Pink Magazine Italia Dicembre 2017

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dicembre 2017 N.6 anno II

SPECI A LE

XMAS BOOK

ASSASSINIO

SULL’ORIENT

EXPRESS Agatha Christie

tra cinema e letteratura

I N T E RV I STA A

E UGE N I A

DUBINI


LUCIA PERREMUTO CREATIONS


IG: cocoandthecity_n5


DIRETTORE EDITORIALE Cinzia Giorgio @CinziaGiorgio

PINK MAGAZINE ITALIA DICEMBRE 2017 IN QUESTO NUMERO

CAPO REDATTORE DIRETTORE EDITORIALE

L. Avallone CinziaLuigi Giorgio @CinziaGiorgio

REDATTORI CAPO REDATTORE

AlessandraLuigi Penna @AlessandraPen L. Avallone Gordon Fanucci @GordonFanucci Isabella D’Amore @Wislavisa REDATTORI Diletta Penna Adalgisa Parisella Alessandra @AlessandraPen Arthur Lombardozzi @W_Baskerville Gordon Fanucci @GordonFanucci Isabella D’Amore @Wislavisa DA PARIGI Parisella Diletta Adalgisa Margot Valois @MorganaLefay_1 Arthur Lombardozzi @W_Baskerville

DADADUBLINO PARIGI Cataldi MargotBianca ValoisRita @MorganaLefay_1

COLLABORATORI COLLABORATORI

RominaAngelici Angelici Romina Linda Bertasi @LindaBertasi Rosa Caruso @LaFeniceBook Rosa Simona Caruso @LaFeniceBook Colaiuda RobertaDella Coralluzzo @Alke_Studio Eleonora Gatta @byaristogatta Pier Luigi Curcio Eliana Guagliano Eleonora Gatta@TheQueenPuppet @byaristogatta Angelica Elisa Della Moranelli Selenia Erye @selsiai Elisabetta Motta @MottaeliMotta Eliana Guagliano Sara Piccinini Angelica Elisa Moranelli @TheQueenPuppet Giuseppina Stanzione Elisabetta Motta @MottaeliMotta Edy Tassi Sara Piccinini Vincenzo Valentini Alessandra Rinaldi @alex _rinaldi_8 6 EdyDITassi SEGRETERIA REDAZIONE

6 KA N KYO TA N N I E R Interview —

9 GIULIA FILIPPI Artè —

15 E UG E N I A DU BI N I Intervista —

21 AGATH A C H RI STI E Tra cinema e letteratura —

Velut Luna Press @VelutLunaPress

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Velut Luna PressUFFICIO @VelutLunaPress RESPONSABILE STAMPA Isabella D’Amore @wislavisa

RESPONSABILE UFFICIO STAMPA Isabella @wislavisa SOCIALD’Amore MEDIA MARKETING Riccardo Iannaccone

EVENTI E PROMOZIONE Rita Bellina EVENTI E PROMOZIONE Rita Bellina

PROGETTO GRAFICO Segno. Creative Studio Lab PROGETTO GRAFICO Segno. Creative Studio Lab

COPYRIGHT 2017 PINK. Tutti i diritti riservati. Testi e foto contenuti in questo numero possono essere

riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e/o YRIGHT 2017 PINK. Tutti i diritti riservati. Testi e foto contenuti in questo numero dell’Autore. ossono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e/o dell’Autore.

23 IO C I STO I libri che risvegliano la città! —

11 C OAC H I NG —

32 S P E C I A L E BO OK RE V I E WS —

44 KRI L L F OL L F OX Il mondo del cosplay

C O N TA C T A N D I N F O www.pinkmagitalia.com

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E d i to r i a l E

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febbraio 2017

WELCOME —

The Pink Side of... us!

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envenuti nel 2018 con questo numero natalizio di Pink Magazine Italia dedicato, come da tradizione, soprattutto ai libri. Abbiamo intervistato Eugenia Dubini delle edizioni NN, abbiamo visto per voi i capolavori di Agatha Christie e ci siamo dedicati all’arte a trecentosessanta gradi! Per voi, con voi... sempre, meravigliosamente Pink!

CIN ZIA G IORG IO Chief Editor - info@pinkmagitalia.com


- THE INTERVIEW -

Interview to KANKYO TANNIER by Cinzia Giorgio

What is the importance of silence in the era of “digital” and “social networks” noise?

My deep wish is that awareness/ concentration/ meditation will help us to remains happy in the middle of the 2.0 world!

Silence - as I refer to - is a «way to be»: the way to remain calm and centered even if world all around is chaotic. Connecting with inner silence is always possible. This is a jewel we all have inside of us, a space of great tranquillity. Unfortunatly this inner silance is often covered with noises, images, agitation... We cannot stop evolution or new technologies, which are in another way very usefull to connect persons and spread informations beyond the borders. But, it is urgent ot learn a more spiritual or a more responsible way to live with those new tools. Social networks are only 10 years old! We are still learning how to behave/act with them. PIN K M AGAZINE I T AL I A

How much important is... the sound of silence? It is crucial! Litteraly, if we don’t hear sounds in the different places we live in (for example the place where we are, right now...) we are «not there», not presents. It is as if our body is there but our mind floating somewhere else. Inner silence, is to bring back the mind inside the body! Recover unity. So our challenge is to be more and more present. To become full of consciounesse of: where we are, what we are doing and most of all: what we think. This is, I think, the only way to become really free. -

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What was the purpose of the book? I wish to show differents funny ways to tame silence. Different method to connect with inner Presence to the world. And most of all I would like to spread otptimism! There are many wisdoms – coming from buddhism or other spiritualities – which can provide good tools for a better life! Thanks to medias and to new network, all those ideas can be more and more famous. My book is a modern living testimony, from a «young» buddhist nun (43 years old) who try to practice awareness for 20 years. I give many example from daily life to show that spirituality is – or can be – something hype! ;-) But also something deep and usefull for us and for the world.

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Who are you referring to when you focus on an ideal reader? In zen buddhism, we don’t like so much «ideall» ;-) We prefer this important idea to deal with things as they are. To connect with the person that we are, not the one we would like to be. This person, from here and now, is... a treasure! So my reader is everyone, as he is: sometimes calm, sometimes angry, nervous or sad... all states of mind are ok to start with the exercices described in the book. It’s not only for wise or quiet persons... a kind of person that I’m not neather anyway! ;-) Warm regards from France! Kankyo

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- ARTÈ -

Giulia Filippi di Enzo Valentini

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e doveste avere l’occasione di visitare la città francese di Nancy, vi consigliamo di recarvi in pieno centro, all’incrocio di Rue Saint-Thiébaut e Rue Léopold Lallement: sulla parete di un palazzo figura un enorme murale, con un bellissimo volto femminile, opera di David Walker, uno dei più grandi artisti contemporanei di street art. Se questo non bastasse a incuriosirvi, vi raccontiamo anche che la ragazza raffigurata non è una semplice,

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per quanto avvenente, modella: dietro quello sguardo intenso e penetrante si nasconde un’artista di grande talento, i cui interessi spaziano dall’illustrazione alla grafica, alla fotografia. Il suo nome è Giulia Filippi: vicentina, da oltre cinque anni si è trasferita a Berlino che, dopo una lunga interruzione a causa delle note vicende politiche, ha giustamente ripreso il suo posto tra le capitali della cultura internazionale, come ai tempi della Bauhaus.

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Dotata di una naturale predisposizione verso il disegno, Giulia ha perfezionato in seguito le sue qualità artistiche laureandosi all’Istituto Europeo di Design di Milano. È riuscita così a realizzare interessanti installazioni, coinvolgenti fotografie e originali illustrazioni. Una delle sue opere più importanti è l’installazione “Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”: due grandi pannelli con due cuori stilizzati e decorati con le immagini dei continenti, uniti da un groviglio di fili rossi; dopo essere stata esposta a Ponte de Lima, in Portogallo, ora è

permanente al Museo delle Culture Europee di Berlino. Abbiamo voluto conoscere meglio il mondo di Giulia attraverso alcune domande. - Innanzitutto: perché Berlino e non un’altra delle capitali europee? È stato un colpo di fulmine: dopo un solo giorno di vacanza mi dissi “devo venire qui”. Sono stata affascinata dal senso di libertà e dall’arte che si respirano e sentono ovunque, dalla sua continua evoluzione: non è mai uguale a se stessa, cambia ogni giorno, ma è sempre bellissima. - I tuoi interessi spaziano nei vari

