richiedono il http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 soddisfacimento dei criteri NZEB. La prescrizione di coprire almeno il 50% dell’energia necessaria alla climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) e produzione di ACS con fonti rinnovabili impone maggiori costi anche sotto il profilo impiantistico, anche se il gap è in questo caso è meno marcato in quanto la normativa vigente impone già la copertura del 35% dei consumi stimati per ACS, riscaldamento e raffrescamento SERRAMENTI PIÙ PERFORMANTI. I nuovi criteri sulla trasmittanza dell’involucro impongono (e il 50% dei soli consumi per ACS). l’adozione di porte e finestre isolate meglio La scelta impiantistica dipende da molti fattori climatici, ambientali ed economici, ma le alternative non mancano, dal geotermico al solare (termico e fotovoltaico), dalle biomasse all’energia eolica, con costi di investimento in costante calo. Per questa ragione, prima dell’inizio dei lavori, ai progettisti è richiesta un’analisi di fattibilità tecnica, ambientale ed economica degli impianti, al fine di individuare farà risparmiare tra 70 a 80mila TEP l’anno, secondo l’alternativa più efficiente per ogni specifico edificio. una stima dei tecnici regionali. Una stima riportata nel Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli edifici La Regione Emilia Romagna ha invece scelto di ad energia quasi zero (PANZEB) indica una spesa aggiuntiva minima compresa di estendere il requisito dell’isolamento termico tra 500 e 600 €/m2 rispetto ad una ristrutturazione importante di primo livello. dei divisori interpiano (U≤0,8 W/m2K) anche alle A tale proposito va ricordato che il costo di una ristrutturazione “energetica” è ristrutturazioni importanti (con superficie interessata imputabile in larga parte ad oneri generici, legati ad opere ausiliarie o indirette superiore al 25%) e alle riqualificazioni energetiche, quali il nolo di un ponteggio, il rifacimento dei davanzali, l’adeguamento o il oltre che ai nuovi edifici, come prescrive la rifacimento delle canne fumarie, oppure interventi sul sistema di distribuzione. normativa nazionale t

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n.58


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Heating

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IL PARERE DI…

ANGELO ARTALE, Direttore Generale FINCO

Riqualificazione energetica: le osservazioni di FINCO Alcune indicazioni e proposte in tema di efficienza energetica in edilizia rivolte ai Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente nell’ambito della Consultazione pubblica sui piani di riqualificazione del parco immobiliare

I documenti oggetto di consultazione sono indubbiamente apprezzabili per impostazione ed ampiezza di analisi”. Così si è espressa la Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni (FINCO) , in merito alla Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare (STREPIN) e al Piano per l’incremento degli edifici a energia quasi zero (PANZEB), la cui consultazione pubblica si è conclusa il 4 dicembre scorso. In una lettera al Ministero dello Sviluppo economico e al Ministero dell’Ambiente, pubblicata di seguito, il direttore generale di FINCO, Angelo Artale, esprime infatti “apprezzamento per l’iniziativa di condividere con tutti i soggetti interessati le future linee di azione su un tema di evidente strategicità per il nostro Paese — e per una rilevante parte del mondo imprenditoriale — come quello dell’Efficienza Energetica, che oltre a rappresentare un obbligo di natura comunitaria ed una oggettiva

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n.58

necessità per la bilancia energetica nazionale è altresì, soprattutto in questo momento storico, un importante volano di tenuta e crescita dell’economia”.

Limiti e opportunità

FINCO condivide, in generale, l’enfasi di rafforzare e maggiormente “premiare” gli interventi di efficientamento di più ampio respiro, ma non si deve dimenticare che le barriere economiche, spesso richiamate nei documenti, rendono per il piccolo proprietario (ma anche per il soggetto pubblico di minori dimensioni) particolarmente difficile effettuare interventi di riqualificazione sul pieno edificio. Bene dunque una diversa premialità, ma si deve evidenziare meglio che quanto finora raggiunto in termini di risparmio energetico e di minori emissioni di CO2 in atmosfera, grazie anche ad interventi parziali, ha un suo valore aggiunto che deve continuare ad essere sostenuto. Bene, quindi, la valutazione dei costi di bonifica da amianto e messa in sicurezza statica che è necessario eseguire nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici non residenziali. Un’analoga riflessione andrebbe però fatta (ed i relativi costi inseriti nell’ambito degli interventi incentivabili) anche con riferimento agli edifici residenziali, allorquando per l’entità della ristrutturazione sia conveniente e opportuno intervenire anche sulle strutture.

Schermature solari

Discorso, in certo qual modo, similare si dovrebbe fare sul positivo apporto al risparmio energetico delle schermature solari che, al momento, sembrano essere state prese in considerazione fondamentalmente per gli edifici non residenziali e con esposizione a Sud, mentre invece, proprio per la natura delle tipologie edilizie non residenziali e del terziario, dovrebbero essere favorite anche sulle facciate esposte ad Est e ad Ovest, oltre che sugli edifici residenziali, dove maggiori continuano ad essere i consumi. Da considerare, peraltro, che non sempre è possibile applicare in facciata schermature esterne, come nel caso delle facciate continue: per questa ragione, dovrebbe essere preso in considerazione anche il positivo apporto di pellicole, schermature e tende tecniche interne. È da rilevare, inoltre, che nell’analisi degli interventi ammessi alle detrazioni fiscali non vengono elencate le schermature, che sono state inserite nel novero degli interventi ammessi alle detrazioni


fiscali dall’art.1 comma 47 della Legge 190/2014.

Detrazioni fiscali su misura

certificazione effettuata da un progettista iscritto ad un Ordine Professionale — o dotato di altra idonea qualifica professionale —, una stima dei risparmi di spesa annuale conseguibili, la realizzazione di almeno due tra gli interventi ammissibili, di cui in seguito, per l’incremento dell’efficienza energetica e la bonifica degli edifici. Le caratteristiche del finanziamento sono: • Tipologia: prestito chirografario finalizzato. • Oggetto: interventi di efficientamento energetico e bonifica ambientale. • Importo: da 20 a 35mila euro. • Durata: fino a 10 anni. • Beneficiari: soggetti privati (persone fisiche, condomini, associazioni etc…). Il finanziamento verrebbe erogato dalle banche convenzionate ed assistito da apposita garanzia

(dal 30 al 50% dell’importo finanziato), escutibile a prima richiesta. Quest’ultima condizione abbatterebbe in maniera significativa il rischio finanziario dell’operazione e consentirebbe di collocare lo strumento sul territorio a condizioni economiche realmente competitive.

Parlando di detrazioni fiscali, si potrebbe pensare ad operare dei distinguo a seconda del periodo di ammortamento scelto dal contribuente: 50% per 3 anni, 55% per 5 anni, 60% per 10 anni, garantendo Fondo di garanzia comunque il 65% di detrazione Ruolo di primo piano nella laddove la riqualificazione energetica alimentazione e gestione del “Fondo sia associata a quella strutturale e di garanzia per l’efficientamento sismica, indipendentemente dalla energetico e la bonifica ambientale” tempistica e dall’immobile. potrebbe essere svolta dalla Cassa In alternativa, si potrebbe ipotizzare Depositi e Prestiti, che in questo modo una progressiva diminuzione della incentiverebbe in maniera concreta lo percentuale di sgravio fiscale passando sviluppo degli investimenti del settore Figura 2 Risparmi annui di energia finale attesi dalle detrazioni fiscali (Mtep/anno), anni 2014dall’attuale 65% al 60% nel 2017, al 55% privato, senza immediati impegni per nel 2019, al 50% nel 2021 a regime. cassa e senza sostanziali modifiche Risparmi annui di 0,98 organizzative, atteso che l’istruttoria energia finale attesi dalle detrazioni 0,84 sarebbe svolta dalle banche. Conto Termico fiscali (Mtep/anno), 0,70 anni 2014-2020 Un ulteriore decisivo elemento, che Per quanto riguarda la futura 0,56 giocherebbe a favore del successo regolazione del meccanismo del 0,42 dello strumento, dovrebbe essere Conto Termico, sono previsti incentivi 0,28 la previsione di canalizzazione dei variamente graduati in base all’entità 0,14 redditi e del pagamento delle bollette dell’intervento, ma allorquando si energetiche dei richiedenti il prestito parla di involucro si fa riferimento 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 sul medesimo conto di domiciliazione solo all’isolamento della parte opaca e non anche, come dovrebbe essere, 3 - Risparmi annui di energia finale attesi dal Conto Termico (Mtep/anno), anni 2014-delle rate relative al servizio del debito contratto, così da replicare tecniche di ad interventi afferenti la superficie 1,47 Risparmi annui di mitigazione del rischio utilizzate nel trasparente (e le schermature) che 1,26 energia finale attesi dal Conto Termico project financing (escrow account). hanno una loro fondamentale 1,05 (Mtep/anno), anni 2014-2020 Rivestirebbe inoltre particolare importanza nell’isolamento 0,84 importanza uno specifico intervento complessivo di facciata. 0,63 della Banca d’Italia che stimolasse 0,42 l’attenzione delle banche nel Ecoprestito 0,21 considerare, all’interno dei modelli di Importantissimo il riferimento ad un valutazione delle richieste di prestito, ecoprestito agevolato per gli interventi 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 i risparmi stimati dal professionista di riqualificazione energetica: si ritiene, però, che la differenziazione del tasso agevolato legato ai risultati Costo aggiuntivo per realizzare un di risparmio stimato sia meccanismo nuovo edificio a energia quasi zero troppo complesso per poter essere rispetto ad un nuovo edificio che si limita alla minima osservanza efficacemente implementato dal della normativa vigente (€/m) sistema bancario. Occorrerebbe, invece, avere modalità semplici e di facile applicazione per una buona diffusione dello strumento sulla scorta di quanto già fatto in altri paesi europei. La proposta Finco relativa all’Ecoprestito prevede un obbligo di n.58

29


e i benefici fiscali conseguibili per le detrazioni connesse a tali investimenti come reddito disponibile aggiuntivo, da raffrontare alle rate di rimborso.

EDIFICI RESIDENZIALI

Superficie Totale

Ipotesi Superficie percentuale Edifici NZEB NZEB/anno

Interventi ammissibili

Gli interventi ammissibili secondo la proposta dell’Ecoprestito potrebbero essere i seguenti: 1. incremento dell’efficienza energetica delle coperture; 2. incremento dell’efficienza energetica delle pavimentazioni; 3. incremento dell’efficienza energetica dei muri perimetrali; 4. sostituzione di finestre e infissi anche con installazione di schermature e/o pellicole solari; 5. incremento dell’efficienza energetica delle chiusure esterne; 6. installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica ed acqua calda, utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate e/o ad alta efficienza; 7. allacciamento alla rete di teleriscaldamento efficiente 8. installazione di recuperatori di calore dall’aria esausta di espulsione negli impianti di climatizzazione. 9. interventi di efficientamento energetico anche attraverso la bonifica ambientale tramite la sostituzione delle coperture di cemento-amianto.

Strumenti di sostegno all’efficienza energetica

Interessante poi, il panorama di tutti i possibili strumenti di sostegno diretto ed indiretto (sia per i soggetti pubblici che per quelli privati, sia a livello nazionale/ internazionale che regionale) all’efficienza energetica. Sarebbe però necessario che il cittadino, l’amministrazione o l’operatore economico interessati avessero un unico centro di riferimento (una sorta di Contact Point nazionale) in grado di informarli e consigliarli in merito

30

n.58

Tipologia

zona climatica

m

A-B-C Monofamiliari

2

Superficie edifici Stima NZEB che genera Risparmi al risparmio nel 2020 periodo 2015÷2020*

2

2

%

m /anno

kWh/m anno

m

936.000

1

9.360

7

56.160

126

D

1.404.000

1

14.040

15

84.240

378

E-F

2.340.000

1

23.400

22

140.400

945

sub Totale

4.680.000 A-B-C

Plurifamiliari

2

Risparmio specifico stimato rispetto a edifici dotati dei requisiti vigenti

46.800

Tep

280.800

1.448

5.040

6

30.240

52

1

7.560

11

45.360

155

1

12.600

17

75.600

387

504.000

1

D

756.000

E-F

1.260.000

sub Totale

2.520.000

25.200

151.200

593

Totale

7.200.000

72.000

432.000

2.042

Tabella 6 – Previsione di realizzazione di edifici NZEB nuovi al 2020: residenziale.

EDIFICI NUOVI RESIDENZIALI. Previsione di realizzazione di edifici NZEB nuovi al 2020

EDIFICI RESIDENZIALI

Tipologia

Monofamiliari

Ipotesi Superficie percentuale Edifici NZEB NZEB/anno

Superficie edifici NZEB che produce risparmio nel periodo 20152020*

Stima Risparmi al 2020

zona climatica

m

%

m /anno

kWh/ 2 m anno

m

A-B-C

1.469.000

1

14.690

7

88.140

183

D

2.203.000

1

22.030

14

132.180

549

3.672.000

1

36.720

21

220.320

1.373

440.640

2.104

E-F sub Totale

Plurifamiliari

Superficie Totale

Risparmio specifico rispetto a edifici dotati dei requisiti vigenti

2

7.344.000

2

73.440

2

TEP

A-B-C

791.000

1

7.910

6

47.460

81

D

1.186.000

1

11.860

11

71.160

243

E-F

1.938.000

1

19.380

17

116.280

595

3.915.000

39.150

124.900

919

Totale 11.259.000

112.590

675.540

3.024

sub Totale

Tabella 8 – Previsione di realizzazione di edifici esistenti NZEB al 2020: residenziale

EDIFICI ESISTENTI RESIDENZIALI. Previsione di realizzazione di edifici esistenti NZEB al 2020

alla migliore via da seguire per realizzare interventi di efficientamento energetico.

Sistema di qualificazione del mercato come in Francia Si segnala, a margine, che oltre ad una stabilizzazione dei meccanismi di sostegno all’efficienza energetica (che non possono essere oggetto di continua revisione o incertezza) ed alla eliminazione — o quanto meno alla decisa attenuazione — della ritenuta dell’8% sui bonifici effettuati dai beneficiari

delle detrazioni fiscali, potrebbe essere opportuno sviluppare un sistema di qualificazione del mercato come accaduto in Francia con il sistema RGE (Reconnu Grenelle Environnement) che certifica principalmente la garanzia di esecuzione dei lavori a regola d’arte e nel rispetto dell’ambiente e dell’efficienza energetica, ma che tocca anche la qualità dei prodotti e la vigilanza del mercato. t


LIMITI SUL PARAMETRO TECNICO ggl+sh FATTORE DI TRASMISSIONE SOLARE TOTALE AMBITO DI APPLICAZIONE Interventi di ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica. OSSERVAZIONI AL REQUISITO MINISTERIALE Il Decreto Requisiti Minimi impone limiti sul parametro tecnico “fattore di trasmissione solare totale ggl+sh“ per componenti finestrati con orientamento da Est a Ovest, passando per Sud, in presenza di una schermatura mobile. Il requisito ministeriale è stabilito per interventi edili (ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica) che non implicano una verifica sul fabbisogno di energia dell’edificio e, conseguentemente, hanno un impatto solo sull’immissione sul mercato dei prodotti da costruzione coinvolti. Il parametro ggl+sh è definito unicamente nella norma UNI TS 11300 richiamata dal Decreto Requisiti Minimi, e non trova riscontro in altre disposizioni normative e legislative, né italiane né europee. A livello delle norme tecniche europee armonizzate, risulta invece definito il parametro “trasmittanza energetica solare totale” (total solar energy transmittance) individuato dalla sigla gtot oppure gt, a seconda della normative. Nello specifico: • La norma di prodotto UNI EN 13659:2015, di riferimento per la marcatura CE delle chiusure oscuranti, riporta tra le caratteristiche essenziali il parametro gtot e rimanda per la valutazione ai metodi di calcolo descritti dalle norme tecniche europee UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2 e alla classificazione dei risultati ai sensi della norma tecnico europea UNI EN 14501. • La norma di prodotto UNI EN 13561:2015, di riferimento per la marcatura CE delle tende esterne, riporta tra le caratteristiche essenziali il parametro gtot e rimanda per la valutazione ai metodi di calcolo descritti dalle norme tecniche europee UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2 e alla classificazione dei risultati ai sensi della norma tecnico europea UNI EN 14501. • La classe del parametro gtot (definita ai sensi della norma tecnica europea UNI EN 14501) è da dichiarare ai fini delle detrazioni fiscali del 65% in relazione agli interventi di installazione delle schermature solari (chiusure oscuranti e tende esterne). Si fa inoltre presente che: • Le norme tecniche europee UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2 forniscono rispettivamente un metodo di calcolo semplificato e dettagliato per la valutazione del parametro “trasmittanza energetica solare totale”. In tali norme il parametro viene individuato con la sigla gt.

