PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.41

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

Anno 2 - n° 41 11 noVEMBRE 2010

1 EURo

771593 630059 9

ISSN 1593-6309

80041

IL SETTIMAnALE dI A, B, LEGA PRo, d, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5

L ’ a t t es a è f in it a : P r o fe s s i on e C al c i o T v o g n i g io r n o d a ll e 1 9 . 3 0 a l l e 21 . 3 0 e l a d o m e n i c a dal le 14 al le 18 s u B LU SK Y 92 6


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L’EDITORIALE

Numero 41 11 novembre 2010

Editoriale

In FIGC appare Kryptonite e scompaiono computer. . di Massimiliano Giacomini

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OMA Allegato B

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Seduta n. 391 dell'8/11/2010 ... ATTI DI CONTROLLO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

PIONATI. Al Presidente del Consiglio dei Ministri. - Per sapere - premesso che: l'articolo 24 dello statuto della FIGC prevede che il Consiglio federale è il massimo organo normativo, di indirizzo generale e di a mministrazione della federazione; l'articolo 10 delle norme organizzative interne della Federcalcio prevede che le funzioni di dirigente federale e quindi di consigliere federale siano non retribuite e che sempre il comma 3 dello stesso articolo, prevede che i dirigenti federali non possono trarre lucro dalla loro attività in ambito calcistico; il comma 2 dell'articolo 10 delle citate norme contempla che i dirigenti federali siano responsabili della rettitudine sportiva e morale della loro condotta e quindi esercitano tali funzioni in piena libertà di coscienza, secondo le proprie personali convinzioni; l'attuale presidente federale, dottor Giancarlo Abete, ha

posto in essere 2 contratti a vario titolo per l'assegnazione annua di 130 mila euro al consigliere federale presidente degli allenatori ed al presidente dell'associazione italiana arbitri, anch'egli consigliere federale; tali determinazioni possono in qualche modo condizionare le funzioni dei due citati consiglieri federali in caso di eventuale dissenso dal presidente, determinando così il vulnus di un cripto condizionamento, derivante dalla paura di perdere tali benefit; è oltremodo necessario ristabilire la perfetta collegialità dell'organo federale più importante, chiamato a scelte dolorose, dopo le vari eliminazioni culminate con l'eliminazione dell'Italia dal mondiale di calcio, eliminando cripto condizionamenti in capo a soggetti che devono autonomamente operare -: di quali elementi dispone il Governo sulla vicenda e se il Coni abbia esercitato o intenda esercitare iniziative di vigilanza. (4-09300) Cripto condizionamenti: dopo la Kryptonite letale per Superman, arrivano i condizionamenti, per dirla in parole spicce, di chi si mette in tasca bei

soldoni e poi dovrebbe avere la libertà e l’onestà intellettuale di operare in maniera autonoma e schierarsi contro chi gli ha riempito il portafogli. In definitiva ci si chiede se il Consiglio Federale della

FIGC e alcuni suoi membri siano liberi di pensare con la propria testa e non con il proprio conto in banca. Visto quello che è accaduto durante i Consigli Federali di questa estate post eliminazione dal Mondiale sudafricano, ci appare difficile pensare che i membri del Consiglio siano scevri da condizionamenti e, visti i continui fallimenti delle Under italiane (l’eliminazione dei ragazzi di Casiraghi ci è costata persino il posto a Londra 2012), e il silenzio dei “consiglieri” è allarmante quanto l’attaccamento alla poltrona del “non legato alle logiche della poltrona” Giancarlo Abete e alle dichiarazioni fuori luogo e fuori contesto del Vice presidente “onnip r e s e n t e ” D e m e t r i o A l b e r t i n i . L’Onorevole Pionati parla di scelte dolorose, quelle che avrebbe

dovuto prendere il CF dopo i Mondiali. Scelte che non sono state prese e che solo per questo motivo restano dolorose. In Italia manca l’autocritica, manca ai livelli più alti della politica, manca tra noi giornalisti, manca tra la gente, pensate voi cosa può succedere per diecimila euro al mese nel mondo del calcio. Per quanto ci riguarda, attendiamo ancora l’incontro con la Procura Federale e l’avvocato Cotugno che ci aveva chiamato alcuni mesi fa. Noi restiamo in attesa con un’altra domanda: ma i computer acquistati in Sudafrica sono veramente scomparsi nel nulla una volta arrivati in Italia?

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Numero 41 11 novembre 2010

Voci dal Palazzo

In FIGC c’è il paladino della moralità. .ma Calciopoli? “Il comma 2 dell’articolo 10 delle N.O.I.F. contempla che i dirigenti e i consiglieri federali siano responsabili della rettitudine sportiva e morale della loro condotta e quindi esercitino tali funzioni in piena libertà di coscienza secondo le loro personali convinzioni... dovere intervenga per ristabilire la consiglieri federali di diritto, il presiperfetta collegialità dell’organo più dente degli allenatori (Ulivieri) e il importante della FIGC, perseguendo presidente dell’AIA (Nicchi), sono a OMA - In questi mesi abbiamo vario titolo sul libro paga della gli autori di questi sciagurati conpiù volte evidenziato il malco- Federazione. Riteniamo che per ogni tratti ed eliminando i cripto-condistume esistente nella gestione zionamenti che violano l’art. 1 persona onesta e di buon Abete nella Federcalcio, ma mai comma 1 e l’art. 2 comma 1 del senso sia difficile credere pensavamo che questa incresciosa Codice di Giustizia Sportiva in capo a che chi situazione investisse soggetti che devono autonomamenpercepisce anche il Consiglio te operare. Ma anche sotto l’aspetto più di i r nsiglie Federale. Secondo l’ardell’applicazione delle decisioni della 1 0 m i l a ...Ora, due co vieri euro li U , to it ir ticolo 24 dello statuto giustizia sportiva, la gestione Abete al d i federali d to ti FIGC il Consiglio fa acqua da tutte le parti. I compemese non io r no a va Federale è il massimo e Nicchi, so tenti organi hanno da tempo delibep o s s a della a g a p ro b organo normativo, di rato che l’ex dirigente della Juventus e s s e r e li l lo su o m ia n e indirizzo generale e di Moggi sia da considerare radiato condizioit R Federazione. amministrazione della dalla FIGC. Per l’applicazione conn a t o re ile crede ic f if d a si federazione. Il comma 2 creta di tale decisione, occorre la n e l l o e h c di iù p e c is p dell’art. 10 delle N.O.I.F. presa d’atto da parte del Consiglio s vo l g i e rc che chi pe (norme interne di orgaFederale. La pratica giace polverosa mento al mese... 10mila Euro nizzazione federale) connell’ultimo cassetto della segreteria delle templa che i dirigenti presidenziale di Via Allegri 14, e s u e federali e i consiglieri nonostante che i mesi trascorrano funzioni, cosa che investe pienafederali siano responsabili della ret- mente i due citati consiglieri federamolto velocemente, Abete non ha titudine sportiva e morale della loro li, in caso di eventuale dissenso dal nessuna intenzione di portare l’arcondotta e quindi esercitino tali fun- presidente. Questo in linea di diritto gomento nel consesso federale e zioni in piena libertà di coscienza si chiama il vulnus di un cripto-conchiudere così definitivamente la stasecondo le loro persogione di Calciopoli, almeno per dizionamento, determinato dalla nali convinzioni. quanto riguarda la Federcalcio. paura, forse anche inconscia (e Ora, due Il solito dubbio vogliamo essere buoni), di perdere ricorrente ci tali benefit. assale di nuovo: Ora noi denuniessere cond e Abete fa n io ma chi si era ciamo pubblicat s e g ...non possa a .l to .. n ime lg i. o t r sv a o p ll definito paladimente alla come le n zionato da tutte , missione o a st u e q u c Q a i. no della legalità di n io z nte delle sue fun to, si chiama garanzia, ica riguarda t a e del rigore al r p a L it ir i g g o M i d come può perP r o c u r a t o r e in linea di d e n n radiazio n cripto-co la u i d s o u mettere tutto generale della im ln lt u v il sa nell’u anche o r a e M lv . o p to n e questo??? E FIGC e al CONI e c m ia diziona teria e ca- - a cui spetta la g r li g p e p s ’a a ll ll e meno male e d d o cassetto sotto l’aspett cisioni della che si era sorveglianza e d sidenziale” e r p zione delle definito s u l l ’ o p e r a t o rtiva... d i f e n s o re delle federaGiustizia Spo del rispetto delle regole della giustizioni - questa zia, altrimenti altro che Calciopoli!!! situazione, con l’auspicio che chi di di Robin Hood

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Numero 41 11 novembre 2010

Rubrica

L’Italia in Europa è una Cenerentola, ma al Palazzo non importa di Mauro Gasperini

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OMA - Settimana di grandi polemiche, di discussioni, di Presidenti contro allenatori o giocatori, mentre la nave federale affonda sempre più. Dopo la brutta figura nelle Coppe, siamo ormai terzi nel ranking europeo e la Francia incalza, ma Abete o chi per esso è in tutt'altre faccende affaccendato. Ha tenuto banco (e chissà per quanto tempo ancora) lo scontro Garrone-Cassano, nel quale il cosidetto “Genio di Bari vecchia” non si e' smentito, offendendo con parole forti il suo datore di lavoro. E credo che, nonostante l'insistenza dei tifosi, il pentimento (tardivo) di Cassano e la mediazione di alcuni personaggi (avv.Bozzo in testa) il presidente che lo paga profumatamente stavolta sarà irremovibile, quindi si preannuncia un imminente divorzio. Moratti è nostalgico del suo Mou (che ha spremuto la squadra sino al midollo) e se la prende con Benitez, coi troppi infortuni, con lo scarso gioco della squadra, senza rendersi conto che la

colpa è solo sua: non ha rinnovato, non ha investito (deve ripianare i troppi debiti accumulati) ed ora dà la colpa all'allenatore che oltretutto ha avuto il coraggio di lanciare (ed insistere) su alcuni giovani che sono il futuro della Società. D’altronde il petroliere si deve rendere conto che non sempre la ruota gira da una parte sola: ho il sospetto che il 2010/11 sarà un anno molto duro per i colori nerazzurri. Zamparini litiga oggi pure domani con tutti, facendo esasperare sino alle dimissioni il bravo ds Sabatini che aveva costruito una squadra giovane, quindi senza immediati traguardi ma ben proiettata nel futuro. Se il patron dice che Pastore vale 60 milioni di euro (cifra folle e fuori mercato), qualche merito ce l'avrà chi lo ha portato a Palermo, o no? Le piccole, dopo una fulminante partenza, si stanno via via smontando, ed entrano nella loro dimensione: lottare per la salvezza. Anche la capolista Lazio comincia a dare segni di cedimento e il ko del derby ne è un segno; il Milan alterna ottime prestazioni (vedi gara col Real Madrid) ad altre che se pur vitto-

riose (a Bari) mostrano evidenti scricchiolii specie in difesa, ed il nervosismo dei troppi vetusti campioni (o presunti tali) emerge nel violento alterco tra i pesi massimi Ibrahimovic e Onyewu. La Juve, anch'essa in affanno per i molti assenti, ha per lo meno il merito di lanciare nell'OIimpo giovani promettenti (ottimo il danese Soerensen al debutto). Delneri sa che con l'organico a disposizione non può lottare su tre fronti ed in cuor suo (anche se non lo dice) spera di uscire dall’Europa League, e concentrarsi su Campionato e Coppa Italia. Il Napoli becca di brutto contro Gerrard e si rifà col fanalino di coda Parma, spedito da Pietro Leonardi in ritito punitivo sino alla prossima vittoria (secondo me, sic stantibus rebus, ci staranno per tutta la stagione…). Tra meno di due mesi ci sarà il mercato di riparazione: non vi aspettate grandi movimenti, non ci sono più quattrini e chi ha buoni giocatori se li tiene. Due o tre allenatori però non vedranno questi cambiamenti e a qualcuno andrà di traverso il panettone natalizio. Scommettiamo?



