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L’ESTATE DELLO SBALLO

Viaggio nelle nuove droghe. Più potenti ed economiche di sempre, sono alla base di una nuova, silenziosa e preoccupante epidemia. Che ha effetti disastrosi sul cervello

di Carmine Gazzanni

AForte dei Marmi, in discoteca, le pasticche passano di mano in mano: costano da cinque a venti euro, promettono uno sballo istantaneo, soprattutto se innaffiate dal giusto drink. Simile la situazione in Costa Smeralda, nei locali del Salento dove si tira l’alba fra musica e divertimento, ma anche sulle spiagge di Rimini e di Milano Marittima.

Il 2023 è l’estate dello sballo. Un viaggio in cui ci si perde a ritmi di bibite alcoliche, hit pop intrise di ritmi sudamericani e droghe. Tantissime, diversissime, droghe.

Il nostro Paese è attraversato silenziosamente da un fiume di droga che scorre da Torino a Palermo, passando da Firenze e Napoli. Se in principio fu l’eroina, adesso la situazione ha smesso di essere semplicemente allarmante, e ha acquisito i toni foschi di un’epidemia.

Gli stupefacenti più noti - ad esempio la cocaina, la marijuana, o la Mdma - sono ormai solo un frammento del complesso mosaico che contraddistingue il presente e che viene scandito dalle designer drug (ovvero un insieme di sostanze calibrate per evitare la classificazione come droga, e riuscire così ad aggirare le norme sulle sostanze illegali), ma anche da ketamina e da mix di psicofarmaci accompagnati dall’abuso di alcol per amplificarne gli effetti.

«Oggi il mercato delle droghe è molto fluido. Da una parte abbiamo una serie di sostanze classiche che spesso sono accompagnate da servizi completi e costosi affinati durante gli anni della pandemia, come il delivery espresso a domicilio, dall’altra una vasta offerta di droghe low cost», spiega Riccardo Gatti, psichiatra e autorità sul tema. Sintetizzando: luogo che vai, droga (e consumatore) che trovi. Un esempio? Nei sotterranei della stazione di Firenze, Santa Maria Novella, durante un breve passaggio dei giovani spacciatori - tutti con il cappellino da baseball in testa, scarpe da ginnastica alla moda ai piedi e una sigaretta fra le labbra nonostante il divieto di fumo - mi propongono cocaina, marijuana e non meglio identificate pasticche. C’è anche la possibilità di pagare con il POS.

Gli stupefacenti più noti - ad esempio la cocaina, la marijuana, o la Mdma - sono ormai solo un frammento del complesso mosaico che contraddistingue il presente e che viene scandito dalle designer drug (ovvero un insieme di sostanze calibrate per evitare la classificazione come droga, e riuscire così ad aggirare le norme sulle sostanze illegali), ma anche da ketamina e da mix di psicofarmaci accompagnati dall’abuso di alcol per amplificarne gli effetti.

Non molto diverso il copione a Napoli, dove nei pressi di Via Toledo viene praticata l’offerta 2x3, ovvero «la terza dose è in omaggio»; quando spiego di non essere interessati, lo spacciatore - dal marcato accento locale, la t-shit del Napoli campione addosso - sbotta: «E allora cosa ci fai qua?».

Sarebbe possibile scrivere un trattato sui luoghi inscindibili dalla vendita di stupefacenti nella realtà e nella memoria collettiva - da Scampia a Ballarò, dal Pigneto a Rogoredo -, ma di certo sarebbe meno impressionante delle invenzioni continue che la malavita (e i piccoli chimici fai da te) si inventano per attirare nuovi consumatori, e non deludere gli affezionati. Il caso più eclatante arriva da quelli che in molti considerano il cuore pulsante della malavita barese: Japigia. Qui incontro Alex T., 21 anni, che si definisce un «imprenditore del settore» e che racconta la sua intuizione: «Sono attivo 24 ore su 24, e l’ordine si fa via WhatsApp o su Instagram. La prima dose di solito, soprattutto ai ragazzini, la regalo per far capire quanto è buona la mia roba. Dopo tornano, tornano sempre. E quando finiscono i soldi invece di fare credito, perché non si sa mai, accetto di tutto: gioielli, cellulari e anche i buoni pasto o i ticket restaurant di mamma e papà».

