PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.45

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

Anno 2 - n° 45

9 DICEMBRE 2010 1 EURo

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ISSN 1593-6309

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IL SETTIMAnALE DI A, B, LEGA PRo, D, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5

L ’ a t t es a è f in it a : P r o fe s s i on e C al c i o T v o g n i g io r n o d a ll e 1 9 . 3 0 a l l e 21 . 3 0 e l a d o m e n i c a dal le 14 al le 18 s u B LU SK Y 92 6


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Il Paese dei cazzeggiatori di Massimiliano Giacomini

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OMA - Ha ragione Mario Macalli quando dice che a nessuno importa di cambiare il calcio e che cazzeg giano e basta. Quello che più sconvolge è che il cazzeggiamento dei “governatori” dello sport italiano è sotto gli occhi di tutti, quello che si vede passa inosservato è questa una regola che sembra essere un dogma fondamentale della politica dei cazzeggiatori italiani. Cazzeggia il CONI quando non vigila sui compor-

tamenti delle Federazioni. Cazzeggia il presidente Petrucci quando si schiera a difesa della FIGC, subito dopo la disfatta dell’Under 21 di Casiraghi, che ci è costata l’Olimpiade di Londra 2012, primo vero fallimento del Comitato Olimpico Italiano. Cazzeggia la Federcalcio quando permette tutto a tutti e non trova il coraggio di sbattere i pugni sul tavolo. Cazzeggia il presidente Abete quando non trova il coraggio per rimettere il suo mandato al termine dei Mondiali disastrosi e dei continui fallimenti delle Nazionali

minori. Cazzeggia la Procura Federale della FIGC quando ci chiama per parlare di Robin Hood, facendo finta di non vedere tutte le altre pagine dove parliamo di campi ed omologazioni killer o di altre “schiefezze” del calcio italiano. Cazzeggia l’Assocalciatori che minaccia scioperi scomodando i diritti umani di chi non guadagna milioni di Euro e poi non sciopera veramente quando dalla Lega Pro o dalle categorie minori vengono fuori casi eclatanti. Cazzeggia Demetrio Albertini quando afferma che le squadre

Sette domande al presidente Abete

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OMA - Egregio signor Abete, mi riferisco alla mia lettera aperta ospitata sul giornale “Libero” e ritengo che le considerazioni di carattere peronale da chiunque espresse, compreso naturamente il sottoscritto, lasciano il tempo che trovano. Le chiacchiere stanno a zero ma i fatti sono fatti, soprattutto se sono incontrovertibili ed agli atti di importanti organi della Federcalcio. In conseguenza di ciò Le pongo pubblicamente le seguenti domande: 1) È vero o non è vero che l'ex presidente del Comitato Interregionale è stato inibito per alcuni mesi ed ha lasciato un disavanzo di bilancio? A me non spetta valutare le motivazioni, come accertato dal Commissario Straordinario, il Senatore avv.Delogu e come più volte confermato in assemblee ed interviste dal Presidente della LND? È stato, nonostante tutto questo da Lei assunto, nella Sua veste di presidente

anche della Federcalcio srl, con un contratto a tempo determinato e con regolare stipendio? 2) È vero o non è vero che il presidente della Commissione Federale antidoping inviava persone non qualificate e non abillitate a svolgere le funzioni di rappresentante antidoping,con il rischio reale, in caso di positività, di rendere nullo il controllo a seguito di un eventuale ipotetico reclamo da parte della società interessata? È stato o non è stato inibito per questo? Nonostante che l'interessato fosse un violatore accertato dell'obbligo di lealtà sportiva Lei lo ha riconfermato, nonostante che in astratto si possa verificare una reiterazione della violazione della norma del Codice di Giustizia Sportiva, nel mentre ha deciso di allontanare il vicepresidente (il sottoscritto) che a quel principio si era attenuto e con onestà nei confronti della Federazione e dei terzi inte-

ressati, aveva con coraggio denunciate le accertate irregolarità. 3) È vero o non è vero che in passato il consigliere federale Ulivieri è stato squalificato per frode sprtiva (calcioscommesse) ed era l'allenatore del Parma nella discussa partita Parma-Verona su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Parma? 4) È vero o non è vero che in passato il signor Braschi è stato inibito per rapporti censurabili con il Siena Calcio, accertati ed agli atti della giustizia sportiva e con il Suo assordante silenzio, lo stesso è il designatore della massima divisione nazionale? 5) È vero o non è vero che l’articolo 24 dello Statuto Figc recita che il Consiglio Federale è l'organo di controllo, normativo e di indirizzo generale e di amministrazione della FIGC ed allo stesso tempo i signori Nicchi ed Ulivieri sono sia controllori, in quanto consiglieri federali, e sia controllati, nelle loro

Editoriale riserve delle società di Serie A dovrebbero disputare il campionato di Lega Pro. Cazzeggia Arrigo Sacchi che parla sempre di cambio di mentalità e critica in continuazione il modello italiano e poi mette sulle panchine delle Under solo i suoi figliocci. Cazzeggiano tutti quando ci vogliono far credere che per sedere sulle quelle poltrone non prendono una lira, forse una lira no ma Euro si. Cazzeggiano tutti quando siedono in Consiglio Federale e per salvaguardare il proprio orticello non tirano fuori le palle per ammettere che stanno fallendo e invece di dimostrare di essere uomini veri dormono e sbadigliano durante le riunioni.

rispettive funzioni di direttore della scuola allenatori presso il Centro Tecnico federale di Firenze (incarico da Lei conferitogli all’indomani della disastrata partecipazione della nostra Nazionale ai Mondiali del Sudafrica) e presidente del sindacato allenatori per Ulivieri e di codesignare della massima Serie nazionale per Nicchi? 6) È vero o non è vero che nell'ultimo Consiglio Federale Ella ha proposta la nomina del signor Petrone, ex procuratore del giocatore Roberto Baggio a componente del Comitato Esecutivo del Settore Tecnico federale, di cui lo stesso Baggio è presidente? E di fronte a chi obiettava su tale scelta, Ella ha rivendicato le sue prerogative decisionali di presidente? 7) Sono o non sono vere tutte le energie spese e le attività da me svolte, ad esclusivo titolo gratuito, nell'interesse della FIGC e della Lega Nazionale Dilettanti (compresa la redazione del DDL sul dilettantismo attualmente all’esame della Commissione Cultura del Senato della Repubblica e del quale Ella si è più volte pubblicamente

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Avviso a pagamento vantato) e ne fanno fede anche delle lettere di ringraziamento in mio possesso (fra le quali quella del 25 gennaio 2008 per l'erogazione di un milione di Euro da parte della presidenza del Consiglio sul fondo “Eventi itnternazionali” per la finale della Champion’s League tenutasi a Roma) da Lei indirizzatemi per "Costante attività in favore del mondo del calcio", soprattutto durante il mio incarico a Palazzo Chigi come capo della segreteria particolare del Sottosegretario di Stato allo Sport? Attendo, signor Abete, una Sua risposta a tutte queste domande ed eventuali smentite su quanto da me affermato, altrimenti i lettori ed il sottoscritto potrebbero trarre la conclusione (magari errata) che nella Sua Federcalcio coloro che hanno violato il principio dell'obbligo di lealtà sportiva abbiano titolo ad un favor iuris (ad un privilegio) rispetto a coloro, come il sottoscritto, che hanno sempre osservato le norme ed i principi di comportamento. Dott. Gino Tapinassi



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Opinione

Abbiamo deciso di dare la parola a chi di lavoro se ne intende: CGIL, UIL e il prof. Martone

Sciopero dei calciatori: la parola agli esperti

Giordano (CGIL): “Faccio fatica a vedere una persona che guadagna milioni di Euro come parte debole del contratto”. Scardaone (UIL): “Non si possono avere le tutele del lavoro dipendente con i vantaggi di quello autonomo”. Martone: “È un danno che ricade su tutto il Paese”. di Flavio Grisoli

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OMA – Sabato e domenica, molto probabilmente, gli stadi della Serie A italiana rimarranno chiusi. Non perché non adeguati allo spettacolo che ospitano, ma a causa della serrata dei protagonisti dello spettacolo, i calciatori. Motivo del contendere: il mancato rinnovo del contratto collettivo della categoria, che l’AIC (Associazione Italiana Calciatori, presieduta da 42 anni da Sergio “Ras” Campana) ha deciso di dividere su tre tavoli diversi: Serie A, Serie B e Lega Pro. Come se le tre categorie di calcio professionistico meritino specifiche contrattuali diverse. Non sarebbe neanche un discorso troppo lontano dal meritare considerazione, se solo il sindacato dei calciatori professionisti (si badi bene, professionisti in senso esteso, non professionisti di Serie A, Serie B e Lega Pro) abbia a cuore tutto il patrimonio umano di cui dispone e di cui si professa protettore. La trattativa con la Lega di Serie A, mediata dal presidente della FIGC Giancarlo Abete (che si è visto depauperato del proprio potere nell’ultima riunione svoltasi a Roma), si è

Luigi Scardaone (Foto Archivio)

arenata su un punto: gli allenamenti separati tra i vari componenti della rosa. Da un certo punto di vista, potrebbe apparire giusta come rivendicazione, perché metterebbe i giocatori su diversi piani di considerazione e, estendendo il concetto, anche passibili di “mobbing”. Il punto, però, è che situazioni di questo tipo accadono già. Si tratterebbe solo di mettere nero su bianco, per buona pace di tutti. Campana, dal suo eremo di Bassano del Grappa, aveva ordinato a Grosso e Calcagno di rifiutare qualsiasi proposta da parte di Abete, e così è stato. Oggi (martedì 7 dicembre), mentre il giornale va in stampa, il presidente FIGC ha convocato nuovamente le parti per una decisiva trattativa ad oltranza. Dubitiamo che si possa trovare un accordo, anche perché, come dice bene il presidente della Lega Pro Mario Macalli, si tratta di un incontro fra “Talebani”, che non hanno intenzione di cedere di nemmeno un millimetro dalla posizioni conqusitate finora. La gente, però, non capisce. Non capisce perché delle persone strapagate possano proclamare sciopero. Dall’altra parte ci si sente rispondere che non si tratta di sciopero, ma di “astensione dal lavoro”, di un rinvio della giornata calcistica a data da destinarsi. Come se si tratti di un rinvio per maltempo. «Ma gli operai di Mirafiori o Termini Imerese, che guadagnano 1000 Euro al mese, sanno che se proclamano sciopero, perdono il diritto alla retribuzione giornaliera, mentre invece i calciatori no», esordisce così Michel Martone, professore ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Teramo e professore

e vedo io “Il rischio ch cando io è che si sta g he può ”c una “partita ffetti portare ad e attesi uelli opposti da q tori” dai calcia d a no Roberto Gior incaricato per la stessa cattedra alla LUISS di Roma. «Questo momento storico – prosegue il giovane docente, nato a Nizza l’8 gennaio del 1974 – presuppone che lo sciopero venga utilizzato da persone che guadgnano mille Euro al mese. Ma non è tutto: questo sciopero provoca un danno non tanto ai datori di lavoro, quanto a tutto il Paese e sulle persone che alla domenica vogliono vedere lo spettacolo del calcio. È come lo sciopero dei controllori di volo: quando incrociano le braccia loro, sono costretti a fermarsi anche le altre migliaia di persone che lavorano negli aeroporti». È evidente come la posizione contrattuale dei calciatori professionisti rappresenti un “unicum” in tutto il contesto giuslavoristico italiano, prosegue Martone: «Tra il contratto collettivo subordinato dei calciatori e quello dei metalmeccanici c’è una bella differenza, direi infnita. Se un lavoratore viene trasferito da uno stabilimento all’altro con la semplice motivazione di “Riorganizzazione aziendale”, il calciatore perché non dovrebbe accettare il trasferimento ad altra squadra con la garanzia della stessa retribuzione e della stessa categoria? Si tratta di rivendicazioni che non sono assolutamente fondamentali». Ma non sarebbe arrivato il momento di cambiare lo status a livello contrattuale del calciatore, rendendolo a tutti gli effetti un lavoratore autonomo e non più subordinato? «Credo che l’urgenza non sia questa – prosegue Martone, che è