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Intervista

Numero 41 11 novembre 2010

Il tecnico appena esonerato dall’Ascoli si concede in una lunga intervista

Elio Gustinetti: “L’Ascoli saprà risollevarsi”

Dopo un inizio di stagione positivo, i bianconeri sono letteralmente sprofondati Infortuni e disagi societari alla base del crollo. E ora c’è anche la penalizzazione di Flavio Grisoli

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OMA - Fatale fu Torino. L’esonero era ormai nell’aria, nonostante si fosse tentato fino all’ultimo momento di difendere la posizione di un tecnico che, si può dire, non è molto fortunato in questi suoi ultimi due-tre anni di carriera. Elio Gustinetti, 55 anni da Bergamo, non è più l’allenatore dell’Ascoli. La sconfitta subìta all’“Olimpico” di Torino nella scorsa giornata (2-1, dopo però che i marchigiani erano andati in vantaggio dopo appena un minuto con Moretti), è stata l’ultima gara che il tecnico ex Grosseto e Albinoleffe ha disputato sulla panchina della compagine bianconera. Dopo le prime cinque giornate (due vittorie e tre pareggi), nessuno si sarebbe mai immaginato un crollo verticale così inarrestabile (dalla sesta alla quattordicesima due pareggi e addirittura sei ko). Ma le vicissitudine societarie si sono intrecciate a quelle sportive, cosicché l’Ascoli ora si ritrova ultimo in classifica e con, per giunta, tre punti di penalizzazione sul groppone per i ritardi nell’iscrizione al campionato cadetto di quest’anno. «Non è facile spiegare il perché di un’inversione di tendenza così marcata - ci racconta Gustinetti, che con Grosseto e Albinoleffe ha sfiorato due volte la promozione in Serie A, perdendo ai play-off in entrambe le occasioni - però dal giorno della sconfitta interna con il Livorno (1-5 al “Cino e Lillo Del Duca”), e con l’addio di Stefano Antonelli e Vincenzo Mirra - rispettivamente direttore generale e direttore sportivo dei bianconeri - il giocattolo si è sfasciato. Inizialmente, senza dubbio, il motivo del calo è stato di natura emotiva, poi sono sopraggiunti tanti infortuni. Volendo andare a vedere il lato positivo della questione - prosegue Gustinetti, che dal tono di voce traspare essere molto deluso per come si è evoluta la situazione ad Ascoli - abbiamo avuto modo di mettere in mostra tanti buoni giovani, però nel contempo abbiamo perso quel pizzico di fortuna che ci aveva accompagnato fino a quel momento, poi le certezze che ci eravamo costruiti, e di conseguenza anche i risultati sono venuti meno». Anche se, sotto il punto di vista del gioco, la squadra non ha mai ampiamente meritato, a parte poche occasioni, i risultati negativi che sono arrivati: «No, sicuramente no. Il mio Ascoli ha sempre dispu-

tato buone gare, e meritavamo sicuramente più punti, almeno 6 o 7. La penalizzazione non ha influito sui risultati, perché era un qualcosa che ci si aspettava sarebbe arrivata». Nonostante l’amarezza, Gustinetti analizza a mente fredda quanto accaduto in questi pochi mesi alla guida dell’Ascoli: «Al di là delle colpe, che poi hanno tutti in egual misura quando i risultati non arrivano, alla fine il primo a pagare è sempre l’allenatore. Sappiamo tutti che è così, ed è una variabile che si accetta. Comunque, se devo essere sincero, era molto più profonda la delusione in me in occasione degli altri due esoneri (Albinoleffe e Grosseto). Il presidente Benigni ha preso una decisione quasi obbligata. Ha scelto un tecnico grintoso (Castori), che sono sicuro sarà in grado di risollevare le sorti della squadra, non appena avrà l’infermeria svuotata». Resta da chiedersi, a questo punto, quale fosse l’obiettivo che la dirigenza marchigiana aveva chiesto a Gustinetti: «Il mantenimento della categoria, anche perché si erano avute molte difficoltà economiche in estate che un po’ di scompiglio l’avevano portato. Io, personalmente, sono a posto con la mia coscienza, anche perché ho avuto la possibilità di lanciare e far conoscere al grande pubblico tanti giovani, che per un club come l’Ascoli rappresentano una grandissima risorsa». C’è il problema del pagamento degli stipendi, ora: «Non mi voglio addentrare in queste dinamiche, non mi sembra corretto. Dovrebbe chiedere a chi di dovere. Comunque, se l’Ascoli dovesse subire altri punti di penalizzazione per mancati pagamenti degli emolumenti, allora ci si dovrà preoccupare seriamente». Un commento sulle avversarie, in special modo su chi potrà lottare per la promozione fino alla fine. Il Novara sta stupendo oltre ogni aspettativa sabato dopo sabato. Chi altro rimarrà in testa? «A parte il Novara, sul quale però vorrei fare un discorso a parte, io credo che alla lunga il Torino arriverà in fondo, perché ha una rosa nettamente sopra la media. Poi, tra le squadre che abbiamo affrontato, il Livorno è quella che ci ha

messo più in difficoltà; poi l’Empoli di Aglietti, una squadra molto compatta che concede pochissimo all’avversario». Sul Novara, invece? «Li ho visti giocare un paio di volte, e mi sarebbe piaciuto affrontarli (Gustinetti è stato esonerato proprio nella settimana che portava alla gara contro la capolista. La partita, decisa da due rigori di Motta e Lupoli, è terminata sull’1-1: sicuramente una buona iniezione di fiducia per i bianconeri), però da quello che ho potuto vedere, credo sia davvero dura che riescano a mantenere quei ritmi fino alla fine della stagione. Il campionato è molto duro, e le altre avversarie potrebbero prendere le dovute contromisure». Il sintetico del “Piola” è un vantaggio? «Mah, potrebbe anche esserlo, perché comunque la superficie sintetica facilita il loro gioco di prima e in velocità. Però mi sembra che vincono anche in trasferta - ride - quindi vuol dire che c’è anche dell’altro». Possibile, allora, che queste neopromosse siano così competitive fin da subito? Oltre al Novara c’è il Varese di Sannino che sta facendo benissimo, oltre che il Pescara di Di Francesco, mentre stenta un pochino il Portogruaro di Viviani, sicuramente tra queste, la meno attrezzata: «Bé, se andiamo a ripercorrere le passate stagioni, possiamo ricordare il Cesena, poi il mio Grosseto e il mio Albinoleffe. Le neopromosse hanno una carica incredibile e un furore agonistico fuori dal normale. Se poi riescono a mantenere i nervi saldi durante l’anno, possono anche riuscire a fare il colpaccio».

(Foto Archivio)


Intervista

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Numero 41 11 novembre 2010

Sasà Campilongo fa le carte alla Serie bwin

L’ex tecnico dell’Empoli, attualmente senza panchina, ci racconta come sta vivendo la cadetteria di quest’anno dando le sue pagelle. E ci racconta anche qualche retroscena casa con il Sassuolo, anche in quel caso un ko interno devastante. Per questo, la fredda atmosfera al “Del Duca” ed il coinvolgimento di Benigni sempre OMA - Salvatore Campilongo detto meno pressante (è tifoso milanista e sbuccia allena“Sasà” è nato a Napoli il primo settemtori come castagne) il “picchio” ha salutato bre 1961. Cresciuto nelle giovanili delle Gustinetti e accolto Castori. «Hanno preso Castori, vespe gialloblù della Juve Stabia, esordisce in una scelta forzata per motivi economici. Mi avevaserie A il 4 maggio 1980 con la maglia della no cercato, poi ho rifiutato. Grande piazza, ma la Lazio. Alto 176 cm, gioca come attaccante situazione della società mi ha fatto cambiare idea, anche con Avellino, Empoli, Mantova, Campania, hanno tanti problemi. Castori ha esperienza, ha firFrattese, Salernitana, Brindisi, Casertana (41 mato un contratto che in pochi avrebbero accettagol), Venezia, Palermo (9 centri), Turris, to. Torna nel giro, lui è tifoso bianconero, è nato a Frosinone (22 reti), Giugliano e Puteolana nel Tolentino, avrà la carica giusta ma è davvero dura 99/2000. Poi nel 2002 parte con la Casertana la tenere l’Ascoli lontano dalle sabbie mobili della zona sua nuova avventura in panchina, poi Ariano retrocessione». Oltre ai marchigiani, anche il Irpino, Cavese, Foggia, Avellino ed Empoli. Con Grosseto di Moriero non decolla: «Ho rifiutato gli azzurri toscani resta in sella fino alla chiamala panchina dei maremmani poco prima che chiata dell’ex puntero di Napoli e Verona Alfredo massero Checco Moriero sulla panchina al posto di Aglietti, in precedenza mister della primavera Apolloni fresco di esonero. Camilli è un presidente della Sampdoria. Il punto sulla cadetteria con che non bada a spese: paga, è preciso, ma non c’è Campilongo inizia proprio dal “Castellani” di un progetto serio, troppi cambi in panchina e la straEmpoli: «La serie bwin serve soprattutto per valotegia è quella di vivacchiare nella categoria senza rizzare i giovani e farli giocare il più possibile. Meglio puntare in alto. Ho detto di no ad una grossa i primi posti in Prima Divisione della Lega Pro che somma di denaro, un gran bel contratto con Camilli l’anonimato in bwin come stanno facendo Ascoli, ma ripeto, non c’è un progetto a lungo termine, si Vicenza e Triestina. La Lega ha chiuso i rubilavora poco con i giovani, i ragazzi del vivaio non netti da tempo ed ora i soldi sono semsono presi in considerazione. Le forze pre meno come le risorse per restare a fresche in Italia hanno vita breve, purgalla. Ad Empoli ho allenato dei ragazzi troppo». E la fuga del Novara? «A splendidi come Fabbrini, un po’ leggerino differenza del buio che c’è ad Ascoli, il come Gasbarroni ma davvero forte, ha Novara fresco di promozione ora dei numeri incredibili palla al piede, prova la fuga per arrivare in primavera farà benissimo ne sono sicuro. Anche almeno in zona play-off. Il miracolo non Dumitru, ora al Napoli di Mazzarri, esiste, è tutto frutto di lavoro, serietà e mi ricorda un certo Thierry Henry, programmazione. Certo, anche ex bomber di Arsenal e Barcellona. un pochino di buona Come il francese, anche Dumitru sorte, ma il gruppo ha forza fisica ed esplosività sulle è affamato, gambe. Spalle dritte e testa alta e hanno fame piedi molto dolci ed educati. Ecco da vendecome devono fare le nuove sociere, anzi non tà, prendere spunto dall’Empoli, la vendono a dall’Atalanta e da quei vivai semnessuno e sono preverdi». E la crisi dell’Ascoli? sicuro che non crol«Tutto è iniziato quando pochi mesi leranno. L’inverno è fa è uscito di scena il ds Antonelli, lo spogliatoio ha avuto dei seri problemi duro da sopportare, i visto che una decina di giocatori fanno campi si fanno tremendi ma parte della sua scuderia, hanno un nonostante Tesser non abbia contratto con Antonelli. È successo un una rosa come Siena e marasma da quando Antonelli ha saluAtalanta che sono due coraztato, erano partiti benissimo, come lo zate, dai campi di Novarello scorso anno, poi una pesante sconfitalla voglia di mettersi in (Foto Archivio) ta 1-5 col Livorno li ha bloccati menmostra dei vari Bertani, talmente, come 12 mesi fa sempre in Gonzalez e soci, il Novara di Riccardo Morgigno

