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Conferenza annuale Petcore 2022 Adattarsi all’ambiente per evolvere e prosperare

Due giornate intense, quelle di Petcore 2022, il 14 e 15 giugno scorsi, ricche di contributi provenienti dai massimi rappresentanti dell’intera filiera dell’industria europea del PET, che hanno condiviso analisi previsionali e sviluppi possibili del comparto

Il futuro dell’industria del PET, fra fattori contingenti e criticità di settore

La conferenza annuale di Petcore svoltasi a Bruxelles e online il 14 e 15 giugno scorsi si è aperta in ricordo di Marcel de Botton fondatore di Logoplaste (1925-2022), descritto da Christian Crépet come un uomo di grandi capacità imprenditoriali, percorso da passione verso il proprio lavoro e precursore dell’applicazione dei principi di sostenibilità nella sua realtà aziendale. Il suo contributo è risultato fondamentale per lo sviluppo di PETCORE e per permettere all’associazione di Bruxelles di diventare il punto di riferimento europeo dell’industria del PET. Antonello Ciotti, attuale Presidente Petcore, apre i lavori facendo riferimento allo scenario mondiale contemporaneo contraddistinto da importanti criticità che vanno dalla crisi pandemica alla guerra tra Russia e Ucrania, con conseguenze dirette o indirette sul mondo economico e produttivo che innescano fenomeni come lo “shortage” delle forniture energetiche e di prodotto. Uno scenario particolarmente anomalo quello all’interno del quale lotta il PET, dove la pressione sociale sulle materie plastiche, che ha toccato i massimi livelli quando i riflettori dei media furono puntati sul “marine littering”, si allenta quasi a sorpresa di fronte alla consapevolezza di quanto possano essere utili le ormai tristemente familiari mascherine anti-Covid o i dispositivi medici fatti in plastica. Si riconsidera un atteggiamento forse troppo critico verso un materiale le cui controindicazioni derivano principalmente dall’errato utilizzo che se ne fa. Altro elemento richiamato da Antonello Ciotti e ripreso più volte nel corso della Conferenza riguarda il quadro legislativo contemporaneo. Nei prossimi 24 mesi la produzione del legislatore comunitario potrebbe portare, infatti, a cambiamenti importanti in considerazione di un gruppo di direttive in procedura di approvazione da parte della Commissione EU. Si verifica così una situazione inconsueta rispetto al passato dove il successo del settore non sarà determinato dalla dinamica fra domanda e offerta o dalla qualità del prodotto sul mercato, come notoriamente accade, ma dipenderà in maniera determinante dall’attività del legislatore comunitario.

Il comparto tiene ma i numeri segnalano la necessità di un cambio di marcia

Il settore del PET sta bene, nonostante alcune problematiche che interessano il mondo economico in generale e le difficoltà intrinseche di un comparto, quello delle materie plastiche, in continua tensione fra ricerca di riconoscimento sociale e sforzo verso un’imprescindibile transizione ecologica. Eunomia, nota società di consulenza della Commissione europea, confer-

PET milioni di tonnellate Antonello Ciotti, presidente di Petcore

ma la tenuta del mercato del vergine che dovrebbe mantenere una costante nei prossimi anni conservando sostanzialmente la posizione almeno fino al 2025. La domanda dovrebbe rimanere concentrata sull’imballaggio e l’industria del beverage e orbiterà intorno ai 4 milioni di tonnellate/anno, sebbene il tasso di variazione sia in lieve diminuzione sul triennio 2018-2020 (-2,7%). Cresce con più energia invece l’rPET (+3,8% 2018-2020) la cui domanda è destinata ad assumere un ruolo di preminenza nei prossimi anni, anche in considerazione di una legislazione che sempre più spingerà per un maggior impiego di rPET negli articoli in plastica. Le analisi di Eunomia mostrano un incremento della quota di riciclato nelle bottiglie che sale dall’11% al 17% nel triennio 2018 – 2020 e dal 45% al 52% nei vassoi in PET nello stesso periodo. Rimane tuttavia l’incognita della capacità del sistema di soddisfare la domanda di riciclato e la necessità di incrementare una raccolta che garantisca la qualità del rifiuto. Criticità, queste, che vanno affrontate e che la platea di PETCORE ha attentamente dibattuto. Un’ipotesi potrebbe essere rappresentata dagli “schemi di deposito e rimborso”, in crescita in Europa ma implementati ancora da pochi Stati, tuttavia considerati come un possibile sviluppo della raccolta dal quale si potrebbe ricavare molto materiale per allentare la pressione della domanda di rPET e incrementare la circolarità dell’imballaggio in plastica. Anche il riciclo chimico è stato citato fra le ipotesi per incrementare la quota di riciclato disponibile sul mercato. Eunomia stima una crescita della capacità di riciclo in questo settore che passerebbe dalle attuali 68 Kton di raccolta e preparazione dedicata alle 350 Kton del 2025 per una produzione di rPET “virgin like” di circa 345 Kton.

