Pegaso 2012

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IN REDAZIONE

ANNO 4° - NUOVA SERIE

FRANCESCO D’ ISA (capo redattore)

4° TRIMESTRE

ROSSANA CAMPISI e CINZIA SPADOLA

OTTOBRE - DICEMBRE

SEBASTIAN AGRICOLA (grafica e design)

ANNO 2012

IL PEGASO

Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata - Edizioni Musicali” Direttore Responsabile: Gaetano Alicata

SOMMARIO Pag. 1 A domanda... di Gianni Venuti

Pag. 15 M° Sebastiano Bell’Arte

Pag. 2 Le ragioni della musica di Giancarlo Aleppo

Pag. 16 L’Influenza musicale... di Rossana Campisi

Pag. 3 Anche i grandi “errano” di Michele Pupillo

Pag. 17 Fantamedioevo di Francesco D’Isa

Pag. 4 Un giorno con la “Millennium” di Luigi Fiorentini

Pag. 20 Omaggio al M° Orazio Anastasi di Corrado Calvo

Pag. 5 ISSMA, Istituto di Studi Strumentali e Musicali

Pag. 21 Il triste teatrino… di Lucia Franzò

“Archimede” Città di Siracusa

Pag. 22 Match point di Francesco D’Isa

Pag. 10 “E’ bella la vita” il nuovo romanzo di Enzo Ferro Dizionario enciclopedico delle bande siciliane

La mia armonia di Stefania Leone Pag. 23 Kiwanis International Distretto Italia-San Marino

Pag. 11 Il Pentagramma… musica per tutte le occasioni Il Balletto Russo di Anna Ivanova

di Veronica Montoneri Pag. 24 Un dolce per la vita di Cinzia Spadola

Pag. 12 L’Enigma Orchestra

Pag. 25 Educare… di Salvo Grillo

Pag. 13 L’Enigma Dixieland Band

Pag. 26 L’Influenza a cura del Dott. Antonino Azzaro

Pag. 14 Centro Formazione Musicale di Noto

Pag. 27 Punti vendita prodotti Studiomusicalicata

Pag. 15 Banda Musicale “A.L.Mus” Città di Avola

Pag. 28 Pubblicità

DIREZIONE, REDAZIONE, GRAFICA, IMPAGINAZIONE, STAMPA E DISTRIBUZIONE

STUDIOMUSICALICATA Edizioni Musicali di Alicata Gaetano

HANNO COLLABORATO

Antonino Azzaro

Corrado Calvo Sede Legale: C. da San Giovanni Lardia - 96017 Noto Sede Commerciale: Via A. Brancati,106 - 96018 Pachino Vincenzo Ferro

Tel: 328.4650606 Fax: 09311846143 e-mail: studiomusicalicata@katamail.com

Luigi Fiorentini Michele Pupillo

Francesca Lo Savio

Salvatore Grillo

Giancarlo Aleppo

Stefania Leone

Giovanni Venuti

Veronica Montoneri

www.studiomusicalicata.it 1

Lucia Franzò

Registrazione: Tribunale di Siracusa n.° 16 del 23.12.2008


MUSICA

A DOMANDA, IL CRITICO MUSICALE M° GIANNI VENUTI RISPONDE Salve M° Venuti, mi chiamo Rosario Buonafede e studio canto lirico da autodidatta. Le chiedevo perché, in alcune opere, i ruoli maschili sono affidati a voci femminili. **************************************

Ciao Rosario, questi ruoli maschili affidati a voci femminili ebbero grande impiego, soprattutto nel periodo barocco(‘600), dal momento che alle donne era vietato cantare, per decenza, in palcoscenico. Il gentil sesso, infatti, in quel periodo, poteva cantare solo nelle chiese e nei saloni di corte. Di seguito ti espongo una tabella con alcuni i ruoli in “travesti”. OPERA

AUTORE

ANNO

VOCE e INTERPRETE

COMBATTIMENTO DI TANCREDI E CLORINDA

MONTEVERDI

1624

CONTRALTO - TANCREDI

INCORONAZIONE DI POPPEA

MONTEVERDI

1643

CONTRALTO - OTTONE

GIULIO CESARE

HAENDEL

1724

CONTRALTO - CESARE

CECCHINA

PICCINI

1760

SOPRANO - ARMIDORO

ORFEO E EURIDICE

GLUCK

1762

CONTRALTO - ORFEO

LE NOZZE DI FIGARO

MOZART

1786

SOPRANO - CHERUBINO

LA CLEMENZA DI TITO

MOZART

1791

CONTRALTO - SESTO

LA GAZZA LADRA

ROSSINI

1817

CONTRALTO - PIPPO

SEMIRAMIDE

ROSSINI

1823

CONTRALTO - ARSACE

TANCREDI

BELLINI

1813

CONTRALTO - TANCREDI

GUGLIELMO TELL

DONIZETTI

1829

SOPRANO - JEMMY

ANNA BOLENA

DONIZETTI

1830

CONTRALTO - GIOVANNA SMETON

I CAPULETI E MONTECCHI

BELLINI

1830

MEZZOSOPRANO - ROMEO

LUCREZIA BORGIA

DONIZETTI

1833

CONTRALTO - MAFFIO ORSINI

RIGOLETTO

VERDI

1851

MEZZOSOPRANO - PAGGIO

UN BALLO IN MASCHERA

VERDI

1859

MEZZOSOPRANO - OSCAR

Per corretta definizione, il travesti, è un personaggio che in un'opera teatrale viene interpretato da un attore di sesso opposto e durante il periodo operistico barocco, del '600 e del '700, era un fenomeno assolutamente normale . Tale ruolo si perde agli inizi del ‘800 per l’esaurirsi dei castrati sulle scene dell’opera lirica e viene sostituito da mezzosoprani o contralti col nominativo di “contralto musico”. 2


LE RAGIONI DELLA MUSICA di Giancarlo Aleppo La situazione suggerisce una riflessione attenta e responsabile. La concezione della composizione e l’esercizio dell’ esecuzione musicale hanno anche una funzione educatrice. La forma suggerisce un percorso da realizzare;l’idea musicale e il suo sviluppo, anche se complesso, stimolano la ricerca logica del discorso, l’interpretazione dei significati, la scelta del linguaggio, l’esaltazione dei contenuti .Non a caso al Direttore, dato che la strumentista è generalmente portato a non vedere i limiti della propria area formativa, viene chiesta una preparazione meticolosamente curata unita ad una sensibilità specifica, una visione completa delle realtà musicali e la capacità di assicurare non soltanto una buona esecuzione ma anche una altrettanto buona interpretazione. E’bene ricordare anche che all’ origine dei compiti del Direttore vi è quello della programmazione dell’esecuzione, che deve risultare circostanziata al luogo, al pubblico e all’occasione, oltre, naturalmente, alle effettive possibilità del complesso, riconducendoli al concetto giè espresso dal complementare esercizio educativo. La natura artistica della musica tende alla valorizzazione del bello e ad esaltarlo attraverso un linguaggio semplice e complesso insieme, il quale provoca una sorta di reazione particolarmente soggettiva, tende a personalizzarsi nelle mente e nell’animo umano. Un fenomeno vecchio come il mondo ma sempre attuale e rinnovabile, che partendo dalla coscienza personale passa attraverso l’esperienza della memoria predisponendosi con intelligenza alle soluzioni evolutive. Esistono composizioni recenti che,per la loro concezione artistica, tendono ad evolvere verso il meglio, essendo aperte ad autentiche novità creative, interessanti ed apprezzabili dal punto di vista culturali e che , tuttavia, non sono sufficientemente conosciute, analizzate e diffuse dagli stessi addetti ai lavori, mentre se fossero gradualmente e sapientemente esaminate, motivate e proposte potrebbero rappresentare un valido antidoto contro il dilagare di tanta volgare insulsa mediocrità musicale. I meccanismi che la musica sviluppa nel indivi3

(2^ parte)

duo, sia esso musicista o meno, reagiscono in subordine alla sua emotività e alla sua formazione culturale, condizionando fortemente lo stato d’animo della persona e della collettività. Essi arrivano addirittura ad influenzare il contesto sociale, alterandone il costume, modificando in parte in alcuni casi le personalità. Il compositore è libero e autonomo nel comporre la musica, ma quando ,la stessa viene costruita standardizzata, o montata per scopo di mercato, propinata con la strategia del consumo, allora diventa una sorta di droga che provoca assuefazione a tutto il resto, innescando un processo irreversibile verso l’acculturazione, e quel che è peggio ,la crudele negazione, a causa del annullamento della coscienza della scelta, degli straordinari piaceri che la musica può provocare;prerogative di mente serena, riflessiva, vita armoniosa e felicità vera. Le formazioni strumentali e bandistiche sono complessi musicali di grandi possibilità espressive con spazi e risorse ancora da scoprire, e si svolgono un insostituibile ruolo educativo, formativo e culturale;dovrebbero però sottrarsi alle lusinghe che provengono dalla mentalità e dagli appetiti commerciali, consolidando la loro funzione nel rispetto del passato, nella coscienza e conoscenza del presente e nella massima di apertura verso il futuro. La concezione della composizione e l’esercizio dell’esecuzione musicale hanno anche una funzione educatrice. La forma suggerisce un percorso da realizzare; l’idea musicale e il suo sviluppo, anche se complesso, stimolano la ricerca logica del discorso, l’interpretazione dei significati, la scelta del linguaggio, l’esaltazione dei contenuti. Non a caso al Direttore, dato che la strumentista è generalmente portato a non vedere i limiti della propria area formativa, viene chiesta una preparazione meticolosamente curata unita ad una sensibilità specifica, una visione completa delle realtà musicali e la capacità di assicurare non soltanto una buona esecuzione ma anche una altrettanto buona interpretazione. E’ bene ricordare anche che all’ origine dei compiti del Direttore vi è quello della programmazione dell’esecuzione, che deve risultare circostanziata al luogo, al pubblico e all’occasione, oltre, naturalmente, alle effettive possibilità del complesso, riconducendoli al concetto già espresso dal complementare esercizio educativo.


