CASA&CLIMA #74

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ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 74 I Anno XIII I SETTEMBRE 2018 I Bimestrale

PREFABBRICAZIONE NON FA RIMA CON OMOLOGAZIONE

RINNOVABILI Nonostante la crescita, il traguardo è ancora lontano CONTRATTI EPC Principi generali ed elementi chiave SCHERMATURE SOLARI In principio fu la tenda, ora sono schermature CASE STUDY Isolamento interno con materiali “naturali” PROGETTAZIONE EFFICIENTE Passivhaus in clima caldo? Si può!

GREEN BUILDING Design e ambiente: un sodalizio possibile

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Organo ufficiale

SMART CITY La tecnologia digitale migliora la qualità della vita


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BIMESTRALE Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine) Comitato scientifico Daniela Aga Rossi (Aipe) Cesare Boffa (Fire) Sergio Fabio Brivio (Finco) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca Di Giovanni (Assofrigoristi) Francesco Fontana (Assingeo)

Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Adele Marelli (Anida) Luca Marzola (Zenital) Giannantonio Massarotti (Assobon) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Marco Patruno (Fisa) Dino Piacentini (Aniem) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Bruno Ulivi (Ait) Johann Waldner (Lignius)

Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio, Vanessa Martina, Federica Orsini, Eleonora Panzeri redazione.casaeclima@quine.it Grafica e Impaginazione Grupo Asís

Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa mccgraphics - Spagna Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati.

26 4 EDITORIALE

32 ENERGY PERFORMANCE CONTRACT

6 NOVITÀ PRODOTTI

40 Contratti EPC,

14 TECH SCHERMATURE SOLARI

23 In principio fu la tenda, ora sono schermature a cura di Marco Zani

26 Design e ambiente:

un sodalizio possibile di Silvia Martellosio

Associato Aderente

IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m

PREFABBRICAZIONE NON FA RIMA CON OMOLOGAZIONE

ISSN: 2038-0895

N. 74 I Anno XIII I SETTEMBRE 2018 I Bimestrale

RINNOVABILI Nonostante la crescita, il traguardo è ancora lontano CONTRATTI EPC Principi generali ed elementi chiave SCHERMATURE SOLARI In principio fu la tenda, ora sono schermature CASE STUDY Isolamento interno con materiali “naturali”

di Fabio Minchio, Giuseppe Velluto e Giacomo Zennaro

PROGETTAZIONE EFFICIENTE Passivhaus in clima caldo? Si può!

GREEN BUILDING Design e ambiente: un sodalizio possibile

DENTRO L’OBIETTIVO

44 Ri-costruire nel

GREEN BUILDING

36

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

principi generali ed elementi chiave

SMART CITY La tecnologia digitale migliora la qualità della vita

Organo ufficiale

costruito: dettagli energetici

SERVIZIO A PAGINA

di Davide Gigli

48

EDILIZIA 2.0

SMART CITY

32 Come la tecnologia digitale migliora la qualità della vita

48 Prefabbricazione non fa rima con omologazione

COMFORT

di Federica Orsini

di Silvia Martellosio

58 Riqualificazione acustica

CASE STUDY

RENEWABLE ENERGY REPORT 2018

36 Rinnovabili: nonostante

e termica degli edifici: criticità e opportunità

54 Isolamento interno

di Matteo Borghi

la crescita, il traguardo è ancora lontano

con materiali “naturali”: un caso studio a Bamberg

di Roberto Corti

di Dario Bottino Leone

PROGETTAZIONE EFFICIENTE

62 Passivhaus in clima caldo? Si può!

a cura di Ileana Iannone e Francesco Nesi

INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.

© Quine srl - Milano

74

SETTEMBRE 2018

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

Hanno collaborato a questo numero Matteo Borghi, Dario Bottino Leone, Roberto Corti, Davide Gigli, Ileana Iannone, Fabio Minchio, Francesco Nesi, Giuseppe Velluto, Giacomo Zennaro

IN QUESTO NUMERO

INTERVISTA: ANFUS

68 “Le buone pratiche”

54

62

di fumisti e spazzacamini

a cura di Silvia Martellosio


EDITORIALE

Dati positivi, ma mal presentati

ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco

Enfatizzare una singola soluzione rischia di non essere in grado di dare un significativo contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla SEN. I dati del Rapporto annuale ENEA

L

’ascolto della Relazione annuale Enea sui risultati delle detrazioni fiscali, presentata il 19 giugno scorso, è stato uno stimolo per due considerazioni. La prima riguardante le modalità che si intendono perseguire per favorire consistenti riduzioni di emissioni nel settore residenziale, e la seconda su chi detta le linee della politica dell’efficienza energetica in Italia, se il Legislatore, il Ministro dello Sviluppo Economico (con quello dell’Ambiente e delle Infrastrutture) o l’Enea.

e competenze, di proporsi come leader anche sul piano internazionale.

Il Presidente Enea ha infatti affermato che nel recente passato un’idea dell’Ente circa l’efficienza energetica non ha ricevuto la giusta attenzione da parte del Ministero vigilante, “...e per fortuna che c’era il Senatore Morando al Tesoro che ci ha ascoltato” e questo è quanto meno singolare. L’Ente strumentale che critica, p ­ er captatio benevolentiae del nuovo, il vecchio inquilino di Via Veneto è un precedente un po’ imbarazzante in quanto potrebbe ripetersi generando, appunto, confusione dei ruoli.

Abbiamo, invece, assistito all’illustrazione di un approccio quanto meno inopportuno, volto a indirizzare le scelte del consumatore ­(che è quello che paga, non dimentichiamolo al di là di soluzioni agevolative che non possono comunque riguardare tutti) ­a favore di un’unica soluzione di certo efficace, ma anche più costosa e non sempre applicabile se si tengono in considerazione i vari scenari abitativi in Italia, (facile, se si hanno le risorse in un villino monofamiliare in Veneto, molto meno in un condominio litigioso a Roma o nelle famiglie medie italiane il cui impoverimento è stato anche recentemente confermato dall’Istat).

Ma al di là di questa affermazione, esternate peraltro di fronte a un pubblico di operatori del settore, il punto su cui è necessario soffermarsi, è in particolare l’atteggiamento assunto nella presentazione, al limite della faziosità, a favore di determinate tipologie di investimenti (una in realtà) e interventi a danno, di fatto, di altre. Quella della riqualificazione e dell’efficientamento energetico è una sfida che l’Italia può e deve vincere, con la possibilità di esportare innovazione

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A questo fine è necessario, però, che si realizzi quella reale e compiuta industrializzazione ­– che come Finco auspichiamo fortemente – del settore delle costruzioni con conseguenze rilevanti sia per la semplificazione delle fasi lavorative in cantiere, sia per l’innovazione dei processi e dei materiali tecnologici in tutte le tipologie d’intervento.

Si tratta di un atteggiamento molto grave, per giunta corroborato da una campagna promozionale (finanziata da soldi pubblici) esclusivamente incentrata sul “cappotto”. Di conseguenza, la completa esclusione della presentazione delle rappresentanze (Finco) e delle imprese che producono il 70% delle componenti oggetto delle detrazioni, (tra cui le schermature solari, liquidate con un’ironia degna di miglior causa, in un Paese dove si spende più per


difendersi dal caldo che dal freddo). Non solo, questa situazione è destinata ad aggravarsi tenendo conto che il raffrescamento diventerà sempre più un fattore di consumo di massa. Secondo la Commissione europea, in Italia il fabbisogno energetico per il condizionamento degli edifici crescerà di 5 volte da qui al 2050. Stiamo parlando di una misura che, introdotta dal comma 47 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n.190 (Finanziaria 2015), ha fatto registrare 208.000 richieste d’intervento (14,4% del totale) per 445 milioni di euro (3,3% del totale). Non si può, quindi, neanche parlare di un gran peso per l’Erario: c’è da riflettere piuttosto sul fatto che la divisione della rappresentanza in seno alla categoria non ha giovato, e non gioverà, alla tutela del settore, che dal 65% è passato al 50% e, se queste sono le premesse, potrebbe essere ancor più penalizzato in futuro, al di là del fatto che il saldo complessivo di queste misure sia positivo.

raggiungimento di cospicue percentuali di innalzamento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio del Paese. Una linea autolesionista, oltre al resto. Gli stessi dati Enea dimostrano l’efficacia, ad esempio, della sostituzione dei serramenti che hanno consentito un risparmio di circa 585 GWh/anno, pari a quasi il 45% dei risparmi totali conseguiti.

Non si capisce, come si diceva in apertura,­quale “politica” persegua Enea, poiché è chiaro che il cappotto non può essere realizzato dappertutto: scoraggiare l’installazione di singoli componenti, oltre a creare un danno alle filiere industriali italiane, si traduce in un più remoto

È utile, in definitiva, sottolineare che enfatizzare una singola misura di incentivazione, senza assicurare la massima conoscenza di tutte le tipologie di investimento possibili, rischia di non dare un significativo contributo al raggiungimento degli obiettivi, per il residenziale, previsti dalla SEN.

In questo senso vanno purtroppo i massimali di costo al metro quadrato appena introdotti dal decreto Mise per quanto riguarda i serramenti, con requisiti tecnici che favoriranno materiali per lo più importati. Dovremmo usare in realtà il condizionale perché, ancora una volta, ed è un aspetto che il Ministro dovrebbe considerare, la stampa è informata prima degli operatori delle misure che li riguardano.

POMPE DI CALORE

INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Sistema ibrido pompa di calore a metano aerotermica e caldaia a condensazione Robur, da sempre all’avanguardia nella progettazione di prodotti per il riscaldamento e la climatizzazione, in occasione della fiera MCE 2018 - tenutasi a Milano nel mese di marzo - ha presentato le novità prodotti 2018

K18 HYBRIGAS

È un sistema ibrido composto da una pompa di calore aerotermica a metano + una caldaia a condensazione. La pompa di calore a metano è super efficiente, usa al meglio l’aria, energia rinnovabile sempre disponibile. Funziona semplicemente a gas. Adatta a ogni tipo di esigenza di riscaldamento domestico e produzione di ACS si pone al vertice della classificazione energetica: A++. La pompa di calore si adatta a tutte le applicazioni: dalle case mono e bi-familiari alle piccole palazzine e uffici. K18 Hybrigas è versatile perché ideale negli interventi di ristrutturazione ed efficientamento di edi-

fici esistenti, essendo applicabile anche in impianti con terminali di distribuzione ad alta temperatura (radiatori). È così possibile sostituire o integrare nel modo più rapido e semplice la vecchia caldaia a gas senza alcun lavoro invasivo all’interno dell’alloggio. Proprio la tecnologia delle pompe di calore a metano Robur è oggetto della NUOVA CAMPAGNA PUBBLICITARIA trasmessa da Radio 24 da giugno a ottobre, con più di 400 passaggi. Il tone of voice moderno esalta la dinamicità di un brand come ROBUR capace di proporre soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel pieno rispetto dell’ambiente. www.robur.it

CARATTERISTICHE • Dimezza le spese di riscaldamento. K18 Hybrigas è la pompa di calore a metano più efficiente sul mercato. Accede inoltre agli incentivi nazionali (Conto Termico e detrazioni fiscali 65 e 50%). • È l’alternativa semplice per la casa. K18 Hybrigas è una soluzione “tutto in uno” che facilita l’installazione a regola d’arte ed evita le complesse integrazioni necessarie sul campo per i sistemi solari.


NOVITÀ PRODOTTI

Monoblocchi finestra dedicati alle rivendite di serramenti Climapac lancia Clima Concept, la nuova linea di monoblocchi prefabbricati per la gestione del foro finestra. I monoblocchi Climapac sono creati specificatamente per rispondere all’esigenza dei serramentisti di avere un prodotto versatile e semplice da installare, soprattutto in contesti di riqualificazione. Nascono dall’esperienza del Gruppo ALPAC, di cui l’azienda fa parte, e sono una soluzione innovativa capace sia di valorizzare il serramento, migliorandone le performance isolanti e acustiche, che di garantire agli operatori velocità e semplicità nelle fasi di installazione. Particolarmente indicati in caso di riqualificazione, i monoblocchi sono proposti in diverse versioni per essere abbinati a qualsiasi infisso ed adattarsi perfettamente sia ad ogni tipologia di muratura che a diversi tipi di sistema oscurante. I sistemi brevettati di innesto rapido, inoltre, permettono al serramentista di essere autonomo nelle fasi di montaggio, semplificando le operazioni e riducendo i tempi e i costi in cantiere.

Pacchetto di servizi

Per assicurare la maggior autonomia possibile alle rivendite partner, l’azienda mette a disposizione un configuratore di prodotto online, grazie a cui è possibile gestire la configurazione dei monoblocchi più idonei per ogni cantiere. L’azienda, inoltre, ha sviluppato un pacchetto di servizi ad hoc per permettere ai serramentisti di utilizzare correttamente il prodotto e sfruttarne al massimo il potenziale, offrendo alla propria clientela la massima qualità: dalla formazione professionale ai materiali per l’esposizione nel punto vendita, fino a progetti di co-marketing sviluppati per sostenere il processo di vendita.

www.climapac.it

La caldaia diventa oggetto di design Unical presenta Osa, la prima caldaia che esce degli sgabuzzini o dai locali di servizio per entrare a far parte a pieno titolo dell’arredamento della casa. Osa è infatti la prima caldaia che, oltre ad essere un prodotto in classe energetica A+, può effettivamente definirsi “caldaia di design”. La caldaia è caratterizzata da dimensioni ridotte (solo 18 cm di spessore) e può anche cambiare faccia e colore. Il frontale può essere scelto tra varie soluzioni cromatiche e addirittura diventare lavagna.

Aspetti tecnologici

Il controllo dell’emissione del calore è totale, grazie a un sistema di dialogo utente-macchina dove è la macchina che si adatta all’uomo e non viceversa. Osa possiede infatti un controller soft-touch “U-fly” e dell’applicazione, U-fly APP, specifica di gestione per l’utente, che può essere installata ed aggiornata su dispositivi mobili, cellulari, tablet, computer e che, tramite internet, può controllare la caldaia in remoto. La caldaia inoltre ha un sistema di valutazione dell’impatto ambientale verificato con un metodo semplice e trasparente come il marchio PEF Product Environmental Footprint. Osa porta la firma di Art-U, design studio nato all’interno di Unical.

www.unicalag.it

REbuild a Milano il 2 ottobre 2018 Decarbonizzare l’edilizia è il tema di REbuild 2018 che, nel suo primo appuntamento con la community tecnica a Riva del Garda, ha fatto il punto su dove siamo e cosa dobbiamo fare per un’edilizia “post carbon”. Il 2 ottobre 2018 in Assolombarda a Milano, REbuild incontrerà gli operatori dell’immobiliare e presenterà una ricerca che evidenza i benefici economici dell’edilizia green certificata. Di seguito alcune delle domande a cui la ricerca prodotta da REbuild proverà a rispondere. I progetti THOMAS MIORIN, ideatore immobiliari che hanno perseguito certificazioni di e presidente di REbuild sostenibilità energetica e ambientale nazionali e internazionali hanno realizzato un extra valore anche economico? Se si, quanto vale? Come varia a seconda del livello di certificazione? Quanto è migliorata la redditività di chi ha investito in immobili certificati green? Cosa ci insegnano questi dati sugli anni futuri? Sarà la certificazione l’elemento centrale per aumentare il valore della transazione o sarà la sua dotazione tecnologica, le prestazioni energetiche reali o altro ancora? La ricerca verrà analizzata e discussa con i più significativi rappresentanti dello scenario nazionale. Negli anni REbuild ha portato all’attenzione temi che hanno anticipato e caratterizzato il dibattito nazionale sul futuro dell’edilizia: dal “Green retrofit” al “Deep retrofit”, dall’edilizia circolare fino all’edilizia 4.0, off-site e “post carbon”. Per REbuild, dopo sette anni, era il momento di fare il punto rispetto al lavoro fatto e mostrare, numeri alla mano, il valore aggiunto generato da chi ha deciso di perseguire le traiettorie che abbiamo condiviso. Dopo la convention, l’autunno di REbuild proseguirà con altri incontri, alcuni riservati agli iscritti al Club REbuild, altri aperti e gratuiti come il primo corso di formazione in Italia per progettisti dell’off-site che si svolgerà a Brescia il 7 e il 14 ottobre. Obiettivo della formazione? Insegnare come diffondere varietà e bellezza attraverso l’edilizia 4.0. Aperte le iscrizioni sul sito www.rebuilditalia.it

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Controllo intelligente Gestione remota da qualsiasi dispositivo connesso ad internet per gli impianti di climatizzazione e riscaldamento con Airzone Cloud. Ti offriamo un controllo totale e un accesso completo alla gestione delle singole zone. Megliora le prestazione e l'efficienza degli impianti quando e dove vuoi!

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Profili isolanti insulbar per il taglio termico Metal Yapi sviluppa sistemi facciata destinati a progetti in tutto il mondo utilizzando soprattutto l’alluminio, la cui resistenza strutturale permette di realizzare intelaiature snelle, leggere e in grado di fornire un buon indice di risparmio energetico. Contrariamente alla vetratura traslucida, che consente vantaggi a livello energetico, l’intelaiatura fa parte dell’involucro opaco dell’edificio. Per ridurre al minimo dispersioni di energia, la percentuale del telaio sul totale della finestra – che può essere compresa in misura variabile fra + 20/-10% - dovrebbe essere la più piccola possibile. Un tale risultato è ottimizzabile utilizzando l’alluminio in abbinamento ad un sistema di taglio termico efficiente.

Materiale Il materiale di base di insulbar è TECATHERM 66, una poliammide (PA) rinforzata con fibre di vetro. Altamente isolante, resistente e, comunque elastico, questo materiale plastico offre caratteristiche meccaniche superiori e riesce a fronteggiare qualsiasi tipo di clima o di condizioni atmosferiche. Il coefficiente di dilatazione termica lineare è simile a quello del metallo e questo implica una sollecitazione minima per il materiale in caso di oscillazioni termiche. Le stesse caratteristiche si trovano anche nella versione RE in PA riciclata monotipo e nel nuovo insulbar LO con lambda ottimizzato e conducibilità termica λ di soli 0,18 W/m·K. Tutti i profili insulbar possono essere provvisti di alette, alle quali si può applicare una pellicola Low-E (LEF), che consente di ridurre ulteriormente la dispersione di calore. insulbar è difficilmente infiammabile (classificazione E secondo EN 13501-1, B2 secondo DIN 4102) e resiste a temperature fino a 200°C in continuo per 20 minuti. Grazie a questo eccellente profilo di proprietà, la barretta isolante può essere inserita nel guscio del telaio prima dell’anodizzazione o della verniciatura a polveri consentendo una minima varianza interna, una lavorazione efficiente e una grande varietà di colori al termine della filiera di produzione. Questi profili, che vengono costantemente perfezionati, sono disponibili in un’ampia gamma per applicazioni standard e anche personalizzate. Inoltre, Ensinger mette a disposizione insulbar-finder, uno strumento online di facile utilizzo che aiuta a individuare il profilo ideale tra quelli di produzione standard sul sito web dell’azienda. Un esempio in tal senso è l’Orjin Maslak, un centro uffici di 16 piani a Istanbul. La sua facciata doppia con intelaiatura in alluminio raggiunge un UW di 1,26 W/m2K ed è stato uno dei primi edifici della Turchia ad ottenere nell’aprile del 2015 - il certificato LEED di livello oro.

www.insulbar.de 8

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Sistema di storage modulare ed espandibile plug&play sonnen ha presentato a Monaco in occasione di Intersolar la sonnenBatterie 9.53: nuova batteria con l’inverter fotovoltaico integrato, studiata appositamente per i nuovi impianti. La sonnenBatterie hybrid 9.53 è una soluzione che, oltre a semplificare e a rendere più rapida l’installazione, consente di ottenere un vantaggio economico: si elimina infatti il costo di un componente esterno e si riduce proporzionalmente il costo complessivo dell’investimento (impianto fotovoltaico + sistema di accumulo). Con la sonnenBatterie hybrid 9.53 anche gli eventuali interventi di manutenzione risultano notevolmente semplificati. Come il prodotto di punta - la sonnenBatterie eco - anche questa batteria è un sistema di storage modulare ed espandibile da 2,5 a 15 kWh, plug&play, e particolarmente evoluto perché utilizza la tecnologia al litio-ferro-fosfato che distingue le batterie sonnen dagli altri sistemi di accumulo presenti sul mercato. Tra i suoi plus anche la garanzia di maggior sicurezza e durata dell’impianto: ha infatti una garanzia di vita utile di 10.000 cicli completi di ricarica (pari ad oltre 20 anni). E’ inoltre un sistema all-in-one, completo di elettronica, pronto e veloce da installare, in grado di svolgere contemporaneamente la funzione di Energy Manager, per monitorare e ottimizzare i consumi dell’abitazione. Essendo poi un sistema di storage che guarda al futuro, sonnenBatterie hybrid 9.53 è già predisposta per le smart grid. Inoltre chi acquista la batteria – come già possibile con sonnenBatterie 9.43 - ha l’opportunità di entrare a far parte della sonnenCommunity, con una formula temporanea in attesa che anche in Italia le normative consentano la condivisione di energia pulita autoprodotta, così come avviene in Germania. L’offerta è molto vantaggiosa dal punto di vista economico: aderendo alla sonnenCommunity, si azzera completamente la propria bolletta e ci si rende di fatto indipendenti dai fornitori convenzionali di energia. I costi relativi ai consumo residui, una volta scaricata completamente la batteria e sotto una certa soglia, vengono infatti azzerati e inclusi nell’abbonamento alla sonnenCommunity. All’innovazione del prodotto sonnenBatterie si aggiunge quindi un servizio particolarmente allettante per l’utente e unico in Italia. In questo modo sonnen modifica anche la sua strategia di approccio al mercato, proponendosi non più solo come produttore, ma anche come utility fornitore di servizi.

www.sonnenbatterie.de


Ridurre i costi di logistica e installazione fino al 65% Con un risparmio fino al 65% dei costi di logistica e installazione per grandi impianti a terra, il PVS-175-TL fornisce la più alta potenza sul mercato per un inverter di stringa 1500 Vdc. L’unicità di questo nuovo inverter PVS-175-TL di ABB sta nella sua capacità di generare fino a 185 kW di potenza e la giuria è rimasta impressionata dall’alta modularità del prodotto, che aumenta la raccolta di energia e riduce i costi di manutenzione. La giuria ha riconosciuto in questo inverter un passo in avanti verso un miglioramento dell’efficienza totale nei sistemi fotovoltaici e la sua alta densità di potenza e il suo intervallo di temperatura operativa tra - 20° C e +60 ° C. Oltre a tutti gli altri vantaggi offerti dagli inverter di stringa, la concezione modulare di questo inverter unita all’elevata potenza di uscita consente di ridurre del 65% il numero di inverter necessari per completare il blocco di potenza ottimale, senza bisogno di utilizzare quadri di parallelo AC. Ciò comporta un risparmio fino al 65 per cento dei costi di logistica e installazione, e un più basso costo di energia (LCOE) per gli impianti utility. L’inverter trifase, grazie alle sue avanzate funzioni digitali gestite tramite ABB AbilityTM, fornisce fino a 185 kVA a 800 Vac e una densità di potenza ultra elevata pari a 1,3 kW/kg. Ciò consente non solo di massimizzare il ritorno sull’investimento per i grandi impianti a terra, ma riduce anche i costi totali del sistema (BoS) degli impianti fotovoltaici di qualsiasi taglia. Installazione semplice e rapida, migliore accessibilità e visibilità, monitoraggio digitale avanzato grazie ad ABB AbilityTM, possibilità di creare cluster fotovoltaici

più grandi e concezione modulare che non prevede l’uso di combiner, sono solo alcuni dei tanti vantaggi dell’inverter di stringa PVS-175-TL. Presentato per la prima volta a Intersolar Europe 2018, il PVS-175-TL è un inverter plug-and-play facile da installare, direttamente sulle strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici, con una procedura uguale a quella utilizzata per installare un quadro di stringa DC. Un’app dedicata fornisce istruzioni di installazione semplici e rapide che consentono di configurare tutti gli inverter appartenenti allo stesso cluster, con tempi di messa in servizio complessivi inferiori a 20 minuti.

