La gioia di donare

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La gioia di donare

Mentale

Questo e-book contiene alcune testimonianze di chi, per motivi diversi, ha deciso di sostenere Progetto Itaca. Il loro contributo si è trasformato in un aiuto concreto per tante persone che convivono ogni giorno con un disagio psichico, e per tutti i famigliari che insieme a loro condividono

le difficoltà e le sofferenze della malattia. Non solo, il loro supporto è diventato anche lotta allo stigma e al pregiudizio, parole di conforto per chi ci chiama, informazioni utili per evitare l'insorgere o l'aggravarsi della malattia tra i giovani. E molto altro ancora.

Grazie!

Per la mente, con il cuore
Sette storie d'amore per la Salute
01 PROGETTO ITACA MILANO
Ti auguriamo una buona lettura e, con la speranza che questi racconti risveglino in te la gioia di donare, ti facciamo i migliori auguri di buon Natale.

Sommario

Ma che colpa abbiamo noi? Carla

Quando senti di sparire Simone

Aiuta ad aiutare Giulia

Mi tendi la mano? Daria

senza

02 PROGETTO ITACA MILANO
1
2
5
7
4
Un tunnel
luce Melissa 6 Apri gli occhi Veronica
In frantumi Cosimo
3
capito che i disturbi mentali hanno la stessa dignità e spesso un funzionamento simile a quelli fisici. Carla 03 PROGETTO ITACA MILANO
Ho

Mia madre, dopo 2 anni di depressione maggiore, si è tolta la vita. Mio fratello è affetto da personalità borderline e io soffro di disturbi d’ansia e attacchi di panico.

Molti penseranno: un caso umano, una tragedia più unica che rara. Alcuni penseranno: c’è della colpa in uno di quei tre per il disturbo dell’altro. E se la situazione fosse: mia madre è mancata per un tumore, mio fratello ha subito un ictus e io soffro di ipertensione. Molto più rassicurante, vero? Può accadere, è socialmente accettato. Per i disturbi mentali, invece, questo non è ancora considerato possibile. Nell’immaginario collettivo c’è il pregiudizio che ci siano colpe o situazioni al limite.

Attraverso la psicoterapia, ho capito che i disturbi mentali hanno la stessa dignità e spesso un funzionamento simile a quelli fisici. Per geni e fattori situazionali sono più esposta al rischio di disturbi mentali, ma non si tratta di una sentenza di morte o una malattia irrecuperabile. Semplicemente devo stare più attenta al mio benessere psicologico, come una persona che ha avuto casi di tumore in famiglia deve farsi controlli più frequenti. Devo anche assumere farmaci per tenere a bada gli attacchi di panico,

così come dovrei prendere farmaci se soffrissi di diabete o patologie alla tiroide Probabilmente non dovrò assumerli a vita ma, anche se fosse, la cosa non mi spaventa più. L’importante è che lo faccia affiancata da medici competenti, con il sostegno di un adeguato percorso psicoterapico

In tutto questo, ho una vita come tante persone: un lavoro di responsabilità, una figlia di 2 anni e una vita sociale. Ok, forse poteva andarmi meglio, soprattutto per la perdita della mia adorata mamma, ma chi non soffrirebbe enormemente per la perdita prematura di una mamma?

E guardando alla propria storia famigliare, in quanti potrebbero dire di non avere casi di patologie oncologiche, cardiovascolari, neurodegenerative o, appunto, mentali?

Per questo motivo sono sostenitrice di Progetto Itaca, per aiutare chi, come me, convive con un disagio psichico.

Carla

04 PROGETTO ITACA MILANO

Così i miei sintomi sono peggiorati in maniera progressiva. È stato un momento tremendo: passavo le mie giornate a letto, non mangiavo, non volevo vedere nessuno I miei genitori non accettavano né capivano quel che vivevo Non mi sostenevano in alcun modo. Nel frattempo, io uscivo ed entravo da un centro di salute all’altro.

A 22 anni ho iniziato a lavorare, per pagarmi una terapia che dura ormai da diversi anni. A lungo i miei disturbi mi hanno impedito di vivere. Vedevo gli altri andare avanti, raggiungere dei traguardi mentre io mi sentivo una nullità e mi autodistruggevo con autolesionismo e costanti pensieri distruttivi. Una volta, uno dei miei tentativi stava per avere successo. Sono stato ricoverato per una crisi cardiaca, causata da un mix di farmaci e alcol.