Sostenibilità, massimizzazione della raccolta e guerra al “greenwashing”

L’intervento di Alessandro Pirondini di CPME, l’associazione europea dei produttori di resina PET, richiama l’attenzione sulla necessità di perseguire la sostenibilità del PET e di preservare e potenziare la sua catena del valore in Europa. In tale contesto lo spettro del “greenwhashing” è stato un argomento incombente durante molti momenti della conferenza. La parola “bugia” è stata spesso presente negli interventi dei relatori, riferita a tutte quelle dichiarazioni che comunicano informazioni non veritiere e destabilizzanti per il consumatore, rispetto a un settore industriale il cui impatto sull’ambiente va attentamente considerato in quanto spesso è inferiore a ciò che viene diffuso dai media. Meno plastica, infatti, non vuol dire sempre più sostenibilità. Lapidaria in questo frangente è stata la risposta di Antonello Ciotti ad una domanda giunta dalla platea che richiamava la necessità di una riduzione a priori dell’impiego di imballaggi in plastica. In risposta, il Presidente di Petcore ha sottolineato la corretta osservazione rispetto alla quale, tuttavia, bisogna dar precedenza alla priorità di preservare il cibo ed evitarne lo spreco, rispetto a una politica di riduzione teorica dell’utilizzo dell’imballaggio che passa in secondo piano. L’industria del PET deve adoperare la leva comunicativa in maniera tempestiva e decisa in quanto “se non si reagisce non si esiste”, per parafrasare una frase di Filipe de Botton, chairman di Logoplaste, intervenuto alla conferenza. Il focus sull’importanza della comunicazione, che verrà anche richiamato in chiusura della conferenza, è stato ben spiegato da Sam Rowe di Caro Consulting che ha esaminato gli sforzi fatti fino a questo momento da PETCORE per comunicare in maniera trasparente e veritiera la sostenibilità del mondo del PET. L’utilizzo di filigrane digitali (digimarc e watermarc) che consentirebbero all’imballaggio di comunicare con le tecnologie di selezione è fra le soluzioni proposte per incrementare una raccolta di qualità e intercettare il flusso di rifiuti di interesse. Nel corso della Conferenza tale tecnologia è stata più volte considerata quale fattore strategico per un cambio di passo. In questa direzione, l’intervento di Paccor ha sostenuto energicamente l’impiego di filigrane digitali, considerate come l’elemento che consentirebbe un’evoluzione dei sistemi tecnologici di selezione verso ciò che oggi viene denominata “smart sorting”, ideale per ridurre la presenza di articoli non desiderati nelle fasi di selezione del rifiuto. La carta di identità elettronica dell’imballaggio può comunicare una quantità di informazioni potenzialmente infinita, consentendo un’accuratezza della selezione che, secondo le informazioni presentate da Paccor inerenti alla collaborazione con Holy Grail 2.0, potrebbe arrivare a una precisione del 99% nella cernita del rifiuto. Tutte le soluzioni indirizzate alla massimizzazione della raccolta e accurata selezione del rifiuto sono benvenute dall’industria del riciclo delle materie plastiche, compresa la parte devota al PET. La problematica da risolvere è tuttavia la carenza di “feedstock”. Elemento, questo, emerso in diverse battute della Conferenza PETCORE 2022. Non c’è abbastanza ri-

produzione vPET (forma primaria) Import (lastre) Export (lastre) Domanda totale Import (forma primaria) Export (forma primaria) produzione rPET (alta viscosità)

Filipe de Botton, figlio del fondatore di Logoplaste, Marcel de Bottom

fiuto idoneo al riciclo per soddisfare la domanda di rPlastics. Per incrementare la raccolta potrebbe essere utile un impiego massivo dei sistemi di deposito e restituzione del rifiuto di imballaggio (DRS). Questo consentirebbe di intercettare i flussi che ancora sfuggono alle maglie della raccolta differenziata e concorrerebbe al raggiungimento degli ambiziosi target imposti dal legislatore comunitario. L’impiego dei sistemi di deposito e cauzione è stato da più parti sostenuto nel corso dell’evento, richiamando nondimeno l’attenzione ad una gestione sistemica accurata per evitare un effetto controproducente.