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campi dell’arte: come preferisci definirti? “Concettuale, minimale, poliedrica” appunto. Messaggi specifici, spesso nascosti e critici, che richiedono un po’ di lettura. Chiara, lineare, amo i dettagli. Arte e fotografia sono collegate, dipendenti: creo molti mixed media. L’una mi aiuta a sviluppare e migliorare l’altra, e viceversa. - C’è un’opera che consideri il tuo più grande successo o che ti ha dato maggior soddisfazione? “Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”. Non solo perché è stata comprata da un importante

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museo, ma anche perché è stato apprezzato il messaggio: le differenze viste non come scoglio, ma come arricchimento reciproco. E poi, perché rappresenta Berlino ed è nata lì. - Sicuramente avrai molti progetti e idee in mente. A quale lavorerai nei prossimi mesi? Inizierò a breve un Master: ho fatto tanti corsi, ma non

sono mai stanca di imparare e inoltre sono molto curiosa e aperta. In questo settore bisogna sempre aggiornarsi, trarre ispirazione, guardarsi intorno. Poi c’è il progetto di un negozio on-line e forse, perché no, anche fisico. Giulia Filippi, un’interessante artista che sicuramente riserverà delle sorprese nel prossimo futuro.

http://www.artofdavidwalker.com/portfolio/nancy-france/


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PI N K MAGA ZI N E ITA LI A W W W. P I N K M AG I TA L I A .C OM

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Eugenia Dubini,

Intervista a direttrice di NNeditore a cura di Theylab

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er questo numero di Pink ho deciso di intervistare una donna che, insieme a un gruppo di amici, ha realizzato il suo grande sogno di aprire una casa editrice, Eugenia Dubini. La nostra è stata una chiacchierata molto piacevole e sono uscita convinta che se una persona ha un obiettivo ben chiaro in testa e voglia di realizzarlo le possibilità che il risultato sia quello sperato sono decisamente alte.

in economia con una tesi sull’editoria, il mio relatore era Paola Dubini. Subito dopo sono approdata a Rivisteria, direttrice Bea Marin, a suo tempo anche direttrice del Salone del Libro di Torino, che si proponeva di guardare all’editoria sia dal punto di vista dell’offerta sia dal punto di vista della domanda, e come si sviluppava il mercato editoriale; era una cosa un po’ a cavallo tra la lettura e il mercato editoriale. Qui ho conosciuto Edoardo Caizzi e Alberto Ibba, miei attuali compagni di viaggio. Parallelamente lavoravo nel Sole 24 Ore, sezione libri, dove ero capo redattore, e ho incontrato Gaia Mazzolini, la quarta fondatrice di NNeditore. Finita la mia esperienza al Sole, avevo due bambini piccoli e volevo gestire al meglio la mia vita privata, così insieme a degli amici abbiamo affittato uno spazio e io da freelance mi occupavo di traduzioni di libri di economia, di

L’editoria è sempre stata una tua passione? Lavorare in questo settore è sempre stato il mio obiettivo, sin dall’università, dove ho conseguito una laurea PIN K MAGAZINE I T AL I A

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- FOCUS ON -

letture, di editing anche per grandi editori. Nello studio vi erano anche due fotografi con i quali ho aperto un’agenzia, Prospekt, che partiva da progetti fotografici per creare progetti di comunicazione, con pubblicazioni, libri e mostre. A un certo punto ho lasciato il lavoro e mi sono presa un anno sabbatico durante il quale ritrovandomi con un gruppo di amici ha preso forma e si è sviluppata l’idea dell’attuale casa editrice. Quindi, hai sempre vissuto di editoria?

Direi di sì. La casa editrice è la conclusione di un lungo percorso.

Come è nata l’idea di aprire una casa editrice? Non è un mercato in crisi?

Nonostante tutto il clima catastrofico intorno al libro e alla lettura, ci sembrava che si fossero aperti nuovi spazi intorno a essa e che in quegli spazi ci fossero ampi margini di manovra. Paradossalmente ci siamo accorti che si leggeva di più, sopratutto grazie alle nuove tecnologie oltre che su supporti informatici, tablet, cellulari, pc portatili. Poi, i libri erano diventati

un po’ come le serie televisive, se ne discuteva in diversi gruppi, in cui ognuno si sentiva libero di dire la propria opinione, e questo creava movimento intorno al libro e di conseguenza curiosità e voglia di leggerlo. Il web, in qualche modo, i social media e le nuove comunità di lettori, avevano schiacciato la distanza tra editori e consumatori di qualsiasi livello sociale. Questa nuova produzione di contenuti, dai blog ai gruppi di lettura, è in grado di creare comunità e socialità anche per quei lettori che forti non erano o non si riconoscevano e che quindi erano stati sino a quel momento più difficili da raggiungere con i canali ordinari del marketing editoriale. Queste comunità informali sono state da subito fondamentali per noi. Per voi, dunque, il lettore ha un ruolo attivo?

Per noi un lettore è attivo quando ha desiderio di conoscere il libro e il suo contenuto non solo attraverso la copertina e la sua quarta, o seguendo il solo nome dell’autore, ma anche attraverso informazioni che apparentemente con il prodotto libro non hanno nulla a che fare

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- musiche che ne riprendano l’atmosfera, paratesti che spieghino meglio il tema, o una dedica a un lettore ideale costruita attraverso immagini evocative del contenuto. Un testo cerchiamo di sviscerarlo utilizzando tutte le forme d’arte conosciute, la sua rete di relazione con altri prodotti culturali. Un lettore arriva all’acquisto di un nostro libro sapendo già che cosa lo aspetterà leggendolo. Per noi questo è un lettore attivo: aperto.

Il libro è un oggetto vivo, che può essere conosciuto anche sotto altri aspetti? Esattamente: ancora prima di leggere il libro, tramite una serie di corrispondenze si può comunicare ai lettori ciò che troveranno al suo interno. Così i lettori lo sapranno scegliere tra tanti, imparando o riconoscendo le altre forme culturali che a questo libro si legano. Qual è la linea editoriale seguita da NNeditore?

Già nel nome che ci siamo dati, NN, nescio nomen, nome sconosciuto, c’è l’essenza di ciò che vogliamo essere e di conseguenza trasmettere attraverso i nostri libri: la

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ricerca della propria identità, forse il tema dei temi di tutta la letteratura e non solo. L’idea è quella di affrontare le tematiche fondamentali ricercando una risposta nei testi di letteratura contemporanea, ma che abbiano un linguaggio accessibile, questo per noi è fondamentale e fa parte del contemporaneo che vogliamo indagare. Inoltre, la crisi d’identità e la ricerca di essa è declinabile in ogni fase della propria vita e fonte inesauribile da un punto di vista strettamente editoriale. Navigando sul vostro sito ho notato che parlate di stagioni e non avete una divisione per collane delle vostre opere. Che cosa significa?

Ci siamo accorti che le collane tendevano a non essere più così riconoscibili come in passato. Nel mare magnum dei titoli proposti, il lettore è spinto alla ricerca di un testo utilizzando criteri quali l’affezione per un autore o per una casa editrice; il consiglio del libraio; il passaparola e altro. Quindi noi di NN ci siamo mes-

si in scia a tutto ciò e abbiamo pensato alle stagioni, proprio come le stagioni delle serie televisive. Ogni stagione corrisponde a tema specifico, deciso di anno in anno, che va ad affiancare la linea editoriale di fondo. I temi trattati non sono altro che i temi classici della letteratura, alcuni esempi: ruoli e relazioni tra gli individui nella quotidianità; il rapporto tra passato e futuro; gli aggettivi che ti definiscono, e che e ognuno di noi poi deve interpretare e cercare di fare propri. O, per il prossimo anno, gli alleati e i nemici della ricerca di identità, come paura o amicizia, ironia o innocenza. Quindi ogni stagione ha un filo conduttore, questo comporta che non avete distinzioni tra autori stranieri e italiani?

No, nessuna distinzione. Per noi è importante il tema e sotto di esso vanno tutti gli autori italiani e stranieri che lo rappresentano meglio. Inoltre, non facciamo alcuna distinzione tra racconti o romanzi, così come non facciamo distinzione

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di generi. L’unico filo conduttore dell’anno è l’argomento che vogliamo trattare e la voce dello scrittore, che deve essere forte, riconoscibili, letteraria ma accessibile a tutti. Non pensate che questo tipo di ragionamento alla fine possa crearvi delle difficoltà nel reperire altri libri ed esaurire gli argomenti?

Il dubbio ci è venuto, ma poi abbiamo realizzato che ogni tema ha un’infinità di declinazioni tanto da essere inesauribile. Ma, allo stesso tempo, ci piaceva l’idea di creare anche delle vere e proprie serie, di cui diamo conto al lettore sin dal primo libro, così che lo stesso sappia di che cosa trattano e da quanti libri saranno composte. A breve uscirà la serie Crocevia, curata da Alessandro Zaccuri, sei novelle, ciascuna affidata a un autore diverso, e il tema saranno le parole del cristianesimo che non sappiamo vivere in maniera laica, come passione, perdono, tradimento, fede, fiducia.