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saprà restare in alto e se lo merita tutto». Sulle altre big del torneo: «Il Livorno ha bisogno di un bomber come Bianchi o Succi. Uno forte, manca un grosso attaccante di peso che affianchi Dionisi. Danilevicius non è all’altezza, non è quel tipo di cannoniere che dico io e poi Tavano deve riuscire a calarsi nuovamente in questa realtà dura e faticosa della cadetteria senza ripensare alla serie A, la Roma, il Valencia ed i grandi palcoscenici che ha visto di sfuggita. Si deve concentrare e saprà tornare il bomber che è. Il Pescara di Eusebio Di Francesco ha bisogno di acquistare bene a gennaio. Sono in calo perché hanno gli uomini contati, la B l’hanno fatta solo in pochi nella rosa del “Delfino”, solo Sansovini e pochi altri hanno già giocato questo tipo di campionato lungo e massacrante. A gennaio ne inizia uno nuovo, il girone di ritorno sarà una nuova avventura. Anche per il Modena dell’ex laziale Bergodi: un duro lavoro lo aspetta, però può contare sulla tanta esperienza dei vari Bellucci e Luisi, oltre alla sua dopo anni di panchine in Romania su campi molto caldi». Ma Salvatore Campilongo non era stato vicino alla panchina del Sassuolo? «Sì, infatti. A giugno avevo parlato con Bonato perché mi aveva offerto un biennale. Il Sassuolo ha una grande società alle spalle come la Mapei del dottor Giorgio Squinzi (milanista anche lui come Roberto Benigni dell’Ascoli) ma mi hanno deluso perché dopo aver aspettato due-tre giorni senza che nessuno si rifacesse sentire.Tra le altre cose, avevano programmato già la mia presentazione a stampa e pubblico, li chiamai e mi dissero che non se ne faceva più nulla e che al mio posto era stato contattato Arrigoni, su consiglio di un certo Arrigo Sacchi». Poi Arrigoni è saltato poco dopo…Quali sono le delusioni del campionato? «Senza dubbio il Torino ed il Sassuolo stanno facendo male. I tifosi rivogliono subito la serie A. Cairo ha speso tanti soldi anche quest’anno ma non basta, la pressione è immensa quando vesti il granata. Al “Braglia” c’è poca gente che va a vedere il Sassuolo, poi nei play-off lo paghi questo gap con le altre. Gregucci ha un compito difficile, anche se la squadra che ha a disposizione è di prima fascia sta disputando un campionato anonimo, il 4-3 col Siena è stata solo una vittoria fortunosa come dimostrato poi nel ko di Bergamo contro l’Albinoleffe di Mondonico pochi giorni dopo». Chi invece ti sta facendo divertire di più, chi gioca il miglior calcio della serie bwin? «Il Novara, l’Empoli dei giovani di Aglietti ed anche il Varese mi piace molto». E il Padova di Calori…«No, il Padova non mi esalta, anzi, devo dire che in casa fa bene ma in trasferta cambia pelle e non regge le insidie, non è continuo».



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Classifiche

Numero 41 11 novembre 2010

Le Classifiche

1^ DIVISIONE GIRONE A Classifica Sorrento 23 Salernitana -2 21 Spal -1 20 19 Alessandria Reggiana 19 Gubbio 19 Lumezzane 19 Pergocrema 16 Sudtirol 16 Cremonese 14 Pavia 14 Verona 13 Spezia 12 Bassano 12 Como 12 Monza 12 Ravenna 11 Paganese 10

Classifica Nocerina 25 Benevento 22 Atletico Roma 21 19 Gela Lanciano 18 Taranto 18 Foggia -1 17 Cosenza 17 Foligno -1 15 Siracusa 14 Juve Stabia 13 Andrai 13 Pisa 13 Ternana 12 Lucchese 12 Cavese -5 11 Viareggio 10 Barletta 8

MARCAToRI 9 Gol: Paulinho (Sorrento, 2r) 8 Gol: Cipriani (Spal) 7 Gol: Ferrario (Monza)

12^ GIoRnATA 07.11.10 Bassano-Gubbio 0-1 1-0 Como-Cremonese Lumezzane-Paganese 2-0 Monza-Sudtirol 3-4 Pergocrema-Alessandria 1-1 Ravenna-Reggiana 2-0 Salernitana-Verona 2-1 0-0 Sorrento-Pavia Spal-Spezia 1-1 13^ GIoRnATA 14.11.10 Alessandria-Salernitana Como-Bassano Cremonese-Paganese Gubbio-Pavia Ravenna-Lumezzane Reggiana-Spal Spezia-Monza (15/11) Sudtirol-Pergocrema Verona-Sorrento (1/12)

2^ DIVISIONE GIRONE A Classifica Pro Patria 24 Feralpisalò 22 Pro Vercelli 21 Tritium 21 Sambonifacese 16 Savona 16 -2 Canavese 15 Lecco 14 Valenzana 13 Mezzocorona 11 Montichiari 11 Rodengo S. -1 11 Virtus Entella 10 Renate 10 Sacilese 7 Casale 7 Sanremese 5

1^ DIVISIONE GIRONE B

MARCAToRI 9 Gol: Ripa (Pro Patria, 2r) 7 Gol: Fabbri (Lecco, 1r)

11^ GIoRnATA

07.11.10

Canavese-Montichiari Entella-Rodengo S. Feralpisalò-Sanremese Renate-Casale Sambo-Pro Patria Savona-Lecco Tritium-Mezzocorona Valenzana-Pro Vercelli

2-1 2-0 1-0 2-0 2-3 0-2 2-0 0-2

12^ GIoRnATA 14.11.10 Casale-Sambonifacese Lecco-Canavese Mezzocorona-Savona Pro Patria-Tritium Pro Vercelli-Feralpisalò Rodengo Saiano-Montichiari Sanremese-Renate Valenzana-Sacilese Riposa: Virtus Entella

2^ DIVISIONE GIRONE B Classifica Carpi 25 Carrarese 19 San Marino 17 Giacomense 15 L’Aquila 15 Prato 14 Chieti 13 Poggibonsi 12 Gavorrano 11 Bellaria 11 -4 Sangio 10 Crociati N. 10 Celano 9 Fano 8 Villacidrese -5 7 Giulianova 6

6 Gol: Cesca (San Marino) 5 Gol: 7 calciatori

10^ GIoRnATA

11^ GIoRnATA

7 Gol: Sau (Foggia) 6 Gol: Catania (Nocerina)

12^ GIoRnATA 07.11.10 Atletico Roma-Andria 0-1 Barletta-Benevento 1-1 Cavese-Viareggio 2-0 1-1 Cosenza-Lanciano Lucchese-Nocerina 0-0 Pisa-Foggia 1-2 Siracusa-Gela 2-0 Taranto-Foligno 1-3 Ternana-Juve Stabia 2-1 13^ GIoRnATA 14.11.10 Andria-Cosenza Benevento-Cavese Foggia-Ternana Foligno-Barletta Gela-Atletico Roma Juve Stabia-Nocerina Lanciano-Taranto Siracusa-Pisa Viareggio-Lucchese

2^ DIVISIONE GIRONE C

MARCAToRI

07.11.10

Carpi-Chieti Crociati N.-gavorrano Giulianova-Celano L’Aquila-Fano Prato-Carrarese San Marino-Giacomense Sangiovannese-Bellaria Villacidrese-Poggibonsi

MARCAToRI 8 Gol: Ciofani (Atl.Roma, 2r) Ciano (Cavese 2r)

2-0 2-1 1-1 1-0 2-0 2-2 0-0 4-1

14.11.10

Bellaria-L’Aquila Carrarese-Giulianova Celano-San Marino Chieti-Prato Gavorrano-Sangiovannese Giacomense-Carpi Poggibonsi-Fano Villacidrese-Crociati Noceto

Classifica Latina 22 Neapolis 21 Pomezia 20 Trapani 19 Melfi 15 Avellino 15 Lamezia 14 Milazzo 14 Brindisi 14 Matera 13 Aversa N. 13 Fondi 13 Vibonese 8 Campobasso 7 Isola Liri 5 -1 Catanzaro 2

MARCAToRI 6 Gol: Tortolano (Latina) 5 Gol: Ceccarelli (Brindisi) Guazzo (Melfi, 1r) Perrone (Trapani, 1r) Grillo (Vibonese, 3r)

10^ GIoRnATA

07.11.10

Catanzaro-Milazzo Fondi-Brindisi Isola Liri-Lamezia Matera-Avellino Melfi-Campobasso Pomezia-Aversa Trapani-Neapolis Vibonese-Latina 11^ GIoRnATA

0-2 0-0 2-3 1-1 1-1 1-0 1-2 2-2 14.11.10

Avellino-Vibonese Aversa-Milazzo Brindisi-Catanzaro Campobasso-Latina Isola Liri-Trapani Lamezia-Melfi Neapolis-Matera Pomezia-Fondi


