Pink Magazine Italia - aprile 2017

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aprile 2017 N.4 anno II

GIAMMARCO

SICURO La mia vita tra cronaca, viaggi e fotografia

SPECI A LE

BOOK

R E V I EWS TRE DOMANDE A...

FRANCO

FORTE MASAYOSHI

SUKITA David Bowie

e l’arte del ritratto


LUCIA PERREMUTO CREATIONS


IG: cocoandthecity_n5


DIRETTORE EDITORIALE Cinzia Giorgio @CinziaGiorgio

DIRETTORE EDITORIALE

Cinzia Giorgio @CinziaGiorgio CAPO REDATTORE

PINK MAGAZINE ITALIA APRILE 2017 IN QUESTO NUMERO

Luigi L. Avallone

CAPO REDATTORE LuigiREDATTORI L. Avallone

Alessandra Penna @AlessandraPen REDATTORI Gordon Fanucci @GordonFanucci Alessandra @AlessandraPen Isabella Penna D’Amore @Wislavisa Gordon Fanucci @GordonFanucci Diletta Adalgisa Parisella Isabella D’Amore @W_Baskerville @Wislavisa Arthur Lombardozzi Diletta Adalgisa Parisella Arthur Lombardozzi @W_Baskerville DA PARIGI Margot Valois @MorganaLefay_1

DA PARIGI Margot Valois @MorganaLefay_1 COLLABORATORI

Romina Angelici COLLABORATORI Linda Bertasi @LindaBertasi Romina@LaFeniceBook Angelici Rosa Caruso Linda Bertasi @LindaBertasi Roberta Coralluzzo @Alke_Studio Rosa Caruso @LaFeniceBook Pier Luigi Curcio Roberta Coralluzzo Eleonora Della Gatta@Alke_Studio @byaristogatta Pier Luigi Selenia EryeCurcio @selsiai Eleonora Della Gatta @byaristogatta Eliana Guagliano Selenia Erye @selsiai Angelica Elisa Moranelli @TheQueenPuppet Eliana Guagliano Elisabetta Motta @MottaeliMotta Angelica Elisa Moranelli @TheQueenPuppet Sara Piccinini Elisabetta Motta Alessandra Rinaldi@MottaeliMotta @alex_rinaldi_86 Sara Piccinini Edy Tassi Alessandra Rinaldi @alex_rinaldi_86 Giuseppina SEGRETERIA DIStanzione REDAZIONE Edy Tassi Velut Luna Press @VelutLunaPress

SEGRETERIA DIUFFICIO REDAZIONE RESPONSABILE STAMPA Velut Luna Press @VelutLunaPress Isabella D’Amore @wislavisa

RESPONSABILE UFFICIO STAMPA EVENTI E PROMOZIONE Isabella D’Amore @wislavisa Rita Bellina

PROGETTO GRAFICO SOCIAL MEDIA MARKETING Segno. Creative Studio Lab Riccardo Iannaccone

EVENTI E PROMOZIONE Rita Bellina

PROGETTO GRAFICO Segno. Creative Studio Lab COPYRIGHT 2017 PINK. Tutti i diritti riservati. Testi e foto contenuti in questo numero possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e/o dell’Autore.

8 G I A M M A RC O S IC U RO La mia vita tra cronaca, viaggi e fotografia —

12 FAC C I A MO U N G IO CO? L’angolo della tradautrice —

15 F RA NC O F ORTE Tre domande a... —

17 M A SAYO S H I S U KI TA FA 40 David Bowie e l’arte del ritratto —

22 S P E C I A L E BO OK RE V IE WS —

39 TE N BE ST I 10 migliori attori di serie TV —

40 I N D OV I NA C H I V I E N E A CE NA?

COPYRIGHT 2017 PINK. Tutti i diritti riservati. Testi

Street art e street food per le strade di Napoli

e foto contenuti in questo numero possono essere

con Banksy, Blu, DiegoMiedo e Cyop&Kaf

riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e/o dell’Autore.

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E d i to r i a l E

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febbraio 2017

WELCOME —

The Pink Side of... Us!

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arissimi lettori, Pink cresce, si rinnova e diventa sempre più il punto di riferimento per chi ama i libri, il teatro, l’arte, la moda, il cinema e i viaggi. Ancora una volta mi trovo qui davanti a voi per fare un annuncio importante: a partire da questo numero, infatti, potrete leggerci ovunque e scaricare gratuitamente la versione digitale del nostro magazine sui vostri dispositivi elettronici per essere sempre a portata di mano e di click! Con l’occasione cambia un po’ anche la veste grafica e se siete abituati alle meraviglie del nostro team… aspettate e sfogliate, ne vedrete delle belle. Pensando a come presentare una rivista gratuita, io, Luigi e Isabella abbiamo raccolto tutto il meglio che ci offriva il panorama editoriale italiano. In questo numero troverete pertanto le nostre recensioni di libri appena usciti, un focus sulla letteratura russa, sulla traduzione letteraria, un primo resoconto della nostra Book Challenge, i migliori film del momento selezionati per voi mentre saremo da Tiffany a New York e assaporeremo la Grande Mela anche grazie alle bellissime illustrazioni di Megan Hess. Parleremo con Giammarco Sicuro, inviato del Tg2 e con il direttore delle collane da edicola Mondadori, Franco Forte (che ha in serbo per noi una bellissima sorpresa). Insomma, l’aria di primavera ci fa davvero bene!

CINZIA G IORG IO Chief Editor - info@pinkmagitalia.com



Quando l’Arte è tradotta in parole. La storia, la pittura, la vita, si fondono per creare un’unica emozione. La storia è affascinante e costruita su un doppio binario spazio temporale (tra la Roma del Cinquecento e la Parigi di oggi) a incastro, strato su strato: sovrapposti come quelli che un bravo restauratore deve rimuovere per recuperare l’opera originale che si disvela in tutto il suo splendore. Accanto alla vicenda privata e pubblica di Raffaello, che si sviluppa a ritroso, corre parallela quella di una restauratrice, Bianca, ambientata al giorno d’oggi, la cui vita è strettamente legata all’arte e allo sfortunato pittore urbinate per diversi motivi.


Gi amma rc o S i c u ro La mia vita tra cronaca, viaggi e fotografia

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- IL BELLO DI PINK -

Determinazione e amore per il lavoro, i viaggi e la fotografia sono le sue caratteristiche peculiari: Giammarco Sicuro è un giovane giornalista che ha saputo coniugare bravura e dedizione come pochi altri. Ha seguito con discrezione e abilità tutte le vicende di cronaca più importati che hanno riguardato il nostro Paese. In esclusiva per Pink Magazine Italia, ci racconta di sé e delle sue passioni.

di Cinzia Giorgio

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iammarco Sicuro, dopo aver lavorato a Sky Tg24, da anni fa parte della redazione del Tg2 della Rai. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze con una tesi sulla storia dell’immigrazione italiana durante la corsa all’oro degli Stati Uniti d’America, ha poi frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino. La sua determinazione e la passione per il suo lavoro e per i viaggi sono le caratteristiche peculiari

di un giovane giornalista che ha saputo coniugare bravura e dedizione come pochi altri. Ha seguito tutte le vicende di cronaca più importati: dal naufragio della Costa Concordia alla tragedia della valanga di Rigopiano. Ci ha informati su tutto ciò che stava accadendo con discrezione e abilità, ma anche saputo evidenziare il lato umano, facendo dei suoi servizi un tramite per raggiungere uno scopo: informare senza fronzoli.

