Puntoventiquattro giugno 2014

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anno 2 - numero 5 - giugno 2014

stampato in 100.000 copie, distribuito in Bergamo e provincia

America, la nuova sfida di Alberto Bombassei Corpore Sano Smart Clinic “La nuova frontiera dello star bene”

Paolo Rotelli racconta la sua idea di sanità

Speciale Mondiali

Calendario, gironi ufficiali, date e orari Brasile 2014, parola ad Alessandro Ruggeri

Intervista esclusiva al patron della Brembo I prossimi obbiettivi? “Non nascondiamo che gli Usa possano presto diventare il nostro primo mercato estero”



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anno 2 - numero 5 - giugno 2014

Direttore Editoriale Giorgio CHIESA g.chiesa@puntoventiquattro.com Direttore Responsabile Stefano ZUCCHINALI s.zucchinali@puntoventiquattro.com Progetto Grafico e impaginazione Ivana CAPPELLO redazione@puntoventiquattro.com Progetto Web e social Roberto PANIGHI r.panighi@puntoventiquattro.com Amministrazione Vera ZUCCHINALI amministrazione@puntoventiquattro.com Il nostro Team Alberto Taiocchi, Luca Rota Nodari, Alessio Brembilla, Francesca Bellavita, Stefano Agliati, Angelo Caruso, Teo Roncalli, Catia Tramacere, Federica Sala, Michela Usubelli Per segnalazioni, informazioni o per invio di CV redazione@puntoventiquattro.com Stampa: TIBER S.P.A. - Brescia Edito da: APS investments srl unipersonale piazza Libertà 4 24040 Canonica d’Adda (BG) tel. +39 02 / 909471 fax +39 02 / 90947222 www.puntoventiquattro.com info@puntoventiquattro.com p.iva 03893310163 c.f. e N.Reg Imprese di Milano 03893310163 - REA MI 2008600 Registrazione: Tribunale di Bergamo reg. nr 16/13 del 21/06/2013

Siamo “sicuri” di essere europei? di Enzo Fabio Lauricella, consulente tecnico commerciale e formatore – RSPP e direttore Rol Academy Dopo decenni, oggi, finalmente, un pavimento con una piastrella mancante non è più giudicato come una forma di trascuratezza. Viene invece associato ad una specifica forma di pericolo. Per uno come me questa è una splendida vittoria. Il miglioramento della qualità della vita ci ha portato ad una crescente attenzione nei confronti della sicurezza che, grazie al recepimento di direttive europee, si cerca d’implementare nella sua più ampia definizione. Non limitatamente a luoghi o specifiche attività. Gli elementari concetti di sicurezza, che solo un decennio fa rientravano fra le conoscenze specifiche degli esperti di settore, ci accompagnano adesso nella vita quotidiana. Fortunatamente è aumentata la sensibilità nei confronti delle misure di tutela dell’integrità fisica: spesso, nel luogo di lavoro abituale, ci troviamo – anche inconsciamente - a verificare la corretta applicazione delle misure di prevenzione infortuni. Il personale operante in qualunque azienda italiana ha mediamente sostenuto diversi incontri dedicati alla informazione o formazione sulla sicurezza. L’estintore, altro oggetto misterioso (fino a qualche anno fa), rappresenta ora un mezzo di protezione contro l’incendio soggetto a cadenzate verifiche e non più un generico contenitore di sostanze sconosciute. Infine, oltre ai corsi obbligatori per legge anche gran parte delle facoltà tecniche delle università hanno da tempo inserito studi e seminari dedicati alla materia. Se vogliamo essere davvero europei, quindi, partiamo dalla nostra sicurezza.


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EDITORIALI

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Un bancario per amico

M5S, una battuta d’arresto che potrebbe fare bene di Alessio Brambilla

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Ciak si gira

Tutte contro lui, di Nick Cassavetes Toys for Girls

“Au Jour Le Jour”, arriva la nuova generazione di Francesca Bellavita

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L’INCHIESTA IMPRESA

Intervista esclusiva al patron della Brembo. I prossimi obbiettivi? “Non nascondiamo che gli Usa possano presto diventare il nostro primo mercato estero”

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Svincolo di Dalmine, la giostra continua

Dal 2003 al 2014: più di dieci anni e un nulla di fatto. Ecco la storia della “presunta” modifica del casello di Dalmine

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GREEN ECONOMY

America, la nuova sfida di Alberto Bombassei

EVENTI

di Catia Tramacere

“Capitali coraggiosi”

L’area ex Enel di Porto Marghera alla Citi di Dalmine, Transped e Simic

Un consorzio di imprese ha acquistato, a Venezia, un sito industriale di 110 mila metri quadri

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INCHIESTE & EDITORIALI

“In cà sò, la aca la fa stà ol bò”

Corpore Sano Smart Clinic “La nuova frontiera dello star bene” Paolo Rotelli, giovane vicepresidente del Gruppo Ospedaliero San Donato, racconta la sua idea di sanità

puntoventiquattro.com

CONTENUTI SITO WEB Puoi leggere gli approfondimenti

Un litro di latte della società agricola Fontana dei fratelli Macetti costa solo 80 centesimi

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Immobili qualificati

MqC: la nuova unità di misura immobiliare che muove il mercato

La realtà di Ciserano mette a punto uno strumento innovativo, che garantisce un metro di valutazione oggettivo per tutti gli immobili INNOVAZIONE

18

A Palosco latte crudo alla spina: buono, genuino e costa pochissimo

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Speciale #FifaWorldCup

Calendario Mondiali: gironi ufficiali, date ed orari Brasile 2014, parola ad Alessandro Ruggeri

Il mondiale visto dall’ex presidente dell’Atalanta che pronostica un favorito inaspettato: “Il Belgio può arrivare lontano”

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LIKE OR NOT? Una carta d’identità per il salame. Elettronica. Con quest’idea Silvano Sonzogni, 22 anni, di Zogno ha vinto l’oscar green, un premio promosso dalla coldiretti. Sfruttando le potenzialità Qr Code ha creato la carta d’identità elettronica per il salame. I consumatori sono in grado di conoscere, usando un semplice smartphone, quando è stato preparato il salame, da quale maiale ha origine e con cosa l’animale è stato nutrito

(le nostre notizie in breve)

Concorso “Designining the Future”, primo premio: 5.600 euro. Un concorso internazionale di progettazione per laureati, architetti, ingegneri e designe r ideato dalla Marlegno di Bolgare, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Bergamo, per la progettazione di abitazio ni prefabbricate monofamiliar i con struttura portante in legn o. Partecipazione gratuita entro il 31 agosto 2014 e tre premi in denaro, ai migliori progetti, da 1400 euro, 2800 euro e 560 0 euro. www.marlegno.it.

#Savelaquilarugby: una campagna per salvare L’Aquila Rugby. Dai giocatori e dai supporter de L’Aquila è stata creata, su Facebook, la comunità #savelaquilarugby per salvare la squadra di rugby che rischia di scomparire. Il motivo? Richiamare l’attenzione di tutti sul delicato momento economico che sta vivendo la società sportiva abruzzese. Nella pagina facebook si legge “Direzione finale, senza stipendi da Dicembre. Supportateci e parlate di noi. Selfati e usa l’hashtag #savelaquilarugby” perché gli atleti è da dicembre che non ricevono i soldi. Nel campionato appena terminato, vincendo la finale play off di serie A, l’Aquila Rugby ha conquistato il titolo di categoria e la promozione nel campionato d’Eccellenza di fronte ad una delegazione dei sostenitori della Curva Nord di Bergamo (Palosco). Alla società sportiva abruzzese si lega anche il dramma di una terra colpita dal terremoto. Dalla tragedia è nato un legame speciale con i tifosi dell’Atalanta che, con una lotteria, hanno raccolto 15 mila euro destinati alla popolazione dell’Abruzzo. Come segno di riconoscimento, da quel momento, la squadra neroverde indossa nella propria maglia i colori dell’Atalanta.

A Valbrembo, con il “pick your own” le ciliegie si raccolgono direttamente dagli alberi. Fare la spesa nel frutteto raccogliendo personalmente le ciliegie, risparmiare e acquistare un prodotto gustoso. Matteo Locatelli, giovane frutticoltore di S. Omobono, 25 anni e un’azienda frutticola, eredità di famiglia, per tutti i week end di giugno aprirà a tutti il suo frutteto di Valbrembo (zona Madonna del Bosco) per la raccolta diretta chiamata pick your own, letteralmente “scegliere il proprio”, nel caso specifico “scegliere il proprio frutto”.

Un toro “bergamasco” sul cofano motore, ma non si tratta di una Red Bull. Il cofano di un’auto, ferma in strada per lasciar attraversare una mandria di bovini e ovin i, sfondato da un toro di 3 quin tali. E la disavventura capitata ad una pensionata di 59 anni a Corn ale e Bastida, in provincia di Pavi a, che non ha riportato ferite, diversamente dalla vettura dan neggiata. A rifondere i danni ci pen ser ann o i proprietari della mandria: due pastori della provincia di Bergamo.