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Paganese Il neo tecnico

Capuano, il ritorno: “Alla fine ci salveremo” di Stefano Santini

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AGANI - Dalla serie A belga al ritorno in Lega Pro, con la stessa convinzione e lo stesso entusiasmo. Eziolino Capuano è tornato a sedere sulla panchina della Paganese seguendo il suo cuore, la sua voglia e il suo istinto. Obiettivo non facile: risollevare gli azzurrostellati dai bassifondi della classifica del girone A di Prima Divisione. La ricetta di Capuano è già scritta: «Per prima cosa dobbiamo lavorare per far crescere la nostra autostima. Ho trovato una squadra paurosa, piena di dubbi. Invece dobbiamo avere solo certezze. Qualche risultato positivo certo ci potrà aiutare». Tra le armi che mister Capuano metterà in campo ci sarà anche l’esperienza che il tecnico salernitano ha acquisito nella sua avventura, breve ma intensa, in terra belga alla guida dell’Eupen, dove è rimasto solo per quattro giornate di campionato. «È stata un’esperienza bellissima sottolinea l’allenatore della Paganese potevano scegliere tanti allenatori ed alla fine hanno scelto me. Che cosa è andato male? Io sono fiero ed orgoglioso di essere me stesso, non ho mai permesso intromissioni tecniche e quindi non lo permetterò mai a nessuno, a qualsiasi livello e qualsiasi sia la categoria. Questo è stato il problema. Certo c’è anche dispiacere - rimarca Capuano - perché quella belga era una vetrina internazionale che ha fatto accrescere il mio bagaglio tecnico e di conoscenza, però in tutte le cose ci sono i lati positivi e negativi. Questa è stata un’esperienza largamente positiva». Assaporare l’aria internazionale ai massimi livelli non ha però affatto “imborghesito” Eziolino Capuano, che ci ha svelato i perché della sua decisione di scendere di nuovo in Lega Pro. «La Paganese un passo indietro? Niente affatto - dice il mister - un allenatore deve avere le sue motivazioni, a prescindere da quale sia la categoria: io ho

grandissime motivazioni, sono felice di essere tornato e so che mi aspetta un compito difficilissimo, ma che non mi fa paura». Nessuna paura quindi, anche se l’esordio sul campo non è stato dei migliori, con lo 0-2 subìto nella trasferta contro il Lumezzane. Una sconfitta, però, in cui secondo Capuano non è tutto da buttare, anzi: «In tre giorni e quattro allenamenti n o n puoi cambiare la mentalità di un anno. (Foto Archivio) Non rimprovero nulla alla squadra, semmai solo il fatto di dover reagire con più cattiveria alle avversità. Con il Lumezzane è stato un 2-0 che però non ha visto una squadra surclassare nettamente l’altra. Abbiamo fatto vedere cose positive e subito due gol per degli episodi. Noi veniamo da una serie di sconfitte consecutive - prosegue il tecnico della Paganese - ed è innegabile che qualche problema esiste, altrimenti non saremmo lì in basso. Siamo una squadra molto giovane e che in questo momento ha anche tanti infortunati e squalificati». La strada in salita proseguirà

anche nelle prossime gare di campionato, il mister ne è ben consapevole: «Il nostro calendario sarà micidiale in queste prime partite sotto la mia guida. Ora arriva la trasferta contro la Cremonese, poi il Como e quindi un’altra gara in esterna contro lo Spezia. Per il momento non guardo alla classifica, ma solamente ai miglioramenti della squadra e alla fine faremo i conti. A Cremona - sottolinea Capuano - sarà un’altra battaglia difficilissima, avremo una settimana in più di lavoro sulle gambe e sicuramente questo ci farà migliorare ancora». Fanalino di coda in fondo alla classifica a quota 10, mister Capuano tenterà di regalare un altro sogno ai tifosi salernitani, che si chiama salvezza. Una “missione impossibile”, che non sembra però tale agli occhi dell’allenatore della Paganese. «Ho deciso di tornare perché ne ero convinto e consapevole di quanto mi aspettava. Ho accettato con entusiasmo. Al mio ritorno sono stato accolto a furor di popolo: mi ha voluto tutta la società, perché due anni fa ritengo di aver fatto il campionato più bello degli ultimi anni in C1 per il calcio paganese. In me tutto questo accresce la responsabilità - aggiunge Capuano ma penso di essere in grado di trasferire il mio entusiasmo ai ragazzi e all’ambiente e di sopperire a qualche lacuna. Credo anche di avere la giusta esperienza per ovviare alle situazioni negative che ci troveremo davanti». Poi l’auspicio finale, una convinzione che solleticherà di certo i supporter salernitani: «Ho molta fiducia, cercheremo di crescere con costanza in ogni partita e sono convinto che alla fine la Paganese si salverà». Mister Capuano è tornato, e con lui tutta la Pagani calcistica torna a sperare.



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Juve Stabia Il personaggio

Mezavil a: talento, polmoni e concretezza di Alessandro Zoppo

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OMA - Maringá, sud del Brasile. Stato del Paraná. Oltre le spiagge assolate e le grandi cascate, il pallone che viaggia sulla terra di campetti polverosi. I rami di mate e araucaria accarezzano i sogni di tanti ragazzi, alle prese con il gioco più bello del mondo.Tra questi, tra “chi ce l’ha fatta”, trova posto Adriano Sartorio Mezavilla. Centrocampista della Juve Stabia tutto cuore, geometrie e passione, vive e gioca da quasi dieci anni nel nostro amato e odiato Belpaese. Amato perché il calcio è sempre al centro dei nostri interessi, tra discorsi al (e da) bar, discussioni spesso furiose, “cuori” che esplodono e passioni sfrenate. Odiato perché proprio il “fútbol” (e il sistema che lo circonda) genera il peggio del nostro essere. Tra gelosie insensate, incarichi tenuti stretti come un’agognata santità e arroganze da prima donna. Avremmo voluto sentire Adriano per raccontarvi la sua storia, personale e di squadra. Purtroppo la Juve Stabia non fa rilasciare interviste telefoniche ai propri calciatori. Ne prendiamo atto. Restiamo solo straniti di fronte alla negazione, perché la squadra campana - con tutta la storia ed il rispetto che nutriamo verso il team guidato da un allenatore d’esperienza come Piero Braglia - non è certo l’Inter o il Barcellona. Comunque sia, l’approdo di Mezavilla in Italia è datato 2001/2002, quando il centrocampista arriva in C1 al Lanciano. Con lui, altri due brasiliani: Ferreira Pinto e Paulo Jorge Cassova Ribeiro. Un’esperienza che dura quattro anni e che Adriano ricorderà di sicuro con grandissimo affetto. Il 2005 è l’anno del passaggio di categoria, dalla C alla

B con il Catania. Un trasferimento che dura poco, soltanto sei mesi. Non senza qualche sporadico ritorno e soprattutto non senza qualche rimpianto, specie pensando al futuro in A degli etnei. Magari proprio perché le esigenze tattiche di Stefano Baldini e Walter Zenga prima e Gianluca Atzori poi non erano compatibili con le caratteristiche del giocatore. Al quale i tecnici preferiscono calciatori come Mariano Izco e Cristian Llama (per un brasiliano la vita è dura in una “colonia” di argentini). La palestra prosegue fino al 2009, accumulando presenze e piazze importanti come Perugia (dove ha qualche screzio con i tifosi della “Nord”), Cesena e Pisa. Dal Centro Nord scende poi in Puglia, giocando tra Taranto e Andria, dove suscita le ire dei supporters della ex Fidelis, quando viene accusato (in un Taranto-Andria finito 1-0) di aver “regalato” la salvezza ai rivali rossoblu fallendo un gol incredibile a pochi centimetri dalla porta (vuota) su cross del compagno Chiaretti. Infine l’approdo ad inizio stagione a Castellamare con le vespe gialloblu. Un ambiente in questo s e n s o ideale per chi ha polmoni capienti, con la palla tra i piedi sa ragionare e sa soprattutto anticipare “di testa” i movimenti degli altri. Il girone B

della Lega Pro si sta rivelando abbastanza equilibrato, nonostante i tentativi di fuga di Nocerina e Atletico Roma. La Juve Stabia paga un andamento discontinuo e le difficoltà nel fare risultato in casa rispetto alle t r a s fe r t e . Forse il sintetico del “Romeo Menti” rappresenta un problema anche per gli stessi calciatori campani. L’inizio di campionato è stato difficile: le sconfitte contro Cosenza e Foligno hanno subito alimentato malumori, spenti dalle vittorie con Barletta e Siracusa. Poi prestazioni difficili da inquadrare, dallo 0-2 con il Foggia di Zeman all’1-0 in trasferta proprio sul campo dell’Andria BAT. Mezavilla stenta ad adattarsi, Braglia compie una scelta decisiva nella gara di Coppa Italia contro l’Aversa Normanna: lo arretra di posizione, quasi una sorta di libero di centrocampo. In questo modo sfodera prestazioni all’altezza, dando sicurezza e grinta alla difesa e combattività in mezzo al campo. Un ruolo che gli si adatta, tanto che nella partita contro il Lanciano, causa l’infortunio di Molinari, viene addirittura sperimentato centrale difensivo. È il momento in cui si avvicina la forma migliore: pagato lo scotto di non aver fatto il ritiro, la sofferenza iniziale deve lasciare il posto alla serenità. La stessa placidità d’animo che ci auguriamo possa ritrovarsi nella dirigenza e nell’ufficio stampa della Juve Stabia.



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Intervista

Pro Patria, Tesoro vuole la promozione Il presidente dei bustocchi ci racconta il suo punto di vista su questo avvio di campionato dell’Aurora: “Mister Novelli è fra i migliori nella gestione del gruppo” di vincere è la forza di questa squadra, l’anno scorso eravamo “viziati” e infatti abbiamo pagaOMA - Dal fallimento di due anni fa, to i nostri errori con la retrocessione - ha spiealla retrocessione della scorsa stagato il giovane presidente Antonio Tesoro, gione fino al primo posto in pugliese di origine e bustese di adozione classific:a: è la favola che sta vivendo l’Aurora ma la società ha compiuto uno sforzo tenendo Pro Patria del presidente Antonio Tesoro i suoi pezzi più pregiati Vincenzo Sarno e che guarda le sue dirette avversarie dall’alto Francesco Ripa che sta confermandosi con dei dei suoi 24 punti. Dopo la prova di forza numeri importanti 9 goal in 9 partite. Siamo compiuta contro la Sambonifacese in sicuramente tra le squadre meglio attrezzate trasferta, la squadra di Busto Arsizio mostra del girone». Il presidente Tesoro elogia il di avere le idee chiare e di voler raggiungere lavoro dell’allenatore che si ispira a Zeman la promozione. Il mister Raffaele Novelli ed è quindi garanzia di un bel calcio: «Ho può essere soddisfatto del carattere scelto Novelli personalmente per il suo impormostrato dai suoi giocatori visto che, in tante pedigree e perché è tra i migliori nella gespiena emergenza a causa delle squalifiche di tione della squadra e del gruppo ed è forteBenedetti, Cristiano e Ripa, ha portato a mente motivato. Questo campionato vede un casa la vittoria con un 2-3, grazie ad una abbassamento complessivo del livello di competdoppietta di Mario Pacilli. «La fame e la voglia itività: non ci sono più le grandi armate e certamente anche i fallimenti hanno contribuito a questo, quindi è un campionato diverso», commenta Antonio Tesoro sull’avvio di questo campionato 2010/2011, che potrebbe vedere la consacrazione della sua squadra con una promozione nella Prima Divisione. Dopo i verdetti della Commissione Disciplinare Nazionale sui deferimenti per irregolarità amministrative, sono arrivate le tanto temute penalizzazioni. Nel girone A della Seconda Divisione, dove è impegnata l’Aurora Pro Patria, Antonio Tesoro, presidente dell’Aurora Pro Patria (Foto Archivio) sono state penalizzate solo il Rodengo di Fabiola Rieti