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Opinione

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anche editorialista del “Sole 24 Ore” – perché si tratta di una normativa nata in una situazione emergenziale che poi si è consolidata nel corso degli anni. La sentenza Bosman ha portato un cambiamento epocale, ma resta il fatto che i calciatori se ne sstanno approfittando». Negli ultimi giorni, probabilmente sotto la spinta di un’opinione pubblica che non approva questa decisione da parte di Campana e compagnia, si sta cercando di far credere che questo stato di agitazione sindacale sia anche per sensibilizzare tutti verso la situazione dei calciatori delle Serie minori: «La gente non capisce, è abbastanza evidente. Si chiedono – continua Martone – per quale motivo i Totti, gli Ibrahimovic, i Del Piero debbano scioperare pur guadagnando milioni di Euro, che poi, volendo scavare a fondo, i diritti di immagine che questi grandi calciatori percepiscono, sono sempre svincolati dal contratto base. Lo sciopero, in teoria, dovrebbe servire proprio per quei calciatori che guadagnano 1500 Euro al mese, per tutelare i loro diritti. Non ha senso per i milionari». Si ha la sensazione, ormai radicata, che l’AIC si interessi solo delle questioni dei grandi calciatori, perché a livello mediatico porta più visibilità: «Il discorso è che i calciatori vogliono fare shopping delle tutele dei lavoratori subordinati, mantenendo però i privilegi di quelli autonomi. Utilizzano la sciopero, paralizzando il campionato e creando danni a tutto il Paese. Per andare a seguire gli interes-

si dei più pagati, subiranno un danno immane gli altri. È chiaro che poi la gente non capisce». E in questo contesto le società, come la Juventus con Motta e Chiellini, ha fatto firmare i primi contratti “liberi”: «Le cose stanno così, c’è un ampio dibattito anche a livello accademico su come debba cambiare ulteriormente il Diritto del Lavoro. In questo caso, sono dell’idea che le tutele sindacali dovrebbero essere graduate a seconda dei compensi che si percepiscono. Il Diritto del Lavoro perde di valore – prosegue Martone, che nelle scorse settimane si era occupato, attraverso le colonne del “Sole”, di questo tema – perché se ne avvalgono persone che non ne hanno assolutamente bisogno». L’ultima riflessione del docente è emblematica: «Il limite delle retribuzioni dei calciatori, è che se vincono la Champion’s League ricevono un premio da parte della società, bisognerebbe poi verificare in che forma; se retrocedono invece? Le società non vengono certo rimborsate per gli scarsi risultati. Si tratta, in buona sostanza, dello stesso paradosso rappresentato dalle Stock Option dei top manager delle grandi aziende. Il cui abuso ha portato agli sfasci finanziari di cui tutti siamo a conoscenza». Dalla cattedra, al sindacato: abbiamo intervistato Roberto Giordano, della CGIL, per avere da lui un parere sull’annosa questione: «È un tema dai caratteri sicuramente atipici. I calciatori di Serie A rappresentano una punta dell’iceberg, perché compongono una minima parte di tutto il professionismo del pallone. La questione, invece, dovrebbe riguardare tutte le categorie. E di queste, c’è una parte importante del mondo del calcio che necessita di diritti, ma a me pare che si voglia utilizzare l’attenzione dei media per arrivare a dei risultati ben precisi. Il rischio che vedo io, è che una “partita” giocata in questa maniera possa portare all’effetto totalmente opposto. Si rischia di stridere con una presa di posizione di questo tipo: credo sia il caso di utilizzare altre forme di protesta». Sulla particolarità della tipologia lavorativa del calciatore: «Differenze così marcate fra componenti della stessa categoria lavorativa, non ne ricordo né ne ho mai viste – prosegue Giordano – e in questo caso è complicato parlare di diritti e tutele in senso generale. Il Diritto del Lavoro, per come è nato, presuppone che al tavolo della trattativa ci sia una Michel parte forte e una debole, che è quella Martone (Foto Archivio) che il Sindacato deve difendere. Io fatico molto a vedere come parte debole

della trattativa una persona che guadagna anche “solo” un milione di Euro all’anno, quando ci sono persone che a quella cifra non ci arrivano neanche dopo una vita intera di sacrifici». Prende ancora maggiormente le parti delle società Luigi Scardaone della UIL: «I calciatori, purtroppo, non si rendono conto del cambiamento epocale, e dei danni che ha procurato al sistema, rappresentato dalla sentenza Bosman. Partendo da loro, fino alle altre categorie lavorative. Quando si intraprendono queste battaglie rivendicative, un conto è farlo da poveri, ben altro è farlo da ricchi. Se si sceglie di essere lavoratori dipendenti, bene. Però si è cercato di rimediare ad una situazione di difficoltà buttando il bambino con l’acqua sporca. Si è passati da un eccesso all’altro. Credo sia arrivato il momento di fare una scelta, a livello giuslavoristico, netta: o lavoratore dipendente a tutti gli effetti, o autonomo. Il periodo dell’ibridismo contrattuale è finito. Più che altro – continua il rappresentante della UIL – perché si rischia di decretare la fine del calcio come spettacolo condiviso. Il presidente della Lazio Lotito, a mio parere, sta ingaggiando una battaglia giusta, perché ha capito qual è il problema: o dipendente, o autonomo. Non si tratta di un discorso moralista. Se le rivendicazioni sindacali fossero vere, allora tutti i calciatori che militano nelle Serie inferiori, allora che dovrebbero dire? Non si possono avere le tutele del lavoro dipendente con i vantaggi di quello autonomo». Ma l’AIC, in tutto questo, come opera? Dov’erano i Campana, i Grosso, gli Albertini, quando i giocatori dell’Igea Virtus lo scorso anno dormivano in macchina con le loro famiglie perché, non pagati, non avevano i soldi per pagare gli affitti di casa? «L’AIC fa un lavoro anomalo, ma non voglio andare oltre», conclude Scardaone. Vedremo quindi come andrà a concludersi questa vicenda, anche se abbiamo ancora degli interrogativi da porci, a cui gradiremmo avere delle risposte: siamo certi che i calciatori siano così entusiasti di scioperare? O forse ne deriverebbe un danno di immagine immane per le loro idolatrate figure? Campana ha utilizzato toni che se fosse ancora dei nostri il buon Berlinguer forse si sarebbe portato il fazzoletto alla guancia per la commozione (o forse no...). I tempi sono cambiati, i sindacati non stanno più nelle fabbriche. Ma ai botteghini degli stadi: a questo punto ci auguriamo che lo sciopero venga confermato, e che sabato 11 e domenica 12 scendano in campo le formazioni Primavera. Presidenti di società: abbiate il coraggio di farlo. Il calcio (quello vero) ve ne sarà grato, e noi con lui.


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Voci dal Palazzo

Uno, due, tre, l’Asso dove sta? A via Allegri! Il paventato sciopero dell’Assocalciatori è l’ennesima prova che in via Allegri, 14 siede un presidente senza carisma, incapace di prendere decisioni importanti e circondato dalla “Corte dei miracoli”. Lor signori fino ad oggi hanno incassato i maggiori insuccessi internazionali che la mente umana ricordi... Professionisti e i rappresentanti dell’Assocalciatori, si era deciso OMA - Il paventato sciopero dopo una lunga discussione, che sugli dell’Assocalciatori è l’ennesi- 8 punti che rappresentavano il cardima prova che in via Allegri 14 ne dell’auspicato nuovo contratto, su siede un presidente senza carisma, 6 si poteva trovare l’accordo. Per cui incapace di prendere decisioni si era deciso che nel successivo incontro a Roma l’agenda di importanti, circondato dalla “Corte lavoro fosse limitata a quedei miracoli”. A cominciare dal sti soli 6 Direttore Generale Antonello p u n t i . Valentini, le cui Venuto il funzioni ed fatidico influenza o r p o g iorno nell’endemin n a penso h m o c in n a dell’inconca ed amletiu s .m s .. ozioni ed a tro, il ca incertezza eduto a promm. Ma vorremmo c n o s t r o del capo, u it zioni ad lib i come si sia giunti eroe preriportano alla raccontare d nto, svelando ai sidente m e m o ri a p o r t a quelle esercia questo pu uanto è successo q i r o t t n e l tate da le e i nostr oni. Abet t t o b i e d l’agenda Rasputin alla a z arte, c nella stan e r t e ll e d e i corte imperiale d ioco ha fatto il g to da solo, con il l a vo ri dell’ultimo Zar, non i 6 dove si consued è rimas ante del CONI” d r o s s a p unti mavano intrighi io z silen come e vendette; al conbel Demetrio cordato ma 7 punti, tirando fuori dal Albertini, per grazia di Dio e volontà di Abete, cilindro il solito coniglio o, per dirla vicepresidente federale, di cui è alla napoletana: “Uno, due, tre, l’asreggi-strascico in ogni occasione uffi- so dove sta” a cui da tempo ci ha abiI rappresentanti ciale: bello di aspetto, sì, ma niente tuati. idee! Lor signori sino ad oggi hanno dell’Assocalciatori, che è l’unica incassato i maggiori insuccessi in componente che al momento lo incontri internazionali che la mente sostiene ed alla quale ormai si è legaumana ricordi, ma in compenso to mani e piedi, cedendo loro mezza hanno proceduto a promozioni ed Federcalcio, hanno preso il cappello, assunzioni ad libitum. Noi, però, obiettando che i punti concordati vorremmo raccontare ai nostri erano solo 6, e se ne sono andati. Ma amati lettori come si sia giunti a que- questa mancanza di coerenza, il sto punto svelando i misteri di quan- cambiare in ogni momento le carte to è successo nelle stanze dei botto- in tavola da parte del presidente ni. In un incontro a Milano fra il pre- federale, è il motivo di questo sfascio sidente Abete, la Lega Nazionale e soprattutto quello per cui da mesi di Robin Hood

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la Lega Nazionale Professionisti non partecipa ai lavori del Consiglio Federale ma anzi disconosce addirittura il presidente, in un assordante silenzio del Coni. In altre condizioni, con un minimo di dignità, qualcuno si sarebbe già dimesso. Però, questi erano altri tempi e ben altro presidente. Ma anche dal punto di vista della riforma dello Statuto Federale le cose non procedono e sono giunte alla morta gora. Che volete, quando tra la Lega Nazionale Professionisti di Milano e il presidente federale non ci si parla più ed ognuna delle parti disconosce l’altra, come si può trovare l’accordo? Il povero vicepresidente vicario Carlo Tavecchio corre e sbuffa dicendo: “Si donai… non l’avessi fatto mai”, cerca di mediare, chiede aiuto al presidente del Coni, ma di fronte a questo muro insormontabile i suoi sforzi sembrano essere vani. Il clima che si respira all’ultimo piano della Federcalcio è quello di uno stato di assedio: lo sciopero incombente dei calciatori, l’ostracismo e l’Aventino scelto dalla Lega Professionisti di Milano, le interrogazioni parlamentari che una sull’altra fioccano sulla scrivania del presidente del Consiglio ed ora ci si mettono anche i giornali nazionali ad evidenziare che durante la sua presidenza i violatori accertati dell’obbligo di lealtà sportiva cominciano ad essere di più di quelli che le norme ed i principi di comportamento hanno sempre osservato. Ma che volete, questa è la presidenza Abete, incapace di prendere una decisione sul caso Moggi. Questo è quello che passa attualmente il convento. Ma non mettiamo mai limiti alla divina provvidenza!


La Rubrica

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Sciopero? Sì, ma per quali motivi? E intanto il Titanic-calcio affonda.. di Mauro Gasperini

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OMA - Siamo giunti al momento clou del campionato, tra svarioni arbitrali (ormai abituali) scioperi incomprensibili (mentre scriviamo non sappiamo ancora se verrà revocato). Si ferma, forse, il campionato. Per una reciproca ripicca sarebbe logico farlo contro quelle Società (Bologna docet) che sono sull'orlo del fallimento ed i cui tesserarti da mesi non riscuotono stipendio. Questo sì che sarebbe un motivo valido, ma la FIGC latita, non è in grado neppure di mediare o di imporsi, magari imponendo il recupero il 22 dicembre. Abete dovrebbe poi verificare le reali possibilità di coloro che rilevano le Società, procedendo con pesanti cauzioni per aver la certezza che non si tratta di bufale apparse all'improvviso nel pianeta calcio. Ma il capitano fuma la pipa mentre il Titaniccalcio affonda con stadi fatiscenti, terreni da

gioco vergognosi (vedi Verona) con spettatori sempre in diminuzione (preferiscono stare in poltrona a vedere le gare in pay e così si devono sorbire un assurdo spezzatino ai piu' incomprensibile). Tornando al calcio giocato, ci sembra di individuare nella Juventus la vera antagoniosta del Milan, per la mentalità e la voglia di riemergere dopo anni di anonimato (post 2006). La grinta dei suoi uomini (evidenziatasi anche nella tragicomica trasferta di Poznan: anche qui gli interessi della Uefa hanno scavalcato i diritti dei calciatori di difendere la loro incolumità e degli spettatori di vedere una partita di calcio...). Ma tant'è! Finché certi parrucconi saranno ai vertici del calcio, non c'è alcuna possibilità di cambiamenti anche tecnologici o almeno di buon senso. Il Milan di Allegri fila via che è una meraviglia, l'equilibrio trovato a centrocampo (in barba al calcio champagne voluto dal Presidente e messo in atto da Leonardo coi risultati che sappiamo) sta dando ottimi

ed insperati risultati e mette i rossoneri in prima fila per lo scudetto. Tutto sta vedere se, con una primavera precocemente calda, i suoi vecchiotti giocatori reggeranno il ritmo. Vola l'aquila laziale che ove dovesse battere la Juve (guarda caso si dovrebbe giocare il 18) potrebbe veramente essere l'imprevisto che mette la paprika sul campionato, senza dimenticarci di Palermio e Napoli specie se torneranno sul mercato invernale coprendo quei ruoli ora zoppicanti. Ed è proprio il periodo in cui i procuratori, galoppini, agenti o presunti tali, si danno da fare sparando indiscrezioni, strizzando l'occhio, facendo finta di aver già raggiunto accordi, di non essere intenzionati a cedere il proprio (sic) giocatore a questa anziché a quest'altra Società. La cosa più grave, è che a questa gente, i mezzi di comunicazione danno ampio risalto e ribalta. Purtroppo, evidentemente, non sanno più cosa scrivere... Alla prossima.