ANCHE I GRANDI “ERRANO”… di Michele Pupillo Giorni addietro mi trovai in una conversazione con un mio ex e brillante allievo, oggi collega e musicista, che con spartito alla mano mi invitava ad analizzare nel senso ritmico una famosa composizione di un celebre compositore, per una svista scritturale ritmica . Visto il musicista e l’opera di mia conoscenza, risposi subito che, avendo in passato analizzato il lavoro musicale, sapevo a cosa si riferisse e che non era l’unico famoso musicista ad aver preso, diciamo così...una svista.... Di cosa si trattasse...subito detto... Sappiamo che la misura quaternaria racchiude in sè due accenti forti: uno sul primo e l’altro sul terzo movimento(meno forte). La misura binaria ha un accento forte e l’altro debole. Volendo formare una misura quaternaria, ad una misura binaria ne aggiungiamo un’altra. Questa ultima, nel suo primo movimento, terzo della misura quaternaria formatasi, perde la forza e quell’ accento che in origine le apparteneva come tesi e diventa un accento secondario. Se così non fosse, la misura quaternaria non avrebbe ragione di esistere. In una raccolta di composizioni per pianoforte, il grande Schumann, si e’ servito nella canzone nordica del nome del musicista danese Gade, con le prime quattro note(sol, la, re e mi) nel modo: (esempio a lato) E’ facile rilevare come in questa canzone, così scritta, abbiamo un errore tra ritmo e misura, facendo coincidere, non correttamente, l’accento ritmico con quello metrico. Certo, il valore dell’opera non perde niente, ma il nostro istintivo senso ritmico si!. Invece, scrivendo esempio a lato destro, il contrasto tra i due ritmi scompare. Un altro caso che trascriviamo si trova in un brano di Schubert.(in basso)

Da tutto ciò e da altro ancora, la grande misura quaternaria risulta più ricca metricamente per le sue qualità, naturalmente la misura binaria risulta così una misura indipendente. Agli studenti di composizione e in particolare a quelli di strumentazione per banda diciamo di fare molta attenzione alle analisi di grandi opere e ci si puo’servire in molti casi della misura quaternaria come prova ritmica. 4


UN GIORNO CON LA MILLENNIUM di Luigi Fiorentini In un caldo tardo pomeriggio d’estate, lo stadio apriva le sue porte ad una moltitudine di gente che, con passo deciso e rilassato, si spargeva tra quegli spalti gradualmente appannati da un’ombra rinfrescante che si apprestava a sopraggiungere. La non meno calda atmosfera che si stava creando, dava l’impressione di assistere ad un imminente incontro di Champions League quando, invece, le squadre che sarebbero dovute entrare in campo non erano formazioni calcistiche, ma un folto gruppo di ragazzi in uniforme da parata che stringeva a sé strumenti musicali di vario tipo e che sfilava preceduto da attraenti ragazze in tenuta da majorettes: era la Millennium Drum & Bugle Corps di Verdello (BG)! Si tratta di una marching band di 52 elementi, nata su imitazione dei corrispettivi gruppi statunitensi; essa vanta un elevato numero di partecipazioni a festival e raduni in ambito nazionale, europeo e internazionale. Dopo aver conquistato per ben due volte il primo posto al mondo, continua a difendere il medesimo titolo di Campione d’Italia, in questa categoria. Lo spettacolo che mi si presentò davanti era veramente qualcosa di straordinariamente incantevole. Dai movimenti circolari agli spostamenti verso tutte le direzioni possibili, quegli abilissimi ragazzi che, oltretutto, continuavano a suonare, riuscivano brillantemente a mantenere inalterata l’intonazione di quei difficili brani di autori americani, basati su un linguaggio di spiccato fascino modale. La sinergia degli ottoni si sposava degnamente con il sincronismo delle percussioni, tanto degli usuali strumenti a suono indeterminato – come tamburi di diversa fattura – fino all’assortita categoria degli idiofoni a tastiera: vibrafoni e xilofoni di varie dimensioni. 5

Conclusasi l’esibizione, ero rimasto talmente estasiato da quanto avevo visto – ma particolarmente ascoltato – che non potendomi trattenere dal voler comunicare il mio entusiasmo a quei ragazzi che apparivano visibilmente stremati ma carichi di emozione, aspettandoli all’uscita dello stadio sono riuscito a bloccarne uno dichiarandogli quanto avevo pensato prima; inoltre, gli ho chiesto che avevo notato fra tutti gli altri uno strumento tanto strano da sembrare l’incrocio di un flicorno contralto con un minuscolo euphonium. Dopo aver emesso una timida risatina, Cristian (così mi ha detto che si chiamava) mi ha spiegato che si trattava del mellofono, un nuovo strumento nato negli Stai Uniti d’America, tagliato nella tonalità di Mib e, a quel punto, mi sono sentito io “tagliato” fuori dalla consapevolezza di quale evoluzione abbiano avuto gli strumenti in questi ultimi decenni! Poi ho aggiunto che tali informazioni erano finalizzate alla stesura di un articolo destinato ad un periodico di Noto e lui, accennando ad una sottile espressione di meraviglia, ha puntualizzato: “Veramente? Oh, che bello!…I miei genitori sono nativi di quella zona, e precisamente di Pachino”.


SONO ANCORA APERTE LE ISCRIZIONI PER L’ANNO ACCADEMICO 2012/2013

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CORSI STRUMENTALI

AREA FORMATIVA

VIOLINO VIOLA VIOLONCELLO CONTRABBASSO ARPA CHITARRA FISARMONICA PIANOFORTE FLAUTO OBOE CLARINETTO SASSOFONO CORNO TROMBA TROMBONE TUBA PERCUSSIONI

TEORIA E LETTURA MUSICALE:

CORSI CORALI CANTO LIRICO CANTO MODERNO CANTO JAZZ CANTO POPOLARE CANTO SACRO (ambrosiano e gregoriano) 7

teoria, ritmica e percezione musicale LABORATORIO DI MUSICA D’ INSIEME:

coro, orchestra/musica da camera DISCIPLINE MUSICOLOGICHE:

storia della musica TECNOLOGIE MUSICALI:

informatica musicale TEORIA DELL’ARMONIA E ANALISI LINGUA STRANIERA

AREA DI SPECIALIZZAZIONE MUSICOTERAPIA DANZATERAPIA TEATROTERAPIA ATTIVITA’ DI SOSTEGNO

CORSI, PERFEZIONAMENTO e STAGE STRUMENTAZIONE PER BANDA DIREZIONE D’ ORCHESTRA DIREZIONE DI CORO


L'Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky è un Istituto di Alta Formazione Artistica e Musicale, con Decreto Ministeriale 64 del 1 Aprile 2008 è a tutti gli effetti di Legge Istituto di Alta Cultura ai sensi dell'Art. 33 comma 6 della Costituzione, Istituzione di Grado Universitario dotato di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa finanziaria e contabile, nel rispetto dei principi dell'ordinamento contabile dello Stato e degli Enti pubblici. Già pareggiato ai Conservatori di Musica dello Stato con Decreto del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca del 14.11.2001. 8


L’ Issma, istituito dall’Ente · sull’importanza del computer, poiché è uno strumento guida e dispositivo indispen‐ Lirico “Archimede” Città di sabile in molteplici attività, in quanto Siracusa, nasce nel 2012. consente di ascoltare, programmare, Sito a Siracusa in via Ragu‐ operare e valutare; sa,2, è diretto dal M° Piero Monaco, già direttore del‐ · sulle tipologie dei programmi disponibili, studio delle seguenti discipline: teorie e la casa discografia “P. F. solfeggio, armonia, storia della musica, Monaco” e convenziona corsi preaccade‐ elementi di composizione e acustica. mici con il Conservatorio di Stato “P. L. Tchaikovsky” di Nocera Terinese (Cz). L’ Issma, che si avvale della Obiettivo principale è, principalmente, direzione artistica e compe‐ portare gli studenti iscritti ad ottenere ri‐ tenza del M° Gaetano Alica‐ conoscimenti e certificazioni per poter re‐ ta, vuole avviare ogni stu‐ alizzare i loro sogni e le loro aspirazioni. I dente verso un percorso di‐ corsi, sia pre‐accademici che accademici, dattico musicale di comprovata efficacia rappresentano i programmi didattici musi‐ ponendo l'attenzione soprattutto sulla pra‐ cali più innovativi sul panorama musicale tica musicale accompagnata da una solida internazionale. In tal contesto, poiché base teorica e tecnica di modo ché ogni l’elettronica applicata alla musica ha modi‐ studente è nelle condizioni di ampliare ve‐ ficato gli abituali schemi di ascolto e il mo‐ ramente le proprie attitudini e i propri in‐ do con il quale le persone si rapportano teressi personali. Il M° Alicata, già Diretto‐ con la musica, gli studi sono concentrati: re della Scuola Comunale Musicale “F. Mu‐ · sulle innovazioni tecnologiche, verranno lè” di Noto, in tal senso, ha messo a dispo‐ analizzate le modificazioni indotte di di‐ sizione la sua esperienza ed il suo contri‐ spositivi tecnologici nella musica elettro‐ buto per dare agli allievi, al completamen‐ nica, considerando il livello compositivo, to degli studi, uno sbocco occupazionale nei vari settori dell'industria dello spetta‐ esecutivo e ricettivo; · sulla ricezione della musica elettronica, colo e della musica. possibilità di ottenere effetti timbrici L’anno di studio (2012‐2013) è già iniziato ed allo stato attuale sono state attivate qua particolari con dispositivi elettronici; 9


Attualmente, in base agli iscritti, sono stati nominati i seguenti docenti: Sebastiana Caruso, teoria e solfeggio; Valentina Iaco‐ no, canto; Marcello Cappellani, chitarra; Francesco Parisi, storia della musica; Francesco Netti, percussioni; Vincenzo Di Maria, tromba; Giorgia Barreca, pia‐ noforte; Leandro Rosa, bassotuba. si tutte le classi strumentali e corali, non tralasciando le materie complementari e teoriche, concordate con il Conservatorio di Stato “P. L. Tchaikovsky”. Per l’anno prossimo si sta lavorando all’ attivazione di cattedre di musicoterapia, direzione e strumentazione per banda, organo e com‐ posizione organistica, direzione d’ orche‐ stra e composizione. A tal proposito il Di‐ rettore ha già chiesto la collaborazione a Maestri di chiara fama, prima del panora‐ ma provinciale e poi regionale e nazionale: dal M° Michele Pupillo al M° Orazio Ba‐ ronello, dal M° Michele Netti al M° Fran‐ cesco Di Pietro, dal M° Giancarlo Aleppo al M° Maria Sicari. Nel contempo, si sta lavorando per costituire all’interno della struttura un gruppo strumentale e corale e per attivare corsi di perfezionamento te‐ nuti da Maestri, direttori e musicisti di chiara fama nazionale ed internazionale. 10


“E’ BELLA LA VITA” il nuovo romanzo di Enzo Ferro VINCENZO FERRO

Vincenzo Ferro, docente e scrittore, è uno dei protagonisti del panorama culturale siciliano. Il suo romanzo

E’ BELLA LA VITA (romanzo)

“E’ Bella La Vita” è un insieme di buoni sentimenti che evidenziano l’importanza dell’amor familiare e soprattutto della speranza. Per i luoghi scelti e per l’ ambienta-

COD: D46.12

zione realistica della vicenda, l’opera propone uno scenario incantevole e allo stesso tempo incontrastabile, riuscendo a mostrare il vero volto di persone che devono, prima, lottare per non sottostare a certe regole del sistema, e dopo, rientrare nella norma perché in fondo amano la propria famiglia,

STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI C. DA SAN GIOVANNI LARDIA - 96017 NOTO (SR) – ITALIA - TEL. 328.4650606 – FAX: 0931.1846143 E-MAIL: STUDIOMUSICALICATA@KATAMAIL.COM - WEB: WWW.STUDIOMUSICALICATA.IT COPYRIGHT 2012 -PROPRIETÀ PER TUTTI I PAESI-TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A TERMINE DI LEGGE.

la propria terra e il proprio onore.