In copertina

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America, la nuova sfida di Alberto Bombassei Il patron di Brembo si racconta in un’intervista esclusiva I prossimi obbiettivi? “Non nascondiamo che gli Usa possano presto diventare il nostro primo mercato estero�

Alberto Bombassei, patron della Brembo

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C

riticato, ma anche stimato, amato. Con Alberto Bombassei si possono versare fiumi d’inchiostro senza quasi mai correre il rischio di essere noiosi. Vuoi per il suo carisma, o per la sua esposizione (almeno in bergamasca), il patron della Brembo S.p.a. è un uomo che dell’innovazione e dell’internazionalizzazione ha fatto il suo marchio di fabbrica, un imprenditore che prima di altri ha capito che il futuro – inteso questa volte nel suo senso più aulico - era l’unica carta su cui investire in modo prepotente. “L’internazionalizzazione è uno degli elementi che ci ha consentito di prosperare e, non lo nascondo, di reggere all’urto della crisi. È un processo lungo, iniziato negli anni ‘90 ancor prima del nostro ingresso in Borsa. Oggi, con 22 stabilimenti in tre continenti possiamo dire di aver centrato l’obiettivo. Ne è prova il fatto che nel 2012 abbiamo aperto una fabbrica in Cina e, lo scorso mese, abbiamo inaugurato il nuovo stabilimento per la costruzione di sistemi frenanti a Homer, in Michigan. Stiamo guardando con grande interesse alla ripresa della piazza Nord americana, piazza che oggi è la diretta concorrente del nostro leader di mercato fuori dall’Italia: la Germania. Non nascondiamo che gli Usa possano presto diventare il nostro primo mercato estero”. Ci potrebbe dare una sua definizione della parola “innovazione”? “Spesso siamo tentati di confinare la parola “innovazione” a un campo ben preciso: le nuove tecnologie e la R&S. In realtà si tratta di un fenomeno complesso che si struttura su più livelli. Certo, da un lato la ricerca è una componente imprescindibile del processo innovativo, ma a questa si sommano altri fattori, quali la rete degli stakeholder e altri protagonisti in grado di portare il progetto a compimento. Si tratta di manager e soggetti che hanno in mano le chiavi organizzative e, cosa che spesso il nostro Paese è portato a trascurare, sono in grado di misurare le componenti finanziarie del progetto stesso”. Cosa vuol dire quindi fare innovazione per un’industria come Brembo? “Per quanto sia complesso il meccanismo alla base del “fare innovazione” la risposta a questa domanda è una sola: destinare parte degli investimenti a quelli 12

che vengono definiti come “intangible asset”. Lo dimostra anche la nostra storia: oggi Brembo ha più di 7 mila dipendenti nel mondo, di questi, il 10% sono ingegneri che lavorano, ogni giorno, all’innovazione dell’azienda. Le recenti “rivoluzioni” tecnologiche ci hanno spinti a pensare come innovative soprattutto le aziende hi tech, come Google o Apple, ma gli economisti hanno coniato un nuovo termine per definire chi trasforma materie prime in prodotti finiti: medium tech o, come mi è più facile definirlo, nel manifatturiero. Ecco, Brembo è un’azienda manifatturiera che investe continuamente nell’innovazione”.

DATI PRINCIPALI

Ricavi in miliardi di euro

2013

2012

2011

1,56

1,38

1,25

133,07

140,6

165,3

7241

6937

6735

Investimenti in milioni di euro

Dipendenti


“Fare innovazione vuol dire destinare parte degli investimenti a quelli che vengono definiti come intangible asset”

I mercati europei vi stanno dando ragione. Cosa vi ha consentito di crescere negli ultimi cinque anni? “Il 2013 è stato per noi l’anno record con ricavi che hanno superato quota 1.566 milioni: una crescita del 12,8% rispetto all’anno precedente. Ma ci tengo a precisare che, dopo la contrazione del 25% del fatturato nel 2009, la spinta maggiore è stata data dalla risposta dell’azienda: 600 milioni di investimenti. La nostra strategia ci ha permesso, dunque, di mantenere la stabilità nonostante l’impasse obbligatoria determinata dalla crisi che ha investito tutte le economie mondiali, e con particolare forza il settore auto. È dal 2010 che vediamo crescite a doppia cifra, sia sul piano dei ricavi sia su quello del margine operativo lordo, che l’anno scorso è salito del 23,5 per cento. Senza dimenticare il balzo di 89 milioni dell’utile netto, salito del 14,4 per cento. E il 2014 è iniziato con una crescita ancora più forte con un fatturato che ha sfondato il 20% sul trimestre precedente”. Per quale motivo vuole “cambiare la percezione dell’industria e degli imprenditori”? E in che modo intende farlo? “Nel nostro Paese è molto diffusa una sorta di “cultura anti-imprenditoriale”. L’imprenditore è vittima di un’immagine in parte falsata da logiche mediatiche (di per sé legittime) che tendono a raccontare storie di eroi, ossia quelli che sacrificano i propri risparmi e tutte le proprie energie per il bene dell’azienda, e imprenditori-carnefici, che lucrano sul lavoro dei dipendenti e, magari, sono pure evasori. Invece il tessuto italiano è fatto di tanti imprenditori che sono una risorsa fondamentale per lo sviluppo del Paese, che creano occupazione e innovazione. Questa è una conclusione a cui sono arrivati di recente anche i nostri vicini di casa. Nei mesi scorsi, infatti, sono stato in Spagna, a un convegno sul rilancio dell’industria europea e ho verificato come tutto il Paese sia fermamente convinto dell’importanza di chi fa impresa come chiave del possibile rilancio. Secondo me dovremmo prendere spunto dalla loro visione. Nel mio piccolo non posso che continuare a portare avanti la testimonianza di un’azienda che lavora per il bene del Paese e contribuisce a portare sviluppo e ricchezza. Ed è anche l’obiettivo con cui porto avanti la mia azione parlamentare”. Cosa dovrebbe fare l’Italia (sul piano industriale) per tornare a correre? “Mi ricollego, a questo proposito, a un dato diffuso qualche mese fa. Lo scorso marzo, infatti, la Commissione europea ha pubblicato il rapporto annuale

dedicato alla capacità di innovare dei paesi membri e L’Italia si è collocata tra gli innovatori moderati insieme a Grecia e Ungheria, è dunque l’unico Paese del G7 ad avere risultati inferiori alla media. Questi sono i dati ufficiali però c’è da tener conto che l’innovazione, proprio a causa della struttura stessa del nostro tessuto industriale (per il 90% composto da Pmi), è di difficile misurazione quindi, a mio parere, il risultato può essere differente, ovviamente in eccesso. Certo è, d’altra parte, che l’Italia dovrebbe puntare maggiormente sulla sua eccellenza. Non dimentichiamo, infatti, che siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa e il “medium tech” ha un pregio: consente di mantenere l’innovazione, la ricerca e l’alto contenuto tecnologico strettamente connesso con il territorio in cui si radica l’azienda, e favorisce, di conseguenza, un’equa redistribuzione della ricchezza. Come dimostrano i dati in possesso dell’Unione europea, ogni posto di lavoro nell’industria contribuisce alla creazione di altrettanti in altri ambiti dell’economia. Sono questi i cardini su cui dovremmo costruire la nostra ripresa”.

Come cambierà il quadro europeo dopo le elezioni? “Dalle elezioni è emerso un quadro politico che ha manifestato un’evidente sofferenza di larghe fasce della popolazione rispetto ai vincoli imposti da un’Europa ancora non pienamente definita come soggetto politico. Questo ha fatto emergere, molto più all’estero che in Italia, un evidente voto di dissenso nei confronti delle istituzioni comunitarie. Nel nostro Paese invece, come in qualche modo in Germania, una parte di queste sofferenze è stata interpretata dai partiti di governo. Mi sembra un buon punto di partenza per consolidare, almeno in Italia, quello spirito europeo che io sono convinto debba, nei tempi più brevi possibili, portare a un’unica Banca centrale e, in prospettiva, a una definitiva unione politica”. Cosa si sente di consigliare al nuovo sindaco di Bergamo? “Anche se a oggi (data dell’intervista, n.d.r.) non sappiamo ancora chi sarà in nuovo sindaco di Bergamo, si tratta di profili che, sono sicuro, saranno in grado di mantenere una forte attenzione alla vocazione industriale del territorio. Quella che ci aspettiamo è una Bergamo innovativa e aperta, sia al futuro che al mondo”. 13