• I metodi di calcolo del fattore solare totale gt previsto dalle norme UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2 sono applicabili a schermature solari (chiusure oscuranti e tende esterne) indipendentemente dalla loro posizione rispetto alla vetrazione schermata. Il fattore solare totale gt è quindi calcolabile per schermature solari integrate nelle vetrazioni, interne rispetto alle vetrazioni ed esterne rispetto alle • La norma UNI TS 11300, al punto 14.3.3 relativo all’effetto delle schermature mobili, cita espressamente che in assenza di dati di progetto attendibili o comunque di informazioni più precise, l’effetto delle schermature mobili può essere valutato attraverso le norme UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2, oltre che con dati tabellati riportati in termini di ggl+sh dalla UNI TS 11300 stessa. • La revisione della norma di prodotto, UNI EN 14351-1, introdurrà tra le caratteristiche essenziali un parametro (gw,t) che quantificherà la trasmittanza energetica solare totale che attraversa un serramento, tenendo conto della parte opaca (telaio, eventuali pannelli) e del contributo delle schermature solari eventualmente presenti. • Il termine “componenti finestrati” non risulta codificato da nessuna norma tecnica di settore e non compare neanche nelle disposizioni legislative in materia di risparmio energetico in edilizia precedentemente in vigore. È indispensabile che i requisiti ministeriali siano allineati, dal punto di vista sia formale sia tecnico, con le norme tecniche europee armonizzate che, da tempo, regolamentano l’immissione dei prodotti da costruzione tra cui le chiusure trasparenti/opache e le schermature solari. Ciò è fondamentale anche nell’ottica di salvaguardare l’utente finale degli edifici e di non introdurre barriere alla libera circolazione dei prodotti da costruzione sul territorio europeo che, peraltro, rappresentano infrazioni alle clausole regolamentarie. Conseguentemente il parametro tecnico regolamentato dal Decreto Requisiti Minimi deve essere congruente con quanto previsto dalle norme tecniche armonizzate di riferimento obbligatorio per l’immissione dei prodotti da costruzione sul mercato europeo.

INTERPRETAZIONE proposta dal Gruppo di Lavoro tecnico “SISTEMA INVOLUCRO EDILIZIO”* Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica il requisito ministeriale è da intendere come limite sul parametro trasmittanza energetica solare totale gt (sinonimo gtot) — definito a livello delle norme tecniche armonizzate di riferimento obbligatorio per l’immissione sul mercato dei prodotti da costruzione — ottemperabile in presenza di qualsiasi tipologia di schermatura solare (chiusure oscuranti e tende esterne) in posizione interna, esterna ed integrata rispetto alle vetrazioni a cui sono poste a protezione. Il parametro trasmittanza energetica solare totale gt (sinonimo gtot) è da calcolare ai sensi delle norme tecniche europee di riferimento (UNI EN 13363-1 oppure UNI EN 13363-2, UNI EN 14501) richiamate dal Decreto Requisiti Minimi.

* Gruppo di Lavoro tecnico “Sistema involucro edilizio”: composto da rappresentanti di Acmi, Anfit, Assites, Assovetro, CNA, Confartigianato, Federlegno Arredo, PVC Forum Italia, Unicmi.

n.58

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SOSTITUZIONE DELLE CHIUSURE TRASPARENTI/OPACHE ED OBBLIGO DI INSTALLAZIONE DI VALVOLE TERMOSTATICHE IN EDIFICI DOTATI DI IMPIANTO CENTRALIZZATO AMBITO DI APPLICAZIONE Interventi di ristrutturazione edilizia di secondo livello e di riqualificazione energetica che prevedano l’installazione di nuove chiusure tecniche trasparenti. OSSERVAZIONI AL REQUISITO MINISTERIALE Per gli edifici dotati di impianto termico non a servizio di singola unità immobiliare residenziale o assimilata, in caso di riqualificazione energetica dell’involucro edilizio, coibentazioni delle pareti o l’installazione di nuove chiusure tecniche trasparenti, apribili e assimilabili, delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno oppure verso ambienti non dotati di impianto di climatizzazione, il Decreto Requisiti Minimi aggiunge l’obbligo di installazione di valvole termostatiche, oppure di altro

INTERPRETAZIONE proposta dal Gruppo di Lavoro tecnico “SISTEMA INVOLUCRO EDILIZIO”* Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica, gli interventi sull’involucro sono svincolati dall’obbligo di installazione delle valvole termostatiche in ambiti di interventi in cui non è previsto il contestuale adeguamento impiantistico.

sistema di termoregolazione per singolo ambiente o singola unità immobiliare, assistita da compensazione climatica del generatore. Quest’ultima può essere omessa in caso in cui la tecnologia impiantistica preveda sistemi di controllo equivalenti o di maggiore efficienza, o qualora non sia tecnicamente realizzabile. L’imposizione delle valvole termostatiche nel caso di intervento su un edificio in cui esiste un impianto di riscaldamento centralizzato è un vincolo molto forte e spesso di difficile attuazione. La maggior parte del patrimonio edilizio esistente è costituito da edifici con vetusti impianti di generazione e di distribuzione del calore. Conseguentemente, in tali ambiti, l’installazione delle valvole termostatiche può avvenire solo successivamente ad interventi di adeguamento impiantistico di ampia portata che implicano il consenso della maggioranza condominiale. Quindi all’atto pratico, per il singolo utente, si può verificare l’impedimento di esecuzione di interventi sull’involucro per cui non necessita del consenso assembleale (per esempio la sostituzione dei serramenti nella proprio unità immobiliare) a fronte della mancata adesione all’adeguamento di tutto il condominio. Di fatto l’obbligo ministeriale crea anche una situazione di disparità di condizioni per gli utenti finali.

VALUTAZIONE DEI CASSONETTI AI FINI DEL RISPETTO DEI LIMITI DI TRASMITTANZA TERMICA DELLE CHIUSURE TRASPARENTI/OPACHE AMBITO DI APPLICAZIONE Interventi di ristrutturazione edilizia di secondo livello e di riqualificazione energetica che prevedano l’installazione di nuove chiusure tecniche trasparenti. OSSERVAZIONI AL REQUISITO MINISTERIALE Il Decreto Requisiti Minimi impone, in funzione della zona climatica, limiti sulla trasmittanza termica delle chiusure trasparenti ed opache e dei cassonetti (U), senza specificare come debbano essere trattati quest’ultimi. Non si evince pertanto dal Decreto se i limiti imposti debbano riferirsi separatamente alle chiusure trasparenti/ opache e ai cassonetti, oppure se chiusure trasparenti/opache e cassonetti debbano essere considerati insieme ai fini del rispetto del limite legislativo. Bisogna tenere infatti conto che, a fronte di un intervento di installazione di nuove chiusure trasparenti/opache, si possono presentare vari casi. 1. Il cassonetto è parte integrante della chiusura trasparente/opaca ed è quindi fornito unitamente ad esso. Si tratta di chiusure cosiddette “monoblocco”. 2. Il cassonetto è elemento a se stante rispetto alla chiusura trasparente/opaca e non viene sostituito. 3. Il cassonetto è elemento a se stante rispetto alla chiusura trasparente/opaca e viene sostituito.

* Gruppo di Lavoro tecnico “Sistema involucro edilizio”: composto da rappresentanti di Acmi, Anfit, Assites, Assovetro, CNA, Confartigianato, Federlegno Arredo, PVC Forum Italia, Unicmi.

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n.58

Inoltre, la maggior parte degli edifici esistenti presentano la soluzione in cui il cassonetto è dietro a veletta in muratura facente parte dell’involucro opaco e, spesso, per ragioni di spazio, non è possibile sostituire il cassonetto esistente con uno nuovo di tipo coibentato termicamente.,

INTERPRETAZIONE proposta dal Gruppo di Lavoro tecnico “SISTEMA INVOLUCRO EDILIZIO”* Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica, i limiti sulla trasmittanza termica U delle chiusure trasparenti/opache imposti dal Decreto devono essere rispettati tenendo conto anche del cassonetto nel caso in cui la sostituzione dello stesso sia contestuale alla fornitura di nuove chiusure trasparenti/opache. In tale eventualità — sia nel caso in cui il cassonetto faccia parte della chiusura trasparente/opaca (chiusure monoblocco), sia nel caso in cui il cassonetto sia elemento a se stante rispetto alla chiusura trasparente/opaca — il requisito ministeriale deve essere ottemperato dalla media pesata delle superfici rispettivamente dei cassonetti e delle chiusure trasparenti/opache e tenendo conto, se significativo, del ponte termico esistente tra cassonetto e chiusura trasparente/opaca. Nel caso in cui non sia prevista sostituzione del cassonetto, il requisito ministeriale deve essere ottemperato dalle sole chiusure trasparenti/opache.


CALCOLO DELLA TRASMITTANZA DELLE CHIUSURE TRASPARENTI E OPACHE AI FINI DEL RISPETTO DEL REQUISITO MINISTERIALE AMBITO DI APPLICAZIONE Interventi di ristrutturazione edilizia di secondo livello e di riqualificazione energetica che prevedano l’installazione di nuove chiusure tecniche trasparenti. OSSERVAZIONI AL REQUISITO MINISTERIALE Il Decreto Requisiti Minimi richiama tra le “norme tecniche a supporto” la norma UNI EN ISO 10077-1 che contiene un metodo di calcolo semplificato per la valutazione della trasmittanza termica delle chiusure trasparenti ed opache. Tale metodo è richiamato anche dalla norma di prodotto armonizzata UNI EN 143511, di riferimento per l’obbligatoria marcatura CE per I serramenti ai sensi del Regolamento (UE) n°305/2011. Ai fini dell’apposizione della marcatura CE e dell’accesso alle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di sostituzione dei serramenti per la valutazione della trasmittanza delle chiusure trasparenti/opache di fornitura, è possibile per il Produttore avvalersi del cosiddetto “metodo del serramento campione/ normalizzato” e delle relative regole di estensione dei risultati previsti dalla norma di prodotto UNI EN 14351-1. Le procedure di valutazione dei parametri regolamentati dal Decreto Requisiti Minimi devono essere congruenti con quanto previsto dalle norme tecniche armonizzate di riferimento obbligatorio per l’immissione dei prodotti da costruzione sul mercato europeo dal momento che: • il requisito ministeriale è stabilito per interventi edili (ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica) che non implicano una verifica sul fabbisogno di energia dell’edificio e, conseguentemente, hanno un impatto solo sull’immissione sul mercato dei prodotti da costruzione coinvolti; • è indispensabile che i requisiti ministeriali siano allineati, dal punto di vista sia formale sia tecnico, con le norme tecniche europee armonizzate che, da tempo, regolamentano l’immissione dei prodotti da costruzione tra cui le chiusure trasparenti/opache e le schermature solari. Ciò è fondamentale anche nell’ottica di salvaguardare l’utente finale degli edifici e di non introdurre barriere alla libera circolazione dei prodotti da costruzione sul territorio europeo che, peraltro, rappresenterebbero infrazioni alle clausole regolamentarie. Il calcolo della trasmittanza delle chiusure trasparenti/opache in termini puntuali — sulle misure reali — deve essere considerata procedura alternativa limitata agli interventi edili che prevedono verifica sul fabbisogno di energia dell’edificio.

Si fa inoltre presente che per altri manufatti serramentisti — quali per esempio le porte industriali, commerciali e da garage e le porte pedonali motorizzate (automatiche) — sono di riferimento altre specifiche norme di prodotto per l’apposizione della marcatura CE che richiamano norme tecniche europee per la valutazione delle prestazioni termiche. Nonostante tali tipologie di manufatti siano soggette ai requisiti ministeriali le norme di riferimento non sono richiamate nel Decreto Requisiti. Per la marcatura CE delle porte industriali, commerciali e da garage si applica la UNI EN 13241-1 che rimanda per la valutazione termica alle metodologie di prova o di calcolo contenute rispettivamente nelle norme UNI EN 12428 e UNI EN ISO 10077-1 e 2. Per le porte pedonali motorizzate (automatiche) si applica la norma UNI EN 16361 che rimanda per la valutazione termica alle metodologie di prova o di calcolo contenute rispettivamente nelle norme UNI EN ISO 12567-1, UNI EN ISO 10077-1 e UNI EN ISO 10077-2.

INTERPRETAZIONE proposta dal Gruppo di Lavoro tecnico “SISTEMA INVOLUCRO EDILIZIO”* Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione di secondo livello e di riqualificazione energetica, ai fini dell’ottemperanza del requisito ministeriale, la trasmittanza delle chiusure trasparenti/opache può essere valutata ai sensi delle metodologie di prova o di calcolo, e relative regole di estensione dei risultati, previste dalle norme di prodotto di riferimento per l’apposizione della marcatura CE e dalle norme tecniche ivi richiamate. Per quanto concerne i serramenti, la trasmittanza termica può essere valutata ai sensi della norma UNI EN ISO 10077-1 con il metodo del serramento campione/normalizzato e con le relative regole di estensione dei risultati previsti dalla norma di prodotto UNI EN 14351-1 così come previsto anche delle regole di accesso alle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di sostituzione delle chiusure trasparenti/opache. Per la valutazione della trasmittanza termica delle porte industriali, commerciali e da garage sono di riferimento le norme UNI EN 13241-1, UNI EN 12428 ed UNI EN ISO 10077-2. Per la valutazione della trasmittanza termica delle porte pedonali motorizzate (automatiche) sono di riferimento le norme UNI EN 16361, UNI EN ISO 12567-1, UNI EN ISO 10077-1 e UNI EN ISO 10077-2.

LIMITE SUL PARAMETRO TECNICO H’T COEFFICIENTE GLOBALE DI SCAMBIO TERMICO AMBITO DI APPLICAZIONE Interventi di nuova costruzione, ristrutturazione edilizia di primo e secondo livello. OSSERVAZIONI AL REQUISITO MINISTERIALE Il Decreto Requisiti Minimi impone limiti sul parametro tecnico “coefficiente globale di scambio termico H’T“ in funzione del rapporto S/V dell’edificio (S = superficie disperdente – V = volume lordo climatizzato). Inoltre, i limiti sul coefficiente H’T non sono declinati in funzione di destinazioni edilizie. H’T è un parametro tecnico introdotto solo nel recepimento italiano della Direttiva 2010/31/UE in materia di risparmio energetico in edilizia e assente nelle

RICHIESTA del Gruppo di Lavoro tecnico “SISTEMA INVOLUCRO EDILIZIO”* Rimozione del parametro H’T (coefficiente globale di scambio termico) dal Decreto Requisiti Minimi, e da altre eventuali disposizioni legislative che lo richiamassero, in quanto anacronistico, penalizzante della realizzazione di involucri edilizi a prevalenza vetrata, assente nelle disposizioni legislative degli altri paesi europei e in contrasto con la finalità e l’approccio al tema dell’efficienza energetica in edilizia del decreto Requisiti Minimi stesso.

disposizioni legislative degli altri paesi europei. Il rispetto dei limiti imposti su di esso dal Decreto Requisiti Minimi risulta di difficile attuazione negli edifici caratterizzati da ampie superfici trasparenti situati soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Sussistono quindi casi in cui la parte opaca dell’involucro è ridotta al minimo o addirittura non esiste, come nel caso di involucri edilizi costituiti da facciate continue, che non consentono di rispettare tali limiti pur trattandosi di involucri edilizi altamente performanti dal punto di vista dell’isolamento termico. La mancata declinazione del coefficiente H’T rispetto alle destinazioni edilizie lo rende troppo grossolano e penalizzante nei confronti dell’architettura moderna, con particolare riferimento agli edifici ampiamenti vetrati e a sviluppo verticale. Paradossalmente, se si applicassero i nuovi requisiti alle sedi istituzionali degli enti regionali (il nuovo Palazzo Lombardia e il Grattacielo Pirelli, la cui facciata è stata recentemente riqualificata, ma anche la nuova Sede Unica della Regione Piemonte a Torino — ancora in costruzione), queste non risulterebbero in regola. L’introduzione di tale parametro risulta del tutto in contrasto con la finalità del Decreto Requisiti Minimi stesso che invece adotta un approccio olistico al tema dell’efficienza energetica in edilizia introducendo parametri di efficienza e indici di prestazione energetica globale dell’edificio (Eph). n.58

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DENTRO L’OBIETTIVO

ELOGIODELLA

SEMPLICITÀ

Una costruzione moderna immersa nella natura in un contesto tradizionale, progettata pensando ai desideri degli abitanti e non al mero raggiungimento della massima classe energetica u CARLO LATORRE