Gaetano Alicata

LA CASA EDITRICE ANNUNCIA CHE E’ IN LAVORAZIONE IL

“DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE BANDE MUSICALI SICILIANE” IL 1° VOLUME DELL’OPERA COMPRENDE CIRCA 500 PAGINE, E SARA’ COMPLETO DI FOTO, CURRICULUM E RECENZIONI DEI COMPLESSI SICILIANI, DALLE ORIGINI AD OGGI.

SI CHIEDE AI RAPPRESENTANTI DEI CORPI BANDISTICI (CHE HANNO OPERATO OD

OPERANO NEL TERRITORIO DELLA SICILIA) DI FAR PERVENIRE II MATERIALE CARTACEO (FOTO, CURRICULUM, RECENZIONI E DATI AGGIORNATI) ALLA SEDE COMMERCIALE DELLA DITTA: - STUDIOMUSICALICATA - VIA A. BRANCATI, 106 - 96018 PACHINO(SR) - O TRASMESSI ONLINE A:

STUDIOMUSICALICATA@KATAMAIL.COM La Redazione

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IL PENTAGRAMMA… musica per tutte le occasioni... Il duo, composto da Carmelo Vinci e Rosalinda Cutuli, opera da circa 20 anni nel settore della musica in genere e a carattere provinciale e regionale. Offre i propri servizi, con massima serietà e professionalità, ove chiamato, soprattutto nelle maggiori piazze e nei più rinomati hotel e ristoranti Siciliani. Notevole è l'esperienza, per quanto concerne gli eventi nuziali, sia in chiesa che durante i banchetti; nelle ricorrenze varie; nelle serate di pianobar e danzanti; nell’animazione e karaoke. Il repertorio, proposto, spazia dai classici internazionali italiani e stranieri anni '60-'70-'80 fino ad arrivare ai giorni nostri incluso balli di gruppo latino/americani e disco dance. La formazione base è composta dal duo Cutuli(voce solista)- Vinci(tromba e flicorno soprano). Per particolari manifestazioni collaborano altre figure professionali in qualità di vocalist, piano, tastiere elettroniche e strumenti vari a secondo delle esigenze. A richiesta si organizzano sfilate e serate a tema nei periodi di Carnevale e Natale con l'apporto di band strumentali in costume. Vi è anche la possibilità di esibizioni professionali singole o di gruppo di brani ballati, su base e di danza orientale. Contatti: 328.7617811, 349.4440261, 368.7149305. email: carmy.72@alice.it.

IL BALLETTO RUSSO di ANNA IVANOVA A fine anno 2012 si è conclusa la tournèe a carattere nazionale del “Russian Moscow Ballet” a cura della Fondazione Teatro Lirico Siciliano. Il R.M.B. anche se di giovane costituzione, fondato nel 1997, allo stato attuale resta uno dei migliori balletti Internazionali. Il repertorio proposto include i balletti classici del patrimonio artistico-musicale mondiale: dal Lago dei Cigni allo Schiaccianoci; dalla Bella Addormentata alla Cenerentola; da Biancaneve a Giselle; dal Don Chisciotte alla Carmen; da Coppelia a Romeo e Giulietta etc… La compagnia, si esibisce con successo sui più famosi palcoscenici mondiali e vede seguire le manifestazioni da un vasto pubblico di ogni età, basa l’interpretazione delle rappresentazioni sulle tradizioni del balletto classico russo che hanno lo scopo di toccare le corde dell’anima di ogni spettatore.

Gaetano Alicata

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L’ENIGMA ORCHESTRA Era l’anno 1974 quando tre amici rispondenti ai nomi di: Orazio Pulvirenti, Luciano Roccella e Ottavio Sangani, provenienti rispettivamente da altre esperienze musicali, si univano dando vita ad un nuovo progetto musicale. Nascevano dappertutto le radio locali con le più svariate sigle, ed era pure l’epoca d’oro della P.F.M. ovvero della Premiata Forneria Marconi, per cui ispirati da ciò si è ritenuto opportuno di denominare la nuova formazione a sua volta arricchita da altri tre musicisti, M.D.F. ovvero Modulazione di Frequenza. Il 31 dicembre del 1974 la Band debuttava nella notte di Capodanno presso l’Hotel Biancaneve di Nicolosi. Il nome (M.D.F.) non ebbe lunga vita, e nel gennaio del 1975 è stato ribattezzato definitivamente "L’Enigma Orchestra" nel Teatro Bellini di Adrano in occasione della serata danzante organizzata per la 1^ Festa dell’Istituto Magistrale. Nel successivo mese di febbraio il Gruppo si esibì nei locali del Teatro La Fenice di Belpasso in occasione del Carnevale ’75 organizzato dal nascente “Club Artistico Culturale”. Nel corso della sua lunga attività, il gruppo strumentale, ha collaborato con: Franco Califano, Fred Buongusto, I Passengers, Umberto Bindi, Gil Ventura, Dori Grezzi, Piergiorgio Farina, I Ricchi e Poveri, I Litfiba, Matia Bazar, I Platters, Bruno Martino, Fiordaliso, Milva, Minnie Minoprio, Cristiano Malgioglio, Gloria Gaynor. Ha partecipato a manifestazioni di chiara fama e di grande spessore artistico: 

Il Premio Nazionale ITALIA QUALITA’ con Silvio Noto e Gigi Sabati.



Il Premio DONNA DEL MEDITERRANEO con Nuccio Costa.



Il Premio NASTRO D’ARGENTO AERONAUTICA con Elisabetta Gardini e Pino Caruso.



Il Premio Nazionale CENTAURO D’ARGENTO con Leo Gullotta e Minnie Minoprio.



Il Premio WOLKSWAGEN GERMANY con Milva.



LE CIMINIERE E LE STELLE con Vincenzo Spampanato.



INSIEME con Salvo La Rosa.



BELPASSO E STATE con Manlio Dovì e Flaminia Belfiore.

Si elencano i musicisti e i cantanti che hanno collaborato e che e ancora collaborano con L’Enigma orchestra: Pippo Tomasello, Vito Alecci, Gianni Longo, Osvaldo Corsaro, Nuccio Sferro, Giuseppe Caruso, Nino Di Francesco, Danilo Mascali, Saro La Guzza, Alfio Cavallaro, Mario Rodilosso, Salvo Famiani, Mario Cavallaro, Salvo Barbato, Gianni Gulizia, Nino Sortino, Claudio Salonia, Lino Zimbone, Antonio Caldarella, Camillo Pavone, Vincenzo Paratore, Lorenzo Grasso, Mario Basile, Gino Grasso, Giovanni Attardo, Nando Sorbello, Alfio Ferrara, Nino Rapisarda, Giuseppe Fucile, Salvo Terranova, Umberto Di Pietro, Domenico Longo.(strumentisti). Antonella Rapisarda, Ornella De Lisi, Licia Mazzamuto, Laura Ferri, Giusy Lanzanò, Romina Campione, Valentina Basile, Mariella Grasso, Irene Prastani, Marilisa Pino, Fabiola Squillaci.(cantanti). 13


L’ENIGMA DIXIELAND BAND La formazione, prettamente strumentale, è un sestetto composto da tromba, trombone, basso tuba, clarinetto, banjo e drums. Nata da circa dieci anni è impegnata sul territorio per quanto riguarda la cultura e la diffusione della musica dix approfondendo le ricerche in tema di cultura musicale in particolare sulle origini della musica jazz. Il gruppo si ispira agli albori del jazz degli anni ’20 nonché ai crudi arrangiamenti di musicisti dell’epoca, come La Rocca, più tardi rispolverati dal celebre Louis Armstrong. L’esibizione viene effettuata scrupolosamente dal vivo, senza amplificazione, in quanto rimarca in originale i concertini che ancor oggi hanno luogo per le “streets”di New Orleans in occasioni di varie ricorrenze. Il gruppo ha debuttato nel ’92 in vari “pub” di Catania come l’ex “Me Wai”, “La Cartiera ”, “I Carbonari”. Ha proseguito poi l’attività esibendosi a Catania in Piazza Duomo, Piazza Università, Villa Bellini, Piazza Europa, in occasione della stagione “R…estate a Catania”. Si contano anche altre esibizioni in vari clubs ed alberghi, come: Il Circolo Unione di Siracusa, Hotel S. Tecla di Acireale, Hotel S. Domenico di Taormina. Nel ’93 ha partecipato alla “Fiera d’estate” nel quartiere fieristico della Plaja a Catania, nel ’94 si è esibito nei cafe-concerto durante l’estate di Acicastello. La formazione è stata anche ospite della trasmissione “Noi oggi” di Teletna presentata da Flaminia Belfiore, nonché presso il ristorante “Il Rigoletto” durante le serate estive in giardino. Ancora oggi il gruppo prosegue l’attività esibendosi in vari teatri del'interland siciliano. Musicisti: Luciano Roccella, Orazio Pulvirenti, Salvo Famiani, Lino Zinbone, Alberto Lo Grande, Antonio Caldarella.

IN RICORDO Tutti i collaboratori, del Pegaso, porgono le più sentite condoglianze al Direttore Gaetano Alicata per la dipartita della cara mamma. 14

BACHECA Quest'anno la manifestazione seleziona 14 artisti e 28 brani da inserire nella categoria "Campioni" e 8 artisti con 8 brani per la categoria "Giovani".

“FESTIVAL DELLE BANDE A MIRABILANDIA” DOMENICA 26 MAGGIO 2013 L’Anbima in collaborazione col GEF organizza il Festival delle bande giovanili che avrà luogo a Sanremo e dedicato a tutte le bande giovanili italiane ed estere. Per informazioni http://www.anbima.it/gef.html o http://www.gef.it/.


C.F.M.

Accademia di Musica Moderna

jam session e progetti musicali vari atti a coinvolgere non solo gli associati ufficiali, ma soprattutto tutti coloro che intendono affacciarsi e scoprire il mondo artistico ...TUTTA UN'ALTRA MUSICA…

musicale. La sua attività primaria è quella di mettere a disposizione e di concentrarsi

Il “Centro Formazione Musicale associazione Vi- sull’aspetto didattico formativo, dalla quale valdi” si costituisce legalmente nel dicembre del prende il nome, centro formazione musicale. Di2005 e come fine statuario, persegue la diffusione verse le sedi dove operano i docenti: a NOTO in e la pratica di attività culturali e musicali. Dal Via Giambattista Vico 10, a PACHINO in Via gennaio del 2006, con sede legale a Noto (SR), in Libertà 13, ad AVOLA in Via Enrico Fermi, a Via Giambattista Vico 10, sotto la direzione e co- RAGUSA in collaborazione con SPAZIO MUSIordinamento dell’attuale rappresentante legale, CA in Via Matteotti 26, ed a ROSOLINI in collaRubino Francesco di professione musicista, il borazione con la scuola AUDITORIUM in Corso C.F.M. si concentra su un intensa attività musi- Garibaldi. Le lezioni si articolano in modo INDIcale promuovendo con equipe di docenti qualifi- VIDUALE, e divisi in programmi con materie ed cati, una serie di corsi di musica, assumendo le argomenti per ogni stile scelto, POP-ROCKcaratteristiche di una vera e propria accademia METAL-BLUES-JAZZ, alla fine della quale ogni musicale, specializzata nel settore moderno. Con- allievo riceve il DIPLOMA temporaneamente oltre alla diffusione di attività di livello o di frequenza ricodidattico-musicali, organizza e produce con enti nosciuto dallo stato come pubblici, comunali e privati,

rassegne sia titolo artistico, nonché il ri-

nell’ambito musicale che culturale, eventi a scopo lascio del certificato dei pundi beneficenza, manifestazioni, saggi, spettacoli, ti di credito formativo.