Qual è l’aspetto del tuo lavoro che più ti soddisfa? Quando capisco che con i miei servizi sono riuscito a trasmettere un messaggio, ma soprattutto a smuovere le istituzioni affinché chi ha bisogno riceva i dovuti soccorsi. A volte, quando calano le luci e si spengono le telecamere su una tragedia come per esempio il terremoto, tutto si ferma. Ecco, io trovo che sia nostro dovere informare sui passi avanti ma anche porre l’accento su ciò che ancora non è stato fatto e bisogna fare. Va bene parlare delle case nuove in cui vengono sistemati i terremotati, però non va bene tacere sulle famiglie che ancora non possono averle perché in costruzione. Il lavoro, quindi, è per te anche una missione? Sì, è questo il concetto di servizio pubblico, del resto. Fin da piccolo, ho sempre avuto la propensione a mettermi al servizio di chi ne aveva bisogno, pensa che volevo fare il vigile del fuoco… Poi ho capito che la mia vocazione era un’altra e mi sono iscritto alla scuola di giornalismo. Da quando sono entrato in Rai, dopo aver superato il concorso del 2008, si è rafforzata in me l’esigenza di mettermi a disposizione di chi non aveva voce. Per questo mi occupo di cronaca. PI NK MA GA ZI NE I T A L I A

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E vuoi continuare sempre su questa scia? Non saprei, per ora mi piace raccontare cosa accade nel nostro Paese, essere sempre in giro per l’Italia. Domattina all’alba, per esempio, partirò per Catania e dopodomani, chissà. L’imprevedibile è sempre in agguato. Devo dire che mi piacerebbe però, magari in futuro, occuparmi degli Esteri. Quando non lavori che cosa ti piace fare? Viaggiare in primis. Adoro girare il mondo, visitare luoghi meno battuti e appena posso, metto da parte un po’ di soldi e volo verso mete insolite in periodi altrettanto insoliti. Lo scorso anno, per esempio, sono stato in Giordania, in Patagonia e in Birmania. Poi mi piace molto leggere letteratura di viaggio, andare al cinema e ho una vera passione per la fotografia. Un tuo sogno nel cassetto? Scrivere un libro… magari di viaggio. Non so ancora sotto quale forma, se una guida, un saggio o un romanzo. È un sogno che coltivo da tempo ma che non ho mai avuto modo di realizzare per mancanza di tempo. Perché mi ci vorrei dedicare in maniera seria, a tempo pieno e ora appena posso prendere una pausa dal lavoro, di solito la sfrutto per andare a trovare la mia famiglia in Toscana (vengo da Montevarchi, nell’aretino) o per viaggiare. PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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- IL BELLO DI PINK -

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- L’ANGOLO DELLA TRADAUTRICE -

Facciamo un gioco? di Edy Tassi

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opo un po’ di post seri (ma non troppo), per questo numero voglio giocare con voi. E con cosa può giocare un traduttore, se non con un gioco di parole? La lingua inglese, così dinamica, ricca di parole onomatopeiche, di termini che vogliono dire dieci cose diverse a seconda del prefisso o del suffisso che le accompagna, offre infinite occasioni in questo senso. E un traduttore oltre a doversi trasformare in esperto di cucina, scienza spaziale, giurisprudenza o punto croce, a seconda del libro su cui sta lavorando, spesso deve dimostrare di essere un bravo equilibrista della sua lingua. Deve riuscire a trovare il modo di replicare il senso, l’idea suggerita da un certo gioco di parole, attraverso un’altra immagine o un’altra costruzione lessicale, perché la traduzione letterale non funziona o la struttura stessa del gioco di parole lo impone. Già tutto questo suona abbastanza difficile, vero? PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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Bene, pensate allora a quanto può essere difficile dover tradurre un gioco di parole SENZA la possibilità di scostarsi dall’originale. Un gioco di parole spiritoso, vincolato a un’immagine, che il traduttore non può cambiare e che tradotto non è più un gioco ma una semplice traduzione corretta. AAAAARRRGHHHH!! Credetemi, è dura. E se non volete credermi sulla parola, per voi ho ovviamente pronta la prova provata. Spesso i memoir sono racconti strappalacrime, emotivamente impegnativi, che testimoniano momenti drammatici della vita di qualcuno. Bene, a me tempo fa è capitato uno dei pochi memoir demenziali sulla faccia della terra. Che fortuna. La protagonista, infatti, dotata di un senso dell’umorismo tutto suo, fra le altre cose raccontava nei minimi particolari una spedizione al supermercato alla ricerca di una confezione di assorbenti. E quando


dico minimi particolari intendo proprio minimi particolari. Già. Davanti allo scaffale si domandava: lunghi, sottili, maxi, con ali, senza ali, profumati o, addirittura, a triangolo? Poi alza lo sguardo e, poveri traduttori di tutto il mondo, vede una bandierina pubblicitaria che recita: Kotex fits. Period

Che significa: Kotex è quello giusto. Punto. Peccato che, tradotto così, questo slogan perda tutto il suo lato divertente. Perché, come sappiamo, period non significa solo “punto”, ma anche “ciclo”. Sì, proprio quel ciclo lì. Perché non vi fossero fraintendimenti, poi, i bravi pubblicitari della Kotex ci avevano messo un bel punto rosso fra fits e period. Bene, bravi. E in bocca al lupo alla traduttrice (io). Trattandosi di una marca di assorbenti reale non potevo cambiare prodotto. L’autrice su quel Kotex ci aveva scritto un capitolo intero. Quella pubblicità esisteva davvero. Dovevo fare in modo che la parola punto avesse un doppio senso perché se no, cosa ci stava a fare quel bollino rosso che indicava il punto e il period (cioè il ciclo)? Non avevo alternative che prendere lo slogan e trovare un modo per far sì che punto, period, ciclo e compagnia bella convivessero in modo brillante anche in italiano. Pensa che ti ripensa, pensa che ti ripensa, anche con l’aiuto come dicevo fondamentale dei colleghi, sono arrivata a tutta una serie di soluzioni che, davvero, avrebbero fatto invidia perfino alla Saatchi & Saatchi. Ecco qua, in ordine sparso: Bollino rosso? C’è Kotex. In quei giorni? Kotex fa il punto. In quei giorni? Kotex ci mette un punto. Metti un Kotex al punto giusto. A un certo punto, ci vuole Kotex. Non svenarti, usa Kotex. Calma e sangue freddo, c’è Kotex. Kotex. Punto e basta. Kotex, un gran lusso per un gran flusso.

Sì, alcuni erano un po’ troppo lunghi, ma la nostra lingua è così, lo sappiamo. Altri erano troppo demenziali, ma insomma, quando si fa brainstorming non si va tanto per il sottile, giusto? E poi, colpa dell’autrice! Ora potrei dirvi di andare a leggere il libro per vedere qual è stata la soluzione che ho scelto, ma siccome sono buona, ve la svelo io: A un certo punto ci vuole Kotex

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Con un bel punto rosso evocativo in fondo. A pensarci ora, quel punto avrei potuto suggerire di metterlo proprio al posto della parola punto, però allora ho deciso così. E voi, quale avreste scelto? Vi viene in mente qualche alternativa più divertente? PI NK MAGA ZI NE I T A L I A

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PI N K MAGA ZI N E ITA LI A W W W. P I N K M AG I TA L I A .C OM


Tre domande a... di Cinzia Giorgio

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ato a Milano nel 1962, giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore e consulente editoriale. Dal 1° luglio 2011 è Direttore Editoriale delle collane da Edicola Mondadori (I Gialli Mondadori, Segretissimo, Urania, etc). Ha pubblicato i romanzi Cesare l’immortale (Mondadori, 2016), Caligola – Impero e Follia (Mondadori, 2015), Ira Domini – Sangue sui Navigli (Mondadori, 2014), Gengis Khan – Il figlio del cielo (Mondadori, 2014), Il segno dell’untore (Mondadori, 2012) e tanti altri tra cui Operazione Copernico (Mondadori 2009), opzionato da Dino De Laurentiis per una riduzione cinematografica, e L’orda d’oro (Mondadori 2000), da cui ha tratto anche uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset. Per Mediaset è autore per le serie TV Distretto di Polizia e RIS: Delitti imperfetti, ha scritto inoltre la sceneggiatura del film TV Giulio Cesare. Come giornalista collabora con diverse importanti testate, ha una rubrica settimanale di opinione sul quotidiano «Il Cittadino» ed è direttore responsabile della rivista Writers Magazine Italia e del Delos Network di Delos Books.