Quell’evento ha cambiato la mia vita. Il disturbo mentale mi fa ancora sentire diverso, isolato, lontano da tutti, incompreso, ma con tanta fatica vado avanti. Conosco molto bene il dolore lancinante che provoca il disagio mentale, la disabilità sociale che causa, aggravata dallo stigma che ci considera ancora come i “pazzi da manicomio”, la difficoltà di accesso alle cure per chi non ha disponibilità economica. Conosco questo inferno più di tutta la mia vita messa insieme.

Per questo ho deciso di sostenere Progetto Itaca, per poter contare su qualcuno quando senti di sparire, talmente è schiacciante il dolore mentale. Perché, in poche parole, credo in Progetto Itaca!

05 PROGETTO ITACA MILANO
Simone
ziato a soffrire di bi d’ansia essione a 18 anni. o studente avevo soldi per corso privato.
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Chi soffre di un disturbo mentale merita una vita degna di essere vissuta come chiunque altro. Giulia

Mi chiamo Giulia e lavoro nei servizi di Salute Mentale da 7 anni come riabilitatrice psichiatrica.

È stato e continua a essere difficile far capire alle persone a cui lo dico che disturbi emotivi, psicologici, psichiatrici non significano ‘gente che urla’, ‘gente che dà testate ai muri’, ‘gente capace di grandi violenze’. Salute Mentale è tutt'altro.

Incontro persone che vivono con disturbi mentali di vario genere ed entità e quasi mai, nella mia vita, ho avuto a che fare con le descrizioni sopra. Le persone che incontro hanno una storia da raccontare, difficile, di sofferenza, di non accettazione. Hanno storie di etichette addosso messe da altri, di preconcetti inutili, di stigma. In loro ho sempre intravisto risorse grandi che neanche le persone stesse sapevano di avere ed è proprio con le risorse che lavoro.

Non ci concentriamo sulle difficoltà, ma sulle capacità, sulla possibilità che la persona possa acquisirne di nuove

e possa rafforzare quelle già presenti. Progetto Itaca è proprio questo.

Alla base vi è il concetto che chi soffre di un disturbo mentale merita una vita degna di essere vissuta come chiunque altro.

Progetto Itaca aiuta chiunque si rivolga a loro a ricostruirsi un tessuto sociale, a inserirsi nel mondo del lavoro e, soprattutto, aiuta la persona a scoprire che si può fare, che anche lei è meritevole di questa vita, anche con una lunga malattia alle spalle, anche con difficoltà maggiori degli altri. Può e deve vivere come chiunque altro.

Ringrazio Progetto Itaca per essere in prima linea contro lo stigma e tutto quello che ne deriva. È per questo che ho deciso di sostenerla, per dare loro una mano, seppur piccola, che possa aiutarli ad aiutare ancora di più

Giulia

07 PROGETTO ITACA MILANO

Sono nata a Firenze, classe 1967. Ricordo quando ero bambina. La mia vita scorreva felice, tra una passeggiata sui Lungarni e i tramonti a Piazzale Michelangelo in compagnia di mio padre e mia madre. Avevo 13 anni quando mia madre iniziò a mostrare i primi sintomi di una depressione maggiore. Troppo piccola per rendermi conto di quale male stesse combattendo, ma abbastanza da capire che qualcosa non andava. Le giornate che passava a letto si facevano più frequenti, i suoi sorrisi e le visite degli amici sempre più rari.

colpa

per la mia

Era come se non rappresentassi per lei un motivo sufficiente per alzarsi dal letto e tornare a darmi l’affetto di sempre, l’amore di cui avevo bisogno. Un giorno mi feci coraggio e, sfinita e con le lacrime agli occhi, chiesi a mio padre: ‘Perché mamma si comporta in modo così strano?’. È stata quella la prima volta che ho sentito parlare di depressione. Allora se ne parlava meno di oggi, ma ancora non è abbastanza.

Oggi mia madre non c’è più, ma non è solo per lei che ho deciso di sostenere Progetto Itaca. È per i tanti ragazzi e ragazze che vivono oggi la stessa situazione di quand’ero adolescente: in quel momento avrei voluto che qualcuno mi avesse teso una mano, per rialzarmi dall’enorme sofferenza che provavo.

Daria

08 PROGETTO ITACA MILANO
Mi sentivo in
per non riuscire ad aiutarla. Non mi sentivo abbastanza
mamma.
Affrontare la parola “malattia” a fianco alla parola “mente”, ancora oggi è un tunnel da cui si fatica a vedere la luce. Melissa 09 PROGETTO ITACA MILANO

Sin da bambina ho sviluppato un’estrema

sensibilità

che mi portava a pensieri sgradevoli.