I corsi si distinguono in: - CHITARRA MODERNA

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CHITARRA CLASSICA BATTERIA & PERCUSSIONI CANTO BASSO

- PIANOFORTE & TASTIERA - MUSICOTERAPIA - MUSICA D’INSIEME Per info: 340.1097627 facebook: centro formazione musicale direzione e coordinamento: M° Francesco Rubino 328.6234684

...diffidate dalle imitazioni... 15


BANDA MUSICALE “A.L.MUS” CITTA’ DI AVOLA La Banda Musicale A.L.MUS(Avola Laboratorio Musicale) nasce nel 1996, su iniziativa del M° Sebastiano Bell’Arte, con l’intendo di ricostruire il glorioso “Concerto Sinfonico” della città della quale si ha già notizia in epoca Borbonica. Dal 2000 Partecipa a numerosi Concorsi Bandistici e Festival sia Nazionali sia Internazionali. Nel Luglio del 2002 incide il cd “‘A Banna!” per la casa discografica FELMAY con la produzione di Roy Paci e Fabio Barovero. Nel Maggio del 2006, per i festeggiamenti del decimo, si esibisce ad Avola in Piazza Umberto I insieme a Roy Paci e il sassofonista Carlo Actis Dato. Nell’ Ottobre dello stesso anno, sfila per le vie del centro storico di Torino e si esibisce a Piazza Castello per l’ evento SLOWNIGHT organizzato da Fabio Barovero e Luca Morino dei Mau Mau, in occasione del Salone Internazionale del Gusto e della Festa di Terra Madre. Nell’ Estate del 2007 si esibisce ad Avola con il cantante siciliano Lello Analfino, voce dei Tinturia. Nell’ Agosto del 2008 è invitata da Roy Paci al Sikula Reggae Festival in occasione del X° del progetto Roy Paci & Aretuska. La loro esibizione viene inserita nel DVD Bestiario Siciliano. Il 21 Marzo del 2009 si esibisce insieme a ROY PACI in Piazza Umberto I ad Avola per l’ Associazione Libera. Nel Luglio del 2009 si esibisce presso la Rocca Sforzesca di Imola alla XXIV edizione del Cross Over Jazz Festival insieme a Mirco Menna e a Mantova in occasione del Festival delle Passioni, evento organizzato da Roy Paci. Nel settembre del 2009 registra presso il Teatro Vittorio Emanuele di Noto il cd “”E L’ Italiano Ride” prodotto da Fabio Barovero per la casa discografica Felmay e distribuito da EgeaMusic. Il cd contiene undici brani del cantautore Mirco Menna arrangiati opportunamente per banda da Sebastiano Bell’Arte. Il brano “Evviva” per circa un mese è stato mandato in diffusione durante la trasmissione Striscia la notizia. Nell’ aprile del 2010 registra presso la sala di registrazione “La Posada Negro” di Lecce sette brani scritti da Roy Paci per la colonna sonora del Film “Ristabbanna” di Gianni Cardillo e Daniele De Plano, film presentato nel 2011 alla XIV edizione del festival internazionale di Shanghai. Alcune settimane fa ha ottenuto il premio come miglior film al Festival del Film Indipendente di Roma. Nel 2011 per la ricorrenza del 150° dell’ Unità d’ Italia si esibisce a Milano a Piazza della Scala all’ interno della manifestazione Suoni delle Regioni d’Italia in rappresentanza della Regione Sicilia e al Borgo Medievale di Torino. Nel 2012 inizia la collaborazione con la cantante siciliana Rita Botto. Insieme rielaborano dei brani della più antica tradizione siciliana e si esibiscono in occasione della Notte di Giufà a Noto. È in lavorazione il 3° cd in collaborazione con la cantante siciliana Rita Botto"Terra Ca Nun Senti".

SEBASTIANO BELL’ARTE Nasce ad Avola il 13 Novembre del 1971. Inizia gli studi musicali all’età di sette anni diplomandosi in corno presso l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania nel 1991. Nel 1993 partecipa ai corsi di perfezionamento e di formazione orchestrale di Lanciano studiando con il M° Franco Traverso. Nel 1996 studia a Roma corno presso la scuola del Vaticano col M° Luciano Giuliani. Insieme all’esperienza della musica classica associa quella della musica jazz partecipando a numerosi festival in formazione con grandi nomi del jazz. Nel 1996 istituisce ad Avola una Scuola di musica per strumenti a fiato creando così i presupposti per la nascita dell’attuale Banda di Avola. Partecipa ai corsi per Direttori, tenuti dai Maestri Thomas Briccetti e Daniele Carnevali. Tra il 2002 e il 2003 partecipa in qualità di allievo effettivo al corso di Direzione per Orchestre di Fiati “Alessandro Dei” a Firenze sotto la guida dei maestri Lorenzo Della Fonte , Jacob de Han e Jan van der Roost. Nel 1996 inizia la collaborazione con Roy Paci e Fabio Barovero facendo parte come cornista di Banda Ionica. Con questa formazione ha partecipato a numerosi festival sia in Italia che all’ estero ed ha registrato due CD “ Passione” e “Matri Mia”. Nel 2003 con la Banda di Avola registra il CD “A BANNA” con la produzione di Roy Paci e Fabio Barovero per la casa discografica Felmay. Dal 2004 fa parte del progetto CORLEONE del trombettista siciliano Roy Paci col quale nel 2005 ha inciso il disco Wei Wu Wei. Nel Marzo del 2008 viene invitato a partecipare alla Festa della Musica e della Cucina Italiana in Mozambico per conto dell’ Ambasciata Italiana. Nel Novembre del 2008 inizia la collaborazione col cantautore bolognese Mirco Menna con il quale si esibisce al MEI di Faenza(Meeting delle Etichette Indipendenti). Da questa esperienza nasce l’ idea di un cd. Infatti,Sebastiano Bell’ Arte, arrangia undici brani e scrive pure l’ inedito Evviva per il cd “E L’ Italiano ride”. Il cd è uscito nel 2010 ed è distribuito da Egea Music. Nell’ Aprile del 2010 registra con la Banda di Avola le musiche per la colonna sonora del Film “Ristabbanna”, composte da Roy Paci. Nel Novembre 2010 si esibisce al Teatro Ariston di Sanremo in occasione del Tenco 2010 con il cantautore Mirko Menna. Oltre a dirigere la Banda di Avola si occupa di didattica e fa parte di diversi progetti tra i quali l’ Orchestra Jazz “Sikelè” in qualità di cornista. Il 3 Aprile 2012 è stato nominato membro della Commissione per la programmazione musicale del Teatro Comunale Garibaldi di Avola. 16


L’INFLUENZA MUSICALE SUI BAMBINI di Rossana Campisi Ormai è un dato di fatto madre. Tali vibrazioni, trache la musica ha degli ef- smesse dal liquido amniofetti benefici su tutti gli es- tico, filtrati e attutiti, arrivaseri viventi ma soprattutto no al cervello tramite il sui bambini. Recenti studi condotto uditivo il quale li condotti in diversi reparti trasforma, poi, in stimoli. Più le vibrazioni sono ospedalieri di pediatria, europei ed extraeuro- pure uniformi e lineari, più è piacevole la mupei, hanno evidenziato che l’ascolto quotidia- sica e più sicurezza si trasmette al bimbo. E’ no di brani musicali ha portato i neonati ad as- accertato anche che, nei primi mesi di vita, la sumere più cibo, a dormire più sereni e ad a- musica, intesa come suoni gradevoli senza vere un livello di stress meno accentuato di che essi producano inquinamento acustico al altri bimbi che non ascoltavano musica. In neonato, rappresenta un mezzo unico e strapratica, il sistema cerebrale del bimbi che ordinario con il quale si stabilisce un rapporto hanno ascoltato musica, ha captato i suoni, i intimo tra madre e figlio. In pratica, queste quali hanno trasmesso una sensazione di be- “buone” vibrazioni, oltre a cullarlo, sussurrare nessere e di tranquillità. Sicuramente i brani dolci parole e suoni, favoriscono una crescita musicali sono stati tratti da opere di Mozart, sana, serena ed equilibrata del lattante. La Vivaldi o Puccini per le melodie consonanti, mia esperienza di mamma mi ha insegnato anziché Schönberg, Webern e Stravinskij, che che la musica ha svolto e svolge un ruolo fonper le melodie dissonanti tendono ad irritare i damentale sul suo sviluppo e sulla sua crescibambini. Quindi, i suoni migliorano le funzioni ta. Primo, perché agisce sugli stati d’animo e neurovegetative dei neonati e li aiutano ad in- sulle emozioni; secondo, perché gli stimola la teragire in perfetta armonia con sé stessi, con mente e le potenzialità espressive e creative; l’ambiente e con le persone circostanti. E’ ac- terzo, perché un amcertato che, il bambino già in grembo dopo i biente musicale sano tre mesi, riesce ad ascoltare suoni e rumori, rafforza il legame affetprima il battito tivo non solo tra madre cardiaco e poi e figlio ma tra tutti i il respiro della membri della famiglia. 17