1. Autore, sceneggiatore, e direttore di collane di grande successo. Qual è il segreto di Franco Forte? Rispondo con una sola parola: ossessione. Per me scrivere e occuparmi di libri, di editoria, è più di una semplice passione, è più di un lavoro. È, appunto, un’ossessione, che ha caratterizzato tutta la mia vita. Basti dire che ho studiato ingegneria e che per sei mesi ho anche lavorato come ingegnere, responsabile di un progetto tecnico molto importante per una multinazionale americana, ma... alla

fine mi sono licenziato per andare a fare il collaboratore di giornali e quotidiani per pochi spiccioli, spinto dall’ossessione di fare della scrittura un mestiere. E per fortuna così è stato: caparbiamente mi sono fatto strada prima nel mondo del giornalismo, poi in quello della narrativa e in parallelo anche in quello dell’editoria e della sceneggiatura per cinema e TV. Tutti universi cugini, che hanno a che fare con la magia dello scrivere, che ha letteralmente rivestito la mia anima di una corazza inaccessibile a qualsiasi altro interesse. Per questo parlo di ossessione...

Franco Forte 2. A quale progetto stai lavorando in questo momento? A moltissimi! Come narratore sto completando il mio nuovo romanzo, intitolato Cesare il conquistatore, seguito ideale di Cesare l’immortale, uscito nel 2016 per Mondadori. Come sceneggiatore sta per partire la lavorazione del film Parasitic Twin che ho scritto per Angelika Vision, insieme al

produttore Claudio Zamarion e al co-sceneggiatore Francesco Spagnuolo. Lo abbiamo presentato ufficialmente a Cartoomics 2017, e fra poco inizieranno le riprese. Si tratta di un horror internazionale girato in inglese, basato su un’idea fortissima, quella del gemello parassita (basta fare una ricerca su Google per capire di che si tratta... brrr!). Come editor sto potenziando le collane che curo per Mon-

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dadori, cioè il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo, che nel 2016 hanno fatto registrare ottime performance di vendita (in controtendenza con quanto succede nel mondo dell’edicola, in forte calo), e che nel 2017 cresceranno come numero di titoli e miglioreranno come proposta di autori. Per me significa lavorare su un centinaio di libri da fare uscire ogni anno, e non è poco. Sono poi il Direttore Editoriale di Delos Digital, una piccola ma dinamica casa editri-

ce che opera nel mondo eBook, e che sforna una decina di titoli a settimana, in collane di genere che toccano un po’ tutti i settori editoriali. Il 2017 è l’anno del consolidamento, dopo gli esperimenti e le prove effettuate con titoli, autori e collane che ci hanno impegnato nel 2015 e nel 2016. E poi... vabbè, inutile stare a raccontare tutto quello che faccio e che sto preparando. Direi che ci possiamo fermare qui.

3. Parlaci del tuo lato meno noto: interessi, viaggi, tempo libero...

qualche giorno lontano dalla città. Io mi porto dietro sempre qualcosa da fare, perché per esempio scrivere restando seduto in spiaggia, con il mare davanti, è una cosa che adoro, però... in questo modo cerco di conciliare i viaggi, il tempo libero e la mia passione/ ossessione per la scrittura e per i libri. La sola cosa che mi manca davvero è lo sport: ne ho fatto tanto, fino ai trentotto anni, poi ho rallentato, per mancanza di tempo, e adesso faccio fatica a recuperare un po’ di attività fisica per me stesso. Ma non demordo, e spero di poter pian piano riprendere a fare sport con una certa costanza, perché è una cosa che mi è sempre piaciuta.

Domanda trabocchetto, per uno come me. Voglio dire: il mio lavoro è anche la mia passione, e dunque scrivere, leggere, editare, programmare uscite è il mio più grande interesse, per cui mi ritrovo a occuparmene sempre, anche nei week end e durante le feste. La mia vita non è più impostata da molto tempo sui ritmi di lavoro “normali”, cioè frenetici durante la settimana e di riposo nel week end. Detto questo, io sono un camperista, e con la famiglia appena possiamo ci “imbarchiamo” e partiamo alla volta di qualche posto di mare o di montagna per farci

E per concludere, una richiesta: consigliaci un libro! Facile: Cesare l’immortale di un certo Franco Forte! Okay, ci ho provato. Per tornare seri, vorrei consigliare a tutti un piccolo ma straordinario libro che a mia volta mi è stato consigliato da un amico libraio, appena uscito per Einaudi. Si intitola Il silenzio, di Erling Kagge. Un libro che ti fa capire quanto la frenesia del mondo spesso abbia bisogno di restare fuori dalla porta dell’anima, per lasciarsi sostituire dal silenzio... Ciao a tutti!

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Franco Forte in esclusiva per Pink! Siamo lieti di annunciare una straordinaria notizia: il noto scrittore Franco Forte ha concesso in esclusiva a Pink Magazine Italia la possibilità di frequentare il suo corso di scrittura creativa online! Una rubrica utile non solo a chi vuole fare della scrittura la propria professione ma anche a chi vuole capire cosa c’è al di là delle pagine che leggiamo e che tanto ci emozionano. Che aspettate, dunque? Seguite il link e la rubrica di Franco Forte!

www.franco-forte.it


- FOCUS ON -

MASAYO S HI SU K I TA FA 40 DAVID BOWIE e l’arte del ritratto

Dopo aver fatto tappa in Italia nel 2015, il fotografo giapponese ripresenta, a Lugano, Heroes: 40 scatti che ritraggono il Duca Bianco del glam-rock come una delle più grandi icone pop del secolo. Un artista colto e sobrio nella sua quotidianità e libero da ogni eccentricità ma, allo stesso tempo, capace come pochi di sorprendenti metamorfosi. di Luigileone Avallone

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avid Bowie non necessita di alcuna presentazione; Masayoshi Sukita è uno dei fotografi più rappresentativi della scena artistica, cinematografica e musicale di Londra e New York. Il sodalizio professionale e umano tra i due artisti, durato oltre quarant’anni, si è concretizzato in immagini uniche ed estremamente interiori. Una collaborazione contrad-

distinta da una insolita e inaspettata vicinanza che la superstar non concesse mai a nessun altro fotografo. L’iconografia di Bowie, già star a livello mondiale, entrò definitivamente nella leggenda grazie alla cover dell’album Heroes – quella con gli occhi bicolore del camaleontico rocker londinese – proprio a seguito del fortuito incontro con Sukita.

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Era la primavera del 1972. Il giovane fotografo originario di Kyushu, all’epoca si occupava di moda e, fresco di gavetta nella scuderia di Warhol, si era recato a Londra per un servizio fotografico a Marc Bolan e i T-Rex. Fu il cartellone di The Man Who Sold The World che spinse Sukita a comprare il biglietto del concerto di Bowie e Lou Reed. Del rocker non sapeva proprio nulla, fu spinto solo e unicamente dal manifesto: ne rimase letteralmente stregato, davvero un “uomo caduto sulla terra” si disse. «Guardare David sul palco mi ha aperto gli occhi sulla sua genialità creativa. Lo vidi suonare con Lou Reed ed era potentissimo. Bowie era diverso dagli altri rocker, aveva qualcosa di speciale che capii subito di dover immortalare in fotografia». Complice l’amica Yasuko Takahashi, che collaborava con lo stilista Kansai Yamamoto (il disegnatore dei costumi di scena di Bowie durante la lavorazione di Ziggy Stardust), riuscì ad avere un incontro personale con il manager del cantante che gli accordò finalmente uno shooting. Un anno dopo lo ritrasse in tour negli Stati Uniti ma dovettero passare altri quattro anni prima che lo stesso David chiedesse all’amico Masayoshi di ritrarlo in una interminabile sessione fotografica in occasione di Iggy Pop in lavorazione a Tokyo. La collezione, allestita stavolta negli spazi del [dip] contemporary art a Lugano, presenta anche ritratti più recenti (Heather, 2002) e circa una quindicina datati fine anni settanta, la serie più “intima”, quelli che vedono Bowie a Kyoto ospite di Sukita, lui in metro, sconosciuto tra gli sconosciuti, oppure dentro una cabina telefonica gialla, la cornetta in mano, abbiglia-

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mento tipicamente inglese. Non solo scatti estremamente particolari ma anche molto privati nei quali il rocker, privo di trucco e abiti di scena, appare umanamente e insolitamente vulnerabile.