Le facciate ventilate, i pavimenti del soggiorno e il tetto del fienile utilizzano il legno recuperato dall’abbattimento di un edificio presente nella proprietà


L’edificio è a un piano, sfalsato in pianta, in altezza e in profondità per rompere la monotonia delle forme

Calcestruzzo a vista utilizzato per fini strutturali ed estetici, perfettamente integrato con il legna, l’acciaio cor-ten e la pietra

Il sistema di riscaldamento è integrato con una stufa a legno che richiama il concetto di stube


A

Il compromesso tra il budget disponibile e i desiderata dei l posto di una vecchia conceria, abbattuta perché ormai committenti ha portato ad un’abitazione di Classe B, immersa nel fatiscente, nasce una nuova casa che, pur di concezione verde e nella storia, semplice nell’impianto architettonico e nella moderna, si integra nell’ambiente circostante e con un dotazione impiantistica, disegnata pensando ai bisogni mutevoli di vecchio fienile, questo sì recuperato perché meritorio di una giovane coppia con figli, oggi piccoli, ma destinati a crescere. una nuova vita. Una casa unifamiliare studiata e progettata in ogni suo aspetto, compresi gli arredi, insieme con la coppia e i tre figli che oggi Un solo livello, ma sfalsato la abitano, rispettando le prescrizioni normative in termini di Progettata dall’architetto 35enne Franz Kosta dello studiofranz efficienza energetica, ma senza la ricerca spasmodica della | architecture d i Salorno, l’abitazione si trova a pochi chilometri massima classe, privilegiando invece aspetti come il comfort, il da Bolzano, in Alto Adige, ad un’altitudine di 250 metri slm, in recupero dell’esistente nel rispetto della memoria storica del luogo condizioni climatiche tali da richiedere un buon compromesso tra http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 e la semplicità costruttiva. protezione dal freddo invernale e contrasto al surriscaldamento

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DUE LIVELLI IN UNO. Nonostante la casa si sviluppi su un unico livello, la struttura è sfalsata in pianta, in altezza e in profondità. Il movimento è dato anche dall’abbinamento di materiali diversi

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n.58

FOTO: PHILIPP FRANCESCHINI

CASA E FIENILE. Il contrasto tra antico e moderno è risolto grazie ad un uso sapiente dei materiali


CORDOLI E CANCELLO IN ACCIAIO. L’uso del cor-ten si integra perfettamente con il legno delle facciate ventilate e la pietra dei muri di contenimento

estivo, fattori non sempre facili da coniugare. Anche perché l’edificio si trova a ridosso del pendio di una montagna, che in inverno limita fortemente l’apporto solare nelle prime ore del giorno. La casa si estende su 200 metri quadrati calpestabili, distribuiti su un unico livello composto da due corpi connessi, leggermente sfalsati in pianta e in altezza (un metro circa), destinati rispettivamente a zona giorno e notte, collegati da un lungo corridoio. Sotto una delle due ali trova posto un garage seminterrato, parzialmente aperto, con una superficie di circa 50 m2. Nel giardino che circonda la casa, di fronte al soggiorno, spicca il vecchio fienile, che dopo un intervento di riqualificazione, http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 è stato adibito a palestra, taverna e spazio coperto per attività all’aperto.

anche per il tetto del fienile, risanato durante i lavori. Materiali nobili e con una lunga storia alle spalle, che trovano naturale complemento nel calcestruzzo a vista dei solai e nel porfido di Monticolo utilizzato per i muri di contenimento.

Doppia soluzione per l’involucro Per garantire l’isolamento dell’involucro edilizio, le pareti perimetrali sono realizzate con uno strato di blocchi in vetro cellulare e uno di laterizio pieno, ricoperti con un cappotto in lana di roccia spesso 14 cm. In corrispondenza delle rientranze che rompono la continuità dell’involucro è stata applicata una facciata ventilata con rivestimento esterno di vecchie assi di legno. Una scelta progettuale che mira a prevenire il surriscaldamento dei locali nelle calde estati, sia attraverso l’inerzia termica delle pareti, sia disperdendo il calore sfruttando l’effetto camino dell’intercapedine tra muratura e rivestimento. Allo stesso tempo, massa e intercapedine riducono in inverno le dispersioni di calore dall’interno verso l’esterno dei locali. La platea e i due solai dell’edificio sono in calcestruzzo pieno. Quello inferiore è isolato con XPS, con il massetto che integra il sistema di riscaldamento a pavimento. La copertura fa massa Aumentare la massa per incrementare lo sfasamento termico, consentendo al calore accumulato di giorno di disperdersi nelle ore notturne, senza surriscaldare i locali: è questa la logica dietro alla copertura piana in calcestruzzo pieno, isolato verso l’esterno con 24 cm di lana di roccia.

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Il legno torna a vivere Nel disegnare la nuova casa, progettista e committente si sono trovati d’accordo nell’adottare un design moderno, cercando però di armonizzare le forme con la memoria storica del luogo. A questo scopo sono stati riutilizzati i materiali recuperati dall’abbattimento dell’antica conceria. Così, la facciata ventilata posa in corrispondenza nelle rientranze nel corpo dell’edificio è stata finita con vecchie assi selezionate e rigenerate, provenienti dai due fabbricati abbattuti o da altre demolizioni nella zona. Il rivestimento ligneo si fonde con il cordolo in acciaio cor-ten che stacca le pareti dal terreno; materiale dalla finitura inconfondibile, scelto anche per il cancello d’ingresso alla proprietà. Il vecchio pavimento della conceria, costituito da assi di larice spesse 7 cm (mantenutosi in buono stato perché rivestito negli anni ’60 con linoleum dai precedenti proprietari), è stato riutilizzato in soggiorno, così come una vecchia porta, rimessa a posto da un artigiano locale, che collega la zona giorno con il corridoio che porta alle camere da letto e ai servizi. Travi e assi di recupero

TANTO LEGNO. Il legno recuperato dagli edifici abbattuti è stato riutilizzato sia alll’esterno, che all’interno dell’edificio n.58

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LA PAROLA AL PROGETTISTA

INGRESSO. Modernità e tradizione in facciata, grazie all’abbinamento di materiali diversi

Franz Kosta, 35 anni, si è formato tra lo IUAV di Venezia e l’Università Tecnica di Vienna. Nel 2014, dopo aver collaborato con diversi studi di architettura con sede a Bolzano, ha fondato lo studiofranz | architecture a Salorno.

SERRAMENTI. Le finestre, di ampie dimensioni, sono in legno e alluminio con profilo complanare. Si aprono sul giardino, al centro del quale si trova il vecchio fienile ristrutturato

Quali sono i concetti chiave del progetto? Insieme al committente abbiamo deciso di costruire un’abitazione dalle forme moderne, in relazione armoniosa con la natura circostante e con il vecchio fienile che rappresenta la memoria storica del luogo, mentre la conceria che è stata abbattuta per far posto alla casa non era né di pregio architettonico, ne di interesse storico, anche se rivive nel nuovo edificio grazie ai materiali recuperati dalla demolizione. In sintesi, abbiamo cercato di elaborare un progetto semplice, non troppo Essendo la casa dispendioso, badando al sodo e cercando di utilizzare il più possibile materiali di esposta ai raggi recupero per trovare una sintesi tra antico e moderno. solari solamente Perché non puntare alla Classe A? nel pomeriggio, Potevamo installare una pompa di calore, aumentare l’isolamento o ricorrere poiché ombreggiata alle fonti rinnovabili per passare dalla Classe B alla A, ma abbiamo verificato parzialmente dalla che i maggiori costi si sarebbero ammortizzati in quasi quarant’anni, un arco vicina montagna, temporale troppo lungo. Inoltre, non aveva senso esaltare le prestazioni non è stato possibile invernali dell’involucro ricorrendo ad un iperisolamento: considerando installare sul tetto un l’altitudine e le particolari condizioni microclimatiche, con estati calde e afose, impianto fotovoltaico; la ho preferito concentrare l’attenzione sull’inerzia termica. copertura piana è stata Come è stato il rapporto con il committente? quindi finita con ghiaia. Abbiamo disegnato la casa insieme, fin nei minimi dettagli, prima di iniziare i Per isolare dall’esterno lavori, in modo tale da non dover modificare il progetto successivamente, tanto gli ambienti riscaldati, che non è stata presentata alcuna variante in corso d’opera. In questo modo non evitando la creazione ci sono state sorprese, la casa è quella che il committente voleva: confortevole, di ponti termici in vivibile e funzionale, con costi sostenibili per il bilancio famigliare. corrispondenza delle Questo perché, salvo eccezioni, abbiamo la possibilità di costruirci una sola casa parti aggettanti della nell’arco della nostra vita e questa deve esprimere i valori e le aspettative della copertura, dove la famiglia. Sta al progettista trovare la giusta sintesi, ma per portare a termine facciata rientra creando questo compito occorre entrare in sintonia con chi dovrà abitare la nuova casa. Se delle nicchiee, è stata manca la giusta chimica, è meglio rinunciare all’incarico. [www.studiofranz.com]

utilizzata la tecnica

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n.58


INTERNI. Anche l’arredamento è stato attentamente studiato prima di iniziare i lavori di costruzione

di taglio termico sviluppata per i solai dei balconi, basata su elementi disaccopiatori portanti (Schöck Isokorb), in acciaio ed XPS, inseriti nel calcestruzzo, in corrispondenza dell’attacco delle pareti verticali.

SCHEDA INTERVENTO Tipologia Abitazione unifamiliare di nuova costruzione Località Salorno (BZ) Altezza 250 slm Gradi giorno 2.740 – zona climatica E Progettista Franz Kosta – studiofranz | architecture Impresa costruzioni Zöggeler Bau, Termeno (BZ) Serramenti Heiss Fenster – Sarentino (BZ) Superficie utile 200 m2 Volume riscaldato 904 m3 Trasmittanza media involucro 0,22 W/m2K Fabbisogno termico per riscaldamento 44 kWh/m2a Classe energetica B

STUFA A LEGNA. Nel soggiorno spiccano la stufa a legna e la panca, rivisitazione moderna delle tradizionali stube altoatesine

VMC BEN CELATA. Un armadio a Legno e alluminio per le finestre muro che corre lungo tutto il corridoio separa la zona a giorno dalle camere La casa si apre sul giardino e sul fienile — da letto. Qui è celata l’unità per la ventilazione meccanica controllata, e come sfondo le montagne altoatesine i cui condotti trovano posto — attraverso finestre in legno con profilo superiormente in un intercapedine realizzata in cartongesso complanare (anta e telaio sono allineati sullo stesso piano) e cornice esterna in alluminio con fini protettivi ed estetici, prodotte dalla Heiss Fenster di Sarentino (BZ). Una delle finestre, collocata nel lungo corridoio che collega gli ambienti, è articolata su tre elementi, due apribili e quello centrale fisso. Tutto intorno all’abitazione, a circa mezzo metro di altezza rispetto al terreno, corre un cordolo in acciaio cor-ten. Anche i mobili sono stati disegnati su misura dal progettista e costruiti da artigiani locali, dopo un lungo confronto con i committenti.

Stufa a legna, caldaia a gas e ventilazione La parte impiantistica è tutto sommato semplice, quasi minimale: una stufa a legno murata in soggiorno, accanto ad una panca in legno, richiama la traduzione della stube e concorre a riscaldare la zona giorno nelle giornate più fredde o quando si vuole creare una calda atmosfera domestica. Una caldaia a condensazione, alimentata a gas, fornisce invece l’acqua calda sanitaria e provvede ad alimentare il sistema di riscaldamento a pavimento che corre lungo tutta la casa, annegato nel massetto. Il sistema di distribuzione consente di regolare la temperatura stanza per stanza, in modo tale da integrare il riscaldamento a pavimento con la stufa a legna. La qualità dell’aria è garantita da un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore, dove l’unità meccanica è celata all’interno dell’armadio a muro realizzato nel corridoio lungo sette metri, sopra il quale passano anche i condotti per la distribuzione e la ripresa dell’aria. Soluzione che riduce l’ingombro, agevolando gli interventi di manutenzione o sostituzione degli elementi. t n.58

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DENTRO L’OBIETTIVO

La scuola rinasce col legno A Firenze la Buona Scuola si fa così: un vecchio edificio abbattuto e ricostruito pensando al comfort degli alunni e al risparmio energetico u ALDO ROMAGNA


L’intera struttura della scuola (in questo caso il refettorio) è realizzata con pannelli strutturali X-LAM in legno multistrato

Anche le finestre, come la struttura, sono realizzate in legno nel segno di una continuitĂ stilistica


FRONTE E RETRO. Due immagini degli esterni della nuova scuola Calvino di Firenze, edificata in meno di un anno sulle fondamenta di un edificio pre-esistente

B

uona Scuola significa tante cose: anche costruire edifici accoglienti, sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico. Se poi la scuola, oltre che buona è anche bella, tanto meglio, considerato che agli alunni andrebbe trasmessa anche una visione architettonica, arte che affonda le radici nella nostra storia. Un buon esempio di edificio scolastico al tempo stesso confortevole, efficiente e piacevole alla vista è quello inaugurato a settembre nel Quartiere 4 di Firenze, sulle fondamenta di un precedente stabile energivoro, abbattuto nel 2011 dopo aver manifestato gravi carenze strutturali che avrebbero richiesto un intervento radicale e oneroso.

Ricostruita in meno di un anno

I lavori di ricostruzione, portati avanti seguendo i canoni della bioedilizia, sono partiti nel 2014 e, meno di un anno dopo, la Scuola primaria Calvino è stata consegnata ad alunni e insegnanti, giusto in tempo per l’apertura dell’anno scolastico 2015/2016. Tempi record per l’edilizia pubblica in Italia, ottenuti anche grazie al sistema costruttivo adottato (pannelli prefabbricati X-LAM) per ridurre al minimo i disagi ai cittadini. Il tutto con un costo intorno a 5,2 milioni di euro che, rapportati alla dimensione e alle prestazioni energetiche, risultano interessanti. «La costruzione del nuovo edificio, pensato con le più innovative tecnologie anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, rientra in un progetto molto ambizioso di riqualificazione dell’edilizia scolastica cittadina», ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella nel corso della cerimonia di inaugurazione

INTERNI AMPI E LUMINOSI. L’illuminazione è quanto più possibile naturale e, quando non è sufficiente, entrano in funzione le lampade LED dimmerabili a basso consumo energetico

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n.58


PARETI ESTERNE: STRUTTURA E POSA

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tenutasi a settembre. «Troppe volte nel nostro Paese abbiamo sentito parlare di scuola che non sono sicure dal punto di vista ambientale e della salute di chi ci lavora e ci studia. Noi a Firenze ormai da qualche anno siamo molto concentrati sulla qualità edilizia delle strutture scolastiche».

Aule e laboratori per 280 alunni

Il nuovo fabbricato è sito in via Santa Maria a Cintoia, nel comune di Firenze, all’interno dell’Istituto comprensivo Pirandello, dove sono già presenti una scuola dell’infanzia, un asilo nido e la scuola secondaria Pirandello. Costato 5,2 milioni di euro, l’edificio si estende su 3.500 metri quadrati distribuiti su due livelli, più un piano seminterrato destinato a depositi e ripostigli. Inoltre, nei due blocchi più alti del complesso è stato ricavato un sottotetto con vani tecnici, dove trovano posto le unità per il trattamento dell’aria e l’armadio ascensori. Il prospetto presenta corpi di fabbrica con altezza variabile da 10,2 a 12 metri per una lunghezza complessiva di 83,5 metri e una larghezza di 21,5 metri. Lo spazio

dedicato alla didattica prevede 12 aule di circa 50 m2 ciascuna (5 al primo livello, 7 al secondo), nove laboratori, sala lettura e spazio per riunioni, che insieme ai servizi e agli uffici amministrativi, è quanto occorre per ospitare 280 alunni della scuola primaria e i loro insegnanti. Completano l’area 6.ooo m2 di aree verdi.