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Perché avete deciso di partire con Kent Haruf, dopotutto la sua prima edizione italiana non era andata molto bene? Molto semplicemente ci siamo innamorati perdutamente dei suoi libri e subito abbiamo fatto un’offerta per l’intera trilogia. Era l’autore con cui partire e affermare la nostra linea editoriale. Ci abbiamo creduto fermamente, ma mai avremmo immaginato di fare i numeri che poi abbiamo visto. Per ogni editore i libri sono un salto nel buio, tu puoi solo lavorare al meglio, presentarli al meglio, comunicare al meglio e cercare di far capire al lettore che cosa c’è dietro la scelta di quel testo. Poi la palla passa a loro e tu puoi solo assistere. La scelta di un piano editoriale è una cosa molto importante, noi ci abbiamo messo un anno e mezzo per realizzare il primo. Quanto conta il crederci fermamente in un libro?

Tanto. Spesso si sente dire in giro che la qualità non è più un qualcosa che interessa, soprattutto tra i grandi editori. Non sono d’accordo. La qualità c’è ovunque, grande media e piccola editoria. Sicuramente le realtà indipendenti, di progetto, hanno ancora un elemento di artigianalità, per cui tutto ciò che ruota intorno al prodotto libro, scelta, immagini, titolo, comunicazione, viene condiviso tra tutti i componenti delle diverse aree di competenza e a volte anche concertato con eventuali collaboratori esterni. Va da sé che nelle grandi realtà, ciò sarebbe impossibile. Ma ogni editore, grande o piccolo che sia, ha come obiettivo finale sempre un prodotto pulito e di qualità. Per voi i gruppi di lettura sono molto importanti, avete stretto amicizie lavorative con alcuni di essi?

Siamo in contatto con diversi gruppi di lettura, con i quali abbiamo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione. Ma, attenzione, i gruppi di lettura sono realtà indipendenti, alle quali non si può imporre nulla. Quello che cerchiamo di fare con loro, quando ne abbiamo la

possibilità, è tenerli costantemente informati sulla nostra produzione e su tutte le iniziative della casa editrice. Ma anche qui ci sono delle specificità nella comunicazione: i gruppi di lettura hanno bisogno di informazioni particolari per poter decidere che quel libro è adatto alla loro comunità. Lettore attivo, gruppi di lettura, attività sinergiche atte a far conoscere un testo sotto diversi punti di vista. L’azione del leggere ha un bel peso specifico. Sicuro. Per questo abbiamo pensato anche a un percorso formativo, DiLavoroLeggo (https://sabotino14. com/2017/05/29/di-lavoro-leggo-il-primo-percorso-formativo-di-nn/), un corso residenziale in cui si è cercato di dare spunti e suggerimenti su come leggere al meglio un testo per saperlo presentare a una comunità di lettori. Il corso è andato molto bene, tanto che stiamo lanciando una seconda edizione ad aprile, dal 13 al 15; oltre a delle tavole rotonde di una giornata in cui affrontare un tema specifico in maniera più approfondita. Ormai le realtà che ruotano intorno a un testo e lo fanno conoscere e apprezzare sono tantissime, i blog, i social media manager, i gruppi di lettura, così come le librerie indipendenti e le biblioteche ne sono un esempio, e allora perché non dare loro degli strumenti in più per poter svolgere ancora meglio ognuno il proprio ruolo? Ecco, noi con questo laboratorio, coadiuvati da diversi professionisti del settore editoriale e libraio, ci abbiamo provato. Rispetto a una volta i libri ormai non si vendono quasi più da soli, ma hanno bisogno di tante componenti per poter spiccare. Che ruolo giocano la comunicazione e il marketing in una casa editrice? Sono fondamentali, nonostante ancora qualcuno storca il naso a sentire la parola marketing associata a un libro. Al giorno d’oggi l’editore non può più permettersi di essere solo un mero stampatore. Per quanto ci riguarda ogni libro, nel momento stesso in cui viene messo in programma, ha già una sua campagna di marketing e di comunicazione cucita addosso; abbiamo dei validissimi collaboratori che lavorano

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in tal senso e non potrebbe essere altrimenti. Com’è una giornata tipo di Eugenia Dubini?

Mi alzo presto e preparo la colazione per me e per i miei figli. Dopo di che leggo manoscritti almeno per un’ora e mezza. Poi vado in ufficio e qui ci passo tutta la giornata sino a tardi. Di fatto niente di speciale, ma sicuramente per poter fare tutto al meglio il segreto sta nel delegare a casa e in ufficio. Certo, lavorare da libera professionista aiuta parecchio, perché in qualche modo sei tu che ti detti i tempi. Quando ero dipendente avevo degli orari da rispettare e questo mi limitava; appena ho potuto mi sono licenziata. L’editoria, per molti aspetti, è come tutti i lavori culturali e artistici, non si smette mai di pensarci. Ha ancora senso fare dell’editoria? E soprattutto può ancora avere un ruolo educativo?

Alla prima domanda rispondo, sicuramente sì, la nostra esperienza me ne ha dato la conferma e ci sono diverse nuove realtà che stanno nascendo in questo tempo, sia editori sia librerie indipendenti. Alla seconda domanda posso rispondere che l’editore ha un ruolo di filtro, di cerniera, tra gli artisti, gli scrittori e il pubblico dei lettori. Questo ruolo non so se definirlo educativo, ma di certo l’editore opera una selezione che è frutto di una riflessione e di una scelta, anche personale e intuitiva, tra le domande esistenziali e di sapere che aleggiano nelle parole di artisti e pensatori.

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L’ I MME NSA

AGATHA CHRISTIE, T R A CI N EM A E L E TTE RATURA di Riccardo Iannaccone

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gatha Christie e i libri, i suoi capolavori intramontabili. Agatha Christie e il cinema, e i tanti film o film tv adattati dai suoi romanzi gialli taglienti e condotti da una narrazione che viaggia lungo il filo del rasoio. Assassini e alibi, colpevoli e vittime, ma soprattutto lui: Hercule Poirot. Il cardine. Il punto di riferimento. Il personaggio leggendario, carismatico, su cui si impernia l’enorme mole di lavoro generata dalla grande scrittrice. Certo, c’è Dieci piccoli indiani, certo, ci sono (da ricordare) anche Miss Marple e le eleganti pièce teatrali (il giallo, che incontra le poltrone rosso porpora dello spazio drammaturgico), ma è soprattutto lui, il genio della deduzione, con le celluline grigie, la testa a forma d’uovo e i baffi ben curati (in modo maniacale) ad aver reso Agatha Christie una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi. Lui, l’investigatore belga (e non francese), Hercule Poirot. E da qui partiamo, perché se in questi giorni natalizi è al cinema, in tutto il mondo, e ci accodiamo all’attualità, il nuovo adattamento remake di Assassinio sull’Orient Express (un lungometraggio che potremmo definire discutibile, e che si distanzia troppo dall’anima dei romanzi di partenza. Con una ragia, e una interpretazione, di Kenneth Branagh eccessiva e istrionica, che finisce per snaturare sia Poirot, sia quella che forse è l’opera più celebre dell’autrice britannica), è pure vero che questa falla del “fu Amleto” ci offre l’opportunità di consigliare a tutti i nostri lettori: i film, le serie, e i film tv, davvero imperdibili, che hanno reso omaggio e hanno scolpito nel tempo l’abilità narrativa di colei che ha cambiato per sempre il modo di raccontare delle vicende intrise di passione, vendetta, dolore, invidia e amore (alle volte distorto). Cinque perle, dunque. Cinque opere, visive, che non hanno tradito la Christie, e che anzi l’hanno innalzata ulteriormente; fondendo alla perfezione l’arte letteraria con quella cinematografica. PIN K M AGAZIN E I T AL I A

Divinità a confronto, al servizio dello spettatore. ***

5. Dieci Piccoli Indiani / And Than There Were None (miniserie tv, BBC, 2015) La miniserie targata BBC One, in tre episodi da 55 minuti, è un autentico gioiello di scrittura, messa in scena, e color correction. Con un cast indovinato (Charles Dance, Sam Neill, Aidan Turner, Noah Taylor, Miranda Richardson e tanti altri) e una fedeltà raffinata rispetto allo stupendo libro firmato dalla Christie. Dieci assassini (?) e una filastrocca mortale, che annuncia la fine di ognuno di loro. Una visione sagace e potente. Un dramma espanso fino all’inverosimile, fino allo choc conclusivo. 4. Delitto sotto il sole / Evil Under the Sun (film, regia di Guy Hamilton, 1982) Il perfetto giallo della domenica, con il grande Peter Ustinov nei panni di Hercule Poirot. Un tocco vintage e retrò, per una pellicola da gustare in salotto, assieme ad amici o parenti. Uno sviluppo ad incastri, un omicidio efferato, e anche in questo caso un cast imponente (vedi Maggie Smith, oppure Jane Barkin). In pratica: la semplicità e la freschezza del cinema anni ’80, al servizio del romanzo.