“Bowie era una persona profonda, e io lo mostro in tutte le sue sfaccettature. In ogni sua fase è stato sempre, completamente, se stesso”. Masayoshi Sukita


D A V ID B O W IE & M A S A YO S H I S U K I T A : H ER O ES GA LLE RIA D ’A RT E [ DIP] CON T E MPORA RY A RT LUGANO 9 MA RZ O / 26 A PRIL E 2 0 17




B O O K R EW IEW S 23 // GE S Ù E LE D ON N E 25 // FA S HION VICT IM A N E W YORK 26 // CORREZION E DI B OZ Z E IN A LTA PROVE N Z A 30 // PRIMAVE RA GIU N T I 31 // TUTTE LE FAMIGLIE F E LICI S I A S S OMIGLIA NO T RA LORO 32 // ROMA N T ICS 33 // LE T T U RE CONS IGLIAT E 35 // TUT TA COLPA DI N E W YORK 36 // CONSIGLI P RAT ICI PE R UCCIDE RE MIA S UO CE RA 37 // UN T U BINO N E RO È PE R S E MPRE


Gesù e le donne secondo Enzo Bianchi di Cinzia Giorgio

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inaudi ha appena pubblicato Gesù e le donne di Enzo Bianchi. Si tratta di un saggio breve ma intenso che, nella sua semplicità e infinita chiarezza, ci aiuta a comprendere il rapporto di Gesù con le donne che facevano parte del suo entourage, quelle che sono state aiutate da lui e infine coloro che pur non conoscendolo, sono state di fondamentale apporto per la diffusione del Vangelo. Un testo a mio avviso decisivo, che pone nuove prospettive e ci impone una riflessione profonda sul ruolo delle donne nella vita e nelle opere del Cristo. Rivoluzionaria la sua visione della Maddalena le cui lacrime erroneamente vengono da sempre associate al pentimento: “Maria è la sola che piange per Gesù morto! È solo Pietro l’icona evangelica che piange per i suoi peccati, la sua orrenda viltà [...]. Pietro non

piange su Gesù ma su di sé, per aver tradito l’amico (cfr. Mc 14,72 e par.). Sì, Pietro dovrebbe essere icona del pentimento cristiano e Maria Maddalena icona dell’amore per Gesù!” (pag. 110). Parole potenti che vanno finalmente a scardinare la credenza gregoriana secondo la quale la peccatrice per eccellenza sarebbe Maria Maddalena. Un errore che risale al 14 settembre del 519 d.C., quando papa Gregorio Magno pronunciò una famosa omelia in cui riuniva nella figura di Santa Maria Maddalena sia la peccatrice che lavava i piedi di Gesù in casa di Simone, sia Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro. Maria di Magdala era detta appunto “Maddalena” probabilmente per la sua città di provenienza, ma veniva chiamata “Maddalena” soprattutto per distinguerla dalle altre Marie, che seguivano Gesù. Basandosi sui Vangeli di PI NK MA GA ZI NE I T A L I A

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Luca e di Marco – nei quali si dice che da lei erano usciti sette demoni – papa Gregorio riuniva nella figura della Maddalena la donna che aveva molto amato, e che veniva perdonata da Gesù, con Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro. Maria di Magdala venne quindi giustapposta sia a Maria di Betania, sia alla peccatrice che unge i piedi di Gesù in casa di Simone il Fariseo, forse nella città di Nain. Ma Enzo Bianchi non si occupa solo della Santa di Magdala a cui papa Francesco ha ripristinato l’antica definizione di “Apostola Apostolorum“. Nel saggio si parla anche di tutte le altre, persino di coloro che non hanno un nome. “Rialzati, alza la fronte, sta’ in piedi, non restare una donna curvata”, cosí dice idealmente Gesú alla donna malata in sinagoga, e cosí dice idealmente a ogni donna. In ogni tempo e in ogni luogo. Conoscere la storia della donna curva o di quella malata di emorragia uterina, della samaritana o dell’adultera, della donna straniera o dell’apostola degli apostoli, ci dice moltissimo di Gesú e di come il suo magistero incida sulla nostra vita. Il suo esempio, infatti, ci potrebbe di nuovo insegnare a camminare insieme nella diversità riconciliata e la convivenza sarebbe piú bella e piú buona“. Al tempo di Gesù, la vita di una donna in Israele non era facile. Il mattino di ogni giorno l’ebreo osservante recitava, e recita tuttora, questo ringraziamento: “Benedetto il Signore che non mi ha creato né pagano, né donna, né schiavo”. La letteratura sapienziale dichiara infatti che mentre la donna vergine è desiderata per le nozze, quella sposata è “vite feconda nell’intimo della propria dimora” e la sua piú alta vocazione è essere la padrona della casa. Previdente, accorta, economa, educatrice di una prole numerosa. Dunque la donna è una presenza nascosta, afona nella società, la sua vita è dedicata alla famiglia, e viene amata finché resta al «suo» posto: il posto stabilito dagli uomini. Anche se poi alcune donne avevano una loro importanza e dignità, è su un tale sfondo religioso e culturale che si staglia la figura di Gesù. Ma il Rabbi porta anche qui la novità rivoluzionaria del Vangelo. Attraverso i vangeli sinottici e il vangelo secondo Giovanni, Enzo Bianchi recupera e ci racconta le vicende emblematiche del rapporto di Gesù con le donne incrociate in vita. Incontriamo PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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cosí fra le altre la donna malata di emorragia uterina che ha il coraggio di toccare il Messia sebbene impura; la donna straniera, greca e per di piú di origini siro-fenicie, quindi pagana; le sorelle Marta e Maria; la donna sorpresa in adulterio, e infine Maria di Magdala, l’apostola degli apostoli. Se uno dei modi più fecondi per conoscere un uomo o una donna è indagarne le relazioni con gli altri, il modo con cui guarda le persone scegliendo di averne accanto alcune invece di altre, allora osservare le relazioni di Gesù con le donne che incontra, che sceglie e che lo scelgono, ci può dire moltissimo sul suo insegnamento ma anche sulla nostra vita quotidiana di uomini e di donne. E può dire molto anche alla società e alla chiesa di oggi. Afferma Bianchi: “Sarebbe infatti necessario, che la Chiesa, le chiese, tornassero senza paura semplicemente a ispirarsi alle parole e al comportamento di Gesù verso le donne, assumendone i pensieri, i sentimenti, gli atteggiamenti umanissimi e, nello stesso tempo, decisivi anche per la forma della comunità cristiana e dei rapporti in essa esistenti tra uomini e donne.

Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose e autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla tradizione di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e in Francia con «La Croix» e «Panorama». Per Einaudi ha curato: nel 1997 Il libro delle preghiere, nel 1999 Poesie di Dio, nel 2001 Regole monastiche d’Occidente, e pubblicato nel 2006 La differenza cristiana, nel 2008 Il pane di ieri, nel 2009 Per un’etica condivisa, nel 2010 L’altro siamo noi. Nel 2010 escono, sempre per Einaudi, Ogni cosa alla sua stagione e Insieme, che raccoglie La differenza cristiana, Per un’etica condivisa e L’altro siamo noi; nel 2013, Fede e fiducia; nel 2014, Dono e perdono; nel 2015, Spezzare il pane e, nel 2016, Gesù e le donne.


Fashion Victim a New York di Margot Valois

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rima e unica capitale della moda oltreoceano, New York è sempre più la meta dei fashionisti alla ricerca di nuovi trend, locations di culto. L’illustratrice di moda Megan Hess ci propone una guida illustrata dedicata proprio a chi ama la moda, segnalando le attività e i luoghi da non perdere nella Grande Mela: dai locali di tendenza alle boutique più glamour, dai musei del costume alle sfilate durante la Fashion Week, dagli innumerevoli eventi legati al mondo della moda alle redazioni dei femminili più trendy. Non mancano poi annotazioni e

consigli sugli eventi mondani del fashion set newyorkese, come l’annuale Gala del Metropolitan Museum. Megan Hess è un’illustratrice doc, nota a livello internazionale e con all’attivo collaborazioni con Chanel, Dior, Fendi, Prada, Cartier, Montblanc e Tiffany ma è anche l’illustratrice ufficiale di Bloomingdale, nonché autrice delle cover di Sex and the City di Candace Bushnell. Ha collaborato con Michelle Obama e Gwyneth Paltrow.