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Saiano e la Canavese, rispettivamente con 1 e 2 punti, ma il presidente Antonio Tesoro ha commentato la situazione finanziaria della Lega Pro in questo modo: «La Lega Pro richiede investimenti ingenti per campionati ambiziosi, ma non si hanno grossi introiti. Ci sono gli abbonamenti, però anche l’anno in cui la Pro Patria ha sfiorato la serie B e c’era molto entusiasmo, questi non sono stati sufficienti. Gli emolumenti offerti dalla Lega poi non sono granché significativi. Non c’è molta visibilità e gli sponsor - prosegue Tesoro - con la crisi economica che c’è latitano e quindi diventa difficile far quadrare i conti. Lo scorso anno, ad esempio, non abbiamo raccolto molto, circa 600-700mila euro di ricavi». Antonio Tesoro però punta in alto per il suo team: «Il nostro obiettivo è la promozione ed anche la società sta valutando le mosse migliori per raggiungere questo scopo». Le parole del presidente lasciano presagire un impegno importante per ripartire e per costruire un grande futuro per questa squadra. Già con la campagna acquisti estiva, il presidente dei biancoblu aveva rinforzato il gruppo con cinque nuovi acquisti: Davis Nossa, Ilario Aloe, Nicola Cintoi, Alberto Artuso e Giampaolo Calzi. I giovani talenti inseriti e una rosa che conta ben 25 giocatori assicurano una panchina lunga a disposizione del mister Novelli. La prossima partita vedrà l’Aurora Pro Patria impegnata contro una diretta inseguitrice, la Tritium. La squadra rivelazione di mister Stefano Vecchi, che insegue la vetta a 21 punti. Il presidente Antonio Tesoro sostiene la sua Pro Patria: «La Tritium è la sorpresa del campionato e la forza di questa squadra è certamente il gruppo, perché sono giocatori che lavorano insieme da molto tempo e sono affiatati tra loro, ma noi dobbiamo rimanere concentrati». Il team di Mister Novelli dal canto suo proverà a far valere il fattore campo, ma è una sfida insidiosa visto che l’Aurora Pro Patria ha già affrontato la neo promossa Tritium per il terzo turno di Coppa Italia rimediando un faticoso pareggio.


Chieti Il personaggio

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Bifulco, le ambizioni di un numero uno L’estremo difensore dei neroverdi abruzzesi traccia il punto del campionato “Quest’anno vorrei riuscire ad arrivare ai play-off e so che ne siamo capaci”

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di Sara Sbaffi

OMA - È il primo uomo di una squadra di calcio, quello che non può sbagliare e spesso è giudicato colpevole dei gol subìti, il suo è il ruolo più importante: tutto questo è il portiere. Marino Bifulco, nato a Pescara nel 1982, è il portiere del Chieti. Il calcio è sempre stato la sua passione fin da bambino quando giocava nel settore giovanile del Pescara. Ha passato cinque anni all’Angolana, di cui tre di Eccellenza e due in Serie D, ed è la società di Città Sant’Angelo quella a cui Bifulco è rimasto più legato: «Ogni squadra mi ha lasciato qualcosa, in particolare l’Angolana perché è stata la mia prima esperienza in prima squadra, anche a Valle del Giovenco sono molto affezionato perché con loro ho esordito tra i professionisti». Infatti nella squadra di Pescina ha trascorso due stagioni, passando però dalla Prima alla Seconda Divisione. Il giocatore verdenero non riesce a scegliere tra i vari allenatori avuti quello preferito: «A Piccioni sono molto legato a livello umano perché abbiamo vinto il campionato d’Eccellenza. Ma anche con Cappellacci e Perrone (con cui ho vinto la Seconda Divisione) ho un bel rapporto. Comunque da portiere ho un legame più stretto con il preparatore dei portieri: mi ha dato tanto Panei che mi ha cresciuto fin da piccolo e ora al Chieti con Zambardi mi trovo bene». La squadra della cittadina abruzzese arriva da una formidabile stagione (2009/2010), in cui si è assistito alla bella rimonta dei ragazzi di mister Vivarini che hanno concluso il campionato al primo posto del girone F dell’Interregionale, ottenendo così la promozione in Seconda Divisione. Dopo soli quattro anni di permanenza tra i dilettanti la società teatina è tornata in Lega Pro. Quest’anno il Chieti sta

conducendo un discreto campionato, portandosi verso i primi posti della classifica, anche se il cammino è ancora lungo. Bifulco, però, non è del tutto soddisfatto dei risultati ottenuti finora: «Personalmente sono molto ambizioso soprattutto per quanto riguarda il calcio. Abbiamo perso punti dove non lo avremmo meritato. Quattro o cinque punti in più ci mancano, però ci rifaremo». Il numero uno del Chieti ha ben chiari i suoi obiettivi: «Quest’anno vorrei arrivare ai play-off e farò di tutto per riuscirci. Anche se l’obiettivo iniziale era la salvezza sono convinto che possiamo giocarci gli spareggi promozione. Mi piacerebbe molto andare in Prima Divisione, vista la passata esperienza che mi ha lasciato l’amaro in bocca». Bifulco si riferisce all’esperienza passata al Pescina

Il portiere del Chieti Marino Bifulco (Foto Sito Ufficiale)

Valle del Giovenco in Prima Divisione, in particolare alla sconfitta ai play-out contro il Foggia che li ha portati alla retrocessione. Ogni portiere ha il suo modo per cercare la concentrazione e le motivazioni per essere pronto alla partita: «Dal martedì comincio ad informarmi sulla squadra avversaria, soprattutto sui tiratori e gli attaccanti e con il mio allenatore studio le varie situazioni di gioco. Tuttavia, a livello mentale, ci sono certe partite come quelle contro le squadre più forti e le prime in classifica in cui non c’è bisogno di pensarci troppo, la concentrazione viene da sé». A 29 anni, Marino Bifulco può essere considerato un giocatore d’esperienza: «Riesco facilmente a trovare la concentrazione, sono più maturo e non mi faccio distrarre». Il ruolo del portiere è diverso da quello degli altri giocatori, ha un allenamento differenziato, si trova in una zona del campo limitata, i tempi di reazione per intervenire sono ristretti, per intraprendere questa strada bisogna possedere delle doti caratteriali ben precise: «Innanzitutto ci vuole una forte personalità, si è soli contro tutti e ci vuole molto equilibrio. Bisogna essere consapevoli che un errore decide una partita e prima o poi l’errore arriverà, e in tal caso devi essere bravo a restare con i piedi per terra e non fare drammi. Ci vuole un grande carattere». Lavoro arduo per un portiere è riuscire a mantenere la concentrazione in quelle situazioni in cui la propria squadra è sempre in attacco: «Sono proprio quelle le partite più difficili. Magari ti arriva un unico pallone in tutta la partita e devi riuscire a trovare le giuste misure. Soprattutto quando fa freddo è anche peggio. Un portiere, però, che riesce a rimanere concentrato in queste situazioni è molto più bravo di uno sempre sotto pressione: sono queste le cose che fanno la differenza e portano a stabilire chi è un campione vero».



Il caso penalizzazioni

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La Commissione Disciplinare Nazionale ha emesso i suoi verdetti: è il primo bagno di sangue

Penalizzazioni, stangate Cavese e Vil acidrese La formazione di Cava de’ Tirreni ha ottenuto ben tre punti di “sconto” grazie all’avv. Chiacchio “Vista la situazione generale, è un ottimo risultato”. Macalli: “A fine stagione ci sarà da piangere”

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di Flavio Grisoli

OMA - Sono finalmente arrivate le decisioni della Commissione Disciplinare Nazionale sui deferimenti per irregolarità amministrative delle società di Lega Pro. In Serie bwin l'Ascoli ha ricevuto 3 punti di penalizzazione, ottenendone uno in meno rispetto alle richieste della Procura. Cavese e Villacidrese: 5 punti; Sangiovannese: 4 punti; Salernitana e Canavese: 2 punti; Spal, Foggia, Foligno, Rodengo Saiano e Catanzaro: 1 punto. L'Avvocato Edoardo Chiacchio, che difendeva le ragioni della Cavese, è molto soddisfatto dell'esito: «Bisogna guardare questa penalizzazione in relazione a quelle inflitte alle altre società che, a parte la Sangiovannese (che ha ottenuto due punti di "sconto"), sono state massacrate. Il nostro impianto difensivo ci faceva ben sperare, però sono certo che la Corte è stata, diciamo, influenzata, dal contesto generale, e quindi non si sono sbilanciati più di tanto». Ora spazio ai ricorsi: «Sì, la sentenza è appellabile alla Corte di Giustizia Federale in via d'ur-

L’avvocato Edoardo Chiacchio ha ottenuto un altro successo professionale (Foto Archivio)

genza. Entro tre giorni si saprà che avrà presentato ricorso, e in tempi brevissimi ci sarà il verdetto». Non può essere mai soddisfatto un presidente di Lega quando vede la mannaia della Commissione Disciplinare cadere sulle proprie iscritte. Soprattutto se si tratta di irregolarità amministrative. Ma lo si sapeva già da questa estate, nel bollente rincorrere alla fideiussione e alle liberatorie, quindi sotto questo punto di vista, si era quantomeno preparati. Il bello però viene ora, perché dal 15 novembre partono i controlli della Co.vi.Soc. sui conti delle società. E poi il contratto collettivo dei calciatori, che tanto sta facendo parlare televisioni e giornali, ma che ancora non riguarda Lega di B e Lega Pro. Di tutto questo abbiamo parlato con il presidente della Lega Pro Mario Macalli: «So che c'è grande difficoltà. A queste penalizzazioni eravamo preparati, le società lo sapevano da sole che sarebbero andate incontro a questo. Ora partono i controlli fiscali, contributivi e salariali, e vediamo che succede». Che succederà? Ci sono alle viste altre penalizzazioni? «Siamo in una condizione di grande rischio, purtroppo. Se pensa che c'è gente che non ha nemmeno i soldi per pagare l'acqua calda corrente, come può mantenere in vita una società di calcio professionistica per una stagione intera? Poi oggigiorno di miracoli se ne vedono ben pochi in giro. A fine stagione credo proprio che ci sarà da piangere. Poi vediamo se con le riforme che sono allo studio si potrà migliorare qualcosa». Sul contratto collettivo dei calciatori, Macalli è molto duro soprattutto con Massimo Oddo: «Si è iniziata una trattativa tra AIC e Lega di A con alcune problematiche sul tavolo che sono comuni sia a loro che a noi. Solleciterò l'Associazione Italiana Calciatori a cominciare la discussione anche con noi. Poi ci sono personaggi, come Massimo Oddo, che non sanno nemmeno cosa dicono. Istituire commissioni separate a seconda della categoria? Sono assurdità, qui si parla di pasticcioni che non sanno nemmeno cosa dicono e sono perciò senza credibilità. Che lui e quelli che dice di rappresentare pensino magari ad aiuta-