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NOVITÀ PRODOTTI

Pompa di calore aria-acqua monoblocco con refrigerante R32 LG Electronics introduce una nuova linea di sistemi di riscaldamento, all’interno della famiglia THERMA V: una pompa di calore aria-acqua monoblocco dotata del refrigerante R32. Questo prodotto può essere utilizzato per diverse soluzioni di riscaldamento che vanno dalla produzione di acqua calda a scopo sanitario al riscaldamento a pavimento.

Efficienza energetica e prestazioni

THERMA V monoblocco R32 vanta il più potente sistema di riscaldamento tra i modelli della gamma THERMA V, grazie alla presenza del gas refrigerante R32, che, oltre a garantire un impatto ambientale notevolmente ridotto, migliora efficienza e prestazioni, permettendo il raggiungimento di un coefficiente di prestazione stagionale di riscaldamento (SCOP) pari a 4,45 e la classificazione energetica A+++ 1 (Erp). Altra caratteristica distintiva è il fatto di garantire ottime prestazioni di riscaldamento anche con temperature esterne particolarmente basse. THERMA V monoblocco R32 è, infatti, operativo anche

con una temperatura esterna di -25 ° C ed è in grado di produrre acqua calda ad una temperatura fino a 65°C, anche con climi particolarmente rigidi. Inoltre, il compressore scroll offre un’efficienza e un’affidabilità uniche. Il range operativo 10-135 Hz rappresenta un netto miglioramento rispetto ai 15-100 Hz del modello precedente, aumentando l’efficienza a carichi parziali e consentendo di raggiungere rapidamente la temperatura desiderata dall’utente. Questo nuovo modello rende, inoltre, possibile un’operatività più stabile, eliminando le vibrazioni presenti nei compressori tradizionali. L’affidabilità è un altro punto di forza. Lo scambiatore di calore Ocean Black Fin è altamente resistente alla corrosione perché progettato per funzionare in ambienti a rischio corrosione come quelli ricchi di inquinamento e umidità. Ciò si traduce in una maggiore durata del prodotto e minori costi di manutenzione.

Miglioramento dell’interfaccia utente

Per aumentare la semplicità d’uso dell’utente, la pompa di calore offre una serie di miglioramenti dell’interfaccia di controllo. Il nuovo comando a filo RS3 in dotazione migliora notevolmente la user experience, grazie ad un’interfaccia intuitiva con display LCD a colori da 4,3 pollici, design elegante e tasti a sfioramento. Questo comando non ha solo un’estetica moderna, ma anche una varietà di funzioni di controllo smart, che vanno dal monitoraggio dei consumi energetici, alla programmazione e alle operazioni di emergenza. Tutte queste funzionalità si gestiscono tramite un’interfaccia utente intuitiva, che consente una facile programmazione e un controllo rapido e semplice dello stato di funzionamento. Poiché ogni utente può controllare visivamente il funzionamento del sistema, è anche possibile regolare i livelli di consumo di energia per ridurre gli sprechi di energia e i costi operativi. THERMA V monoblocco R32 sarà disponibile a partire dal mese di ottobre 2018.

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Nuova generazione di chiusura anti-riflusso Staufix Nell’eventualità di precipitazioni improvvise e violente, il livello dell’acqua può salire al di sopra del cosiddetto livello di ristagno. I locali situati al di sotto di questo livello rischiano quindi allagamenti e conseguenti danni a pavimentazioni, mobili e elettrodomestici. Da oltre 40 anni il dispositivo di chiusura anti-riflusso Staufix di Kessel è sinonimo di affidabilità nella protezione contro il riflusso e la nuova generazione di questo sistema intende seguire le orme del modello originale e garantire la stessa efficienza e qualità, ma con molto in più. Il nuovo sistema è notevolmente più compatto rispetto al modello precedente, inoltre non è cambiato solo dal punto di vista tecnico ma anche nel design: non è più arancione ma nero, come è ora tutta la gamma anti-riflusso di fascia premium dell’azienda. Tre diverse regolazioni facilitano l’installazione e la possibilità di montaggio a tenuta stagna nel calcestruzzo impermeabile. Questo garantisce maggiore sicurezza contro il riflusso dell’acqua di falda. La manutenzione è estremamente semplice grazie al sistema a sgancio rapido, apribile e chiudibile con una mano, senza l’uso di utensili. Il sistema è dotato di boccole estraibili da entrambi i lati per semplificare e velocizzare l’installazione e la manutenzione. I raccordi possono essere scelti con diametri differenti per essere adattabili ai diversi tubi; una soluzione versatile particolarmente comoda anche in fase di ristrutturazione se i vecchi raccordi devono essere uniti ai nuovi tubi. Il dispositivo dispone inoltre della sezione superiore regolabile per il perfetto allineamento al pavimento. Oltre alla versione base, esiste un secondo modello Staufix, chiamato Staufix Control: questa versione è dotata di un sensore ”optional” che attiva un allarme in caso di ristagno, garantendo quindi un ulteriore aumento di sicurezza per i proprietari di casa.

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NOVITÀ PRODOTTI

Panasonic pensa all’ibrido con il nuovo sistema VRF Panasonic ha introdotto sul mercato europeo una nuova serie di unità esterne per sistemi VRF. Si tratta di un sistema combinato a pompa di calore, composto da un’unità esterna EHP (con compressore mosso da motore elettrico) e da una unità esterna GHP (con compressore mosso da motore endotermico alimentato a gas). Il funzionamento delle due unità, EHP e GHP, è coordinato da un sistema di controllo (CZ-256ESMC3). Questo, sulla base del fabbisogno di energia (sia per la climatizzazione, sia complessivo dell’intero edificio) e sulla base del costo dell’energia stessa, commuta il funzionamento su una fra le due unità oppure sulle due unità in contemporanea. Il tutto nell’ottica di massimizzare il risparmio energetico e, di conseguenza, economico. Come esempio si consideri che, durante il periodo di massima richiesta energetica da parte dell’edificio, il sistema VRF ad alimentazione combinata di Panasonic privilegia il funzionamento dell’unità GHP, in modo da utilizzare l’energia elettrica disponibile, per l’attivazione delle infrastrutture critiche presenti nel fabbricato. Nel caso di un sito produttivo con annessa palazzina di uffici, questo approccio è sicuramente opportuno. Nei mesi estivi, infatti, a seguito dei notevoli consumi elettrici dovuti alla climatizzazione, la disponibilità di potenza di cabina potrebbe non essere sufficiente. La soluzione al problema è fornita dal sistema VRF a doppia alimentazione di Panasonic, che permette di condizionare l’aria degli ambienti, sulla base della possibilità di impiego di gas per l’alimentazione del compressore dell’unità GHP. L’energia elettrica, che così è resa disponibile, viene utilizzata per le attività strategiche di produzione. Nei momenti in cui la richiesta di climatizzazione è ridotta, il sistema privilegia, invece, al fine di massimizzare il risparmio di energia, il funzionamento dell’unità EHP; questo in quanto l’unità EHP può operare, con alti valori di efficienza, anche erogando potenze notevolmente ridotte rispetto alla potenza nominale. La possibilità di passare all’unità EHP quando la domanda risulta bassa, consente, inoltre, di prolungare la vita del motore endotermico dell’unità GHP, con notevole riduzione dei costi di manutenzione.

ACS per usi sanitari

Un altro vantaggio del sistema VRF ad alimentazione combinata è la fornitura gratuita di acqua calda per usi sanitari. Questa possibilità è dovuta al calore residuo generato dal motore dell’unità GHP e contribuisce a notevoli risparmi in applicazioni di edilizia commerciale, come ad esempio, gli alberghi, in cui è notevole la richiesta di acqua calda per usi sanitari.

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Unità VMC con portata dell’aria fino a 2.500 mc/h Wavin Italia rinnova la sua gamma di sistemi per la ventilazione meccanica controllata dedicata all’edilizia residenziale e alle piccole attività commerciali con il lancio delle nuove unità Wavin UVNE. Caratterizzate da una struttura autoportante in lamiera pre-verniciata e da un isolamento termico/acustico in lana di roccia con spessore di 22 mm, le unità favoriscono il ricambio e il rinnovo dell’aria, grazie a due ventilatori che svolgono la funzionalità di estrazione dell’aria viziata interna e di immissione di quella pulita proveniente dall’esterno, oltre ad assicurare un risparmio energetico fino al 90% grazie alla presenza di un recuperatore di calore in controcorrente ad altissima efficienza.

Installazione verticale o orizzontale

Fiore all’occhiello della nuova gamma è l’ampio numero di modelli che prevedono un’installazione in orizzontale (a soffitto e a basamento) o verticale (a parete o a basamento), e che offrono una portata dell’aria fino ad un massimo di 2.500 mc/h, calcolati in base alla norma 2018 relativa alla potenza specifica interna di ventilazione (SFP). Non solo: le unità sono impreziosite da un controller con display LCD che ne semplifica l’utilizzo e che permette la modulazione della ventilazione in funzione delle condizioni ambientali grazie ai suoi appositi sensori per la rilevazione della temperatura e dell’umidità. Attraverso il controller è possibile impostare le fasce orarie di utilizzo e mettere in sovrappressione o depressione i vari locali, in modo da evitare l’emissione o l’immissione di aria non controllata e, di conseguenza, non filtrata. Su richiesta, le macchine possono essere dotate di dispositivo di controllo di portata costante. Facilmente ispezionabili, per garantire la massima praticità nelle operazioni di manutenzione, le unità della linea sono dotate di sistema di estrazione dei filtri e drenaggio della condensa, di un recuperatore di calore del tipo in controcorrente interamente realizzato in materiale plastico e di ventilatori plug fan con motore EC brushless. Tutte le macchine vantano inoltre la presenza di una sezione di by-pass per il free cooling e il free heating, comandato da una valvola motorizzata, e da una serie di filtri in classe M5 per l’estrazione dell’aria e in classe F7 a bassa perdita di carico in rinnovo.

Accessori

A corredo delle unità VMC, l’azienda propone un’ampia gamma di accessori per la distribuzione dell’aria. Per rendere il sistema più performante e garantire minori perdite di carico è consigliata una distribuzione attraverso “tubi spiro”, ovvero tubazioni circolari in lamiera zincata collegate a regolatori di portata costante con griglia a soffitto modulabile per l’immissione e l’estrazione dell’aria (modello Borea) o con valvola, anch’essa installata a soffitto. Nel caso di griglie posizionate a parete, occorre invece installare una griglia di mandata ed una di ritorno per l’immissione e l’estrazione dell’aria. In alternativa alla distribuzione tramite tubi spiro è sempre possibile prevedere una distribuzione con plenum multidirezionali in lamiera zincata, con isolamento fonoassorbente interno che riduce la rumorosità.

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Viega Smartpress

Il massimo delle performance e un gran passaggio anche in curva.

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Smart, di nome e di fatto. Viega Smartpress è un sistema innovativo di tubi polimerici e raccordi a pressare di acciaio inossidabile e bronzo della massima qualità in termini di materiali, ottimizzazione del flusso e velocità di installazione. Con sezioni di passaggio efficienti e supporti privi di o-ring, i raccordi sono pensati per ridurre al minimo le perdite di carico e non necessitano di calibratura. Inoltre sono dotati del dispositivo di sicurezza brevettato SC-Contur che rileva giunzioni non pressate già durante il riempimento dell’impianto per la prova di tenuta. Viega. Connected in quality.

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2 1. Installazioni più rapide e sicure: basta tagliare, inserire e pressare. 2. Raccordi a pressare progettati e realizzati in acciaio inossidabile e bronzo per ridurre al minimo le perdite di carico.


TECH

Si chiama Airlite la tecnologia in polvere in grado di trasformare gli agenti inquinanti in molecole di sale

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er contrastare il fenomeno dell’inquinamento la ricerca scientifica sta investendo molto negli ultimi anni nello sviluppo di soluzioni che hanno come obiettivo la purificazione dell’aria. Ne è un esempio Airlite, tecnologia Made in Italy sviluppata nel 2003 e lanciata sul mercato dopo un lungo periodo di test e sperimentazioni.

LA PITTURA CHE MANGIA LO SMOG Si tratta di una speciale pittura in polvere che, grazie all’aggiunta di acqua contenente biossido di titanio che si attiva a contatto con la luce, è in grado di trasformare gli agenti inquinanti in molecole di sale. Stando ai risultati, Airlite è in grado di depurare l’aria da circa l’88,8% dell’inquinamento presente. La riduzione dell’inquinante NO2, in particolare, è risultata di oltre l’80% in laboratorio e del 50% in ambiente reale.

AZIONE ANTIBATTERICA Oltre ai benefici in termini di purificazione dell’aria, la pittura ha anche altri vantaggi. È in grado di neutralizzare gli odori, di eliminare le muffe e quella di ridurre fino al 99,9% i batteri presenti sulla superficie grazie alla doppia azione dell’ossidazione superficiale e all’alcalinità della superficie, che combinate impediscono ai batteri di sopravvivere. Sempre stando ai risultati, la pittura elimina anche un alleato contro la polvere e lo sporco: grazie al sottile strato superficiale di acqua viene impedito alle polveri e alle altre particelle di sedimentare sulle superfici.

Bianco, ultra-sottile e 100% naturale: il rivestimento ispirato ai coleotteri Grazie a una combinazione di nanofibrille di cellulosa, il rivestimento imita la corazza dei coleotteri, che è di un bianco riflettente mai visto finora

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a ricerca scientifica per ispirarsi guarda sempre più alla natura. E’ ciò che è accaduto a un team di scienziati dell’Università di Cambridge e dell’Aalto University in Finlandia che ha sviluppato un rivestimento naturale, sostenibile, biocompatibile e soprattutto di un bianco splendente mai visto finora. Si tratta di una vernice costituita di cellulosa e realizzata traendo ispirazione dal coleottero Cyphocilus originario del Sud-Est asiatico e caratterizzato da una corazza bianca e riflettente.

ULTRA-SOTTILE E ULTRA-RIFLETTENTE Il materiale, che non ha ancora un nome, è leggero, sottile e ha la capacità di riflettere efficacemente la luce (è in grado di diffondere la luce dalle 20 alle 30 volte più efficacemente della carta), ottenendo un colore bianco eccezionalmente brillante. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una combinazione di nanofibrille di cellulosa che creano una membrana sottilissima di un candore eccezionale.

WORK IN PROGRESS Al momento il rivestimento non è ancora sufficientemente resistente, ma il team di scienziati lo sta migliorando al fine di poterlo utilizzare per un ampio spettro di applicazioni. L’idea è quella di sviluppare una polvere che possa essere usata come un comune pigmento da miscelare con un solvente organico, di modo da ottenere una vernice bianca applicabile a qualsiasi superficie. Essendo composto da cellulosa, il rivestimento sarebbe un’alternativa sostenibile alle comuni vernici bianche.

La ricerca ha dimostrato che con una quantità davvero minima di materiale è possibile ottenere un rivestimento ultra-bianco e altamente riflettente

Pittura anti-smog per migliorare la qualità dell’aria interna

Silvia Vignolini, ricercatrice presso l’Università di Cambridge

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IsolCupolex ® Rialto è la tecnologia più efficace e sostenibile per la costruzione di vespai aerati isolati. Gli elementi fungono da cassero per il getto in calcestruzzo armato conferendo alla soletta una struttura ad archi in grado di sostenere carichi elevati e lasciando un’ intercapedine vuota sottostante. Realizzato in EPS Twinpor TM , un innovativo materiale ad alte prestazioni che garantisce un elevato isolamento termico e il massimo comfort abitativo.

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TECH

Finestre auto-regolanti grazie al biossido di vanadio Sviluppato un rivestimento ultra-sottile in biossido di vanadio in grado di reagire automaticamente alla radiazione solare, bloccando il calore d’estate e trattenendolo d’inverno Il trend dell’efficienza energetica sta spingendo molto il settore delle smart windows. Un’importante innovazione arriva da un team di ricercatori della RMIT University di Melbourne (Australia) che ha sviluppato un rivestimento ultrasottile e leggero da applicare alle finestre e in grado di reagire in modo automatico al caldo e al freddo. Una soluzione che secondo il team potrebbe contribuire alla riduzione dei consumi energetici legati agli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli edifici, in un’ottica di sempre maggiore efficienza.

COME FUNZIONA IL RIVESTIMENTO?

SMART, MA REGOLABILI “La nostra pellicola non richiede energia e risponde direttamente ai cambiamenti di temperatura”, spiega Madhu Bhaskaran, professore associato di RMIT e capo della ricerca. Queste reazioni possono essere

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anche ‘guidate’ grazie a un interruttore, molto simile a un dimmer, che può essere utilizzato per controllare il livello di trasparenza della finestra e quindi l’intensità dell’illuminazione in una stanza.

MOLTO PIÙ EFFICIENTI DEI DOPPI VETRI In base ai test effettuati, le smart windows in VO2 sono risultate, rispetto ai comuni doppi vetri, il 70% più efficienti nei periodi estivi e il 45% più efficienti in quelli invernali.

Stiamo rendendo possibile la produzione di finestre intelligenti che bloccano il calore durante l’estate e trattengono il calore all’interno quando le temperature si abbassano Madhu Bhaskaran, professore associato di RMIT e capo della ricerca

Il rivestimento, mille volte più sottile di un capello (50-150 nanometri), è composto da biossido di vanadio (VO2), che, al di sotto di una certa temperatura, ha le proprietà di un semiconduttore, mentre oltre i 67°C manifesta dei comportamenti metallici. Una caratteristica che trasforma il rivestimento in un materiale optoelettronico, ovvero in grado di trasformare segnali elettrici in segnali ottici (e viceversa), che reagisce alla luce e può essere controllato. Mentre il rivestimento risulta trasparente all’occhio umano, diventa in realtà opaco reagendo a qualsiasi radiazione solare a infrarossi.



TECH

Nuovo prototipo di facciata per il condizionamento degli uffici Sviluppata da una collaborazione tra Eurac Research e l’azienda Stahlbau Pichler, la soluzione porterebbe a una riduzione dei consumi di condizionamento fino al 40%

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egli ultimi anni gli esperti di energia di Eurac Research hanno lavorato insieme a Stahlbau Pichler alla ricerca di soluzioni innovative dal punto di vista energetico per le facciate degli edifici. Ora hanno realizzato un prototipo di una macchina che integra ventilazione, riscaldamento e raffrescamento ed è decentralizzata: ogni singolo ufficio potrà infatti avere installato direttamente nella facciata un sistema di scambio d’aria interno-esterno che regolerà anche riscaldamento e raffrescamento degli ambienti. Questa soluzione porterebbe a una riduzione dei consumi legati al condizionamento fino al 40% e a una migliore gestione del comfort interno, oltre che a una più semplice realizzazione degli impianti di ventilazione e climatizzazione. Il prototipo è stato valutato positivamente in test di laboratorio e simulazioni, ora si passerà alla fase di industrializzazione del prototipo per immetterlo sul mercato.

e del freddo nel singolo ufficio. Ciò aumenterebbe anche il comfort interno per chi lavora negli uffici, grazie a un miglior controllo delle temperature.