Un bancario per amico

M5S, una battuta d’arresto che potrebbe fare bene Il problema è stato forse un eccesso di superbia Se alla vigilia della finale dei mondiali Prandelli dichiarasse “domani vinciamo facile”, io una toccatina me la darei

di Alessio Brembilla Gestore di relazioni bancarie

“G

rillo fondi un partito, e vediamo quanto prende”. Diceva all’incirca così Piero Fassino nel corso di un’intervista, in tempi non sospetti. In effetti Grillo il suo Partito l’ha fatto, e di voti continua a prenderne parecchi. Prima che il lettore volti pagina con ripugnanza, premetto doverosamente che non tratterò dei comizi del Beppe nazionale, ne dei riferimenti a Hitler e Berlinguer, ne tantomeno dei cappotti di Casaleggio. Indubbiamente la tornata elettorale appena conclusa ha rappresentato per il movimento guidato dal comico ligure uno spartiacque; anche M5S ora deve scegliere. Ma andiamo con ordine. Nel marzo 2013 in Italia, al culmine di una crisi finanziaria poi trasformatasi in economica e poi ancora ne “LA crisi” si svolgono le elezioni politiche. Imprenditori che si suicidano, aziende centenarie che chiudono, Istituti di credito in crisi di liquidità, mercati finanziari in affanno e rendimenti sui titoli del debito pubblico ai massimi storici ne sono le premesse. I partiti politici schierano i soliti noti, quelli che come cantava Rino Gaetano “nuntereggaepiù”, ai quali viene imputata la gran parte delle responsabilità. E poi c’è lui, con il movimento delle persone normali che vogliono entrare nelle stanze del potere come un flusso di aria nuova, fresca e soprattutto pulita. Il risultato è quasi scontato: M5S va oltre ogni previsione, non scende a compromessi con nessuno e il Paese è ingovernabile. Al Tg delle otto 14

vediamo questo esercito di facce nuove, giovani, pulite, con la voglia di lavorare tanto e bene. Si riaccende la speranza, forse i “grillini” daranno veramente il giro di vite che tutti aspettano. A distanza di poco più di un anno per il Movimento c’è la prova del nove, il risultato delle Europee dirà cosa pensa il Paese del loro operato. Il giorno dopo, il leader carismatico Beppe Grillo a modo suo ammette la sconfitta. Diceva Trapattoni: “non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”, quanta saggezza. L’hashtag #vinciamonoi ha portato una gran sfortuna al movimento. Certo che se alla vigilia della Finale dei mondiali Prandelli dichiarasse pubblicamente “domani vinciamo facile”, io una toccatina me la darei. Quello che sto cercando di dire è che gli italiani non sono più disposti a sopportare il peggiore dei vizi nei politici, la superbia. Non c’era scandalo o arresto eccellente notiziato su un qualsiasi quotidiano on-line che non diventasse preda del solito internauta anonimo il quale, trincerato dietro un nickname, commentava insultando i presunti colpevoli (come dargli torto) e chiudeva l’intervento con il consueto #vinciamonoi. Quasi sempre si accendeva in poco tempo una zuffa virtuale fatta di botta e risposta con gli altri commentatori. Io trovo che questa battuta d’arresto abbia fatto paradossalmente bene al M5S; erano troppo sicuri di se, troppo certi di avere la vittoria in tasca. La vita mi ha insegnato che di solito è proprio

in quel momento che si va a sbattere, quando ci si dimentica di rimanere low-profile o, in italiano, coi piedi per terra. Altro tallone d’Achille è a mio avviso l’eccesso di credito dato al web dove, più che gli elettori, si celano molto spesso i fanatici. Cantava il simpatico e brillante Caparezza: “...la rete non è Che Guevara, anche se si finge tale...”. Per contro, al movimento riconosco più di un merito. In primis, ha dato un’enorme accelerata al turnover politico che, in difetto, si sarebbe retto sulle stesse tre facce a tempo indeterminato. In seconda battuta, sono d’accordo con Grillo quando sostiene che i cinque stelle hanno catalizzato la rabbia sfociandola in un voto piuttosto che in disordine pubblico, che non è esattamente un incoraggiamento per chi ci guarda da fuori e dovrebbe investire i suoi soldi in Italia. Scrivevo all’inizio dell’editoriale che il movimento ora deve scegliere. I c.d. grillini sono diventati, volenti o nolenti, attori protagonisti della scena politica. Se vorranno restare tali non potranno reggersi in eterno sul carisma del leader e sul ruolo di condensatori degli incazzati d’Italia. La crisi passerà e con essa anche la rabbia. Saranno la nuova destra? Saranno la nuova sinistra? Saranno i nuovi verdi? Saranno un mix di tutto? Saranno una cosa nuova che prima non c’era? Decidano e ci facciano sapere; in difetto, i partiti politici si riorganizzeranno e si riprenderanno il loro bene più prezioso, gli elettori. Forza.


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L’inchiesta

Svincolo di Dalmine, la giostra continua Dal 2003 al 2014: più di dieci anni e un nulla di fatto Ecco la storia della “presunta” modifica del casello autostradale di Dalmine, un’opera più utile di altre che non si riesce a fare A cura di Domenico Aliperto

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l nuovo svincolo di Dalmine si farà. Lo diceva il progetto approvato dalla Conferenza di Servizi che nell’ottobre del 2003 diede il via libera all’ampliamento della A4 nella tratta Milano-Bergamo. Ed era anzi una delle opere di riqualificazione considerate essenziali dai nove comuni e dalla Provincia, una condicio sine qua non per procedere ai lavori: lo spostamento del casello a Sudest rispetto all’asse autostradale doveva infatti favorire l’intersezione tra l’A4 e la futura Tangenziale Sud di Bergamo. Nel 2006, a ridosso dell’inaugurazione della quarta corsia, la barriera era ancora lì, intonsa. Ma almeno Autostrade per l’Italia (Aspi) aveva consegnato agli enti interessati il piano preliminare per l’evoluzione dello svincolo, corredato, secondo l’Eco di Bergamo, da precise scadenze: entro luglio 2006 ci sarebbe stato il progetto definitivo, da approvare a dicembre. A giu-

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gno 2007 sarebbe stata la volta del progetto esecutivo, con l’aggiudicazione dei lavori nel giro di sei mesi. Il completamento? A marzo 2009 per un costo di 16 milioni di euro. Chi legge sa bene che l’opera non è mai stata realizzata. E a farne le spese sono ogni giorno gli sventurati automobilisti che imboccano il rondò dell’ex SS 525, dove le entrate e le uscite autostradali si sommano al traffico locale. Il progetto va alla deriva fino a febbraio 2011, quando, apparentemente, naufraga: all’ennesima richiesta dell’allora sindaco di Dalmine Claudia Terzi, i vertici di Aspi rispondono che l’opera non è prioritaria, e che a causa della mancanza di risorse non verrà realizzata. Capitolo chiuso? Nemmeno per sogno. La politica nazionale cerca di mettere Aspi e il ministero delle Infrastrutture alle strette, e in parlamento le interpellanze bipartisan di Giorgio Jannone (Pdl) e di Giovanni Sanga (Pd) aprono nuovi spiragli. Ricomincia la giostra: dall’inizio del 2012 al marzo 2013, Aspi dichiara di aver incontrato più volte il Comune di Dalmine, la Provincia di Bergamo e la Regione Lombardia per illustrare quattro proposte di adeguamento. “Nella primavera del 2013 si è giunti a una soluzione progettuale condivisa”, spiega a Puntoventiquattro un portavoce del gruppo, “attraverso la

cedentemente concordata richiedendo l’introduzione di alcune modifiche, per cui vengono effettuati ulteriori approfondimenti per adeguare il piano. L’ultimo capitolo risale al 12 dicembre 2013, quando viene presentata la soluzione plano-altimetrica definitiva agli enti che, a detta di Aspi, l’hanno valutata positivamente. “Gli enti locali e i progettisti di Aspi e Spea (il braccio ingegneristico di Aspi, ndr) hanno concordato su un impianto planimetrico”, conferma Silvia Garbelli, responsabile dell’ufficio Grandi infrastrutture della Provincia. “Dopodiché è stato affidato un mandato alle società per sviluppare prima l’elaborato necessario a una verifica sull’impatto ambientale e poi il progetto definitivo, in base al quale sarà convocata la Conferenza di Servizi per i pareri formali. L’opera quindi non è morta”, assicura l’architetto. Però, a differenza del 2006, stavolta non sono state indicate né le tappe di avanzamento dei lavori né tanto meno le ipotesi di spesa. E, cosa ancor meno rassicurante, da quella riunione non si sono più avute notizie. “Non è stata fissata alcuna data per aggiornarci sul progetto, e a livello tecnico non ci siamo dati una scaletta”, ammette Garbelli. “Attendiamo che Aspi mantenga l’impegno”. Verrebbe da dire che visti i precedenti, le premesse

realizzazione di un cavalcavia bidirezionale di scavalco dell’A4, che si attesta sulla rotatoria della Tangenziale Sud di Bergamo, e l’adeguamento di un sottopasso esistente e di alcune delle rampe della Tangenziale, che permettono la ridistribuzione dei flussi di traffico del nodo autostradale”. L’iter riparte: in data 19 settembre 2013 la Provincia di Bergamo convoca una pre-Conferenza di Servizi per raccogliere i pareri dei soggetti interessati sul layout progettuale sviluppato. La Regione fa pervenire un parere alla soluzione pre-

non sono delle migliori. Ma non è questo il punto. Se nel 2011, quando Atlantia (la società cui fa capo Aspi) registrava 3,976 miliardi di fatturato (+6,8% rispetto al 2010) e 830 milioni di euro di utile (+21,5%), Aspi sosteneva di non avere le risorse, dove le troverà ora? Anche se il piano è stato molto ridimensionato, nel 2013 i ricavi di Atlantia hanno fatto segnare un +5,2%, ma gli utili sono calati del 23%, con un crollo degli investimenti nelle infrastrutture del 30%. Il nuovo svincolo di Dalmine si farà? 17