3. Poirot / Agatha Christie’s Poirot (serie tv, ITV, 1989-2013) La serie tv prodotta dalla London Weekend Television e poi dalla ITV, in Inghilterra, a partire dall’8 gennaio del 1989 e ultimata nel novembre 2013. Ben 13 stagioni, e 70 episodi, tra cui i 34 episodi, della durata di 100 minuti circa, legati a doppio filo ai romanzi più popolari di Agatha Christie. La serie tv in cui David Suchet (camaleontico attore di -

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1. Assassinio sull’Orient Express / Murder on the Orient Express (film, regia di Sidney Lumet, 1974) Eppure il primo posto, anche un po’ per uno spirito di sana provocazione, va al vero Murder on the Orient Express di Sidney Lumet. Nessun Poirot “vola” o spara, nessuna trovata furba che tradisca lo spirito di quanto è stato letto nel tempo, niente capelli untuosi o baffi posticci (benché la Christie abbia avuto da ridire persino sui baffi del portentoso Finney. Be’ chissà cosa avrebbe detto dei baffi di Kenneth Branagh. La cosa sarebbe stata alquanto interessante). No, niente di tutto ciò. Soltanto un signor film, teatrale e cinematografico in egual misura. Una parata di stelle affollata che spazia dal premio Oscar Ingrid Bergman, al talento sconfinato di Martin Balsam (con il suo “Poirot, è stato lui!”), oppure la signorilità divina di Lauren Bacall, e la truffaldina “faccia da schiaffi” di un irriconoscibile Anthony Perkins, per non parlare di Sean Connery e Vanessa Redgrave. Una mescolanza di arti (la colonna sonora, il montaggio e la scenografia accogliente) che gira come un orologio; in cui i secondi ruotano lungo i dodici numeri dell’orologio stesso. Sconfinato.

cinema e teatro) è diventato a tutti gli effetti Hercule Poirot. La sua incarnazione più devota. Il miglior Poirot possibile. Una sequela eccezionale di performance, interpretazioni e storie. Da Carte in tavola, a Tragedia in tre atti, passando per Le fatiche di Hercule, Gli elefanti hanno buona memoria e Sipario, il grandioso series finale. Indagini nelle quali Suchet sfoggia la sua connessione fisica e intellettiva con l’investigatore belga. Quasi come se sbucasse fuori dalle pagine, con il suo sorriso penetrante, la camminata meditativa e quell’accento in cui si racchiude la grandezza dell’attore al cospetto del mito. Il ruolo di una vita. 2. Assassinio sul Nilo / Death on the Nile (film, regia di John Guillermin, 1978) Forse (e ripetiamo: forse) il film che meglio ha saputo decodificare la struttura a matrioska, e puzzle di Agatha Christie. Ogni aspetto, ogni segmento, si sparge e si richiude affinché possa essere infine assemblato e liberato. L’enigma racchiuso in un altro enigma. Tre cadaveri. L’amore incontrastato e Peter Ustinov che offre la sua migliore interpretazione, entrando finalmente nel personaggio. Le smorfie di Angela Lansbury, il viso scavato e angelico di Mia Farrow, l’alfiere di Poirot nei tratti british di David Niven (che non sarà l’Hastings di Hugh Fraser, ma sa come gestire il testimone). Un film da vedere, o recuperare.

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“Uno tra i migliori adattamenti cinematografici di un romanzo di Agatha Christie. Tutti sono perfettamente in parte, e la vicenda, già di per sé geniale, viene portata sullo schermo da un Lumet particolarmente ironico e raffinato”. (Dario Buzzolan)

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Iocisto. I libri che risvegliano la città! a cura della Redazione

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ggi siamo a Napoli. Una città incantevole e terribile, capace da sempre di mettere nella stessa inquadratura splendore e degrado, luce e ombra. E’ in questa città che nel luglio del 2014 molti di noi assistevano, nella distrazione e indifferenza generale, al declino di un mondo storico e culturale, quello del libro e delle librerie. Assaltati dal mordi e fuggi dei turisti, dalle patatinerie e bar aperti selvaggiamente, chiudevano uno dopo l’altro presidi come Guida a Port’Alba e con l’eccezione di un paio di grandi megastore di catena, tantissime librerie in tutti i quartieri della città. Luoghi che per più di mezzo secolo non solo avevano venduto libri, ma avevano favorito incontri, dibattiti, avevano accompagnato la vita sociale e culturale partenopea. Per molti cittadini il silenzio assordante in cui tutto questo avveniva si è fatto ad un PIN K M AGAZIN E I T AL I A

certo punto insopportabile, e si è fatta strada un’idea che sembrava folle. “E se una libreria ce la facessimo da soli?”. E’ stata questa domanda spinta dal mezzo tecnologico dei social network a generare una risposta collettiva: iocisto! Come una tossina fatta però di impegno comune e responsabilità sociale, persone che non si conoscevano si sono incontrate e hanno deciso di creare una libreria. Un luogo dove fosse possibile entrare ed uscire, dove poter appartenere ma anche differenziarsi. Una libreria di tutti. Appunto. A Napoli. E dove sennò? Una risposta nata dal fallimento e dalla voglia di riscatto, inizialmente costituita da 150 persone che avevano risposto al primo appello, poi diventate 700. Persone che su un sogno hanno deciso di investire una quota, 50 euro annuali, ma soprattutto hanno donato il loro -

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tempo, le loro energie, le loro capacità per un progetto che dal basso creasse valore intorno ai libri.

Oggi, dopo tre anni dall’inaugurazione che portò 3000 persone in una piazza, dopo aver risvegliato coscienze e visto nascere e rinascere le librerie a Napoli, la libreria di tutti iocisto continua una strada nuova, e per questo difficile. Perché oltre ad essere una libreria, iocisto è anche un’associazione a promozione sociale con caratteristiche peculiari: un luogo gestito quasi interamente da volontari che ospita e realizza

progetti con altre associazioni, una libreria diffusa che porta i libri in luoghi insoliti, dai parchi ai negozi, che ospita ogni anno centinaia di bambini e ragazzi delle scuole, un incubatore di idee. Un sistema nuovo: un’associazione e una libreria che producono valore sociale ma anche economico attraverso la vendita dei libri e la valorizzazione delle professionalità coinvolte. Ma tutto questo è possibile solo grazie a chi decide di far parte e di allargare questa comunità di leggenti. E dal fare comunità dipenderà anche il fu-


turo di iocisto il cui ruolo è quello di essere lì, dove ognuno lo potrà cercare e trovare, sempre, indipendentemente dal mercato, dagli interessi privati, dalle trasformazioni della città, un luogo dei libri, per i lettori,

che non spaventi o allontani come in passato la cultura ha fatto ma sia fruibile a tutti. Se il sogno di aprire una libreria è stato raggiunto da iocisto. La sfida di essere di tutti, continua. Noi ci stiamo, e voi?