I consumatori più ricercati sono i giovanissimi. Perché hanno bas- si margini di spesa - ma a questo il mercato supplisce costruendo sinteticamente droghe di laboratorio in grado di emulare gli effetti di quelle più costose - ma altissime possibilità di diventare clienti regolari.

«Non esiste un profilo unico di consumatore», commenta il prof. Andrea Fagiolini dell’Università di Siena (un approfondimento nella sua intervista sempre su questo numero). «Le motivazioni e le circostanze variano, ma ci sono delle caratteristiche e dei fattori di rischio relativamente comuni come la necessità di vivere nuove esperienze, sensazioni inaspettate o rompere la routine e così vincere la noia. Caratteristiche spesso associate a disturbi di personalità».

Il menù delle proposte si dimostra direttamente proporzionale alle necessità e ai luoghi di consumo. Un po’ come emerge dall’ultima relazione dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA): per quanto riguarda gli oppiacei circa il 7,9% degli italiani tra i 15 e i 64 anni ne fa un uso «ad alto rischio». In pratica, quasi una persona ogni dieci. Si va al 6,9% (la media Ue è il 5) per la cocaina; a seguire amfetamine (2,4) e Mdma (2,7). Gli ultimi dati (risalenti al 2020) parlano di 308 decessi indotti dall’utilizzo degli stupefacenti.

Peggio di noi in Europa fanno solo Germania (1.581), Spagna (546) e Francia (465).

«Sempre più giovani sperimentatori si avvicinano a questo mondo», nota Icro Maremmani, fondatore della Società Italiana Tossicodipendenze e da sempre in prima linea sul tema. «Lo fanno per vivere nuove emozioni, usando sostanze che non danno dipendenza e il cui grado di tolleranza non varia del tempo. Il loro uso di droghe è saltuario e ricreativo. Attenzione però: questo non vuol dire che non ci siano complicazioni».

I ragazzi e le ragazze protagoniste di questo viaggio assomigliano tutti a delle Christiane F. meno romantiche e molto più furbe. Spesso vestono alla moda, postano ogni istante della loro vita e non sembrano essere dei dropout. Anzi.

«Siamo davanti a un nuovo mondo di tossicomani. Giovanissimi che si infilano fra le maglie del sistema, e che così non vengono monitorati, portando a un’evidente sottovalutazione nelle stime», aggiunge Maremmani. Nonostante questo, però, i dati raccolti dal dipartimento delle Politiche antidroga - oggi guidato dal sottosegretario Alberto Mantovano - risultano ugualmente allarmanti: tra gli studenti 15-19enni, circa 460mila (18%) hanno assunto una sostanza psicoattiva illegale nel corso dell’ultimo anno, il 10% ha fatto uso di sostanze nell’ultimo mese e il 2,8% ne ha fatto uso più volte a settimana. Esattamente come Clara S., 28 anni, che incontro a Modena durante le giornate novembrine del contestatissimo rave party. «Io non sono una tossica! Sfido chiunque a dimostrare che tutto quello che consumo, e che produco in casa, sia indicato come droga», ironizza da dentro il suo piccolo stand, strategicamente posizionato fra un venditore di cocaina (una dose a venti euro) e marijuana (dieci a cartina). Effettivamente sta proprio nello studio della legislazione - e nel talento di porsi leggermente sotto le soglie d’allarme - la capacità imprenditoriale - per citare il barese Alex - di chi decide di aprire un “laboratorio home made”. Anche questa volta, sono sempre i dati a parlare: la trasformazione delle sostanze è così rapida da farsi inseguire (spesso in modo fallimentare) dagli organi di vigilanza. Secondo l’ultimo dato a disposizione, che risale al 2021, sono state riconosciute ulteriori 93 sostanze fino all’anno prima sconosciute. A tal proposito, basti sapere che il monitoraggio del Ministero della Salute prevede 4 tabelle differenti, una per ogni tipologia. Nella prima compaiono oppiacei (come la morfina), cocaina, amfetamine e derivati (eroina e designer drugs), allucinogeni; nella seconda cannabis; nella terza barbiturici; nella quarta benzodiazepine. Solo nella prima tabella compaiono 555 voci differenti. E delle 93 riconosciute nel 2021, 88 sono state inserite proprio in questa categoria. «Sono fotografie che raccontano il passato. Non cambiano solo le droghe, ma anche il modo in cui vengono assunte e i loro effetti mitigati o amplificati. Un esempio è quello delle benzodiazepine: se vengono assunte in modeste quantità hanno effetti disinibenti, spesso sfruttati in associazione ad alcolici», puntualizza ancora Maremmani. Bisogna rilevare che - secondo i più recenti dati Aifa - 17 milioni di italiani fanno uso di psicofarmaci. Più facili da reperire, e con caratteristiche di duttilità a seconda dei dosaggi e dei mix, creano una sorta di legalizzato commercio parallelo dello sballo.