IMPIANTI DECENTRALIZZATI L’innovazione è stata quella di decentralizzare tutti questi impianti, riunirli in una sola macchina e inserirli nei moduli di una facciata prefabbricata. Il nuovo prototipo di facciata gestisce quindi l’aria calda e fredda per il riscaldamento e raffrescamento degli uffici e al tempo stesso lo scambio d’aria tra interno ed esterno. La riduzione dei consumi legati al condizionamento – dal 26 al 40% in base alla latitudine, secondo le simulazioni – avviene grazie a un minor consumo elettrico della ventilazione meccanica rispetto a un sistema centralizzato e a una distribuzione più efficiente e puntuale del caldo

Decentralizzare significa togliere componenti. Gli impianti di distribuzione saranno infatti integrati nella facciata e allo stesso tempo si semplificherà la rete di distribuzione dell’aria e di acqua calda e fredda. Da un punto di vista economico ciò porterebbe a un risparmio dei costi totali di costruzione e di impianto Roberto Fedrizzi, esperto di sistemi di raffrescamento e riscaldamento sostenibili e coordinatore delle attività

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CHI PROGETTA DI SUPERARE I PROPRI LIMITI necessita di un partner all’altezza che lo segua in ogni situazione. Chi progetta con la massima qualità deve trovare un partner animato dalla stessa ambizione. Un partner che convinca con l’eccellenza dei suoi sistemi di tubazioni per acqua sanitaria, riscaldamento e gas, capace di non perdere mai di vista i piccoli dettagli, nemmeno nelle sfide più impegnative. Un partner come Viega, che può affiancare il cliente in tanti modi: direttamente in cantiere, attraverso il Centro Servizi o durante uno dei suoi seminari. Viega. Connected in quality.

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TECH

Un super legno più resistente dell’acciaio Un team di ricercatori dell’Università del Maryland ha sviluppato un processo che rende il legno 12 volte più resistente, un vero competitor dell’acciaio e persino delle leghe di titanio

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l legno negli ultimi anni è stato rivalutato come materiale costruttivo, grazie soprattutto alle sue caratteristiche di sostenibilità e flessibilità. Resta però un limite: la resistenza. Un ostacolo che un team di ricercatori dell’Università del Maryland (USA) sembra aver risolto con lo sviluppo di un super legno più resistente dell’acciaio.

UN LEGNO 12 VOLTE PIÙ RESISTENTE Il risultato è stato ottenuto grazie a un trattamento speciale che, secondo Liangbing Hu, a capo del progetto, rende il legno 11,5 volte più forte del legno naturale e 10 volte più resiliente.

ELIMINAZIONE DELLA LIGNINA Il principale intervento del trattamento ha previsto la rimozione di un’alta percentuale di lignina, il polimero organico che conferisce al legno la rigidità dettata dal legame fra le fibre di cellulosa e il tipico colore bruno. L’eliminazione avviene grazie a una bollitura di sette ore in una soluzione di idrossido di sodio e di solfito di sodio. Poi il materiale, la cui struttura presenta ancora diversi spazi vuoti, viene pressato: il risultato è un blocco cinque volte più sottile di quello originale e totalmente compatto. Il trattamento non soltanto elimina i nodi e le cavità tipiche del legno, ma conferisce al materiale un’omogeneità microscopica con le fibre di cellulosa che formano dei veri e propri legami chimici che fungono da collante. Il procedimento è stato applicato a diverse varietà legnose e i risultati sono stati gli stessi in ogni caso.

TEST DI RESISTENZA Per verificare la resistenza del materiale sono stati eseguiti test molto simili a quelli che vengono effettuati per i veicoli militari. Cinque strati di lamelle, appena 3 centimetri di spessore in tutto, sono stati in grado di fermare proiettili da 46 grammi che viaggiavano a una velocità di 30 metri al secondo, pari a 108 chilometri orari.

Liangbing Hu, capo del progetto

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La piastrella solare permette di sfruttare sia l’effetto fotovoltaico per produrre energia elettrica, sia l’effetto termico per la produzione di acqua calda sanitaria

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al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università Alma mater di Bologna arriva un’importante novità per il settore del fotovoltaico. Il team composto da Giampietro Fabbri, Matteo Greppi e Paolo Proli ha annunciato di aver sviluppato una piastrella solare ibrida capace di produrre sia energia elettrica che termica.

PIASTRELLA SOLARE IBRIDA L’innovazione, per cui è stata depositata domanda di brevetto industriale, è in grado di garantire una doppia capacità produttiva di energia, termica ed elettrica, sfruttando le possibilità offerte dai sistemi ibridi.

CALPESTABILE E IDONEA PER QUALSIASI APPLICAZIONE Rivestita con due diversi tipi di resina plastica, la piastrella solare è anche calpestabile, caratteristica che, secondo il team, la rende idonea a qualsiasi applicazione: dalle pavimentazioni industriali alle coperture di terrazze o tetti piani, fino ai rivestimenti per la camperistica e la nautica.

RIPRODUCIBILE IN SERIE

Questo legno potrebbe diventare un competitor dell’acciaio e persino delle leghe di titanio, grazie alla sua resistenza. È anche paragonabile alla fibra di carbonio, ma è molto meno costoso

Una piastrella solare ibrida e calpestabile

Nella progettare la piastrella solare, inoltre, i ricercatori hanno dedicato un’attenzione particolare a due aspetti chiave per la diffusione di questa nuova tecnologia: la facilità di produzione e la messa in opera da parte degli installatori. Il risultato è un prodotto riproducibile in serie, con lo stesso spessore delle comuni piastrelle autobloccanti, che può essere facilmente installato.


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SCHERMATURE SOLARI

In principio fu la tenda, ora sono schermature Le schermature solari, così come tutte le altre componenti dell’edilizia urbana civile, hanno vissuto un’evoluzione tecnologica e architettonica notevole. Abbiamo chiesto a Fabio Gasparini, Presidente Nazionale Assites, di raccontarci questa evoluzione e di spiegarci come l’associazione tuteli e aiuti la crescita degli operatori del settore a cura di MARCO ZANI

C&C: Le schermature solari sono probabilmente poco conosciute da committenza e progettisti. Quali sono secondo Lei i punti critici per la loro adozione? F.G.: In realtà, nei grandi progetti le schermature solari sono sempre state prese in considerazione durante la fase di progettazione. È nel quotidiano che spesso sono risultate essere l’elemento di coda, quello che può essere aggiunto una volta confermato il budget di spesa. Ad oggi però, soprattutto grazie all’introduzione di diversi obblighi di legge, il progettista si sta avvicinando sempre più a questo mondo. Ovviamente, date le scarse conoscenze, faticano ad esempio ad abbinare la schermatura al serramento e a capire quale sia la soluzione migliore da adottare. Il più delle volte il progettista elabora un progetto e solo successivamente si preoccupa dell’inserimento delle schermature. Questo implica il non raggiungimento del miglior rendimento possibile. La problematica più frequente è quindi quella di inserire la schermatura solare all’origine del progetto. È un fattore culturale. All’estero la schermatura è sempre stata un elemento architettonico indispensabile e considerato, mentre in Italia è ancora considerata un “vezzo”.

Oltre al problema di carattere culturale, esiste anche una scarsa conoscenza degli aspetti tecnici? Ad esempio, i progettisti sanno come va scelta una schermatura e quali sono le normative di riferimento? Sempre di più, grazie allo sforzo delle aziende primarie che stanno cercando di diffondere questa cultura attraverso la carta stampata, gli eventi, i media, i social e tramite un lavoro di informazione diretta e specifica sui progettisti andando a fare attività formativa.

FABIO GASPARINI, Presidente Nazionale Assites e Managing Director Resstende

Qual è l’aspetto in cui i progettisti sono maggiormente carenti dal punto di vista tecnico? Nell’hardware e nella scelta del tessile. C’è ancora molta limitazione conoscitiva che riguarda la loro combinazione, soprattutto per quanto concerne le tende a rullo. Spesso arrivano richieste incongruenti che non tengono conto delle caratteristiche dei due elementi; ciò significa che manca il feeling con il prodotto. Le schermature solari dovrebbero diventare parte delle conoscenze del progettista. In molti progetti importanti e di alto livello tecnico si è partiti dalle origini del progetto per poterlo integrare nella maniera migliore. C’è ancora una conoscenza molto superficiale di ciò che la schermatura solare rappresenta e di quello che può dare come apporto qualitativo a livello energetico. www.casaeclima.com    n.74

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SCHERMATURE SOLARI Esiste una categorizzazione condivisa delle schermature solari a livello normativo? Direi che l’unico aspetto condiviso è il valore Gtot che viene dato e definito in tutte schermature. Abbiamo dovuto insistere molto su questo aspetto perché, ad esempio, i produttori di tessili non lo valutavano, o meglio, non era tra le informazioni tecniche richieste. Si è quindi dovuta creare una sorta di “biblioteca” che determinasse i valori Gtot di tutti gli elementi schermanti. Senza questo valore è impossibile per il progettista utilizzare questi prodotti.

Una delle osservazioni che spesso si fa al vostro comparto è che questi sono meccanismi che col tempo richiedono manutenzione e/o sostituzione... Tutto ciò che va all’esterno necessita di manutenzione. Non capisco perché un elemento meccanico - come può essere un automezzo - debba essere per legge soggetto a manutenzione periodica e non debba invece esserlo la schermatura solare che è in costante movimento e che stando all’esterno ha anche bisogno di interventi di pulizia. La pulizia di un immobile esterno o il ripristino di elementi usurati deve essere periodica. Va prevista e progettata. E’ una cultura che va diffusa, ma devo dire che si sta iniziando.

Il comparto offre contratti di manutenzione? Il comparto non li offre perché non è mai stato previsto. Mi auguro che nel BIM venga inserita questa procedura. Nel senso che se c’è una richiesta il mercato si deve adeguare; ad oggi l’adeguamento è sempre stato casuale e su richiesta. Sono rari i contratti di manutenzione periodica definiti.

Qual è mediamente la durabilità di un tessuto? Una buona durata direi che raggiunge per i prodotti esterni i vent’anni.

Per quel che riguarda materiali e meccanismi, rispetto a vent’anni fa c’è stato un enorme passo avanti? Sicuramente sì. I produttori tessili hanno capito nel corso degli anni che non bastava fornire un tessuto qualunque, ma doveva essere sostenuto da caratteristiche tecniche e dinamiche atte a sostenere l’invecchiamento, i cambiamenti di colore, ecc...Per quanto riguarda le meccaniche si sono sviluppate caratteristiche migliorative per l’applicazione, l’installazione e l’adeguamento alle caratteristiche architettoniche. Diverse novità hanno riguardato anche i sistemi che consentono la tensione del telo o che agiscono in situazioni critiche di vento forte. C’è stata sicuramente una notevole evoluzione.

Cosa significa poter appoggiarsi ad Assites per i vostri affiliati? Il settore delle schermature solari copre un range ampio, che va dalle strutture industriali a quelle civili, dall’architettura al terziario. Gli interlocutori sono molteplici e chi si avvicina a un’associazione lo fa con una certa confusione: alcuni sono convinti che dia loro un vantaggio promozionale e/o pubblicitario. Ma, ovviamente, questo 24

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IL FATTORE GTOT Il fattore Gtot è il fattore solare della combinazione di vetro e dispositivo di schermatura solare e caratterizza la prestazione globale d’insieme. Esistono due metodi per calcolare il Gtot di una schermatura in associazione con un vetro: UNI EN 13363-1 che fornisce un metodo semplificato 1 lapernorma valutare il valore di G , con un calcolo che prende in tot

considerazione il valore U e il valore g del vetro e la trasmittanza e la riflettenza energetiche del dispositivo di schermatura solare; norma UNI EN 13363-2 che fornisce un metodo di calcolo 2 ladettagliato che intende rappresentare il comportamento fisico reale dell’associazione di una tenda e di un vetro quando colpiti da una radiazione solare. Questo metodo, a causa della sua complessità, richiede l’uso di uno strumento di calcolo specifico. A tal proposito sono ormai disponibili molti software che permettono di effettuare tale calcolo.

non è lo scopo di un’associazione. Assites, in particolare, mira a rappresentare il settore, farne gli interessi globali, interagire con le istituzioni e con l’apparato amministrativo. Sono tutte attività che il singolo associato non potrebbe fare da solo, ma questo aspetto viene poco considerato.

Quali risultati avete ottenuto dialogando con la parte istituzionale e politica? Il più importante riguarda sicuramente l’obiettivo raggiunto della Detrazione fiscale che quest’anno si è ridotta al 50%. Siamo riusciti a dialogare più volte con le istituzioni anche per quanto riguarda l’inserimento della schermatura solare in Enea, ma il risultato più importante è che questo prodotto è diventato un elemento contributivo per il raggiungimento del coefficiente termico. Si tratta di una vittoria per il nostro settore, in quanto da oggi i progettisti dovranno tenere conto in fase di progettazione anche delle schermature solari. Inoltre, stiamo sviluppando CaseItaly, progetto di promozione fieristico elaborato in collaborazione con Acmi, Anfit e Pile.

Ci ha descritto come l’associazione deve essere intesa dagli associati. Come viene vista da committenti e progettisti? Il progettista nell’associazione cerca consulenza, consigli, informazioni tecniche di uno specifico prodotto e tutto ciò che è collegato a normative, certificazioni e risparmio energetico. Con sincerità e autocritica devo affermare che le associazioni hanno delle lacune. Per dare un buon servizio infatti occorre un buon supporto tecnico, che ovviamente va finanziato, e spesso la difficoltà di un’associazione sta proprio nel reperire il soggetto finanziatore che è poi l’associato.


SATVHEE DATE

Bologna, 17/20 ottobre 2018

L’eccellenza di tutta la filiera delle costruzioni a SAIE 2018 Infrastrutture e Territorio

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GREEN BUILDING

Design e ambiente, un sodalizio possibile Nel corso degli anni nel settore delle costruzioni, così come nelle istituzioni, è cresciuta la consapevolezza delle responsabilità che riguardano l’uso del territorio e delle risorse. La nascita di diverse certificazioni di bioedilizia, tra cui la più famosa è il LEED, è stata particolarmente utile per incoraggiare gli sviluppatori e gli appaltatori a capire che costruire “verde” conviene economicamente sotto ogni punto di vista: dalle spese di gestione fino alla creazione di valore spendibile sul mercato immobiliare. Gli edifici energeticamente efficienti, inoltre, possono anche essere esteticamente piacevoli, pur rispettando i vincoli richiesti dalle certificazioni. Nel mondo ci sono proposte interessanti sia per costruzioni residenziali che uffici. Eccone alcune SILVIA MARTELLOSIO

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BAIA VERDE PER SINGAPORE Definirlo un giardino botanico è assolutamente riduttivo. Il Gardens by the Bay di Singapore è infatti una vera e propria opera architettonica, dove tecnologia e botanica riescono a convivere in simbiosi. La sua creazione è nata dalla volontà di migliorare la qualità di vita nella città in un’ottica green, passando dal concetto di “giardino in città” a quello di “città nel giardino”. L’enorme parco di 100 ettari accoglie oltre 220.000 piante suddivise in tre ampi giardini: il Bay Central Garden, il Bay East Garden e il Bay South Garden, il più grande, che ospita piante tropicali. Tra sentieri, ruscelli, laghetti ci sono anche due serre a cupola realizzate con pannelli di vetro speciale per evitare sprechi energetici. La Flower Dome ospita la vegetazione tipica dei climi delle regioni tropicali semi-aride, mentre nella Cloud Forest Dome si possono ammirare le specie tipiche delle montagne tropicali e la più grande cascata al coperto del mondo. Ma i protagonisti assoluti sono i Supertrees, 18 giardini verticali a forma di albero, alti tra i 25 e i 50 metri, ricoperti da piante di circa 200 specie diverse. Realizzati in acciaio e calcestruzzo e dotati di pannelli solari per la produzione di energia del parco e serbatoi per raccogliere l’acqua piovana utilizzata per le fontane e l’irrigazione dei giardini, i Supertrees hanno modificato lo skyline di Singapore e offrono una incredibile vista sulla città.

no Giardini di Porta Nuova a Mila

Gardens by the Bay di Singapore

Giardini di Porta Nuova a Milano

FORESTA VERTICALE A MILANO Inaugurato nell’ottobre 2014, nei pressi dei giardini di Porta Nuova a Milano, il Bosco Verticale è composto da due torri residenziali rispettivamente di 111 metri e 78 metri disegnate da Boeri Studio. Si tratta di un modello di edificio residenziale sostenibile, un progetto di riforestazione metropolitana che contribuisce alla rigenerazione dell’ambiente e alla biodiversità urbana. Il sistema vegetale dei due edifici aiuta infatti nella creazione di uno speciale

microclima, produce umidità e ossigeno, assorbe particelle di CO2 e polveri sottili. Il Bosco Verticale è anche una misura “anti-sprawl”, che mira a controllare e ridurre l’espansione urbana. Se pensiamo a loro in termini di densificazione urbana, ogni torre del Bosco Verticale è equivalente a una zona di espansione residenziale che può misurare fino a 50.000 metri quadrati. www.casaeclima.com    n.74

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GREEN BUILDING

ARIA FRESCA NON RICICLATA La Council House 2, una delle sedi del municipio di Melbourne (Australia) costruita nel 2006, è stato il primo edificio in tutta l’Australia a guadagnarsi sei Green Star, il più alto riconoscimento per gli edifici ecosostenibili. Si tratta di un edificio ad alta efficienza energetica progettato dagli architetti dello studio DesignInc. L’efficienza energetica e le prestazioni dell’edificio sono garantite da due strategie di intervento: attive, direttamente connesse con il supporto tecnologico degli impianti, e passive, legate invece alle caratteristiche dell’involucro edilizio. Il segreto di CH2 è molto semplice: l’aria che si respira al suo interno è 100% fresca. A differenza dei sistemi tradizionali, dove i ricambi d’aria vengono effettuati riciclando una parte dell’aria interna, in CH2 l’aria viene prelevata dall’esterno in corrispondenza del tetto, dove il verde pensile filtra naturalmente l’aria. La forma ondulata del soffitto è studiata appositamente per facilitare la stratificazione dell’aria negli uffici, mantenendo la temperatura ideale nella fascia abitata e favorendo l’uscita dell’aria calda viziata verso il soffitto dove la pressione negativa generata dalle turbine minieoliche ne facilita la risalita verso l’alto e verso l’esterno. Tutti i materiali impiegati per la struttura del Council

House 2 di Melbourne sono riciclati da precedenti demolizioni edili dell’hinterland. Puntando alla naturalezza e alla salubrità totale della struttura, tutti i materiali sono privi di sostanze nocive o componenti tossici.

Parkroyal Hote l di Singapore

Council House 2

Council House 2 di Melbourne

Parkroyal Hotel di Singapore

UNA GIUNGLA NELL’ASFALTO Una terrazza di alberi attraversa il cemento come fosse un serpente. E’ il Parkroyal Hotel di Singapore, ‘cuore verde’ ideato da un team di architetti WOHA. Si tratta di una struttura dal design contemporaneo che coniuga forme organiche concrete con volumi rettangolari ed essenziali, arricchiti da una terrazza che si affaccia sulla città. Ogni piano dell’albergo è dotato del suo giardino che rappresenta il fulcro, nonché il panorama di ciascuna camera. L’edificio è formato da vari 28

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livelli curvi abitati da più di 15.000 metri quadrati di vegetazione e piante tropicali che sembrano fondersi con quelle del parco pubblico adiacente. Gli interni sono stati ridisegnati ed è stato dato maggiore spazio alle vetrate, che sono interrotte da un disegno modulare di montanti in legno, replicato nei mobili e negli arredi su misura delle stanze. L’edificio ha vinto nel 2015 il premio CTBUH Urban Habitat Award 2015 e il Green Mark Platinum Singapore.


IL SECONDO GRATTACIELO GREEN PIÙ ALTO DEL MONDO Simbolo dello skyline della capitale economica e finanziaria della Cina, la Shangai Tower, realizzata dallo studio di architettura Gensler e certificata LEED Gold, ha collezionato diversi primati. Con i suoi 632 metri di altezza per 128 piani, è il grattacielo più alto della Cina e il secondo a livello mondiale; al suo interno è inoltre presente l’ascensore più veloce del mondo, in grado di viaggiare a circa 66 chilometri all’ora, cioè 18 metri al secondo. La sismicità dell’area, il clima ventoso e la composizione argillosa del terreno hanno reso necessaria la realizzazione di un solido impianto strutturale. Il basamento della torre è una platea di fondazione di oltre 5 metri di spessore costituita da 61.000 mc di calcestruzzo pompato per 63 ore consecutive. Questa sostiene un massiccio core centrale dal quale si diramano orizzontalmente ramificazioni strutturali a supporto dei piani tecnici che suddividono la struttura in nove parti. Le vetrate sono state progettate, dopo una serie di test nella galleria del vento, per diminuire le sollecitazioni del vento fino al 24%. Scelta che ha permesso anche di utilizzare meno materiale, per esempio il 25% in meno di acciaio strutturale, assicurando consistenti risparmi. In cima all’edificio inoltre sono installate turbine eoliche ad asse verticale che generano fino a 350.000 kWh all’anno di energia elettrica.

