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DISEGNISOTTOVUOTO LA MATITA PER INSEGUIRE LA REALTÀ

Il potere che una matita e un foglio hanno di definire e cambiare la società e il mondo che ci circonda è da sempre indiscutibile. Sono in molti quelli che lo hanno compreso e forse lo sa anche Angelica che, nonostante definisca i suoi disegni dei piccoli “scarabocchi”, ha una community che raccoglie diverse migliaia di persone con cui condivide piccoli estratti della sua vita.

Angelica, che da qualche anno ormai si fa chiamare sui social “disegnisottovuoto”, racconta così il suo inizio con l’illustrazione: “Tra il 2016 e il 2017 ho iniziato a scarabocchiare i miei pensieri, le mie paure e le emozioni su carta, a caso, senza nessuna aspettativa. Era un modo per esternare cosa provavo e renderlo vero, dargli un contorno e anche il coraggio di affrontarlo. Difatti, i miei sono scarabocchi su temi che mi riguardano ma niente di pretenzioso”.

La sua pagina Instagram, che conta oltre 32.000 followers, è una raccolta di schizzi, frasi e vignette che raccontano cosa significa rapportarsi con le proprie emozioni, talvolta anche con un pizzico di ironia. Come è naturale che sia, con un seguito simile la pressione rischia di diventare troppa, anche se Angelica spiega come abbia trovato il modo di vivere con serenità il rapporto di condivisione: “Ci scambiamo opinioni, consigli e parliamo di temi per me molto importanti. Sondaggi e post, spunti di riflessione sono un modo per rimanere in contatto con loro”.

Anche l’influenza che spesso è legata all’utilizzo dei social per Angelica è impregnata di ottimismo: “I social mi mettono ansia da prestazione, dentro e fuori disegnisotto - vuoto. Sembra non ci sia spazio per tutti, invece è importante utilizzare i social come uno spazio sicuro, di condivisione e di normalizzazione”. Anche quando si parla di salute mentale infatti i social sono fondamentali: “Sdoganare, normalizzare, scardinare, decostruire. I social sono veloci, le parole e i contenuti sono immediati e perciò possiamo farne buon uso” continua Angelica spiegando l’aiuto che queste piattaforme possono fornire per abbatte - re lo stigma che grava sulla salute mentale.

Angelica, per esempio, racconta come ha affrontato il periodo di pandemia: “Ho iniziato il mio percorso di terapia durante il primo lockdown, in chiamata. Non è stato facile, chiudersi nelle mura di casa in un ambiente dove non volevo essere, con la paura per quello che sarebbe potuto succedere. Sono grata di aver preso coraggio e aver chiesto aiuto”.

“Tra il 2016 e il 2017 ho iniziato a scarabocchiare i miei pensieri, le mie paure e le emozioni su carta, a caso, senza nessuna aspettativa”.

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