Sarebbe possibile scrivere un trattato sui luoghi inscindibili dalla vendita di stupefacenti nella realtà e nella memoria collettiva - da Scampia a Ballarò, dal Pigneto a Rogoredo -, ma di certo sarebbe meno impressionante delle invenzioni continue che la malavita (e i piccoli chimici fai da te) si inventano per attirare nuovi consumatori, e non deludere gli affezionati.

La natura inodore, incolore e insapore è anche la caratterista principale del Ghb o acido gamma-idrossibutirrato, comunemente conosciuto come “Ecstasy liquida” o “droga dello stupro”, gettonatissimo in discoteca o nei cosiddetti “party drugs”. Solo nel 2021 sono state denunciate 123 persone e sequestrati 13 kg e quasi 90 litri di sostanza.

«Da non sottovalutare poi l’utilizzo di sostanze nel chemsex, pratica che ha avuto origine nel Regno Unito e che consiste nel ricorso a specifiche sostanze per favorire la prestazione sessuale ed aumentarne la durata. Non è collegata all’abuso, ma situazionale: si fa uso di droghe o di sostanze legali per rendere l’orgasmo più piacevole, per stimolare l’erezione, per amplificare le sensazioni di piacere», commenta Gatti.

La natura inodore, incolore e insapore è anche la caratterista principale del Ghb o acido gamma-idrossibutirrato, comunemente conosciuto come “Ecstasy liquida” o “droga dello stupro”, gettonatissimo in discoteca o nei cosiddetti “party drugs”. Solo nel 2021 sono state denunciate 123 persone e sequestrati 13 kg e quasi 90 litri di sostanza. Il record assoluto negli ultimi dieci anni. Un fenomeno la cui portata si può intuire da un dato: solo negli ospedali milanesi si contano oltre 70 donne che hanno denunciato abusi di cui poi non ricordavano nulla. Nonostante la pericolosità, il Ghb è facilmente reperibile. Come? Il kit per fabbricarla si trova anche su internet.

Sul tema, prevedibilmente, il web si rivela una miniera, fonte inesauribile anche delle sostanze più alla moda come il captagon. «Si tratta di uno stimolante sintetico che nasce come un farmaco per curare deficit dell’attenzione, depressione e narcolessia. Ben presto ci si accorge che può dare dipendenza, ha anche effetti allucinogeni, e incomincia a circolare clandestinamente a scopo d’abuso. Fino a generare, come sta accadendo adesso, una vera e propria epidemia», riflette il dott. Gatti. Simile la situazione emergenziale prodotta dal fentanyl, farmaco originariamente creato per alleviare i dolori dei malati oncologici. A San Francisco è ormai allarme sociale dato che i decessi correlati all’uso di stupefacenti - a cominciare proprio dal fentanyl - sono aumentati del 41%. E la situazione non sembra migliore in Italia, dove fioccano denunce per ricette false e furti in farmacia.«La particolarità di questo farmaco - commenta Maremmani - è che a livello cerebrale ha simili effetti dell’eroina. Per cui se ci sono difficoltà a reperire quest’ultima, basta magari un medico o un farmacista poco attento o compiacente per procurarsi una scatola».