I M AGNIFICI 5

I P O ST I S P E C I A L I DA SC OP RI RE A

DUBLINO di Bianca Rita Cataldi

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hiunque abbia messo piede nella città di Dublino almeno una volta nella vita non è rimasto indifferente al suo fascino. Mi sono chiesta più volte quale fosse il segreto di questa capitale europea, che cosa spingesse i suoi visitatori a tornare a casa con un misto di rimpianto e rammarico nel cuore e, soprattutto, con un forte desiderio di farvi ritorno. A un occhio disattento, Dublino potrebbe sembrare una capitale “minore”. In effetti, non ha da offrire lo stesso numero di meraviglie storiche che ha Roma. Non solo: è una città tutto sommato tranquilla, con un traffico gestibile, e in cui il clou della vita sociale si svolge principalmente nel centro. E allora cos’è che la rende così tanto speciale? Innanzitutto l’atmosfera. Il fiume Liffey che scorre e che taglia in due la città, lo Spire (un monumento situato in O’Connell Street) che svetta contro il cielo e permette ai visitatori di orientarsi, il General Post Office, il viavai cittadino per le strade e la giocosità festosa di Temple Bar, la via dei pub. E poi ci sono gli irlandesi, sempre generosi e gentili (salvo qualche sporadica eccezione, ma è così che va la vita), pronti a offrirti una Guinness appena spillata e a chiacchierare con te a un tavolino di legno di un pub, sgolandosi per coprire la tradizionale musica irlandese dal vivo. Mi sono trasferita qui due mesi fa per iniziare il dottorato di ricerca allo University College Dublin, e ammetto che il “passaggio di stato” non è stato affatto traumatico come i più potrebbero pensare. Questa città ha qualcosa di magico, inutile negarlo. Non appena arrivata, mi sono sentita accolta e benvoluta e ho sentito, dentro di me, che questo è sempre stato il mio posto nel mondo. Non l’unico, sicuramente, ma comunque uno dei luoghi in cui mi sento e mi sentirò sempre a casa. E so per certo che, quando e se dovrò andar via, la nostalgia non mi darà tregua per molto, molto tempo. L’Irlanda non è un posto che si può lasciar a cuor leggero. Dunque, vivendo in questa città da ormai due mesi, e

avendovi vissuto per un altro mese sei anni fa, passo gran parte del mio tempo a perdermi tra le stradine nel tentativo di scovare tesori nascosti, particolarità del posto che all’occhio del turista possono sfuggire, ma che colpiscono chi la città la vive per davvero. Ho scelto per voi cinque posti speciali che dovreste assolutamente scoprire nel caso in cui vi trovaste a passare per Dublino. Non vi parlerò della biblioteca del Trinity College e del Book of Kells, né della crociera sul fiume né del GPO. Quelle sono cose che potreste trovare in qualunque guida turistica o travel blog. Ecco a voi, invece, cinque posti “speciali” scelti per voi dalla vostra Italian Dubliner preferita. Buona lettura! 1. BOOKS UPSTAIRS Da appassionata di tè, caffè e libri, non posso che consigliarvi questa meravigliosa libreria al numero 17 di D’Olier Street (vicinissima a O’Connell Bridge, quindi perfettamente in centro). Una volta entrati, vi troverete di fronte a quella che a prima vista sembra essere una normalissima libreria indipendente. Basta però aguzzare lo sguardo per vedere la scala che va al piano di sopra e il cartello a forma di freccia con l’indicazione “coffee”. In effetti, basta salire una rampa di scale per ritrovarsi in un meraviglioso e accogliente caffè letterario, con una grande vetrata che si affaccia sulla città. Ciò che più colpisce, oltre all’incredibile varietà di tè e infusi e alla gentilezza dei ragazzi che ci lavorano, è proprio l’atmosfera che si respira. Ognuno è seduto al proprio tavolino con un libro e una tazza di tè o caffè, impegnato a leggere o a chiacchierare sottovoce col suo vicino. In sottofondo, musica jazz o classica. Sembrerebbe davvero di trovarsi in una biblioteca, se non fosse per il profumo di caffè che aleggia nell’aria. Vi avverto: non c’è Wi-Fi gratis, ed è una scelta voluta. “In questo locale si legge o si chiacchiera”, recita un cartello all’ingresso. Appassionati dei social, qui sarete costretti a disintossicarvi.


2. THE WINDING STAIR Probabilmente, se doveste cercare The winding stair in una guida turistica, trovereste che si tratta di un ristorante. Il che è vero, se vogliamo essere precisi, eppure c’è un altro piccolo locale che porta lo stesso nome ma che è un luogo per affamati di altro genere: una libreria. The winding stair bookshop si trova al numero 40 di Ormond Quay Lower, proprio sul Liffey, ed è un’altra delle tante piccole, caratteristiche librerie indipendenti di Dublino. Ciò che colpisce è la presenza di due insospettabili tavolini proprio davanti alla vetrata che dà sulla strada. All’inizio si resta alquanto sorpresi, perché i tavolini fanno pensare a un bar ma non c’è l’ombra di un bancone. Il primo giorno, incuriosita, mi avvicinai alla proprietaria e le chiesi se per caso fosse possibile bere un tè, e dove ordinarlo. Lei, con grande nonchalance, si alzò, abbandonò la sua postazione alla cassa e disse “Adesso te lo preparo”. Tirò fuori un bollitore da una caterva di libri e soltanto allora vidi che c’era un piccolo fornello, in un angolino. Preparò il tè, mi diede tazza e teiera e io andai a sedermi a uno di quei due tavolini davanti alla vetrata, in pieno sole. Mi sembrava incredibile che una libraia tirasse fuori il bollitore dal nulla e preparasse un tè per me, emerita sconosciuta, come se fossi appena stata invitata a casa sua. Questo è un altro esempio di quella generosità tutta irlandese di cui parlavo poco fa. E poi, non è forse bellissimo bere una tazza

di tè bollente immersi nel profumo dei libri e col fiume che scorre di fronte a noi?

3. PANEM Ho conosciuto Panem sei anni fa, durante il mio primo viaggio a Dublino. All’epoca avevo diciannove anni, non avevo scelto io di andare nella capitale irlandese e la stavo scoprendo allora per la prima volta. Ne rimasi piacevolmente sorpresa e ci torno spesso ancora adesso. Lo si raggiunge superando The winding stair e continuando a camminare su Ormond Quay Lower. Panem è un piccolo e accogliente panificio italiano nel bel mezzo del centro di Dublino. L’anziano proprietario è incredibilmente simpatico e accogliente, e non vede l’ora di parlare italiano per un po’ dopo vent’anni di clienti quasi sempre del posto. E il turista italiano non può che gioire della vera lasagna, dei veri rustici che hanno il sapore dell’Italia e che vent’anni di lavoro in Irlanda non hanno corrotto. Anche il caffè è quello nostro, e lo si può sorseggiare all’aperto, all’unico tavolino vista fiume. Panem è l’ideale per un pranzo veloce ma anche per un pomeriggio da passare in compagnia dei propri connazionali, soprattutto quando si vive qui da un po’ e ogni tanto si ha bisogno di respirare l’aria di casa. 4. IL LUNGOFIUME Sempre partendo da Ormond Quay Lower si può scendere sulla banchina vera e propria e guardare il fiume


da vicino. Il lungofiume dalla parte di Ormond Quay è il mio preferito, perché amo sedermi sulle lunghe panche di legno con un libro e sorseggiare un coffee-to-go comprato dal negozio più vicino. Di fronte ai vostri occhi c’è il fiume, color acciaio come il cielo spesso nuvoloso, e sollevando un po’ lo sguardo potete vedere i diversi ponti che collegano le due rive e che sono parte essi stessi del panorama caratteristico di Dublino. I turisti spesso evitano di passeggiare da queste parti perché ritengono che sia una zona pericolosa. Diciamo che sicuramente è meglio non andarci di sera, ma per un bel pomeriggio tranquillo è sicuramente un posto da scoprire. E ricordatevi di non accettare caramelle dagli sconosciuti!

5. THE CHURCH: IL PUB NELLA CHIESA Il The Church è uno dei pub più particolari e caratteristici di Dublino. Situato sul fondo di Henry Street (la prima strada a sinistra partendo dallo Spire, altrimenti conosciuta come la via dei negozi per l’abbondanza di centri commerciali) è un pub ricavato da una vera e propria chiesa sconsacrata. All’interno, infatti, ha conservato le colonne che dividevano le navate, le magnifiche vetrate da chiesa gotica e l’organo al piano superiore. La navata centrale è occupata dal lungo bancone e tutt’intorno vi

sono i tavoli per i clienti impegnati ad affondare i denti nel tradizionale Irish stew, preferibilmente cotto nella Guinness. L’abside è invece occupata da un piccolo palco per i musicisti che si esibiscono nella musica folk del posto, rigorosamente dal vivo (mentre il discopub vero e proprio si trova al piano inferiore). La magia di questo posto è tutto nelle vetrate che riflettono la luce dall’esterno, filtrandola coi loro colori e distorcendola, e nell’atmosfera “mistica” e storica che crea un così particolare contrasto con la goliardia tipica dei pub. Anche questo, come i quattro luoghi precedentemente citati, è un posto assolutamente da scoprire.

Eccoci arrivati alla fine di questo breve itinerario nella Dublino meno conosciuta ai più. Ho preferito attenermi soltanto al centro città, scegliendo un percorso che potreste agilmente percorrere a piedi nel corso della stessa giornata. Non dimenticate, però, che vi sono senz’altro moltissimi altri luoghi “magici” da scoprire. Dublino è fatta così, è un po’ timida e non si lascia scoprire subito. La sua bellezza vien fuori pian piano, e si svela solo agli occhi di chi ha il coraggio di perdersi e lasciarsi trascinare dalla sua magia


Quando l’Arte è tradotta in parole. La storia, la pittura, la vita, si fondono per creare un’unica emozione. La storia è affascinante e costruita su un doppio binario spazio temporale (tra la Roma del Cinquecento e la Parigi di oggi) a incastro, strato su strato: sovrapposti come quelli che un bravo restauratore deve rimuovere per recuperare l’opera originale che si disvela in tutto il suo splendore. Accanto alla vicenda privata e pubblica di Raffaello, che si sviluppa a ritroso, corre parallela quella di una restauratrice, Bianca, ambientata al giorno d’oggi, la cui vita è strettamente legata all’arte e allo sfortunato pittore urbinate per diversi motivi.