Vancouver Convention Centre

Shangai Tower

Shangai Tower

Vancouver Convention Centre

TETTO VERDE CAMPIONE DI BIODIVERSITÀ Con i suoi quasi 2,4 ettari di estensione in cui sono ospitate ben 400.000 piante e oltre 240.000 api, il Vancouver Convention Centre (Canada) ospita il più grande “tetto verde” non industriale del Nord America. Oltre a preservare la biodiversità locale, il tetto migliora l’isolamento dell’edificio, favorendo la regolazione della temperatura sia in estate che in inverno. Il centro congressi è interamente rivestito di vetro strutturale, dotato di un sistema di ombreggianti motorizzati e pensiline aggettanti che regolano

la temperatura, tenendo sotto controllo il guadagno solare nei mesi più caldi e sfruttandolo d’inverno. Pompe di calore ad acqua ad alta efficienza climatizzano invece le sale espositive. Tutte le risorse idriche utilizzate nell’edificio vengono poi trattate e riutilizzate per l’irrigazione, permettendo in questo di diminuire i consumi di acqua potabile del 73%. Il centro è inoltre dotato di sensori in grado di controllare le emissioni di CO2 e di composti organici volatili. www.casaeclima.com    n.74

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GREEN BUILDING

Bank of America Tower

Bank of America Tower

MATERIALI RICICLATI E RICICLABILI Progettata dagli architetti newyorkesi Cook e Fox, la Bank of America Tower è un grattacielo di 55 piani, alto 366 metri, situato a Midtown (Manhattan - New York). La maggior parte dei materiali da costruzione dell’edificio sono riciclati o provenienti da fonti rinnovabili e reperiti entro un raggio di 750 Km dalla città. I pannelli in vetro che compongono il curtain wall sono stati assemblati fuori cantiere, nei pressi di New York, poi trasportati e posti in opera: si tratta di vetri

Vanke Center di Shenzen

GRATTACIELO ORIZZONTALE Conosciuto anche col nome di Horizontal Skyscraper, i 220.000 metri quadrati del Vanke Center di Shenzen (Cina) sono sede degli uffici della Vanke Co. ltd, ma accoglie anche appartamenti, un hotel, un centro conferenze, una spa e un parcheggio. Poggiato su pilotis, l’edificio lascia libero il paesaggio sottostante per ospitare un giardino tropicale che cita visivamente i giardini brasiliani di Roberto Burle Marx. L’intervento coinvolge un’area di 60.000 metri quadri, di cui 28.000 sono non edificati. Tra le soluzioni ecosostenibili che 30

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riflettenti e basso emissivi che, da un lato, assicurano l’illuminazione naturale degli interni, dall’altro, costituiscono una schermatura contro le dispersioni termiche. L’edificio, inoltre, è dotato di pannelli fotovoltaici, turbine eoliche e sistemi di cattura e riutilizzo delle acque piovane e delle acque reflue. I livelli di CO2 vengono costantemente monitorati e in tutto l’edificio sono posizionate le luci LED, per complessivi 4,6 MegaWatt di energia pulita.

Vanke Center di Shenzen caratterizzano l’edificio si trovano sistemi per il riciclo delle acque grigie e per la raccolta delle acque piovane e superfici vetrate ad alte prestazioni. 1.400 metri quadrati di pannelli fotovoltaici sono installati sul tetto del complesso e producono una quantità di energia tale da soddisfare il 12,5% della domanda totale proveniente dagli uffici del Vanke Center. Porte, pavimenti e arredamento degli headquarters Vanke Co. sono realizzati con materiali riciclabili.


EDIFICIO ZERO ACQUA Sviluppato su sei piani, il Bullitt Center di Seattle è stato progettato allo scopo di diventare un modello di efficienza: un’enorme cisterna rivestita di calcestruzzo e posta nel seminterrato del centro raccoglie l’acqua piovana, tanto da poter coprire la fornitura idrica dei tre mesi estivi, quando in questa regione piove assai poco (capienza fino a 56 mila litri). Il sito recupera anche le acque grigie dei lavandini e delle docce del fabbricato. Le acque reflue vengono raccolte in un serbatoio interrato collegato a un sistema di depurazione naturale dove avviene il trattamento microbico. Poi, l’acqua depurata viene filtrata all’esterno, irrigando un’ampia zona verde circostante. Risorse idriche, ma non soltanto. La strategia di efficienza e autosufficienza dell’edificio è pensata anche da un punto di vista dei consumi energetici: il 100% dell’energia elettrica necessaria all’edificio e ai suoi occupanti viene prodotto in loco grazie all’impianto fotovoltaico che riveste tutto il tetto oversize, mentre l’isolamento termico ottimale della struttura abbatte i costi per riscaldamento e aria condizionata.

Bahrain World Trade Center Towers

Bullitt Center di Seattle

Bullitt Center di Seattle

wers Bahrain World Trade Center To

TORRI GEMELLE A FORMA DI VELE Imponente edificio a uso commerciale situato a Manama, capitale del Bahrain, il Bahrain World Trade Center Towers (BWT) è composto da due torri gemelle a forma di vele. Progettato dalla Atkins Company e terminato nel 2008, il multipiano raggiunge i 240 metri di altezza e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua progettazione in chiave “green”, tra cui il 2006 LEAF Award per il miglior uso della tecnologia all’interno di una grande struttura. L’edificio incorpora infatti tre pale eoliche da 225 kW ciascuna. Le turbine, di 29 metri di diametro, generano un totale di 675 kW e forniscono circa il 13%-15% dell’energia totale necessaria agli appartamenti. Entrambi i corpi

laterali sono progettati a forma di imbuto per permettere al vento di passare accelerando attraverso le turbine. L’edificio comprende anche un gran numero di altre caratteristiche che lo rendono ecologicamente sostenibile. I tetti di ghiaia forniscono un buon isolamento termico, mentre i balconi dei prospetti inclinati forniscono un’ottima ombreggiatura. Sono presenti apparecchiature per il riciclo delle acque, collegamenti con i sistemi di raffreddamento e di isolamento termico, piscine a riflessione termica per il raffreddamento e per l’evaporazione, finestre a bassa dispersione e vetri termici. www.casaeclima.com    n.74

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SMART CITY

Come la tecnologia digitale migliora la qualità della vita

Le città stanno diventando sempre più intelligenti, vivibili e reattive. Ad oggi però stiamo assistendo solamente a un’anteprima di ciò che la tecnologia potrebbe potenzialmente fare in un ambiente urbano SILVIA MARTELLOSIO

Sc arica il report comple to https://goo.gl/SUFND6


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embravano così lontane fino a poco tempo fa e invece le smart technology hanno prepotentemente preso piede nelle nostre città per offrire a amministrazioni e residenti benefici concreti e rilevanti. Basti pensare agli smartphone, diventati per molti, se non per tutti, le “chiavi stesse della città” in quanto in grado di mettere a disposizione in pochi secondi informazioni istantanee su trasporto pubblico, traffico, servizi sanitari, avvisi di sicurezza e notizie varie. E così in ogni parte del mondo le metropoli si stanno trasformando in Smart City. Tutti ne parlano, ma effettivamente cosa significa città intelligenti? Il concetto di “Smartness” non riguarda solo l’installazione di interfacce digitali in infrastrutture tradizionali; si tratta anche di utilizzare la tecnologia e i dati in modo mirato per prendere decisioni migliori e offrire una qualità della vita superiore. Più la città è smart, migliore è la qualità della vita. A dirlo ora sono anche i numeri. Secondo il report «Smart cities: digital solutions for a more livable future» del McKinsey Global Institute il ricorso a tecnologie digitali applicate ai contesti urbani ha contribuito ad aumentare dal 10 al 30% diversi indicatori di qualità della vita. Lo dimostrano le rilevazioni effettuate su 50 città del mondo. In ciascuna sono stati misurati tre livelli di “intelligenza”: base tecnologica, applicazioni introdotte e adozione pubblica. L’analisi è stata condotta su soluzioni di ultima generazione come la polizia predittiva, i parcheggi intelligenti e la telemedicina.

SMART TECHNOLOGY.

Alcune applicazioni possono migliorare del 10-30% diversi indicatori chiave della qualità della vita nelle città intelligenti

SICUREZZA

SICUREZZA PUBBLICA Secondo la ricerca, l’utilizzo di applicazioni intelligenti potrebbe ridurre le vittime di incidenti urbani dell’8-10%. In altre parole, una città ad alto tasso di criminalità con milioni di abitanti, come ad esempio Rio de Janeiro, potrebbe salvare fino a 300 vite ogni anno. Un maggior utilizzo di strumenti tecnologici da parte delle forze dell’ordine, come una mappatura in tempo reale dei reati e dei sistemi di sicurezza domestici intelligenti, potrebbe ridurre del 30-40% alcuni reati come rapine e aggressioni. Sicurezza significa anche soccorsi efficienti: sistemi evoluti per la gestione degli interventi e sincronizzazione dei semafori potrebbero ridurre i tempi di risposta del 20-35%. Alcune applicazione suggeriscono non solo il percorso più veloce, ma anche quello più sicuro in base alla destinazione. www.casaeclima.com    n.74

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SMART CITY TEMPO E TRAFFICO

TEMPO E TRAFFICO

Decine di milioni di persone nelle città di tutto il mondo iniziano e finiscono la giornata lavorativa nel traffico o su autobus e treni sovraffollati. Migliorare il tragitto dei pendolari è quindi fondamentale per la qualità della vita. Entro il 2025, le città potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti proprio per ridurre i tempi di pendolarismo del 15-20%, restituendo a ciascun lavoratore circa 15-30 minuti di tempo per ogni giorno lavorativo. Le soluzioni di questo tipo sono molteplici. Le più immediate sono le app che correggono in tempo reale il percorso per calcolare il più agevole. Inoltre, installare sensori IoT lungo strade e infrastrutture darebbe nuove informazioni sulla loro manutenzione per intervenire al momento giusto e minimizzare disagi e ingorghi. Raccogliere dati sul trasporto pubblico significa anche ricevere indicazioni per studiare rotte e linee ottimali. Anche i sistemi di pagamento digitali fanno la loro parte. In città come Londra e Houston si sta sperimentando l’abolizione dei biglietti per bus e metro con sistemi di accesso digitalizzati. A Helsinki, l’app Whim rappresenta una sorta di abbonamento evoluto, che per un fisso mensile permette di accedere a tutti i mezzi e anche a un numero definito di corse in taxi e ride-sharing.

L’integrazione dell’innovazione intelligente aiuta utenti e fornitori di servizi a prendere decisioni migliori e a ridurre le inefficienze. In sostanza, aiuta le persone a ottenere i servizi che desiderano, nei tempi e nelle modalità che preferiscono

Jonathan Woetzel, direttore del McKinsey Global Institutee capo della ricerca

SALUTE Il report dimostra inoltre che le città, oggi associate a inquinamento e stress, potrebbero diventare catalizzatrici di uno stile di vita più sano e potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti per ridurre il costo della sanità dell’8-15%. Ad esempio, le applicazioni che aiutano a prevenire, trattare e monitorare condizioni croniche, come il diabete o le malattie cardiovascolari, potrebbero fare la differenza e ridurre i costi della sanità di oltre il 4%. Grazie all’utilizzo dei dati, le città nei Paesi 34

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SALUTE


in via di sviluppo potrebbero migliorare il sistema di monitoraggio delle malattie infettive, mentre in quelle più ricche il digitale può facilitare un auto-monitoraggio in connessione diretta con ospedali e medici.

QUALITÀ DELL’AMBIENTE

AMBIENTE Urbanizzazione, industrializzazione e consumo di suolo continuano a aumentare e ovviamente anche le emissioni di gas a effetto serra si moltiplicano. Applicazioni come sistemi di automazione degli edifici, prezzi dinamici dell’elettricità e alcune applicazioni di mobilità potrebbero combinarsi per ridurre le emissioni del 10-15%. Il monitoraggio del consumo idrico può spingere le persone che vivono nelle grandi città a ridurre il consumo d’acqua del 15%. Nelle città in via di sviluppo invece lo spreco idrico è dovuto principalmente a condotte inefficienti. L’installazione di sensori potrebbe ridurre tali perdite fino al 25%. Complessivamente, le città possono risparmiare da 25 a 80 litri di acqua a persona al giorno e ridurre i rifiuti solidi non riciclati da 30 a 130 chilogrammi a persona l’anno. I sensori di qualità dell’aria non affrontano direttamente le cause dell’inquinamento, ma possono identificare le fonti e fornire le basi per intraprendere azioni concrete. Pechino, ad esempio, ha ridotto gli inquinanti atmosferici mortali di circa il 20% in un anno, seguendo da vicino le fonti di inquinamento e regolando il traffico e la costruzione di edifici. La condivisione con gli abitanti di informazioni sulla qualità dell’aria in tempo reale tramite app per smartphone consente alle persone di adottare misure protettive. Questo può ridurre gli effetti negativi sulla salute dal 3 al 15%, a seconda degli attuali livelli di inquinamento. ll report rileva infine che l’attuale generazione di applicazioni per le smart city potrebbe aiutare le città a compiere significativi o moderati progressi nel raggiungimento del 70% degli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dalle Nazioni Unite.

C’È ANCORA (MOLTO) LAVORO DA FARE In sintesi, il report rileva che persino le città più avanzate del pianeta, in termini di utilizzo di soluzioni digitali, non sono poi così intelligenti quanto potrebbero. Nessuna città supera, infatti, i due terzi del pieno potenziale di implementazione delle soluzioni smart a oggi disponibili. Il lavoro da fare è molto e il potenziale da sviluppare rimane ancora elevato. Dal momento che la tecnologia avanza continuamente, gli standard da raggiungere diventeranno sempre più elevati. Risultato: grandi potenzialità, ma tanto, tantissimo lavoro da fare. www.casaeclima.com    n.74

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RENEWABLE ENERGY REPORT 2018

Rinnovabili: nonostante la crescita, il traguardo è ancora lontano

Le rinnovabili in Italia crescono per il quarto anno consecutivo, ma per gli obiettivi 2030 occorre investire 60 miliardi di euro ROBERTO CORTI 36

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PREVISIONI PER IL PERIODO 2018-2020 Dai dati del rapporto, realizzato con la collaborazione di numerose aziende partner, purtroppo emerge un divario non piccolo tra gli obiettivi di produzione da rinnovabili che l’Italia si è posta al 2030 e quello che concretamente ci si può attendere in base alle previsioni di crescita. Il mercato atteso nel triennio 2018-2020, infatti, viene stimato tra gli 8 e i 10 GW complessivi, di cui circa il 25% da interventi di revamping/repowering, con un ritardo di quasi 2 GW rispetto allo scenario della Strategia Energetica Nazionale (SEN) di 12÷13 GW. E questo nonostante ci si aspetti un salto nelle installazioni annuali di 3.000 MW, contro i quasi 900 del 2017, cioè + 330%. Senza la volontà politica e degli operatori del settore di adeguare gli strumenti di supporto non sarà, dunque, possibile colmare il gap, anche perché

IL QUADRO DELLE FONTI. La potenza installata da rinnovabili in Italia nel 2017

Un passo talmente ambizioso da rischiare di non essere raggiungibile. Le installazioni annuali di fotovoltaico ed eolico dovrebbero rispettivamente più che settuplicare e raddoppiare in confronto al 2017. Gli investimenti complessivi in rinnovabili dovrebbero passare dagli 1,6 miliardi di euro del 2017 a circa 4,5 miliardi di euro già dal 2018

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n Italia gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono tornati a crescere nel 2017 in maniera decisa, con oltre 900 MW di nuove installazioni (+15% sul 2016), soprattutto grazie al fotovoltaico (410 MW) e all’eolico (360 MW). Si tratta del quarto anno consecutivo di crescita e ci si è riavvicinati alla fatidica soglia di 1 GW, che potrebbe riportare l’Italia nelle posizioni di testa delle classifiche di nuove installazioni da rinnovabili, segno che nel nostro Paese esiste un significativo mercato in grado di esplicare una domanda autonoma. Tuttavia, da qui al 2030, per centrare gli obiettivi prefissati si dovrà quasi triplicare la potenza installata di fotovoltaico (aggiungendo 36 GW agli attuali impianti) e più che raddoppiare quella eolica (10 GW di potenza aggiuntiva), con investimenti complessivi di circa 60 miliardi di euro. Questi sono solo alcuni dei principali dati emersi dal Renewable Energy Report 2018 dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.

Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano

l’incertezza legislativa non aiuta. Al 2020 il fotovoltaico rappresenterà oltre il 55% del totale del nuovo installato, seguito dall’eolico con il 35%, quindi con un ulteriore “sbilanciamento” a favore della fonte solare. Nel complesso, per il fotovoltaico pare ragionevole attendersi installazioni nell’ordine dei 4,5÷5 GW nel triennio, la gran parte in impianti di taglia medio/grande, sopra 1 MW. Nell’eolico, invece, ci si aspettano installazioni nell’ordine di 1,5÷2,2 GW: largamente minoritario il ruolo del mini eolico, mentre saranno i parchi di medie e grandi dimensioni a catturare l’interesse degli investitori. Infine, idroelettrico, geotermico e impianti alimentati da gas provenienti da discariche esaurite giocheranno un ruolo da gregario (non più di 400 MW).

IL MERCATO ITALIANO NEL 2017 Nel 2017 in Italia le rinnovabili hanno contribuito al 36,2% della produzione e alla copertura del 32,4% della domanda elettrica nazionale,

FOTOVOLTAICO IN ITALIA: potenza installata nel 2017 www.casaeclima.com    n.74

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RENEWABLE ENERGY REPORT 2018

EOLICO IN ITALIA: potenza installata nel 2017

che ha superato i 320 TWh (22,7% della domanda, se si esclude sul 2016), una crescita comunque sostenuta nonostante la non facile situazione economica e politica. A fine anno, la potenza installata da rinnovabili ha raggiunto, dunque, quasi i 53 GW (36 GW senza l’idroelettrico), ossia più del 40% del parco di generazione italiano, pari a circa 117 GW. È il fotovoltaico a guidare la classifica, con 410 MW (+10,8% circa rispetto all’anno precedente), arrivando a una potenza installata di circa 19.670 MW. Il ritorno alla crescita delle installazioni, dopo il rallentamento del 2015, indica un mercato ormai indipendente dai meccanismi d’incentivazione. Dopo la virata verso il settore residenziale, è interessante sottolineare l’inversione di tendenza dal 2016, con il ritorno agli impianti di grande taglia. Il dato del 2017 (16% della potenza installata in impianti oltre 1 MW) è, però, “falsato” dall’ingresso di un unico grande impianto fotovoltaico da 64 MW a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Il volume complessivo di potenza eolica installata è giunto a oltre 9.811 MW a fine 2017, con un valore di nuove installazioni pari a 359 MW (+23,8% sul 2016) e la quasi totalità della potenza connessa (99%) localizzata nelle regioni del Sud. Il suo omologo idroelettrico, invece, è di 18.702 MW, con un valore delle nuove installazioni di 95 MW, poco più del 2016. La potenza cumulata sommando le diverse tipologie di biomassa ha superato i 4,2 GW, con una crescita di soli 50 MW nel 2017, rispetto ai 40 MW del 2016. Lo stallo è, quindi, evidente e continua dal 2014. Sarà interessante vedere quali impatti produrrà il nuovo 38

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IDROELETTRICO IN ITALIA: potenza installata nel 2017

Nuova potenza installata attesa nel triennio 2018-2020 (GWh)

Evoluzione generazione da fonti rinnovabili (TWh)


ANDAMENTO DEI PRINCIPALI MERCATI INTERNAZIONALI Nel 2017 sono stati investiti nel mondo circa 290 miliardi di euro per la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, in crescita dell’11,5% rispetto al 2016, ma in calo del 7,6% sul 2015, che aveva segnato investimenti record di oltre 300 miliardi di euro. Gli investimenti nell’area EMEA sono calati del 21,5% nel 2017, poco più di 60 miliardi, prevalentemente concentrati in Europa, mentre quelli nell’area americana (USA, America Centrale, America meridionale) sono rimasti stabili a 68 miliardi, con Messico e Cile a guidare la classifica. La Cina ha stanziato da sola il 70% della spesa asiatica (metà nel fotovoltaico). Non sembra, quindi, invertirsi la tendenza, già osservata nel recente passato, che sposta decisamente verso Est il baricentro degli investimenti e relega l’Europa a un ruolo

Investimenti nelle fonti rinnovabili a livello mondiale

da comprimario. Nel complesso, infatti, le rinnovabili pesano solo per il 30% a livello europeo, con l’eolico a fare la parte del leone,

Decreto relativo al supporto degli impianti per la produzione del biometano, entrato in vigore a marzo 2018.

IL FUTURO DELLE RINNOVABILI IN ITALIA La Strategia Energetica Nazionale 2017, coerentemente con quanto previsto dalla Renewable Energy Directive dell’Unione Europea, traccia le linee guida del comparto energetico italiano da qui al 2030 in termini di fonti rinnovabili, efficienza e sicurezza energetica, “phase out” dal carbone, competitività dei mercati energetici. Carbone e petrolio, praticamente, devono scomparire già dal 2025 dal mix di generazione elettrica, sostituiti da un uso maggiore di gas e, soprattutto, di Fonti Rinnovabili, previsto in aumento del 70% rispetto al 2015. Tra le diverse fonti rinnovabili vi è, però, una grande differenza in termini di sviluppo atteso: eolico e fotovoltaico sono dati in grande crescita al 2030 (rispettivamente, da 15 TWh a 40 TWh e da 23 TWh a 72 TWh), idroelettrico e geotermico costanti, le biomasse addirittura in calo. Ma cosa vogliono dire, in concreto, questi obiettivi di produzione? Complessivamente la nuova potenza fotovoltaica da installare da qui al 2030 per raggiungere lo scenario SEN deve essere di 36 GW, ossia quasi due volte quella già presente a fine 2017: si tratta di 2,8 GW l’anno (circa sette volte le installazioni attuali), di cui 1 GW da impianti “utility scale” (> 1 MW) e 1,8 GW da impianti di piccola taglia (< 1 MW), con quelli residenziali (sotto 20 kW) che dovranno crescere di circa 850 MW l’anno rispetto ai 200 del 2017. Per quanto riguarda l’eolico, la nuova potenza da installare al 2030 dovrà essere di 10 GW (come quella presente a fine 2017), dunque

seguito dall’idroelettrico e, con un certo distacco, dal fotovoltaico. Il quadro d’insieme vede, dunque, l’Italia ancora in testa in Europa.

circa 770 MW l’anno, più del doppio di ora. In termini di investimenti si tratta di 60 miliardi di euro: 4,5 l’anno, contro gli 1,6 del 2017. In assenza di stimoli al mercato appare, quindi, assai difficile arrivare a questi livelli di crescita.