Struttura in X-LAM

La struttura fuori terra poggia sui muri perimetrali interrati del precedente edificio, mantenuti perché ancora in buono stato. Essendo la nuova pianta più estesa di quella pre-esistente, sono state aggiunte travi di fondazione e pilastri in calcestruzzo armato. Alla base delle pareti perimetrali, al posto del n.58

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ISOLAMENTO: STRUTTURA E POSA

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LEGNO ANCHE PER TERRA. Stratigrafia del solaio, basato come le pareti su pannelli X-LAM opportunamente coibentati e rivestiti

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n.58

tradizionale cordolo in larice è stato impiegato un profilato di alluminio (Alufoot), che garantisce isolamento termico, acustico e barriera alla risalita dell’umidità. Il solaio tra piano interrato e primo piano è in laterocemento rivestito con XPS e protetto dalla risalita di umidità mediante guaine, con opportuna coibentazione in legno. I restanti solai e la copertura sono realizzati, come tutte le pareti interne ed esterne portanti, con pannelli di legno a strati incrociati (X-LAM), fino a 9 nel caso dei solai, con uno spessore di 297 mm, forniti da XLAM Dolomiti e posati dalla società “Vivere Il Legno” di Poggibonsi. I massetti sono di tipo a secco con pannelli di fibrogesso. In legno è anche l’isolamento termoacustico dell’involucro, affidato a pannelli di fibra spessi 120 cm (155 kg/m3), intonacati all’esterno e rivestiti all’interno con una controparete placcata in


COPERTURA: STRUTTURA E POSA

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fibrogesso. Nelle pareti interne e in quelle esterne non portanti, le fibre di legno sono rimpiazzate da canapa (60 cm), inserita nella controparete. Pareti, sottofondi e controsoffitti sono stati realizzati con lastre ricavate dalla lavorazione di carta riciclata, gesso e acqua, compattate ad alta pressione. La copertura è di tipo ventilato, con listelli e assiti in legno, isolamento in fibra di legno con due diverse densità, (140 e 240 kg/m3) e finitura con lamiera in alluminio aggraffata. Non mancano, nella stratigrafia del tetto, guaine barriera all’aria e vento e le nastrature del caso.

LAVORI IN CORSO. Posa del massetto a secco su solaio in legno

Tanto legno anche nei serramenti

Anche per i serramenti, la scelta è caduta sul legno: abete per quelli interni, pino di Finlandia per quelli esterni e le portefinestra, tutti n.58

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MONTAGGIO DELLE PARETI XLAM

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PERCHÉ IN LEGNO? La scelta del legno per la struttura del nuovo edificio scolastico nasce dall’esperienza fatta con la scuola per l’infanzia L. Capuana a un piano, commissionata dal Comune qualche anno fa, che ha avuto riscontri positivi in termini di leggerezza, resistenza alle sollecitazioni sismiche, sostenibilità, isolamento termoacustico e rapidità di costruzione grazie alla posa a secco mediante connessioni meccaniche. Un edificio a pannelli portanti è una struttura scatolare in cui pareti e solai sono costituiti da pannelli di legno massiccio molto rigidi e resistenti, giuntati mediante collegamenti meccnici. Il pannello X-LAM, prefabbricato in stabilimento con le necessarie aperture per porte e finestre, arriva in cantiere pronto per il montaggio. È composto da diversi strati di tavole in legno di conifera incrociati ed incollati tra loro in modo tale da garantire la stabilità dimensionale e la rigidità necessarie per rispondere ai requisiti strutturali. Questo elemento costruttivo, disponibile in diversi spessori, può essere impiegato per le pareti esterne dell’edificio, nei solai o in copertura, nella realizzazione di edifici a uno o più piani, anche pubblici, come nel caso della scuola fiorentina. Ultima considerazione, ma non meno importante, il processo costruttivo in legno che utilizza elementi preconfezionati fuori opera consente di avere un cantiere più ordinato, pulito, in una sola parola, più sicuro.

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n.58


SCHEDA INTERVENTO Tipologia Edificio scolastico multipiano in legno Località Firenze Gradi Giorno 1.821 Zona Climatica D Committente Comune di Firenze – Direzione Servizi Tecnici Direttore Ing. Michele Mazzoni Responsabile unico del procedimento Ing. Alessandro Dreoni Progettisti Architettonici Ing. Riccardo Ricci, Geom. Marco Noferi, Geom. Giovanna Grazzini, Arch. Daniele Squilloni Consulente Architettonica Arch. Teresa Lovascio Progettisti Impianti meccanici Ing. Filippo Cioni, P.I. Lorenzo Cappugi, P.I. L. Mazzetti, P.I. David Cionini, P.I. Sandro Faggi, P.I. Giovanni Pagano Progettisti Impianti Elettrici P.I. Valter Masini P.I. Fabio Calonaci, P.I. Martino Pinzauti Progetto strutture in legno Timber Design Direttore dei lavori Ing. Riccardo Ricci Impresa aggiudicante CCC Società cooperativa Impresa esecutrice CMSA Società cooperativa di Montecatini Terme Dimensioni lunghezza 83,5 larghezza 21,5 metri Superficie 3.500 m2 Cubatura 17.293 m3 Prestazione energetica globale 4,44 kW/h m2 Classe energetica A Costo totale 5,26 milioni di euro

dotati di vetrocamera con funzione di isolamento termoacustico e rivestimento basso emissivo. I due portali di ingresso all’edificio sono realizzati con una struttura portante in legno con isolamento in XPS e finitura in intonachino. http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 L’edificio è dotato di balconi e gronde con brise soleil a pale ellittiche. Sistemi di ombreggiatura mobili, con comando remoto, sono stati collocati anche su finestre e porte finestra. Funge allo scopo anche il loggiato posto sul fronte dell’edificio, in particolare per proteggere dall’eccessivo irraggiamento solare i locali al piano terreno.

Impianti a basso consumo

Con il rifacimento dell’edificio è stata anche realizzata una nuova centrale termica ad alta efficienza energetica. Il riscaldamento è a bassa temperatura con distribuzione mediante pannelli radianti attivabili per zone, mentre la produzione di acqua calda sanitaria è coadiuvata da un impianto solare termico posto in copertura, che concorre a ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio. Il ricambio d’aria è affidato ad un impianto di ventilazione meccanica con distribuzione dell’aria a soffitto; le due unità di trattamento aria sono collocate nel sottotetto. Per ridurre gli sprechi idrici, l’acqua piovana viene canalizzata in gradi serbatoi, raccolta e riutilizzata per tutte le cassette di scarico dei bagni. Completano la dotazione impiantistica un campo fotovoltaico in copertura e un sistema di illuminazione LED a basso consumo energetico. I punti luce sono dimmerabili e dotati di autoregolazione in funzione della luce naturale, con spegnimento automatico quando le aule sono vuote. Nel progettare gli impianti è stato considerato l’accesso per gli interventi di manutenzione: così, per esempio, i cavedi all’interno dei quali passano tutte le tubazioni di adduzione e di scarico sono ispezionabili in caso di rotture o manutenzione che permetta di intervenire sui guasti senza disturbare glli spazi dedicati all’apprendimento scolastico. Grazie all’isolamento dell’involucro, la scelta dei serramenti e l’impiego delle energie rinnovabili, la scuola fiorentina si colloca tra gli edifici scolastici più sostenibili del paese, come testimonia la classe energetica A conseguita a fine lavori. t

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PASSAGGIO IMPIANTI. Nel progettare gli impianti è stato agevolato l’accesso per gli interventi di manutenzione I PROGETTISTI. Il team che ha lavorato al progetto della scuola Calvino di Firenze n.58

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I Costruttori Casaclima Südtirol garantiscono comfort, sicurezza ed economicità

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L’Alto Adige/Südtirol è una delle regioni leader a livello mondiale nel campo delle costruzioni a basso consumo energetico. Il numero delle CaseClima costruite in Alto Adige ha già superato i 3.300 edifici. Insieme risparmiano circa dieci milioni di litri di gasolio all’anno. Prevediamo che nei prossimi anni e decenni il completo consumo energetico della nostra regione sarà proveniente da fonti energeti-

ci rinnovabili. Fin dall’inizio i nostri artigiani di CCS hanno avuto un ruolo importante in questo sviluppo. Hanno contribuito a questo successo dedicando molto tempo alla formazione e maturando un’esperienza negli anni di incalcolabile valore. Il marchio Costruttori CasaClima Südtirol riunisce un gruppo selezionato di artigiani che opera in conformità con i massimi standard

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DENTRO L’OBIETTIVO

NZEB E CLASSE A IN CONDOMINIO

A Mediglia, non lontano da Milano, 34 appartamenti beneficiano di prestazioni energetiche già in linea con i nuovi criteri sul risparmio energetico u VEERA KARPASTO

Le pareti perimetrali sono costruite con blocchi in calcestruzzo cellulare spessi 48 cm

Grande attenzione all’eliminazione dei ponti termici, anche in corrispondenza degli aggetti

Il tetto ventilato è in legno, ben isolato grazie ad un doppio strato di fibra di legno

n.58

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D

al 1º gennaio 2016, cinque anni prima di quanto imponga la normativa nazionale, in Lombardia si potranno costruire solo case NZEB, ovvero ad energia quasi zero, intendendo con questa accezione edifici ad elevata prestazione energetica, con fabbisogno quasi nullo e coperto in larga parte da fonti rinnovabili. Con qualche mese di anticipo sulle prescrizioni regionali, a Mediglia — non molto distante da Milano — un condominio appena completato può già appuntarsi la medaglia NZEB avendo ricevuto la certificazione CasaClima Classe A, che insieme a quella Oro, è conforme a quanto prescritto dalla Direttiva europea sugli edifici NZEB, recepita di recente nel nostro ordinamento.

La Classe A si vende bene

Il progetto della Residenza Leonardo ha preso avvio nel marzo del 2012, il cantiere è partito un anno più tardi, con la consegna dei primi appartamenti nella primavera 2015; e, a settembre, è arrivata l’ambita targa CasaClima Classe A. Secondo il costruttore, l’elevata prestazione attestata dal certificato energetico si è rilevata anche un’ottima leva di marketing, tanto che in pochi mesi sono stati venduti quasi tutti i 34 appartamenti, in uno scenario immobiliare non dei più favorevoli.

NOME NON CASUALE. Il condominio è stato battezzato Residenza Leonardo in memoria dell’ex Presidente della società committente (Coop. Edilizia S. Maria del Bosco), Leonardo Pizzamiglio, padre dell’attuale Presidente Daniele, venuto a mancare durante la costruzione dell’edificio. In tempi non facili, Leonardo Pizzamiglio aveva deciso di puntare su un edificio NZEB nonostante le molte difficoltà e incertezze dello scenario immobiliare

Tre scale e oltre 30 unità

L’edificio si sviluppa su tre piani fuori terra, un sottotetto e un livello interrato per un totale di 34 appartamenti di diversi tagli (bilocali, trilocali e quadrilocali), suddivisi in tre scale, con relativi ascensori. Al piano interrato si trovano i box, le cantine e il locale tecnico, mentre i primi tre livelli sono occupati dalle abitazioni; infine, nel terzo piano fuori terra sono state ricavate le mansarde, alcune delle quali abitabili. Gli appartamenti al piano terra possiedono anche un piccolo giardino di proprietà. Oltre ai garage interrati, sono presenti posti auto all’esterno, protetti da una pensilina in legno che sulla sommità ospita un http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 campo fotovoltaico con potenza di picco pari a 21 kWp.

50 21.5

310 120

50

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594.5 90 90

90 210

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58 11

291

1513

368 119.5

240

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11 104.5

12

60 250

332

70

80 210 120 250

105

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472.5

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11 227

144

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137.5

11

1085.5

11

15

437.5

SOGGIORNO

CAMERA DOPPIA

120 250

15

120 250

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573

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562

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CUCINA

80 210

80 210

11

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119.5

11

166.5

11

200

295

70 150

11 70 210

90.5

80 210

306.5

58

123

80 210

11

275.6

52 11

295

174.5

253.5 CAMERA SINGOLA 120 150

11

303.9

34.5

204.5

15

144

998

n.58

180

144

159

7

731.5 31.5

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TEL

940

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A9 CIT

335.5

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1695

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180 250

178.5

382

A

167

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N°2 MU

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80 210

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CAMERA DOPPIA

180

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TV

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N°1 MU

70 150

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80 210

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2723

ENEL

11

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192

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QUASI FINITO. Appartamento quasi ultimato al secondo piano e pianta con disposizone dei locali

A11 A10

90 210

62.5

150

116

276

11

222

120

76.5

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LOTTA AI PONTI TERMICI. Pilastro interno rivestito con pannelli isolanti minerali Multipor di Ytong: il materiale è lo stesso dei blocchi perimetrali, ma la densità è inferiore

LAVORI IN CORSO. Posa in opera del solaio tra il piano interrato e piano terra, con isolamento in XPS

PARTICOLARI COSTRUTTIVI. Coibentazione con lana di vetro degli incavi ricavati nelle pareti perimetrali per i canali di espulsione fumi cucina

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Blocchi in cls cellulare

La struttura dell’edificio è semplice e tutto sommato lineare: in cemento armato dal piano interrato fino al secondo livello, con solette in calcestruzzo alleggerito e tetto a falde in legno. La soletta tra livello interrato e piano terra è spessa 75 cm, con isolamento di 14 cm in XPS in modo tale da raggiungere una trasmittanza U = 0,12 W/m2k. Tutti i pilastri interni, che salgono fin dal piano interrato, sono stati isolati con elementi Multipor di Ytong, spessi 5 cm, in modo da scongiurare la formazione di ponti termici. La muratura perimetrale vede l’impiego di blocchi in calcestruzzo cellulare spessi 48 cm (Ytong Clima Gold, U = 0,18 W/m2k). Per evitare la formazione di ponti termici,

i blocchi sbordano di 12 cm oltre il filo dei pilastri e delle solette: lo spazio creato dallo sfalsamento dei blocchi è saturato mediante pannelli in materiale isolante spesso 8 cm (Stiferite) e tavelle Ytong sempre in cls cellulare. Il calcolo agli elementi finiti ha confermato la validità di questa soluzione, avendo rilevato temperature interne sempre superiori a 17 °C. Tutti i balconi e i corpi scala sono separati dagli ambienti riscaldati da disgiuntori termici spessi 8 cm, anche in questo caso collocati allo scopo di evitare la formazione di ponti termici, particolarmente critici in corrispondenza degli aggetti.

LAVORI IN CORSO. Posa dei disgniuntori termici in corrispondenza dei terrazzi, isolati con 10 cm di pannelli Stiferite (foto a destra)

n.58

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PRESTAZIONALE ANCHE IN ESTATE Considerate le condizioni climatiche della Pianura Padana, l’involucro è stato defenito pensando non solo alle fredde giornate invernali, ma anche a quelle calde e afose che caratterizzano l’estate lombarda. La prestazione estiva dell’involucro è così calcolata: Per la muratura perimetrale: • Trasmittanza termica periodica: 0,01 • Sfasamento: 18,30 h • Fattore di attenuazione: 0,06 Per il tetto: • Trasmittanza termica periodica: 0,023 • Sfasamento: 14,40 h • Fattore di attenuazione: 0,157

TARGA CASACLIMA. La consegna è avvenuta il 19 novembre scorso. A riceverla, da sinistra a destra: l’Arch. Romolo N. Pugliese, il Presidente della Coop Daniele Pizzamiglio e il Sindaco di Mediglia Paolo Bianchi

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CENTRALE TERMICA. Pompa di calore geotermica e accumuli per ACS. Ogni corpo scala è servito anche da piccoli bollitori ad accumulo e caldaie a condensazione

LAVORI IN CORSO. Nastratura del tetto per garantire la necessaria tenuta all’aria. LAVORI IN CORSO. Isolamento della copertura con un doppio strato di fibra legno a differente spessore e densità

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n.58


SCHEDA INTERVENTO Tipologia Edificio residenziale plurifamiliare Località Mediglia (MI) Gradi Giorno 2.557 – Zona Climatica E Committente Coop. Edilizia S. Maria del Bosco Progettista e Direttore Lavori Arch. Fulvio Battaglia Consulente CasaClima Arch. Romolo N. Pugliese Progettista strutture Ing. Pietro Tola Termotecnico P.I. Maurizio Fumanelli Certificatore energetico Cened Arch. Walter Zaninelli Impresa costruttrice Tassi Costruzioni srl Capocantiere Geom. Lorenzo Corrù Slp 3.295 m2 Superficie netta 2.734 m2 volume riscaldato 11.564 m3 S/V 0,47

ANALISI AGLI ELEMENTI FINITI. Grafico dell’ttacco del serramento alla muratura perimetrale

Indice termico 25 kWh/m2a Efficienza complessiva13 Kg/m2a di CO2 Certificazione energetica CasaClima Classe A

Copertura e finestre in legno

Il tetto è in legno, di tipo ventilato, con isolamento composto da un doppio strato di fibra di legno: il primo, spesso 10 cm, ha una densità di 120 kg/m3, mentre il secondo, dello spessore di temperatura e ACS. Ogni corpo scala è anche servito da piccoli bollitori ad 16 cm, si caratterizza per una densità maggiore, pari accumulo da 500 litri e da una caldaia a condensazione da 30 kW, che entra a 160 kg/m3. Il valore di trasmittanza del tetto risulta in funzione solo quando la richiesta di acqua calda sanitaria supera la soglia di pari, nel complesso, a 0,15 W/m2k. calcolo standard. In legno sono anche i serramenti, dotati di doppi Il sistema è completato da due serbatoi di accumulo inerziale verticale a vetri per garantire lehttp://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 necessarie prestazioni termiche stratificazione da 2000 e 1000 litri, che operano, rispettivamente, a 45 °C e 40 °C. (U = 1,28 W/m2k) con fattore solare del 46% e La ventilazione meccanica con recupero di calore (variabile tra l’89% e il 91%) è trasmissione luminosa del 68%. Le finestre e le porte gestita da unità collocate in ogni alloggio, in uno spazio di disimpegno facilmente finestra sono dotate di persiane con ante a stecche ispezionabile. fisse; l’ombreggiamento è garantito in gran parte Sul fronte delle rinnovabili, l’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico di circa dagli sporti di gronda e dai balconi. 127 m2, con potenza di picco di 21 kW, a servizio delle parti comuni. Non è invece stato ritenuto necessario installare un sistema di raffrescamento.