Il presidente della Lega Pro Mario Macalli (Foto Archivio)

re ed essere solidali con chi non guadagna i milioni come loro». Sul problema dell'inquadramento dei calciatori (lavoratori dipendenti o autonomi), Macalli è chiaro: «Ci sono delle regole giuslavoristiche che non si possono superare. Il problema non è l'emolumento, ma la subordinazione in sé. Se il contratto parla di un do ut des, cioè un dare-avere, è subordinazione. Forse, se proprio vogliamo andare a vedere il capello, andrebbe individuato un nuovo tipo di rapporto lavorativo specifico per i calciatori, e poi modificare la Legge 91, e altre cose. Ma se tu sei un lavoratore dipendente, devi comportarti come tale e attenerti agli accordi». Sullo sciopero paventato dall'AIC: «Ripeto, non dobbiamo fare i facili demagoghi indignandoci sul fatto degli emolumenti. E' un discorso di contrattazione collettiva e delle norme di cui si discute, che possono portare a degli scontri». Un'ultima provocazione: ma se l'AIC avesse iniziato la contrattazione dalla Lega Pro e si fossero incontrati gli stessi problemi, la componente di Serie A avrebbe alzato gli scudi? «Sono personaggi che fanno solo i loro interessi, e non gliene frega nulla di chi sta sotto di loro».


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Trento Il personaggio

Stefano Lorenzi, il baluardo gial oblu

L’esperto difensore è pronto a risollevare le sorti di un Trento che sta incontrando molte difficoltà in questo inizio stagione: “Dobbiamo lottare fino al 90’ dell’ultima giornata”

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di Luana Rocca

OMA - È arrivato il momento di tirare fuori gli artigli e di non cadere nella trappola della demoralizzazione. Un campionato quello del Trento non proprio idilliaco, con un ottimo esordio ma dal proseguimento abbastanza tortuoso, che porta la squadra gialloblu a rimboccarsi le maniche, o meglio, ad allenarsi al massimo per ritrovare la giusta strada e risalire nella classifica. È arrivato anche il momento di far vedere alle altre squadre di Serie D e, in particolare a quelle del girone B, che il Trento non ha proprio intenzione di rimanere indietro e finire questo Campionato rimanendo negli ultimi posti. A crederci fino in fondo è il giocatore più anziano della squadra: Stefano Lorenzi. Classe 1977, un difensore dal trascorso un po' sfortunato che a causa di alcuni infortuni è stato costretto a scendere di due categorie e a ritrovarsi nel Trento dopo la sca-

Stefano Lorenzi (Foto Archivio)

denza del contratto con la Spal, la società militante nel campionato di Prima Divisione dove ha disputato il campionato da titolare. La squadra trentina ha però dei grossi problemi anche dal punto di vista societario che hanno portato il presidente Fattinger a dimettersi. L’ormai ex numero uno dei trentini però rassicura che non ha proprio intenzione di lasciare la società con dei debiti e spera che presto qualcuno proseguirà il suo percorso. Dimissioni che hanno lasciato di stucco tutti, come lo stesso Stefano: «Ci ha preso un po' tutti di sorpresa, ma lo sapevamo che ha vissuto delle stagioni non facilissime. Io personalmente sono molto stupito perché essendo arrivato da poco non pensavo che la situazione fosse così difficile. Ora però aspettiamo dicembre, nella speranza che arrivi al più presto qualcuno che rilevi il Trento». Secondo lei è ancora lunga la strada iniziata dal presidente per far tornare il Trento tra i professionisti? «No, secondo me è vicinissima. Il problema è che dobbiamo fare chiarezza e trovare persone che vogliono il Trento risolvendone tutti i problemi. Penso inoltre che con gli elementi giusti possiamo farcela». Una società e un campionato quindi da risollevare: «Siamo partiti bene però ci sono state una serie di cose, come appunto i problemi societari e infortuni che hanno fatto mancare due-tre giocatori importanti per la squadra. Non è stato e non è facile». Ma il difensore gialloblu non ha proprio intenzione di gettare la spugna, anche se con cautela ammette le difficoltà ancora da affrontare: «Sicuramente dobbiamo ancora soffrire altre due o tre partite e sperare che

rientrino tutti gli infortunati, ma possiamo farcela». Per quanto riguarda la carriera di Lorenzi, il suo trampolino di lancio è stata l'Atalanta, attraverso la quale si è formato e che non ha mai dimenticato: «La considero come la mia mamma. Mi ha cresciuto e formato essendoci stato all'incirca 15 anni. Parlare di questa squadra mi emoziona tuttora e ne sono un grande tifoso». Alla fine degli anni '90 ha disputato anche una stagione in Serie B e due in Serie A sotto la guida del tecnico Giovanni Vavassori, che lo aveva allenato anche nelle giovanili. E sarà il 4 febbraio del 2001 a realizzare il suo primo goal in Serie A nel corso della partita Atalanta-Juventus. Un'esperienza da ricordare che, purtroppo, a causa di infortuni si è interrotta troppo presto: «Ho iniziato presto e ho vinto campionati in tutte e due le serie. È stato quindi un crescendo che ha migliorato la mia posizione, ma sfortunatamente negli anni 2000 ho avuto una serie d’infortuni che mi hanno bloccato e fatto scendere di categoria». E invece della serie bwin di quest'anno cosa ne pensa? «La cadetteria è sempre particolare, un bellissimo campionato perché ha anche la mentalità giusta e non ha rivali. Ci sono delle squadre che potrebbero portare a delle sorprese. Poi, comunque, bisogna lottare fino alla fine, fino all'ultima giornata». La passione per il calcio è sempre forte e nonostante il cambiamento di categoria, questo calciatore che ricordiamolo, è originario di Calcinate, si trova dall'estate di quest'anno nel Trento: «Mi trovo abbastanza bene e inoltre essendo il più anziano sento di avere molta responsabilità per questi giovani. Ho una grandissima passione per il calcio che mi porta ad amare anche queste categorie». Nuova città, nuova squadra, nuova categoria e nuovi compagni, un cambiamento quello di Stefano Lorenzi che ha accettato senza pensarci più di tanto e per il futuro: «Non ho più grosse aspettative, ormai accetto qualsiasi cosa mi capiterà nei prossimi 5-6 anni».



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Intervista

La nuova realtà del calcio padovano sta superando ogni più rosea aspettativa

Il San Paolo Padova lancia il guanto di sfida Il presidente Antonio Barella: “Le vittorie contro Treviso e Venezia le gioie più grandi, ma non ci montiamo la testa. Prima pensiamo alla salvezza”

squadra dovuto naturalmente per delle ragioni economiche che il presidente non ha problemi ADOVA - L’appetito vien mangiando e ad ammettere: «La prima ragione è sicuramente per il San Paolo Padova del presidente anche quella del mio essere un padovano purosanAntonio Barella, dopo la vittoria contro gue che ha avuto la possibilità di prendere una il Venezia, ecco un nuovo successo che fa sognasquadra in un comune nel padovano, l’Albignasego. re i propri sostenitori con la “doppia v” contro E poi naturalmente ci sono dei motivi legati sopratil Treviso. Risultati niente male per il primo anno tutto alle strutture sportive che non ci soddisfacevadi Serie D del San Paolo Padova nato queno più vista la categoria in cui stiamo militando. Non st’estate dalla fusione tra l’Albignasego (Serie ho molti dubbi nel capire che la gestione comunale D) e il San Paolo (Eccellenza). Risultati tecnici a va ad una velocità diversa rispetto a quella delle parte, il buon esito della fusione, e il lavoro società sportive. L’anno scorso non avevamo più uno organizzativo che prosegue alla grande, sono i stadio, una tribuna coperta, dei campi sintetici o risultati più graditi al presidente: «Non è stato per semplicemente dei terreni sui quali potersi allenare niente facile mettere in piedi questa nuova società, diversi da quelli della domenica. Tutto questo la stagione sta proseguendo nel migliore dei modi l’avremmo potuto avere nel giro di sei-sette anni ma anche se già sappiamo che non potremo avere per non c’era tempo per noi. L’unione delle due società, tutta l’annata questa continuità di risultati. inoltre, ci ha permesso anche di sopravvivere dal Continuità che è stata il nostro forte nella mia punto di vista economico». Sul lato squisitamente gestione societaria di tutti questi anni». Nell’ultimo tecnico, oltre all’ultima prestigiosa vittoria in decennio, infatti, il presidente Barella ha fatto la casa del Treviso, è la vittoria con il Venezia ad storia dell’Albignasego, lo scorso anno in Serie essere la più grande gioia di quest’anno: «E’ stata D, rilevandolo dalla Seconda categoria e conquiuna vittoria bellissima anche perché giocavamo la stando, dopo una cavalcata incredibile, quattro nostra prima partita nel nostro nuovo stadio, il promozioni tra il 2005-2008. Lo scorso anno in “Plebiscito” di Padova, in cui possiamo ospitare ben Serie D, da neopromossa, la società padovana 8000 tifosi.Anche questo è il frutto della buona reaha chiuso al dodicesimo posto, ma prima che la lizzazione della fusione tra queste due società». La stagione finisse Barella aveva già annunciato il stagione prosegue con il vento in poppa vista la trasferimento in città. Uno spostamento della terza posizione raggiunta in campionato lo scorso fine settimana: «Abbiamo una buona struttura, stiamo lavorando bene con un mister che conosce la categoria benissimo. Quest’anno abbiamo fatto qualche piccolo ritocco sui giovani e siamo molto contenti di come stanno andando le cose. Gli obiettivi rimangono sempre gli stessi: il mantenimento della categoria è fondamentale per noi. Adesso vedendo la nostra posizione in La formazione del San Paolo Padova schierata (Foto Archivio) classifica e, essendo

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di Piero Barbaro

Il presidente del San Paolo Padova Antonio Barella (Foto Archivio)

gente di calcio, sappiamo che se viene qualcosa in più saremo pronti a prenderci tutto. Non dobbiamo anche dimenticare che abbiamo una delle squadre più giovani del girone, sappiamo che proprio loro potranno avere degli alti e bassi e quindi accetteremo con tranquillità qualsiasi risultato arriverà a fine stagione». Il presidente non fa niente per nascondere il grande lavoro che la società sta facendo soprattutto sul settore giovanile: «Abbiamo ben quattrocento tesserati, un settore importantissimo e lo dimostrano i risultati delle nostre squadre giovanili: tra Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Juniores, solo i Giovanissimi sono in seconda posizione. Tutte le altre compagini sono al vertice della classifica. Ci piace curare molto la nostra linea verde». E poi, in una Serie D dove le regole mettono al centro dell’attenzione l’impiego dei giovani in squadra, per il San Paolo Padova il futuro sembra essere sempre più roseo: «Ci vuole un giusto mix tra giocatori d’esperienza e giovani in campo. In tutti questi anni di esperienza alla guida di una società sportiva solo una volta mi sono fidato di un direttore sportivo che dava più importanza ai “vecchietti”. Se non avessi cambiato non avrei solo perso molte gare ma sarei sicuramente anche retrocesso». Proprio quello che il presidente Barella vuole evitare in questa nuova sfida.