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Correzione di bozze in alta Provenza di Giuseppina Stanzione

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a quando ho concluso Correzione di bozze in Alta Provenza di Julio Cortázar un quesito non va più via dalla mia testa: vivo per leggere o leggo per vivere? Ero intenta a divorare una dopo l’altra le pagine del libricino quando mi si para davanti agli occhi come un macigno questa sua considerazione: “Sono certo che Manuel saprà trovare i suoi amici tra coloro che leggono perché vivono e non tra coloro che vivono perché leggono”. Siamo nel 1972 e all’interno del suo drago Fafner (“[…] una specie di casa con le ruote o lumaca che le mie ostinate predilezioni wagneriane PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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hanno definito drago, un Wolkswagen rosso […] mi è bastato vedere il meccanico attaccare una grande F sul retro per confermare la verità; ovviamente a un meccanico francese non si può dire che quella lettera non significa Francia ma Fafner, però il drago se ne è accorto e al ritorno mi ha dimostrato la sua gioia salendo parzialmente su un marciapiede con particolare spavento di una signora carica di ortaggi.”), Cortázar si appresta a correggere le bozze del suo Libro de Manuel e, contemporaneamente, a scrivere il diario che avevo tra le mani mentre se ne andava su e giù per la Bassa Provenza. Il libro non è altro che il resoconto di un fine settimana


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di lavoro dell’autore che si ritrova ad affrontare le proprie intemperie. Come spinto da un malessere interiore, batte a macchina quelle poche pagine destinate a diventare più famose dello stesso romanzo che le ha create perché testimonianza del dissidio di un grande scrittore che, giunto all’apice del successo, si mette di fronte a se stesso per capire se sta procedendo nella direzione giusta. E così correggendo la sua ultima fatica, Cortázar si ritrova a scandagliare se stesso con spigliata ironia e argutezza. Il suo malessere interiore coincide col maltempo che lo circonda (“Madre santa, come piove […] se va avanti così tutta la notte il Rodano esonderà e io affogherò nella pancia del drago”) e dal quale si protegge standosene all’interno del suo furgoncino attrezzato (“Sulla strada per Vaison-la-Romaine ha iniziato a tuonare e a piovere, sono arrivato giusto in tempo per localizzare un terreno ai piedi della città vecchia, sapendo che se avessi aspettato un minuto in più Fafner avrebbe iniziato a farne una delle sue perché questo drago diventa cieco e tonto sotto l’acqua, non ci vede niente e tende a stabilirsi in luoghi da dove i gendarmi lo faranno sgombrare a forza perché in Francia, signora, la legge è la legge e favorisca i documenti.”). Provando a calarsi nei panni del lettore, Cortázar cerca di approcciarsi nel migliore dei modi alla correzione del suo romanzo constatando i motivi che lo hanno indotto a scegliere quello stile e quel linguaggio piuttosto che un altro (“Quando l’ho iniziato avrei voluto un linguaggio molto più inventivo […] Poiché la narrazione proponeva alcune esplorazioni esterne e interne […] non volevo vietarmi alcuna provocazione nella scrittura e di conseguenza nella lettura […] l’intenzione di immediatez-

za del libro, unica ragione della sua scrittura”, “Manuel sarebbe venuto in argentino […] che la sua lettura non avrebbe richiesto nessun codice, nessuna griglia, nessuna semiotica speciale”.). Si procede nella lettura continuamente accompagnati dalla tempesta di quel weekend e dalla presenza di Fafner che, nonostante l’esiguità, consente a Cortázar di raggomitolarsi su me stesso, “in un ritorno nostalgico all’utero materno; a questo si aggiungono l’evidente pigrizia, la comodità di avere un minimo di comodità a portata di mano”. Per mezzo di un calibrato flusso di pensieri, scopriamo il suo rapporto con la musica e i fornelli: dal suo Fafner “esce un rumore di macchina da scrivere e un blues di Jimmy Rushing per non parlare della puzza dei cannelloni che ho bruciato”. La radio e la cucina sono per lui “due modi di mettersi in orbita ed evitare la tentazione di arrampicarsi su per una rupe invece di lavorare”. Scopriamo la sua passione per la box che ascolta alla radio: “Io sarò ormai vecchio e lacrimoso ma quando c’erano Firpo e Justo Suárez erano altri tempi, draghetto”. Ascoltiamo insieme a lui le notizie di cronaca (il terrorismo, il sequestro di un Vip) e ritroviamo tra le righe gli eventi politici che hanno scosso l’Argentina (il massacro di Trelew) e il mondo (i moti del ’68). Giunta all’ultimo punto del libricino, credo di averla trovata la mia risposta: io leggo per vivere perché è grazie ai libri che sazio la mia curiosità, che vivo tante vite e conosco nuove cose. Perché chi vive a pieno la propria vita ama, prega, mangia, impara, insegna, riflette su se stesso, empatizza. Vivere per leggere implica tutta un’altra predisposizione. Significa, a mio personale parere, cercare linfa vitale nei libri e, una volta trovata, non riuscire a trarne profitto. E tu, perché leggi? PI NK MA GA ZI NE I T A L I A

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www.oedipus.it LUX IN ARCANA - i megamicri - la freccia del parto - intrecci - a sud del rio grande l'illuminazione di vincennes - la rotta di ulisse - sonatine - collezione teatro Ă rebours - ilha de vera cruz - documenti e studi latinoamericani - itaca - croma k alter ego - serie argento lunare - novecento - i.s.l.a. - liquid - siepi l'idea vivente - collezione scuola - corpi segni sensi - lo stato delle cose quaderni dell'agro - le cronache di ulisse


Primavera Giunti di Isabella D’Amore

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gni nuova stagione apre le porte a nuove letture e nuove emozioni. Con tre diverse anime di scrittura, Giunti Editore ci propone delle storie di emozioni e

paesaggi del nostro Paese, declinati come poesie da tre scrittrici italiane che abbiamo imparato ad amare.

CARMEN PELLEGRINO, Se mi tornassi questa sera accanto. “Se mi tornassi questa sera accanto”, memorabile incipit della poesia A mio padre di Alfonso Gatto, è il secondo libro di Carmen Pellegrino che racconta il delicato rapporto tra padre e figlia. Un romanzo sulla distanza, a volte abissale, che può esserci tra gli esseri umani, specie se si sono amati. Giosuè Pindari – uomo antico, legato alla terra, alla famiglia e a un ideale politico – scrive lettere alla figlia Lulù, che se ne è andata e non dà più notizie di sé, e le affida alla corrente del fiume, arriveranno mai? Non è importante saperlo. In fondo il fiume, con le sue piene improvvise, sa sempre come arrivare a destinazione. In quella distanza vive Lulù che d’un tratto, dalle sponde di un altro fiume – dopo l’incontro con Andreone, l’uomo “leggero” che aspetta la piena – è come se rispondesse alle lettere paterne, seguendo la corrente.