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Geotermico con acqua di falda

La dotazione impiantistica è adeguata ad una casa ad elevato risparmio energetico, con pompa di calore, sistema di riscaldamento radiante a pavimento, ventilazione meccanica controllata con recupero di calore in ogni appartamento, campo fotovoltaico in copertura (pensilina parcheggio). Per sfruttare le caratteristiche del terreno, che presenta una falda abbondante e in molti casi affiorante, è stata installata una pompa di calore acqua-acqua a due stadi, raffreddata ad acqua, con potenza nominale di 93,2 kW, che utilizza l’acqua della falda grazie a due pozzi di emungimento. La pompa di calore provvede alla produzione centralizzata di acqua per riscaldamento a bassa

Test e certificazione

Per verificare la tenuta all’aria, come prescritto dal protocollo CasaClima, al termine dei lavori è stato effettuato il blower door test in sei appartamenti: i risultati hanno consentito il conseguimento della Classe A con i protocolli CasaClima e Cened. t

LAVORI IN CORSO. Posa del falso telaio con barriera al vapore.

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IN CANTIERE

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INVOLUCRO

Informazioni dalle aziende

Facciata ventilata per la ristrutturazione del

condominio milanese L’intervento ha previsto l’applicazione di un rivestimento termoisolante strutturale che, in un'unica soluzione, fornisce il cappotto esterno continuo e ventilato e la struttura di supporto per il rivestimento Isotec Parete — nello spessore 100 mm con passo 600, 400 e 250 mm — sono stati fissati mediante tasselli direttamente sui tamponamenti esterni in laterocemento, precedentemente regolarizzati con intonaco a perfetto piano e piombo. A seguire sono state posate a secco le lastre in gres 120 x 60 cm e fissate al correntino tramite morsetti, le cui alette si inseriscono a scomparsa nel taglio “kerf” della lastra. La versatilità e la maneggevolezza dei pannelli hanno reso possibile la posa anche su una porzione di facciata dalla conformazione leggermente curva.

Per l’intervento di ristrutturazione del complesso residenziale di via Campanini a Milano è stata progettata e realizzata una trasformazione sostanziale, consistente nel recupero totale dell'immobile. L’edificio, risalente agli anni ’70, si sviluppa su 8 piani fuori terra, un piano seminterrato ed uno interrato. L’intervento ha visto il mantenimento del solo scheletro della struttura in cemento armato, poi rinforzata ed adeguata alle nuove normative, mentre l’interno è stato completamente rimodellato per ospitare 26 alloggi di diverse tipologie e superfici, oltre a 4 porzioni adibite ad uffici. La riqualificazione di conseguenza può essere paragonata ad una nuova costruzione, sia dal punto di vista delle tecnologie utilizzate, che dei parametri raggiunti. Comfort abitativo Il progetto ha interessato molteplici aspetti, dalla ristrutturazione totale, che ha ridisegnato completamente la suddivisione degli spazi interni, alla riqualificazione energetica ed estetica delle facciate. Per raggiungere contestualmente questi due obiettivi è stato scelto il sistema per facciate ventilate Isotec Parete di Brianza Plastica, una soluzione termoisolante strutturale che consente di realizzare, in un’unica soluzione tecnica, un cappotto esterno continuo e ventilato e la struttura di supporto per il rivestimento. I pannelli Isotec Parete sono

realizzati in poliuretano espanso rigido autœstinguente, rivestito da un involucro impermeabile in lamina di alluminio goffrato. Il pannello, grazie alla battentatura a coda di rondine sui lati contrapposti, assicura una coibentazione continua dell’involucro edilizio, che elimina i ponti termici e riduce le oscillazioni termiche. Inoltre, il correntino asolato solidale al pannello svolge una doppia funzione: da un lato offre una versatile soluzione di fissaggio per i rivestimenti esterni, compatibile con tutte le tipologie di finitura sia leggere che pesanti; dall’altro consente la creazione di una camera di ventilazione tra isolante e rivestimento, che apporta benefici termoigrometrici in tutte le stagioni dell’anno. In estate il rivestimento esterno riduce l’irraggiamento solare diretto sull’isolante e il flusso d’aria favorisce l’asportazione del calore verso l’esterno, evitando il surriscaldamento della parete e garantendo un minor assorbimento di calore attraverso l’involucro dell’edificio, con una significativa riduzione dei costi di condizionamento. In inverno la ventilazione favorisce un rapido smaltimento dell’umidità all’interno della camera d’aria.

Ridurre i tempi di realizzazione La scelta del sistema Isotec Parete, inizialmente non prevista a capitolato e proposta dall’impresa in variante migliorativa d’accordo con la Direzione Lavori e la Proprietà, è stata adottata, oltre che per le proprietà isolanti del materiale, anche per la semplicità e rapidità di posa. Questo ha significato un grande vantaggio per l’impresa Edil Castellucci Srl di Cambiago (MI) che ha potuto ridurre i tempi di realizzazione, garantendo il rispetto delle ristrette tempistiche imposte a garanzia degli impegni contrattuali. Inoltre, la proprietà, senza aumenti di spesa, ha potuto usufruire di un prodotto con migliori prestazioni termo-igrometriche rispetto a quanto previsto in capitolato, mantenendo un vantaggio economico rispetto ad una facciata ventilata tradizionale.

Le fasi di posa Per la realizzazione della facciata ventilata, i pannelli

Per informazioni: Brianza Plastica S.p.A. Via Rivera, 50 – 20841 Carate Brianza (MB) T. 0362 91601 | F. 0362 990457 info@brianzaplastica.it | www.brianzaplastica.it tecnico.comm@brianzaplastica.it


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Involucro edilizio

Pelle dell’edificio sempre più dinamica, intelligente e adattiva L’adattabilità climatica dell’involucro può essere un parametro chiave per realizzare edifici energeticamente efficienti? È possibile definire un modello univoco? Due lavori presentati all’ultimo Energy Forum cercano di rispondere a queste domande di Patrizia Ricci

Sintesi delle relazioni “The Climate Based design of Opaque Ventilated Facades” di Emanuele Naboni e Sergio Tarantino “Application of Climate Adaptive Building Skin in Building Renovation” di Shu Xin presentate all’Energy Forum 2014 di Bressanone. CALL FOR PAPERS 11th Conference on Advanced Building Skins 10-11 Ottobre 2016, Berna (Svizzera)

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l crescente interesse verso le facciate adattative, capaci di adeguare funzioni e prestazioni in base alle condizioni climatiche esterne, trova risconto negli sviluppi più recenti della concezione dell’involucro edilizio. La presa di coscienza della necessità di uno sviluppo sostenibile come soluzione all’emergenza ambientale, ha portato all’obiettivo di ridurre i consumi in edilizia anche attraverso soluzioni tecnologiche basate sull’approccio bioclimatico. L’involucro, in quanto filtro microclimatico tra l’esterno e l’interno, ha un ruolo primario nel raggiungere questo obiettivo. Emerge così un nuovo concetto di “pelle dell’edificio”, sempre più dinamica, intelligente e adattiva, a cui devolvere parte delle funzioni di controllo climatico tradizionalmente assolte dall’impianto.

Involucro e clima In questo senso, la “pelle” dell’edificio viene studiata in quanto elemento che regola le condizioni climatiche e ambientali tra interno ed esterno, consentendo di realizzare edifici con relazioni complesse variabili e con qualità termiche e visive adattabili, in cui la pelle non è più solo involucro, ma acquista un valore determinante per l’intero sistema costruttivo.

Il retrofit delle facciate può diventare dunque l’elemento chiave per ripensare l’involucro o l’edificio nel suo complesso, portando alla progettazione o alla riqualificazione di una nuova classe di edifici con involucri intelligenti ed adattivi, caratterizzati da un comportamento sempre più efficiente e performante. L’applicazione di tali concetti al campo della progettazione reale evidenzia però dei limiti: la corretta progettazione di un edificio, e di un involucro, non può prescindere dalla conoscenza del clima locale e dei conseguenti dati climatici: diverse condizioni climatiche richiedono quindi soluzioni progettuali su misura. Due lavori presentati all’ultimo Energy Forum di Bressanone contribuiscono a chiarire alcuni aspetti legati alla progettazione di facciate adattattive. n.58

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PROGETTAZIONE SU BASE CLIMATICA DI FACCIATE VENTILATE OPACHE FIGURA 1  FACCIATA VENTILATA OPACA. In questa soluzione il canale di ventilazione è posto tra lo strato isolante e il rivestimento in metallo Crediti: Arup, Mauricio Cardenas

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no dei punti di partenza per l’ottimizzazione delle performance termiche dell’involucro è la conoscenza dei fattori e delle condizioni climatiche che riguardano il contesto geografico e ambientale nel quale l’edificio verrà collocato, o già si trova, nel caso di un intervento di riqualificazione di un complesso esistente. Uno studio presentato al Nono Energy Forum di Bressanone da Emanuele Naboni e Sergio Tarantino, professore presso la Scuola di Architettura di Copenhagen il primo, ricercatore presso l’Università di Stanford il secondo, fornisce alcune indicazioni utili per la progettazione su base climatica delle facciate ventilate opache (OVF). Queste sono state largamente impiegate negli ultimi decenni, soprattutto nella riqualificazione energetica di edifici esistenti. Tuttavia, non è semplice comprendere come raggiungere l’efficienza energetica in differenti condizioni climatiche. In quali condizioni climatiche le OVF contribuiscono alla riduzione dei http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 carichi termici di riscaldamento e raffrescamento? Per quale tipologia di edifici sono più efficienti, industriali o abitazioni? Come e quanto possono impattare sulle performance energetiche di un edificio i parametri di progetto delle OVF (materiali, dimensione dei giunti, larghezza, apertura e chiusura del canale di ventilazione)? La ricerca mostra che la scelta e la corretta progettazione dell’involucro non possono prescindere dalle condizioni climatiche o geografiche ma ne risultano strettamente dipendenti. Diverse condizioni richiedono soluzioni differenti, proprio come nella scelta di un “vestito”.

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CHE COSA SONO LE FACCIATE VENTILATE OPACHE Con il termine “facciate ventilate opache” si intende un insieme di soluzioni tecniche, anche molto differenti tra loro, accomunate dalla presenza di un’intercapedine d’aria (cavity) tra un involucro edilizio interno ed uno esterno. Per tale ragione, è spesso utilizzata anche la dizione “facciate a doppia pelle”. Lo strato interno svolge la funzione di isolamento (in alcuni casi di massa termica), mentre quello esterno, chiamato “baffle” (Griffith), agisce da filtro della radiazione solare. Il baffle è tipicamente costituito da pannelli modulari e lastre realizzate con diversi materiali (metallo, ceramica, pietra, composito). In alcune tipologie, i giunti fra le lastre sono chiusi (Figura 1) e danno luogo ad un moto ascendente dell’aria nell’intercapedine, dovuto all’effetto camino che si genera all’interno della camera d’aria. In particolare, il riscaldamento dell’intercapedine determina il moto convettivo dell’aria, che si riscalda all’interno della cavità e si sposta verso l’alto. In alcuni casi, i giunti possono essere aperti: l’aria entra e esce attraverso i giunti con una notevole riduzione dell’effetto camino (Ciampi). Anche l’impatto di giunti aperti o chiusi sulle facciate ventilate è stato oggetto della ricerca. L’attenzione alle facciate ventilate opache è legata alla loro capacità di ridurre i carichi termici di raffrescamento nel Sud Europa. È interessante capire se e quanto le facciate ventilate opache portino risparmio energetico e comfort termico

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FIGURA 2  CENTRAL SAINT GILES A LONDRA. Facciata ventilata opaca in ceramica a giunti aperti, con differenti colori che determinano differenti coefficienti di assorbimento Crediti: RPBW

Figura 3 – Vista 3D della “shoe box” usata per i test

Tabella 1 – Definizione del modello base di riferimento

in diverse condizioni climatiche, dal Nord al Sud Europa.

SPERIMENTAZIONE PARAMETRICA

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Le facciate ventilate opache offrono diverse Tabella 2 – Parametrizzazione dell’esperimento al variare delle località climatiche possibilità di “personalizzazione” scegliendo diversi materiali per lo strato esterno, colori e dimensioni +$("$,#'-. +$#/'delle lastre del rivestimento esterno (Figura 2), 0*#$(.1,-*(23"4"35.*6. % oppure agendo sulla larghezza e sulla chiusura del canale di ventilazione. Ma quanto è possibile e http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 % conveniente “customizzare” il progetto delle OVF % in base ad una specifica condizione climatica? Sebbene in letteratura siano presenti diversi studi &(*7($) " che riconoscono il risparmio energetico ottenibile con l’uso di facciate ventilate opache, queste ricerche considerano solo un limitato numero di luoghi e di "&$ soluzioni standard e prendono in considerazione quasi esclusivamente località del Sud Europa. Il energetico. I climi considerati sono quello di Copenhagen, Monaco, Milano lavoro di Naboni e Tarantino estende il campo e Palermo (Tabella 1) per due tipologie di edificio, residenziale e industriale, di analisi a località del Nord Europa e diverse rispettivamente con basso e alto carico termico. configurazioni delle facciate. Le prestazioni delle OVF sono state testate attraverso uno studio parametrico Nel modello energetico utilizzato (“shoe box”), la che prevede una combinazione di tre tipi di materiali e tre diverse larghezze del facciata ventilata opaca è esposta a sud (Figura 3). canale di ventilazione. Inoltre, sono stati considerati giunti aperti e chiusi. Per Lo strato interno è stato ipotizzato con 0.XX m di ogni località climatica sono state portate a termine 54 simulazioni (Tabella 2). calcestruzzo e isolante standard, il cui spessore varia Inoltre, è stata effettuata una simulazione con il canale di ventilazione chiuso in per ogni località secondo disposizioni normative, inverno. I risultati sono stati confrontati con un edificio equivalente con canale di interposto tra calcestruzzo e il canale di ventilazione. ventilazione chiuso (modello di riferimento). Per ogni località climatica, le facciate Le proprietà delle aperture vengono definite nella ventilate e il modello di riferimento hanno lo stesso valore di trasmittanza termica. Tabella 1, con rapporto aeroilluminante pari a 1/8. La simulazione è stata effettuata con il software EnergyPlus, programma che Tutte le altre pareti sono considerate adiabatiche in incorpora il modulo Exterior Naturally Vented Cavity (ENVC) che tiene conto delle modo che la OVF sia l’unica ad influire sul consumo

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implicazioni termodinamiche delle OPV. L’uso di uno strumento climatico interattivo permette di analizzare i parametri di temperatura, umidità, radiazione solare, vento e luce diurna relativi all’edificio che si vuole progettare o analizzare in riferimento a qualsiasi specifica posizione geografica, evidenziando le caratteristiche, favorevoli e sfavorevoli, di ciascuna località richiesta.