CINEMA, CULTURA e STORIA

FANTAMEDIOEVO di Francesco D’Isa Nell'anno 10191 (una proiezione in una fantascienza "medioevaleggiante", che emerge dalla tipologia di costumi e scenografia, quasi posposta di novemila anni, per cui leggibile come un 1091, data di un Medioevo che stravolga i propri termini, quasi a non voler essere identificato, come anche una tendenza a non datare con estrema precisione una datazione, per definizione imprendibile - e perdibile - in un'alterità spaziotemporalmente indefinibile e trascendentalmente disancorata da ogni aggancio definitivo a una periodizzazione diversamente che effimera, come il Medioevo), David Lynch colloca il suo Dune (Usa 1984, col. 138), desertico pianeta, teatro della lotta finale, epocale, fra tutti i potenti dell'Universo, per acquisire la sostanza dei poteri universali (tratto dal best-seller omonimo di Frank Herbert, riconosciuto capolavoro della fantascienza). Dopo Alejandro Jodorowskij e Ridley Scott, che avevano accarezzato il progetto, vedendolo fallire, Lynch accetta, anche se il suo talento visionario rischia di scontrarsi continuamente con i mezzi di produzione offerti dalla De Laurentiis, rendendo irriconoscibile il contributo di Tony Masters, già direttore artistico in 2001: A Space Odyssey, di Stanley Kubrick. Steven Spielberg, un poliedrico assoluto del cinema, termina la sua trilogia di Indiana Jones - concepita con l'assistenza di George Lucas, reduce dal successo galattico di Star Wars, in qualche modo, come sarà per Dune di David Lynch, ed era già stato per il l. m. d'esordio di John Carpenter, Dark Star, compromesso con un che di medioevalistico, ritualizzato in luoghi e tempi senza identificazione (com'è tipico che si faccia per determinare la fantascienza fra fantastoria e fantageografia congetturarle in medioevaleggianti età della prerinascenza, come fu anche per un periodo indeterminato della storia antica che prese proprio il nome di "Medioevo ellenico", l'età che coincideva, non a caso, col fantascientifico scenario dei poemi omerici) - col frastornante e fantasticamente baroccheggiante Indiana Jones and the Last Crusade ("I. J. e l'ultima crociata", Usa 1989, col. 127'), dove il protagonista dell'intera saga, Harrison Ford, procede alla ricerca del Santo Graal, sulle cui tracce era sparito il padre Henry (Sean Connery), per 18

ritrovarsi inopinatamente nelle mani dei nazisti di Hitler, seguendo una linea di sincretizzazione e asincronizzazione storica e geografica, per certi aspetti cara a Spielberg. L'ultimo capitolo della trilogia sembra tirare le fila finali della saga cui appartiene, superando i divertenti esercizi fumettistici e avventurosi dei due precedenti per approdare a una analisi romanzata della famiglia Jones, non esente da una parallela discesa nei meandri delle implicazioni psico-mitologiche (quando il vecchio professore Jones parla del Graal come di un oggetto della "ricerca del divi no che è in tutti noi", ricapitola - anche nella enfatizzazione della necessità del "credere" finale - il formalismo mitologicoconsumistico che era stato proprio di Lucas e della trilogia di Star Wars che la sottende) e delle sincretizzazioni storiche (nel ricorrere astuto del medesimo vecchio professore - portatore archeologico di sapienza attraversante epoche e mondi - al ricordo della frase usata da Carlo Magno e riproposta per arginare l'ottusa forza dei nazisti perplessi: "Invece di bruciarli i libri, leggeteli!", che ripropone in chiave tremendamente realistica il fenomeno ricorso provocatoriamente in Fahrenheit 451, di Ray Bradbury e, poi, di François Truffaut). L'universo freaks di questo Medioevo fantastico e goticamente demoniaco è una versione teratologica (e tetralogica nel riassemblaggio di tre trilogie intersecanti del progetto-Lucas - quella personalmente registica che va da THX 1138, l. m. esordiente di Lucas, attraverso American Graffiti, fino al film exit, quello basic di Star Wars, che a propria volta è innescatore come primo atto del corpus -, prodotto e progettato da Lucas, e girato da altri registi nei due ultimi episodi, The Empire Strikes Back, di Irvin Kershner, e The Return of the Jedi, di Richard Marquand, dalla cui convergenza per sovrapposizione, aggregazione, moltiplicazione, aggrovigliamento e scompaginamento, nascerebbe una terza trilogia - da American Graffiti a The Empire Strikes Back, della quale Star Wars sarebbe il perno pragmatico, nonché il nucleo concettuale, lasciando a The Return of the Jedi, come prosecuzione e filiazione diretta di The Empire..., il ruolo del commeatus, nel senso etimologico dell'andare e venire insieme, anche a un'altra trilogia che nel frattempo è venuta a concettualizzarsi, grazie a Lucas stesso, e a realizzarsi nel primo atto - interpostosi fra The Empire... e The Return... - con Raiders of the Lost Ark, film d’esordio


FANTAMEDIOEVO di Francesco D’Isa della trilogia spielbergiana di Indiana Jones) e postmo- definitivo per uscire dal sortilegio e ritrovare nel suo derna delle aberrazioni che diacronicamente erano sta- eterno nemico, DarthVader, e sotto la sua "maschera te quelle di Tod Browning e del suo Freaks, subito nera", la propria immagine abbandonata in questa disuccessivo al Dracula, del 1931, parallelo e contempo- scesa agli "inferi delle meraviglie", in questa raneo del Frankenstein di James Whale, mentre sincro- wonderland abissale e cosmica, che è stato l'intero Star nicamente rendevano in chiave space-fantasy-horror Wars fin qui, il suo vero volto, la sua vera identità, il gli stessi monstra fuoriusciti dalle giungle metropolita- suo essere "riconciliato": AnakinSkywalker ha finito la ne tanto della "strada", con The Warriors ("I guerrieri quest e, libero dai vincoli con la sua alterità - l'alter della strada", 1979), di Walter Hill (che rappresenterà ego Luke e suo "padre" stellare Ben Kenobi -, può riin rapida successione "trilogica" altri due "tipi ideali" tornare alla sua trita quotidianità. Ormai, del resto, l'indi warriors, quelli "dalle lunghe ombre", The Long tera imagery lucasiana è stata versata, sontuosa e abbaRiders, del 1980, e quelli "della palude silenziosa", di gliante, e tutte le peripezie "cavalleresche" erano state Southern Comfort, del 1981), quanto dei sotterranei già travasate nei cinque primi film del ciclo "George disco-dancing sgorgati dal "fenomenale" boom dei se- Lucas Fiction", a cominciare da THX 1138, per finire, guaci di Tony Manero-alias John Travolta, di Saturday un decennio dopo, attraversando consapevolmente inNight Fever ("La febbre del sabato sera", 1978), di cosciente gli "anni di piombo" europei - segnatamente John Badham - che nel 1983 sarà presente anche sul italotedeschi - con l'età del ferro e parzialmente dei versante space-fantasy computerizzato di War-Games - lustrini bronzei americani - che rovesciavano integral, e della sua immediata e seguace corte, circuito o cir- mente mantenendone un retrogusto amarissimo la conco, ma anche bazaar e caravanserraglio, giungla, ridda, tro-epica della guerra in Vietnam -, con Raiders of the festa - anche visivamente e sonoramente, spesso sine- Lost Ark, dopo American Graffiti, Star Wars e The Emsteticamente, appassionante - del cinema dei primi anni pire Strikes Back, restando così superflua definizione Ottanta, corrispondente, del resto, alla realtà di quegli l'ultimo, The Return..., già nel titolo programmatico di anni, in parallelo e pericoloso bilico fra la "fantasia" e una reiterazione, mentre Lucas concentrava la propria la "finzione" filmica, il kitsch e il pulp del costume e attenzione massimale sul "trittico" spielbergiano, che della moda, e il più totale abbandono dell'impegno so- aspettava di concludersi, attraversando il decennio decio-politico (l'edonismo cosiddetto reaganiano), prossi- gli anni Ottanta, interamente dei lustrini bronzei - con ma al cortocircuito nevrotico, in alcuni casi sempre la guerra in Vietnam nel frattempo traspostasi sugli meno isolati anche collasso psicotico (nel convergere schermi per opera di Oliver Stone e Stanley Kubrick, incipiente e inesorabile della "febbre" nella "strage" eredi strepitosi del coppoliano ApocalypseNow -, con del sabato sera, cioè del giorno consacrato leopardiana- Indiana Jones and the Temple of Doom ("Indiana Jomente e epicureisticamente alla celebrazione del piace- nes e il tempio maledetto", 1984) e Indiana Jones and re in progress). The Return of the Jedi è anche ulterior- the Last Crusade, che iscriverà definitivamente l'immente il delirium di onnirappresentazione lucasiano maginario duale di George Lucas e Steven Spielberg nel configurare l'incubo, prefigurato in The Empire..., nella Graal Fiction e nel Medioevo fantastico. Lo del parricidio da parte di Luke Skywalker con quella scontro eterno tra il bene e il male è anche al centro stessa spada-laser, che è servita nella investitura da della "trilogia" che Peter Jackson ha tratto, ricavandoparte del "padre" stesso, Ben Kenobi, rito di passaggio ne altresì un successo memorabile commercialmente, 19


FANTAMEDIOEVO di Francesco D’Isa sicuramente proporzionale alle spese che ne hanno contraddistinto la realizzazione, dalla trilogia fantasy di J. R. R. Tolkien (concepita nel 1917, pubblicata nel 1955 e tradotta in italiano nel 1970), The Lord of the Rings. Nel primo dei tre "atti" del regista neozelandese, Fellowship of the Ring ("La compagnia dell'Anello", NZ\Usa 2001, col. 178'), c'è un ampio gioco di rimandi culturali (e anche qui cultuali), che passa da re Artù e abbraccia Shakespeare, la mitologia, il fantastico e il mondo dei fumetti, nonché forme di storicismo romantico e neoclassiche epicità, soprattutto sotto l'aspetto figurativo, iconografico. Casting notevole (Elijah Wood, Ian McKellen, Christopher Lee, Cate Blanchett, Liv Tyler, Orlando Bloom, Viggo Mortensen, Sean Astin) in questa prima titanica trasposizione tolkieniana, che si ripete anche nel secondo episodio della "saga", dal titolo The Two Towers ("Le due torri", NZ\Usa 2002, col. 179'), in cui l'epopea comincia a entrare nella sua "fase finale", senza raccordarsi molto con l'episodio precedente (che del resto è un film autonomo) - ricordando questa scelta registica l'inizio in medias res, tipico dei grandi poemi epici dell'antichità greco-latina, e tipico sia dell'Iliade, infatti, sia dell'Eneide, per citare i più clamorosi e conosciuti - scritto, come anche questo secondo, dallo stesso regista, da sua moglie, Fran Walsh, da Philippa Boyens e, infine, da Stephen Sinclair, che qui, invece, manca, mentre non manca la solita magnificenza visiva ed estetica, data anche da un uso tecnicissimo della computer graphic (notevole è anche la fotografia di Andrew Lesnie, la musica, poliedricamente curata da Howard Shore, mentre l'attore Andy Serkis, dopo aver dato la voce al "mostro" Gollum, interamente rifatto al computer, si mostra nelle sue fattezze solo all'inizio del terzo filmepisodio, cui manca, nell'edizione uscita in sala, la lunga e bella sequenza iniziale di dieci minuti, recuperata, comunque, nell'edizione in Dvd). La trilogia di Peter Jackson (ancora una volta sceneggiatore con la moglie e la Boyens) si chiude, come si era aperta e era proseguita, nel segno del gigantismo epico, con The Return of the King ("Il ritorno del re", NZ\Usa 2003, col. 200'), sempre spettacolare, ma con minor coerenza narrativa del primo episodio, cui è obbligatorio, ancora una volta come nel secondo episodio, per lo spettatore riandare con la memoria. Coraggiosamente particolare, 20