VIRGINIA BRAMANTI, Tutta colpa della mia impazienza. “Sono nata con due mesi di anticipo, sono fisicamente allergica ai tempi morti e adoro il tasto fast forward”: Agnese è così, una ragazza esuberante, autonoma, insofferente verso tutto ciò che frena la sua corsa. Ma improvvisamente, la vita prende una piega terribilmente dolorosa e la scaraventa dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, immersa nei ritmi immutabili della campagna e circondata da curiosi personaggi che solo in provincia si incontrano: il conte proprietario di tutte le terre circostanti, una anziana signora dagli occhi ciechi ma dalla memoria vivissima, un ragazzo bello e strano segnato da un grande dolore… Agnese reagisce come sempre, impulsiva fino all’autolesionismo. Ma mentre l’inverno finisce e tutto comincia a fiorire, ecco nuove sorprese per lei: dalle pagine di un libro riemerge una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa curano le ferite dell’anima, e la solitudine della sua grande casa è spezzata dall’arrivo di un giovane medico, misterioso e affascinante come una domanda sussurrata nella notte... CATENA FIORELLO, Picciridda. Picciridda, il romanzo di Catena Fiorello, è la storia di Lucia, una bambina, figlia di emigrati, che nei primi anni Sessanta vive con la nonna, burbera e austera, in un minuscolo villaggio di pescatori in Sicilia, anche lei “figlia della gallina nera” il ché significa una vita di sacrifici e rinunce. Da quando i genitori si sono trovati costretti a emigrare in Germania in cerca di fortuna, decidendo di portare con sé solo il più piccolo dei due figli e affidando “la grande”, pur sempre picciridda, alla nonna paterna, Lucia, l’indimenticabile portagonista di questo romanzo, non accetta affatto l’idea di essere figlia di emigrati. Ma col passare dei mesi l’esistenza della piccola portagonista si popola di persone e di affetti: le zitelle Emilia e Nora, l’amica del cuore Rita, la Massara Donna Peppina... Ci sono anche gli uomini, misteriosi e taciturni, un mondo da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o tutto da scoprire (come sente Lucia). E proprio uno di quegli uomini nasconde un terribile segreto a cui la picciridda si avvicina sempre più, ignara di ciò a cui va incontro... Attraverso la voce incredibilmente autentica di una bambina, Catena Fiorello ci regala un romanzo profondo e toccante, che ci parla con intelligenza e passione della sua terra e della sua gente. PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro di Linda Bertasi

Il mio amore si fa sempre più appassionato ed egoistico, e il suo non fa che spegnersi. Io ho tutto in lui solo, e pretendo che egli mi si abbandoni sempre più. Lui mi ha detto che sono insensatamente gelosa, e io stessa mi sono detta che sono insensatamente gelosa, ma non è vero. Non sono gelosa, sono malcontenta. E là, dove finisce l’amore, inizia l’odio.

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ttraverso questo incipit magistrale, vi introduco nella letteratura russa di Lev. N. Tolstoj e lo faccio con un cimelio di inestimabile valore qual è Anna Karenina. Un libro definito dalla critica come un capolavoro del realismo; innumerevoli le trasposizioni cinematografiche di questo testo che tutti dovrebbero leggere, almeno una volta nella vita. Gli ingredienti sono tra i più comuni: una donna sposata, incastrata in un matrimonio piatto e sterile, che perde la testa per un ufficiale. Una storia che non desterebbe scalpore al giorno d’oggi, ma provate a inserirla nel contesto storico in cui viveva l’autore e conditela con un’insana passione, capace di travolgere la protagonista e indurla a compiere scelte discutibili per la società cui appartiene. Otterrete uno dei romanzi più acclamati e ricordati dalla critica e letteratura. Ciò che più mi ha colpito di questo romanzo è la capacità dell’autore di entrare così profondamente nell’animo femminile e descrivere ogni piega nascosta. I temi affrontati in quest’opera, che consta di ben otto parti sono: l’ipocrisia, la fede, l’infedeltà, la famiglia, il matrimonio, la società, il progresso, il desiderio carnale e il conflitto tra la vita agraria e quella urbana, Personalmente, mi colpisce il tema della gelosia capace di trascinare la protagonista a scelte disperate, pensieri illogici e azioni irrazionali. Anna intenerisce, fa sorridere e commuove per le sue molteplici sfaccettature. Chi tra noi donne non ha incontrato un Vrònsky nella propria vita? Chi non si è sentita come Anna anche solo per un minuto?

Se amate le storie d’amore e i classici d’autore, non potrete non innamorarvi di questo romanzo intramontabile e dei suoi personaggi indimenticabili.

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Romantics di Sara Piccinini

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alve Pink Readers, in questo numero vi propongo la recensione di un romanzo dolcissimo, romantico e anche divertente. Insomma, l’ideale per il nostro magazine in cui il Rosa predomina. Ormai gli animi romantici, specialmente maschili, stanno sparendo, ma questo libro ci regala un protagonista che è l’emblema del moderno Romeo: lui crede fermamente nel vero amore, desidera trovare la sua Giulietta e vivere una storia d’amore che finisca meglio del matrimonio dei suoi genitori, terminato con l’imminente divorzio. Eppure, quando scopre che la sua amata lo tradisce col suo migliore amico, la fiducia in Amore (sì, è proprio lui il narratore della storia ed io lo trovo geniale) cade vertiginosamente in basso. Fino a

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quando altre due fanciulle irromperanno nella sua vita. Ho trovato questo romanzo delizioso e leggero, l’ideale per le fanciulle che sognano un principe azzurro un po’ imbranato e timido come Gael, che mi è davvero entrato nel cuore. A mio parere dovrebbero esistere più ragazzi e uomini come lui, magari con meno insicurezze, sebbene si faccia sempre amare tanto il nostro protagonista. La storia ideale per staccare da letture più impegnative e per divertirsi un po’, soprattutto per le note di Amore assolutamente irresistibili. Correte a conoscere la storia di Gael e della sua Giulietta (quale sarà non ve lo dico) ma più di ogni cosa preparatevi a vedere il sentimento più potente di tutti come non lo avete mai visto.


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Letture consigliate di Isabella D’Amore

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mici booklovers, ci ritroviamo anche qui sul Magazine per parlare di novità letterarie imperdibili. Le nostre blogger hanno scelto per voi quattro ro-

manzi da inserire nelle vostre liste lettura. Romanzi di generi diversi, ma con un unico filo conduttore: la bellezza dello stile e della narrazione.

LOUISA MAY ALCOTT, Fiabe floreali. Finita una festa di balli e canti nel Mondo della Fate, la Regina invita ognuna delle sue damigelle a raccontare alle altre una fiaba, per trascorrere insieme il resto della notte sotto la luce della luna. Nasce da voci fatate la piccola raccolta di Favole floreali, pubblicata nel 1885 dalla celebre autrice di Piccole donne. A quindici anni, Louisa raccontava storie ai figli dei vicini di casa, tra cui quelli dello scrittore Ralph Waldo Emerson e sua moglie, a cui la raccolta fu dedicata. Attraverso questi incontri con fate, elfi e animali, l’autrice pone le fondamenta per alimentare nei piccoli ascoltatori l’idea di amore, gentilezza e responsabilità, mettendo alla prova la propria incredibile fantasia di scrittrice.

AURÉLIE VALOGNES, Madame Claudel è in un mare di guai. Ferdinand Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantatré anni e non gli piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita – ha perso la mamma e la nonna quando era ancora piccolo –, è cresciuto nel risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a vivere dall’altra parte dell’oceano. Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la detestata Madame Suarez. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia lo mette di fronte all’ipotesi dell’ospizio, non gli resta che accettare l’aiuto di Madame Claudel, un’arzilla signora di novantatré anni, che abita al suo piano. Ma sarà l’arrivo della piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l’unico evento in grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha costruito intorno a sé.

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KENT HARUF, Le nostre anime di notte. È nella cittadina di Holt, Colorado, che un giorno Addie Moore rende una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, fatta di racconti sussurrati alla luce delle stelle e piccoli gesti di premura. Ma la comunità di Holt non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata. E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto.

VERONICA HENRY, Quando l’amore nasce in libreria. In uno stretto vicolo di un minuscolo paesino vicino a Oxford si nasconde un posto speciale. È una piccola libreria, tutta di legno. Gli scaffali arrivano fino al soffitto e pile di libri occupano ogni angolo disponibile. Il suo nome è Nightingale Books ed è proprio qui che Emilia è cresciuta. Fra le pagine di Madame Bovary e una prima edizione di Emma di Jane Austen, Emilia ha imparato che i libri possono anche curare l’anima. È proprio questo che suo padre ha fatto per tutta la sua vita e ora è compito di Emilia: aiutare i suoi clienti grazie ai libri. Thomasina, timida e introversa, ha scoperto la cucina e l’amore attraverso i romanzi di Proust e i libri del cuoco Anthony Bourdain; Sarah, la proprietaria dell’antica villa di Peasebrook Manor, trova il suo unico conforto tra le righe di Anna Karenina; Jackson riesce a comunicare con suo figlio solo grazie al Piccolo principe. Perché per ogni dolore, per ogni dubbio, per ogni momento difficile esiste il libro giusto. Un libro che ti può salvare. Un libro che può farti trovare l’amore. Ma adesso la libreria è in pericolo. I conti proprio non tornano, i creditori stanno diventando pressanti e un uomo d’affari senza scrupoli vorrebbe costruire al suo posto degli appartamenti di lusso. La tentazione di vendere è enorme, ma Emilia deve tenere fede alla promessa che ha fatto al padre, deve lottare per la Nightingale Books. Deve continuare ad aiutare gli altri attraverso le pagine dei libri. Grazie alle parole di Camus, Salinger, Burgess e Kerouac, forse Emilia riuscirà a trovare la chiave per risolvere i suoi problemi. Manca solo quella per aprire il suo cuore.