FATTIBILITÀ E COSTI PER LO STATO DELLA “MESSA IN PRATICA” DELLA SEN Nel Rapporto è stata analizzata con grande dettaglio la sostenibilità economica degli investimenti in impianti rinnovabili fotovoltaici ed eolici, in diverse configurazioni di taglia e di posizionamento geografico (e, di conseguenza, di irraggiamento e ventosità). Nel complesso la situazione appare positiva, anche se più per il fotovoltaico che per l’eolico. Entrambi i comparti, tuttavia, hanno compiuto un miglioramento significativo rispetto a qualche anno fa, grazie al progresso delle tecnologie, in termini sia di prestazioni, sia di riduzione dei costi, e alla maturazione del settore. La situazione attuale non è, tuttavia, sufficiente a garantire l’ammontare di installazioni previsto nella SEN, visto che permangono diverse zone di criticità. Nel Rapporto si è dato ampio spazio, attraverso un’indagine empirica che ha coinvolto oltre 300 operatori, anche alla tematica del revamping/repowering del parco installato, come possibilità concreta di valorizzazione: il 41% degli intervistati ha dichiarato di avere già effettuato interventi di ammodernamento e un ulteriore 20% di averli in programma. Ne consegue che più della metà del parco rinnovabile italiano (per potenza installata) è stato o sarà in qualche modo rinnovato. www.casaeclima.com    n.74

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ENERGY PERFORMANCE CONTRACT

Contratti EPC, principi generali ed elementi chiave I Contratti di Rendimento Energetico sono un valido strumento per salvaguardare la correlazione tra pagamento dei servizi forniti e miglioramento dell’efficienza energetica raggiunto ING. FABIO MINCHIO*, AVV. GIUSEPPE VELLUTO** E AVV. GIACOMO ZENNARO** *Studio 3F-Engineering **Studio Legale Gianni Origoni Grippo Cappelli Partners - Milano

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contratti EPC (Energy Performance Contract), anche detti Contratti di Rendimento Energetico, costituiscono una specifica tipologia contrattuale, applicabile sia nel settore pubblico sia nel settore privato nell’ambito degli interventi di risparmio energetico. Si tratta di uno strumento contrattuale attraverso il quale viene concretizzata la correlazione tra pagamento e risultati in termini di prestazione energetica raggiunta. Così come avvenuto per quanto riguarda la definizione di Energy Service Company (ESCo), per molti anni a livello nazionale c’è stata parecchia confusione nell’attribuzione a questa categoria di varie forme contrattuali; solo a seguito della pubblicazione prima della Direttiva 2012/27/UE e successivamente del D.lgs 102/14 si è arrivati a definire una lista di contenuti minimi, peraltro poi ulteriormente dettagliata nell’Appendice B della norma UNI CEI 11352. Nonostante questo, l’assenza soprattutto nel settore pubblico di un contratto base di riferimento non rende semplice la diffusione di modelli idonei e adeguatamente tutelanti per le controparti. Come si vedrà sul prossimo fascicolo di Casa&Clima in ambito pubblico è ancora ampiamente dibattuta la stessa natura giuridica del contratto e l’inquadramento nell’ambito del Codice Appalti.

QUALI SONO LE CONTROPARTI CONTRATTUALI TIPICHE DI UN EPC? Un ruolo centrale è naturalmente svolto dalle ESCo. A intervenire in primis sulla definizione di ESCo è stata la legislazione europea e conseguentemente anche quella nazionale. La definizione più recente deriva dal D.lgs 115/08 che definisce la ESCo come una “persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell’utente e, ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o par-

DEFINIZIONE DI CONTRATTO EPC Secondo il D.lgs 102/14 un contratto EPC è: “Accordo contrattuale tra il beneficiario o chi per esso esercita il potere negoziale e il fornitore di una misura di miglioramento dell’efficienza energetica, verificata e monitorata durante l’intera durata del contratto, in cui i pagamenti sono effettuati in funzione del livello di miglioramento dell’efficienza energetica stabilito contrattualmente”.

zialmente, sul miglioramento dell’efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di rendimento stabiliti”. È evidente quindi che il contratto EPC sia per eccellenza proprio lo strumento operativo attraverso cui una ESCo fornisce i propri servizi energetici all’utente. Da questa prima riflessione traspare anche che non necessariamente in un contratto EPC è previsto il finanziamento da parte della ESCo dell’investimento. Nel momento in cui si delinea tale fattispecie (piuttosto frequente e tipica nel settore pubblico) il contratto si configura come un Finanziamento Tramite Terzi (FTT), definito dal D.lgs 115/08 come “accordo contrattuale che comprende un terzo, oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di miglioramento dell’efficienza energetica, che fornisce i capitali per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo può essere una ESCo”.

CONTENUTI MINIMI L’allegato VIII del D.lgs 102/14 definisce i contenuti minimi che deve avere un contratto di rendimento energetico (Figura 1) per essere

CONTENUTI MINIMI CONTRATTI EPC – ALLEGATO VIII D.LGS 102/14 ■■

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Un elenco chiaro e trasparente delle misure di efficienza da applicare o dei risultati da conseguire in termini di efficienza; I risparmi garantiti da conseguire applicando le misure previste dal contratto; La durata e gli aspetti fondamentali del contratto, le modalità e i termini previsti; Un elenco chiaro e trasparente degli obblighi che incombono su ciascuna parte contrattuale; Data o date di riferimento per la determinazione dei risparmi realizzati; Un elenco chiaro e trasparente delle fasi di attuazione di una misura o di un pacchetto di misure e, ove pertinente, dei relativi costi; L’obbligo di dare piena attuazione alle misure previste dal contratto e la documentazione di tutti i cambiamenti effettuati nel corso del progetto;

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Disposizioni che disciplinino l’inclusione di requisiti equivalenti in eventuali concessioni in appalto a terze parti;

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Un’indicazione chiara e trasparente delle implicazioni finanziarie del progetto e la quota di partecipazione delle due parti ai risparmi pecuniari realizzati (ad esempio, remunerazione dei prestatori di servizi);

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Disposizioni chiare e trasparenti per la quantificazione e la verifica dei risparmi garantiti conseguiti, controlli della qualità e garanzie;

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Disposizioni che chiariscono la procedura per gestire modifiche delle condizioni quadro che incidono sul contenuto e i risultati del contratto (a titolo esemplificativo: modifica dei prezzi dell’energia, intensità d’uso di un impianto);

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Informazioni dettagliate sugli obblighi di ciascuna delle parti contraenti e sulle sanzioni in caso di inadempienza

FIGURA 1. Contenuti minimi di un contratto EPC come definiti dall’Allegato VIII del D.lgs 102/14 www.casaeclima.com    n.74

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ENERGY PERFORMANCE CONTRACT

definito tale. Si tratta di principi generali che risultano tuttavia abbastanza generici e che non consentono agli operatori di gestire adeguatamente tutte le criticità legate a questa tipologia di contratti. I contratti maggiormente diffusi nella gestione calore - fra cui è possibile comprendere anche i contratti “servizio energia” e “servizio energia plus” definiti dal D.lgs 115/08 e molto applicati nel settore pubblico - non sono in realtà afferenti in senso proprio a questa categoria poiché mancano di un elemento fondamentale: il legame tra il compenso percepito e la prestazione energetica raggiunta. In questo senso è più opportuno parlare di Energy Supply Contract, visto che nella maggior parte dei casi è anche inclusa la fornitura del vettore energetico. Nell’ambito dei contratti EPC, e fra questi dei contratti in FTT, le tipologie e le modalità attraverso cui si esplicano da un lato la determinazione del canone dall’altra l’applicazione della garanzia contrattuale sulla prestazione energetica sono molte e più disparate, a volte catalogate in letteratura da autori diversi all’interno di categorie diverse. In alcuni casi le modalità successivamente descritte non si traducono su altri aspetti in un’effettiva forma di contratto EPC, in ragione di elementi a copertura dei rischi che di fatto intervengono ad annullare o neutralizzare il rischio legato al mancato raggiungimento della prestazione attesa. In ogni caso gli elementi chiave che caratterizzano un contratto EPC sono: ■■ indipendentemente da chi investe, il contratto è strutturato in modo che sulla durata contrattuale il risparmio generato dall’intervento o dall’azione realizzata ripaghi l’investimento stesso; ■■ la ESCo si impegna a raggiungere un obiettivo di risparmio energetico ben definito; ■■ il contratto è strutturato in modo che il compenso sia correlato alla prestazione energetica effettiva, pertanto la ESCo assume un rischio ben specifico in tal senso; il risparmio economico associato a quello energetico può essere condiviso fra le parti e questo accordo è parte integrante del contratto; ■■ esiste una metodologia definita e parte del contratto per la misura e verifica delle prestazioni, che comprende anche una chiara indicazione delle condizioni energetiche storiche di partenza, c.d. baseline. Un ruolo importante è connesso al rischio finanziario; a volte è la stessa ESCo a utilizzare propri capitali, mentre in altri casi assume rilevanza il ruolo dei soggetti finanziatori (banche, società di leasing, fondi di 42

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investimento, etc.). Il costo del capitale, in ragione dei profili di rischio che caratterizzano questi investimenti, può essere particolarmente elevato, per questo una delle maggiori criticità nel mercato italiano - tipicamente caratterizzato da società sottocapitalizzate - è il reperimento delle risorse finanziarie necessarie. In un primo momento, la novità ed il tecnicismo della materia, unitamente all’assenza di strutture interne ai gruppi bancari adeguatamente preparate anche sul piano tecnico, hanno reso particolarmente difficile e dispendioso l’accesso al credito per le ESCo. Più di recente, tuttavia, si sta registrando una positiva inversione di tendenza, con la diffusione di specifici prodotti finanziari dedicati proposti da vari istituti di credito. In tal senso appare strategica l’attivazione dei fondi garanzia messi a disposizione dallo Stato (ancorché non ancora operativi, nonostante la relativamente recente pubblicazione dello specifico Decreto). Anche gli strumenti assicurativi possono contribuire a calmierare il rischio, tuttavia le assicurazione tradizionali non risultano aver ancora sviluppato strumenti specifici e adeguati su questo profilo.

EPC, COME FUNZIONA? Per comprendere il principio con cui opera un contratto EPC si veda lo schema di Figura 2. La baseline economica è il punto di partenza, somma del costo storico normalizzato associato ai consumi di energia e dei costi di manutenzione. La ESCo offre un risparmio energetico garantito che costituisce la base per la determinazione del canone (comprensivo di manutenzione) mentre il cliente continua a pagare le fatture relative ai vettori energetici. Il canone è pari al risparmio economico associato al risparmio energetico garantito, al netto di un’eventuale porzione di risparmio condivisa con il cliente (che può essere garantita, come avviene in ambito pubblicistico, da uno specifico performance bond a beneficio del cliente). La garanzia di risparmio si attiva nell’ipotesi di under-performance: il cliente aumenta i propri costi, a causa di un risparmio minore rispetto a quello garantito, ma al contempo

FIGURA 2. Schema tipico di un EPC con garanzia di risultato nell’ipotesi di un contratto fra ESCO e Comune


si riduce il canone pagato alla ESCo. In caso invece di performance migliore di quella ipotizzata nel caso base, il contratto può prevedere un bonus che può essere condiviso con il cliente (over-performance). Nell’ambito dei contratti EPC assume una rilevanza fondamentale la determinazione del risparmio energetico e il programma di misura e verifica. Misurare il risparmio non è affatto banale, perché non si tratta semplicemente di calcolare la differenza fra i consumi energetici pre-intervento e quelli post, ma è necessario determinare la proiezione dei consumi ante intervento nelle condizioni post-intervento, tenendo conto di tutti i fattori di aggiustamento rilevanti. Un fattore di aggiustamento è una grandezza quantificabile che influenza il consumo energetico utilizzata per normalizzare o, in generale, per confrontare in modo omogeneo i consumi di energia pre e post intervento (es. i gradi giorno di temperatura dell’aria esterna per interventi su edifici, le condizioni di utilizzo degli edifici, etc.). Il tema della misura e verifica del risparmio energetico è essenziale per garantire una struttura solida al contratto; in tal senso esistono riferimenti importanti, quali il protocollo IPMVP (Evo, 2016) e la norma ISO 50015. In ambito IPMVP, protocollo riconosciuto a livello internazionale, è definita anche una certificazione volontaria di professionalità denominata CMVP (ad oggi in Italia ci sono circa 100 CMVP e circa 4500 in tutto il mondo). Un altro grande punto distintivo fra le diverse forme di EPC è l’inclusione o meno del vettore energetico nel perimetro contrattuale: forme contrattuali con vettore incluso si ritrovano molto più spesso nel settore pubblico (si pensi alle convenzioni CONSIP Servizio Energia), con modalità e struttura che tuttavia non sempre sono riconducibili ad un vero e proprio EPC, oppure nel settore della cogenerazione industriale. Resta tuttavia evidente che un EPC “puro”, privo della fornitura del vettore, è nettamente preferibile in tema di trasparenza e di risultati, evitando eventuali conflitti d’interesse sussistenti tra il perseguimento del risparmio energetico e la contestuale vendita (con relativo margine) del vettore energetico. Invero, in caso di inclusione del vettore energetico, la ESCo potrebbe, a seconda delle condizioni di mercato, gestire a propria preferenza il contratto, puntando ad ottenere il margine contrattuale generato dalla vendita dei vettori, o quello ottenuto dalle prestazioni in termini di risparmio. Per funzionare in modo ideale, quindi, un contratto EPC dovrebbe avere per sua natura l’intervento di risparmio energetico come oggetto esclusivo. Nell’ambito dei contratti EPC è possibile sfruttare in

ALCUNE DELLE FORME CONTRATTUALI PIÙ TIPICHE Una tipica forma contrattuale è quella dello “shared-saving”. Le parti, sulla base di uno studio di fattibilità, si accordano sulla ripartizione della quota di risparmio (tipicamente 70% alla ESCo, 30% all’utente), considerando la durata del contratto, il periodo di payback, il rischio assunto ed il capitale impegnato. Questo tipo di contratto stimola alla massima efficienza la ESCo. Ha però lo svantaggio della difficile valutazione dei risparmi e delle quote di rispettiva attribuzione, la mancanza di una garanzia che il risparmio venga effettivamente conseguito e l’ulteriore svantaggio che l’utente non potrà sapere in anticipo la quota che periodicamente verserà alla ESCo. In questo senso è un contratto che potrebbe non contenere un’effettiva garanzia di risparmio energetico. Nel caso invece dello schema del “guaranteed saving”, la forma più diffusa che caratterizza il mercato USA, si intende un contratto in cui potenzialmente il finanziamento è carico del cliente finale, ma è di fatto concretamente attiva una garanzia di risparmio energetico tale per cui nel momento in cui il risparmio non fosse sufficiente a coprire la rata del finanziamento è la stessa ESCo a ripianare la differenza. Esistono in realtà anche contratti ibridi in cui il risparmio è garantito tuttavia è presente una condivisione dello stesso. Molte infatti sono le forme contrattuali che si possono strutturare. La forma contrattuale di “first-out”, invece, si pone l’obiettivo di ridurre la durata contrattuale: l’utente in tal caso riconosce infatti alla ESCo il 100% dei risparmi conseguiti, per un periodo che garantisca alla ESCo stessa il recupero del capitale investito, comprensivo degli oneri finanziari e degli utili. In questo caso il contratto ha una durata più breve, ed eventuali maggiori risparmi riducono la durata del contratto, piuttosto che essere semplicemente una fonte di guadagno in più per la ESCo. Al contrario, però, l’utente non percepisce se non dopo il contratto i vantaggi derivanti dal risparmio (per questo è più adatto agli enti pubblici che possono programmare con prospettiva di lungo periodo), e quindi è poco stimolato a tenere comportamenti di consumo energetico “virtuosi”.

modo anche vario i meccanismi di incentivazione disponibili, quali i certificati bianchi, il conto energia termico, e nel settore privato le detrazioni fiscali. Molto ancora si deve fare, invece, per integrare gli incentivi regionali con la figura degli EPC, prevedendo la possibilità che tali incentivi possano essere destinati (oltre che in via diretta all’Ente che realizza un determinato intervento) anche ad un soggetto privato che realizza degli interventi tramite contratti EPC con meccanismo FTT; ad oggi non sempre risulta possibile limitando quindi il potenziale di tale mercato. Alcuni Regioni, quali ad esempio l’Emilia Romagna, hanno consentito questa modalità con un buon successo. Purtroppo l’incertezza normativa e i difficili rapporti con il GSE nell’ultimo biennio hanno reso più critico questo ambito, al punto, in certi casi, da trasformare il meccanismo incentivante da un elemento d’aiuto ad un ulteriore fattore di rischio per la ESCo. Pertanto, sulla base della prassi sviluppatasi sul mercato, è opportuno che i progetti a base degli EPC si sostengano autonomamente, senza che il ricorso all’incentivazione diventi determinante per la sostenibilità dei medesimi. Il mercato nazionale è stimato da dati 2013 pari a circa 500 milioni di euro di fatturato, con un risparmio compreso nella maggior parte dei casi fra il 5-15%; fra le ESCo coinvolte nell’indagine circa il 25% ha affermato di aver sviluppato fra 11-20 EPC in anno mentre le restanti tra 1 e 5 contratti. Il focus dell’indagine è maggiormente rivolto al settore degli edifici. www.casaeclima.com    n.74

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DENTRO L’OBIETTIVO

FIGURA 1-2. Isolamento attacco a terra

Ri-costruire nel costruito: dettagli energetici Un progetto di risanamento energetico con abbattimento delle barriere architettoniche di una costruzione monofamiliare a Bolzano. Nel corso del 2018 sulla nostra rivista verranno pubblicati sei articoli che ci racconteranno l’evoluzione del cantiere attualmente in corso d’opera (da ottobre 2017). Questa quarta parte tratterà dei dettagli energetici DAVIDE GIGLI*

*Davide Gigli Studio d’Architettura

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el numero precedente della rivista abbiamo visto l’intervento complessivo, di cui vi daremo un ampio resoconto una volta completato, e sono stati descritti gli interventi di isolamento sulle superfici verticali e orizzontali. Un involucro esistente costituito da un muro di pietra e malta cementizia molto magra, una semplice gettata di magrone e sottofondo cementizio per il solaio controterra, la copertura realizzata con un manto di tegole su travetti di legno. Solaio e copertura sono stati rimossi per realizzare l’adattamento architettonico. E’ rimasta gran parte del muro esistente, al quale dovranno essere collegati i materiali degli interventi di risanamento. Oltre al rivestimento isolante, a tale muro dovranno essere raccordate tramezzature interne ed elementi portanti interni

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ed esterni. Dovrà essere garantita la continuità strutturale e termica. Sarà dunque importante soffermarsi sui dettagli, in quanto è nei nodi costruttivi e nei raccordi che si possono determinare situazioni problematiche. Nel risanamento di costruzioni esistenti questo diviene ancora più delicato in quanto le soluzioni sono spesso realizzate ad hoc in base alle contingenze del cantiere.

ZONA DI INGRESSO: ISOLA DI CALORE Come anticipato nel numero precedente, andando oltre il solo dato numerico, si è scelto di aumentare la protezione termica del vano


FIGURA 3-4. Isola di calore

FIGURA 5. Raccordo

ascensore (elemento freddo) attraverso una piccola isola di calore. Un pannello di XPS di spessore 8 cm è stato posizionato a terra (in orizzontale) per isolare il terreno sottostante. In questo modo, oltre la riduzione della dispersione termica del vano ascensore, sarà ridotto anche il contributo dell’isolamento termico in XPS di uguale spessore che, posto in verticale, arriva fino alla quota di -2,70 mt. L’isolamento posato per creare l’isola di calore si raccorda con l’isolante controterra e di attacco a terra del muro perimetrale. Questa zona ricade al di sotto del solaio del garage ed è quindi protetta dagli agenti atmosferici, contribuendo così alla durabilità complessiva. In Figura 5 in particolare è visibile l’attenzione posta al raccordo dell’isolamento termico controterra, di differente spessore, per garantire la continuità con i pannelli che poi continueranno lungo i muri esterni.

SOLAIO DEL PRIMO PIANO: RACCORDO TRA VANO SCALE E GARAGE Per motivi di continuità strutturale, il solaio del primo piano tra pianerottolo nel vano scale e garage è stato

FIGURA 6-7. Alleggerimento in XPS www.casaeclima.com    n.74

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DENTRO L’OBIETTIVO

realizzato mediante un’unica gettata di calcestruzzo armato. Il solaio del piano primo in questa zona separa l’ingresso (piano terra) dal terrazzo (piano primo), pertanto si configura come solaio verso l’esterno. Non si tratta di una superficie ampia ma, se non corretto, è un ponte termico piuttosto rilevante. Lo spessore al di sopra del solaio potrà essere completato con uno strato di isolamento di basso spessore (ad es. in PU, per massimizzare la trasmittanza termica in pochi centimetri). Per contribuire alla riduzione della dispersione termica, il solaio è stato alleggerito attraverso l’inserimento di pannelli in XPS (per uno spessore totale di 16 cm) che riducono notevolmente la trasmissione del calore attraverso questo elemento. A completamento, la parte esterna del solaio (il terrazzo al di sopra del garage) verrà completato con una pavimentazione galleggiante, in grado di creare un’ulteriore camera d’aria.