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Intervista

Macalli: “non c’è nessuno che vuole cambiare il calcio” Lungo e accorato intervento del presidente Macalli alla trasmissione di Professione Calcio TV "Fuori dalla Mischia": “Stanno lì a cazzeggiare tutto il giorno con lo Statuto...”

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di Flavio Grisoli

sono sempre sull'orlo del fallimento, ma non li fanno mai fallire. Poi succede che non pagano, e adesso danno i punti di penalità al Bologna. Ma dov'era questa gente quando hanno controllato il Bologna? Come mai controllano le nostre e le buttano fuori, e queste non le vedono? Come mai questi quando vengono dalla Serie B smettono di giocare a calcio? Dove sono i controlli uguali per tutti? I presidenti adesso devono prendere delle decisioni. Nel momento in cui smettiamo di giocare, smettiamo di perdere soldi. O se no, ci devono cominciare a trattare per quelli che siamo: gli unici benefattori del calcio italiano». Macalli, come sempre, è molto accorato nella sua esposizione e, lentamente, il tono della sua voce si fa sempre più acceso: «Se non l'hanno capita, lo capiranno presto. Sul fronte politico, probabilmente questa roba finirà in niente, perché se il 14 dicembre cade il Governo va tutto per aria, e dopodiché se andremo a confrontarci su qualche nome, qualcosa lo diremo anche noi alle nostre società. Ognuno deve fare la sua parte. Questa, comunque, è una delle più grandi porcherie mai verificate nella storia del calcio italiano». Sul fatto che in origine il Decreto Melandri prevedesse che la Lega Pro ricevesse il 6% dei diritti televisivi: «Io credo che

OMA - Lungo e accorato intervento del presidente della Lega Pro Mario Macalli domenica, durante la trasmissione “Fuori dalla mischia”, in onda sul nostro canale satellitare “Professione Calcio TV”, al canale 926 della piattaforma Sky. Il presidente della Lega di Firenze, disponibile come sempre, ha risposto con un calore e una passione fuori dal comune (ma che lo contraddistingue sempre) su tutta una serie di temi: dall’approvazione della Legge sugli Stadi, alla modifica del Decreto Melandri, allo sciopero dei calciatori di Serie A. Non le manda a dire, Macalli. E neanche stavolta risparmia nessuno: «Abbiamo voluto rappresentare ai componenti della VII Commissione Cultura della Camera e al Sottosegretario allo Sport Rocco Crimi qual è la nostra posizione. Posizione che loro conoscono, ma che non hanno mai tenuto in considerazione. La gente normale, quella che va al bar la mattina, che non sono dei fenomeni, ma comunque persone importanti e valide, perché sono l'opinione pubblica, deve sapere la verità. Ci devono spiegare, perché non lo sappiamo neanche noi, per quale motivo la Serie B ha il 7,5% di queste risorse. Quando ce l'avranno spiegato - prosegue Macalli - saremo Mario Macalli tutti contenti. Io non sono una (Foto Archivio) persona abituata a minacciare o alzare la voce e poi abbassarla. Credo sia giunto il momento di decidere cosa fare. Il 14 dicembre c'è la riunione delle società, e saranno i presidenti a decidere. Io sono convinto che il nostro calcio vada fermato, questa è la mia convinzione. Non vuol dire che si fermerà, ma io posso esprimere e mi esprimerò. Mi auguro - continua il numero uno della Lega di Firenze che vengano i presidenti alla riunione, scriverò loro una lettera chiedendo loro che si facciano vedere, perché qui dobbiamo prendere delle decisioni. Non è più possibile continuare in un calcio che non ci vuole. Qui si danno soldi a gente che ha sperperato soldi, li ha buttati via. A gente che

come minimo a noi spetti la metà, che è pari al 3%, e non l'1,5. Tanto è vero che noi continuiamo su questa strada, perché la Legge è l'unica ancora in vigore. Noi abbiamo preso un nostro legale, nella persona del professor Carbonetti. E il professor Carbonetti sta provvedendo in questi giorni a spedire gli atti di citazione alla Lega Professionisti, perché da due anni non applica una Legge dello Stato. Dov'erano Crimi e CONI in questi due anni? Dov'erano tutti in questi due anni? Quanti soldi dovevamo prendere da luglio? Mi rispondono traccheggiando, ma io lo voglio sapere, perché le mie società chiedono sicurezze, perché ne hanno diritto. Io so di delibere allucinanti che hanno fatto, ma che per fortuna ne siamo venuti in possesso, e che al momento opportuno tireremo fuori. La gente, ripeto, la gente deve conoscere». Macalli è un fiume in piena, e prosegue: «Noi sfortunatamente non siamo i proprietari dei media, che sono altri. E questi le verità sul calcio italiano hanno sempre provveduto a tenerle nascoste. Il calcio italiano, se fallisce, non è certo per colpa di chi non ha più i mezzi, ma è perché i mezzi che ci dovrebbero dare non ci vengono mai riconosciuti. Quindi ora non se ne può più di queste cose che non si capiscono. Ma perché la B prende il 7,5% e noi l'1% come i Dilettanti? Ma perché? Ce lo vogliono spiegare una volta per tutte? Chi ha combinato queste porcherie, per utilizzare un termine buono? Allora, noi il 14 dicembre confronteremo le nostre posizioni con le società, con i presidenti. Io non mi aspetto che loro mi dicano di fare uno sciopero, una serrata. Mi auguro che i presidenti prendano coscienza di una situazione che in parte ci vede colpevoli, però io credo che ognuno dei nostri presidenti lo conoscano almeno un parlamentare. Credo che lo conoscano uno di quei fenomeni che stanno lì a Roma. E se ne mettono insieme 80-90 è molto meglio. Per la verità, se per il momento ottengono qualcosa - continua il presidente Macalli - devono ringraziare solo il sottoscritto e qualcun altro che di giorno e di notte


Intervista si sbatte da tutte le parti. Ma vogliamo che i presidenti, e in special modo quelli virtuosi, e ne abbiamo tanti, stiano uniti a noi e ci diano una mano. Se ci si deve fermare, ci fermeremo. Per una giornata, per due, per tre…Tanto più stiamo fermi, meno soldi perdiamo. Siamo l'unica componente, ad oggi, ancora attiva, che vuole cambiare il calcio. Non c'è nessuno che vuole cambiare il calcio. Stanno lì a cazzeggiare tutto il giorno con lo Statuto…No… Le riforme sul calcio le abbiamo proposte solo noi, perché siamo persone serie. Gli altri non hanno fatto nulla, ma adesso basta. Se no, se vogliono andare avanti così, benissimo. Ma sappiano tutti, anche quelli che vanno a prendere il caffè alla mattina, che quando saltiamo in aria, la colpa è di altri. Tutto qui». Su un articolo apparso su un quotidiano nazionale in base al quale la Federcalcio sarebbe disposta a dare uno 0,5% alla Fondazione prevista dalla Legge Melandri e mai messa in atto; provvedimento questo, che servirebbe ad Abete per calmare proprio Macalli: «Allora, per me la parola fine non esiste. Io so che la Federazione, per sbloccare la Legge sugli stadi, doveva inserire la questione della modifica della Melandri con l'inserimento degli Enti di promozione sportiva, altrimenti il relatore, che è presidente di un Ente di promozione sportiva, poi parlano di conflitto di interessi, rimaneva fermo. Questi hanno succhiato miliardi dal Totocalcio per anni, e adesso vogliono i nostri soldi. Vogliono 5 milioni di Euro per Lo Sport per tutti? E io aggiungo: per gli Enti di promozione Sportiva? Per mandare avanti una Legge che poi a noi non interessa poi granché, oltretutto. Ma non interesserà neanche gli altri perché questa non è una Legge sugli stadi, ma una Legge sui condomini e i centri commerciali. Allora la Federazione ha messo a disposizione, e sono colpevole due volte, perché faccio parte del Comitato di presidenza. Ma questi soldi non li abbiamo. Da dove li prendiamo? E glieli diamo. Glieli diamo per far sì che si possa sbloccare la situazione del nostro 1,5% e la Dilettanti l'1%. No. Lasciamo tutto fermo con la Melandri, non diamo un Euro a nessuno. Se zompa il Governo, non diamo un Euro a nessuno». Sullo sciopero dei calciatori: «Ieri sera ho sentito trasmissioni sportive dove si vendeva una balla clamorosa. Dicevano che lo facevano anche per i giocatori delle categorie inferiori. Questa è una falsità. A loro, di noi, non interessa nulla. Stiamo alla finestra, anzi. Ci stiamo divertendo nel guardare quello che fanno. Poi l'accordo noi lo faremo con l'AIC, ma secondo i nostri interessi e le nostre esigenze. Questi giocatori non hanno mai minimamente pensato ai loro colleghi di Prima e Seconda Divisione. Stanno raccontando fandonie, tanto è vero che il loro contratto non è il mio. Ma cosa stanno vendendo? Aria fritta». Non manca poi il commento sarcastico e sempre pungente sul nuovo sindacato dei calciatori di Serie A, l'Associazione Nazionale Calciatori: «Eh, hanno fatto questo nuovo sindacato, fra la Juventus e la Lazio. Ma guarda che bello. Ma

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Numero 45 9 dicembre 2010 allora Juventus e Lazio potrebbero anche giocarsi la partita, ecco qual è la verità. Diciamo le cose come sono, non facciamo demagogia. Io non sono d'accordo con l'AIC, anzi, io sono convinto che si stia perdendo del tempo. Qui si sta parlando di norme, siamo arrivati a questo punto perché da una parte e dall'altra ci sono due talebani, che l'accordo non lo troveranno mai. Diciamo alla gente la verità, facciamo capire che cosa succede, se no siamo morti». Sul fatto che l'AIC non si mobiliti mai quando in Lega Pro ci sono dei casi (tipo Igea Virtus lo scorso anno, ma Catanzaro in quello attuale, per capirsi) in cui i giocatori non prendono lo stipendio da diversi mesi: «Glielo dico io perché. Perché i contratti che hanno depositati, prevedo eh, non lo so. Perché se lo sapessi…Prevedo che i contratti depositati non siano quelli veri. Appunto non si muovono. Mi sono spiegato bene, adesso? Perché non accettano una normativa che io propongo da dieci anni, che se viene depositato un contratto che non corrisponde a verità, io che rappresento i presidenti firmerei domani mattina una penalizzazione di dieci punti per la società? Io firmo anche un'altra cosa: che il calciatore che l'ha fatto prende cinque anni di squalifica. Ma l'AIC non la firma una norma del genere, perché? Perché dicono che i calciatori sono ricattati. La devono smettere di raccontare barzellette. Guardate che l'Associazione Calciatori sa tutto di tutto: se uno deve prendere una Lira fuori contratto, sa come la prendere, quando la deve prendere. Sanno tutto». Ma allora, se conducono trattative separate con le varie Leghe, non è arrivato forse il momento per l'AIC di dividersi? «Non lo so, questi non sono problemi miei. Non mi interessa, io faccio le mie cose. Nei tempi migliori nella Federcalcio si facevano gli accordi. Ci si sedeva ad un tavolo e si firmavano gli accordi. Ma me lo spiegate voi

Sergio Campana (Foto Archivio)

cosa succede se un calciatore firma un accordo per tre anni con una società in Serie A e l'anno dopo retrocede in Serie B e poi anche in Prima Divisione? Con che accordo ci va in B e in Lega Pro? Con quell'accordo lì? Se lo attaccano dove dico io quell'accordo quando vengono da me. Come vedete, è sbagliato tutto. Il sistema, per qualcuno, è solo la Serie A. Ma non è così.Volete venire in Consiglio Federale per dire quelle cose che dite da casa vostra? A parte che a me non dà nessun fastidio la loro mancanza – dice Macalli riferendosi a Beretta e alla Lega Professionisti Serie A - perché possono stare a casa quanto vogliono perché in tanti anni non ci hanno mai dato un Euro. Quando si va a trattare, non mandiamo a trattare talebani, e non mandiamo a trattare gente che può avere interessi personali, e non quelli esclusivi della categoria». Sull'opportunità di istituire il Commissario per "imporre" il contratto collettivo: «Si immagini lei se la FIAT con la CGIL, o la FIOM non vanno d'accordo, se istituiscono un Commissario. Ma fatemi il piacere, questi sono fuori di testa, non esiste al mondo. Sapete quant'è che noi non abbiamo un contratto collettivo con l'AIC, perché mi sono rifiutato di firmarlo con loro? Quasi vent'anni. Poi mi dicono che è in prorogatio. Per me non c'è in prorogatio proprio niente». Per saperne di più, a questo punto bisogna aspettare il 14 dicembre: «Non serve, bisogna cambiare. Poi mi dicono che ci sono anch'io in questo mondo. Io sono in questo mondo, però ogni tanto me ne vergogno». Ma c'è un futuro per questo nostro calcio, oppure la deriva è sempre più vicina? «Vedo un futuro nero, fosco. L'anno scorso hanno cancellato 21 società, ma cosa vogliamo di più? Io l'altro giorno ho fatto un intervento in Consiglio Federale, che per venga verbalizzato, e che se necessario vi invierò, dove ho detto che dobbiamo lasciar perdere lo Statuto che non serve a nessuno. Sono tutte balle, sono tutte storie. Qui non c'è nessuno che si rende conto. Siamo lì seduti in 26: chi sbadiglia, chi dorme, gli altri non sanno che cosa fanno…Ma scusate, eh…Qui c'è il calcio che sta fallendo. E non c'è nessuno che si chiude dentro e trova i rimedi per non farlo fallire. Queste sono le cose vere. La riforma la stiamo facendo da soli, non c'è nessuno che ha mosso un dito, anzi. C'è qualcuno che ne ha approfittato per trarne vantaggio, che però tornerà al mittente. Perché la delusione è anche quella: di avere a che fare con gente che non capisce. Non capiscono». Ma con un presidente federale più decisionista, forse si avrebbero meno attriti in seno al Consiglio Federale? «Abete sa come la pensiamo noi, e gliel'ho detto più volte. In un Consiglio Federale avevo detto pubblicamente al presidente di riappropriarsi della Federazione - a margine di quelli ravvicinati in estate, in pieno caos-iscrizioni - e penso che guidare una Federazione sia difficile. Che poi dare qualche pugno in più sul tavolo facendolo saltare, e qualche volta anche rompere, certo serve. Questa è la mia idea».