per i dettami di Hollywood, il finale mortuario e una celebrazione pacifista attraverso la guerra e l'odio, che ricorda da vicino l'opera di Ivo Andric, scrittore bosniaco del Novecento. Para-rinascimentale la visualizzazione della città di Gondor, in cui Jackson rende al meglio la prospettiva attraverso una virtuosistica "profondità di campo", fondendo insieme artigianato e tecnologia, dando un unicum, in cui è opportuno far risiedere l'essenzialità del connubio fra "forma" e "tematica", in un film, e in genere nei film, di tale tipologia, con l'uso altissimo delle tecniche formali, al servizio di espressioni d'arte che, comunque la si "giri", annegano pur sempre nelle "rugiade" benefiche della prospettiva culturale assoluta, recuperando, quasi per filogenesi, ogni tipo di ascendenza, dal romanticismo, o dai neoclassicismi baroccheggianti e manierati, o dai sussulti neo-umanisticamente rinascimentali, come già suggerito, a risalire fino alle fonti del classico, fra decadenza e arcaica età appena post-preistorica, per irrompere pienamente anche in quest'ultima e attraversare, in questo complesso e conturbante iter, non una ma molteplici "età di mezzo", ricorrenti medioevi, rincorrenti sé stessi, attraverso le varie fantasmagorie storico -leggendarie, per ritrovare, fra tutti, anche l'instabilità "meravigliosa" e stupefacente di quello spirito medioevale, che faccia tutt'uno col rappresentarlo nella sua più accreditabile "storicità". Insomma, il Medioevo, fra tanti "medioevi", pare sempre emergere, anche se per contrasto, similmente alle figurazioni antiche della ceramica attica, come la dimensione - e per ciò anche l'epoca - più idonea ad accogliere i fantascientifici esiti della cinematografia mondiale, trasparendo ciò visibilmente anche dalla trilogia neozelandese-statunitense, come era stato di consimili film passati in rassegna finora e ancora succederà. La trilogia di Peter Jackson si inserisce fra il suo ultimo film - un remake di buon livello di King Kong, nel 2005, a distanza di più di settant'anni dal primo, di Cooper e Schoedsack, del 1933 - e The Frighteners, "Sospesi nel tempo", del 1995, misto di farsa e di orrore, immagine che potrebbe essere l'emblema della medioevalità, per quanto appena detto.


OMAGGIO AL M° ORAZIO ANASTASI di Corrado Calvo Alla fine dell’ anno si tirano i bilanci. Quello che si chiude è stato un trimestre entusiasmante, vissuto sulle ali dell’impegno e dell’amore per la cultura e l’arte, che ha visto l’intera Associazione mobilitata e pronta. I nostri Incontri Letterari si sono dipanati con puntualità e hanno visto l’intervento di autori e di studiosi di vaglia: a Ottobre abbiamo ospitato la modicana Marcella Burderi con la sua pregevole “Maria nella voce delle donne. Testimonianze scritte e orali di un percorso mariano”, impreziosita dalla voce del noto attore televisivo Carlo Cartier; il mese di Novembre ha visto due interessanti appuntamenti con la poetessa avolese Paola Liotta col suo “D’Aretusa e altri versi” e Angelo Fortuna con i racconti di “Sotto il cielo della Perla ionica”; Dicembre ha salutato il ritorno della nostra vicepresidente Ignazia Iemmolo Portelli con la sua silloge fresca di stampa “Le orme dell’anima”, la Personale dell’artista Carmelo Modica che esponeva le opere originali che interpretano e illustrano le poesie della Iemmolo e la Collettiva “Musica e Colori” che ha annoverato artisti di Pozzallo, di Scicli, di Modica e di Rosolini. La disgrazia del giovane Orazio e della sua compagna, che hanno perduto la vita in un terribile incidente stradale, ha sconvolto e rattristato tutti componenti di “Cultura e Dintorni” che ben conoscevano il musicista, avendo il maestro ripetutamente partecipato alle iniziative dell’associazione, suscitando apprezzamento e ammirazione per la sua valentia, tramutatisi nel tempo in sincera amicizia e affetto. La Mostra, dedicata proprio a lui, è stata inaugurata da un Concerto tenuto dal “Trio Anastasi”, gruppo sorto in suo onore e formato dai maestri Lino Gatto alla chitarra, Daniele Ricca al violino e Nuccio Pisana alle percussioni. E si è conclusa il 27 dicembre con un grande Concerto in “Omaggio al percussionista Orazio Anastasi”, al quale sono intervenuti con le loro performances maestri e colleghi dello sfortunato Orazio: il Duo Paganitango, il Trio Classic, il Duo La FerlaVindigni, il Trio Jazz, il Duo Marina Venniro e Peppe Ragusa e, infine, il Trio Anastasi. Non poteva esserci modo migliore, se non con la musica, per ricordare un bravo musicista e un caro amico. I brani e le esecuzioni musicali sono stati dedicati a lui, al suo grande sorriso, alla sua spontaneità e generosità e al suo essere “artista”, raccontati dagli amici attraverso aneddoti ed episodi. La nostra Antonella Monaca ha scritto in suo onore una bella e toccante poesia, che è stata letta nello scrigno prezioso della Cripta di San Giuseppe dove si svolgeva il concerto. Il pubblico ha riempito 21

all’inverosimile il locale ed è stato attento e partecipe e ci ha aiutato a ricordarlo con gioia, perché la musica, come ci ricordava Rosi Iozia organizzatrice della serata, è vita. Come presidente di Cultura e Dintorni, ho avuto l’onore di ricordare la figura di Orazio Anastasi, originario di Catania e docente a Comiso, strettamente legato agli amici del modicano e onnipresente alle iniziative di “Cultura e Dintorni”. L’ultima sua esibizione è stata nella sala consiliare di Rosolini per la presentazione del libro di Paola Liotta. La memoria è andata anche alla sua fidanzata, giovanissima come lui, di origine rumena, che ha voluto seguirlo anche nell’ultimo viaggio. Mi sono voluto congedare dagli astanti con i versi del ceco Jaroslav Seifert: “Da tempo la vita mi ha insegnato / Che musica e poesia / Sono al mondo le cose più belle / Che la vita può darci. / Oltre all’amore, ovviamente” dando appuntamento all’11 gennaio per l’inizio della programmazione 2013 che esordirà con la presentazione dell’opera della poetessa dialettale modicana Franca Cavallo, mentre l’intervento musicale sarà come sempre affidato al Direttore artistico Maestro Lino Gatto e ai suoi valenti colleghi. La vita continua, ma sarà più povera senza la ricchezza del sorriso e della musica di Orazio Anastasi, amante del suono e delle sonorità che sapeva trarre da ogni materiale e accordare in melodia. Le attività culturali dell’Associazione “Cultura e Dintorni”, presente e attiva nel territorio da più di un triennio, sono rese possibili dall’entusiasmo e dalle capacità dei suoi iscritti, che mettono al servizio della stessa gratuitamente tempo, passione e talento. “Cultura e Dintorni” è ben strutturata, non gode di finanziamenti pubblici, ma dell’apprezzamento e dell’affetto di chi ama la cultura in tutti i suoi generi. E i suoi simpatizzanti e sostenitori, sempre più numerosi, per seguirne le iniziative arrivano dalle province aretusea e iblea, al centro delle quali sorge la ridente Rosolini. “Cultura e Dintorni” è così diventata punto di riferimento ambito per gli autori, gli studiosi e gli artisti della Sicilia orientale che chiedono di essere inseriti in calendario per partecipare agli incontri e alle iniziative che si svolgono nella nostra città e nelle location che a seconda le occasioni vengono individuate.


IL TRISTE TEATRINO DELLA SCUOLA ITALIANA di Lucia Franzò Preoccupazione, indignazione, sconforto… questo e tanto altro si respira nella scuola italiana da un po’ di tempo a questa parte. Le proposte fatte dal Governo e dai Ministri dell’ Istruzione, gli ultimi dei quali hanno operato in modo veramente deletereo, sono da considerare solamente punitive verso la scuola pubblica e lesive del diritto allo studio, una tra tutte l’Art. 3 della Legge di stabilità 2013 che vorrebbe aumentare di un terzo l’orario di lavoro dei docenti a parità di salario, mentre da anni sono bloccati gli scatti di anzianità e i contratti di lavoro. La professionalità docente è stata sempre più svalutata, così come è stata limitata di fatto, la libertà d’ insegnamento, sottraendo posti di lavoro proprio a quei docenti precari che il Ministro Profumo ha affermato, ipocritamente, di voler tutelare. Sarà un massacro generazionale oltre che sociale; gli insegnanti che lavorano da anni come supplenti reclutati dalle Graduatorie ad Esaurimento, che hanno assicurato con la loro professionalità e la loro competenza il regolare andamento dell’anno scolastico, vengono ora tagliati come ra22

mi secchi, senza contare che si tratta di abilitati spesso vincitori di concorsi, titolari, in alcuni casi, di dottorati di ricerca e master. Ho scelto di fare l’insegnante perché amo profondamente questo mestiere, adoro il rapporto collaborativo che si crea con i ragazzi che spesso vedono nel docente quel sostegno formativo che, parallelamente alla famiglia, aiuta i giovani a diventare adulti e, da figlia di insegnanti, ho ricevuto un grande esempio di attaccamento al ruolo che rivesto, e di fede nella lotta perché ciò che è giusto deve essere riconosciuto. Figlia di un sessantottino che mi ha geneticamente trasmesso l’importanza di modellare la mia vita sul rispetto dei più sani ideali, non posso accettare silenziosamente che passi il progetto di riforma degli organi collegiali, come vorrebbe il DDL 953 ex Aprea, che di fatto restringe gli spazi di democrazia all’interno della scuola, aprendo la strada a forme di privatizzazione che annienteranno la figura dell’insegnante-intellettuale. L’ ansia di misurare con parametri esclusivamente quantitativi il lavoro dell’insegnante sminuirà il suo importante ruolo sociale e presto se ne vedranno le conseguenze. Tristezza, amarezza e delusione… solo questo oggi rimane.


MATCH POINT di Francesco D’Isa Io credo e ne sono abbastanza sicuro che nella parte costruttiva di un rapporto – di qualunque natura esso sia, ma penso a un rapporto grosso modo sentimentale – la comunicazione si svolga e debba necessariamente farlo indifferentemente sia sul piano verbale sia su quello non verbalizzato, su impressioni, sensazioni, percezioni, idee, fantasticherie, ben comunicate, più o meno comunicate o non comunicate affatto e tutto fili liscio. Nella parte distruttiva dello stesso – che inevitabilmente viaggia parallela e correlativa seppur ovattata, dissimulata, irretita – auspicabilmente ridotta rispetto alla prima, viceversa, continuo a credere che la parte verbale debba cedere il passo all’altra, che si debbano sapere ottimizzare i silenzi, che si debbano nascondere a volte, come extrema ratio da riutilizzare

parsimoniosamente in tempi distinti, anche gli sguardi, che si debbano infine sfruttare le assenze, non soltanto fisiche ma anche e soprattutto psichiche. Quando il disamore, il dissapore o la disillusione cominciano a serpeggiare subdolamente o anche sine dolo (escludendo per logica operativa il dolo manifesto che non avrebbe minimamente senso) nella fenomenologia dei due, sarebbe opportuno che fra i medesimi vigano, vivano, anche infiltrati, i germi del disincanto “onesto”, una sorta di quiescenza – che non sia acquiescenza reciproca – o sospensione del sentimento, alla luce intellettuale di una mutua rivalutazione prospettica.