“Mens sana in corpore sano”

Corpore Sano Smart Clinic “La nuova frontiera dello star bene”

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Paolo Rotelli, giovanissimo vicepresidente del Gruppo Ospedaliero San Donato, racconta la sua idea di sanità e i motivi che lo hanno spinto ad aprire una struttura sanitaria all’interno del centro commerciale Le Due Torri


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icepresidente dell’Ospedale San Raffaele, Vicepresidente del Policlinico San Donato, degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, di Villa Erbosa, dell’Istituto Clinico Città di Brescia, dell’Istituto Clinico Sant’Anna, dell’Istituto Clinico San Rocco, dell’Istituto Clinico Villa Aprica, della Casa di Cura La Madonnina, degli Istituti Clinici Sant’Ambrogio e San Siro, dell’Istituto Ortopedico Galeazzi, degli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano e degli Istituti Clinici Zucchi. Stiamo parlando di Paolo Rotelli, cognome legato alla sanità privata lombarda e un impegno ereditato dal padre Giuseppe. La particolarità? E’ giovanissimo, ha solo 24 anni e sulle spalle il delicato compito di guidare il gruppo ospedaliero San Donato con 18 stabilimenti in Italia, di cui 17 in Lombardia, tre istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, 5.169 posti letto, 15.303 addetti di cui 4.092 medici specialisti. Perché un cittadino dovrebbe farsi curare in Italia e non andare in Svizzera e Germania? “Nell’ultima classifica dei sistemi sanitari compilata dall’Oms, l’Italia si è piazzata al secondo posto dietro la Francia. Un sistema sanitario nazionale come il nostro universalistico e finanziato dalla fiscalità generale invece che da un assicurazione pubblica riesce, rispetto a tutto il resto d’Europa, a garantire un livello di spesa contenuto e un ottimo livello delle prestazioni. Nonostante tutti i detrattori, il sistema solidaristico italiano si è dimostrato vincente. A differenza della Svizzera e della Germania, l’Italia offre una rete ospedaliera diversificata capace di assicurare, grazie alla competizione fra ospedali pubblici e ospedali privati all’interno del sistema sanitario nazionale stesso, i migliori risultati per l’utenza. Le prestazioni sanitarie italiane di qualità dipendono dalla continua pratica ospedaliera del medico, dell’infermiere o del professionista. Ed è proprio la costante pratica ospedaliera che permette ai medici che operano in Italia di affinare e migliorare la loro manualità”. Quali saranno i prossimi investimenti del gruppo San Donato? “Nei prossimi quattro anni investiremo 200 milioni di euro per rinnovare e ristrutturare tutti gli ospedali del gruppo”. Cosa significa avere 24 anni e guidare il primo gruppo ospedaliero italiano. Come vive questa responsabilità? “Conta la forza, la volontà e la passione. L’essere giovani non è solo una questione di età ma, soprattutto, di mentalità. La filosofia del gruppo San Donato è da sempre improntata sulla formazione di giovani destinati a posizioni di responsabilità. Due esempi: Francesco Galli, amministratore delegato degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, ha 44 anni. Mentre Nicola Bedin, amministratore delegato del San Raffaele, ha 37 anni”. Largo ai giovani, verrebbe da dire. “Il continuo e crescente processo di ampliamento delle competenze e delle professionalità legate al settore sanitario permette di promuovere la formazione di nuove figure tecnico-professionali e, quindi, l’inserimento di giovani. Le logiche della gestione sanitaria sono particolari perché, da un lato, rispecchiano gli stessi elementi comuni a qualsiasi azienda ma, dall’altra, presentano peculiarità riferibili alla specificità del settore, che non si insegnano in università ma si imparano solamente lavorando in ospe-

dale. Ai nostri futuri amministratori delegati chiediamo, oltre alla laurea, l’esperienza di almeno due anni in banca per diventare, dopo qualche anno di formazione interna, direttori ospedalieri”. Quanto conta l’innovazione in termini di idee? “Ho studiato filosofia e poi management interculturale in una prestigiosa scuola di amministrazione francese – Sciences Po Aix -, dove la gestione amministrativa si lega alla sociologia. La mia formazione umanistica e la conoscenza della mia generazione mi ha convinto della crescente importanza della scienza, della tecnologia, dell’innovazione e della comunicazione. All’interno del gruppo c’è una normale e salutare dialettica, così il processo decisionale risulta più snello e dinamico. Ma al di là delle strategie condivise con gli altri decisori -Gabriele Pellissero, Nicola Bedin e per Bergamo Francesco Galli - fondamentale rimane comunicare la qualità delle cure e dei servizi, partendo da un aspetto fondamentale: i colori della struttura”. Che legame esiste tra i colori degli istituti che compongono il gruppo San Donato, in particolare Corpore Sano Smart Clinic, presente all’interno de Le Due Torri di Stezzano, ed i servizi erogati? “Come per Corpore Sano Smart Clinic, tutti gli ospedali del gruppo rispettano elevatissimi standard di qualità e la scelta dei colori che contraddistinguono le zone e i reparti delle strutture sanitarie - arancione, giallo, azzurro e verde pastello –è basato sui principi della cromoterapia. Il logo GSD (gruppo San Donato) su un ospedale, su un ambulatorio o su una smart clinic indica che in tutte le strutture il personale sanitario, i servizi e l’accoglienza rispetta chiari e precisi standard di qualità”. Come è nata l’idea di aprire una struttura sanitaria all’interno di un centro commerciale? “La sfida è rendere la sanità sempre più vicina e accessibile ai cittadini con strutture mediche e diagnostiche che, oltre all’attività ambulatoriale, offrano diagnostica ad alta tecnologia. Le persone possono effettuare una visita senza perdere una sola ora di lavoro perché i giorni e gli orari di apertura coincidono con quelli del centro commerciale. Oltre agli orari, Smart sono anche le tariffe e le modalità di accesso alle prestazioni. Alcuni servizi funzionano su prenotazione, ma per altre specialità c’è l’accesso diretto, in fasce d’orario definite. Lo scopo ultimo è quello di far stare meglio le persone”. 19


“Capitali coraggiosi”

L’area ex Enel di Porto Marghera alla Citi di Dalmine, Transped e Simic Con una cifra che supera i cinque milioni di euro un consorzio di tre imprese, tra cui una bergamasca, ha acquistato a Venezia un sito industriale di 110 mila metri quadri “Ti xè fòra?” La domanda in dialetto veneziano (che tradotta letteralmente significa: sei fuori?) andrebbe posta alla C.i.t.i. di Dalmine (nella foto sotto), alla Simic di Cuneo e alla Transped di Venezia che nonostante i tempi di crisi, lo scorso novembre, per una cifra che supera i cinque milioni di euro si sono aggiudicate un’area di circa 11 ettari (110 mila mq) occupata dall’Enel all’interno del polo produttivo di Porto Marghera, con una banchina che si affaccia direttamente sul Canale Industriale Ovest. Le tre aziende si sono alleate per acquistare e insediarsi nella ex centrale termoelettrica “G. Volpi”, chiamata così in onore al creatore della zona industriale veneziana e chiusa lo scorso anno. Il consorzio è formato dalla Simic, con sede a Camerana, azien-

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da specializzata nell’ultrafreddo e nel vuoto spinto che, grazie ai due capannoni attivi dal 2011 nel porto realizza pezzi che superano il peso di oltre mille tonnellate. La bergamasca C.i.t.i. che opera nel settore offshore, energetico, petrolchimico, chimico, meccanico, tessile, cantieristico, ceramico, cartario ed è già a presente a Marghera con un insediamento produttivo di 21 mila metri quadri, operativo dal 2012. E, infine, la Transped (posseduta dalla Porto di Carrara S.p.A.), realtà veneziana che dal 1987 offre servizi di logistica integrata ai maggiori gruppi industriali del comparto petrolchimico, industriale e dispone già di mille metri di ormeggio e trentamila mila mq di depositi utilizzati per lo stoccaggio e la movimentazione merci. Due mesi e mezzo il tempo

stimato per il rilascio all’Enel, da parte del Ministero dei Beni ambientali ed architettonici, dell’autorizzazione per la demolizione degli impianti attuali, condizione necessaria per la cessione dell’area alle tre aziende. Per quel che riguarda le prospettive industriali la Citi e la Simic intendono costruire nuovi capannoni finalizzati alla loro crescita e capacità produttiva, con un progetto di carpenteria di alta tecnologia, mentre la Transped, grazie alla dislocazione dell’ex centrale che confina con la propria sede, si garantisce un maggior attracco in banchina e, di conseguenza, una attività terminalistica più ricettiva. Per superare la crisi, a Bergamo come a Cuneo e a Venezia non c’è altra alternativa che “farse su de maneghe” (Darsi da fare).