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Serie bwin

Numero 45 9 dicembre 2010

Il Varese ingrana la quinta di Flavio Grisoli

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OMA - Siamo vicini al giro di boa in Serie bwin e, se si eccettua per il Novara, che conquista un’altra vittoria al “Piola” ai danni stavolta del Crotone di mister Corini (speriamo per lui che in Calabria non si debba rimpiangere l’esonero di Menichini), la vera sorpresa di questa prima parte di stagione si chiama Varese. La formazione biancorossa, guidata da Giuseppe Sannino, sta stupendo tutti grazie ad un calcio pratico e, cosa mai banale, un gioco sempre propositivo. E così, al “Franco Ossola” di Varese, la Reggina di Atzori si piega ad un gol in apertura di bomber Giulio Osariemen Ebagua (ne sentiremo ancora parlare di questo ragazzo italo-nigeriano: grande fisico e tecnica da affinare ma dalle base ottime), proiettando così i lombardi al quarto posto in classifica. Impensabile fino a qualche mese fa, considerando che il Varese, così come il Novara, è neopromosso dalla bistrattata Lega Pro. Segno tangibile di come, con un’attenta gestione del patrimonio umano ed economico, si possano raggiungere alte vette in tutte le categorie. Tornando alla capolista Novara, l’undici di Attilio Tesser mette in piedi l’ulteriore mattoncino alla sua scalata verso una promozione che avrebbe i contorni dell’incredibile: Porcari (centrocampista di rottura, frangiflutti davanti alla difesa insostituibile nello scacchiere del tecnico piemontese, ma che non disdegna l’inserimento senza palla) indirizza il match già al 17’, poi ci pensa bomber Rubino con una doppietta al 57’ e al 84’,

Classifica Novara Siena Atalanta Varese Reggina Livorno Torino Vicenza Empoli Padova Pescara Cittadella Crotone Grosseto Modena Albinoleffe Frosinone Ascoli -5 Sassuolo Piacenza Triestina Portogruaro

P 40 33 33 29 28 28 26 25 25 24 24 22 22 21 20 19 18 17 17 17 17 14

G 18 17 18 18 17 18 18 17 18 18 18 18 18 18 18 17 18 18 18 18 18 18

V 12 9 10 7 8 7 7 8 5 6 6 6 5 5 4 5 4 5 4 3 3 3

N 4 6 3 8 4 7 5 1 10 6 6 4 7 6 8 4 6 7 5 8 8 5

e capiamo come mai Ventola sieda spesso e volentieri in panchina, anche in considerazione della scialba prova offerta dall’attaccante ex Inter in Coppa Italia contro il Chievo Verona. Il big match della settimana, fra Torino e Siena, termina in parità con mister Lerda infuriato per l’arbitraggio. Un risultato che al “Toro” non fa molto comodo, considerando appunto che Siena e Atalanta difficilmente sbagliano più partite consecutive. Atalanta di Colantuono che, senza troppi affanni, sconfigge al “Mecchia” un Portogruaro in caduta libera del neo tecnico Agostinelli, che avrà il suo bel da fare per risollevare le sorti di una squadra al momento non attrezzata per la salvezza. Pronti, via e Ruopolo insacca; quando il Portogruaro sembrava avere le possibilità per ristabilire la parità, ecco il raddoppio di Ceravolo. C’è gloria per i veneti solo al 75’, con un rigore realizzato da capitan Cunico, l’unico ancora con la forza di suonare la carica. Vedremo dopo il mercato di riparazione cosa sarà in grado di fare la società del presidente Mio. L’Ascoli di Castori macina punti dopo l’ulteriore penalizzazione (ora -5): la vittoria casalinga contro il Padova è un risultato di prestigio e utile a respirare. La zona retrocessione è molto calda, con sette squadre racchiuse in soli tre punti: l’Albinoleffe approfitta del vistoso momento di calo dell’Empoli di Aglietti, che raccoglie la terza sconfitta consecutiva (in questi casi si vede chiaramente come pareggiare troppe partite possa portare a questi delicati momenti di classifica) ed esce momentaneamente dalla zona play-off; il Grosseto affonda il Modena grazie a Greco,

S GF GS 2 37 13 2 28 16 5 23 16 3 20 13 5 23 19 4 27 20 6 22 22 8 20 23 3 19 14 6 29 23 6 22 22 8 23 25 6 17 21 7 20 23 6 19 26 8 20 27 8 17 25 6 19 21 9 18 23 7 21 27 7 14 24 10 15 30

18^ GIoRnATA

04-05.12.10

Albinoleffe-Emopoli Ascoli-Padova Cittadella-Triestina Grosseto-Modena Livorno-Pescara Novara-Crotone Portogruaro-Atalanta Sassuolo-Piacenza Torino-Siena Varese-Reggina Vicenza-Frosinone

2-0 1-0 4-1 3-1 1-1 3-0 1-2 1-1 1-1 1-0 1-0

19^ GIoRnATA

Caridi e Guidone, mentre il Pescara riesce a bloccare al “Picchi” un Livorno spento. La sfida salvezza tra Sassuolo e Piacenza finisce come ci si poteva aspettare: 1-1 e tutti più o meno contenti. Cacia segna a ripetizione, ma non basta, perché Noselli si riscopre bomber di razza e ricomincia a bucare le porte avversarie. Il Vicenza compie un deciso balzo in avanti grazie alla vittoria sul Frosinone, che ora comincia a spaventarsi davvero. Abbruscato fa vedere a tutti di che pasta è fatto, e al 76’ infila la porta dei “Canarini”.

LA TOP 11 Allenatore: Fabrizio Castori (Ascoli) Guarna (Ascoli) Iorio (Grosseto)

Legati (Padova)

Dos Santos (Varese)

Soddimo (Pescara) Musso (Cittadella)

Barreto (Atalanta)

Rubino (Novara)

Cissé (Albinoleffe) Gabbiadini (Cittadella)

10-11-13.12.10

Atalanta-Albinoleffe Crotone-Cittadella Empoli-Portogruaro Frosinone-Novara Modena-Varese Padova-Sassuolo (ven.10 ore 20:45) Pescara-Vicenza Piacenza-Livorno Reggina-Grosseto Siena-Ascoli Triestina-Torino (lun.13 ore 20:45)

MARCAToRI

14 Gol: Succi (Padova, 5r) 11 Gol: Bertani, Gonzalez (Novara) 10 Gol: Bonazzoli (Reggina) Coralli (Empoli, 3r) Cacia (Piacenza, 2r)

Capuano (Pescara)

Davide Succi (Foto Archivio)



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Il Personaggio

Dal Quartetto Cetra ai campi di calcio, intervista a tutto tondo con il nuovo mister del Portogruaro

Andrea Agostinelli: missione granata L’ultima posizione in classifica e la sconfitta contro l’Atalanta hanno portato la dirigenza alla decisione drastica: via l’ex secondo di mister Reja Fabio Viviani di Riccardo Morgigno

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OMA - Andrea Agostinelli, nel 1968, da bambino, ha recitato con il Quartetto Cetra in “Non cantare, spara” di Daniele D'Anza. Dal 2009 è Responsabile della Scuola Calcio del centro sportivo Sporting Life di Mentana (RM). Nato in Ancona, proprio come si usa dire nelle Marche. Da calciatore ha esordito in serie A nel 1975 con la maglia della Lazio perdendo 2-0 a Perugia. Il biondo centrocampista dorico ha poi giocato con: Napoli, Pistoiese, Modena, Atalanta, Avellino, Lecce, Genoa, Mantova e Lodigiani. Poi da mister inizia con il Latina per poi passare sulle panchine di: Astrea, Mantova, Pistoiese, Ternana, Piacenza, Napoli, Crotone, Triestina e Salernitana. Da alcuni mesi era spesso impegnato in tv come commentatore. Grande amico di Bruno Giordano, spesso con lui a cena ad Orbetello. Ora riparte dal Veneto con il Portogruaro di Cristante, Amodio, Altinier e Tarana. La squadra granata, neopromossa nella Serie bwin grazie alla guida tecnica di Calori, poi passato al Padova, in estate è stata affidata all’ex Palermo e Chievo Eugenio Corini (ora al Crotone).

Mister Agostinelli (Foto Archivio)

Pochi giorni ed ecco la panchina del Porto che cambia ancora e accoglie l’ex secondo di Reja, Fabio Viviani. Ottimo avvio nonostante le prima gare interne giocate al “Friuli” di Udine, poi la repentina discesa nelle sabbie mobili della zona calda. Ultimo posto ed eliminazione contro la Lazio nella Tim Cup, un sonoro e meritato 3-0 all’“Olimpico”. Il biondo allenatore Agostinelli ha preso da pochi giorni il posto vacante dopo l’esonero di Viviani. Presentazione e subito la gara al “Mecchia” contro l’Atalanta. Pronti via e subito in gol i bergamaschi al primo minuto, gara in salita ed ecco pure il raddoppio orobico. Nel finale accorcia le distanze Cunico dagli undici metri, ma è troppo tardi, il Porto perde 2-1 in casa. Ora si attende la risposta immediata nel duro match al Castellani contro l’Empoli in caduta libera. Ecco come si è prentato alla stampa il nuovo mister: «Per prima cosa vi presento il mio staff. Il mio secondo, come è stato a Salerno, è Luigi Danova, ex difensore del Torino. Come allenatore dei portieri, ho scelto David Dei, era con me a Trieste e in pochi mesi è passato da giocatore a tecnico, è molto emozionato. Il preparatore atletico è il Professor Salvatore Sciuto, ex del Porto, persona

di grande carisma e professionalità. Detto questo, il mio traguardo è salvare il club. Devo dire grazie al Portogruaro che ha pensato a noi, ho grande motivazione e insieme al mio staff c’è voglia di dare tutto quello che abbiamo, ovvero esperienza e professionalità. All’inizio si ascoltano e si dicono sempre belle parole, ma la cadetteria la conosco bene nonostante i miei impegni. Questo è il settimo campionato di bwin per me, il Porto è stato la rivelazione delle prime giornate poi è successo qualcosa. Grazie anche a Paolo Specchia, lo conosco e lo stimo da tanti anni. I dirigenti di questa società conoscono il calcio come pochi altri. C’è da lavorare e dare il massimo e speriamo anche di riuscirci qua». Il neo mister si sofferma poi sulla firma col Presidente Mio: «L’altro giorno ero in Polonia per lavoro, sono tornato subito ed ho siglato. Da tre giorni eravamo d’accordo con una stretta di mano, non ci sono stati problemi, ho dato la mia parola ed ora ci metto la faccia. Mi fa piacere esordire contro il mio ex compagno Colantuono, a Bergamo ho giocato e vissuto tre anni, sono stato benissimo». Motivazioni e lato psicologico: «È come quasi sempre, solo un problema di testa. Per questo la presenza di un allenatore nuovo può fare solo che bene perché si azzera tutto ed è salutare per partire subito bene». La tattica: «Oggi è riduttivo giocare con un solo modulo. Serve rispetto per l’avversario ma non adattarsi sempre allo schema che adotta l’altra squadra. Le prime cose che chiedo sono la fame dei risultati, dobbiamo avere sempre fame. Poi la corsa, e non mollare mai. Dopo vengono il modulo e l’organizzazione in campo». Prospettive? «Siena, Atalanta e forse il Novara, possono anche permettersi di giocare qualche partita sottotono, noi invece non possiamo permettercelo. Ogni volta che scendiamo sul terreno di gioco dobbiamo avere fame e grinta, sempre». Poi Agostinelli aggiunge: «Ho allenato in grandi piazze ma anche in quelle piccole e di provincia. Qui sento di avere intorno a me una famiglia, la società viaggia sulla stessa lunghezza d’onda. Questo è fondamentale». Infine sul potenziamento della squadra a gennaio: «Di mercato non se ne parla prima di Natale, perché chi gia c’è qui in rosa deve farsi vedere, notare e valutare bene da me».