Ero irritabile e scostante con i continui commenti negativi che ogni giorno arrivavano dalla mia famiglia e dalla scuola.

A 20 anni entrai per la prima volta nello studio di una psicologa che peggiorò nettamente la situazione facendomi sentire in colpa, quindi decisi di lasciar perdere. Pensavo che questo disagio fosse solo nella mia testa e che non avessi nulla da curare.

Due anni dopo mi sono rivolta a un centro molto preparato, a seguito dell’ennesima corsa in Pronto Soccorso per una crisi di rabbia. Non mi diede la risposta che volevo: Disturbo Borderline di Personalità.

Affrontare la parola “malattia” a fianco alla parola “mente”, ancora oggi è un tunnel da cui si fatica a vedere la luce, accecati dal fatto che se una malattia non si vede, in realtà non esista.

Ho deciso di sostenere Progetto Itaca perché chi come me è affetto da un disagio mentale, non debba più interfacciarsi con l’ignoranza di chi dice che "di depressione non si muore".

Non solo si muore, ma ci si può rialzare, e ci si alza con le proprie mani. Non siamo "matti", non siamo "da rinchiudere", siamo persone che come tante altre (con altre patologie) hanno bisogno di comprensione e di sostegno.

Quello che sento di dire a chi è in dubbio sul proprio stato di salute è: aiutatevi e fatevi aiutare sempre, perché come qualsiasi malattia non curata finisce per peggiorare e diventare insostenibile, non abbiate vergogna di voi stessi mai.

10 PROGETTO ITACA MILANO
Melissa

Mai avrei pensato fosse tutto legato all'ansia, anche perché stavo vivendo un periodo molto felice della mia vita.

Nel frattempo vengo lasciata da quello che era il mio ragazzo e, poche settimane dopo, scopro che mia madre ha il Covid. Non abitavo più con lei, così non ho potuto abbracciarla o parlarle, neanche solo dietro una porta, per circa 3 mesi

Passato questo incubo pensavo fosse tutto a posto, ma da agosto 2020 ho iniziato a soffrire di attacchi d'ansia e agorafobia, specialmente sul lavoro. Da quel momento ho iniziato a sprofondare in un baratro. Non riesco più a fare cose normali, quotidiane, come uscire o andare a fare la spesa e l'ansia continua a crescere fino a diventare debilitante. Qualcuno a lavoro mi ha detto che sono diventata ‘una risorsa problematica’, che se smetto di pensarci andrà tutto bene e che è tutto nella mia testa, dimostrando per l’ennesima volta quanto la maggioranza delle persone sia ignorante sul tema del disagio mentale. Non necessariamente cattiva, ma lontana anni luce dal sapersi approcciare al tema e a chi ne soffre.

Ho deciso di donare a Progetto Itaca per dare una mano a persone come me che vengono additate come ‘pazze’, per aiutare gli altri ad aprire gli occhi su un tema che purtroppo ancora non si conosce abbastanza e che andrebbe affrontato con maggiore serietà ed empatia. Veronica

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A dicembre 2019 ho iniziato ad avere strani problemi di salute con conseguente perdita di peso.

esempio, queste parole sono state proibite a lungo. Purtroppo la Salute Mentale è un privilegio che ho dovuto raggiungere con le unghie e coi denti, dopo anni di depressione e ansia.

Eppure, anche nei momenti più difficili sono riuscito a non perdere la speranza e la forza per battermi contro la malattia Non è stato facile Al contrario, è stata la sfida più dolorosa che abbia mai affrontato. Oggi mi guardo indietro e mi piace credere che la vita, il destino abbia voluto farmi in frantumi perché potessi rinascere in una forma nuova, migliore di prima. La mia esperienza mi ha istruito alla gentilezza e all’altruismo, alla cura di sé e a quella del prossimo. Ciò ha significato anche calarmi nei panni di chi convive ogni giorno con i disturbi psichici (e molti altri) e sviluppare una sensibilità particolare verso chi ne soffre.

Per questo ho deciso di sostenere Progetto Itaca, perché ho provato sulla mia pelle l’inferno della malattia mentale e so quanto sia importante il vostro lavoro. Perché oggi, dopo anni difficili, con il cuore pieno di gioia e una consapevolezza profonda del valore di queste parole posso dirlo: sto bene Sono felice, nel mio piccolo, di fare la mia parte. Vi sarò sempre grato per ciò che fate.

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Sto bene - una frase semplice, una risposta sbrigativa che tante persone usano ogni giorno. Senza darle importanza.
Cosimo
© Progetto Itaca Milano, 2022 info@progettoitaca.org www.progettoitacamilano.org Dona ora

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