RISULTATI E CONCLUSIONI Influenza del progetto di facciata sulle prestazioni al variare delle condizioni climatiche Le Tabelle 3 e 4 mostrano la percentuale massima di risparmio sui carichi ideali di raffrescamento e riscaldamento per le località scelte, rispetto al modello di riferimento. L’analisi dell’ampia gamma di soluzioni considerata evidenzia che

TABELLA 3  MODELLO UFFICIO. Massima riduzione % annuale ideale dei carichi ottenibile con OPVs; il modello di riferimento presenta una facciata priva di canale di ventilazione. Un beneficio incrementale % aggiuntivo sui carichi ideali di riscaldamento si ottiene chiudendo gli OPV in basso e in alto

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TABELLA 4  MODELLO RESIDENZIALE. Massima riduzione % sui carichi ideali ottenibile con OPVs

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| PROFILI Abbonati per leggere ABX Architectural Bronze http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 Extrusion viene utilizzato per la realizzazione di porte, finestre, vetrate, di varia forma e dimensione, con diverse tonalità di colore e finitura SERRAMENTI

Informazioni dalle aziende

Sistema di profili estrusi

in lega di rame

ABX Architectural Bronze Extrusion di Astec è il sistema di profili estrusi a forte spessore in lega di rame a giunto aperto, utilizzato per porte, finestre e vetrate di varia forma e dimensione ed applicato con diverse tonalità della finitura. Il sistema, particolarmente apprezzato per le qualità conferite ai serramenti di resistenza all'effrazione, garantisce ottime performance di tenuta e di isolamento termico. La sua manutenzione inoltre è limitata alla semplice pulizia. Utilizzo in cantiere A Sassuolo, lo Studio Enrico Iascone Architetti ha progettato un edificio dotato di linee moderne che ha raggiunto i massimi risultati in termini di certificazione energetica, ottenendo l’ambita classe A+. Tale risultato è stato possibile grazie all’impiego di serramenti realizzati con la tecnologia ABX. Oltre a garantire elevate prestazioni, la scelta di utilizzare serramenti realizzati con profili in lega di rame della serie W65, K85 ed H75 con finitura “Classic” ha dato all’abitazione un equilibrio con l’ambiente circostante.

Grazie alla collaborazione con progettisti e a committenze di fama internazionale, l'azienda è oggi riconosciuta in tutto il mondo non solo come impresa leader nella produzione di serramenti in ABX Architectural Bronze Extrusion, ma anche per la realizzazione di rivestimenti di facciata, opere speciali e interventi di interior design; ogni prodotto è per Astec un pezzo unico, progettato con design esclusivo al fine di soddisfare le esigenze del cliente

e realizzato dalle più esperte mani artigiane, che prestano quell'attenzione al dettaglio che è propria del Made in Italy. Per informazioni: ASTEC S.R.L. Via Tarantelli 17 - 31030 Dosson di Casier (TV) T. 0422 490183 | F. 0422 383120 astec@astec.it | www.astec.it


Tabella 5 – Proprietà delle OVFs più performanti in estate per edifici residenziali

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Tabella 6 – Radiazione solare e ventosità per le località considerate

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Tabella 7 – Impatto delle variabili di progetto sui carichi ideali per il modello localizzato a Palermo

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Tabella 8 – Proprietà delle OVFs più performanti in inverno per edifici residenziali e uffici

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le facciate più efficaci per la riduzione dei carichi di raffrescamento sono meno performanti nella riduzione dei carichi di riscaldamento, e viceversa. L’efficacia delle OVF è maggiore quando i carichi termici interni sono alti, come negli edifici commerciali, ed essendo i carichi di raffrescamento più alti in località climatiche poste a sud, i benefici sono maggiori per edifici costruiti in climi con lunghe estati calde. Indipendentemente dalla località scelta, in estate i vantaggi di una facciata ventilata opaca sono relativi alla riduzione dei carichi termici dovuti alla radiazione solare diretta attraverso l’effetto di schermatura dello strato esterno. Le OVFs più performanti hanno un basso assorbimento termico dello strato esterno (0,2) (Tabella 5), tipico di materiali altamente riflettenti (ad esempio, alluminio bianco). La massa d’aria all’interno del canale di ventilazione contribuisce alla dispersione del calore. In località in cui la radiazione solare è alta, tipo Palermo (vedi Tabella 6), l’effetto di galleggiamento (convezione naturale) è prevalente e una facciata a giunti chiusi (0,01%) rappresenta la soluzione più performante. Il galleggiamento allontana il calore attraverso moti convettivi nelle ore più calde della giornata, quando l’energia elettrica ha un costo maggiore. Come mostrato in Tabella 7, le caratteristiche che rendono il sistema efficiente in estate sono opposte a quelle che minimizzano i carichi di calore. Durante l’inverno, le OVF possono fungere da soppressore delle perdite di calore a seguito degli scambi di radiazione tra le pareti esterne più fredde e il cielo invernale durante le notti (Tabella 8). Tuttavia, limitano anche il guadagno solare se l’assorbimento dello strato esterno è basso. In generale, soluzioni con un alto assorbimento (0,9) e giunti chiusi (0,01%) risultano le più performanti (Tabella 7). A seguito della moltitudine di sistemi costruttivi e dell’influenza dei parametri considerati sulle facciate ventilate, una soluzione universale per una determinata condizione climatica non esiste. Le facciate ventilate sono diverse tra nazione e nazione, città e città e perfino all’interno delle aree urbane, in funzione delle condizioni microclimatiche. La ricerca evidenzia però che le OVF possono contribuire alla progettazione di edifici adattabili alle diverse condizioni climatiche, purché le influenze positive e negative delle stesse siano scelte e bilanciate come condizioni al contorno dell’edificio per il comfort interno. t

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RIQUALIFICAZIONE CON FACCIATA CLIMATICA DI UN EDIFICIO INDUSTRIALE

Figura 4 – Edificio aziendale prima (in alto) e dopo (in basso) l’intervento di riqualificazione

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n esempio di come l’adattabilità climatica della pelle di un edificio possa essere considerata elemento chiave del progetto, per coniugare le esigenze di sostenibilità (schermature solari, http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 illuminazione naturale, ventilazione, ecc.) con quelle lavorative, tipiche degli edifici industriali, viene da un lavoro presentato all’Energy Forum da Shu Xin, docente della Scuola di Architettura della Southeast University di Nan Jing in Cina, in cui viene illustrato il progetto di riqualificazione edilizia di un’azienda nella zona industriale di Suzhou in Cina.

Sistemi di schermatura ecologici orizzontali e verticali Per ottenere le prestazioni desiderate in termini di comfort e risparmio energetico, i progettisti hanno usato una combinazione di schermature fisse esterne, orizzontali e verticali, e schermature verdi. L’inserimento di verande aperte, che corrono lungo i quattro fronti, permette la ventilazione e il raffrescamento esterno dell’edificio. Schermature fisse orizzontali a griglia sono state inserite sui lati esposti a Sud per proteggere dalla radiazione solare di mezzogiorno, fortemente angolata (Figura 6), mentre le schermature fisse verticali servono per bloccare principalmente le radiazioni molto inclinate, che in estate si riscontrano solo nelle prime e ultime ore del giorno sui fronti est ed ovest dell’edificio (Figura 7 e 8). Nelle facciate esposte a Sud, si è anche fatto uso di schermature verdi, costituite da piante rampicanti a foglie caduche, aggrappate a griglie verticali, per incrementare l’effetto di ombreggiatura fornito dall’intelaiatura. Questi sistemi hanno la funzione di controllare l’esposizione solare, ombreggiando le facciate in estate, quando le piante hanno le foglie, e favorendo guadagni solari gratuiti in inverno, quando invece le perdono.

Sistemi a “Buffer-space” I buffer space sono ambienti di intermediazione tra lo spazio interno ed esterno. La strategia tecnico-progettuale può essere denominata “sistema a buffer space” per via dello “spazio tampone”, o “spazio cuscinetto”, che si va a

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Figura 6 – Sistemi di schermatura combinati

Figura 5 – Assonometria del nuovo edificio

Figura 9 – Corte interna

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Figura 7 e 8 – Sistemi di schermatura orizzontali (a sinistra) e verticali (a destra)

microclima dell’edificio e alla protezione dal rumore esterno, restituendo l’immagine tipica dei “Misty corridor” di Suzhou. Molti edifici residenziali del luogo sono inoltre caratterizzati da corti interne. Due corti, realizzate a forma di Z per assicurare luce naturale agli spazi interni, sono state inserite al centro dell’edificio. Una sul lato Nord (Figura 10) che copre un’area di circa 180 m2 con un giardino d’acqua che raccoglie e recupera l’acqua piovana dai tetti e un’altra a Sud (Figura 11) adibita a verde e ad area di sosta e di relazione.

Illuminazione diurna creare e che si interpone tra uno specifico spazio interno all’edificio e l’ambiente esterno. La copertura degli spazi interstiziali tra differenti corpi di fabbrica dello stesso complesso edilizio, nonché la creazione di spazi aperti annessi ad uno specifico edificio (corti, patii, ecc.) è una strategia per la creazione di ambienti dal microclima “controllato”. Questi elementi, infatti, sono utili soprattutto per la riduzione delle dispersioni termiche invernali e dei relativi fabbisogni energetici. Per quanto riguarda la ventilazione naturale, in inverno possono svolgere una funzione di preriscaldamento dell’aria esterna e in estate possono favorire il ricambio d’aria. La Figura 9 mostra come i 2,4 metri lineari di verande aperte che corrono lungo i quattro lati dell’edificio costituiscano una sorta di corridoio interno-esterno, contribuendo con i sistemi di schermatura verticale al

Le 11 aperture presenti sul tetto sono state sostituite da lucernari apribili in grado di assicurare la necessaria illuminazione agli ambienti interni. Il nuovo ufficio, caratterizzato da un’ampia superficie e pochi lati disponibili per le aperture, ha reso necessario l’uso di una combinazione di lucernari e aperture sul tetto per garantire un’adeguata illuminazione interna e il ricorso ad una minima illuminazione artificiale aggiuntiva. La Figura 12 mostra i sistemi di illuminazione diurna e la Figura 13 il livello di illuminazione ottenuto nell’ufficio e nella n.58

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SP EC IA LE Figura 10 – Giardino d’acqua Figura 12 – Sistema di illuminazione diurna

Figura 11 – Giardino verde Figura 13 – Illuminazione dell’ufficio e della hall

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Figura 14 – Lucernari

Figura 15 – Schema dei sistemi di illuminazione

Hall. Nell’area di Suzhou, soprattutto nelle primavere miti e in autunno, la ventilazione naturale indotta dalle aperture può notevolmente migliorare la temperatura interna portandola a livelli confortevoli, mentre nei casi estremi, in estate e inverno, ventilazione naturale e risparmio energetico sono difficili da considerare nel progetto di riqualificazione. Per risolvere questo problema le aperture fisse sul tetto sono state sostituite da lucernari apribili controllati elettricamente (Figura 14). I 6 metri di altezza degli ambienti e la differenza di temperatura tra cielo e terra innescano un processo di ventilazione naturale che spinge l’aria calda verso i lucernari. Laddove gli ambienti sono più bassi, persiane in legno mitigano la luce del sole estiva ad elevata angolazione nel pomeriggio, funzionando come sistemi schermanti, mentre la riflettono all’interno dell’edificio quando l’angolazione è più bassa, in inverno.

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SIMULAZIONI E ANALISI Simulazione della ventilazione In fase di progetto, sono stati usati software di simulazione per definire un modello di ventilazione naturale basato sullo studio dei venti locali dominanti a sud-est e nord-ovest in estate e inverno (Figura 16). I calcoli mostrano che la velocità dell’aria più confortevole all’interno è pari a circa 0,2-0,1 m/s. La più bassa velocità interna è 0,2 m/s con un massimo di circa 2,3 m/s misurata all’ingresso del vento a sud-est. Le rilevanti differenze nella velocità del vento tra sud-est e sud-ovest creano una buona ventilazione naturale che permette di non dover ricorrere all’aria condizionata in estate; la differenza di pressione su entrambi i lati determina una ventilazione migliore al centro della stanza. Sebbene a nord la ventilazione sia più debole, raggiunge tuttavia i requisiti richiesti.


Figura 16 – Simulazione della ventilazione

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Figura 17 – Distribuzione dell’illuminamento

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Tabella 1

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fattore medio di luce diurna è 11,17% e quello dell’illuminamento raggiunge 551,80 LX. Il progetto di riqualificazione fornisce una elevata illuminazione naturale ed evita un notevole consumo di energia elettrica.

Analisi dei consumi di energia Tabella 2

Simulazione dell’illuminazione In termini di illuminazione naturale, software di simulazione sono stati usati per analizzare le nuove condizioni di illuminazione previste nel progetto di riqualificazione. Con i sistemi di illuminazione inseriti, il più alto fattore di luce diurna è 30,27% sulla passerella, mentre l’illuminamento arriva a 1498 LX. Il

Le stime dei consumi (Tabella 1, Tabella 2) del nuovo edificio, confrontate con il vecchio, evidenziano un guadagno energetico del 22%. In conclusione, il progetto di riqualificazione restituisce ambienti di lavoro sani e confortevoli che portano vantaggi di natura psico-fisiologica per i lavoratori, una riduzione dei consumi energetici legati agli impianti di illuminazione artificiale e di condizionamento per il raffrescamento estivo. t n.58

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PROGETTARE

E per tetto cuscini di EFTE Una copertura tridimensionale, leggera e luminosa, capace di filtrare i raggi solari, per il centro commerciale Dolce Vita Tejo di Lisbona u a cura della REDAZIONE L’articolo è tratto dalla relazione “New Technologies for an EFTE roof to increase thermal e visual performance” presentata da Markus Krauss di Transsolar Energietechnik all’Energy Forum 2014 di Bressanone (BZ).

UNA RISORSA PER GLI ARCHITETTI EFTE, sigla chimica dell’Etilene TetrafluoroEtilene (ETFE), è un polimero parzialmente florurato largamente impiegato in architettura per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, chimica e termica, oltre che per la leggerezza e trasparenza; aspetti che rendono questo materiale plastico un’interessante alternativa al vetro. Negli ultimi anni ha riscosso un crescente successo nella copertura di stadi, strutture sportive ed edifici commerciali. Il materiale è chimicamente inerte, quindi non teme l’aggressione di agenti chimici e offre una sorta di funzione autopulente. Possiede un’elevata trasmissione della luce solare, superiore al 92%, e pesa un centesimo del vetro. La resistenza ai raggi UV garantisce lunga durata nel tempo, mentre la possibilità di applicare rivestimenti opacizzanti o basso-emissivi consente di regolare il passaggio della radiazione solare, sia in termini di luce, che di calore. Quando è utilizzato in forma di cuscini pressurizzati, come nel caso della copertura del mall di Lisbona, si può regolare anche il grado di isolamento termico, dimensinando l’intercapedine d’aria che si forma all’interno. Interessanti, infime, le proprietà acustiche del materiale, che non favoriscono la formazione di eco e rimbombi all’interno di spazi chiusi. Il materiale è omologato resistente al fuoco in Classe 1 in Italia e B1 secondo la DIN 4102: in caso di combustione il materiale “si ritira” su se stesso, non propagando le fiamme.

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er coprire l’ampia piazza centrale del centro commerciale Dolce Vita Tejo che si trova appena fuori Lisbona, gli architetti dello studio londinese RTKL e quelli dello studio Promontorio della capitale portoghese hanno deciso di non adottare un convenzionale tetto piano, ma di muoversi sulle tre dimensioni, ipotizzando un rivestimento con cuscini pressurizzati in EFTE, materiale altamente prestazionale già da tempo utilizzato in architettura (vedi riquadro). I cuscini, leggeri e trasparenti, consentono alla luce di passare, illuminando l’ampia area sottostante, e allo stesso tempo evitano il surriscaldamento nelle calde giornate estive. Nel definire la copertura, i progettisti non hanno considerato solo gli aspetti architettonici e strutturali, ma anche le prestazioni termiche e visive, affidando queste analisi ad un team della società tedesca Transsolar Energietechnik di Stoccarda, che ha anche valutato l’impatto della soluzione adottata sull’impianto di raffrescamento progettato per il complesso commerciale.

Foto: Studio RTKL

EFTE IN COPERTURA. La piazza centrale del Centro commerciale Dolce Vita Tejo di Lisbona è coperta con cuscini pressurizzati in EFTE, che garantiscono il passaggio della luce, evitando al contempo un eccessivo surriscaldamento degli ambienti

Clima ideale, ma radiazione intensa

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Il clima di Lisbona è uno dei migliori che si possa desiderare: poco umido, nonostante la vicinanza dell’Oceano Atlantico, caratterizzato da numerose giornate di sole con cielo limpido e azzurro; non troppo caldo in estate, rare le gelate invernali. Il principale aspetto da considerare al livello progettuale è l’intensa radiazione solare (circa doppia rispetto ad altre aree del Centro Europa), che influenza sia le prestazioni termiche, sia la gestione della luce naturale. In queste condizioni, l’adozione di cuscini di EFTE rispetto a soluzioni più tradizionali può migliorare la luminosità degli spazi sottostanti, ma — allo stesso tempo — peggiorare le prestazioni termiche; la sfida dei progettisti era quindi bilanciare i due parametri per raggiungere un buon compromesso in termini di comfort. http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 Valutata la fattibilità tecnica di utilizzare cuscini pressurizzati in EFTE per la copertura dell’ampia piazza centrale del centro commerciale, i progettisti si sono concentrati sul design di questi elementi, in modo tale da consentire l’ingresso della luce diffusa dal lato Nord dell’edificio, smorzando l’eccessiva radiazione proveniente da Sud. A questo scopo sono state studiate diverse soluzioni, basate sull’alternanza di zone opache, riflettenti e trasparenti, come mostrato in Fig. 2. Dalle analisi termiche e della luce diurna, la soluzione più efficace si è rivelata quella di mantenere trasparente la faccia dei cuscini esposta a Nordest. Riducendo i guadagni solari nelle ore mattutine, il sistema di climatizzazione del complesso è perfettamente in grado di bilanciare la radiazione diretta che penetra la copertura e raggiunge l’ambiente interno. Le analisi hanno invece mostrato che l’impianto non sarebbe stato adeguato nel caso i cuscini avessero presentato l’area trasparente orientata a Nordovest, in quanto i guadagni solari nelle ore pomeridiane e serali, insieme coi più elevati carichi interni, non avrebbero consentito di raggiungere un comfort termico adeguato.