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Numero 41 11 novembre 2010

Rudianese Il personaggio

Il centrocampista 28enne cerca il riscatto in Interregionale dopo sei interventi alle ginocchia

Breviario combatte contro la sfortuna “Per un momento pensai di appendere gli scarpini al chiodo, lo ammetto. Avevo bisogno di qualcuno che credesse in me, perché da parte mia la volontà c’era, eccome”

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di Antonio Marotta

UDIANO - Quando il calcio ti scorre nelle vene è difficile stare lontani da un rettangolo di gioco e vedere da fuori i tuoi compagni che corrono dietro al pallone. Quando hai la voglia di riprendere a giocare a calcio dopo anni di infortuni che avrebbero demoralizzato qualsiasi altro calciatore significa che questa è la professione per cui sei portato e che in campo fai la differenza. Perché se c’è solamente una squadra che crede in te dopo anni di inattività, allora sei pronto a diventare qualcuno.Yuri Breviario non sa se diventerà un grande calciatore, ma ha la voglia di giocare che aveva il suo primo giorno quando iniziò la trafila delle giovanili con l’Atalanta, grande fucina di grandi campioni. «Per me fu un periodo importante, in cui toccai anche la serie A con tre presenze». Poi, dopo il girovagare per tutto il Nord tra Pavia, Monza e Prato, arriva al Chievo Verona in B, ma dopo due anni in cui non scese mai in campo decise di scendere in D per ritrovare quella voglia che gli era venuta un po’ a mancare dopo i sei interventi al ginocchio. «Oltre alla voglia che in questi casi va scemando, non ce la facevo fisicamente e ho deciso di ricominciare dalla Rudianese, anche se l’anno prima ero stato in Eccellenza con l’U.S.O. Calcio». Qui continua la sfortuna di Juri che dopo due settimane di allenamento sentì di nuovo “crac” e dovette ricostruire per la terza volta il crociato del ginocchio. Si tratta di due anni fa, quando il giovane bresciano aveva ventisei anni, e quando non si può pensare di smettere. Ma nella mente di Yuri è balenato il pensiero di dire basta. «Sì, lo ammetto, pensai di appendere gli scarpini al chiodo. Non potevo continuare con tutti quei problemi, ma la voglia di ritornare a giocare era tanta e la speranza c’era, anche se minima. Mi serviva qualcuno che

credesse in me ed è stato proprio l’U.S.O. Calcio del presidente Guerini, con il suo staff medico che mi ha dato la possibilità di continuare a giocare», spiega il centrocampista gialloverde. Dopo la fusione dell’U.S.O. Calcio con l’Urago D’Oglio, da cui nasce l’AC Rudianese, Breviario continua a vestire la maglia della squadra bresciana e, anzi, ne diventa il capitano. «Assumendomi questo ruolo mi piacerebbe essere d’esempio per i più giovani in modo che la nostra squadra diventi sempre più forte. Dietro questa squadra c’è una società seria che ha un grande entusiasmo e la voglia di raggiungere grandi risultati». Il primo anno di vita dei gialloverdi è iniziato bene, proseguito con una fase calante, ma la vittoria di domenica contro il Mezzolara ha ridato morale agli uomini di Nicolini, dopo la sconfitta contro la Virtus

Breviario con la maglia del Monza nella stagione 2007/08 (Foto Archivio)

Castelfranco. «Due settimane fa non abbiamo sfruttato al meglio le nostre occasioni e loro, pur non giocando una partita trascendentale, hanno avuto maggiore concretezza in fase realizzativa». Contro i biancoazzurri di Casoni, invece, è stata un’altra partita, come Breviario racconta: «Nel primo tempo siamo andati in svantaggio anche se abbiamo avuto numerose palle-gol. Poi nella ripresa siamo cresciuti e scesi in campo con maggiore concentrazione andando a vincere la partita». Domenica prossima, però, la Rudianese affronterà una dura trasferta in Toscana contro la capolista Borgo a Buggiano. «Non li conosciamo, ma sappiamo che servirà una concentrazione doppia per fare bene. Comunque noi andremo a Buggiano per disputare la nostra gara, basandoci sulla nostra forza e non avendo nulla da perdere. Cercheremo di conquistare almeno un punto valido per l’obiettivo stagionale, che è il conseguimento della salvezza. Nella prossima gara il mister avrà tutta la rosa a disposizione, mancherà solo Gambirasio». Al primo anno di serie D la formazione di Rudiano deve accontentarsi di rimanere in serie D, anche se Breviario non si accontenta. «Non voglio illudermi, ma credo che se in ogni partita impieghiamo il 100% delle nostre forze, potremo conquistare la salvezza il prima possibile e forse anche qualcosa di più. Rispetto a inizio campionato siamo cresciuti molto e abbiamo ancora margini di miglioramento, perciò sono fiducioso per il futuro. Con i miei compagni - continua Breviario – daremo il massimo per raggiungere un risultato prestigioso. Se il massimo sarà la salvezza, ci accontenteremo di questo, altrimenti guarderemo più avanti». Il centrocampista, che si definisce più costruttivo che di sostanza, ci dice qual è il suo di obiettivo. «Personalmente spero di restare integro fisicamente e di giocare al meglio e aiutare la mia squadra in campionato. Ma l’aspetto fisico per me vale molto, visto le mie sfortunate esperienze».



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Numero 41 11 novembre 2010

Giuffrida è pronto al rientro di Riccardo Angelo Colabattista

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OMA - Christian Giuffrida è uno dei pochi giocatori non professionisti a godere di una certa popolarità nazionale. Questo è stato possibile al reality show andato in onda cinque anni fa sulle reti Mediaset, dal titolo “Campioni”. Ricordate Ciccio Graziani che allenava giocatori dalle grandi speranze? Bene, tra i giovani dell’edizione 2005 c’era proprio Christian Giuffrida. L’allora ventenne fece vedere di avere delle buone qualità tecniche e di meritare qualche categoria più alta rispetto all’Eccellenza del Cervia. Ed invece, il giovane Giuffrida, ha continuato a fare l’altalena tra la Serie D e l’Eccellenza. «Ricordo quell’esperienza in modo positivo - commenta Giuffrida - ma ora fa parte solo del passato.Adesso penso solo all’Anziolavinio». La squadra di Mister Caputo è riuscita a conquistare una serie positiva di partite che gli ha consentito di andare nella parte alta di classifi-

ca. Una posizione che non tutti si aspettavano. «Noi, essendo una neopromossa - spiega l’attaccante dell’Anzio - puntiamo a salvarci il prima possibile. Poi, eventualmente, cercheremo di conquistare più posizioni possibile. Su questa partenza noi ci speravamo perché la squadra è attrezzata e, quel che è più importante, ha un gruppo fortissimo e coeso». Per adesso il giovane attaccante classe ’83 è costretto a rimanere fermo ai box a causa di un’operazione alla spalla fatta lo scorso 16 settembre. La tabella di marcia per un suo possibile ritorno in campo ci dice che agli inizi di dicembre l’attaccante laziale tornerà a disposizione del Mister Caputo. «Adesso sto seguendo un percorso di riabilitazione - spiega Giuffrida che prevede terapie e piscina. Il recupero alla spalla è delicato e per non rischiare ricadute preferisco fare tutto con calma. Di certo c’è la voglia di tornare in campo e di aiutare i miei compagni a continuare a fare bene». Sono quattro anni che la punta biancoceleste non calca i campi della Serie D ma il giovane attaccante questo non

Anziolavinio Il personaggio

spaventa: «La differenza tra l’Eccellenza e i Dilettanti non è poi molta. Le doti tecniche sono quasi le stesse, magari c’è più velocità di gioco. La differenza, specialmente in Serie D, la fanno i giovani di lega. Fortunatamente l’Anziolavinio, in questa ottica, ha lavorato molto bene, mettendo a disposizione ragazzi umili e dalle grandissime potenzialità». Christian Giuffrida ora deve solo pazientare qualche altra settimana. Dopodiché dovrà lottare per riconquistarsi un posto tra gli undici titolari. Da parte sua, però, ci sono le trenta presenze e i sedici goal della scorsa stagione. Più di un goal ogni due partite. Un’ottima media per una seconda punta come lui.

Christian Giuffrida (Foto Sito Ufficiale)



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Fortis Juventus Il personaggio

Per il centrocampista fiorentino 37enne una carriera spesa tutta in Toscana

Consumi: “A Borgo c’è un ambiente familiare” Dopo la sfortunata fine della “favola” Figline Valdarno, l’esperto mediano ha scelto di scendere nuovamente di categoria, per continuare a lottare di Luca Costa

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ORGO SAN LORENZO - La formazione biancoverde della Fortis Juventus vuole tornare in alto. Anche se il cammino si presenta irto di ostacoli. Infatti, attualmente la società fiorentina si trova a fare i conti con una classifica problematica in serie D, ma le difficoltà non nascono oggi. Infatti, la passata stagione, che ha coinciso con il centunesimo anno di vita della Fortis, è iniziata con un cambio dirigenziale, quando alla vecchia triade è subentrata una cordata di nuovi dirigenti con a capo il duo D o r i Bazzani e con Franco Manzani come direttore sportivo. La stagione non inizia nel migliore dei modi: la squadra alterna grandi prestazioni a prove scadenti con squadre di basso