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Tutta colpa di New York di Elisabetta Motta

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ew York. Incredibile, unica, immensa. Questi sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente pensando alla Grande Mela. Ci si sente inadeguatamente piccoli volgendo lo sguardo verso i suoi enormi grattacieli che sembrano toccare il cielo con le loro estremità. Stilare una lista delle cose da fare e da vedere in questa metropoli è impresa ardua, perché c’è troppo da fare e troppo da vedere. Gli itinerari proposti sono una valanga tra set di film, shopping, viste dall’alto, ristoranti, club, teatri. Di certo, per visitare solo i ventiquattro chilometri di Manhattan occorre pianificazione, altrimenti si rischia di passare la vacanza tra scale mobili e carrozze del metrò. L’Empire State Building è un grattacielo di più di quattrocento metri d’altezza che con il suo osservatorio posto al centoduesimo piano regala una vista mozzafiato. Central Park, uno dei parchi più belli del mondo, è grandissimo, animato da newyorkesi e dai tanti turisti. E Times Square? Chi di voi non ha

mai visto in tv le sue insegne al neon giganti e i cartelloni animati che troneggiano ai lati dei grattacieli? Broodway è il regno per eccellenza dei musical e il ponte di Brooklyn che collega il quartiere di Brooklyn con quello di Manhattan è un punto d’attrazione per molti turisti. Una passeggiata su Fifth Avenue (la Quinta Strada) è d’obbligo. Qui tra i moltissimi negozi, due in particolare sono il simbolo di New York: la gioielleria Tiffany e il cubo vetrato della Apple. Sono certa che oltre a soffermarvi davanti alle loro vetrine, farete un salto all’interno e magari non riuscirete a resistere a un prezioso acquisto. Che dire… Tutta colpa di New York! Pazienza! Vale davvero la pena visitare questa fantastica città. Il libro ideale da infilare in valigia prima di partire è, ovviamente Tutta colpa di New York, di Cassandra Rocca, una storia in cui l’amore vi solleverà in alto come in cima all’Empire State Building. Buon viaggio e buona lettura! PI NK MA GA ZI NE I T A L I A

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Consigli pratici per uccidere mia suocera La Redazione

Cosa passa nella testa di uno che ha per amante la sua ex moglie? Un romanzo di disarmante sincerità sull’incostanza dei desideri maschili.

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eo era sposato con Marta – seducente, comprensiva, i piedi ben piantati per terra – e con lei aveva un sogno, aprire una libreria. Poi ha conosciuto Annalisa – tenerissima, vitale, lo sguardo sempre rivolto al futuro – e ha mandato all’aria il suo matrimonio, iniziando con lei una nuova vita che sembrava finalmente appagarlo. Ma mettere radici non è il suo forte, tantomeno fare scelte definitive e impegnarsi troppo a lungo in qualcosa. Lo sa chiaramente, eppure non riesce a essere diverso. Così ha sentito Marta al telefono, si sono rivisti, hanno fatto l’amore, e adesso Leo si ritrova nella paradossale situazione di avere come amante… la propria ex moglie. Dividersi tra due donne che ti vogliono per sé e che si odiano può essere eccitante, ma alla lunga diventa una discesa infernale tra bugie, scuse improbabili, sensi di colpa e la consapevolezza di stare rimandando, insieme alle decisioni importanti, anche la possibilità di realizzare i propri sogni. Per Leo è arrivato il momento di scegliere – già, ma quale delle due? – e di certo non lo aiuta avere come unici modelli un padre che ha il vizietto del gioco e racconta d’essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Laureato, e un datore di lavoro che lo assilla per sapere in che modo eliminare la propria suocera… Giulio Perrone vive a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Con Rizzoli ha pubblicato L’esatto contrario (2015). PIN K M A G AZ I NE I T A L I A

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Giulio Perrone, Consigli pratici per uccidere mia suocera, Rizzoli (2017), 252 pp., 18,00 € eBook 9,99 €


- SCELTO DAL DIRETTORE -

Un tubino nero è per sempre di Cinzia Giorgio

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atalie lavora da Bloomingdale’s ma è in preda alla tristezza da quando l’ex ha annunciato il suo fidanzamento con un’altra. Felicia è da sempre innamorata del suo capo, e ha una sola notte per scoprire se il suo amore è corrisposto. Andie di mestiere si occupa di mariti infedeli - lavora in un’agenzia investigativa - quando finalmente si ritrova tra le mani un caso che potrebbe farle ritornare la fiducia nell’amore. In questa affascinante carrellata di donne troviamo anche una giovane modella arrivata a New York dall’Alabama, un’attrice di Hollywood terrorizzata dal suo debutto a Broadway, una brillante laureata alla Brown che finge di essere un’altra sui social. Per queste ragazze la vita sta per cambiare magica-

mente, grazie a un piccolo, nero ed elegantissimo capo di vestiario. Un tubino che porta l’eleganza, la bellezza e soprattutto l’amore nelle loro vite. Perché non si è mai fuori posto, con un tubino nero. In questo delizioso e poetico romanzo corale, il capo più amato e desiderato dalle donne passa di mano in mano, di vita in vita, in modi imprevedibili, cambiando i destini di nove donne. A volte basta un abito per raccontare una storia e per dare inizio a un amore. Jane L. Rosen Un tubino è per sempre Piemme, 2017 PI NK MA GA ZI NE I T A L I A

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Tirando le (prime) somme di Diletta Adalgisa Parisella

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en trovati a tutti i Pink readers! Finalmente ci lasciamo l’inverno alle spalle, il momento delle pulizie di primavera sia avvicina, e siccome noi di Pink oltre che rompiscatole siamo anche pigri abbiamo deciso di rimandarle per dedicarci a qualcosa di più piacevole. Un bel ripasso della Book Challenge, per esempio. Ormai è passato qualche mese da quando abbiamo lanciato la sfida ai nostri lettori. Con nostra grande allegria la Pink Book Challenge ha riscosso subito successo tra i nostri affezionati che non ci hanno fatto mancare sostegno e idee, e ci hanno reso subito partecipi delle loro letture. È il momento opportuno per farvi un po’ di domande e sentire i feedback. Come vi state trovando con l’iniziativa? Avreste preferito altre categorie? Qual è stato il libro che vi ha appassionato di più? E la categoria che avete trovato più interessante? Abbiamo notato che molte delle foto dei

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libri che avete condiviso con noi riguardavano classici, quasi sempre di lingua inglese. Come avete deciso di affrontare la sfida, seguendo l’ordine delle categorie, oppure lasciandovi guidare dal momento e scegliendole in ordine sparso? Scriveteci, scriveteci, che noi siamo sempre curiosi di sapere cosa passa sotto lo scalpo dei nostri amati lettori! Per chi si fosse sintonizzato solo adesso ricordiamo che alla Pink Book Challenge può partecipare chiunque semplicemente aggiungendo l’hastag #unannoconpink alla foto del libro con cui partecipa, e pubblicandola su Instagram. E poi noi siamo sempre disponibili a rispondere alle domande e dare indicazioni. Un anno però è lungo da passare, e siamo curiosissimi di sapere quali altri romanzi sceglierete per le prossime categorie! Noi si torna alle pulizie di cui sopra (sigh). Buon proseguimento a tutti!