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Classifiche

Numero 45 9 dicembre 2010

Le Classifiche

1^ DIVISIONE GIRONE A Classifica Sorrento 30 Gubbio 28 Spal -1 25 Alessandria 25 Reggiana 23 -2 Salernitana 23 Spezia 22 Sudtirol 20 Bassano 20 Lumezzane -1 20 Cremonese 20 Como 19 Pavia 19 Ravenna 18 Pergocrema 17 Verona 17 Monza 14 Paganese 11

Classifica Nocerina 35 Benevento 31 Atletico Roma 28 25 Taranto Lanciano 24 -1 Foggia 23 Cosenza 22 Siracusa 21 Juve Stabia 21 Gela 19 Ternana 19 Lucchese 18 Pisa 18 Andria 17 Viareggio 16 Foligno -1 15 Barletta 15 Cavese -5 14

MARCAToRI 11 Gol: Paulinho (Sorrento, 3r) 9 Gol: Cipriani (Spal), Gomez (Gubbio, 2r) 7 Gol: Ferrario (Monza) 6 Gol: Togni (Sorrento)

16^ GIoRnATA 05.12.10 Bassano-Cremonese 0-0 Lumezzane-Verona 1-1 Monza-Como 0-1 Paganese-Gubbio 0-2 Pavia-Sudtirol 2-1 Pergocrema-Ravenna 1-2 Salernitana-Reggiana 1-1 Sorrento-Spezia 2-0 Spal-Alessandria 1-1 17^ GIoRnATA 12.12.10 Alessandria-Bassano Como-Spal Cremonese-Sorrento Gubbio-Salernitana Ravenna-Monza Peggiana-Pavia Spezia-Lumezzane Sudtirol-Paganese Verona-Pergocrema

2^ DIVISIONE GIRONE A Classifica Pro Patria 31 Tritium 30 Pro Vercelli 29 Feralpisalò 24 Lecco 23 Savona 22 Sambonifacese 20 Montichiari 17 Canavese -2 16 Valenzana 15 Rodengo S. -1 15 Virtus Entella 14 Renate 13 Mezzocorona 11 Sacilese 11 Sanremese 9 Casale 7

1^ DIVISIONE GIRONE B

MARCAToRI 13 Gol: Ripa (Pro Patria, 3r) 9 Gol: Fabbro (Lecco, 2r) 8 Gol: Bonomi (Pro Vercelli, 4r)

15^ GIoRnATA

05.12.10

Cavese-Rodengo S. Entella-Sambonifacese Feralpisalò-Savona Mezzocorona-P.Vercelli Montichiari-Casale Sacilese-Renate Sanremese-Pro Patria Tritium-Valenzana

1-2 3-2 0-0 0-3 1-0 0-0 1-0 5-2

16^ GIoRnATA 12.12.10 Casale-Mezzocorona Pro Patria-Montichiari Pro Vercelli-Sacilese Renate-Entella Rodengo S.-Sanremese Sambonifacese-Feralpisalò Savona-Canavese Valenzana-Lecco Riposa: Tritium

2^ DIVISIONE GIRONE B Classifica Carpi 30 Carrarese 26 San Marino 20 Giacomense 20 Poggibonsi 18 L’Aquila 17 Chieti 17 Prato 17 Gavorrano 17 Bellaria 16 Crociati N. 14 -4 Sangio 10 Celano 10 Giulianova 10 -5 Villacidrese 10 Fano 9

MARCAToRI 6 Gol: Rosa (Chieti, 2r) Altieri (Poggibonsi, 2r) Cesca, Gasparello (S.Marino)

13^ GIoRnATA

14^ GIoRnATA

16^ GIoRnATA 05.12.10 0-2 Barletta-Lanciano Benevento-Foligno 2-0 Cavese-Andria 3-0 Cosenza-Atl.Roma 1-0 Lucchese-Juve Stabia 0-0 Nocerina-Gela 1-0 1-0 Pisa-Viareggio Taranto-Foggia 2-1 Ternana-Siracusa 2-1 17^ GIoRnATA 12.12.10 Andria-Ternana Atl.Roma-Barletta (sab.11) Foggia-Cosenza Foligno-Cavese Gela-Pisa Juve Stabia-Benevento Lanciano-Nocerina Siracusa-Lucchese Viareggio-Taranto

2^ DIVISIONE GIRONE C

7 Gol: Pietranera (Crociati N., 3r)

05.12.10

Bellaria-Villacidrese Crociati-Poggibonsi Fano-Chieti Giulianova-Gavorrano L’Aquila-Celano Prato-Giacomense San Marino-Carpi Sangio-Carrarese

MARCAToRI 10 Gol: Ciofani (Atl.Roma, 2r) Sau (Foggia), Ciano (Cavese 2r) 7 Gol: Catania (J.Stabia, 3r) Mancino (Siracusa) Innocenti (Taranto, 1r)

1-0 rin rin 1-0 0-0 0-2 0-1 1-5 12.12.10

Bellaria-Celano Crociati-Carrarese Fano-Giacomense Giulianova-Carpi L’Aquila-Gavorrano Prato-Villacidrese San Marino-Chieti Sangiovannese-Poggibonsi

Classifica Latina 29 Trapani 26 Pomezia 23 Neapolis 22 Avellino 22 Melfi 21 Aversa N. 20 Lamezia 18 Milazzo 18 Brindisi 17 Matera 17 Fondi 14 Campobasso 13 Vibonese 10 Isola Liri 8 Catanzaro -1 2

MARCAToRI 10 Gol: Guazzo (Melfi, 3r) 7 Gol: Mangiapane (Lamezia, 4r) Perrone (Trapani, 1r) Tortolano (Latina, 1r)

13^ GIoRnATA Aversa N.-Matera Brindisi-Latina Campobasso-Fondi Isola Liri-Catanzaro Lamezia-Milazzo Neapolis-Melfi Pomezia-Vibonese Trapani-Avellino 14^ GIoRnATA

05.12.10 5-0 0-1 1-0 1-0 1-1 1-3 0-0 0-0 12.12.10

Avellino-Aversa (lun.13 ore 20:45) Catanzaro-Pomezia Fondi-Isola Liri Latina-Lamezia Matera-Trapani Melfi-Brindisi Milazzo-Campobasso Vibonese-Neapolis



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Numero 45 9 dicembre 2010

Alessandria Il Personaggio

Martini: “Sogno di tornare in B con l’Alessandria” L’esperta punta dei grigi, classe 1979, crede nelle possibilità della sua squadra

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di Sara Sbaffi

LESSANDRIA - Una delle migliori difese del girone A della Prima Divisone con soli tredici gol subìti e tre sconfitte in sedici partite giocate: sono questi i dati che rappresentano finora la stagione dell’Alessandria Calcio. Appaiata in terza posizione in classifica insieme alla Spal con 25 punti, distanziate dal Gubbio a 28 e dal Sorrento a 30 (da ricordare però che Sorrento, Gubbio e Spal devono recuperare una partita). E proprio contro la Spal a Ferrara poteva essere l’occasione giusta per avanzare ancora di più in classifica, ma dopo una partita condotta in vantaggio dai “grigi” (grazie alla rete di Negrini) è arrivato il pareggio a dieci minuti dalla fine con Smit. Marco Martini, la punta dell’Alessandria, considera la Spal la squadra migliore del girone: «La squadra che temo di più è la Spal. È una bella squadra, molto fisica, forte e anche umile». Nato a Rimini nel 1979, Marco Martini è un attaccante d’esperienza, ha trascorso l’ultima stagione al Perugia e da quest’anno fa parte della rosa a disposizione dell’allenatore Maurizio Sarri: «Mi trovo bene anche perché mi ha portato qui il mister Sarri. Stiamo facendo molto bene, considerando che la squadra è stata costruita dal niente e molti di noi non hanno neanche fatto il ritiro». Infatti il nuovo patron Giorgio Veltroni ha costruito l’organico negli ultimi giorni del mercato. A proposito del suo allenatore, con cui stava anche a Perugia, Martini afferma: «Sarri è molto preparato, chiede tanto sacrificio, con lui ho un buon rapporto, è uno che dà tanto e soprattutto cambia tanto». Sempre schierato in campo, l’attaccante romagnolo non ha saltato

neanche una partita e finora ha infilato il portiere avversario per tre volte. Ha un passato in serie B, prima al Pescara e poi al Frosinone dal 2007 al 2009, e numerose presenze nei campi di Lega Pro (Vis Pesaro, Sambenedettese, Reggiana, Perugia). Con questa lunga carriera alla spalle i ricordi sono sicuramente tanti ma c’è una squadra in particolare che porta nel cuore: «Gli anni da ricordare della mia carriera sono stati quelli al Frosinone, i compagni che avevo lì ancora li sento, sono degli amici per me, è la società a cui sono più legato. Poi vincere a Frosinone il campionato per me è stato il massimo». Si riferisce alla stagione 2006/2007, la prima in Serie B nella storia della squadra ciociara. Giocare sia in cadetteria che in Lega Pro permette di rendersi conto del divario tra le due tipologie di campionato: «Le differenze tra la vecchia C1 e la serie B sono che nella prima si gioca un calcio più fisico, più aggressivo e si vede

Marco Martini (Foto Archivio)

relativamente poco il bel calcio, è più che altro un calcio agonistico. Mentre nel campionato cadetto c’è un calcio dei singoli, la qualità è maggiore, ed è fatto anche di belle giocate». Ormai manca una sola partita al termine del girone d’andata, la classifica si sta delineando e si può cominciare a tracciare un bilancio di questa esperienza: «Siamo soddisfatti di questa prima parte del campionato anche se abbiamo lasciato dei punti per strada, comunque è un campionato ad alti livelli, è difficile ma le soddisfazioni finora sono state tante». La squadra piemontese, che ha una lunga storia e un passato glorioso nella massima serie, è stata molto rimaneggiata per affrontare al meglio la sfida della Prima Divisione e i risultati si vedono. Nonostante lo spogliatoio sia quasi completamente nuovo ed i giocatori si siano conosciuti da poco il loro rapporto è ottimo: «Con i compagni siamo un bel gruppo, ci conosciamo da quest’anno, della vecchia squadra sono solo in tre, siamo tutti nuovi ma è un buon mix tra giovani e vecchi, ed io purtroppo - sorride - sono tra questi ultimi». Martini non vuole sbilanciarsi troppo sugli obiettivi che la società si è prefissata per questa stagione: «L’obiettivo primario resta la salvezza, considerando che la squadra è stata costruita gli ultimi giorni del mercato». Ma verso la fine dell’intervista si lascia sfuggire una frase che fa presagire le sue reali speranze, strada facendo nel corso del campionato gli obiettivi possono sempre cambiare e spostarsi in avanti: «Adesso obiettivi per il futuro non me li voglio porre, però è ovvio che vorrei tornare in Serie bwin e spero di farlo proprio con l’Alessandria. Magari eguagliare quello che è stato fatto a Frosinone, la vittoria del campionato in quel caso è stata bellissima».



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Lecco Il personaggio

Rebecchi: “Siamo forti, obiettivo play-off” La punta ventisettenne racconta per noi questo avvio di campionato del Lecco e ci rilascia un commento amaro sullo sciopero dei calciatori di Serie A di Fabiola Rieti

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OMA - Rebecchi, attaccante classe ’83, è arrivato in Lombardia svincolato dal Pescina Valle del Giovenco a fine agosto. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, da questa stagione veste la maglia del Lecco Calcio, dopo aver militato nel Genoa, nella Cremonese, nel Lumezzane e nell’Andria sempre con ottime prestazioni. Il giocatore commenta così l’inizio della sua avventura nelle fila dei biancocelesti: «È stato un inizio difficile, soprattutto le prime giornate, perché la squadra è stata allestita all’ultimo e secondo me questo ha inciso sul nostro rendimento iniziale, ma poi ci siamo ripresi, ora cominciamo ad esprimerci bene e possiamo dare di più». Per quanto riguarda i risultati che il Lecco vorrebbe raggiungere Rebecchi spiega: «La società non si è espressa sugli obiettivi, certo abbiamo una squadra forte e la speranza sono i play-off. Io poi vorrei raggiungere un obiettivo, ma per scaramanzia meglio non dirlo». Nel girone A della Seconda Divisione Lega Pro, il Lecco è quinto in classifica a 23 punti, ma osservando il numero di goal fatti (18) e di goal subiti (19) quasi si equivalgono, però il mister Giorgio Roselli aveva precisato al margine del match con la Sacilese: «Non mi riconoscevo nei risultati con troppe reti, fatte e subìte. Adesso ci siamo, dobbiamo continuare così lavorando insieme e con la condizione dei singoli che migliora di domenica in domenica. Lavoriamo tutti uniti con un obiettivo comune». La forza del Lecco, secondo Mario Rebecchi, «Potrebbe essere il gruppo, perché mister Roselli è riuscito ad unirci facendo un bel lavoro e il risultato è che in campo ci cerchiamo molto». La squadra lombarda non ha giocato domenica scorsa, bloccata dalla pausa imposta

dal calendario e Mario Rebecchi sottolinea come: «Il turno di riposo può essere un vantaggio per recuperare i molti infortunati che abbiamo, ma dall’altro lato può essere uno svantaggio perché interrompe la striscia positiva di quattro vittorie consecutive che abbiamo fatto negli ultimi incontri». L’attaccante ex Inter ha riportato, nel