Andrea Consumi con la maglia della Massese nella stagione 2006/2007 (Foto Archivio)

rango. Torna Galbiati, l'allenatore della Seconda Divisione e dopo un periodo di empasse iniziale i biancoverdi raggiungono con una giornata di anticipo la salvezza. Dunque, una squadra condannata a sudare e a soffrire per raggiungere gli obiettivi annuali ed anche quest'anno il cammino sembra il solito: conquistarsi pallone dopo pallone la sospirata permanenza in categoria. Ne è un emblema anche la recente gara di Orvieto, persa 2-1 da una Fortis che non ha saputo amministrare ed incrementare il vantaggio e che dovrà lavorare sodo per racimolare i punti perduti in terra umbra. Ne abbiamo parlato con Andrea Consumi, atleta ex Figline che ha deciso, in seguito al fallimento del sodalizio valdagnese guidato dal patron Farruggio, di accettare la scommessa chiamata Fortis.Una scelta controcorrente, visto e considerato che il giocatore poteva ambire anche a piazze maggiormente di grido, ma dalle prime parole dell'atleta e dall'entusiasmo che trasmette si comprende subito come a Borgo San Lorenzo, l'esperto mediano ex Figline si senta, senza giri di parole, di casa. «Dobbiamo risalire in fretta ammette Consumi, classe 1973 - e sono convinto che alla fine ce la faremo, esaltando le nostre migliori caratteristiche. Il team biancoverde, infatti - prosegue l'esperto atleta borghigiano - è determinato a rialzare la testa valorizzando il mix di giocatori più esperti e giovani che rappresenta per tutti noi un significativo valore aggiunto. Inoltre la società è alle nostre spalle e ci supporta come può fare un club serio ed affidabile, questo è importante anche e soprattutto quando si devono affrontare fasi più difficili». Consumi ci rivela, poi, quale può essere la

ricetta per il drappello di Borgo San Lorenzo: «Sicuramente dovremo stare sempre più attenti durante l’intero arco della gara, senza dare niente per scontato, contro nessuna avversaria. Dovremo fare anche miglior tesoro di tutta la preparazione settimanale per affrontare nel modo più opportuno la gara della domenica. Cos’è mancato alla Fortis nel match-salvezza contro l’Orvietana? - prosegue l’ex perno gialloblù valdarnese. Certamente l’Orvietana è alla sua prima vittoria e non aveva niente da perdere. Noi non abbiamo saputo sfruttare al meglio il vantaggio realizzato dopo pochi minuti di gioco e abbiamo subito a tratti l’iniziativa dei locali. Per poi non finalizzare al meglio le occasioni create in seguito. E quando si spreca, è chiaro che poi si finisce per subire qualcosa. Quindi - prosegue Consumi - occorre giocoforza essere più scaltri ed affrontare certe gare, soprattutto i match diretti con un altro piglio e con maggiore cinismo e determinazione». Il giocatore ex Figline affronta, poi, il tema dell’ambiente sportivo borghigiano e dichiara: «È un ambiente abbastanza tranquillo, i supporters e gli sportivi che fanno riferimento al team biancoverde ci sono e ci sostengono, volendo fare la propria parte. Come mai ho accettato la sfida di venire nella società borghigiana? - continua Andrea Consumi. Certamente qui ho spazi ed opportunità di esprimermi. E ringrazio coloro che mi hanno chiamato in biancoverde. È un ambiente familiare che facilita anche il fatto che i giocatori possano esprimere e tirar fuori le loro qualità migliori, le loro doti». Dunque, la Fortis può contare sull’esperienza di un giocatore che molte altre società vorrebbero avere e che certamente può risultare decisivo, insieme all’intero collettivo biancoverde, per la risalita in classifica della truppa borghigiana di Galbiati. Un gruppo che vuole superare quanto prima le battute d’arresto per tornare a regalare ai tifosi quelle soddisfazioni che competono loro. Perché Borgo è una piazza carica di significato per il calcio fiorentino e non soltanto. Perché sono moltissimi coloro che scommettono su una veloce ripresa di Consumi&co. E così la bandiera biancoverde tornerà a sventolare in alto.


News

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Numero 41 11 novembre 2010

Dieci domande a Marcello Nicchi dalla Redazione

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OMA - La classe arbitrale sta vivendo momenti sempre più difficili. La separazione tra arbitri di Serie A e B non sta portando i benefici in termini di qualità delle direzioni di gara sperati. Tanto è vero che il sig. Bergonzi, dopo aver negato un rigore “grosso come una casa” al Bari contro il Milan domenica scorsa, ieri ha diretto la gara più importante del turno infrasettimanale tra Roma e Fiorentina. Questo perché Braschi tiene in caldo Rizzoli e Tagliavento per il derby di Milano e per Juventus-Roma. La coperta è cortissima, ma non c’è solo questo sul tavolo di Marcello Nicchi, il capo supremo dell’AIA. C’è un fronte di contestazione che parte dalla base, da chi arbitra sui campi polverosi e pericolosi delle periferie, troppo spesso dimenticati. Ebbene da questa base, piccola ma dal grande seguito, che utilizza il sito www.arbitri.com per scambiarsi opinioni e raccogliere informazioni, sono parti-

te dieci domande rivolte a Marcello Nicchi, volte a chiedere spiegazioni su altrettanti temi che investono la classe arbitrale. Attendiamo insieme a loro le risposte, anche se siamo abbastanza convinti che non arriveranno mai. VIOLENZA Lei ha detto che "Nei campi in cui un arbitro viene picchiato non manderemo più arbitri". Eppure gli arbitri continuano ad andarci e continuano a subire violenze. Cosa ha fatto finora per arginare il fenomeno violenza? TESSERE Le tessere federali non garantiscano più l'ingresso agli stadi. Che azioni ha intrapreso per risolvere il problema? Perchè le tessere arrivano così tardi (in Piemonte devono ancora arrivare le tessere 2010)? RIMBORSI SPESE Perchè le diarie continuano ad esser fermi da tempo immemore? Perchè arrivano con diversi mesi di ritardo? Che iniziative ha intrapreso per risolvere la questione?

SETTORE TECNICO Ad oggi qual è il materiale prodotto dal Settore Tecnico, rispetto a quello passato? DIALOGO Che fine ha fatto il progetto di far parlare gli arbitri? TRASPARENZA Per quale motivo gli arbitri, gli assistenti e gli osservatori non possono conoscere i propri voti e la propria posizione in graduatoria? Per quale motivo non è possibile leggere le motivazioni che portano ai provvedimenti della Disciplinare? SOLDI Per quale motivo il bilancio di fine stagione non è pubblicato e non è consultabile da tutti gli associati? Qual è il compenso per il Suo ruolo di Coordinatore? PROGETTO MENTOR/TUTOR Corrisponde al vero che gli OA che fungeranno in questa stagione da "tutor" verranno inseriti dal CRA quali OA e percepiranno il rimborso come tali? Come sono stati utilizzati i fondi UEFA dedicati al progetto Mentor-Tutor? ASSISTENZA Cosa è stato fatto per garantire l'assistenza legale e medica a tutti gli associati in caso di volenze subite in campo? INTERNET Perchè si ostacolano con tutti i mezzi i canali in cui gli arbitri possono scambiarsi opinioni, come Facebook e arbitri.com?



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Repubblica di San Marino

Numero 41 11 novembre 2010

Il girone A promette scintil e, non c’è un dominatore Cosmos, La Fiorita e Faetano sono divise da soli due punti dopo sei giornate e domenica prossima c’è Faetano-Cosmos. Nel girone B il Tre Fiori riprende il cammino dalla Redazione

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EPUBBLICA DI SAN MARINO - La sesta giornata del campionato titano ha registrato il ritorno alla vittoria dei campioni in carica del Tre Fiori dopo la sconfitta della scorsa settimana contro il Murata. A fare le spese della voglia di riscatto della banda guidata da mister Sperindio è stato il Domagnano, sconfitto a domicilio per 3 a 1. Le reti tutte nella ripresa, ad opera di Giunta (doppietta) e Vannoni per il Tre Fiori e di Dolcini per il momentaneo 1-2 del Domagnano, che così resta a quota un punto in classifica. Il Murata non ripete l’éxpolit della scorsa giornata e impatta a reti bianche contro la Libertas, mentre il Tre Penne continua la rincorsa alla vetta grazie alla rimonta sulla Folgore/Falciano firmata da Olivieri e Valentini. Anche Virtus e San Giovanni chiudono il loro confronto con il risultato di 0-0, mantenendo così le loro posizioni in classifica. Desta molto più interesse, per quanto riguarda le posizioni di vertice, il rag-

gruppamento A, nel quale nel breve raggio di due lunghezze troviamo tre squadre: Cosmos (11), La Fiorita (10) e Faetano (9). Premettendo che in questo turno La Fiorita osservava il suo turno di riposo, la Cosmos non ne ha saputo approfittare, andando non oltre il pareggio “a occhiali” contro il Pennarossa, che si issa così a quota 7 punti in classifica. Chi si è avvicinato sensibilmente alle prime posizioni è il Faetano che, grazie alla rete di Viroli al decimo minuto della prima frazione di gioco, ha battuto la resistenza del Cailungo, che così rimane fanalino di coda solitario con soli due punti all’attivo. Fari puntati, quindi, sulla super-sfida della settima giornata fra Faetano e Cosmos.

LA CLASSIFICA DEL CAMPIONATO GRUPPO A Cosmos La Fiorita Faetano Pennarossa Juvenes/Dogana Fiorentino Cailungo

CLASSIFICA MARCATORI

GRUPPO B 11 10 9 7 6 6 2

Tre Fiori Murata Libertas Tre Penne Virtus San Giovanni Folgore/Falciano Domagnano

Ermanno Zonzini, allenatore della Cosmos (Foto Archivio)

6^ GIORNATA 5-6-7/11/2010

Cailungo-Faetano Cosmos-Pennarossa Virtus-San Giovanni Folgore/Falciano-Tre Penne Domagnano-Tre Fiori Juvenes/Dogana-Fiorentino Murata-Libertas

GRUPPO A

15 11 11 10 8 7 4 1

6 Gol: Fantini (Juvenes/Dogana) 5 Gol: Grigore (Fiorentino)

0-1 0-0 0-0 1-2 1-3 1-3 0-0

7^ GIORNATA 13-14/11/2010

Montagna (Cosmos) 4 Gol: Mularoni (La Fiorita) GRUPPO B 5 Gol: Aruta (Tre Fiori) 4 Gol: Dominici (Folgore/Falciano)

San Giovanni-Domagnano Tre Fiori-Virtus La Fiorita-Juvenes/Dogana Libertas-Tre Penne Pennarossa-Cailungo Murata-Folgore/Falciano Faetano-Cosmos Riposa: Fiorentino

RISULTATI E CLASSIFICHE DELLA COPPA TITANO 2010-2011 3^ GIORNATA 10/11/2010

Pennarossa-Libertas

GRUPPO A

GRUPPO C

GRUPPO B

Virtus

4

La Fiorita

6

Tre Penne

6

Libertas

3

Tre Fiori

1

Murata

3

Cailungo

1

Faetano

1

Juvenes/Dogana

3

La Fiorita-Domagnano

Pennarossa

1

Cosmos

1

San Giovanni

0

Tre Penne-Murata

Folgore

1

Domagnano

1

Fiorentino

0

Tre Fiori-Cosmos Folgore/Falciano-Virtus Juvenes/Dogana-Fiorentino



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