C OAC H ING di Simona Colaiuda

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l cambiamento è una costante dei nostri giorni e, la velocità con cui cambiano i contesti di riferimento, aumenta il nostro senso di precarietà. È quindi necessario dotarsi di strumenti che permettano un’agevole gestione del cambiamento, che permettano cioè di aumentare la fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità di fronteggiare sfide personali, sociali o lavorative. Da anni, le aziende utilizzano il coaching, quale sostegno nella gestione delle problematicità e strumento capace di ridurre la complessità. Il coaching può essere utilizzato anche a livello individuale, per aumentare la propria personale efficacia e, di più, per trasformare il cambiamento in una vera e propria risorsa. E anche se proviene dall’esterno, a volte, il cambiamento rileva una necessità interna, spesso accompagnata da una forma di resistenza, la quale genera confusione e getta incertezza sulle scelte da fare e sui comportamenti da

tenere. La buona notizia è che a volte per cambiare anche in maniera profonda la nostra vita, basta mettere in atto una piccola azione, ma tenacemente portata a termine ogni giorno, tanto da creare un’abitudine positiva, che vada a sostituirne un’altra negativa o non altrettanto positiva. Così, per smettere di soffrire a causa di un amore che ci ha lasciato, dovremmo cominciare a sostituire le vecchie routine con nuove azioni, cominciando da quella più semplice. Ad esempio, al posto di rimanere immobili a casa e rimuginare sulle parole, sui ricordi, sul passato, dovremmo uscire e camminare, se fosse possibile, in mezzo al verde. Solo così innescheremo un processo di cambiamento e ci daremo l’opportunità di aprirci a nuovi scenari, e in definitiva a una nuova vita. Qual è l’abitudine da introdurre nella tua vita per andare incontro al cambiamento che vuoi attuare? Ci vediamo sul prossimo numero!


BOOK R E VIE WS


- BOOK REVIEWS -

Pink Romance di Sara Piccinini

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gata al passato del prozio Anselmo, che la condurrà a Firenze e verso un destino incontrollabile. Sarà qui che la sua strada incrocerà quella di Emma e Nicoletta, ma soprattutto quella di Fulvio. L’amore tra Margherita e Fulvio sarà davvero potente; entrambi hanno sofferto e portano nel cuore cicatrici che sanguinano ancora. Cinzia Giorgio ha un dono straordinario: riesce a farti immergere nelle sue splendide storie attraverso ambientazioni mozzafiato e personaggi che ti entrano nel cuore. Questo piccolo capolavoro raccoglie dentro di sé emozioni che non ti abbandonano nemmeno a fine lettura, ti restano dentro e ti fanno palpitare il cuore. Se amate i classici e le storie d’amore profonde, questo è il libro che fa per voi!.

n questo appuntamento desidero ardentemente parlarvi di un romanzo che mi ha conquistata: “La piccola libreria di Venezia” di Cinzia Giorgio! Un inno alle donne, all’amore, ma soprattutto ai libri classici. Sono loro, insieme a Margherita e Fulvio, i veri protagonisti di questa storia. La protagonista ha un dono: riesce a consigliare un libro per ogni necessità (a fine libro troverete un prontuario); vive a Parigi e ha una storia d’amore che la fa soffrire parecchio. Un giorno decide di prendere in mano la sua vita e di tornare a Venezia per ristrutturare la vecchia bottega di libri antichi del padre defunto e trasformarla in una libreria dedicata ai classici. Rovistando in un vecchio cassetto, troverà una foto lePIN K M AGAZIN E I T AL I A

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- BOOK REVIEWS -

Romance non-stop di Silvia Cossio (gruppo facebook le “harmonyne”)

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opo aver letto “Su e giù per Manhattan”, il primo volume della serie “Da Manhattan con amore”, di Sarah Morgan, tra sospiri, batticuore e l’insana e insopprimibile voglia di eliminare la protagonista per prenderne il posto… la Morgan ci regala un’altra imperdibile storia. “Tramonto a Central Park”, un romanzo coinvolgente che, a detta di Franca Poli che lo ha recensito per noi, non manca di romanticismo e ironia, sia PIN K MAGAZIN E I T AL I A

pure con qualche momento di commozione. Ma per Frankie, che avevamo avuto modo di “intravedere” nel libro precedente, non c’era da aspettarsi nulla di meno. Dopo tante sofferenze, meritava il suo lieto fine. Adesso non ci resta che leggere “Miracolo sulla 5^ Strada”, il terzo e ultimo volume uscito il 16 novembre e che vedrà Eve – la sognatrice – come protagonista. Chi sarà il fortunato che farà breccia nel suo cuore? -

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- BINARIO 9 E ¾ -

Fantasy in Pink Dieci eroine fantasy davvero toste a cura di Angelica Elisa Moranelli

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lungo, il fantasy è stato un territorio maschile: le eroine fantasy hanno occupato quasi sempre ruoli marginali o di supporto ai colleghi maschi. In questa puntata ho deciso di elencare le dieci donne più toste della letteratura fantasy (secondo me). Morgana – Le nebbie di Avalon Morgana è il simbolo della letteratura femminista di genere fantasy, una donna potentissima, saggia ma anche passionale, crudele con chi la tradisce ma leale con i suoi cari. Ermione Granger – Harry Potter Intelligente, coraggiosa, leale, autonoma: Ermione Granger è il simbolo delle modernissime ragazze di oggi! Katniss Everdeen – Hurger Games Katniss affronta i terribili “giochi della fame” per salvare sua sorella con una forza d’animo da far invidia ai vecchi e gloriosi guerrieri del passato, fino a diventare il simbolo della ribellione e del riscatto di un’intera nazione. Kady Grant – Illuminae Kady è un genio informatico, un’abilissima hacker, coi capelli rosa. Per salvare il suo fidanzato non esiterà a sfidare criminali, un’Intelligenza Artificiale impazzita e un virus mortale. Arya Stark – Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco Abilissima spadaccina, Arya non esita a mettersi contro nemici molto più grandi di lei per vendicare la sua famiglia. Il suo percorso evolutivo è uno dei più belli e tragici della saga. Lyra Belacqua – Queste oscure materie Dodicenne curiosa, monella e adorabile bugiarda, Lyra sa leggere la “bussola d’oro”, un manufatto che permette di conoscere la verità e che la bambina userà per salvare tutti i mondi esistenti. Éowyn – Il Signore degli Anelli Éowyn, principessa di Rohan, è una delle poche donne a saper combattere, combatterà con coraggio contro il terribile Signore dei Nazgûl. Tenar – Terramare Tenar è una giovane sacerdotessa che vive sepolta nelle tombe di Atuan: non conosce il mondo, ma quando incontrerà il mago Ged, rivelerà il suo incredibile potere. Lada – Io sono buio Lada è l’erede di Vlad l’Impalatore: brutale, furba, decisa, coraggiosa, è in grado di uccidere a sangue freddo, ma anche di sacrificarsi per amore. Hirka – La figlia di Odino Quindicenne dai capelli rosso sangue, coraggiosa e leale, diversa da tutti gli altri, pensa di essere una maledizione vivente, ma è disposta a sacrificare anche se stessa per ciò in cui crede..