“In cà sò, la aca la fa stà ol bò.”

A Palosco latte crudo alla spina: buono, genuino e costa pochissimo Un litro di latte della società agricola Fontana dei fratelli Macetti appena munto costa solo ottanta centesimi, il più economico di tutta la bergamasca. E’ un alimento completo, sano e dal sapore unico

A Palosco, mezz’ora di strada di Bergamo, c’è un distributore automatico dove si può acquistare ancora il buon latte dei nostri nonni

N

emmeno un euro per un litro di latte intero contro l’euro e passa di un litro di latte pastorizzato fresco, venduto dalla grande distribuzione, facendo i conti della serva o della brava massaia. E nell’euro è compreso anche il costo –0,20 centesimi- della bottiglia in plastica. A Palosco, mezz’ora di strada di Bergamo, al confine con la provincia di Brescia dove il fiume Oglio si divide in tanti piccoli letti, c’è un distributore automatico, una casetta-chalet in legno su un piazzale sterrato, dove si può comperare ancora il latte dei nostri nonni, che conserva l’odore di stalla e il profumo di fieno. Il latte crudo distribuito alla spina dalla società agricola Fontana costa solamente ottanta centesimi, un prezzo possibile e praticato grazie alla vendita diretta: dal produttore agricolo al consumatore finale. «Accorciando la filiera –spiega Fiorenzo Macetti- siamo in grado di 22

fissare un prezzo inferiore a quello del latte che si trova nei negozi, compreso in una forbice tra 1,30 euro fino ad 1,70, a seconda dei tipi e dei trattamenti a cui è sottoposto. Assicuriamo, inoltre un prodotto di qualità con garanzie di freschezza». Il latte bergamasco, prodotto a chilometri zero taglia la catena commerciale perché dalla stalla finisce direttamente alla cisterna di raccolta. Viene immediatamente raffreddato, da 38 gradi e mezzo precipita a 4 e viene mantenuto così fino al momento del prelievo consumatore. Si può scegliere, inoltre, la quantità di latte acquistabile (un litro, mezzo litro, 20cc). Il cliente deve solo pagare l’importo, aprire uno sportello, posizionare il recipiente e premere il pulsante di erogazione. Oltre ad essere tra i più economici di tutta la bergamasca, il latte delle mucche dei fratelli Fiorenzo e Ermanno Macetti e


Ermanno e Fiorenzo Macetti (con il cugino Ettore) conducono la società agricola Fontana: 100 anni di storia, 45 ettari di campi coltivati, 160 vacche di razza Frisona italiana e 5 mila litri di latte ogni giorno

del cugino Ettore è genuino, saporito, cremoso, vivo, con tante vitamine. Ha lo stesso sapore di un tempo: crudo, vivo e cremoso, igienicamente garantito, non ha subito alcun trattamento termico o di microfiltrazione. «Nel 2008 –continua Fiorenzo– abbiamo erogato, in media, 100 litri al giorno. Dopo i primi anni, quelli della “novità”, c’è stato un calo, ma gli affezionati bevitori di latte a chilometro zero non hanno abbandonato il servizio». Il distributore, aperto 24 ore su 24, eroga latte non pastorizzato delle vacche che stanno nelle stalle che si trovano dietro la casetta di legno e che due volte al giorno, alle quattro di mattina e alle quattro di pomeriggio, vengono munte automaticamente. Dal punto di vista igienico la sicurezza è totale, garantita da severi controlli della ASL sulla qualità. Tutto il latte che non venduto entro 24 ore viene ritirato dai

fratelli Macetti e usato come alimento dei vitelli, mentre il resto della produzione viene conferita ad una cooperativa per la produzione di formaggi e ricotte. In mungitura 160 vacche, razza Frisona italiana, pezzata nera, allevate da oltre cent’anni da tre generazioni della famiglia Macetti. Nella stalla mangiano fieno tritato e fermentato, silomais e i mangimi della Agricom International, azienda di Pognano. Nella società agricola Fontana tutti i giorni si raccolgono 5 mila litri di latte che viaggiano verso cooperative agricole per meno di 50 centesimi il litro. «Il problema –conclude Fiorenzo- rimane proprio il prezzo del latte -44,5 centesimi al litro- ancora troppo basso. Dovrebbe sfiorare i 50 centesimi per riuscire a coprire almeno i costi di produzione. Impossibile in queste condizioni rinnovare il parco macchine ed acquistare un nuovo miscelatore». 23


L’evento

Amici a quattro zampe in passerella S

Allo shopping center Le Due Torri sono andate in scena la prima mostra canina e il primo dog show del bastardino Oltre 200 cani e tanta allegria

ono stati oltre 200 gli amici a quattro zampe che domenica 25 maggio e 1 giugno hanno animato come mai si era visto prima il centro commerciale Le Due Torri. Più di 150 cani di razza al primo turno, mentre i bastardini del secondo appuntamento sono accorsi (con rispettivi padroni, naturalmente) in più di sessanta. La madrina? D’eccezione: Anna Falchi, celeberrima showgirl di origini finlandesi, da sempre amante degli amici a quattro zampe e innamoratissima della razza Pechinese. Ad organizzare l’evento ci ha pensato l’Athletic Dog Show di Ranica, nella persona del Cavalier Paolo Prandi, che da 46 anni alleva cani pechinesi e che da 30 organizza mostre in Italia, tra cui quella internazionale in programma tutti gli anni a gennaio a Rho, nel Milanese. La qualità, dal punto di vista tecnico, è stata molto alta, come testimonia la presenza di numerosi giudici arrivati perfino dalla Norvegia e Ungheria, pronti a valutare tutte le caratteristiche dei nostri amici a quattro zampe e a godersi lo spettacolo della prima mostra canina organizzata all’interno di uno shopping center. Infine, per la gioia di grandi e piccini, è stato anche il turno di Belle, il bellissimo (e grandissimo) cane reduce dal successo cinematografico dell’ultimo film sul grande schermo dedicato alla storia di Belle&Sebastien. Un’amicizia che ha commosso diverse generazioni e che continua ad appassionare il grande pubblico.

I primi tre classificati della mostra canina

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Anna Falchi, madrina d’eccezione

Belle, ospite di Saturn Stezzano, direttamente dal celebre film

I vincitori del Primo Dog Show del Bastardino

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Immobili qualificati

MqC: la nuova unità di misura immobiliare che muove il mercato La realtà di Ciserano mette a punto uno strumento innovativo, destinato a tutti gli operatori del settore, che garantisce un metro di valutazione oggettivo per tutti gli immobili

M

qC al posto di Mq, dove il “Metro quadro Confronto” che sostituisce il tradizionale “Metro quadro” è l’innovativa unità di misura ideata da Familyre di Ciserano per favorire un mercato meno umorale e più consapevole. Superare il concetto stesso di prezzi di mercato, nella particolare accezione di prezzo medio, per promuovere criteri e processi di valutazione immobiliare uniformi, chiari e riproducibili nel tempo è la sfida raccolta e dalla realtà di Ciserano. “La stima di un immobile -spiega Lorenzo Fraschini-, quantificata al metro quadro, trascura tutti gli elementi che concorrono a determinare il suo vero valore. Il MqC, invece, è un indice di confronto che permette di qualificare il mercato attraverso una valutazione organica di base dell’immobile”. Per il 2013 si sono registrate 407.000 compravendite residenziali in meno che segnano un tonfo (ben oltre il -50%) rispetto ai numeri di sette anni prima, quando nel 2006 si era toccato il picco delle 870.000 transazioni. Alle compravendite in progressiva riduzione, nonostante i prezzi in discesa, si aggiunge anche la stretta creditizia con la conseguenza che tanti immobili costruiti in un’ottica di facile e veloce collocazione sul mercato, ora non incontrano la richiesta e rimangono inutilizzati. A determinare il forte rallentamento del mercato immobiliare anche la distanza tra le aspettative dei venditori e la difficoltà di accesso al credito (i mutui per intenderci) da parte degli acquirenti. Per favorire e ottimizzare l’incontro tra domanda ed offerta “ci siamo dotati di uno strumento –continua il titolare di Familyre-, che, partendo da un metodo uniforme e dal calcolo dell’immobile, sia in grado non solo di valutarne la consistenza ma di qualificarne il mercato. Le caratteristiche che entrano in gioco nella valutazione di un bene immobile sono la tipologia, il mercato dove si colloca o andrà a collocarsi, la location (non solo rispetto alla città ma anche ad ogni singolo paese), senza tralasciare la classe energetica e le finiture. Le zone più servite -ad esempio- , in base alla nostra esperienza hanno maggior valore, perché in questo momento di esubero di offerta il cliente può e vuole scegliere”. Successivamente l’immobile viene misurato e inserito nel database di Familyre, che vanta quattromila immobili, per la comparazione

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e grazie al continuo incrocio delle informazioni è possibile ricavare una “forchetta” di prodotti paragonabili tra di loro, garantendo un metro di valutazione. “E’ sintomatico –sottolinea Fraschini– il dato che dall’introduzione del sistema MqC gli immobili qualificati hanno nel 70% dei casi incontrato la richiesta e sono stati venduti. Le perizie dei mutui hanno sempre confermato la capienza di valore, facilitando l’ottenimento del mutuo stesso”. Per gli immobili visionati viene rilasciata una tabella comparativa delle consistenze che permette, in base alle richieste dei proprietari, di calcolare il prezzo Mq di Confronto e di orientare l’eventuale proposta di offerta. Per gli immobili d’interesse viene rilasciato un prospetto dettagliato delle spese che si sosteranno per l’acquisto per verificare il costo totale dell’operazione. I servizi offerti hanno un prezzo fisso, senza nessuna provvigione, e sono slegati da un’eventuale trattativa immobiliare. “Il valore dell’immobile rimane legato alle dinamiche di domanda e offerta, ma è fondamentale avere un dato certo e paragonabile al quale, poi, viene applicato un coefficiente commerciale. A breve proporremo il nostro strumento anche agli studi di progettazione”.