Mario Rebecchi, attaccante del Lecco (Foto Archivio)

match contro la Sacilese, una distorsione alla caviglia destra con lesione ai legamenti di secondo grado, probabilmente ci vorranno tre settimane per il suo recupero, ma sono necessarie delle verifiche sulle sue condizioni come ha commentato anche lui: «Ho riportato una distorsione alla caviglia nella scorsa partita,

ma per definire bene i tempi di recupero prima dobbiamo fare altri accertamenti». Mario Rebecchi non è il solo infortunato, infatti infermeria piena per il Lecco che conta tra i bloccati da problemi fisici ben cinque calciatori oltre a Rebecchi: Luca Martinelli, Fabio Ferraresi, Marco Veronese, Valerio Anastasi e Fabio Gadignani. Sulle avversarie per Rebecchi non c’è alcun dubbio: «La squadra più forte è certamente la Pro Patria, ha i giocatori più forti, ma noi cerchiamo di giocarcela con tutte le nostre avversarie fino all’ultimo». Questa stagione è contraddistinta anche dalla mannaia delle penalizzazioni che incombe su molte squadre: «Le penalizzazioni - dice Mario Rebecchi - incideranno sicuramente, ma la Pro Patria è una squadra forte con giocatori forti ed esperti, anche se ci sono dei problemi sono dei professionisti e continueranno a giocare per vincere. Non credo subiranno contraccolpi psicologici». Nel prossimo match i lombardi, rinvigoriti dal turno di riposo, incontreranno la Valenzana: «La prossima partita - dice l’attaccante lombardo - ce la giocheremo a Valenza, abbiamo due partite prima della sosta natalizia e vorremmo continuare nella striscia positiva». Inevitabile un commento sullo sciopero dei calciatori: «Io credo che si poteva arrivare ad un accordo prima di proclamare lo sciopero, ma se l’AIC ritiene opportuno fare in questo modo non rimane che adeguarsi». Alla domanda su come reagiscono i giocatori di Lega Pro alle lamentale dei giocatori di serie A che percepiscono stipendi da capogiro, Mario Rebecchi, con un sorriso amaro commenta: «Noi giocatori di Lega Pro non abbiamo molta voce in capitolo, quindi non rimane che adeguarci alle decisioni prese».


Radiopoker

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Impazza il Poker anche in radio dalla Redazione

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OMA - Cari lettori, permettetemi di presentarvi la nostra azienda ed il nostro lavoro. Radio-Poker è un network multimediale sul poker sportivo, comprendente portale Web, Radio FM e Tv satellitare. Il portale web www.radiopoker.it è un contenitore di notizie e curiosità sul poker sportivo, dove ci sono inoltre rubriche di strategia ed informazione. Sull’onda del crescente successo di questa passione, abbiamo creato un programma radiofonico, “RadioPoker On Air”, in onda su Retesport (105.6 MHz FM) tutti i lunedì e giovedì dalle 20.00 alle 22.00 condotto da Claudio Mariani con la partecipazione di Luca Fallica. Il programma, inoltre, è disponibile su SKY (canale 9600), in diretta rispetto alla trasmissione radiofonica e vi è la possibilità di ascoltare la trasmissione in diretta streaming dal sito radiopoker.it o dal sito

www.retesport.it. Ben presto il format di RadioPoker è diventato un vero e proprio punto di riferimento di molti appassionati di poker, grazie alle interviste ai personaggi più famosi del mondo del poker nonché i giocatori più vincenti della storia italiana ed internazionale: siamo anche stati gli uni-ci ad intervistare in esclusiva Gus Hansen, intervista disponibile sul sito radiopo-ker.it.Viste le tante richieste da parte degli ascoltatori, abbiamo ideato un campiona-to di Poker Texas Hold’em con la diretta radiofonica, dove i protagonisti sono gli a-mici all’ascolto. Grazie a questa iniziativa e a tante altre come la rubrica “Poker Quiz” dove i radioascoltatori intervengono e rispondono a domande sul TH, hanno la possibilità di vincere molti premi in gadget ed in bonus conto gioco. Ci piacerebbe conoscere la vostra opinione sul nostro lavoro, con la speranza di poter contare su di voi per far crescere la nostra community di amici

ed appassionati di poker. A questo proposito, vorrei invitarvi a visitare il portale web (www.radiopoker.it), in particolare sulla sezione "Chi siamo", dove troverete la nostra presentazione video. Vi invito, altresì, a seguire la trasmissione “RadioPoker On Air”, ricordandovi che va in onda tutti i lunedì e giovedì dalle 20.00 alle 22.00 su Retesport (105.6 MHz FM - SKY canale 9600). Per poter partecipare ai nostri tornei che si svolgono tutti i lunedì e giovedì dalle 21.30 con buy-in di €5 e la domenica alle 22.00 con buy-in da €10 su partypoker.it basta aprire un conto di gioco su partypoker.it direttamente da www.radiopoker.it ed inserire il codice bonus “radio poker”, andare sulla lobby dei tornei e cercare i tornei chiamati appunto radiopoker e per iscriversi inserire la password che è “radio”. I vincitori della classifica mensile vinceranno una maglia ed un cappello ufficiali della As Roma autografati da Francesco Totti. Non mi resta che augurarvi un “Nice Hand” a tutti e al grido del motto di RadioPo-ker: “Siete tutti under the gun”, vi lancio una sfida sportiva sui tavoli di partypoker.it durante RadioPoker On Air”. Non mancate, vi aspetto. Claudio Mariani info@radiopoker.it


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Poggibonsi Il personaggio

Bischeri: “Campionato strano, ma ci siamo” Il centrocampista esterno del Poggibonsi ci parla di questo inizio di stagione dei “Leoni” e delle ambizioni dell’undici ottimamente guidato da Firicano di Luana Rocca

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OMA - Tra le Colline del Chianti, in provincia di Siena, a far da padrona nello sport italiano per eccellenza è l’Us Poggibonsi, una delle più antiche e prestigiose società calcistiche toscane. A dare una grande spinta per riuscire a portare i giallorossi nel professionismo che conta è stato l'allenatore Aldo Firicano, ex libero del Cagliari e soprattutto della Fiorentina. E in uno stadio di riguardo intitolato a Stefano Lotti, protagonista dell’eccezionale stagione 1987-88, purtroppo deceduto per un arresto cardiaco durante la gara contro la Tiberis Umbertide, la compagine giallorossa sta cercando di farsi largo a colpi di cannonate tra le varie squadre del girone B di Lega Pro Seconda Divisione, riuscendo dopo la gara vinta domenica contro l'Aquila per 1-0, a situarsi in una buona posizione di classifica. Una vittoria che ha portato tre punti fondamentali per la salita in classifica dei “Leoni”, ma a dare un grande contributo con i suoi 29 anni e una carriera calcistica di tutto riguardo c’è anche il centrocampista esterno Roberto Bischeri. «Siamo una buonissima squadra con elementi molto interessanti. Stiamo facendo un campionato strano e c’è una piazza che non ha mai avuto grandi soddisfazioni, ma ora stiamo cercando di fare meglio». Un campionato strano, per usare le stesse parole del mediano del Poggibonsi, che tra vittorie, pareggi e sconfitte è arrivato già alla tredicesima giornata, ma tra i match finora disputati quello che ha contribuito a dare più filo da torcere alla squadra e al nostro giocatore è stato quello contro il Carpi: «Il Carpi, oltre ad averci dato maggiori difficoltà, sembra che abbia tutte le carte in regola per vincere questo campionato». La prima partita che ha giocato con la

maglia giallorossa è stata contro il Chieti, come ha vissuto quell’incontro? «Ricordo che era da tanto che non giocavo perché avevo dei problemi fisici, infatti mi ero fatto male al ginocchio e questo mi ha fermato per un anno. Riprendendo a giocare a fasi alterne, e quindi senza continuità, è stato difficile. Sono tornato a giocare in quella partita anche se solo per 10 minuti, ma è stata una grande emozione, la stessa che ho vissuto quando ho giocato per la prima volta». Bischeri, che è cresciuto calcisticamente nel Sauro dove ha vissuto le prime e le più belle emozioni grazie alla vittoria, sin da piccolissimo, di qualche torneo, ha iniziato la sua vera carriera nelle giovanili del Perugia: «Quello del Perugia è stato un bel periodo, sono stato là

Roberto Bischeri (Foto Sito Ufficiale)

da molto giovane, poi era un anno dove la società stava vivendo il massimo splendore anche nel Settore Giovanile. Di conseguenza far parte di società a livelli così importanti ti dà visibilità, e comunque anche gli allenatori sono stati molto importanti perché mi hanno fatto crescere. Posso dire che è proprio in questa squadra che sono cresciuto calcisticamente». Ma questa squadra è stata solo l'inizio di un cammino che ha portato fino all'attuale Us Poggibonsi. Dopo l'esperienza anche a San Benedetto del Tronto, che all'epoca era una società satellite della squadra umbra dove ha vinto anche un campionato passando dalla C2 alla C1, il centrocampista giallorosso ha militato anche nella Serie B con il Rimini: «Era una squadra di campioni. C’erano un sacco di giocatori che ora appartengono alla Serie A. L’unico peccato è che quando ha giocato contro il Napoli in campionato poteva fare di più». Continuando a scoprire le carte del passato, ha vinto tre campionati, tra i quali due a Massa quando dalla Serie D è riuscito a passare con la sua squadra in C1: come ricorda quell’esperienza? «Abbiamo fatto una grande scalata. Siamo partiti dalla Serie D poi abbiamo vinto il campionato e siamo passati in C1. Sono stati gli anni più belli della mia carriera e forse è stato il periodo dove sono cresciuto di più». Il passato è passato e tra gli obiettivi futuri: «Il mio scopo ora è quello di stare bene con il Poggibonsi e di avere delle soddisfazioni. Quest’anno cerchiamo di fare il massimo. Parlare di salvezza ora non so, però stiamo provando in tutti i modi di conquistare qualche punto soprattutto per toglierci dagli scalini bassi della classifica». Un obiettivo, quest'ultimo, forse non molto lontano grazie alla concentrazione e alla lucidità, ma soprattutto alla buona prestazione che la squadra di Bischeri sta dimostrando permettendogli di avvicinarsi alle prime posizioni.



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Tessera del Tifoso

Lega Pro e Trenitalia hanno firmato un protocollo d’intesa volto a favorire i tifosi in viaggio per le trasferte. Condizione necessaria per usufruire delle agevolazioni: la Tessera del Tifoso

Lega Pro e Trenitalia, siglato un accordo strategico R

dalla Redazione

OMA - Il 19 ottobre a Roma, Mario Macalli, presidente della Lega Calcio Professionistico, e Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, hanno firmato un protocollo d'intesa volto a favorire i tifosi delle squadre di Terza e Quarta Serie Nazionale nelle trasferte. Da oggi infatti, i possessori della Tessera del Tifoso avranno diritto ad uno sconto pari al 15% sul biglietto ferroviario per raggiungere le località sede delle partite. Questo importante accordo consentirà una migliore gestione dei flussi di sostenitori che si spostano ogni fine settimana per seguire la propria squadra del cuore. La riduzione potrà essere applicata esclusivamente in caso di acquisto di biglietto a/r, sia per la prima che per la seconda classe, ad eccezione dei treni regionali della Lombardia e dei trasporti metropolitani gestiti da Trenitalia. Per approfittare dell'agevolazione, sarà sufficiente presentare la propria Tessera del Tifoso e il biglietto della partita in biglietteria o nelle agenzie di viaggio abilitate, entro la mezzanotte antecedente del secondo giorno antecedente la gara. Il viaggio potrà essere effettuato, oltre che nel giorno della gara, anche nei due giorni precedenti la stessa - per quanto riguarda il viaggio d'andata e nei due successivi per il ritorno. Potranno approfittare dello sconto anche i tifosi in possesso dell'abbonamen-

to per le partite in casa della propria squadra, per il servizio che garantiscono ogni settimana ai ma residenti altrotifosi-viaggiatori e ve. Inoltre, ai titolasoprattutto per la preri della Tessera del ziosa collaborazione ed Tifoso sarà riconoil sostegno che forniscoIl presidente della Lega di Serie B ci ha sciuta gratuitamenno al progetto Tessera rilasciato la seguente affermazione te la Cartafreccia del Tifoso con la firma riguardo la Tessera del Tifoso: di Trenitalia. «La della Convenzione». Lega Pro - ha detto Alle parole del nume«È uno strumento che va incoraggiato. Ci il presidente Mario ro uno della Lega Pro, sono le difficoltà tipiche delle cose nuove, Macalli - è lieta di hanno fatto eco quelperò nel medio-lungo periodo sono conrendere operativa la le dell'amministratovinto che la gente e i tifosi si renderanno convenzione con re delegato di Trenitalia per agevoTrenitalia Vincenzo conto che si tratta di uno strumento che va lare i tifosi che viagSoprano: «Il trasporto a loro vantaggio» giano per seguire gli dei tifosi è una di queleventi sportivi ed le attività su cui, in queintendono farlo in uno spirito di assoluto rispetto sti ultimi anni, si è esercitato l'impegno del Gruppo delle regole di civile e pacifica convivenza. In questa FS a razionalizzare, aumentare la sicurezza, esigelogica e con spirito di servizio verso le società sporre il rispetto delle regole. Grazie, ad esempio, alla tive la Lega Pro si è attivata subito per realizzare e campagna "No ticket, no parti", arrivata quest'anlanciare la Tessera del Tifoso. Colgo l'occasione per no alla sua quarta edizione, siamo passati dal ringraziare Trenitalia e il gruppo Ferrovie dello Stato milione e 827mila Euro di costi registrati durante i campionati 2006 e 2007 per Vincenzo Soprano e Mario Macalli si stringono la mano l'allestimento di treni speciali e (Foto Archivio) per i danni subiti, all'attivo di 700mila Euro del 2009/2010. La Tessera del Tifoso conferma tale politica, consentendoci di monitorare i flussi di mobilità dei supporter e mettendoci quindi in condizione di poter offrire a loro e agli altri passeggeri viaggi confortevoli, sicuri e addirittura, come in questa circostanza, interessanti e riteniamo gradite agevolazioni».