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La soffitta di Zia Jane di Romina Angelici

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astello Rackrent è un’opera molto complessa, sebbene non lunghissima, ripercorre la storia genealogica ed ereditaria del Castello offrendo al contempo la cronaca delle vicende umane che si sono succedute intorno alla proprietà del maniero irlandese. Un tema trattato con specifica competenza e che dimostra l’educazione non superficiale, per non dire abbastanza approfondita, ricevuta da Maria Edgeworth, nata nel 1767, una circostanza originale per l’epoca. Questo non sarebbe il classico romanzo per signorine tant’è che la stessa autrice si trincera dietro all’identità dell’Estensore delle memorie dell’onesto povero Thady che va a presentare. PIN K MAGAZIN E I T A L I A

L’artificio letterario usato è quello di raccogliere il racconto di un vecchio servo, rimasto fedele alla famiglia per tanti anni cercando di ricreare la parlata piena di inflessioni gergali e con una struttura lessicale molto semplice, perché molto più che all’aridità dello storico, è al resoconto di minuzie del biografo che è preferibile guardare per conoscere le vite e “le usanze dei gentiluomini di campagna irlandesi prima dell’anno 1783”. Il particolareggiato Glossario finale è fonte di informazioni preziose a riguardo, di rilevanza anche storica. Costui racconta la storia della famiglia Rackrent nel suo dialetto, e nella piena convinzione che gli affari di Sir Patrick, Sir. Murtagh, Sir Kit e Sir Con-

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dy Rackrent risultino interessanti per tutto il mondo quanto lo sono per lui.

venne spontaneo farmi il segno della croce, “e per questo libro”, dice, afferrando il mio libro di ballate (che aveva scambiato per il mio libro di preghiere, che stava invece nella madia)

Filtrato dagli occhi fedeli di Thady che viene indicato come il più credibile in quanto diretto testimone, ma anche il più parziale, perché legato alla famiglia da una vita, il memoriale risulta sia preciso nella sua veste di cronaca dei fatti e degli episodi, sia assolutamente soggettivo e di parte, e per ciò stesso motivo di ironia.

La questione della proprietà terriera, con il latifondismo da una parte, e la schiera di fittavoli appesantiti da pigioni insostenibili dall’altra, doveva essere molto sentita se la giovane Maria ne dimostra una così approfondita conoscenza, fornendone anche gli aspetti legali e politici, ma non è senza una vena di ironia che scelse di intitolare il castello “Rackrent” che letteralmente significa arraffa-affitti.

Castello Rackrent è anche un affresco delle famiglie nobili irlandesi e delle loro questioni di successione, costantemente gravate dagli annosi problemi debitori, dovuti allo sperpero o al gioco da parte di alcuni proprietari terrieri. Ecco avvicendarsi allora, a capo di Castello Rackrent, quattro generazioni di eredi al titolo così riassunti dall’Estensore nella Prefazione (perché Thady non si sarebbe mai permesso di appellarli così):

Non era la prima volta che la scrittrice irlandese si occupava di questo tema avendogli già riconosciuto la sua centralità nell’altro romanzo, l’Assenteista, sempre riferendosi al modo irresponsabile e dissennato dei gentiluomini terrieri irlandesi di gestire i loro possedimenti. A tal proposito, Ruskin ha detto: “Imparerete assai meglio la politica dell’Irlanda leggendo l’Assenteista che non migliaia di pagine di libri-blu sullo stesso argomento”. Il modello doveva averlo molto vicino a sé visto che il padre fu un grande proprietario terriero amato dai suoi dipendenti, discepolo del Rousseau in pedagogia, riformatore precoce dei metodi educativi inglesi che ebbe modo di sperimentare sulla sua numerosa progenie. Maria Edgeworth rimase sempre legata e vicina al padre: non solo lui ne promosse l’istruzione, ma anche la scrittura e la pubblicazione di racconti, romanzi, opere morali. A 250 anni dalla sua nascita, questo romanzo è un classico senza età.

[…] quell’ubriacone di Sir Patrick, quel litigioso di Sir Murtagh, quell’attaccabrighe di Sir Kit e quel trasandato di Sir Condy sono personaggi quali oggi in Irlanda non se ne incontrano più.

Molto divertente è l’effetto che Maria Edgeworth ottiene accostando due tipi di registri completamente diversi: l’uno impersonale, distaccato, quasi notarile dell’Estensore, l’altro assolutamente coinvolto e partecipe di Thady, nell’affrontare un tema tutto sommato tragicomico. “Non sono il tipo d’uomo che bada alla fortuna, né lo sono mai stato” dice Sir Connolly con orgoglio… fece un giuramento così solenne che mi

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Cosa leggere a Natale? I libri che vi faranno vivere l’atmosfera e le emozioni del periodo più bello dell’anno a cura della Redazione

Le maggiori firme della letteratura mondiale vengono qui raccolte in un ricco volume a cura di Mara Barbuni. Dieci scrittori raccontano la loro storia: dagli affetti del focolare domestico alla solitudine di una stanza vuota, dalla mondanità degli studi cinematografici al profondo e riflessivo rispetto della tradizione.

Un’antologia che si pregia di numerosi inediti, in cui i nomi più importanti della letteratura mondiale – Grazia Deledda, Emilia Pardo Bazán, Maria Messina, Ralph Henry Barbour, Francis Scott Fitzgerald, Mary Elizabeth Braddon, Beatrix Potter, Anthony Trollope, Luisa May Alcott, John K. Bangs ed Edith Wharton – si rincorrono per intrattenere il lettore senza mai smettere di commuoverlo e di emozionarlo. Insomma, una galleria narrativa di grande valore, che intende non solo toccare il cuore di chi legge, ma anche rendere il Natale un giorno ancora più magico. (Edizioni Croce)

Ava e la sua migliore amica Debs sono appena arrivate a Parigi. È tutto perfetto e la neve che comincia a cadere è uno spettacolo meraviglioso. La Tour Eiffel brilla di una luce magica, ma tutto quello a cui Ava riesce a pensare è Leo, il suo ex, che l’ha tradita, spezzandole il cuore. Debs, determinata a restituire il sorriso all’amica, la trascina a fare shopping tra i mercatini di Natale, a passeggiare sul Lungosenna, a mangiare pain au chocolat. Piano piano, Ava comincia davvero a convincersi che non può sprecare la vita pensando agli uomini, fin quando la sua strada incrocia quella di Julien, un misterioso e affascinante fotografo, con un irresistibile accento francese e occhi così profondi che sembrano leggere dentro di lei. Ava non può ignorare le reazioni che si scatenano tra loro, ma non riesce a fidarsi e a lasciarsi andare. Tutto si complica quando per Ava arriva il momento di rientrare in Inghilterra… La magia del Natale e della Ville Lumière in un romanzo che vi farà innamorare (Newton Compton Editori)

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Fantasmi irriverenti e spiriti del Natale; incontri d’amore e trabocchetti; ghiaccioli e slitte e rane d’argento; case stregate e mamme di neve; zuppa inglese allo sherry di papà Winterson e ravioli della «Shakespeare and Company». Dodici racconti e dodici ricette natalizie di Jeanette Winterson. (Mondadori)

I classici (nuove edizioni):

“Una grande storia sulla possibilità di cambiare il proprio destino. Una riflessione sull’equilibrio difficile fra il presente, il passato e il futuro. Una denuncia dello sfruttamento minorile e dell’analfabetismo. Ma soprattutto una favola, una delle più commoventi che siano mai state scritte. Protagonista è il vecchio e tirchio finanziere Ebenezer Scrooge personaggio che servirà da modello per il Paperon de’ Paperoni disneyano - che nella notte di Natale viene visitato da tre spettri. Lo indurranno a un cambiamento radicale, a una conversione che farà di lui uno dei più grandi personaggi letterari di tutti i tempi. Questo piccolo, amatissimo libro è un un’opera immortale, capace di mantenere inalterata nel tempo la fragranza della propria magia e del proprio spirito. Lo spirito del Natale, dell’infanzia, di ciò che è buono e rassicurante, ma anche prezioso abbastanza da volerlo proteggere a ogni costo.” Introduzione di Gianrico Carofiglio. (Edizioni Bur)

È Natale. Un distinto signore si trova a vagare per i negozi affollati alla ricerca dei regali per i bambini della sua famiglia. Ha in mente di acquistare i giocattoli che avrebbe voluto ricevere da bambino, ma presto si rende conto che non esistono più: ora ce ne sono di nuovi, moderni e misteriosi. Proprio come quella strana scatoletta che un venditore spuntato da una bottega gli propone. È un apparecchio simile a un comune telecomando, ma ha un potere straordinario... (Einaudi Ragazzi)

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Cosa regalare a un amante dei libri? Guida ai regali di Natale più originali… di Isabella D’Amore

Santoro Gorjuss - Set di 2 croniche scatole di libri - Famiglia in un libro (blu, rosso) (Amazon.it)

””Il diario di Jane Eyre”” offre ai lettori le frasi più belle del meraviglioso romanzo di Charlotte Brontë, uscito nel 1847 e di cui celebriamo quest’anno i 170 anni dalla pubblicazione. Pagine ben curate e piacevoli da sfogliare lasciano ripercorre i momenti salienti della celebre storia di “”Jane Eyre”” attraverso le citazioni più suggestive e appassionanti che racchiudono l’essenza di questo capolavoro della letteratura inglese. Pagine da leggere e pagine da riempire con appunti e riflessioni, per custodire come in uno scrigno prezioso pensieri e segreti, recuperando la bellezza della scrittura a mano. (flower-ed.it)