LA MIA ARMONIA di Stefania Leone Tutto ciò che è apparentemente contraddittorio io chiamo possibilità di vivere. Come l’armonia, spesso visibile spesso impalpabile, stato interiore infinito e mondo esterno finito e stanco. Morbida e serena concordanza di suoni o di rumori, che suscita effetti talvolta muti sui sensi. Su tutti i sensi. Piccoli occhi chiusi (azzurri quando sono aperti) e un respiro lento e incostante. Aggettivi qualificativi: rasserenante, 23

spontaneo, liberatorio, spirituale. E poi…. capisco di percepirla come effetto, non ne conoscevo la causa? Da una rigida e perfetta unione di enti concreti e spaziali nasce l’armonia e con lei la musica. Un sapiente è certo di questo. Allora altri aggettivi qualificativi: rigoroso, ordinato, meccanico, numerato. Prima sensibile ora razionale. Guardo l’orologio. Ricado nella contraddizione, così ricomincio a vivere.


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KIWANIS International -

Distretto Italia - San Marino di Veronica Montoneri

Domenica 13 Gennaio a Nicolosi (CT), presso il Centro Congressi, nelle ore antimeridiane, si è tenuto un convegno studi sul tema IL KIWANIS CHE VERRÀ. I relatori di tale convegno , che, in tale forma non si teneva da decenni, sono stati:  Nicolò Russo (KC Giarre): Le finalità de Kiwanis sono attuali?  Giancarlo Bellina (KC Siracusa): Il Kiwanis può attrarre le nuove generazioni?  Giuseppe Lombardo (KC Nicosia): Il Ki wanis come club service è ancora attuale?  Gianfilippo Muscianisi: moderatore. I soci delle Divisioni Sicilia 1, 2, 5, Sud-Est (Luogotenente gov. Dott. Franco Valenti), fra cui, in gran numero, quelli dei clubs della provincia di Siracusa, hanno arricchito l’evento della loro presenza, ma soprattutto di interventi sensati e costruttivi a favore della concretizzazione e della congiunzione del lavoro dei singoli clubs con organizzazioni internazionali come l’Unicef. In poche parole, il Kiwanis international si avvia a scrollarsi del vecchio retaggio per diventare un “giovane” centro virtuale di raccolta di soci realizzati e capaci di realizzare opere costruttive per la vita altrui, specialmente per la vita dei bambini disagiati e sofferenti, quelli che sono vittime della fame, delle malattie tipiche dei Paesi sottosviluppati, quali il TETANO NEONATALE, che miete vittime o 24

gni nove minuti, per mancanza di misure igieniche e di quei due dollari necessari per le tre dosi di vaccino necessarie a salvare una mamma e un neonato. Il Governatore italiano Roberto Garzulli, il cui motto è “Essere per Crescere”, alla fine del convegno ha ricordato come il Kiwanis Italia va adeguato alle esigenze pratiche di oggi, abbandonando la “forma” a favore della sostanza, come i soci debbano scendere in piazza a rimboccarsi le maniche per far conoscere i progetti nazionali e internazionali a cui lavorano e coinvolgano con spiegazioni e motivazioni l’intera comunità per aiutare i bambini più svantaggiati. Un lavoro che si espande a macchia d’olio può dare risultati soddisfacenti e inaspettati: le scuole della provincia di Siracusa hanno aderito al progetto internazionale ELIMINATE, a fianco del Kiwanis e dell’Unicef, contro il tetano neonatale, già dallo scorso anno con raccolte fondi e seminari informativi; il 2013 si prospetta un anno ricco di adesioni di studenti e docenti per una causa che ha conquistato i cuori e le coscienze.


UN DOLCE PER LA VITA di Cinzia Spadola Una “Buona” Iniziativa di Solidarietà degli Studenti del Liceo Archimede

Durante la settimana di autogestione gli studenti del Liceo Archimede di Rosolini hanno svolto attività diverse: approfondimenti, aggiornamenti, dibattiti, lavori di gruppo, su argomenti selezionati tra quelli più vicini ai loro interessi, anche se non sono mancati momenti di svago. La vera novità di quest’anno però è stata l’apertura alla solidarietà che si è concretizzata in una buona iniziativa: il concorso «Un dolce per la vita» al quale ogni studente poteva partecipare presentando un dolce fatto in casa. A giudicare, secondo severissimi parametri(gusto, estetica, genuinità degli ingredienti ecc. ecc.) una giuria d’eccezione formata da cinque docenti del Liceo che, armati di palette numerate hanno dato i voti, ma non come al solito tramite verifiche orali o scritte, questa volta hanno valutato l’assaggio. I primi tre chefs classificati sono stati premiati con utensili per incentivare il loro talento: presine, stampi e mestoli. Dopo la premiazione si è proceduto alla vendita dei dolci a tutti gli studenti e al personale della scuola, dirigente compreso. Ma la parte più dolce del 25

concorso ha riguardato la destinazione del ricavato della vendita che, come previsto dal regolamento, è andato ad una bambina di Rosolini bisognosa di cure molto costose. Centonove sono gli euro consegnati alla Caritas che si è incaricata di far pervenire al più presto la somma alla famiglia, in partenza per un viaggio della speranza a Milano. La lode ai liceali dell’Archimede è d’obbligo perché, in una società sempre più orientata all’ individualismo, fa tanto bene al cuore vedere i giovani impegnati a mettere in campo la loro sensibilità condita con una buona dose di altruismo. Visto poi che chi scrive è una prof, si concede anche un simbolico bacio in fronte agli studenti che, con un gesto semplice ma concreto, ci ricordano che anche noi adulti abbiamo tanto da imparare, e questa volta una buona lezione ce l’hanno data proprio loro.


EDUCARE: una comunicazione di sè, del proprio modo di

rapportarsi col reale di Salvo Grillo

Scrivo, e l'sms ordinativo del Redattore mi dice di essere stringente, mentre incalza la furia delle mille cose che vorrei condividere sul problema educativo. Cercherò allora di abbracciare, pur nella asistematicità di un breve intervento, quante più questioni possibili nella speranza di suscitare, almeno, un dibattito sul tema.

Educare è comunicazione di sé, del proprio modo di rapportarsi col reale. Sarei tentato di chiudere qui, con questo semplice assunto, provocatorio per certi versi. Se infatti si è nichilisti si veicola il nulla, se si è cinici è il cinismo che, vuoi o non vuoi, trasmettiamo; se invece la vita è per noi un fascio di dubbi e sospetti sarà l'errore epistemologico dei dubbi e sospetti che daremo al giudizio dei nostri alunni. Da dove deve partire, allora, una vera proposta educativa? Ebbene non si può rispondere a questa domanda se non si è in grado di dire chi è l'uomo. È dalla riposta ad essa che si gioca tutto! Ontologicamente l’uomo è strutturato come essere – in - relazione e vibra in virtù d’una domanda di senso che strutturi e fondi l’io. In qualunque condizione ci troviamo è sempre l’impatto col reale che desta la nostra umanità, il nostro desiderio di compimento e lo rende carico di attrattiva. Lungi dal restare indifferenti, noi siamo originalmente attratti dalla bellezza del reale. Il criterio di giudizio di una azione pedagogica valida è, allora, la corrispondenza di una proposta con l’esigenza originaria del cuore (affettività e ragione), con la possibilità che la stessa proposta veicola nella introduzione alla realtà totale. È questo che impedisce che l’uomo sia ridotto ai suoi antecedenti biopsichici o sociologici. Quanto più siamo in modo esperienziale invischiati con la nostra proposta educativa, tanto più realizziamo la nostra umanità, costruendo cattedrali di uomini liberi. L’uomo è una totalità di fattori, che piaccia o no. Un impianto pedagogico che guardi l’uomo e non le ideologie non può, dunque, non partire da queste premesse. Se infatti il termine di una educazione fosse la società, il lavoro, una ideologia, allora l’identità dell’uomo sarebbe ristretta in un ruolo da svolgere. Ma se il termine è la realtà che muove la libertà, allora l’uomo è chiamato ad essere se stesso e a confrontarsi con la realtà del mondo e sua, scoprendone la bellezza, la varietà, la complessità e, soprattutto, il senso. Al fondo l’educazione è l’incontro di due libertà, in cui l’io di chi educa si coinvolge con l’altro e le libertà di entrambi sono sfidate. Proprio perché è la libertà ad essere messa in gioco il rapporto educativo passa dalla prova del rischio: il rischio apre la libertà ai suoi orizzonti, senza riduzioni o moralismi, e fa si che la formazione di un uomo nuovo, cui ogni educazione aspira, sia adeguata alle esigenze vere del cuore (nel senso semitico del termine, cioè cuore come affettività e ragione). C’è un intrinseco legame tra libertà, capacità di giudizio e identità personale. Questo legame mette in luce una dimensione essenziale dell’educazione, la formazione della coscienza critica. Scrive Hermann Nohl, uno dei padri della 26

pedagogia moderna che educatore è colui che rappresenta il senso della gioventù contro le pretese autoritarie della società. Occorre avere una grande stima per la giovinezza, che non è solo una età della vita, ma anche un atteggiamento del cuore, è l’invito a resistere contro le pretese autoritarie attraverso una serrata lotta contro i pregiudizi. Occorre avere un amore disinteressato alla verità. Il giovane non è l’anello di una catena biologica, storica e culturale, ma è un novum, un’irripetibile novità, che rivive e passa al setaccio la storia del genere umano. Egli è l’inizio dell’inizio, come scriveva Guardini. Se lo scopo dell’educazione è la libertà della persona, dentro un rapporto, essa non può ridursi alla formazione del buon cittadino, dell’utile lavoratore dell’individuo moralmente corretto. C’è una grandezza dell’uomo che l’educazione deve privilegiare. La vita non è un nulla riempito da distrazione, ma una positività in cui l’uomo si incammina. Educare, dunque, non è l'esercizio di “tecniche”, ma un rapporto vero e autentico, in cui l'educatore è in primis profondamente invischiato con la propria umanità e con le esigenze vere del cuore. Diversamente si è ripetitori inconsapevoli dei gusti della ideologia dominante, si diventa omologanti, non si è in grado di assumersi la fatica di un rapporto pieno in cui l'amore per il vero precede ogni pregiudizio: infatti il pregiudizio è la via per la omologazione culturale, come diceva Pasolini. La forza di un pregiudizio è tale non perché sia dotato di ragioni – ne è privo – quanto perché è ripetuto. Un’opinione, anche se infondata, se ripetuta innumerevoli volte, finisce per essere considerata attendibile e vera. Il rapporto educativo è la realizzazione piena del rapporto con un altro, con un tu, per il quale sono accolto come dono e costituisce esso stesso dono, assieme al quale diamo senso e direzione al reale, di cui occorre fare criticamente esperienza. Fare esperienza non significa soggettivisticamente un “provare”, ma un rendersi consapevoli, capire, calarsi nella realtà. Di qui la necessità che il giovane faccia esperienza delle cose che gli si dicono, perché ciò che diventa esperienza è accettato come vero. Il fenomeno educativo si gioca in un presente, in un rapporto io – tu. La comunicazione educativa, a differenza di quella “orientata” e massificante, ha la peculiarità di essere un servizio alla persona nella sua libertà. L’educazione, dunque, non potrà avere un carattere “neutro”, nella misura in cui si concepisce come riferita alla persona, alla sua originalità, alla sua irriducibile singolarità. Qualunque tipo di approccio scientifico o pseudoscientifico, che prescindesse da questo termine di riferimento sarebbe inconsistente.