Lorenzo Fraschini, titolare assieme a Gianluca Novati di Familyre



TERRAZZA MANZOTTI

info@terrazzamanzotti.it - www.terrazzamanzotti.it Piazza Libertà 4 - Canonica d’Adda (BG)

tel. 02 9094048


Il fumetto del mese


MONDIALI IN CIFRE

PROSSIME EDIZIONI

RUSSIA

PRIMA EDIZIONE

2018

prima edizione dei Campionati Mondiali di Calcio disputata in Uruguay, nata da un’idea del dirigente sportivo francese Jules Rimet

FINALE:

QATAR

2022

4-2

MOST WANTED Le nazioni ospitanti più utilizzate Italia 1934 1990

Brasile 1950 2014

Francia 1938 1998

Messico 1970 1986

Germania 1974 2006

I TROFEI

MEDAGLIERE

Coppa Rimet

Classifica assoluta dei marcatori Ronaldo

15

Gerd Müller

14

Miroslav Klose

14

Just Fontaine

13

Pelé

12

dal 1930 al 1970

dopo il 1970 COPPA del Mondo FIFA

CAPOCANNONIERI DAL 1990 A OGGI anno

capocannoniere

nazionale

Italia 1990

Salvatore Schillaci

Italia

6

USA 1994

Hristo Stoičkov Oleg Salenko

Bulgaria Russia

6

Francia 1998

Davor Šuker

Croazia

6

Corea e Giappone 2002

Ronaldo

Brasile

8

Germania 2006

Miroslav Klose

Germania

5

Sudafrica 2010

Thomas Müller Wesley Sneijder

Germania

Diego Forlan David Villa

Uruguay Spagna

Olanda

gol

33 3,7 12

miliardi di dollari in investimenti in infrastrutture milioni di turisti Città ospitanti

5

Spagna nazionale detentrice della coppa

Rio de Janeiro, San Paolo, Belo Horizonte, Porto Alegre, Brasilia, Curitiba, Salvador-Bahia, Recife, Natal, Fortaleza, Manaus e Cuiabà

12 giugno 13 luglio


I MONDIALI BRASILE 2014 PASSO PER PASSO GLI ORARI DELLE PARTIRE SONO ESPRESSI CON IL FUSO ORARIO ITALIANO GRUPPO A 12/06 22.00 Sao Paulo Brasile - Croazia 13/06 18.00 Natal Messico - Camerun 17/06 21.00 Fortaleza Brasile - Messico 18/06 00.00 Manaus Camerun - Croazia 23/06 22.00 Brasilia Camerun - Brasile 23/06 22.00 Recife Croazia - Messico

GRUPPO B 13/06 22.00 Salvador Spagna-Olanda 13/06 00.00 Cuiaba Cile - Australia 18/06 21.00 Rio De Janeiro Spagna - Cile 18/06 18.00 Porto Alegre Australia - Olanda 23/06 18.00 Curitiba Australia - Spagna 23/06 18.00 Sao Paulo Olanda - Cile

GRUPPO C 14/06 18.00 Belo Horizonte Colombia - Grecia 14/06 03.00 Recife Costa d'Avorio - Giappone 19/06 18.00 Brasilia Colombia - Costa d'Avorio 19/06 00.00 Natal Giappone - Grecia 24/06 22.00 Cuiaba Giappone - Colombia 24/06 22.00 Fortaleza Grecia - Costa d'Avorio

GRUPPO D 14/06 21.00 Fortaleza Uruguay - Costarica 14/06 10.00 Manaus Inghilterra - Italia 19/06 21.00 Sao Paulo Uruguay - Inghilterra 20/06 18.00 Recife Italia - Costarica 24/06 18.00 Natal Italia - Uruguay 24/06 18.00 Belo Horizonte Costarica - Inghilterra

GRUPPO E 15/06 18.00 Brasilia Svizzera - Ecuador 15/06 21.00 Porto Alegre Francia - Honduras 20/06 21.00 Salvador Svizzera - Francia 20/06 00.00 Curitiba Honduras - Ecuador 25/06 22.00 Manaus Honduras - Svizzera 25/06 22.00 Rio De Janeiro Ecuador - Francia

GRUPPO F 15/06 00.00 Rio De Janeiro Argentina - Bosnia 16/06 21.00 Curitiba Iran - Nigeria 21/06 18.00 Belo Horizonte Argentina - Iran 21/06 00.00 Cuiaba Nigeria - Bosnia 25/06 18.00 Porto Alegre Nigeria - Argentina 25/06 18.00 Salvador Bosnia - Iran

GRUPPO G 16/06 18.00 Salvador Germania - Portogallo 16/06 00.00 Natal Ghana - USA 21/06 21.00 Fortaleza Germania - Ghana 22/06 00.00 Manaus USA - Portogallo 26/06 18.00 Recife USA - Germania 26/06 18.00 Brasilia Portogallo - Ghana

GRUPPO H 17/06 18.00 Belo Horizonte Belgio - Algeria 17/06 00.00 Cuiaba Russia - Corea del Sud 22/06 18.00 Rio De Janeiro Belgio - Russia 22/06 21.00 Porto Alegre Corea del Sud - Algeria 26/06 22.00 Sao Paulo Corea del Sud - Belgio 26/06 22.00 Curitiba Algeria – Russia

OTTAVI DI FINALE sabato 28 giugno

lunedì 30 giugno

domenica 29 giugno

martedì 1 luglio

P1 – 18.00 [prima classificata A] – [seconda classificata B] (Belo Horizonte) P2 – 22.00 [prima classificata C] – [seconda classificata D] (Rio de Janeiro) P3 – 18.00 [prima classificata B] – [seconda classificata A] (Fortaleza) P4 – 22.00 [prima classificata D] – [seconda classificata C] (Recife)

P5 – 18.00 [prima classificata E] – [seconda classificata F] (Brasilia) P6 – 22.00 [prima classificata G] – [seconda classificata H] (Porto Alegre) P7 – 18.00 [prima classificata F] – [seconda classificata E] (San Paolo) P8 – 22.00 [prima classificata H] – [seconda classificata G] (Salvador)

QUARTI DI FINALE venerdì 4 luglio

P9 – 18.00 [vincitrice P5] – [vincitrice P6] (Rio de Janeiro) P10 – 22.00 [vincitrice P1] – [vincitrice P2] (Fortaleza)

sabato 5 luglio

P11 – 18.00 [vincitrice P7] – [vincitrice P8] (Brasilia) P12 – 22.00 [vincitrice P3] – [vincitrice P4] (Salvador)

FINALE 3o/4o POSTO

SEMIFINALI

martedì 8 luglio

P13 – 22.00 [vincitrice P9] – [vincitrice P10] (Belo Horizonte)

mercoledì 9 luglio

FINALE

P14 – 22.00 [vincitrice P11] – [vincitrice P12] (San Paolo)

sabato 12 luglio

22.00 - [perdente P13] – [perdente P14] (Brasilia)

domenica 13 luglio RIO DE JANEIRO

21.00– [vincitrice P13] – [vincitrice P14]

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Football manager

Brasile 2014, parola ad Alessandro Ruggeri E

L’ex presidente dell’Atalanta racconta il suo mondiale (sportivo e di mercato) e lancia un favorito inaspettato: “Il Belgio può arrivare lontano”