APERTURA FINESTRE Aprire o ampliare delle aperture su un muro in pietra si rileva sempre materia complicata, in quanto la dimensione delle pietre non è standard e non è possibile realizzare dei tagli diritti come da disegno. L’apertura grezza che si crea è sempre molto irregolare e instabile. Muri e solai sono stati ripuntellati prima di procedere a questa attività di cuci-scuci, in quanto non è prevedibile il tipo di sollecitazioni che si possono liberare. I vetrini posti a controllo dei movimenti murari sono comunque tuttora integri. Inoltre, per certe luci orizzontali è assolutamente necessario inserire un rinforzo strutturale, per ripristinare la continuità degli appoggi. In questo caso la notevole dimensione dei muri esterni ha richiesto l’inserimento di coppie di putrelle in grado di ricostruire lo spessore del muro. Le putrelle sono state collegate attraverso l’interposizione

FIGURA 8. Isolamento tra i ferri

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di mattoni di riempimento nella parte centrale, mentre lo spazio tra anima e flange, sul lato esterno, è stato completato con XPS così come è stato fatto per le travature verticali. Esternamente questi nodi verranno completati dal cappotto esterno in lana di roccia, che andrà ad uniformare le prestazioni termiche di queste discontinuità. Lo spessore di 18 cm è da solo sufficiente per soddisfare i requisiti di legge. Le spallette dei muri sono state poi completate con mattoni per ripristinare la linearità dei fori.

SCALA La realizzazione della scala in uno spazio così angusto ha richiesto un disegno e un’esecuzione molto minuziosa. Nonostante questo alcuni dettagli extra non sono stati trascurati. La scala fa parte dell’inovlucro riscaldato e sarà parzialmente riscaldata (piano terra) tramite il pavimento radiante. Ciò non toglie che possa essere un ambiente più freddo rispetto ai vani abitati. Pertanto, in fase di realizzazione della struttura (posizionamento dei ferri prima del getto), è stato inserito un tassello di XPS per realizzare un taglio termico tra la scala e la putrella in acciaio che collabora a sostenere il solaio soprastante. Questo dettaglio si trova nelle rampe che collegano il piano terra con il primo piano e questo al secondo. Si tratta di una piccola correzione, che però contribuisce a mantenere una continuità termica del muro di confine tra vano scala e appartamento, interrotta dalla presenza della putrella. Tale tassello non pregiudica la continuitò strutturale delle opere in cemento armato (scala, trave, solaio) che sono state realizzate con un unico getto.

FIGURA 9-10. Apertura finestre in muro di pietra


FIGURA 11-12. Completamento apertura vani finestra

TAGLIO TERMICO Infine, un dettaglio classico e ormai comune nella realizzazione di CasaClima: il primo corso di mattoni dei tramezzi interni (poggianti sul primo solaio) è stato realizzato con blocchi Ytong, appoggiati sopra una guaina con funzione di separazione termica e acustica. Il blocco Ytong possiede una conducibilità termica migliore rispetto ai forati utilizzati per le tramezzature interne, pertanto viene a formarsi una linea continua di taglio termico, sul solaio confinante con le sottostanti cantine. In aggiunta a ciò, questo dettaglio è stato

FIGURA 13. Dettaglio taglio termico

FIGURA 14. Taglio termico soletta scala verso putrella in acciaio

realizzato anche in verticale nei punti di contatto tra i tramezzi del piano terra e il setto del vano ascensore. Questo è stato fatto sia per ridurre la trasmissione del possibile rumore dell’ascensore stesso (il sistema di sollevamento sarà posizionato sul lato confinante con la cucina, lato che sarà ulteriormente coibentato), sia per compensare il ridotto spessore di isolamento esterno del vano ascensore (all’esterno) dovuto al rispetto delle distanze urbanistiche. In questo modo risulteranno isolati tre lati su quattro del vano ascensore, uno esterno e due interni. L’isolamento del vano sarà realizzato su ogni piano.

FIGURA 16. Primo corso in Ytong

FIGURA 15. Taglio termo-acustico a parete e pavimento

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EDILIZIA 2.0

Prefabbricazione non fa rima con omologazione Tipologia abitativa fino a qualche anno fa ritenuta poco personalizzabile se non addirittura standardizzata, oggi la casa prefabbricata sta riscontrando il favore di progettisti e committenza, anche in virtù di un’offerta tecnologica ed estetica sempre più spinta a soddisfare le esigenze dell’interlocutore FEDERICA ORSINI


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n attesa di conoscere i nuovi dati che saranno presentati il prossimo dicembre, dal 2° Rapporto Case ed Edifici in Legno, realizzato dal Centro Studi FederlegnoArredo Eventi per conto di Assolegno, è emerso un trend in costante crescita. Oltre 3.400 nuove abitazioni realizzate in legno nel corso del 2015, pari al 7% sul totale dei permessi di costruire, ovvero un’abitazione su 14, per un valore complessivo - tra residenziale (l’89%) e non - di 696 milioni di euro. E la tendenza non pare arrestarsi, sottolineata dal quarto posto ottenuto sulla piazza europea dal nostro Paese tra i produttori di edifici in legno, con una crescita superiore alla media. A livello regionale si evidenzia il peso delle aziende del Trentino Alto Adige in termini di fatturato generato (46% del totale) e della Lombardia come numero di aziende attive stabilmente nel settore (51, pari al 21% su un campione di 248 aziende con la presenza dei principali operatori specializzati). Per quanto riguarda invece la distribuzione territoriale delle abitazioni realizzate, la curiosità è rappresentata dal fatto che al primo posto in classifica vi sia la Lombardia (20%), seguita da Veneto (18%) e Emilia Romagna (15%), e “solo” al quarto posto il Trentino Alto Adige, che nell’immaginario collettivo è associato a questo tipo di costruzioni.

I dati confermano la capacità delle imprese italiane di proporre al mercato soluzioni in grado di raggiungere prestazioni molto convincenti - per progettisti e committenza in termini di risparmio energetico, sostenibilità, sicurezza antisismica e competitività economica Le case in legno “Made in Italy” sono sempre più apprezzate anche all’estero, tant’è che l’export (+112% con un valore di 43 milioni) ha superato per la prima volta il livello dell’import. Il rapporto contiene infine un’interessante indagine parallela sulle finiture che ha fatto emergere come PVC e piastrelle siano i materiali più diffusi nelle costruzioni in legno, rispettivamente, per finestre e pavimenti.


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LA PAROLA ALLA PRODUZIONE Ma andiamo a sentire come il mercato della progettazione possa effettivamente trovare risposte adeguate dalle aziende della pre50

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Le imprese in questi ultimi anni hanno investito molto in tecnologie, per ottenere materiali e soluzioni sempre più performanti. Questo ha reso possibile lo sviluppo di costruzioni multipiano o sopraelevazioni. Anche grazie a queste tecniche le costruzioni in legno si sono diffuse in diverse città, come Milano, Roma, Torino

Come sottolineato da Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, i dati confermano la capacità delle imprese italiane di proporre al mercato soluzioni in grado di raggiungere prestazioni molto convincenti - per progettisti e committenza - in termini di risparmio energetico, sostenibilità, sicurezza antisismica e competitività economica. Un altro aspetto da non sottovalutare è la certezza di costi e tempistiche. Il prezzo finale difficilmente si discosta dal preventivo, anche perché gli imprevisti in corso d’opera sono davvero ridotti e in alcuni casi il sovrapprezzo è persino “assorbito” dall’azienda produttrice, mentre dalla progettazione e firma del contratto alla consegna delle chiavi possono passare anche solo sei mesi. Per spingere ulteriormente questo segmento di mercato, all’interno dell’Associazione si sta facendo molto lavoro per la formazione di progettisti, architetti e ingegneri, per far capire loro le potenzialità delle nuove tecnologie applicate e le molteplici possibilità offerte in termini di personalizzazione dalle attuali case in legno, un tema sempre molto sentito da chi fino ad oggi ha costruito in maniera tradizionale e si affaccia per la prima volta alla prefabbricazione.

Marco Vidoni, presidente di Assolegno

fabbricazione in legno. Abbiamo interpellato Rubner che, con il nuovo concept Studio, intende offrire - accanto a modelli già altamente personalizzabili - un prodotto completamente customizzato. Come dichiarato da Deborah Zani, membro del Consiglio di amministrazione dell’azienda, il concept è stato sviluppato per offrire massima libertà di progettazione poiché non riguarda solo la casa, ma anche gli spazi esterni (ad esempio piscine o giardini) o altre richieste “su misura” che, data la loro complessità, richiedono il supporto di un project manager. Una figura che Rubner coinvolge e affianca al cliente/progettista/architetto già in


fase di preventivazione e lungo tutto il percorso di progettazione e realizzazione. “I nostri interlocutori privilegiati sono l’architetto e il progettista – afferma Deborah Zani – nei casi in cui la progettazione avvenga sia con il consueto sistema del brand (che offre al committente un’ampia gamma di opzioni e soluzioni tecniche, attraverso cui arrivare a definire nel dettaglio finiture, colori e materiali della casa), sia con il sistema Studio che richiede un livello di sofisticazione delle soluzioni progettuali estremamente complesso e una personalizzazione tout court del progetto”.

Tecnologia e sostenibilità Entrambi i sistemi si caratterizzano per il rigoroso impiego di materiali naturali (oltre al legno e alla sua fibra, anche il sughero), un’elevata coibentazione termica per ogni condizione climatica (mare, montagna, città), nonché la permeabilità dei sistemi costruttivi al vapore acqueo, che aumenta man mano che si procede dall’interno verso l’esterno della parete. Un altro aspetto particolarmente curato è rappresentato dal fatto che le pareti possono essere ampliate o riconfigurate a piacere anche in un momento successivo; inoltre, arrivando in cantiere già allestite con impianti elettrici e idraulici, consentono di abbattere i tempi di montaggio.

SCHEDA PROGETTO COSTRUZIONE: telaio, chiavi in mano CLASSE ENERGETICA: casaclima A+ SUPERFICIE ABITABILE: ca. 365 m2 SFIDA DA UN PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO: progettare una casa monofamiliare al passo coi tempi e contemporaneamente rispondente alle esigenze spinte del committente in termini di sostenibilità. Esteticamente “classica” ma con determinati pregi PLUS DELLA COSTRUZIONE: progettazione dettagliata per garantire un microclima interno ottimale immediatamente dopo l’ultimazione Casa prefabbricata non significa omologata. È un messaggio forte e chiaro che l’azienda lancia a discapito di equivoci e su cui investe molto affinché la qualità estetica sia sempre salvaguardata, ed ecco il perché di una così ampia varietà di soluzioni progettuali per le superfici, sia esterne (facciate e manti di copertura) che interne


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(intradossi di soffitti, rivestimenti di pareti e pavimenti). Lo abbiamo potuto “toccare con mano” direttamente presso lo showroom aziendale adiacente alla sede di Chienes (Alto Adige), dove – oltre alle superfici e alle porte Rubner – il cliente può scegliere sanitari, rubinetti, frangisole ecc., in un catalogo di oltre 400 pagine di prodotti che, a inizio anno, viene concordato con le aziende fornitrici di ciascun settore sulla base dei trend del momento. Questa tipologia di case, per sua stessa natura, offre inoltre caratteristiche come la leggerezza, l’elasticità, la resistenza meccanica e la

capacità di dissipare energia per far fronte a fenomeni sismici – un aspetto su cui oggi c’è sicuramente maggiore sensibilità da parte di tutti (istituzioni, progettisti e committenti), e che, purtroppo, chiama in causa ampie porzioni del nostro territorio. Infine, tra gli argomenti virtuosi la sostenibilità, non solo dei materiali, ma anche dei trasporti: per il trasbordo dei materiali da costruzione di una casa di 100 m2 sono sufficienti 3 camion, contro i 20 di una casa in muratura, con conseguente risparmio di carburante e di emissioni di CO2.

A FIANCO DEL PROGETTISTA PER LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE Come Project Manager Rubner Haus Studio, abbiamo posto alcune domande anche a Stefano Lampone C&C: Il mercato delle case prefabbricate è in continua crescita. La garanzia di brevi tempi di esecuzione e la prefabbricazione elevata hanno rassicurato l’utente finale. Ma c’è una committenza che chiede maggiore personalizzazione e cooperazione con il proprio progettista. Com’è possibile rispondere a queste esigenze? S.L.: Il modello di business Studio nasce proprio per rispondere in modo adeguato a questa tipologia di clienti. Sin dalle prime fasi ogni dettaglio del progetto viene analizzato da un project manager in stretta collaborazione con il progettista, per far sì che ogni aspetto della casa rispecchi il desiderio del cliente.

STEFANO LAMPONE

Quali sono gli aspetti che il progettista/architetto generalmente chiede di personalizzare maggiormente? Proprio per la natura di Rubner Studio è difficile evidenziare quali aspetti vengano maggiormente personalizzati. Dipende dalla sensibilità del progettista, dal gusto e dal carattere del cliente. Questo fa sì che ogni progetto Rubner Studio sia un’esperienza unica: nasce da un sogno per diventare un progetto che il team dell’azienda trasforma in realtà. Quindi la risposta può variare dai materiali per le finiture fino agli impianti tecnologici più particolari ed avanzati. Come cooperate con il progettista? Riuscite ad assecondare tutte le idee o lo guidate verso soluzioni produttive di più veloce esecuzione? Il progettista viene supportato in ambito tecnico. L’azienda si mette a sua disposizione per ricercare le soluzioni tecnologiche più adeguate allo sviluppo del suo progetto. Con Rubner Studio il nostro scopo è cercare di assecondare tutte le idee del progettista utilizzando soluzioni tecnologiche personalizzate e adattate al progetto specifico. Nell’affiancare il progettista, grazie al know-how sviluppato da Rubner Haus, siamo comunque in grado di orientarlo verso soluzioni tecnologicamente valide e consolidate da anni di esperienza. Questo soprattutto nelle stratigrafie delle pareti, dei solai e dei tetti; tutti aspetti che non mettono freni alla creatività del progettista. Il progettista avrà nel project manager l’interlocutore che farà sempre da tramite tra lui e l’azienda. Quanto può richiedere in media la realizzazione di una casa di questo genere rispetto alla produzione standard? I tempi di produzione dipendono soprattutto dalle dimensioni e dalla complessità dell’abitazione. Ciò che può variare è la tempistica di cantiere qualora un progetto “Studio” preveda esecuzioni particolari quali, a solo titolo di esempio, piscine o giardini che richiedono l’impiego di materiali particolari o manufatti su misura realizzati in cantiere.

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LO SPACESHIP APPRODA A CHIENES Presentato in occasione dell’ultima Design Week di Milano e realizzato con la collaborazione dell’Istituto Europeo di Design di Torino, Spaceship è un modulo abitativo in legno che poggia su piedi metallici, a cui accedere attraverso un portellone-rampa che permette ai visitatori di entrare e vivere in prima persona un’esperienza proiettata al futuro. Il progetto nasce dall’idea di creare un “organismo autosufficiente” capace di sfruttare il sole e la fotosintesi per produrre energia, cibo, ossigeno e acqua, necessari al supporto vitale di chi lo occupa. Il progetto è la tappa finale di un percorso che ha visto gli studenti del Master Smart Buildings and Sustainable Design dello IED impegnati nella progettazione di soluzioni innovative da applicare a uno dei più antichi metodi di costruzione in legno, il sistema Blockhaus. Si tratta di una tecnica di costruzione che prevede, in cantiere, che le assi in legno di abete massiccio o lamellare vengano impilate orizzontalmente una sull’altra, fissate da scanalature e da linguette di giunzione per poi essere unite negli angoli con incastri a pettine. L’obiettivo della partnership tra Rubner Haus e IED era quello di sviluppare una ricerca formale e tecnologica che potesse arricchire il sistema Blockhaus con contenuti di innovazione. Quel che ne è venuto fuori, Rubner Haus Spaceship, rappresenta la visione di Rubner Haus rispetto all’architettura del futuro, una visione che coniuga l’utilizzo di un materiale millenario come il legno secondo i codici di una progettazione parametrica generativa, con le più innovative strategie e tecnologie di bio-costruzione. L’“astronave” si configura come “modulo passivo, implementabile con tecnologie bio-responsive che gli consentano di reagire attivamente agli stimoli ambientali del contesto ospitante”. Le pareti laterali sono rivestite internamente da un orto verticale in cui si coltivano verdure, ma anche micro-alghe edibili. Entrambe, in un ambiente così ristretto, sono peraltro elementi fondamentali per la rigenerazione dell’aria attraverso l’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalla respirazione e la produzione di ossigeno. Vi sono poi sistemi per la purificazione dell’aria; la raccolta della pioggia volta a soddisfare il fabbisogno d’acqua; la captazione della luce (integrata da sistemi a Led nelle zone meno illuminate e nel setup notturno); la produzione di energia per climatizzare e ventilare l’abitacolo ed estrarre il calore in eccesso e la produzione di elettricità, che avviene unicamente con l’impiego di moduli fotovoltaici.

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CASE STUDY

Credit: Franziska Haas, Eurac Research

FIGURA 1. Prospetto principale su Maternstraße. Sul lato nord la parete in contatto con un muro di contenimento dei giardini delle Case dei Canonici

Isolamento interno con materiali “naturali”: un caso studio a Bamberg Studiati sei sistemi di isolamento: tra quelli a base minerale il calcio silicato, la schiuma minerale e il mattone con riempimento in perlite, mentre tra quelli a base vegetale la fibra di legno, la cellulosa e il sughero DARIO BOTTINO LEONE FIGURA 2. Prospetto interno 54

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Credit: Franziska Haas, Eurac Research


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li edifici storici definiscono i confini e l’identità dei centri-città europei, ma sono anche i responsabili di un considerevole quantitativo di emissioni dovute al loro utilizzo. Sebbene nel settore delle nuove edificazioni le normative europee abbiano stabilito degli obiettivi chiari, un passo in avanti deve essere ancora mosso verso il risanamento energetico degli edifici esistenti, i quali rappresentano un’ampia percentuale del nostro patrimonio edilizio. Il loro valore identitario e culturale, infatti, determina la comune esigenza di conservarli nell’aspetto architettonico, in modo da non alterare l’ambiente costruito che li circonda e che caratterizza l’identità delle nostre città. Eppure per renderli meno energivori è importante ridurre le trasmittanza dei loro tamponamenti esterni, agendo proprio sull’involucro storico. Nella maggior parte dei casi un sistema di isolamento esterno non è applicabile per ragioni dovute alla conservazione architettonica della facciata che, costituendo la “pelle” dell’edificio, rappresenta l’elemento di contatto tra quest’ultimo e il resto dell’ambiente costruito. In questi casi l’unico intervento possibile, ove non ci siano affreschi o decorazioni, rimane la posa di un sistema di isolamento interno. La scelta del sistema di isolamento in questo caso non di rado comporta alcuni rischi e criticità, dovuti principalmente all’alterazione dell’originale sistema di traspirazione dell’elemento architettonico. Un conseguente accumulo di acqua, in forma liquida o di vapore, può causare fessurazioni dovute a fenomeni di espansione e con-

Il presente caso studio, monitorato dal gruppo di ricerca ‘Energy Retrofit of Historic Buildings’ di Eurac research, sarà presentato alla 13a ‘Conference on Sustainable Development of Energy, Water and Environmental Systems’ (SDEWES) trazione igrometrica o cicli di gelo/disgelo, deterioramento visivo dovuto a efflorescenze saline, oltre che inficiare le proprietà termiche del materiale. Al contrario, la scelta di un sistema compatibile può evitare di esporre l’edificio a questo genere di rischio. Il corretto sistema di isolamento interno, infatti, può essere determinato solo caso per caso, a valle di uno studio di compatibilità che consideri non soltanto l’aspetto energetico, ma anche quello igrotermico e dell’impatto ambientale.

IL CASO STUDIO Il presente caso studio è monitorato scientificamente dal gruppo di ricerca sul risanamento energetico degli edifici storici di Eurac Research e sarà presentato alla 13a conferenza “Sustainable Development

FIGURA 3. Schematizzazione della sezione tecnologica sull’interfaccia grafica di Delphin 6.0.17 www.casaeclima.com    n.74

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CASE STUDY

of Energy, Water and Environmental Systems” (SDEWES), sulla base di uno studio condotto da Dario Bottino Leone, Marco Larcher, Daniel Herrera Gutierrez-Avellanosa, Franziska Haas e Alexandra Troi. La costruzione è situata nel centro storico di Bamberg (Germania), città inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Risalente alla metà del XIX secolo, l’edificio residenziale si appoggia sul lato nord a un muro di contenimento dei giardini delle Case dei Canonici. La tecnica costruttiva, molto diffusa nel sud della Germania, è quella del Fachwerk, cioè una struttura massiccia di mattoni locali al piano terra, sulla quale poggia una struttura a graticcio in legno con tamponamenti in mattoni al primo piano. Sebbene nel passato questa pregevole struttura in legno a vista abbia costituito l’elemento architettonico distintivo della sua tipologia, nell’edificio in esame è ancora presente un intonaco di calce esterno che la nasconde dalla facciata (Figura 1 e 2). Il tetto storico è costituito da travi in legno con un isolamento originale in paglia, molto diffuso nell’area. L’abitazione, in disuso per diversi anni, viene trasformata in un’abitazione unifamiliare dagli standard di comfort contemporanei. Oltre alla nuova installazione di tutti gli impianti, la pianificazione prevede l’isolamento delle pareti esterne, del solaio e del soffitto del piano superiore. Le finestre (aggiunte negli anni ‘50), che in questo caso non hanno alcun valore architettonico, saranno sostituite da efficienti finestre a triplo vetro. Dal momento che le estremità delle travi di legno del soffitto del piano terra si presen-

tano danneggiate, il piano terra è stato dotato di una controparete interna su cui è impostata la sezione ancora resistente delle travature in legno; questa parete ha una funzione portante e isolante al contempo. Solo per il piano superiore, dunque, si deve valutare la scelta di un sistema di isolamento interno compatibile.