Da Nord a Sud, il consumo di stupefacenti si rivela dunque trasversale. Come spiega il dott. Gatti però «Gli osservatori tradizionali ormai sono anacronistici. Fra sondaggi e dichiarazioni di chi si rivolge alle struttura non abbiamo alcuna rappresentanza dei fenomeni nuovi, e questo non ci permette di prevenire le epidemie e di organizzare risposte idonee». Uno spunto di riflessione è quello offerto dall’analisi delle sostanze presenti nelle acque reflue. L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano svela come, in Italia, la cocaina sia la seconda sostanza più consumata dopo la cannabis. I dati ci parlano di una media di 26 dosi ogni mille abitanti al giorno a Montichiari (Brescia), 23 a Venezia, 21 a Fidenza, 20 a Roma, 19 a Bologna. Per quanto riguarda l’eroina, invece, spicca Perugia (con 12 dosi), seguita da Bologna, Fidenza, Ancona. Inferiori i consumi di metanfetamina - più elevati solo nelle grandi città come Roma, Milano e Bologna - e di ecstasy, i cui primi consumatori sono i triestini. Interessante quanto rivelato poi da uno studio europeo portato avanti su 104 città in 21 Paesi. Milano è quarta per il consumo di ketamina. Almeno per ora.

Droghe Per Tutte Le Tasche

Ormai esiste una droga per tutte le tasche. Nel 2021, relativamente alla marijuana, i prezzi del traffico oscillano tra 2.363 e 3.347 euro al kg e quelli dello spaccio tra 8 e 11 euro al grammo. Per quanto riguarda l’hashish, in riferimento al canale del traffico e dello spaccio, i prezzi oscillano rispettivamente tra 2.705 e 3.773 euro e tra 10 e 13 euro. I prezzi dell’eroina si differenziano notevolmente in base alla tipologia: il prezzo dell’eroina brown (diamorfina base) oscilla tra 17.727 e 22.594 euro mentre quello riferito allo spaccio tra i 37 e i 45 euro; relativamente all’eroina bianca (cloridrato di diacetilmorfina) si va da 26.870 a 31.896 euro e quelli dello spaccio tra 48 e 59 euro. La cocaina è la sostanza che si caratterizza per i prezzi più elevati: variano tra 35.579 e 41.511 euro nel canale del traffico e tra 73 e 93 euro al dettaglio. Il prezzo medio per 1.000 pasticche di ecstasy, invece, varia tra 7.646 e 9.059 euro, e una singola dose al dettaglio ha un prezzo che oscilla tra 16 e 21 euro. Infine, per quanto riguarda le sostanze stimolanti, i prezzi del traffico relativi alle amfetamine variano tra 6.628 e 7.600 euro, quelli delle metamfetamine tra 10.646 e 11.445 euro e tra 9.799 e 10.799 euro quelli dell’LSD. I prezzi al mercato dello spaccio risultano compresi tra 23 e 28 euro per una dose di amfetamine, tra 26 e 34 euro per metamfetamine e tra 20 e 28 euro per LSD. Un business multimilionario e globale, che riesce a restare sommerso e florido nonostante le tante operazioni antidroga che vengono messe in atto nel nostro Paese. Un dato su tutti: l’ultimo report antidroga relativo al 2021 ha registrato sequestri per 91 tonnellate di stupefacenti (di cui 20 di cocaina).

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