’ stato il presidente più giovane della storia della Serie A, a soli 21 anni. Stiamo parlando di Alessandro Ruggeri, figlio del mai dimenticato Ivan, un nome legato in modo indelebile alla gloriosa storia Atalanta. Questa pagina non vuole però essere un amarcord, ma una piacevole chiacchierata con un fine intenditore di calcio, analizzando la struttura dei prossimi mondiali sia da un punto di vista sportivo che da quello legato al mercato. “Il pronostico – esordisce Alessandro – su Brasile 2014? Abbastanza scontato dire Spagna, Germania, Francia, Argentina, Brasile o Italia. Ma il mondiale è qualcosa di diverso, direi impossibile da prevedere. Entrano in gioco numerosi fattori: motivazione, preparazione fisica e fortuna. Se dovessi fare un nome direi Belgio, una squadra molto giovane, forte, con un girone abbordabile”. Parlando d’Italia, invece? “Onestamente, al contrario di Marcello Lippi, non mi ricorda quella del 2006. Potenzialmente ha tutte le carte in regola per fare bene. A partire da Cesare Prandelli, che è un ottimo allenatore. Mi sarebbe piaciuto vedere Francesco Totti, ma sono comunque soddisfatto della convocazione di Antonio Cassano. A mio parere è uno dei più forti giocatori del mondo e l’aspetto mentale, in un mese di torneo, è facilmente gestibile. Infine, dal punto di vista fisico sarà un vero e proprio indovinello: in alcuni paesi del Brasile si arriva a 35 gradi di temperatura con il 90% di umidità. Le squadre africane potrebbero essere avvantaggiate”. Passiamo al mercato. Questo mondiale quali spunti potrebbe fornire? “Come dicevo, seguo con attenzione i calciatori del Belgio. Naturalmente, assieme a me, anche tutti gli altri operatori di mercato. Esistono molte squadre europee, anche ai massimi livelli, che hanno team affiliati in Belgio. Dal punto di vista calcistico sono in fase espansiva. Dopo tre anni, infatti, un calciatore che gioca in Belgio può ottenerne la nazionalità, e quindi il passaporto. Inoltre, c’è un’organizzazione incredibile e anche le società di medio livello gestiscono tutto internamente in maniera assolutamente strutturata. Impossibile trovare una realtà simile in Italia, forse solo il Sud America si avvicina. La testimonianza di ciò che dico è data dagli investimenti televisivi: una grossa società media ha recentemente

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investito cifre importanti per poter trasmettere il campionato belga in tutto il mondo”. Quali ripercussioni può avere una nazione che organizza i mondiali? “Sgomberiamo subito il campo, le favelas non scompariranno. Ritengo che l’organizzazione di un mondiale, per una nazione già conosciuta e il cui ciclo economico è già avviato, sia un peso. Il Brasile è già la patria del calcio, a livello macroeconomico non cambierà nulla. L’unica differenza che vedo è a livello di mercato. Fino ad ora il mondiale (e poi l’Olimpiade) permette al Brasile di fare investimenti importanti: i calciatori stanno tornando in patria. Spente le luci dei riflettori si tornerà al regime ordinario e il Brasile inizierà a fare ciò che ha sempre fatto: vendere”. Quando il campionato italiano tornerà quello di un tempo? “A livello economico nessuno può dirlo. Inoltre, in Italia, ci sono troppe cose che non vanno a livello sportivo. E’ la politica che si deve impegnare per cambiare il calcio, inutile dare colpe ai tifosi. Loro sono l’effetto, non la causa. Io propongo di mettere le carceri all’interno dello stadio, ci deve essere certezza della pena. Ma, forse, non siamo ancora pronti a livello culturale”. Cosa vorrebbe dire ai facinorosi che lanciano banane sui campi da calcio? “Non c’è limite al peggio. E come sempre, a pagare, è la società. Vergognoso”.


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“Alzate il volume”

Focus: il nuovo disco della Stefano Galli Band

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A due anni dall’album di esordio -Play it loud!il chitarrista Stefano Galli presenta il prossimo album di inediti, in uscita a settembre

a prima domanda è per chi non vi conosce: quando e come nasce la “Stefano Galli band”? “La Band nasce ufficialmente nel 2010. Dopo aver suonato come chitarrista e autore per progetti di validi musicisti, ho sentito l’esigenza di proporre qualcosa di personale; ho così deciso di chiamare gli amici conosciuti negli anni e grazie al buon feeling musicale e al rapporto di amicizia, è nata la Stefano Galli Band: io, Bobo Aiolfi al basso, Marco Sacchitella alla batteria e Francesco Chebat alle tastiere”. Puoi presentarci il vostro nuovo album partendo dal nome, perché Focus? Cosa vi ha ispirato? “Conosci le regole del gioco delle freccette? Solitamente, per chi le ignora, si cerca di mirare al centro, credendo di ottenere il punteggio più alto ma in realtà non è quello. Ecco, l’idea di Focus è proprio questa: pensare di creare musica per accontentare l’ascoltatore non è la strada giusta. Bisogna “focalizzare” le energie nella direzione giusta, quella che ti permette di ottenere i migliori risultati con quello che sai fare meglio... e non è detto che sia per forza quello che tutti si aspettano”.

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Come Play it loud! (l’album d’esordio) anche “Focus” mescola inediti e rivisitazioni di classici? “Sarà decisamente diverso. Avremo solo una cover di un classico del repertorio Soul mentre gli altri dieci brani saranno inediti”.

una chiesa sconsacrata del ‘500 a Casnigo. Impressionante l’acustica e il gioco di riverberi naturali ed è stato veramente emozionante suonare le chitarre in un luogo così antico. Infine, le voci le abbiamo registrate a casa mia, in salotto... con tutta la comodità del caso. Approfitto per ringraziaQuali sono le differenze col re Mauro Galbiati, il nostro Sound vostro primo Play it loud! ? Engineer anche per questo disco”. “Play it loud! è stato il biglietto da visita, una sorta di: “Buongiorno a Tra registrazioni, stampa, tutti, ci siamo anche noi e voglia- SIAE, grafica e ufficio stampa mo dire la nostra”. Focus invece quanto è costata la produziovuole essere molto più sincero e ne di Focus? diretto, una sorta di autoscatto”. “Stiamo ancora cercando sponsor per riuscire a coprire i costi di proCon chi e dove l’avete regi- duzione elevati. Fare dischi non è strato? più un business per fare soldi e la Abbiamo avuto illustri ospiti anche speranza è quella di riuscire almein questo disco: Paolo Legraman- no ad andare in pareggio. Ma noi di al basso mentre Nik Taccori, sappiamo fare questo e vogliamo Marcello “Bread” Schena, Stefano continuare a farlo nel migliore dei Guidi e Gregory Gritti alle bat- modi. Non vorrei mai ritrovarmi terie. Le riprese sono state fatte vecchietto e insoddisfatto”. in bellissime locations della bergamasca. La prima è il PDF, una Chiudiamo con la domanda storica struttura degli anni ‘30 di rito, progetti futuri e dove alle porte di Bergamo. Adesso è vuole arrivare la Stefano Galli un’officina di riparazione di moto band? da collezione e suonare in mezzo Adesso il lavoro sarà concentrato a tutti quei gioielli è stato davve- sulla promozione del disco, soro ispirante. Alcuni brani invece li prattutto con i live in giro per il abbiamo registrati nel teatro del Paese. C’è qualche interesse verCircolo della Fratellanza a Casni- so di noi anche all’estero e spero go: uno splendido teatrino del di riuscire ad arrivare anche da 1921, ristrutturato da volontari loro quanto prima. Il sogno nel appassionati di musica a cultura. cassetto? Suonare con Clapton, è Alcune riprese sono state fatte in solo questione di tempo”.



Ciak si gira

Tutte contro lui di Nick Cassavetes La vendetta è un piatto che va servito freddo, specie se a prepararlo è una donna, anzi tre

A cura di Catia Tramacere

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l 19 giugno uscirà in Italia la commedia tutta al femminile di Nick Cassavetes, figlio del famoso regista John Cassavetes. Tutte contro lui, titolo originale The other woman, è una storia di tradimenti, amicizia e rivalsa dove la donna non subisce passivamente, ma anzi diviene la mente per una spietata vendetta verso l’uomo sleale e infedele. Carly (Cameron Diaz), frequenta da poco l’affascinante e brillante Mark (Nikolaj Coster-Waldau). Una sera si presenta a sorpresa a casa di lui, ma anziché trovare Mark trova sua moglie. E sì, Mark è sposato con Kate (Leslie Mann), una donna fedele e devota che mai immagina i tradimenti del marito. Dopo l’imbarazzo e la rabbia da parte di entrambe, Kate vuole incontrare nuovamente Carly, per saperne di più, capire, conoscere cosa ha spinto suo marito a tradirla con questa donna. Si presenta, perciò, a casa sua e Carly stupita e scocciata le dice “Entra pure! Ma non ti aspettare che passeremo la serata a bere dei cosmopolitan e a farci le treccine!” Infatti, non berranno cosmopolitan, ma vodka e