I SISTEMI DI ISOLAMENTO La filosofia di intervento proposta dalla committenza riguarda l’utilizzo di materiali cosiddetti “naturali”. In letteratura è possibile trovare moltissime definizioni di materiale “naturale”; a questo proposito sarebbe meglio specificare che tutti gli isolanti sono ricavati da uno specifico processo di trasformazione della materia prima, più o meno complesso, ragione per cui definire un isolante “naturale” può rivelarsi un’interpretazione imprecisa e a volte ingannevole. Secondo una prima suddivisione i materiali possono essere classificati in base alla loro origine: vegetali, minerali, animali e sintetici. In questo intervento si è deciso di interpretare i materiali “naturali” come i non-sintetici. Per questo motivo sono stati studiati sei sistemi di isolamento: tra quelli a base minerale il calcio silicato, la schiuma minerale e il mattone con riempimento in perlite e tra quelli a base vegetale la fibra di legno, la cellulosa e il sughero. Inoltre per comparare le prestazioni, un sistema capillarmente attivo in polistirene è stato incluso nello studio. Insieme ai sistemi di fissaggio

FIGURA 4. Umidità relativa dietro l’isolamento φ, in funzione del tempo. I diversi colori si riferiscono a diversi materiali isolanti. I grafici mostrano uno scenario senza (a sinistra) e con (a destra) l’intonaco esterno idrorepellente. I due grafici in fondo comprendono i sistemi di isolamento a base vegetale, quelli sopra i sistemi a base minerale 56

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FIGURA 5. Risultati dell’impatto ambientale in termini di ECOPOINTS. Il grafico mostra il contributo ai costi ambientali di tutti i singoli componenti per ogni sistemi di isolamento

(meccanici o a base di colle) e alle finiture interne, gli spessori degli isolanti sono stati dimensionati per ottenere una trasmittanza termica di U = 0.35 W/m2 K, a fronte di un valore di partenza di U = 2.08 W/m2 K dello stato dell’arte.

ANALISI TERMOIGROMETRICA Per condurre una simulazione termoigrometrica 2D che includa il trasporto del calore, della diffusione del vapore e del trasporto liquido convettivo ci si è avvalsi del motore di calcolo di Delphin 6.0.17, rilasciato dalla Università tecnica di Dresda. È stato creato un modello che include i dati meteorologici (da cui secondo la norma UNI EN 15026 è calcolato il dato climatico interno) e una schematizzazione della sezione tecnologica in esame (Figura 3). Tra i parametri più significativi, lo studio dell’umidità relativa, ϕ, sul lato freddo dell’isolante, mostrato in Figura 4. Il grafico mostra i materiali a base minerale (sopra) e vegetale (sotto). Dato che le prime simulazioni condotte con l’intonaco esterno originale hanno evidenziato delle condizioni di rischio di degrado per il legno, è stato simulato uno scenario che includa l’utilizzo di un nuovo intonaco esterno repellente all’acqua. Come si evince dal grafico, in quest’ultimo scenario, il livello di bagnatura rimane ben distante dalla soglia di rischio definita dai WTA leaflet 6.5.

LIFE-CYCLE ASSESSMENT Lo studio dell’impatto ambientale riguarda la produzione dei sistemi di isolamento proposti, in base a diversi indicatori, quali le emissioni di CO2, l’esaurimento dello strato di ozono, l’acidificazione potenziale della terra e dell’acqua, il potenziale di eutrofizzazione.

Per semplificare il confronto tra i vari sistemi di isolamento, il costo ambientale di ciascuno è espresso in ECOPOINTS, un’unità di confronto che permette di riassumere con un unico indicatore ambientale l’impatto di vari fattori eterogenei. Il grafico in Figura 5 mostra un impatto sicuramente più elevato dei materiali a base minerale, specialmente del calcio silicato. Le prestazioni del polistirene rimangono confrontabili, fatto dovuto alla minore quantità di materiale richiesta. Infine si può osservare l’impatto ambientale degli isolanti a base vegetale, che si presenta negativo per merito del contributo della pianta alla diminuzione della concentrazione di CO2 in atmosfera durante la sua vita.

ENVIRONMENTAL PAY-BACK PERIOD Siamo abituati a calcolare il tempo di rientro economico di un investimento; questo concetto è generalmente definito “pay-back period”. Per concludere questo studio abbiamo voluto calcolare il tempo in cui i costi ambientali dovuti all’intervento di risanamento energetico sarebbero stati ripagati dai guadagni ambientali dovuti al risparmio energetico. Chiamiamo questo concetto “environmental payback period”. Se si escludono i materiali a base vegetale, i quali hanno già in partenza un impatto ambientale minore di zero, i risultati ci hanno mostrato sempre tempi di rientro inferiori a un anno, anche per gli isolanti a base minerale. Solo il calcio silicato, dato il considerevole costo ambientale dovuto alla sua produzione, mostra un environmental payback period di circa due anni e mezzo. In base a questo ultimo dato ci è possibile dunque affermare che risanare energeticamente è in ogni caso un vantaggio economico, ma ancor di più una pratica positiva per la salvaguardia dell’ambiente. www.casaeclima.com    n.74

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COMFORT

Riqualificazione acustica e termica degli edifici: criticità e opportunità Il tema della riqualificazione degli edifici esistenti ha acquisito negli ultimi anni sempre maggiore importanza. Alcune semplici considerazioni in merito al miglioramento delle prestazioni di isolamento ai rumori e di efficienza energetica degli immobili MATTEO BORGHI*

*ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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I

n caso di ristrutturazione quali ragioni ci spingono a migliorare l’isolamento termico di un edificio? In genere gli aspetti che maggiormente favoriscono la realizzazione degli interventi sono questioni di carattere economico quali, ad esempio, il risparmio dovuto alla riduzione dei consumi e gli incentivi fiscali proposti dallo Stato. A questi si aggiunge l’importanza di limitare le emissioni in atmosfera e, ultimo ma non meno importante, vi sono le prescrizioni di legge. In vari casi infatti un intervento di ristrutturazione richiede obbligatoriamente anche un adeguamento delle prestazioni di efficienza energetica. L’aspetto che spesso viene trascurato, ma che forse dovrebbe essere maggiormente evidenziato, è quello legato al comfort abitativo. A volte ci si dimentica che una riqualificazione energetica, se realizzata correttamente, permetterà di vivere in modo sensibilmente più confortevole l’ambiente ristrutturato. Il miglioramento dell’isolamento acustico, al contrario, viene generalmente associato al tema del comfort. L’attenzione però viene concentrata solo sulla necessità di ridurre nella nostra abitazione i rumori che arrivano dall’esterno o da altre unità immobiliari. È però opportuno ricordare che le ristrutturazioni possono diventare l’occasione anche per limitare il disturbo che noi possiamo generare verso i vicini di casa. Perché farlo? Sempre per migliorare la nostra qualità di vita. Se evitiamo di infastidire i vicini miglioriamo, in un certo senso, il nostro “comfort abitativo”. In secondo luogo perché anche in questo caso esistono delle prescrizioni da rispettare. È importante tenere a mente che alcuni interventi di riqualificazione possono peggiorare le prestazioni acustiche dell’edificio, aggravando la qualità di vita nelle altre abitazioni. Si pensi ad esempio alla decisione infelice

di realizzare un nuovo bagno proprio sopra la camera da letto dei vicini al piano di sotto, o alla sostituzione della pavimentazione con un nuovo rivestimento con peggiori prestazioni anticalpestio. Prima di realizzare gli interventi diventa necessario analizzare con cura l’isolamento acustico delle strutture.

SOLUZIONI TECNOLOGICHE Quali soluzioni possono essere adottate per migliorare le prestazioni di efficienza energetica e comfort acustico degli edifici esistenti? A volte si pensa che il semplice utilizzo di un certo “materiale isolante” possa risolvere tutti i problemi di isolamento. Inoltre, considerata la varietà di proposte presenti sul mercato, è facile sentirsi disorientati. Di seguito si riportano alcune semplici considerazioni per cercare di fare un po’ di chiarezza sul tema.

Materiali isolanti termici VS Sistemi per l’isolamento acustico È importante distinguere i “materiali per l’isolamento termico” dai “sistemi per l’isolamento acustico”. Analizzando le prestazioni degli elementi si osserva infatti che: la resistenza termica di una partizione dipende principalmente dalle caratteristiche e dallo spessore del materiale isolante inserito nella stratigrafia; la sua prestazione fonoisolante invece deriva dalle caratteristiche di tutti gli strati che compongono l’elemento. Pertanto, semplificando molto, se dobbiamo riqualificare energeticamente le partizioni di un immobile, concentreremo l’attenzione sulla scelta del materiale isolante più adatto per

PRESCRIZIONI DA RISPETTARE Nel campo dell’efficienza energetica le prescrizioni da rispettare a livello nazionale sono individuate dal DM 26 giugno 2015. Alcune Regioni hanno legiferato in maniera autonoma pubblicando dei propri documenti. In Lombardia ad esempio il riferimento è il Decreto 2456/2017. In sintesi i documenti legislativi specificano le prestazioni da raggiungere in base al tipo di intervento edilizio che si deve realizzare. Le prescrizioni sull’isolamento ai rumori sono invece definite dal DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”. Il Decreto, in vigore da oltre 20 anni, indica i limiti per la riduzione di rumori aerei tra differenti unità immobiliari, rumori da calpestio, rumori provenienti dall’esterno e disturbo provocato dagli impianti. Mentre per l’efficienza energetica è specificato nei decreti nazionali e regionali cosa si deve rispettare in caso di ristrutturazione, per l’acustica non è così. Il DPCM 5-12-1997 infatti non dice niente in merito. Negli anni però sono state pubblicate su questo tema varie circolari ministeriali di chiarimento. Inoltre alcune leggi regionali e molti regolamenti edilizi comunali hanno riportato alcune informazioni. Come indicazione di carattere generale si può considerare che se l’intervento di ristrutturazione andrà a modificare i requisiti acustici dell’immobile, ciò che verrà modificato dovrà rispettare i limiti del Decreto. La Regione

Lombardia ad esempio, nella L.R. 13/2001 all’articolo 7, indica che: “I progetti relativi ad interventi sul patrimonio edilizio esistente che ne modifichino le caratteristiche acustiche devono essere corredati da dichiarazione del progettista che attesti il rispetto dei requisiti acustici stabiliti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 e dai regolamenti comunali.” I professionisti devono quindi prestare attenzione a verificare le eventuali prescrizioni riportate nei regolamenti locali prima di iniziare un intervento di ristrutturazione. Un ulteriore documento che ha recente introdotto nuovi limiti per le ristrutturazioni degli edifici pubblici è il decreto sui Criteri Ambientali Minimi (CAM), la cui ultima versione è dell’ottobre 2017. Tale decreto specifica limiti generalmente più restrittivi rispetto alla legislazione in vigore per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici. In particolare per l’acustica vengono indicate prescrizioni per i requisiti acustici passivi di edifici, case di cura e scuole e per l’acustica interna degli ambienti dedicati all’ascolto del parlato. I progettisti dovranno evidenziare il rispetto dei criteri, sia in fase di progetto che in fase di verifica finale. Diventa quindi necessario realizzare sia un progetto acustico ante-operam, che una relazione di conformità basata su misure acustiche in opera al termine dei lavori.

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COMFORT

l’intervento che intendiamo realizzare. L’incremento delle prestazioni fonoisolanti richiede invece un’analisi più approfondita sull’intero sistema costruttivo.

Quale obiettivo vogliamo raggiungere? La scelta di uno specifico sistema non può prescindere dalla chiara identificazione dell’obiettivo che si vuole raggiungere. Un conto è voler rispettare i limiti di legge in vigore, un altro è raggiungere una specifica richiesta di comfort da parte del committente. Solo dopo aver definito la prestazione finale sarà possibile realizzare una valutazione per scegliere la soluzione più opportuna.

Diagnosi energetica e acustica Per individuare quali sono le soluzioni tecnologiche più adeguate per il nostro intervento di riqualificazione edilizia è più che opportuno realizzare una dia-

PROGETTO ACUSTICO

MISURE IN OPERA

gnosi energetica e acustica dell’immobile. Il risultato finale infatti dipende in modo considerevole dalle caratteristiche dell’edificio esistente e dalla risoluzione di eventuali ponti termici o acustici, se presenti. La diagnosi può basarsi su misure in opera e calcoli analitici. I calcoli previsionali di efficienza energetica si eseguono utilizzando i modelli matematici delle norme UNI TS 11300, per l’acustica invece i riferimenti sono le UNI EN ISO 12354. Le diagnosi termiche trovano un valido supporto nelle rilevazioni termografiche. Le valutazioni acustiche invece si avvalgono delle misure in opera dei requisiti acustici passivi, eseguite seguendo le indicazioni delle norme serie UNI EN ISO 16283.

Scelta delle soluzioni e corretta posa La scelta di una soluzione tecnologica dipende in particolare dall’obiettivo che si deve raggiungere. Non sempre infatti una “soluzione per l’isolamento” è efficace sia per la termica che per l’acustica. Ad esempio non è detto che un serramento caratterizzato da una buona resistenza termica abbia anche una elevata prestazione fonoisolante. Oppure un intervento di isolamento termico a cappotto consente di ridurre le dispersioni termiche dell’edificio, ma risulta in sostanza ininfluente dal punto di vista acustico se sulla facciata sono presenti serramenti con prestazioni scadenti. Come già accennato, occorre quindi valutare l’edificio nel suo complesso prima di definire quale soluzione andremo a utilizzare. Infine si sottolinea l’importanza della corretta posa in opera dei sistemi costruttivi. Una realizzazione imprecisa può rendere di fatto inefficace l’intervento di isolamento.

CONCLUSIONI Abbiamo fornito alcune semplici considerazioni sulla riqualificazione acustica e termica degli edifici esistenti. Su questi temi ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha realizzato per i propri soci specifiche guide di approfondimento tecnico, che individuano le prescrizioni legislative e le soluzioni tecnologiche più appropriate. Auspichiamo un incremento della cultura sul tema e la realizzazione di interventi di miglioramento che pongano al centro dell’attenzione, prima ancora del rispetto delle leggi, l’importanza di vivere in ambienti confortevoli: caldi d’inverno, freschi d’estate e silenziosi tutto l’anno. 60

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

MARCO BOSELLI Bosch riparte da… Bosch

ANNO 8 - FEBBRAIO 2017

Organo ufficiale

bimestrale

Panoramica di inizio anno

TAVOLA ROTONDA

Conto Termico e TEE. A che punto siamo?

CLASSIFICHE 2015

Analisi del processo e case study

FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE

Produttori e distributori: ce la si può fare!

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

IMPIANTI NEGLI NZEB: DALLA TEORICA ALLA PRATICA EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING

N. 64 · Anno XI · dicembre 2016

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

A SCUOLA DI EFFICIENZA

ORGANO UFFICIALE ANGAISA (Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrotermosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno)

Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 - Omologazione n. DCOCI0168

Organo Ufficiale AiCARR

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Passo obbligato e grande opportunità

Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere

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Organo ufficiale FINCO

POSTE ITALIANE SPA – POSTA TARGET MAGAZINE - LO/CONV/020/2010.

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LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DELL’HVAC&R

ISSN n. 1974-7144

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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica? n

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N. 12 - Dicembre 2016

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La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

Un CNI eletto per dare risposte

di MATTEO PALO

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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

In USA volano le infrastrutture

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IN QUESTO NUMERO

MATERIE PRIME

Il cliente prima di tutto In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA

Un ponte tra passato e futuro

Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.

UTENSILI

Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

M-Steel qualità da oltre 40 anni

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.

LAMIERA

40 anni di storia e successi nella robotica industriale

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo MACCHINE UTENSILI

Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

[pag. 18]

PANORAMA La formazione salesiana professionale SPECIALE Robotica Sempre più al centro dello sviluppo

CAD/CAM unico per il settore Lamiera

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

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#4maggio 2016 mensile

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

a pag. 9

AUTOMAZIONE

Novembre/Dicembre 2016

Italia scossa

Ancora trattative e consultazioni?

“Il museo del futuro è il mondo intero”

www.ammonitore.com

TAVOLA ROTONDA

di Fabio Chiavieri

segue a pag. 2

a pag. 7

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MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Editoriale

GOVERNO IN CRISI

CASSA DEPOSITI E PRESTITI

PROGE T TA ZIONE

50 anni di torni

Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

[pag. 10]

– Anno 72 - n. 9

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MACCHINE UTENSILI

Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.

a pag. 15

SCIA, operativo Top 7 megail modello unico infrastrutture del 2016

Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 città

ROBOTICA

Al centro della fabbrica intelligente

VENERDÌ 13 GENNAIO 2017

DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL

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PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Passivhaus in clima caldo? Si può! Costruire secondo lo standard Passivhaus vuol dire costruire secondo regole di buona pratica e la Passivhaus di Putignano ne è l’esempio a cura di ILEANA IANNONE1 E FRANCESCO NESI2 1

2

Responsabile tecnico di ZEPHIR Passivhaus Italia – i.iannone@zephir.ph Direttore di ZEPHIR Passivhaus Italia – f.nesi@zephir.ph

I

l pensiero di molti è che lo Standard Passivhaus sia adeguato ai climi freddi dell’Europa centrale, più simili al clima tedesco, dove lo Standard stesso è nato. Forme cubiche, tanto cappotto e finestre con triplo vetro; in fin dei conti un investimento estremamente costoso. Questa è l’idea più comune di edifici Passivhaus, uno standard non applicabile nel clima caldo del centro/sud Italia. Ciò da cui si deve ripartire è proprio la definizione base: Passivhaus è uno standard di progettazione che, tramite un approccio scientifico, definisce i criteri per realizzare edifici confortevoli e con elevate prestazioni energetiche in qualsiasi parte del mondo. Le strategie cambiano in base al clima, ma il comfort abitativo e la qualità dell’aria restano costanti indipendentemente dalla zona climatica.

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PASSIVHAUS IN CLIMA MEDITERRANEO ZEPHIR Passivhaus Italia vanta una lunga esperienza nella progettazione di edifici Passivhaus in clima mediterraneo. A seguito di un lungo percorso di specializzazione, ZEPHIR ha quindi concretizzato il concetto di Passivhaus “low-cost”: con il supporto di calcoli energetici ed economici viene dimostrato che Passivhaus non solo rispetta i criteri nZEB richiesti dal D.M. 26/6/2015, ma risulta essere la progettazione più cost-effective in termini di analisi LCCA (Life cycle cost analisys) [1] in ogni zona d’Italia. Analisi svolte dallo stesso Istituto su progetti localizzati in climi estremi come India, Africa e sud America hanno permesso di dimostrare sorprendentemente la


miglior convenienza economica dello standard Passivhaus anche in climi caldo-umido e torrido, adattando chiaramente la progettazione ai differenti requisiti fisico-edili.

CASO DI STUDIO Approfondiamo in questo articolo un edificio di nuova costruzione realizzato nel comune di Putignano in provincia di Bari. Si tratta di un edificio plurifamiliare di 3 piani fuori terra, composto da 8 unità abitative, per un totale di circa 740 m² di superficie utile. Progettato nel 2015 come edificio tradizionale, in poco più di un anno viene ripensato per riuscire a certificarlo secondo lo standard Passivhaus. La proposta, nata dal progettista Ing. Piero Russo, viene ben accolta dall’imprenditore Pasquale Primavera, titolare dell’impresa Tonik s.r.l., particolarmente sensibile alla tematica degli edifici a basso consumo energetico. Obiettivo dell’imprenditore era offrire al mercato un edificio di qualità con elevati livelli di risparmio energetico garantiti, contenendo tuttavia i costi di investimento per mantenerli paragonabili a quelli di un edificio tradizionale, obiettivo raggiunto dopo circa 2 anni dall’inizio dei lavori. Il successo di questo edificio è il risultato di una collaborazione integrata del team di progettazione, composto da ZEPHIR-Passivhaus Italia, l’ing. Piero Russo e l’ing. Giuseppe Colaci De Vitis, che ha permesso all’imprenditore Pasquale Primavera di conseguire il risultato atteso.

IL PROGETTO L’edificio, che si trova in clima caldo temperato con inverni miti ed estati calde, si sviluppa su pianta rettangolare con corpo scale centrale, tre piani fuori terra più piano attico e locale tecnico interrato incluso nell’involucro termico. L’orientamento prevalente è sull’asse nord-sud, ottimale per sfruttare appieno gli apporti gratuiti solari in inverno e proteggersi dal surriscaldamento estivo per mezzo di balconi e schermature solari esterne. La struttura portante è in calcestruzzo armato con tamponamenti in laterizio e cappotto esterno in EPS da 180 mm.

Risultati del calcolo energetico con il software PHPP (Pacchetto di progettazione Passivhaus) www.casaeclima.com    n.74

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PROGETTAZIONE EFFICIENTE

Partendo da un progetto architettonico già approvato nel 2015, l’involucro termico è stato riprogettato, ottimizzando il sistema involucro-impianto dal punto di vista della convenienza economica con il software di calcolo PHPP. Un tema particolarmente delicato per questo progetto è stato quello dei ponti termici. Diverse scelte architettoniche iniziali portavano ad avere svariati ponti termici tra cui uno dei più significativi è una parete (elemento decorativo) in calcestruzzo, di forma curva, esterna rispetto all’involucro termico ma che lo attraversava completamente al piano primo e al piano terzo provocando interruzione dello strato coibente in diversi punti. Altro ponte termico rilevante erano i balconi dell’edificio, progettati con sistema a soletta passante in calcestruzzo. A seguito di un’analisi costi benefici, si è valutato necessario risolvere il ponte termico in corrispondenza dei balconi utilizzando degli appositi sistemi a taglio termico. Invece per quanto riguarda la parete curva in calcestruzzo si è ritenuto sufficiente risvoltare il cappotto intorno alla parete uscente per circa 1 m senza prevedere alcun sistema specifico a taglio termico. In questo modo si è ottenuto un coefficiente lineico di ponte termico ψ di circa 0.5 W/mK, un valore particolarmente elevato ma che è stato ritenuto accettabile sia sotto il profilo dei costi che grazie all’assenza di problematiche legate alla formazione di muffa e condensa. Stessa attenzione nelle valutazioni energetico-economiche è stata applicata ai serramenti: sono stati scelti telai in PVC con Uf di circa 1.1 W/m²K. Per quanto riguarda i vetri invece si è fatta una differenziazione in base all’orientamento usando triplo vetro a nord e doppio

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vetro per le finestre esposte a sud. Questa strategia ha permesso di migliorare il comportamento dell’involucro termico: dispersioni ridotte verso nord e maggiori apporti solari da sud in inverno, invece schermature solari e balconi garantiscono la protezione dal surriscaldamento estivo.