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I 10 migliori attori di serie TV di Alessandra Rinaldi

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a primavera è arrivata e, come ogni anno, ha portato con sé voglia di bellezza e di rinascita. Se, però, ancora non vi sentite pronte per abbandonare plaid e divano, non c’è miglior modo di passare i weekend che divorando serie Tv. Anche sul piccolo schermo, infatti, bravura e fascino non mancano e siamo sicuri che ciascuno dei personaggi che seguono vi abbia fatto sognare a occhi aperti, almeno una volta. Ecco, quindi, la nostra esclusiva Pink-classifica dei dieci migliori attori di serie Tv, tra passato e presente. Patrick Dempsey – Grey’s Anatomy. Tra un film e uno spot pubblicitario, come dimenticare il Dottor Shepherd, il neurochirurgo più affascinante della Tv? George Clooney – E.R. Non siete vere fan di George, se non lo seguite sin dai tempi di E.R., il medical drama più amato di sempre. David Duchovny – The X – Files. Bello, coraggioso e sempre a caccia di U.F.O.: l’Agente Mulder è davvero irresistibile! Simon Baker – The Mentalist.

Pronte a farvi leggere nella mente dal graffiante Patrick Jane, consulente del California Bureau of Investigation? Andrew Lincoln – The Walking Dead. Lo sceriffo Grimes è piuttosto trasandato, ma come sareste voi, se viveste in mezzo agli zombie? Richard Madden – Game of Thrones. Onesto e leale, il maggiore degli Stark difende la propria famiglia a costo della vita. Mads Mikkelsen – Hannibal. È talmente attraente e misterioso, che è riuscito a oscurare persino Anthony Hopkins, vestendo i panni Hannibal “The Cannibal” Lecter. Joshua Jackson – Dawson’s Creek. Ne è passato di tempo da quando interpretava il ribelle Peacey, ma è sempre impresso nella nostra memoria di adolescenti. Hugh Laurie – House M.D. Non ha regole il burbero Dottor House, eppure siamo disposte a concedergli proprio tutto… Jonathan Rhys-Meyers – The Tudors. Enrico VIII è davvero capace di tutto, ma voi, sui libri di storia, ve lo ricordavate così sexy e sfrontato?

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- INDOVINA CHI VIENE A CENA? -

Street art e street food per le strade di Napoli con Banksy, Blu, DiegoMiedo e Cyop&Kaf di Eliana Guagliano

Perché un artista come Banksy ha scelto Napoli per realizzare Madonna con la pistola (Santa Agnese in Agone), il suo murales, unico in Italia? E perché le strade di questa città si riempiono di opere di Street Art di grandi artisti autoctoni e stranieri, dandoci la possibilità di compiere dei veri e propri tour culturali tra le sue vie?

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orse perché l’anima pulsante della città si percepisce in ogni via, in ogni locale, in ogni persona. Forse perché, come dice Pino Daniele, Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de’ criature Che saglie chiane chiane E tu sai can nun si sule

Nella musica, nei film, nella cucina, dove amori e passioni convergono e si fondono, e nelle recenti opere di Street Art si può percepire la più intima natura della città. Con Napoli Paint Stories, streetart & graffiti tour, progetto dell’associazione culturale 400ml che promuove l’arte e la creatività urbana attraverso percorsi di riscoperta dei writer della città, possiamo realizzare una vera e propria full immersion in questo mondo relativamente nuovo e sconosciuto. Cominciando da Banksy, passando per Cyop&Kaf e arrivando a Blu, passeggiare per le strade dei quartieri napoletani ci darà la possibilità di visitare un museo a cielo aperto, dove poter vedere opere caratterizzate dalla precarietà dei mezzi e forse anche della durata. E, se vogliamo, possiamo ammirare grazie al DiegoMiedo Murals Tour il lavoro di DiegoMiedo, artista napoletano cresciuto a Gianturco, che per dieci anni ha espresso la sua creatività sui muri del suo quartiere e che ha descritto e illustrato, nel libro Palude, un vero e proprio viaggio nell’ex zona industriale di Napoli. Napoli ci potrà quindi deliziare con il suo meraviglioso universo interiore e, allo stesso tempo, con il suo cibo da strada: panini napoletani, pizzette, frittatine di pasta e altre leccornie ci accompagneranno in un percorso artistico del tutto nuovo. Per questo motivo ho pensato di realizzare dei panini napoletani; da piccola li mangiavo sempre ed ho sempre desiderato realizzarli. La mia è una versione un po’ più light; tolto lo strutto e il latte dall’impasto, il sapore non è diverso da quel-

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lo originale, grazie anche alla presenza di tanti salumi e formaggi e della patata lessa che rende più soffice l’impasto. Cominciamo sciogliendo in 275g di acqua ½ cubetto di lievito. Incorporiamo l’acqua con il lievito a 250g di farina 00, 250g di semola di grano duro, 1 patata lessa e 1 cucchiaino di sale. Impastiamo fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciamo lievitare in una ciotola coperto con pellicola per almeno 1 ora e mezza. Stendiamo l’impasto in un rettangolo di circa 60x20cm e distribuiamo 500g di affettati misti (mortadella, prosciutto cotto, pancetta e salamino) e 200g di provola (tutti rigorosamente ta-

EL IA NA G U A G L IA NO studiosa di letteratura di lingua spagnola e appassionata di cucina, sette anni fa ha creato un blog (ilgamberetto.blogspot.com).


gliati a cubetti) sull’impasto. Arrotoliamo a tagliamo il cilindro ottenuto in 10 pezzi. Sistemiamo su una teglia ricoperta di carta forno e facciamo lievitare di nuovo per almeno 1 ora e mezza. Spennelliamo i panini ottenuti con dell’uovo sbattuto e cuociamo, in forno ventilato, per 15 minuti a 200°.

Cibo per l’anima: Da soli… Madonna con la pistola (Santa Agnese in Agone) di Banksy, Piazza Girolomini, Napoli; Senza Nome di Blu, Ex-OPG, Materdei, Napoli; San Gennaro di Jorit Agoch (progetto in collaborazione con il Tesoro di San Gennaro, la Chiesa di San Gennaro e il Comune), Forcella, Napoli; Parthenope di Francisco Bosoletti (realizzato su richiesta degli abitanti del quartiere), Materdei, Napoli. O guidati… Napoli Paint Stories: cell: 3336290673 Mail: napolipaintstories@gmail.com Facebook: Napoli Paint Stories

PI NK MAGA ZI NE I T A L I A

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APRI LE 2017


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CHRISTMAS IN PARIS, Viola Spring. Charlotte Blake ha deciso: passerà il Natale a Parigi! Sua zia Georgie ha appena aperto una libreria a Montmartre, così lei non esita nemmeno per un istante a prendere il primo volo diretto in Francia, dove l’aspetta Pierre, il suo grande amore. Troppi chilometri li hanno separati per mesi e mesi, ma ora è giunto il momento di prendere decisioni sul loro futuro insieme. Chiaro, no? Così sembra, almeno fino a quando mette piede sull’aereo che da New York vola verso la capitale francese. Tra le nuvole, dopo qualche turbolenza e un paio di cocktail, Charlotte si ritrova a raccontare la sua vita a un perfetto sconosciuto, che forse non è così tanto sconosciuto come crede…

THE EMPEROR’S LIST, Morgana LeFay. Jerusalem 135 A.D. General Julius Severus has just guided his legions through a difficult campaign in Palestine. The repression of the rebels has been maybe the bloodiest in Roman history. The praetor Fulvius Atticus is asked to return immediately to Rome, he has a secret mission to carry out. In Rome Cornelia Clodia, the only daughter of a rich copper trader, is getting ready for her husband’s funeral. He died during the Jerusalem campaign. Theirs was not a good match. She was his young second wife and he married her for her money. Also, she has not a drop of noble blood, while Marcus descended from a long line of patricians. Marcus’s best friend, Fulvius Atticus is the executor of her husband’s will which states that Fulvius and Cornelia should marry. The praetor has a decree from the Emperor Hadrian, by which the Emperor himself blesses the wedding. Cornelia can’t do anything but obey. On the night of her wedding she discovers a list of names in her new husband’s study and finds a partially burned letter from the Emperor in which there is mentioned a list of conspirators. Her father is on that list…



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