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Gestire la radiazione solare

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FIGURA 1. Rispetto a Londra, Lisbona presenta un livello di illuminanza doppia, grazie al cielo limpido. Ottima per gli abitanti, ma da gestire con cautela quando si progetta una copertura trasparente

FIGURA 2. Studio delle diverse opzioni per regolare l’ingresso della luce e del calore attraverso i cuscini

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Ottimizzazione impiantistica

La seconda sfida è stata quella di ottimizzare la ventilazione meccanica, poiché per ragioni architettoniche è stato necessario ridurne il sistema di distribuzione. È stato quindi introdotto un sistema di raffrescamento a pavimento e, allo stesso tempo, ridotta la trasmittanza della copertura, in modo tale da consentire all’impianto di ventilazione di mantenere un adeguato comfort termico all’interno della piazza centrale (Fig. 3). Questo risultato è stato possibile grazie ai software di progettazione, che hanno consentito di simulare in modo dettagliato il comportamento termico dell’edificio. L’analisi termica dinamica è stata utilizzata per prevedere le temperature operative nel tempo, considerando non solo le radiazioni a onda lunga, ma anche quelle a onda corta: aspetto cruciale per valutare il comfort termico, soprattutto nelle aree di ristorazione dove le persone sostano per più tempo.

FIGURA 3. Schema del funzionamento climatico dell’edificio con area centrale coperta da cuscini pressurizzati in EFTE: raffrescamento da pavimento, aerazione intermedia e gestione dell’irraggiamento solare attraverso gli elementi di copertura

Coating basso emissivo

Risparmiare sulla ventilazione

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Per quanto concerne la ventilazione, il clima di Lisbona consente di sfruttare quella naturale,http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 grazie all’apertura di feritoie in copertura, lasciando fare al vento e all’effetto camino; in questo modo si deve ricorrere alla ventilazione meccanica solo per il 40% del tempo, dimezzando il consumo di energia primaria. Un ulteriore risparmio energetico del 19% circa è offerto dal raffrescamento a pavimento, che riduce la portata d’aria necessaria a garantire un clima ottimale nella piazza del centro commerciale, trasferendo il carico dalle bocchette al pavimento (Fig. 6). t FIGURA 6. Risparmio energetico potenziale grazie alla ventilazione naturale e al raffrescamento a pavimento &"!! :7-037*+1(17.*+8103(8+9'7+41(5-)35-'(+;<=2>0?3@ :7-037*+1(17.*+8103(8+9'7+2135-(.+;<=2>0?3@ :7-037*+1(17.*+8103(8+9'7+,'')-(.+;<=2>0?3@

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Per migliorare le prestazioni visive e termiche della copertura è stata adottata una tecnologia di rivestimento del film EFTE rivolto verso l’esterno con un coating trasparente basso-emissivo, con selettività intono a 1,3, che trasmette la radiazione luminosa, ma respinge quella infrarossa, soprattutto a lunghezza d’onda più bassa (radiazione termica). Una soluzione che ha consentito di adeguare il guadagno solare alle peculiarità impiantistiche, al fine di mantenere condizioni climatiche di comfort all’interno della struttura.

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FIGURA 4. Analisi delle temperature percepite in alcune giornate estive

FIGURA 5. Caratteristiche dei cuscini pressurizzati in EFTE utilizzati in copertura, con i diversi rivestimenti selezionati in funzione dell’esposizione, per ridurre i guadagni termici garantendo il passaggio della luce


Architettura in policarbonato Tutti i vincitori della 7ª edizione del concorso che riconosce i progetti più sostenibili, più innovativi e meglio progettati in policarbonato

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eggerezza, trasparenza, versatilità, isolamento termico e colorabilità. Queste caratteristiche, insieme ad un buon isolamento acustico, stanno rendendo il policarbonato un materiale sempre più interessante anche in architettura. I progetti più innovativi vengono premiati ogni anno dall’associazione europea dei produttori di lastre, EPSE, nell’ambito di un concorso internazionale giunto quest’anno alla settima edizione. Dei quindici progetti sottoposti alla Giuria, ne sono stati scelti tre, rispettivamente nelle categorie Sostenibilità, Innovazione e Design, premiati il 3 novembre scorso in occasione di Batimat, la fiera dell’edilizia che si tiene ogni anno a Parigi. u

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SOSTENIBILITÀ SOSTENIBILITÀ 1º CLASSIFICATO

Genoves Park’s Lookout and protection buildingCadiz, Spagna ArchitettoJosè Luis Bezos AonsoKoscon Industrial S.A. Nella categoria Sostenibilità, la giuria ha scelto il progetto Genoves Park’s Lookout & Protection Building, una sorta di barriera leggera e trasparente in vetro e policarbonato traslucente che protegge le piante esotiche del Genoves Park di Cadice, in Spagna, dalla furia del vicino Oceano e dai venti che soffiano dal mare verso la terraferma. Ideato dall’architetto José Luiz Bezos Alonso, il progetto ha come obiettivo la sistemazione dell’area verde adiacente al lungomare di Santa Barbara, attraverso una recinzione trasparente in grado di preservare il parco senza isolarlo completamente dal contesto oceanico. Il muro in pietra preesistente è stato quindi sostituito da una facciata rivestimento esterno molto leggero, ma sufficientemente resistente da proteggere opalescente, costituita da vetrate al piano terra le sottostrutture in acciaio e calcestruzzo, esposte alle intemperie e ai forti venti e da una doppia pelle in policarbonato al livello provenienti dall’Oceano. La stessa funzione viene assolta per gli spazi interni, dove i superiore. pannelli creano una barriera isolante fra la struttura principale e le aree occupate dai Barriera isolante leggera. Le ragioni che visitatori. hanno spinto gli architetti a scegliere un Facciata illuminata. Da un punto di vista estetico, la traslucenza del materiale materiale particolare come il policarbonato plastico permette, nelle ore diurne, l’ingresso della luce solare negli ambienti, http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 sono di natura tecnica ed estetica. Sotto il conferendo una sensazione di naturalezza. Nelle ore serali e notturne, invece, grazie profilo strutturale, l’impiego di pannelli in a un sistema di retroilluminazione, i pannelli diffondono all’esterno una luce colorata policarbonato ha consentito di ottenere un che mette in risalto l’edificio e l’area circostante. Ma la trasparenza non è l’unica caratteristica che ha spinto i progettisti a scegliere il policarbonato. La flessibilità del materiale e la giunzione senza saldatura sono stati valutati fattori chiave per creare una FACCIATA OPALESCENTE. Con struttura uniforme e integrata al paesaggio circostante. vetrate al piano terra e una doppia pelle in policarbonato al livello superiore BELVEDERE. Il livello superiore Muro “abitato”. Gli spazi diventano in questo modo aree living della copertura è pedonale, trasformato in un belvedere rialzato connesse e complementari, accessibili da cinque punti; inoltre, il livello superiore della copertura è pedonale, trasformato in un belvedere rialzato che guarda, da un lato, verso il parco Genovés e, dall’altro, verso il lungomare e la baia di Cadice. Si tratta di un “muro abitato” la cui altezza limitata e l’andamento non rettilineo rispondono alle condizioni del contesto e alla necessità di non mettere in ombra gli spazi funzionali interni, mantenendo la migliore protezione per il parco e rispettando il sedime edificato preesistente, secondo le richieste di tutela dell’area. La “barriera”, nel suo spessore, ospita funzioni diverse legate ad attività culturali, o di servizio (come i bagni pubblici) per i visitatori; ma anche di lavoro, con gli spogliatoi ed il magazzino per il personale del parco. Funzioni in precedenza allocate in costruzioni precarie addossate al muro perimetrale.

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SOSTENIBILITÀ 2º CLASSIFICATO

Garage Museum of contemporary artMosca, RussiaArchitettoStudio OmaDott. Gallina

dislocati su due piani, intervallati da centri ludici per bambini, negozi, caffè, uffici e sale conferenze. L’inedito design, oltre a integrarsi perfettamente con l’ambiente naturale circostante, conserva gli elementi originari di stampo sovietico, quali piastrelle, mattoni ed il grande mosaico. Incorporando il tutto nelle innovative linee architettoniche traslucide che evidenziano la loro presenza ed importanza. Doppio connettore. Nella costruzione originale, la struttura era costituita da montanti metallici la cui altezza, pari a 10 metri, è stata mantenuta nei pannelli di policarbonato, applicati in facciata. Utilizzando un sistema di fissaggio a doppio connettore, si sono potuti accostare due strati di pannellatura per realizzare la facciata ventilata. La parte esterna impiega pannelli spessi 78 mm, con trattamento-IR, per massimizzare l’isolamento termico nel corso dell’’anno. I pannelli posti all’interno, invece, sono più sottili (12 mm) per ottimizzare il passaggio della luce ed assicurare la continuità visiva richiesta dai progettisti. Tutti i pannelli in policarbonato sono separati dal profilo metallico verticale tramite uno spessore di 50 mm in PC trasparente che diffonde la luce e nasconde alla vista le linee d’ombra della sottostruttura. Lo stesso sistema a doppia parete è stato adottato per creare le due grandi porte d’ingresso, scorrevoli verticalmente, con dimensioni 10x10 metri. Per aumentare l’effetto di continuità visiva sono stati impiegati profili angolari in PC.

Nella categoria Sostenibilità, al secondo posto si è classificato il Garage Museum of Contemporary Art a Mosca, con la sua facciata traslucente in policarbonato, progetto presentato in concorso dalla torinese Dott. Gallina. La facciata ventilata consiste di due lastre di policarbonato alveolare, distanziate tra loro da un’intercapedine di 800 mm in http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 cui si genera un flusso d’aria che previene il surriscaldamento estivo dei locali in estate e riduce le dispersioni di calore in inverno. Effetto che, unito alla capacità di sfruttare al massimo la luce naturale, permette di ridurre il carico dei sistemi per il trattamento d’aria e i consumi elettrici per l’illuminazione artificiale. Basso impatto ambientale. In estate, la parete esterna di policarbonato coestruso con trattamenti IR (indispensabili per assorbire la radiazione solare) ed il controllo termico generato dall’intercapedine prevengono il surriscaldamento degli spazi interni. Mentre in inverno, l’intercapedine tra le due pelli della facciata agevola il recupero di calore, grazie alla presenza di assorbitori UV. L’ambiente naturale del parco circostante è preservato grazie alle proprietà ottiche del materiale, che riduce l’impatto visivo ed ambientale dell’edificio, in quanto la vasta superficie riflettente della facciata specchia le condizioni climatiche FACCIATA VENTILATA. La facciata ventilata consiste di due lastre di policarbonato alveolare, distanziate tra loro da un’intercapedine di 800 mm in cui si genera un flusso d’aria esterne. Riqualificare rispettando la storia. Le origini del Garage Gorky Park risalgono agli anni ’60 quando il noto ristorante Vremena Goda (Quattro Stagioni) rese questo luogo un importante ritrovo culturale. Negli anni l’edificio ha perso il prestigio originario, fino ad essere abbandonato. L’obiettivo dell’intervento di riqualificazione progettato dallo studio OMA consisteva quindi nel ristrutturare i 5.400 m2 della costruzione, creando diversi spazi espositivi

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INNOVAZIONE INNOVAZIONE 1º CLASSIFICATO

Pearl Inside®FranciaProduttoreSIH–Société Industrielle de HarasDS Smith

Il premio all’innovazione è andato al progetto “Pearl Inside”, tecnologia brevettata dalla francese SIH (Société Industrielle de Haras) che prevede il riempimento di lastre alveolari o pannelli di policarbonato con microsfere di vetro. Si ottiene così un significativo incrementohttp://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 dell’isolamento acustico (abbattendo il rumore della pioggia battente) e termico, oltre ad una superiore resistenza all’urto e il miglioramento della trasmissione luminosa. Più isolante (e anche più leggero) di un triplo vetro. Il rumore è una delle principali fonti di inquinamento negli ambienti urbani. Garantire l’isolamento

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MICROPERLE DI VETRO. La tecnologia prevede il riempimento di lastre alveolari o pannelli di policarbonato con microsfere di vetro

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acustico è quindi fondamentale in un’ottica di salubrità e comfort interno, sia in ambito residenziale che commerciale. La soluzione proposta da SIH rappresenta un passo avanti rispetto al tradizionale doppio vetro poiché garantisce l’ingresso di luce naturale (fino al 20%), è altrettanto resistente agli urti, ma offre maggiori prestazioni in termini di isolamento termoacustico, grazie alla combinazione di policarbonato e vetro. Il pannello è anche molto più leggero di una lastra di vetro piena, semplificando l’installazione e le operazioni di manutenzione. Pearl Inside rispetta i requisiti previsti dalla normativa francese sull’isolamento termico (French Thermal Regulation RT 2012), è riciclabile al 100% e resistente ai raggi UV. Applicazioni. Originariamente pensata per applicazione nei lucernari delle abitazioni, la tecnologia è stata applicata con successo nei capannoni industriali e per le coperture in genere. Ora inizia a diffondersi anche nell’interior design, dove le eccellenti prestazioni acustiche rendono questi i pannelli ideali per pareti rimovibili, separé e divisori negli uffici openspace.

FLESSIBILITÀ. La tecnologia è stata applicata con successo nei capannoni industriali e per le coperture in genere, ora inizia a diffondersi anche per gli interni


INNOVAZIONE

2º CLASSIFICATO Public swimming poolKiryat gat, IsræleArchitettoYitzhak Mor

Il secondo premio nella sezione Innovazione è stato assegnato alla piscina pubblica di Kiryat Gat, in Israele, progettata dall’architetto Yitzhak Mor, grazie ad un tetto che combina lastre in policarbonato alveolare con pannelli impregnati di un pigmento riflettente. Pigmento riflettente. Gli elementi di copertura sono colorati con uno speciale pigmento che impedisce la penetrazione dei raggi solari negli spazi interni (“High white”). Un ulteriore strato selettivo in metallo coestruso (Polyshade-Silver) riflette la radiazione solare nella gamma visibile e infrarossa. Una combinazione di tecnologie che riduce il surriscaldamento degli ambienti, soprattutto nei climi caldi del Medio Oriente, dove sorge la struttura sportiva. GRANDI APERTURE. Le lastre in policarbonato alveolare utilizzate in questo progetto, insieme alle pareti interne rivestite Policarbonato alveolare per grandi da uno strato argentato, contribuiscono al raggiungimento di elevate prestazioni in termini di isolamento termico aperture. Le lastre in policarbonato alveolare utilizzate in questo progetto, http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 insieme alle pareti interne rivestite da uno strato argentato, contribuiscono al raggiungimento di elevate prestazioni in termini di isolamento termico e di resistenza agli agenti climatici, come vento e neve.

PLAZIT POLYGAL.

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DESIGN DESIGN

1º CLASSIFICATO

Caixa ForumZaragoza, Spagna ArchitettoCarme PinosSabic Nella categoria Design, al primo posto si è classificato il progetto della Caixa Forum, centro culturale realizzato a Saragozza, in Spagna, dove le lastre traslucenti in policarbonato sono state scelte per la loro capacità di diffondere la luce all’interno, in modo uniforme, capaci anche di caratterizzare esteriormente l’edificio. Il tutto garantendo un’elevata resistenza al fuoco. Altra particolarità dell’edificio sono le lastre di alluminio microforato con LED integrati, che di notte illuminano l’edificio in modo suggestivo. Luce diffusa. Le quattro lastre in policarbonato, spesse 4 mm e che ricoprono i 1600 m2 della copertura dell’edificio progettato dall’architetto catalano Carme Pinós, sono state tagliate in forme differenti in modo da seguire il disegno di ogni facciata. I pannelli in materiale plastico LED INTEGRATI. I pannelli in materiale plastico favoriscono una favoriscono una diffusione uniforme della diffusione uniforme della luce, omogeneizzando le singole fonti luce, omogeneizzando le singole fonti luminose led e dando alla copertura una brillantezza eccezionale luminose led e dando alla copertura una http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 brillantezza eccezionale. Rispetto ad un pannello in polimetilmetacrilato (PMMA), la lastra in policarbonato utilizzata per il Caixa Forum ha dimostrato una capacità di trasmettere la luce superiore di oltre il 50%. La finitura esterna è opaca, al fine di ridurre i riflessi, e possiede elevata protezione UV. Un continuum con lo spazio urbano. Il progetto, che nelle intenzioni dell’architetto

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SPAZIO URBANO. L’edificio appare, anche grazie al parco circostante, un’estensione della città

avrebbe dovuto essere un “edificio che permettesse ai visitatori di sentirsi parte del luogo in cui è realizzato”, di fatto appare, anche grazie al parco circostante, un’estensione della città. La struttura si compone di due grandi blocchi geometrici che ospitano le sale espositive, mentre al piano terra è stato creato un nuovo spazio pubblico che collega la stazione con il centro di El Portillo.