IPSE DIXIT - ANDREA ABODI



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Insubria Il nuovo tecnico

La Caronnese riparte da Cotta e Di Napoli La società del presidente Reina, per risollevare le sorti di una squadra che ambisce a ben altre posizioni, ingaggia il tecnico ex Como e la punta esperta rando che questo è un momento delicato in cui le la tecnica la maggiore caratteristica di Di Napoli cose non vanno tanto bene ed in una squadra gioche dovrà dare una mano ai ragazzi di Cotta: «È ARONNO PETRUSELLA – Nel girone vane come questa è l’aspetto un colpo senza bisogno di preB della Serie D è sicuramente l’Insubria psicologico ad essere importansentazioni e questo testimonia Caronnese ad aver avuto tutti gli occhi te rispetto a quello tecnico.Tutta l’ambizione e la serietà di quepuntati addosso in questi ultimi giorni. la squadra ha bisogno di risultasta società in cui mi trovo oggi». C’entrano, ma fino ad un certo punto, i risultati positivi». Nella prima partita E la differenza tra Di Napoli e ti. Quelli che non sono stati ottenuti più che di mister Cotta, infatti, contro gli altri si vede chiaramente altro, che hanno portato ad un cambio in panla Colognese, la Caronnese per il nuovo mister: «Si vede china e soprattutto l’arrivo in terra varesina, ha subito il gol della sconfitta che si è voluto rimettere in appena aperto il mercato di dicembre, di al novantesimo dopo aver discussione. Io personalmente Arturo Di Napoli, o com’è chiamato lui, di “Re giocato per un’ora in inferioho anche una certa esperienza Artù”. Partendo da quasi due settimane fa, a rità numerica. Neanche l’arrinel dover gestire giocatori che fine novembre è arrivata la notizia del nuovo vo di Di Napoli ha avuto hanno calcato i campi professioallenatore della formazione rossoblu, Corrado immediati risvolti positivi nistici di alto livello: ho allenato Cotta: classe 1964, Cotta, dopo un passato di nonostante l’attaccante milaGoretti, Brioschi, Balleri, Brevi, si calciatore a livelli semi professionistici, ha avuto nese abbia segnato dopo vede che hanno dei “motori” ottimi risultati come allenaappena diversi. Di Napoli è molto motitore di Lecco, Solbiatese, s e d i c i vato perché lui è proprio così di Como e Pro Sesto. Poi, minuti di natura. È un motivatore, un Corrado Cotta appena riaperto il mercato, gioco conuomo che dà consigli e questo (Foto Archivio) ecco Di Napoli, attaccante di tro il mi potrà sicuramente aiutare a qualità che porta con sé un Castelnuovo: Corno, il migliorafforzare la mentalità degli altri giovani elementi fortissimo bagaglio di espere in campo per la della squadra. Perché è questo che ci manca». rienza. È la scelta giusta per il Caronnese, si è involato Prima di arrivare alla Caronnese, mister Cotta Presidente Reina: «Crediamo verso la porta e un suo tiro in aveva seguito con particolare attenzione il giroche l’arrivo di Arturo all’interno diagonale è stato corretto da ne di Serie D in cui erano raggruppate tutte le della nostra squadra rappresen“Re Artù” che ha appoggiato squadre del Lazio: «Gli equilibri cambiano da giroti un oggettivo valore aggiunto così la palla in porta per il ne a girone. In quello che ho seguito io c’è una difper la formazione. La sua espemomentaneo 1-1. Non è serferente preparazione tecnica e tattica dei giocatori. rienza riuscirà a farci raggiunvita questa rete alla squadra Non è tanto una questione di giovani più o meno gere gli obiettivi che avevamo di mister Cotta, domenica forti, in Serie D vince chi sa meglio programmare il delineato ad inizio stagione e scorsa, che ha portato così a proprio lavoro. Con la casualità e l’improvvisazione siamo inoltre sicuri che accelecasa un solo punto visto il 2non si arriva da nessuna parte. Il girone della rerà il percorso di crescita dei Arturo Di Napoli con la nuova maglia 2 finale. Di Napoli subito in Caronnese l’ho seguito per due-tre partite prima di (Foto Archivio) nostri giovani talenti sui quali campo per il nuovo allenatoessere chiamato dal Presidente Reina e, al di là del abbiamo impostato il nostro re dei rossoblu: «Contro il Mantova che presto potrebbe prendere il largo, mi progetto verde sposato ad inizio stagione». Darfo Boario è partito fin dall’inizio anche se sapesembra un girone molto equilibrato. Proprio dalla Obiettivi che al momento non sono così facili vo che non aveva i novanta minuti nelle gambe. Per seconda posizione in classifica fino alla nostra posida raggiungere. Mister Cotta arrivato da lui mi interessa non tanto la condizione ma che zione appena sopra i play-out ci sono pochi punti di pochissimo non ha trovato però una situazione quello che può trasmettere alla squadra, è una sceldifferenza. È tutto aperto, ormai sono passate abbaincorreggibile: «La situazione è normale consideta soprattutto psicologica che fisica». È invece quelstanza partite per poterlo dire». di Piero Barbaro

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Mobili fa posto a Malotti di Antonio Marotta

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ESTO FIORENTINO - Cinque sconfitte consecutive hanno portato via dalla panchina della Sestese mister Stefano Mobili e al suo posto la società toscana ha chiamato Roberto Malotti a risollevare le sorti della squadra rossoblu, e qualche miglioramento c’è stato. La vittoria nel derby contro la Fortis Juventus ha portato morale al gruppo, ma poi quattro ko hanno fatto precipitare nuovamente gli animi dei toscani. Ma un maggior rodaggio della squadra ha fatto tornare in corsa la Sestese che in tre gare ha conquistato cinque punti, contro Monteriggioni, Scandicci e Città di Castello. «Mi bastavano due punti per trovare la continuità dei risultati che ci è sempre mancata, ma ne sono arrivati il doppio. Anche contro il Città di Castello speravo in una buona prestazione dei miei e così è stato. Siamo sulla buona strada per il recupero, spe-

Sestese Il nuovo tecnico

una rosa corta non ci agevola il lavoro, ma spero che i buoni risultati ottenuti nelle ultime giornate porti quell’entusiasmo che serve per cercare di ottenere un buon risultato». Oltre ai miglioramenti tattici, dunque, ci vuole un mentalità diversa per raggiungere l’unico obiettivo della stagione che è la salvezza: «Sarà una salvezza che bisognerà guadagnarsi anche tramite i play-out, quindi ci sarà da lottariamo di continuare così». È un Malotti enture, anche se ancora non possiamo dire chi siasta del lavoro fatto dai suoi alla vigilia del saranno le nostre concorrenti visto che con l’atmatch contro la Flaminia Civitacastellana e tuale finestra di mercato chi è in basso si può dopo il turno infrasettimanale a Terni conrafforzare, perciò oggi non posso esprimermi su tro lo Sporting. «Avendo una rosa con un’età questo. Anche noi comunque - prosegue media di 19 anni gli errori di inesperienza ci mister Malotti - abbiamo rinfoltito la rosa con sono e bisogna lavorare su questi e migliorarli l’arrivo di Francesconi e Fancello, un centrocamper uscire dalla zona bassa di classifica». Il tecpista e un attaccante, che possono servirci per nico rossoblu, che ritorna alla guida della risollevare le sorti della squadra». Infine l’alleSestese per la settima volta, presenta così la natore toscano indica la via sfida del “Torrini” maestra per l’incontro di contro la formaziodomenica: «Dobbiamo velocizne viterbese: «Sarà zare le ripartenze e subire tutt’altro che semplice meno gol. Solo così potremo per via degli impegni mantenere il trend delle ultime ravvicinati. Purtroppo i gare e in particolar modo metmiei ragazzi non sono tere in difficoltà la squadra abituati a giocare tre laziale. Solo vivendo alla giornapartite in una settita potremo rendere al meglio», mana e perciò credo che arriveremo scari- Pavani, attaccante della Sestese (Foto Archivio) conclude l’allenatore di Sesto Fiorentino. chi mentalmente. Poi


Cesenatico Il nuovo tecnico

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I “Corsari” cambiano timoniere: ecco Ferri C

di Stefano Santini

ESENATICO - Si è seduto sulla panchina del Cesenatico per sostituire il tecnico Davide Tentoni e provare a centrare la “mission impossible” salvezza nel girone F della serie D. Wilmer Ferri, 53 anni, ex tecnico di San Marino, Bellaria e Santarcangelo ha portato i suoi a quota dieci punti dopo sedici giornate, ma è ancora nel bel mezzo della lotta per non retrocedere. «Sono subentrato da un mese e mezzo - sottolinea il tecnico dei romagnoli - e purtroppo siamo ancora penultimi in classifica. Abbiamo di certo fatti dei passi avanti e qualche risultato positivo, ma ancora numericamente non basta. Però sono convinto che siamo sulla strada giusta - prosegue Ferri - e adesso abbiamo una serie di partite che dovremo sfruttare per fornirci definitivamente l’orientamento migliore». Arrivato dopo otto giornate, quando il Cesenatico aveva ottenuto solo un pareggio e una vittoria, Ferri aveva trovato la squadra in condizioni non ottimali: «Quando sono arrivato il livello psicologico dei ragazzi era molto basso - sottolinea il mister dei “Corsari” - ho dovuto lavorare in particolar modo su quello e poi anche sulle gambe. Probabilmente la squadra non era ancora pronta per la categoria superiore a livello di approcIl numero uno del Cesenatico Bagnolini (Foto Archivio)

cio alle partite. Ho lavorato sull’aspetto fisico e su quello psicologico, sulla testa con la quale si affrontano le partite». Il cammino del Cesenatico non è però diventato meno tortuoso, con uno score in classifica di sole due gare vinte, quattro pareggiate e ben dieci sconfitte; pochi i gol fatti (14) e molti quelli subìti (25). E soprattutto nessun miglioramento del rendimento nelle gare interne, nelle quali i “Corsari” non sono ancora mai riusciti a conquistare i tre punti. Colpa delle caratteristiche della squadra o di un problema di natura ancora un volta psicologica? Mister Ferri prova a dare la sua spiegazione: «In casa o fuori casa per noi fa poca differenza, perché dobbiamo fare punti. Certo in casa abbiamo pochi spettatori, forse si è pagato anche lo scotto della categoria e poi c’era questa sindrome delle gare in casa, con sei sconfitte in sei partite disputate: insomma credo che sia più una questione psicologica che di assetto tattico. A questi livelli poi - aggiunge Ferri - è molto importante il pubblico. A Jesi, ad esempio, c’erano 1300 persone a sostenere la squadra di casa; noi vincevamo 10 e la partita l’ha ribaltata il pubblico, caricando i propri giocatori e mettendo pressione anche all’arbitro, come è normale che avvenga in questa categoria. Noi sentiamo l’esigenza di avere il pubblico a sostenerci, e purtroppo ora non l’abbiamo: sarebbe determinante avere quelle due o trecento persone che ti spingono la domenica». La fiducia nei propri mezzi non manca all’allenatore del Cesenatico, che sa di poter provare a restare nella categoria: «Il nostro obiettivo? Volevo fare la Coppa dei Campioni, ma non si può - scherza il tecnico del Cesenatico. Assolutamente la salvezza, e credo che la squadra abbia il contenuto tecnico sufficiente per salvarsi. Non siamo certo una

La rosa del Cesenatico (Foto Archivio)

squadra di grosso spessore, ma di sicuro che può fare questa categoria bene e con dignità. Io non ho fatto altro che spingere il bottone della motivazione. Adesso abbiamo avuto una micro rivoluzione con cinque giocatori che sono andati via e altrettanti dovrebbero entrarne, quindi siamo anche in un momento di passaggio». Quale la via maestra per giungere alla salvezza? «Alla fine del girone d’andata mi piacerebbe agganciare il treno delle terz’ultime confessa Ferri - e poi nel girone di ritorno fare di tutto per tentare di salvarsi. Tutte le compagini nel nostro girone sono bene assortite, noi essendo penultimi chiaramente per ora abbiamo dimostrato meno di molti. Tutti hanno dei punti di valore, e alternano però prestazioni buone e non buone. Noi nelle prossime sfide prima di Natale cercheremo di cogliere l’attimo, perché abbiamo bisogno di punti più forse più delle squadre che dovremo affrontare in calendario, e in questo dovremo trovare la determinazione e le motivazioni. Abbiamo disperatamente bisogno di punti». Nel percorso verso la permanenza in serie D sarà fondamentale l’apporto dei giovani, in un giusto mix con i più esperti. «Di giovani ne abbiamo, e di molto bravi - sottolinea Ferri - come ad esempio Luigi Di Matteo, classe 1992. Poi c’è quel ragazzino di 39 anni, Alessandro Teodorani, che potrà darci una grossa mano: è ancora uno splendido giocatore e un grande professionista».