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non si faranno treccine, ma pianificheranno strategie per iniziare, verso Mark, una vendetta che durerà per tutto il film. E’ proprio vero che l’unione fa la forza e di questa forza bisogna avere paura se a unirsi sono due donne, specialmente quando, durante dei pedinamenti, scoprono che Mark si frequenta anche con Amber (Kate Upton), una donna dalla poca intelligenza, ma dalle curve mozzafiato. Anche questa, delusa e arrabbiata, si unirà al gruppo della vendetta per scoprire, insieme alle altre, che Mark è un vero e proprio instancabile traditore seriale, dalle tante vite e dalle tante donne. Pertanto, le tre, unite da un solo scopo, la vendetta, diventano complici e amiche, divertendosi a ideare diabolici scherzi a scapito del malcapitato. Un solo esempio: Kate, la moglie, ogni giorno prepara al traditore una bevanda con gocce di ormoni, somministrate generalmente ai transessuali per togliere la virilità maschile e assumere poco alla volta le caratteristiche fisiche femminili. La storia è molto simpatica e intrattiene piacevolmente lo spettatore grazie al divertente in-

treccio di storie e alla bravura delle interpreti. Tuttavia, nonostante i grandi incassi negli Stati Uniti, il film non è assolutamente originale, sia nella modalità di narrazione, che lo colloca negli standard della commedia classica hollywoodiana, sia nella regia. Ma Tutte contro lui è uno di quei film che si guardano volentieri perché scorre veloce e spensierato, fa ridere e tocca un argomento scottante come il tradimento. Cameron Diaz è ancora una volta la regina di questo genere. Da Tutti pazzi per Mary è diventata l’icona della sensuale ragazza bionda dalle gambe kilometriche, simpatica e umana abbastanza da essere apprezzata anche dal pubblico femminile. In un’intervista a proposito del film, la bella attrice prende l’argomento del tradimento con filosofia, sostenendo di essere diversa dal personaggio che interpreta. Il tradimento, dice, è una tappa che coinvolge tutti almeno una volta nella vita e vendicarsi non porta quindi a nulla. Chi è d’accordo con lei alzi la mano! Io, corrugando la fronte ci penso su, ma alla fine la tengo abbassata preferendo invece come la pensa la Carly del film!



Toys for girls

“Au Jour Le Jour” arriva la nuova generazione Mirko Fontana e Diego Marques spaziano dall’arte alle contro-culture pop e street, dal cinema alle atmosfere anni ‘50, ‘60 e ‘70, tradotte nelle silhouette distintive del brand

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www.francescabellavita.com

opo avervi presentato una stilista londinese di calzature e una italo-brasiliana di borse, questo mese voglio parlarvi di un brand emergente nel campo dell’abbigliamento completamente italiano. Si tratta di “Au Jour Le Jour”, un marchio giovane e fresco creato da Mirko Fontana e Diego Marques nel 2010, che vuole divertire, essere originale e a tratti stupire. Non ve ne parlo solo perché lo amo alla follia, ma anche perché è un grande esempio di micro imprenditoria giovane italiana a cui la nuova generazione deve guardare come esempio positivo. Ogni collezione di questo brand è una nuova storia, un mondo diverso da cui scaturisce l’immaginario di stagione, caratterizzata, però, sempre da materia-

li esclusivi, tinte baby e pastello accanto a colori vibranti e accesi, mix materici e cromatici, applicazioni gioiello e ricami ad alta definizione, ma soprattutto le stampe molto estrose (paperelle, dinosauri, bocche) che formano l’inconfondibile habitat di “Au Jour Le Jour”. Questi due talentuosi stilisti spaziano dall’arte alle contro-culture pop e street, dal cinema alle atmosfere anni ‘50, ‘60 e ‘70, tradotte nelle silhouette distintive del brand, tra attenzione sartoriale e un taglio iper-moderno, che strizza l’occhio al gusto retrò, alle tendenze sporty e al mix tra maschile e femminile. Che dire, quindi, un altro brand grintoso e divertente con cui giocare nel meraviglioso mondo della moda.



Io lo cucino così

Finger foo...tball di Vera Zucchinali

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Gustate questi deliziosi spuntini guardando la vostra squadra preferita

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Ricavate dalle due mozzarelle 12 cubetti di circa 1,5 cm

cospargeteli a scelta con paprika dolce, erba cipollina e semi di sesamo.

Ricoprire le mozzarelle con il caprino dando la forma di una pallina e cospargetele di nuovo anche all’esterno come all’interno, a scelta potete variare i sapori e cospargere l’esterno in modo differente.

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Beneficenza

L’associazione S.O.S. prende vita Alla presenza di numerosi amici viene definitivamente consacrata la “Solidarietà in Oncologia, San Marco-Zingonia”

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’stata una serata di quelle da non dimenticare. Lo scorso venerdì 23 maggio, alla Locanda Armonia di Trescore Balneario, è stata ufficialmente presentata S.O.S., “Solidarietà in Oncologia, San Marco-Zingonia”. L’associazione nasce a ottobre del 2013 su iniziativa di un gruppo di medici e operatori del Policlinico San Marco, impegnati a diversi livelli nella lotta contro i tumori. Gli intenti, in particolare, sono due: dare supporto al malato oncologico (ad esempio evitando file e semplificandogli la vita all’interno dell’ospedale) e sviluppare nel tempo la possibilità di fare ricerca scientifica. Quindi, in definitiva, promuovere progetti di umanizzazione delle cure che mettano il paziente al centro di una rete di cura “globale” che non si esaurisce nelle terapie mediche, chirurgiche e radioterapiche. Obbiettivi ambiziosi che possono essere realizzati solo con l’aiuto di molti amici, come il centro commerciale Le Due Torri, che ha donato una somma considerevole dando così il via al “found rising” che grazie alla solidarietà alimenterà e aiuterà l’associazione. Tra gli ospiti che non hanno voluto mancare: Roberto Speri – property manager del Gruppo Altarea -, Giancarlo Borra – sovrintendente sanitario del Policlinico San Marco -, Angelo Tibaldi – magistrato del Tribunale di Bergamo -, Gianluigi Dettori – pubblico ministero del Tribunale di Bergamo -, Marzia Kienle – presidente dell’associazione -, Raffaele Ghilardi – Confindustria Bergamo -, Dario Gamba – proprietario dei Centri Sportpiù -, Adriano d’Adda – imprenditore -, Gianfranco Vitali – imprenditore -, Francesco Galli – amministratore delegato degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi –, Camil Zaatar e Andrea d’Alessio, rispettivamente primario del reparto di urologia e del reparto di oncologia del Policlinico San Marco. 43


Prima assoluta

Serie 2 Active Tourer, il nuovo segmento di BMW La nuova nata della casa tedesca punta alle famiglie e agli sportivi che hanno bisogno di spazio E’ la prima BMW a trazione anteriore

BMW LARIO BERGAUTO Via Campagnola, 50 – BERGAMO – Tel. 035-4212211 Via Brescia, 78 – GRUMELLO DEL MONTE (BG) – Tel. 035-830914 Corso Carlo Alberto, 114 – LECCO – Tel. 0341-27881 Via Industriale, 97/1 – SONDRIO BERBENNO V. – Tel. 0342-492151

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Con la BMW Serie 2 Active Tourer la casa tedesca amplia la propria gamma di modelli entrando in un segmento automobilistico nuovo. La nuova nata è infatti la BMW dei primati: la prima monovolume dell’era moderna e soprattutto la prima BMW a trazione anteriore. Nella categoria delle vetture compatte premium la nuova BMW Serie 2 Active Tourer combina comfort, abitabilità e funzionalità con i tipici valori BMW, come dinamismo, stile ed eleganza. Dopo la Coupé, la BMW Serie 2 Active Tourer, il secondo modello della nuova BMW Serie 2, si presenta in ogni prospettiva come una vettura sportiva, dalle proporzioni equilibrate. Abbina delle dimensioni compatte, con una lunghezza di soli 4.342 millimetri, una larghezza di soli 1.800 millimetri, e un’altezza di soli 1.555 millimetri, con una generosa sensazione di spaziosità, ideale per soddisfare le crescenti richieste di mobilità nell’ambiente urbano. I nuovi motori turbo a tre e quattro cilindri, un ampio pacchetto di misure BMW EfficientDynamics e un esteso collegamento in rete attraverso BMW ConnectedDrive sono le caratteristiche che anticipano un’esperienza di guida caratterizzata da prestazioni sportive e un’efficienza esemplare. La presentazione da parte della concessionaria ufficiale per Bergamo e provincia BMW Lario Bergauto è avvenuta al centro commerciale Le Due Torri di Stezzano, che da tempo si è distinto sul territorio per la qualità dei servizi offerti alla clientela. La partnership è stata stretta proprio in virtù del target di riferimento della nuova nata della casa tedesca, che punta ai giovani ma anche alle generazione “silver ager” che vuole godersi la qualità di BMW senza compromessi. In armonia, dunque, anche con l’apertura della Corpore Sano Smart Clinic, la prima clinica all’interno di uno shopping center con la qualità degli ospedali del Gruppo San Donato. L’evento, infine, è stato arricchito con i test drive di altri gioielli della casa tedesca, come la nuova MINI, un’altra chicca che solo Lario Bergauto può vantare. MINI Lario Bergauto, infatti, dallo scorso anno è l’unica concessionaria ufficiale anche per la bassa Bergamasca, oltre alle province di Lecco e Sondrio.

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