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2º CLASSIFICATO

DESIGN London Olympic StadiumLondra, UK ARCHITETTO Mark CraineBrett Martin a sbalzo più lunga al mondo. Raddoppiare le dimensioni del tetto originale, che copriva solo il 40% degli spettatori, è stata una sfida impegnativa, che ha richiesto pesanti interventi di rafforzamento strutturale delle capriate principali. Per compensare il maggior peso, i progettisti hanno pensato di utilizzare per la copertura aggiuntiva un materiale flessibile, di modo che potesse adattarsi alla complessa forma concentrica dello stadio, sufficientemente resistente ma al contempo leggero. Le 4.484 lastre in policarbonato utilizzate, che ricoprono una superficie complessiva di 21.862 m2, incidono infatti soltanto per il 2% sul peso complessivo del tetto. La trasparenza del materiale consente, inoltre, un forte ingresso di luce naturale, stimata dai progettisti intorno al 90%. Due sezioni. La copertura si compone di due sezioni che si sviluppano concentricamente: quella superiore coperta da un singolo strato di membrana e quella anteriore, con le sezioni spioventi, composta di lastre in policarbonato.

Sul podio è salito anche il progetto di riqualificazione del London Olympic Stadium, che vede l’impiego di lastre di policarbonato in copertura per aumentare l’estensione della protezione agli agenti atmosferici, oltre a migliorare l’acustica e l’illuminazione delle tribune. Il tutto senza gravare eccessivamente sulla copertura, grazie alla http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 leggerezza del materiale. Leggerezza e flessibilità. Cuore del progetto, completato in ottobre in occasione della Coppa del mondo di rugby, è l’ampia copertura dello stadio, che si estende su una superficie di 44mila m2 per una ampiezza di 84 metri, rendendola così la copertura

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MAXICOPERTURA. Le 4.484 lastre in policarbonato utilizzate, che ricoprono una superficie complessiva di 21.862 m, incidono soltanto per il 2% sul peso complessivo del tetto

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GLI ALTRI PROGETTI La Halle de Pantin Pantin, Francia Architetto Norbert Brail Ds Smith Plastics

SOSTENIBILITÀ

Nella ristrutturazione dei 35mila m2 di quello che è attualmente il più grande spazio commerciale della Francia dedicato alla rivendita di materiali edili, il policarbonato è senza dubbio uno dei portagonisti. L’architetto Norbert Brail, incaricato del progetto, ha scelto, per il restyling de “La Halle de Pantin”, di sostituire tutti i vecchi lucernari con elementi di policarbonato, che consentono l’ingresso della luce solare eliminando l’effetto di abbagliamento. Lastre in policarbonato cellulare traslucido sono state utilizzate anche per la copertura e il rivestimento, per un totale di 1000 metri quadrati di superficie. I pannelli, dotati di un sistema a clip, sono fissati alla struttura in calcestruzzo preesistente sulla quale erano attaccati i vecchi supporti in acciaio. Grazie agli elevati livelli di isolamento termico e all’illuminazione naturale, l’edificio vanta un consumo energetico di soli 77 kW/m2a. Davvero pochi per un complesso commerciale.

Rooftop Greenhouse Gerusalemme, Isræle Contractor K.B.K. Hon Holdings Palram

SOSTENIBILITÀ

Sebbene gli orti verticali urbani non siano più una novità, il progetto realizzato da K.b.k. Holding ha dovuto affrontare una sfida importante: far crescere frutta e verdura in pieno deserto. Siamo a pochi chilometri da Gerusalemme, dove la copertura di un edificio è stata trasformata in una serra climatica per la coltura idroponica. Per il rivestimento sono state utilizzate lastre ondulate in policarbonato trasparente ad alta trasmissione luminosa, che consentono un forte ingresso di luce naturale in modo uniforme. Il PC è stato scelto anche per la grande flessibilità e leggerezza, caratteristiche indispensabili per realizzare una copertura di oltre 4500 metri quadrati.

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Coco Sweet Francia Produttore Beneteau, IRM, O’Hara DS Smith Plastics Meno costoso di una casa mobile e più confortevole di una tenda; Coco sweet, concept sviluppato dal marchio francese Beneteau con la collaborazione di IRM e O’Hara, è un progetto innovativo che si propone come alternativa ai tradizionali sistemi di alloggio in campeggio. L’abitazione, in grado di ospitare fino a quattro persone, si compone di un telaio metallico, struttura in legno, pareti in policarbonato, isolamento in lana di vetro e telone in poliestere. Le lastre in policarbonato cellulare sono state scelte per l’estrema leggerezza, l’elevato isolamento termico e l’ottima trasmissione di luce naturale. L’opacità dei pannelli consente al tempo stesso di salvaguardare la privacy degli occupanti.

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INNOVAZIONE


Barcelona House Modelling Barcellona, Spagna Produttore Irpen S.A.U. DS Smith Plastics

DESIGN

Spazi flessibili e adattabili in base alle esigenze, ben illuminati e insonorizzati. È questo il concept del progetto realizzato da Irpen S.A.U. a Barcellona: una piccola unità utilizzabile come abitazione o ufficio, dove l’utilizzo di pannelli mobili consente la gestione degli spazi interni secondo le necessità. La struttura si compone di una serie di pannelli mobili a triplo strato, dove le due lastre esterne sono in policarbonato alveolare e quella intermedia in metacrilato. L’estrema leggerezza dei materiali consente di aprire e chiudere con facilità le porte scorrevoli, mentre la trasparenza dei materiali impiegati, facilmente colorabili, lascia entrare la luce naturale.

Display Stand – Tourist Office Nancy Francia Progettisti Lépold Cart, Célia Gailard, Thomas Lucbernet, Morgane Welter /Ecole Nationale Supérieure d’Architecture Nancy/ DS Smith Plastics DESIGN La struttura, che gioca sulla trasparenza ed gli effetti ottici del materiale plastico, è stata ideata da un giovane team di architetti per il concorso di architettura bandito dalla città di Nancy, in Francia, volto alla realizzazione di un nuovo ufficio turistico all’insegna del design e dell’innovazione. Le lastre in policarbonato cellulare trasparente sono applicate ad un’intelaiatura argentata, creando un ambiente leggero e mutevole in base all’intensità dei raggi del sole e della prospettiva di osservazione. A seconda del punto di vista o della forza della luce, la struttura appare completamente trasparente o, al contrario, permeata da riflessi argentati.

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Museo Fondazione Prada Milano, Italia Studio Architettonico Oma Dott. Gallina

DESIGN

Il principale obiettivo che lo studio Oma di Rem Koolhaas si era posto nella progettazione del Museo per la Fondazione Prada a Milano, era quello di integrare i nuovi edifici all’interno del complesso industriale risalente all’inizio del ’900 in una soluzione di continuità, al tempo stesso capace di distinguersi. Per raggiungere questo risultato è stato messo a punto un inedito sistema di facciate, pareti interne e controsoffitti in policarbonato alveolare traslucido. La struttura di ancoraggio portante è stata risolta con montanti trasparenti in policarbonato, soluzione che ha consentito di eliminare telai o correnti metallici altrimenti visibili in controluce. L’esigenza di nascondere alla vista gli elementi di vincolo perimetrali dei pannelli e il desiderio di una soluzione di continuità superficiale, hanno portato allo studio di dettagli unici, quali gli spigoli verticali ricavati per fresatura e piegatura in continuo dei pannelli alveolari, oppure le guide inferiori e laterali annegate a pavimento e parete. Per la sigillatura degli alveoli, profili pressopiegati in policarbonato sono stati inseriti in apposite fresature praticate sotto la superficie esterna dei pannelli alveolari. Soluzione che garantisce tenuta all’acqua, risposta alla dilatazione termica lineare e ventilazione interna dei pannelli. n.58

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Ski Tunnel Kopaonik, Serbia Produttore Oraclon Società ski tunnel Advertski Polycasa

DESIGN

La regione montana di Kopaonik è la più grande stazione sciistica della Serbia, visitata ogni anno da mezzo milione di persone. Per consentire ai visitatori di raggiungere agevolmente le piste, è stato realizzato un tunnel coperto lungo 75 metri, ma estendibile fino a 300 metri, dotato di nastro trasportatore. Il rivestimento esterno è stato realizzato con 45 lastre in policarbonato, per un totale di 318 m2 di superficie trasparente, che consente agli sciatori di godere del paesaggio circostante. Alle ben note proprietà del policarbonato, si aggiunge, in questo caso, la resistenza a temperature estreme (circa -18 °C).

Take my lighting but don’t steal my thunder Londra, UK Designer Alex Chinneck Brett Martin

DESIGN

Il trucco c’è ma non si vede e una finta facciata della Royal Opera House di Covent Garden a Londra sembra fluttuare nel vuoto, squarciata a metà da un vero e proprio “fulmine a ciel sereno”. L’installazione si intitola “Take my lightning but don’t steal my thunder” ed è stata realizzata dal celebre artista Alex Chinneck, già autore di opere analoghe, con la collaborazione di oltre 100 persone tra scenografi, artisti, falegnami, architetti, ingegneri ed esperti di modello 3D che hanno lavorato fianco a fianco per oltre 8 mesi. I 12 metri dell’edificio paiono galleggiare a tre metri d’altezza senza alcun tipo di supporto. Per ottenere questo effetto sorprendente, la struttura poggia su un telaio di acciaio e legno, mentre le pareti sono costituite da lastre di policarbonato alveolare trasparente e la parte superiore dell’edificio è in http://shop.quine.it/dettaglio.asp?idprodotto=10 polistirolo, al tempo stesso molto leggero e resistente.

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The roof window Francia Produttore Plastrance Covestro Sviluppata cinque anni fa da Plastrance, la speciale copertura trasparente per trattori ha inaugurato un nuovo standard di comfort e sicurezza. Il tetto è realizzato con una lastra in policarbonato 1000x800 che offre una visione ad ampio raggio, migliorando le condizioni in cui opera il conducente. La composizione del materiale riduce la radiazione termica, evitando l’effetto serra all’interno dell’abitacolo. Inoltre, il rivestimento è antigraffio, dotato di protezione UV e resistente alle intemperie.

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DESIGN


TENDENZE

GUARDARE E… TOCCARE Un vero e proprio percorso “sensoriale” che, oltre ad esaltare i prodotti, punta a rendere protagonista l’esperienza visiva e tattile u a cura dello studio HIGH IMAGE TENDENCE (H.I.T)

C

he cosa lega un tessuto d’arredamento ad una cucina? Che percorso (materico, stilistico, funzionale) accomuna una lampada ad una ceramica? E ancora: con che criterio arredare un ambiente con una pelle o con il vetro? Ovviamente, c’entrano — e molto — gusti, esigenze e budget personali, ma è possibile individuare il filo sottile che lega materiali, forme e funzioni così diverse fra loro. Un “filo” che spesso è tanto invisibile quanto sorprendente: la matericità dell’oggetto. Una matericità che si esprime dopo anni di ricerche e sperimentazioni; che fa sì che un tessuto sia intrinsecamente antifiamma e anche naturale; che una porta sia “intelligente”, o che una superficie possa essere definita “metallo di pietra” senza per questo cadere nel paradosso. Gli esempi pratici sono qui da vedere, ma non da toccare. Il coinvolgimento dei sensi, a livello totale, è però possibile avendo di fronte il prodotto. Un prodotto da usare, naturalmente, ma in grado di garantire quella “esperienza tattile” così spesso evocata da designer e influencer. t COEX n.58

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COLLEZIONE LUMINOR. Superficie luminescente e metallica, prodotta in edizione limitata per pavimenti e rivestimenti di ambienti. Si tratta di un nuovo materiale frutto della ricerca di Stone Italiana. Luminor è un “metallo di pietra”, caratterizzato dalla presenza, fin quasi al 50%, di silicio metallico, recuperato dall’industria microelettronica e dalla lavorazione dell’alluminio. L’effetto sorprendentemente metallico, come fosse quasi una fusione tra lapideo e metallo, rende la collezione unica e non equiparabile a nessun’altra superficie.

COEX. Oltre al settore dell’interior decoration, sono innumerevoli gli ambiti in cui la fibra COEX può essere applicata: dall’abbigliamento all’oggettistica, fino al mondo dei trasporti. Frutto di anni di studio e ricerca delle italiane Zanolo e Torcitura Padana, COEX è la prima fibra al mondo ad essere totalmente ignifuga. Completamente vegetale, a base cellulosica, la fibra è confortevole, riciclabile e anallergica. Non brucia, non gocciola, non sprigiona fumi nocivi come la diossina e resiste alle alte temperature.

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STRATOBEL STRONG. Da AGC Glass Europe un vetro che, grazie ad un film di PVB rigido, garantisce resistenza post-rottura ed un aspetto estetico trasparente e neutro. La pellicola è cento volte più rigida rispetto ad un normale intercalare di PVB, il che conferisce al vetro stratificato la caratteristica di rimanere in posizione anche dopo la rottura, evitando il collasso immediato e garantendo così la sicurezza di persone e beni fino al ripristino dello stesso. Inoltre, rispetto ad un normale vetro stratificato, Stratobel Strong risulta più resistente a stress e deformazioni, tali da non rendere necessario, in determinate condizioni, il processo di tempra.

LIM. La maniglia LIM (Less Is More, labor LIMe) nasce dalla collaborazione tra pba, studio di architettura Franklin Azzi Design, e il designer Dimitri Sautier. Il progetto mira a reinterpretare la forma delle valvole di chiusura industriali, in particolare quelle utilizzate per le chiusure di emergenza, attraverso la ricerca di una semplificazione formale dell’oggetto, tema caro all’architetto Franklin Azzi.


7200 MX. Da Makos una porta motorizzata che combina le caratteristiche costruttive di un infisso di ottima qualità con l’innovazione e la tecnologia al servizio di sicurezza. Oltre a essere certificata in classe 4 antieffrazione, la vera novità è ben visibile all’altezza degli occhi: una telecamera intelligente — firmata dalla tedesca Mobotix — che trasmette immagini via IP. L’apprecchio si collega attraverso Internet a dispositivi di uso comune e permette di accedere a una serie di funzioni da remoto, aumentando la sicurezza e la praticità di quello che fino oggi era un semplice elemento passivo della casa, senza rinunciare alla bellezza dell’artigianalità.

3D LEATHER SURFACE. Trasformare la “bidimensionalità” di una materia antica come la pelle in una nuova visione scultorea fatta di luci e ombre. Questa l’idea alla base del lavoro di NB Milano, società che progetta superfici da rivestimento, arredi, imbottiti e sedute. Attraverso un gioco di volumi, la società ha creato una nuova superficie costituita dalla parte più pregiata del pellame, il pieno fiore, e caratterizzata da motivi in bassorilievo di manifattura artigianale. In questo modo, sono state realizzate due linee di design: la collezione di superfici da rivestimento e la collezione di arredi. La prima, che prende il nome di 3D Leather Surface, è disponibile su compensato marino di okumè ed è particolarmente indicata per il rivestimento di pareti, boiserie, pavimenti, porte e arredi. La collezione si divide in Specular Module, moduli speculari X e Y che possono essere composti in più varianti, e 2sqm Module, moduli di grande formato di mm 1700×1300 (oltre 2 m), realizzati con un unico pezzo di pelle.

ECOCOMPATTA. Disegnata da Paolo Rizzato e prodotta da Veneta Cucine, Ecocompatta, quando è chiusa, si presenta come un parallelepipedo, una grande credenza con al centro un’apertura schermata da una tapparella che si apre sul piano di lavoro. Tutto intorno, gli elettrodomestici e il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Degno di nota il trattamento antibatterico BBS applicato sulle superfici di lavoro.

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