Un quadro legislativo ambizioso che mette alla prova le potenzialità di crescita

L’intervento di Laure Baillargeon (Commissione EU) conferma i target già presenti nella legislazione vigente e proposti in altre iniziative della Commissione EU. Sono diversi gli obiettivi passati in rassegna e previsti dalla legislazione: la riciclabilità e riutilizzabilità degli imballaggi in plastica al 2030, il 55% di imballaggi in plastica riciclati, il contenuto del 30% di riciclato nel beverage e, sempre entro il 2030, la riduzione delle emissioni di CO2 del 55% rispetto al 1990. Siamo purtroppo ancora lontani da tali obiettivi come ben evidenziato dalla Commissione EU soprattutto per ciò che riguarda l’impiego di riciclato nei prodotti, che ad oggi stagna intorno al 6%. Necessita quindi un’azione decisa e un cambio di passo sebbene i progressi esistano, anche sotto l’input dell’iniziativa lanciata dalla Commissione nel 2018, la Circular Plastics Alliance rispetto a cui Laure Baillargeon descrive il grande sforzo di tutti i soggetti coinvolti, compresa l’attività imprescindibile del CEN nell’elaborare standards che potrebbero essere inseriti in una futura legislazione comunitaria.

Riciclo chimico e contatto con alimenti, un binomio per avvicinarsi agli obiettivi UE

La disamina legislativa proposta durante la Conferenza ha passato in rassegna anche la nuova normativa inerente ai prodotti in plastica destinati a venire a contatto con alimenti secondo le prescrizioni del Regolamento (UE) 10/2011 del 14 gennaio 2011 e successive modifiche. Al di là dell’interesse che è insito nel regolamento, in quanto vengono apportate alcune importanti modifiche nei test relativi ai requisiti di migrazione per gli imballaggi a barriera funzionale, viene confermato che i processi di riciclo chimico che arrivino a produrre un monomero da rPET incluso nella lista dei monomeri per cui è consentito il contatto alimentare, non debbano sottostare alle disposizioni del Regolamento nella parte che disciplina la produzione di plastica riciclata destinata al contatto alimentare. Il riciclo chimico, che non ha mancato di animare la platea della Conferenza 2022 di Petcore, è stato approfondito nella sezione dedicata agli aspetti più tecnici dei processi di produzione. L’onere di sviscerare questo argomento è stato lasciato a Mike Neal (CPME e co-fondatore di Petcore) e Bruno Langlois (Carbios) che hanno approfondito i risvolti del Regolamento EU 10/2011 e gli sforzi del gruppo di lavoro costituito in Petcore che si dedica da tempo al riciclo chimico. Alla base della necessità di considerare il riciclo chimico c’è un assunto, ossia che la quota parte di rPET disponibile per raggiungere il target imposto dalla direttiva SUP - che prevede un 25% di riciclato nelle future bottiglie di PET entro il 2025 e il 30% per tutte le bottiglie al 2030 – è appena sufficiente per raggiungere tale obiettivo e rischia di diventare troppo bassa se non si sviluppano altre vie per riciclare PET post-consumo. Dei 2,7 milioni di tonnellate di bottiglie in PET sul mercato europeo nel 2021 se ne raccolgono circa 2,5 milioni di cui solo 0,7 milioni

“…tazza per alimentari in polipropilene” “…migliore per il riciclo”

“…manicotto in carta per alimenti”

“Selezione perfetta…” “Sono una tazza per alimenti in polipropilene”

“Sono uno yogurt alla ciliegia proveniente da un’azienda agricola biologica. Ho 50 Kcal per 100g”

“La mia App per la salute sa che ho mangiato 6 grammi di proteine e 3 grammi di carboidrati. E io so esattamente come riciclare la tazza e il manicotto!”