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Monterotondo Il personaggio

Incontro con il centrocampista della capolista del girone G, fuori per un grave infortunio

Morfù: “Rinuncio ai rimborsi per il bene della squadra” La rottura dei legamenti crociati lo costringerà a tornare sui campi fra marzo ed aprile ma “Beppe” non si perde d’animo e invita i suoi compagni a non mollare la presa

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di Stefano Santini

ONTEROTONDO - Oltre 240 presenze tra i professionisti, vestendo maglie prestigiose come quelle di Catanzaro, Avellino, Reggina, Frosinone e Perugia. Giuseppe Morfù, classe 1977, è una delle colonne del centrocampo del Monterotondo, capolista del girone G della serie D con 29 punti conquistati dopo 14 giornate. Da circa un mese e mezzo però, è costretto a guardare i suoi compagni dalla tribuna, in seguito al brutto incidente subito al ginocchio; ma Morfù ha compiuto un gesto nobile e raro nel mondo del calcio: fino a quando non rientrerà in squadra ha deciso di rinunciare ai rimborsi e allo stipendio. «La società mi ha chiesto il perché di questa scelta - sottolinea il centrocampista del Monterotondo - per me stare 4 o 5 mesi fuori, in questo periodo di crisi delle società dilettantistiche, e percepire lo stesso lo stipendio, avrebbe significato rubare dei soldi: non l’ho mai fatto nella mia carriera e figuriamoci se lo faccio ora. E poi è una scommessa su di me, sapendo che non prendo soldi so che devo rientrare il prima possibile per riprendere il mio stipendio». La rottura completa del legamento crociato costringerà Morfù a rivedere il campo non prima della fine di febbraio. «Moralmente non è uno dei periodi migliori della mia carriera - ci rivela Morfù - ma cerco di farmi forza. Mi sono operato a Perugia circa 40 giorni fa e ora penso solo a lavorare. Ho iniziato la riabilitazione insieme a Gianni Colella, che sta facendo un ottimo lavoro: ho già tolto le stampelle, cammino e ho iniziato il potenziamento. Sto lavorando soprattutto dal punti di vista psicologico, più che sul ginocchio, perché a 33 anni non è facile subire un incidente del genere e avere la forza di riprendersi». Otto vittorie, cinque pareggi e una sola sconfitta, imbattuto al

“Fausto Cecconi”, il Monterotondo di mister Ferazzoli è lanciato verso la conquista del campionato. «Sono andato al campo e i ragazzi sono carichi, hanno preso finalmente fiducia nei propri mezzi - sottolinea il centrocampista gialloblu. Siamo una squadra di spessore e che ha sempre fatto bene, anche quando non abbiamo conquistato il risultato pieno abbiamo sempre creato tante occasioni da gol, senza riuscire a metterla dentro. Ora siamo primi in classifica abbiamo preso piena fiducia e penso e spero che sia l’anno giusto per vincere questo campionato. L’obiettivo è passare di categoria, quello che si era prefissato la società. Quando ho firmato - prosegue Morfù - la prima cosa che mi è stata detta è questa, il progetto va avanti». Arzachena, Anziolavinio e Sanluri per concludere il girone d’andata, Morfù è convinto che il Monterotondo potrà conquistare i

Giuseppe Morfù (Foto Sito Ufficiale)

nove punti in palio e consolidare il primato. «È un periodo da sfruttare, il calendario è favorevole a noi: si può fare bottino pieno, visto il valore nostro e degli altri. Ci siamo scontrati anche con le prime e non ho mai visto una squadra che ha messo in difficoltà seria il Monterotondo. Un nostro difetto? Siamo ancora poco cattivi sotto porta». I risultati positivi fanno sognare i tifosi del club alle porte di Roma: «Fino a quando ho giocato ho visto sempre gente allo stadio, per quanta poteva contenerne il nostro impianto - rimarca Morfù. Nei miei confronti poi ho sempre notato un grandissimo affetto, forse anche grazie al gol segnato nel derby. Sento l’affetto dei tifosi e della gente e con i risultati l’afflusso allo stadio è aumentato. Il giovane che mi ha impressionato di più? Valerio Del Vecchio (classe ’90), un giovane molto interessante. È una punta che sa attaccare gli spazi come pochi - sottolinea il centrocampista del Monterotondo solo che deve crederci lui: fin quando ci allenavamo insieme ho sempre cercato di spronarlo in tal senso, perché giocatori a quell’età che attaccano gli spazi così come lui ne ho visti pochi in giro e lui deve saper sfruttare al meglio questa grande caratteristica.Tra gli “anziani” invece mi ha impressionato Nunzio Mollo (classe ’83), che è migliorato tantissimo da quando giocavamo insieme, a Sant’Anastasia in C2. Lui aveva 18 anni ed era solo un ragazzino, ora è migliorato tanto». In carriera ha vinto tanti campionati, tra cui quello con il Frosinone in Prima Divisione. Il sogno di Giuseppe Morfù è riuscirci di nuovo, stavolta con la maglia del Monterotondo, per tornare a lottare sui campi della Lega Pro. «Il mio obiettivo è rientrare nel gruppo tra fine febbraio e inizio marzo, per poi provare ad essere disponibile ad aprile per le ultime tre-quattro partite di campionato e magari dare una mano al Monterotondo a raggiungere il successo. Sarebbe un sogno: spero ed ho la forza di farcela».


Capriatese Il personaggio

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Numero 45 9 dicembre 2010

A Capriati Cagnale è già leader C

di Antonio Marotta

APRIATI A VOLTURNO - Reduce dal pareggio interno con la Battipagliese e dal difficile turno infrasettimanale con il Fortis Murgia, la Capriatese aspetta la delicata sfida di domenica contro il Sant’Antonio Abate in trasferta. Non sarà un match semplice perché lontano dal “Comunale” di Capriati a Volturno, i biancorossi di mister Cimmino stentano e non hanno ancora vinto, con due sole reti segnate in sette gare. «È questo un limite della nostra squadra - esordisce Alessandro Cagnale - ma visto la giovane età del gruppo è anche comprensibile che sia un po’ di timore quando si gioca contro squadre più esperte sul proprio campo». Ma per l’esperto difensore centrale una vittoria contro i giallorossi sarebbe utile per spronare la Capriatese anche fuori casa: «Un risultato positivo servirebbe da spinta per il prosieguo del campionato perché la strada che

come facciamo in casa. Il Sant’Antonio Abate penso che sia una squadra alla nostra portata - continua l’ex giocatore di Pisa e L’Aquila - perciò se scendiamo in campo determinati a vincere e più concentrati del solito potremo farcela». Cagnale è arrivato ad ottobre a Capriati, ma già parla da leader, vista la sua cospicua esperienza si campi di Lega Pro e Serie D. «Ho avuto subito un ottimo rapporto con tutti, i ragazzi come il mister e la abbiamo intrapreso finora è quella giusta, basta società sono persone serie con voglia di crescere e solo sboccarsi in trasferta e la salvezza sarà a mi trovo benissimo. Spero di poter dare una mano nostra portata di mano. Il gruppo è giovane e ha a raggiungere la salvezza il prima possibile». Il bisogno di entusiasmo che solo i tre punti possono difensore biancorosso arriva portare». Una delle diffiin Serie D dopo aver sfioracoltà principali dei bianto qualche stagione fa la corossi è, come detto, la serie B con il Pisa. «È stata fase offensiva, dove c’è sicuramente una delle mie stapoca cattiveria a buttarla gioni più importanti, forse il dentro. «Troppe occasioni punto più alto, ma gli spareggi sprecate ci faranno restare con l’Albinoleffe sono stati fataa lungo in questa posizione li. Ma devo dire che Potenza e di classifica, perciò l’unico L’Aquila sono state sez’altro modo per risollevarci è piazze dove mi sono trovato segnare il più possibile. Ma bene e dove ho vinto. Ora a 37 una manovra d’attacco con anni voglio solo essere un pochi uomini non potrà esempio per i miei compagni cambiare le cose, perciò di reparto e raggiungere la salbisogna gestire la fase vezza con la Capriatese», conoffensiva in modo migliore e Alessandro Cagnale (Foto Archivio) clude Cagnale. attaccare con più uomini,



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Repubblica di San Marino

Numero 45 9 dicembre 2010

Cosmos, pareggio e primato che sfuma. Pennarossa primo Il girone A vede l’avvicendamento in testa alla classifica: la Cosmos sembra in crisi e il Pennarossa ne approfitta. Nel girone B Tre Fiori e Murata pareggiano a reti bianche di Luigi Cardarelli

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EPUBBLICA DI SAN MARINO – Prende respiro il Tre Fiori, lo fa contro La Fiorita. Finisce 0-0 una delle “classiche” di San Marino, due società che durante gli ultimi campionati hanno sempre detto la loro e che si sono tolte alcune soddisfazioni, in particolar modo la squadra guidata da Floriano Sperindio che anche in questa stagione vuole vincere tutto e anche di più. Il risultato a reti inviolate non ha destabilizzato la classifica del Tre Fiori che conduce saldamente a quota 25 punti lasciando alle sue spalle il Murata anch’esso frenato dalla Juvenes/Dogana sullo 0-0. Non si rosicchiano quindi quei due punti che in un campionato bello e difficile come quello titano, spesso a fine torneo, possono sancire il passaggio ai play-off direttamente al secondo turno. Il colpaccio invece lo fa il

Pennarossa che liquida con un sonoro 5-1 la Virtus, aggiudicandosi così la testa del Gruppo A, ai danni di una Cosmos che da qualche gara sembra in affanno. L’1-0 contro la Libertas, era il preludio di quanto sarebbe successo poi contro la Folgore/Falciano, gara persa per 5-0, e che ha inesorabilmente fatto perdere terreno alle squadra titana, aggiunto poi allo 0-0 di sabato scorso contro il Tre Penne. Nulla comunque è perduto per la Cosmos e per tutte le altre

Il Faetano festeggia un gol (Foto Archivio)

LA CLASSIFICA DEL CAMPIONATO GRUPPO A Pennarossa Cosmos La Fiorita Faetano Juvenes/Dogana Fiorentino Cailungo

CLASSIFICA MARCATORI

GRUPPO B Tre Fiori Murata San Giovanni Tre Penne Libertas Virtus Folgore/Falciano Domagnano

19 18 15 12 11 7 3

compagini che ancora si stanno giocando punti importantissimi per ambire ai primi posti nelle rispettive classifiche. La Libertas non ci sta e lo dimostra, relegata al 4 posto su 7, la squadra di Michele Ceccoli ha battuto il Fiorentino per 41, costringendo la squadra di Claudio Venerucci al penultimo posto in classifica nel gruppo A. Il Faetano invece espugna il campo della Folgore grazie a una doppietta di Simone Ugolini (al 7’ e al 73’) e una rete di Francesco Viroli. Per la Folgore, sempre più nei bassifondi della classifica del gruppo B, il gol della bandiera è stato siglato dal “solito” Cristian Protti. Finisce 2-2 invece la gara Cailungo-Domagnano: apre le marcature dopo soli 2 minuti dall’inizio della gara Stevan Venerucci per il Domagnano. La doccia fredda però non distrae il Cailungo che recupera al 19’ e al 43’ con una doppietta di Davide Pedini. Fissa poi il risultato di 2-2 Davide Dolcini del Domagnano. 10^ GIORNATA 4-5/12/2010

Libertas-Fiorentino Pennarossa-Virtus Folgore/Falciano-Faetano Tre Penne-Cosmos La Fiorita-Tre Fiori Murata-Juvenes/Dogana Cailungo-Domagnano

GRUPPO A

25 18 16 15 15 9 7 4

6 Gol: Fantini (Juvenes/Dogana) Montagna (Cosmos)

4-1 5-1 1-3 0-0 0-0 0-0 2-2

11^ GIORNATA 11-12/12/2010

5 Gol: Grigore (Fiorentino) Ciacci (Pennarossa) GRUPPO B 7 Gol: Dominici (Folgore/Falciano) 6 Gol: Gatti (Murata)

Folgore/Falciano-Juvenes/Dogana Libertas-La Fiorita Cosmos-Murata Tre Fiori-Cailungo San Giovanni-Pennarossa Tre Penne-Fiorentino Faetano-Virtus Riposa: Domagnano

RISULTATI E CLASSIFICHE DELLA COPPA TITANO 2010-2011 GRUPPO A

4^ GIORNATA 01/12/2010

GRUPPO C

GRUPPO B

Libertas-Virtus

2-2

Virtus

8

La Fiorita

7

Tre Penne

8

Murata-San Giovanni

2-2

Pennarossa

4

Faetano

4

Juvenes/Dogana

7

Domagnano-Faetano

0-1

Libertas

4

Domagnano

4

Murata

5

Tre Fiori-La Fiorita

2-2

Folgore/Falciano

1

Tre Fiori

3

San Giovanni

1

Juvenes/Dogana-Tre Penne

2-2

Cailungo

1

Cosmos

2

Fiorentino

0



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