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Un coloratissimo buongiorno con la tovaglietta in pvc e la tazza da tè con la coppia più amata dei fumetti Simple&Madama di Lorenza Di Sepio. Perché è importante iniziare la giornata col sorriso! (simplemadama.com)

Daveliou Calligrafia Penna Set Il segreto dietro la calligrafia è l’espressione in ogni tratto! “Ogni artista immerge la penna nella sua anima e descrive la sua natura attraverso la grafia.” (amazon.it)

Per un bibliofilo non c’è piacere più grande di condividere i libri amati, ma per assicurarsi di non smarrire i libri prestati ecco qui il Kit Biblioteca personale con timbro e affini. (amazon.it)

Segnalibri di grandi scrittori / ACE della letteratura universale. Ogni segnalibro trasporta il ritratto di scrittore nella parte superiore e un dettaglio sulla sua vita o di lavoro nella parte inferiore. (Negozio amebaverde su etsy.com)

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- DIARIO DI UNA BOOKLOVER -

Piccole librerie a cura di Isabella D’Amore

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iao booklovers, l’aria natalizia ormai si respira già da un po’. In questo numero del Magazine avrete trovato di certo decine di consigli letterari per i vostri regali di Natale, ma ovviamente mancavano i gadget “librosi”. Questa volta vi parlo di un’artista che conosco da tanti anni e che nel tempo è riuscita a raggiungere dei risultati eccellenti con le sue creazioni handmade

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, renderle uniche e originali.

arta Piano Sweetmao ( FB @marta.sweetmao) si racconta così: Le dolline Sweetmao sono realizzate a mano da me in pasta polimerica. Dal Gennaio 2009 a oggi ho realizzato una marea di personaggi, traendo ispirazione dal mondo delle Sweet e Gothic Lolita , Blythe doll, Pullip, cartoon anni 80, personaggi storici e vecchi giocattoli. Adoro creare outfit e personalizzare le mie doll

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Tra le infinite creazioni ho scelto per voi quelle a tema letterario: Piccolo Principe, Harry Potter e ovviamente Belle, la principessa lettrice con la biblioteca più invidiata dai booklovers disneyniani. Trovate il suo shop su Etsy.com

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- DAL #PINKMAGBLOG -

Letture consigliate a cura di Laura D’Amore e Antonella Maffione

Agnés è sposata con Maurice da quasi dieci anni. Il loro amore è nato durante le vacanze di lui in Normandia. È lei a seguirlo a Le Loup, nei Vosgi, dove gestisce l’albergo di famiglia Antico Mulino insieme alla suocera, mentre lui si occupa dell’azienda vinicola Brume sur lac. Un colpo di scena metterà tutto a soqquadro arrivando proprio come vento sulla scogliera. Una verità dal passato che, stravolgendo Agnés, riporterà tutti i tasselli al proprio posto. Un romanzo che arriva dritto al cuore di chi lo legge. LETTURA CONSIGLIATA DA LAURA D’AMORE

Gabriel Allon, un abile restauratore di quadri antichi, lavora per i servizi segreti israeliani alla ricerca della pala d’altare del Caravaggio. Da questo meraviglioso dipinto prendono vita le pagine di questo libro, che ci trasportano nell’attività illecita della vendita di famose opere d’arte rubate. Girovagando da una città all’altra, Venezia, Parigi, Gerusalemme, tanto da avere l’impressione che i paesaggi siano in realtà quadri di grandi pittori, l’autore ci immerge in una rete di spionaggio minuziosa. Una “spy story” con colpi di scena e intrighi internazionali. LETTURA CONSIGLIATA DA ANTONELLA MAFFIONE

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Il mondo del cosplay Intervista a Krim Foll Fox a cura della Redazione

Com’è iniziata la tua passione per il cosplay?

incredibili e abiti d’ogni genere! Le fiere ospitano spesso personaggi famosi come attori italiani ed amerciani, modelle e modelli per lo più giapponesi, danzatori, disegnatori e doppiatori di serie tv molto conosciute. Insomma se vi piace sognare, se avete un debole per i cartoni giapponesi sia vintage (come la dolce Creamy, o Sailor Moon) che attuali, se siete appassionati di fumetti e di Cinema, allora è assolutamente giunto il momento di provare una giornata in fiera.

Ciao Pink! Tutto è iniziato quando un mio amico mi telefonò per chiedermi se volevo fare da presentatrice a un Contest cosplay. Tre anni fa non avevo idea di cosa fosse il cosplay e quando mi spiegarono di cosa si trattava il mio primo pensiero fu: “ma dai, sembra una cosa da bambini!” Una volta sul palco però mi resi subito conto che non mi trovavo dentro un evento per ragazzi ma all’interno di una vera e propria kermesse di abiti meravigliosi tratti dal mondo dei cartoni animati, dei film, delle serie tv e dei fumetti. Ricordo che rimasi talmente tanto affascinata da quegli abiti che decisi ben presto di farne uno anche per me. Fu allora che iniziò la mia passione per il cosplay e per la creazione di abiti e accessori fuori dal comune! Come racconteresti il mondo magico dei cosplayers ai nostri lettori?

Immaginatevi di abbandonare per un giorno intero la routine quotidiana e diventare magicamente chiunque vi passi per la testa! Il cosplay è l’arte di trasformarsi nel proprio personaggio preferito tratto da un cartone animato, da un film, un fumetto, un videogioco o da una serie tv, ricreandone l’abito, il trucco, l’acconciatura ma soprattutto nel dargli vita attraverso movenze ed atteggiamenti. Il cosplay è una dimensione che permette di divertirsi e di allontanare tutti i pensieri pesanti o stressanti dalla mente ricaricandola di nuova energia. Che si faccia cosplay per hobby quindi creando abiti e accessori con poco ed in modo non troppo rifinito, o che si faccia cosplay da competizione creando abiti complessi, il risultato è una sensazione di libertà e di totale spensieratezza. Esistono moltissimi eventi dove è possibile andare in cosplay e partecipare a sfilate e concorsi, all’interno di queste fiere vengono allestite molte zone con stand strapieni di fumetti, peluche, accessori per cosplayer, come lentine colorate di qualsiasi tipo, forma e dimensione, parrucche dai colori più PIN K MAGAZIN E I T AL I A

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Quali sono le principali fonti di ispirazione per i tuoi lavori?

Progetti futuri. Quale sarà il prossimo personaggio che rappresenterai?

Quando creo un cosplay per me l’ispirazione più grande è il personaggio stesso che decido di replicare e di fare mio. Ad esempio il mio primo Cosplay è stato un personaggio maschile, tratto da un cartone animato giapponese abbastanza retrò, I cavalieri dello zodiaco, per l’esattezza Fish, il cavaliere del segno zodiacale dei pesci. Ho realizzato un’armatura intera con materiali di uso comune come il foam, colla, stoffa e passamanerie. Ho impreziosito il tutto con moltissimi cristalli ed il risultato di questo cosplay è stato estremamente soddisfacente una volta portato sul palco sia sotto la luce del sole che sotto la luce dei riflettori l’armatura brillava moltissimo. Mi sono fatta guidare dalle immagini che ho trovato su internet e dal film dei cavalieri dello zodiaco, ho aggiunto qualche particolare in più per arricchirlo e dargli un tocco più personale quindi ho portato questo personaggio ad un importante concorso cosplay in Sicilia ed ho vinto il Contest arrivando alle finali del Campionato Nazionale del Cosplay.

Dopo Afrodite Dei Pesci, il cavaliere Fish dei Cavalieri dello Zodiaco e un Elyos Ranger, un personaggio di un video gioco chiamato Aion, ho in mente qualcosa di molto ambizioso, un Original! Si perché il cosplay non è solo fare costumi già esistenti ma anche crearne di nuovi dando origine a nuovi personaggi, si chiamano appunto “Original” e in questo caso la fantasia è sovrana! Ideare e creare un Original è una grande sfida perché a volte avere carta bianca può dimostrarsi più complicato che avere già una traccia da seguire. In questo caso il confine fra COSPLAY e MODA diventa davvero molto sottile, si miscela e riuscire a creare un Ibrido perfetto secondo me è il traguardo più grande a cui un cosplayer possa arrivare. Il mio sogno è quello di portare il cosplay in passerella, di poter mostrare quanti abiti meravigliosi vengono creati dalle mani di eccellenti artigiani di ogni età! Probabilmente il mio original avrà a che fare con qualche divinità Egiziana, o forse a avrà a che fare con gli unicorni (visto che ho un debole per le creature magiche) ancora non ho un’idea certa ma ce la metterò tutta per fare un ottimo lavoro! Visitate il suo canale www.youtube.com/c/KrimFollFoxCosplay

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