“Bene! la scansione è più veloce perché il codice è dappertutto!” ”Bene, questo è un prodotto salutare con imballaggio riciclabile. Questo è un link al video dell’azienda agricola”

Paesi che adotteranno gli schemi DRS (Deposit Return Scheme) da qui al 2025 (Fonte Petcore) 1994-2016

Svezia Finlandia Danimarca Germania Olanda Estonia Croazia Lituania 2022

Slovacchia Lettonia Malta 2023

Romania Portogallo Ungheria Irlanda Entro la fine del 2025, almeno 20 stati membri dell’UE che rappresentano il 45% della popolazione europea, implementeranno schemi di deposito per gli imballaggi del beverage

2024

Grecia Cipro 2025

Austria

Contenuto di riciclato

Tasso di riciclo (avviato a riciclo)

Tasso di riciclabilità

Stato dell’arte 2018: 1 Mt (2%) 2020: 1,4 Mt (6,6%) 2018: 42% 2020: 46% 2020: 8,2 Mt avviate a riciclo Non disponibile Stato dell’arte vs obiettivi di riciclo UE (milioni di tonnellate) (Fonte Commissione UE) Obiettivi EU 10 Mt entro il 2025 (3Mt di imballaggi?) 30% entro il 2030? (6-7 Mt?) 2025: 9,8 Mt avviate a riciclo 55% entro il 2030

100% entro il 2030

producono polimero di rPET disponibile per essere impiegato nella produzione di nuove bottiglie. Raggiungere e mantenere il target che prevede al 2025 il 25% di riciclato nelle bottiglie di PET comporterà ulteriori sforzi rispetto ai quali il comparto deve essere pronto.

R&D nei gruppi di lavoro di Petcore dedicati

La conferenza prosegue nella seconda giornata con approfondimenti relativi alle attività dei diversi Gruppi di lavoro di Petcore per dare spazio a quello che l’associazione sta facendo per la ricerca e sviluppo. Sono stati toccati importanti argomenti per la filiera, tra cui: • l’analisi del ciclo di vita (LCA) degli articoli in PET, indispensabile per pesare adeguatamente l’impatto ambientale del polimero nelle varie sue applicazioni; • il lavoro del gruppo dedicato alla termoformatura, che ha relazionato sullo stato dell’arte dei progetti in essere, in particolare rispetto alle linee guida elaborate dal gruppo dedicato per

un’adeguata progettazione degli articoli per agevolarne il recupero e riciclo; • il riciclo del PET bianco e opaco è stato invece considerato dall’intervento di Citeo, associazione francese nata dalla fusione tra due associazioni del riciclo: Eco-Emballages, che riunisce le aziende che operano nel riciclo di imballaggi in plastica ed Ecofolio. Ad Antonello Ciotti è riservato il piacere di chiudere la Conferenza annuale Petcore 2022. Una due-giorni che ha condiviso con i suoi partecipanti informazioni fondamentali per conoscere meglio caratteristiche, dinamiche e anche risvolti poco noti del mondo del PET. Ed è proprio nella “comunicazione” che il Presidente di Petcore individua il “must” dell’evento. La comunicazione viene quindi individuata come imprescindibile fattore per interagire con i “decision maker in Bruxelles” per accorciare la distanza fra gli operatori del settore ed essere presenti con le proprie istanze sui tavoli del legislatore. Una comunicazione che si rivolge ai membri di Petcore così come al mercato e alle Istituzioni. Fra i key points identificati emerge anche l’importanza della raccolta del rifiuto in PET, in considerazione del fatto che attorno al tavolo dell’attuale Petcore Conference 2022 non erano rappresentanti gli EPR Scheme. Una promessa è quella di invitare al prossimo evento interlocutori responsabili della raccolta locale, elemento che è risultato essere allo stesso tempo critico e strategico per l’industria di casa. Infine, dopo aver espresso l’intento di dedicare uno spazio esclusivo ai progetti di ricerca e sviluppo, visti i progressi raggiunti dai diversi gruppi di lavoro, le ultime battute riservano un’apertura alle NGO, in rappresentanza del consumatore finale, la cui presenza nei prossimi eventi associativi potrebbe rendere ancora più interessante e allargata a ulteriori stakeholder della filiera del PET la prossima conferenza annuale di Petcore, che si terrà a Bruxelles dall’1 al 2 febbraio 2023 a celebrare in quell’occasione il trentennale dell’associazione nata nel 1993.

FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA NELLA TERMOSALDATURA FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA NELLA TERMOSALDATURA FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA NELLA TERMOSALDATURA FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA NELLA TERMOSALDATURA

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ROLL TO ROLL ROLL TO ROLL ROLL TO ROLL ROLL TO ROLL

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