LA TENUTA ALL’ARIA La tenuta all’aria è uno dei temi principali della progettazione secondo lo standard Passivhaus. La “tenuta all’aria” di un edificio è data dalla capacità dell’involucro di evitare il passaggio di aria, con conseguenti rischi di condensa interstiziale e incremento delle dispersioni termiche per ventilazione. Se correttamente realizzata, la tenuta all’aria garantisce il raggiungimento del comfort all’interno dell’edificio evitando correnti d’aria non confortevoli favorendo un risparmio energetico con conseguente abbattimento dei costi di gestione. Una tenuta all’aria ottimale può essere raggiunta soltanto grazie ad una accurata progettazione ed una corretta esecuzione in cantiere [2]. Nell’edificio di Putignano la tenuta all’aria è affidata allo strato di intonaco interno collegato al massetto di calcestruzzo del solaio di base. Circa un mese fa si è svolto il primo Blower Door Test (test di tenuta all’aria) secondo il metodo B, come definito dalla normativa UNI EN ISO 9972 (per la verifica dello standard Passivhaus, tuttavia, si continua ad utilizzare il metodo definito nella precedente UNI EN 13829), che serve per misurare la tenuta all’aria dell’involucro. Durante la prova c’è stata grande parteci-


INVOLUCRO Parete perimetrale Intonaco interno

15 mm

Poroton

300 mm

0.122 W/mK

EPS

160 mm

0.031 W/mK

Intonaco esterno

10 mm

U = 0.118 W/m2K

Copertura Intonaco interno

15 mm

Solaio laterocemento

300 mm

Lana di roccia

180 mm

Massetto

50 mm

Malta di sottoondo

25 mm

Chianche di Corigliano

30 mm

0.037 W/mK

U 0.181 = W/m2K

Pavimento verso garage Pavimentazione

15 mm

Malta di sottofondo

15 mm

Massetto

100 mm

Solaio laterocemento

300 mm

Lana di roccia

120 mm

pazione da parte di tutti gli artigiani coinvolti nella realizzazione dell’edificio. La Passivhaus di Putignano è un esempio virtuoso di un’ottima esecuzione cantieristica: una squadra di artigiani collaborativi, precedentemente non esperti in materia ma entusiasti di imparare a realizzare un edificio ben progettato e in cui la cura del dettaglio è la chiave vincente per ottenere il risultato atteso. Il criterio Passivhaus sulla tenuta all’aria è n50 ≤ 0.6 1/h, ma nel caso di edifici molto grandi (volume di aria interna Vn50 ≥ 1500 m³), occorre valutare un altro indice per determinare la bontà della tenuta all’aria: q50 [m³/h/m²], che riferisce la portata di aria attraverso gli spifferi alla superficie dell’involucro a tenuta all’aria, una sorta di “densità superficiale degli spifferi”. Per edifici di grandi dimensioni, dunque, il limite diventa q50 ≤ 0.6 m³/h/m² [Passipedia17b]. Gli artigiani scelti dall’impresa Tonik di Pasquale Primavera sono stati in grado di realizzare un ottimo lavoro che ha portato ad un risultato di Blower Door test (metodo B) q50 = 0.486 m³/h/m², equivalente

0.037 W/mK

U = 0.253 W/m2K

Telaio serramenti Synego - REHAU AG + Co. Serramenti in PVC Uf = 1.2 W/m2K

100 mm

Vetri Nord

Vetro sud

Triplovetro

Doppio vetro

g = 0.47

g = 0.65

Ug = 0.65 W/m2K

Ug = 1.1 W/m2K

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PROGETTAZIONE EFFICIENTE

a n50 = 0.36 1/h. Si attende ora l’ultimo step con il risultato finale del Blower Door test “metodo A” che verrà effettuato al completamento dei lavori.

L’IMPIANTO Ottimizzare l’involucro termico per ridurre alla base i fabbisogni energetici è ciò che rende l’approccio progettuale Passivhaus conveniente dal punto di vista economico. L’impianto viene ridotto al minimo, la maggior parte di fabbisogno termico richiesto dall’edificio viene fornito dall’impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore passivo ad alta efficienza. Nel progetto in questione è stato scelto un impianto autonomo: ciascun appartamento è stato dotato di impianto di ventilazione e generatore di calore per semplificare lo schema distributivo riducendo sia i costi di installazione che quelli di gestione (minori dispersioni di calore per distribuzione). La soluzione impiantistica adottata è un aggregato compatto, ovvero un sistema che integra ventilazione meccanica controllata con pompa di calore e che è in grado di recuperare il calore dall’aria espulsa (dopo lo scambiatore passivo) e riutilizzarlo per la produzione di acqua calda sanitaria. In aggiunta a questo sistema è stato previsto uno split canalizzato a controsoffitto per ogni appartamento, che lavora parallelamente all’aggregato compatto per poter coprire i picchi di carico termico. L’integrazione dei due impianti viene gestita da un sistema di controllo che permette di far funzionare tutto autonomamente per garantire il mantenimento delle condizioni interne di comfort. Tutti i dati di funzionamento vengono registrati su un server in cloud per permettere l’analisi dei dati di comfort e il monitoraggio delle prestazioni dell’impianto stesso.

CONCLUSIONI Questo progetto è stato una dimostrazione evidente del fatto che una progettazione approfondita diventa determinante per

il raggiungimento di obiettivi prestazionali importanti, passando attraverso una semplificazione delle fasi di cantiere e conseguentemente un maggior controllo sui costi. Per quanto riguarda la gestione del cantiere, la figura del consulente e supervisore al progetto Passivhaus ha avuto un ruolo determinante, non solo per la progettazione e la risoluzione di problematiche di cantiere, ma anche per una continua formazione ed informazione alle maestranze che in questo caso non avevano esperienza in materia. Costruire secondo lo standard Passivhaus vuol dire costruire secondo regole di buona pratica e la Passivhaus di Putignano è l’esempio di un imprenditore moderno e innovativo che ha visto nella certificazione dell’edificio un modo per differenziarsi dall’offerta attualmente presente sul mercato. L’idea è stata fin da subito quella di voltare pagina, offrire un prodotto di qualità, un comfort elevato ed un risparmio nella gestione dell’edificio. Tutto questo porta un valore aggiunto non solo agli utenti che vivranno in questi appartamenti, ma anche a tutti gli attori che hanno reso possibile la realizzazione di questo edificio. Quello in cui si spera è soprattutto un valore aggiunto a livello sociale nell’ottica di stimolare buone pratiche in edilizia.

REFERENZE [1] Nesi F., Iannone I., Tselifis M., Economic convenience of Passivhaus standard in energy retrofits in Mediterranean climate, Procs 16th International Conference on Sustainable Energy Technologies SET 2017, Bologna, 2017. [2] Francesco Nesi, PASSIVHAUS, Maggioli Editore, 1a Edizione, Sant’Arcangelo di Romagna (RN), 2017. [Passipedia17b] Airtightness measurements in Passive Houses, https://passipedia.org/planning/airtight_construction/airtightness_ measurements_in_passive_houses (revisione: 2017/05/30 10:26).

ZEPHIR PASSIVHAUS ITALIA L’istituto di fisica edile ZEPHIR Passivhaus Italia nasce nel novembre 2011 come naturale prosieguo di un’attività pluridecennale in ambito di costruzioni ad altissima efficienza energetica e comfort abitativo. Fondato da un’idea del suo direttore, Dr. Phys. Francesco Nesi, negli anni ZEPHIR Passivhaus Italia si è accreditato a livello nazionale come unico referente ufficiale per Passivhaus e a livello internazionale seguendo progetti nZEB/Passivhaus sotto il profilo di consulenza energetica, impiantistica e fisico-edile, analisi finanziarie di cost-optimality per interventi di nuova costruzione/ retrofit etc. Completano l’offerta di ZEPHIR Passivhaus Italia servizi di: formazione specialistica su Passivhaus per progettisti ed imprese di costruzione/artigiani, supervisione e certificazione Passivhaus di edifici nuovi o ristrutturazioni, sviluppo di prodotto e certificazione di componenti Passivhaus (finestre, porte, sistemi costruttivi etc.), traduzioni tecniche, consulenza per imprese di costruzioni, partecipazione a progetti di ricerca privati o a finanziamento pubblico (provinciali/regionali/europei/internazionali). ZEPHIR Passivhaus Italia rivende il PHPP 9, il software di progettazione Passivhaus, in esclusiva per l’Italia ed il manuale tecnico-divulgativo “PASSIVHAUS” edito da Maggioli Editore e a firma di Francesco Nesi (info su: http://shop.passivhausitalia.com). Da più di 5 anni ZEPHIR Passivhaus Italia organizza la conferenza nazionale Passivhaus, seguita costantemente da un cospicuo numero di partecipanti.

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INTERVISTA: ANFUS

“Le buone pratiche” di fumisti e spazzacamini I “consigli” di Gianfranco Borsatti, Presidente Anfus, per usare camino o stufa in efficienza e sicurezza a cura di SILVIA MARTELLOSIO

A

ffinché funzioni in modo corretto ed efficiente, un impianto fumario a biomassa deve rispondere a numerosi requisiti. Ogni componente della filiera ha un’importanza fondamentale per raggiungere il risultato: la legna deve essere stagionata, l’apparecchio deve essere performante, il camino deve essere dimensionato correttamente, la gestione deve essere oculata e la manutenzione deve ripristinare le condizioni di progetto. Tutte queste componenti devono essere conosciute da chi installa l’impianto e da chi lo gestisce. Anfus (Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini) le chiama “LE BUONE PRATICHE” e la missione dell’associazione è portare questa cultura energetica ai cittadini tramite gli operatori che ogni giorno entrano nelle loro case. Abbiamo intervistato il neopresidente, Gianfranco Borsatti, per saperne di più.

C&C: Come deve essere progettata una canna fumaria affinché sia sicura? G.B.: Il camino è il motore del sistema. La quantità d’aria che entra a far parte della combustione è determinata dal tiraggio. Il tiraggio dipende dall’altezza del camino, dalla sua sezione, dal suo isolamento, dalle perdite localizzate, dall’apparecchio e dalla presa d’aria. Un tiraggio troppo alto porta molto calore nel camino riducendo il rendimento; un tiraggio troppo basso invece determina una combustione non completa con molta produzione di ossido di carbonio e molti incombusti. Perciò è molto importante avere in camera di combustione la giusta quantità di aria per avere il miglior rendimento e la minore emissione di prodotti inquinanti. Oltre a questo tema fondamentale, il camino deve essere progettato in modo da garantire che le temperature al materiale combustibile non superino 85°C alla temperatura di designazione. E ancora, il camino deve essere progettato in modo che se si dovesse incendiare la fuliggine, non si devono superare 100°C al materiale combustibile. Da queste poche righe si comprende la professionalità che viene richiesta agli installatori.

Qual è la normativa di riferimento per l’installazione di un camino? La norma che permette di dimensionare il camino singolo è la UNI EN 13384 parte prima. Questa tiene conto di tutte le variabili che 68

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GIANFRANCO BORSATTI, Presidente Anfus

ho elencato precedentemente per determinare la sezione del condotto. La norma UNI EN 1443 distingue il camino sistema dal camino composito; nel primo caso le sue caratteristiche vengono definite dal produttore e certificate da un istituto, mentre nel caso del camino composito si deve seguire la norma UNI EN 15287 per definire la designazione che sarà a cura e responsabilità dell’installatore.

Nel mese di febbraio a Brescia ha debuttato il primo diploma professionale in Italia per spazzacamini contemporanei da voi promosso. Qual è stato il bilancio finale? Questo progetto parte dal fatto che il mercato chiede agli operatori competenze di più alto livello. Si è passati dalla semplice installazione di un apparecchio, all’integrazione dell’impianto esistente e a impianti integrati. Il mondo chiede fortemente la diminuzione delle emissioni. Questo obiettivo è importante non solo per il risparmio economico, ma per dare un futuro al nostro pianeta. L’educazione energetica è la frontiera culturale da esplorare e noi possiamo dare il nostro contributo. È evidente che il primo tema per ridurre le emissioni è quello di diminuire il fabbisogno energetico, pertanto l’involucro è il punto di partenza. Seguono l’impianto, la gestione e la manutenzione. Il tutto si riassume nel concetto delle “BUONE PRATICHE”, cioè dell’educazione energetica. Gli operatori, operando sul territorio, hanno la possibilità di portare questo messaggio ai cittadini che vedranno questo tema come un’op-


portunità di risparmio e di miglioramento della qualità della vita. Per l’operatore sarà invece un’occasione per distinguersi professionalmente. Ecco il motivo principale per cui un operatore dovrebbe seguire questo corso. Le altre ragioni sono le problematiche relative alla sicurezza e, non ultima, la condivisione con i colleghi delle proprie esperienze. Gli operatori del nostro settore vengono da esperienze molto diverse. Imprese edili e imprese di pulizia sono le più frequenti, ma anche altre meno attinenti. Il nostro lavoro dal 2008 è entrato a pieno titolo nell’impiantistica. È però mancata una formazione adeguata rispetto al carico di responsabilità che sia l’installatore che il manutentore si trovano a portare. I più attenti hanno fatto corsi di aggiornamento, cercando di colmare i vuoti, ma oggi chi si rende conto della necessità di avere una visione generale può farlo frequentando questo corso di tre anni. Le competenze, frutto della somma di studio e di abilità maturata con l’esperienza, produrranno un professionista di alto livello capace di rispondere alle esigenze del mercato. Il corso è strutturato in moduli di 4 ore distribuiti in tre giornate al mese per un periodo di tre anni nel periodo primavera-estate. Questo tipo di proposta è rivolta agli operatori che possono in questo modo raggiungere il risultato del titolo di studio senza fermare la propria attività. Il corso è rivolto sia all’installatore che al manutentore. I contenuti sono frutto dell’esperienza di oltre 20 anni di lavoro nella formazione del settore, coniugata con le indicazioni della norma elaborata dal CTI - UNI/TS 11657/2016 - che titola: “Figure professionali che eseguono l’installazione, la manutenzione degli apparecchi e degli impianti termici e dei loro componenti, alimentati a biocombustibile solido, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione”.

Per fare bilanci è ancora presto, ma chi partecipa a questo percorso è entusiasta e vorrebbe avere più tempo da dedicare alla crescita professionale.

Avete qualche altro evento in programma entro la fine del 2018? Stiamo seguendo diversi progetti e molti altri stanno nascendo, soprattutto sul territorio. ■■ Progetto CA.MI.NO. Abbiamo firmato una convenzione con la Provincia di Trento per ristrutturare gli impianti fumari a biomassa del Comune di Novaledo. L’obiettivo è confrontare le emissioni prima e dopo gli interventi di risanamento. ■■ Progetto MetroPizza firmato con la Città Metropolitana di Milano, ENEA e alcuni Comuni dell’hinterland milanese con lo scopo di portare anche in questo campo le BUONE PRATICHE. ■■ Incontro in Val Vigezzo. Saremo presenti a settembre in Val Vigezzo dove ogni anno si incontrano spazzacamini provenienti da tutto il mondo. ■■ Formazione sul territorio. Quest’anno svilupperemo la scuola su tutto il territorio nazionale nelle sedi periferiche per rispondere alle esigenze territoriali che in quest’Italia stretta e lunga sono molto diverse da regione a regione. ■■ CTI. Saremo presenti, come sempre, al tavolo del CTI per partecipare alla formazione delle norme che ci riguardano. ■■ Web. Tramite il sito faremo informazione ai cittadini e li metteremo in contatto con gli associati. ■■ Accordo con Diavolina. Entreremo nelle case dei cittadini grazie ad un accordo con Diavolina. All’interno di ogni prodotto ci sarà una informativa sulle BUONE PRATICHE per diminuire le emissioni in atmosfera, risparmiare e scaldarsi in sicurezza.

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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP Associazione dei Fabbricanti e Distributori Italiani di Macchine, Prodotti e Attrezzi per la Pulizia Professionale e l’Igiene degli ambienti Presidente: Virna Re Vice Presidente e AD: Bruno Ferrarese AD Afidamp Servizi: Toni D’Andrea Segretario: Stefania Verrienti AICAP Associazione Aziende italiane Cartelli ed Arredi Pubblicitari Presidente: Paolo Buono Vice Presidente: Giuseppe Strippoli Segretario Nazionale: Paolo Moleri Direttore Generale: Angela Pirrone AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Vice Presidente: Michele Brambati Direttore: Tommaso Spagnolo AIPE Associazione di Imprese di Pubblicità Esterna Presidente: Daniela Aga Rossi Direttore Generale: Ettore Corsale AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidente: Toni Principi AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Davide Castagnoli Vice Presidente: Elena Orlandi Direttore: Paolo Bertaggia ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Direttore Tecnico: Piero Mariotto

ANFUS ­ Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Gianfranco Borsatti ­Vice Presidente: Massimo Pistolesi ­Segretario generale: Sandro Bani ANIDA Associazione Nazionale Impresa Difesa Ambiente Presidente: Adele Piera Marelli Vice Presidente: Cesarina Ferruzzi Vice Presidente: Massimo Lamperti ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Angelo Gino Past President: Sergio Pontalto ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio

ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Monica Girardi, Luca Mandolesi ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Potito Genova Consigliere: Stefano Gensini ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Vice Presidente: Franco Faggi Direttore: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Carlo Miana Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Pasquale Gervasini Segretario Generale: Federico Ospitali CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti


FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi

SISMIC Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai Sismici per il Cemento Armato Presidente: Donatella Guzzoni Direttore: Roberto Treccani

AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti

UNICMI (Acai+Uncsaal) Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Riccardo Casini Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari

UNIONE ENERGIA ALTO ADIGE – SEV Federazione dell’Energia Raiffeisen e Consorzio Biomassa Alto Adige Presidente: Fuchs Hanspeter Direttore: Rudi Rienzner

ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo

ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani ANAS Spa - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Gianni Vittorio Armani Direttore Relazioni Istituzionali: Emanuela Poli

FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

Caseitaly Srl Presidente: Laura Michelini GRID PARITY 2 SRL Presidente: Giovanni Simoni Vice Presidenti: Vito Umberto Vavalli, Luciano Brandoni Direttore: Vito Umberto Vavalli

FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

IN&OUT Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

LAPI - Laboratorio Prevenzione Incendi Spa Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini M3S Spa Presidente: Ulderico Granata

PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli

PONTINA STAMPI SRL Presidente: Catiuscia Boscato CEO: Gianpiero Di Girolamo

RSF Restauratori Senza Frontiere Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

SICI SRL Presidente: Pasquale Villari

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Sergio Fabio Brivio Consigliere incaricato Efficienza Energetica

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Gabriella Gherardi Consigliere Incaricato Organizzazione e Filiere

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

comunic a zione @finc ow e b . o r g – f i n c o @ f i n c o w e b . o r g – w w w.f in c o web .o rg


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N. 66 · Anno XII · marzo-aprile 2017

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

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ETICHETTATURA D’INSIEME UN’OPPORTUNITÀ ANCORA POCO SFRUTTATA KLIMAHOUSE 2017 – VIDEO SOLUZIONI E MATERIALI CERTIFICATI FANNO LA DIFFERENZA SPECIALE SERRAMENTI C’ERA UNA VOLTA LA SEMPLICE FINESTRA

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N. 65 · Anno XII · gennaio-febbraio 2017

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MATERIALI RITORNO AL LEGNO APPROCCIO ERGONOMICO QUANDO IL FATTORE UMANO PUÒ MIGLIORARE LA SOSTENIBILITÀ DELL’EDIFICIO

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Fascicolo Mese Speciale Fiera

Argomenti

INCHIESTA: POMPE DI CALORE

BUONE PRATICHE PORTE GIREVOLI PER RIDURRE I CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIFICI CASE STUDY VALUTAZIONI LCA E CERTIFICAZIONI EPD DI PRODOTTO STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE 1º PANEL FINCO

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Gli edifici a “energia quasi zero” non piacciono agli italiani

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N. 67 · Anno XII · maggio-giugno 2017

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

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Oltre il nuovo

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Progettare l’isolamento Retrofit in edifici tutelati

73 74 Maggio-Giugno 2018 Settembre 2018

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N. 68 · Anno XII · SETTEMBRE 2017

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

QUANDO SALUTE E BENESSERE POSSONO ESSERE CERTIFICATE

TENDENZE ITALIANI INSODDISFATTI DELLA PROPRIA ABITAZIONE INTERSOLAR AWARD 2017 PREMIATO IL FOTOVOLTAICO INTELLIGENTE E SOSTENIBILE SMART BUILDING VERSO UNA DEFINIZIONE CONDIVISA INQUINAMENTO DELL’ARIA IL RUOLO DEL VERDE URBANO MEMBRANE L’IMPORTANZA DI ESSERE ERMETICI

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