MEDICINA

L’INFLUENZA a cura del Dott. Antonino Azzaro L’influenza è una malattia infettiva respiratoria, acuta, altamente contagiosa e altamente diffusiva, ad andamento epidemico e pandemico, determinata dai mixovirus influenzali e principalmente dai virus di gruppo A e B, più raramente C. Premetto che non tutti i brevi episodi febbrili devono essere ritenuti influenza, come comunemente si crede. L’influenza è, infatti, una malattia ben precisa anche se non ha sintomi caratteristici. Causata da un virus , si trasmette con grande facilità ed estrema rapidità e può interessare interi continenti. Nel nostro secolo si sono verificate alcune grandissime epidemie, anzi, pandemie che, hanno colpito quasi la totalità del mondo. Cito: la “Spagnola” nel 1918/19, l’ “Asiatica” nel 1957 e la “Russa” nell’inverno del 1964/65. Nei periodi intervallari, il virus vive come ospite di animali, secondo alcuni, di roditori secondo altri di suini. L’Asia è il serbatoio più importante e le epidemie iniziano quasi sempre da questo continente e si propagano, in breve tempo, per tutto il mondo data la facilità delle comunicazioni e il numero di persone che viaggiano. Si pensi che, per avere un’idea della rapidità con cui si propaga l’influenza, in Italia durante l’epidemia dell’”Asiatica”, l’Alto Commissariato di Igiene e Sanità ha registrato, dal 01 ottobre al 10 novembre del 1957, ben 1.349.100 casi di influenza. Ma cos’è che viaggia attraverso i continenti cogliendo l’umanità completamente indifesa? Come prima detto, è un virus di forma rotondeggiante dal diametro di 100 milionesimi di mm. Però, dire un solo virus non è esatto, perché esistono vari tipi di virus influenzali. In genere ogni epidemia è provocata da un virus diverso da quello che ha causato la precedente e in una stessa epidemia si notano, secondo le zone, lievi differenze tra un virus e l’altro. Ad esempio, nell’epidemia del 1957 si distinguono: il ceppo Singapore, il ceppo Formosa e il ceppo Japan. Il virus viaggia rimbalzando da un individuo ad un altro; la trasmissione è diretta, da uomo a uomo, da malato a sano, attraverso le microscopiche goccioline di saliva che vengono emesse parlando o, ancor più, tossendo e starnutando. Il virus entra nel sano con l’aria inspirata, la malattia ha così inizio. Il virus dell’influenza, infatti, non perdona e tutti sono sensibili alla sua azione. Penetranto nelle vie aeree si fissa alle mucose, entra nelle cellule e qui si riproduce con una impressionante rapidità. Nel giro di qualche ora i pochi virus entrati sono già diventati miliardi. Per questa sua rapidità, di diffusione e di riproduzione, passa pochissimo tempo dal momento dell’infezione all’inizio dei sintomi veri e propri, che in genere si hanno 24 ore o due tre giorni dopo. Sintomi. L’inizio della malattia è brusco e quasi sempre identico nei vari soggetti: malessere generale a volte con vertigini e mal di testa, brividi e febbre che sale rapidamente a 39-40 C. Il sintomo più tipico è la stanchezza profonda, agli occhi viene accusata una noiosa sensazione di bruciore, dolori in tutto il corpo ma soprattutto nella colonna vertebrale, nel torace e nei muscoli, poco appetito e a volte vomito. Di tutti questi sintomi generici, a volte prevale l’uno e a volte l’altro. Solo la stanchezza è quella che rimane per lungo tempo. Sempre presenti sono i fenomeni catarrali, rinofaringei, ipersecrezione seriosa all’inizio, poi siero mucoso, secchezza e bruciore alla gola, dolore forte retro 27

sternale, voce rauca, tosse secca e stizzosa. Dopo 2-4 giorni, la febbre cala con sudorazione, la sintomatologia generale e catariale regredisce. Persistono a lungo, l’astenia e la tosse. Esistono accanto a questa forma, che è la generale, altre forme cliniche che possono essere attenuate e forme ipertossiche con agitazione psicomotoria, stato delirante, ipotensione arteriosa, e iperazotemia. Nei bambini si possono avere forme enteritiche con diarrea profusa. A questo punto dobbiamo riferire delle complicanze dell’influenza che sono le più dannose e serie. Queste complicazioni si hanno in genere nelle persone anziane, negli alcolizzati ed in soggetti già precedentemente ammalati o comunque in cattive condizioni di salute. Tali complicanze consistono nella broncopolmonite, in complicanze a carico del cuore del s.n.c. che possono condurre anche a morte. (Da notare che durante l’epidemia del 1918 morirono circa 20 milioni di persone). Profilassi. Si basa principalmente sulla immunizzazione con vaccini inattivi o costituiti da un virus ucciso. È necessario che il vaccino, somministrato in genere per via intramuscolare, a volte anche per via nasale, contenga i diversi tipi di virus, e in particolare quello cui è dovuta l’epidemia in corso. La durata della protezione vaccinale è relativamente breve. Dobbiamo dire che l’influenza, una volta contratta, non lascia una immunità duratura, vale a dire che l’organismo produce sostanze che bloccano il virus solo per un breve periodo di tempo. C’è un’altra considerazione da fare, come si è già accennato, il virus responsabile di ogni epidemia è in genere diverso da quello che ha provocato la precedente, per cui gli eventuali anticorpi formatisi allora sono diventati inefficaci per combattere la malattia in corso. Alcuni tra i più grandi flagelli dell’umanità dei secoli passati, per esempio, le epidemie del vaiolo, altre che per la maggiore igiene sono stati debellati grazie alle vaccinazioni per il fatto che il virus che determina il vaiolo è sempre lo stesso, ma non è sempre lo stesso, anzi è sempre diverso, per l’influenza per cui la vaccinazione antinfluenzale protegge contro quel dato ceppo di virus. Cosa dire… Non c’è niente da fare contro l’influenza? Agli effetti d’una prevenzione assoluta no. C’è, però, come detto in precedenza, la possibilità della vaccinazione, ma il vaccino protegge solo per quel dato ceppo. Col tempo si hanno mutazioni genetiche nel tipo originario di virus per cui si può di nuovo prendere l’influenza alla prossima epidemia. Quindi, caratteristica dei virus influenzali è appunto la grande variabilità antigenica, per cui l’immunità conferita da un attacco di influenza o della vaccinazione è di durata più o meno breve (da qualche mese al massimo un anno) ed è limitata al ceppo di virus in causa. Consigli. Quando l’influenza incomincia a propagarsi, sono da evitare i luoghi affollati e soprattutto bisogna proteggersi dal freddo. Questa è una precauzione di grande importanza per evitare le complicazioni, che sono il vero ed unico pericolo della malattia, di per sé, come si è detto, assolutamente benigna. Se si è stati colpiti, si dovrà fare una convalescenza sufficientemente lunga ed evitare strapazzi dell’attività e soprattutto sarà necessario che questa sia graduale. L’alimentazione dovrà essere facilmente digeribile, ma abbondante. Il medico provvederà con la somministrazione di prodotti vitaminici e ricostituenti ad aumentare le difese organiche contro le complicazioni.


A CURA DELL’EDITORE Musica e… origini Gli argomenti trattati non sostituiscono quelli dei testi usati nelle istituzioni musicali, ma possono essere un valore aggiunto ed un utile coadiuvante per coloro che si preparano per gli esami di storia della musica, di abilitazione in musica e nello strumento musicale o per simpatizzanti della nobile arte.

La nascita della musica ha appassionato non solo i diretti interessati (etnomusicologi) ma anche studiosi di altre discipline: filosofi, matematici, pedagogisti etc... Tanti si sono cimentati per formulare una propria teoria sulle origini della nobile arte e tanti hanno formulato ipotesi: Spencer asserì che la musica avesse avuto origine dall’energia vitale che è dentro ogni uomo, quindi espressione di sentimenti; Wallachek e Bucher posero il ritmo alla base delle origini della musica; Torrefranca affermò che i suoni vocali (ad esempio un urlo, più volte ripetuto e quindi con diversi intervalli) siano stati il primo passo verso l’origine della musica; Darwin, in relazione alla sua teoria dell’ evoluzione, considerò l’origine della musica associandola al canto dell’uomo come imitazione dei richiami degli animali, soprattutto quando questi si trovavano nella stagione degli amori. Considerando che il problema delle origini della musica si è posto nella metà dell’800, era, a mio avviso, più un falso problema che un problema reale poiché non è possibile trovare una soluzione razionale o logica nel fervore di tal periodo (positivismo), anche perché le ricerche e le

risposte o presunte risposte venivano messe in relazione con la nascita di nuove invenzioni, come il fonografo. Detto ciò ci si chiede: ma allora la musica come è nata? Quando parliamo di origini della musica, dobbiamo pensare ad un sistema disordinato e squadrato che nel tempo diventa ordinato e quadrato. Per meglio dire, si pensi ad un bimbo appena nato, la prima cosa che fa è piangere, poi emette piccoli suoni ed infine parla. Ora, se trasportiamo ciò che è stato detto e lo mettiamo in relazione con il suono (effetto dato da vibrazioni regolari) e il rumore (effetto dato da vibrazioni irregolari) e facciamo un passo indietro, ovvero, alle origini della nostra terra, o meglio ancora, al big bang, a quell’esplosione che è stata l’origine della creazione delle galassie e del nostro pianeta, viene più semplice formulare una possibile ipotesi sulle origini della musica. Il big bang con la sua esplosione ha creato un boato, il boato ha generato un rumore, il rumore ha dato origine ad una musica. Una musica disordinata, squadrata, stonata o come dir si voglia ma pur sempre musica. Perché? Perché la musica non è fatta solo di suoni ma anche di rumori.

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ENIGMUSICALE a cura di Luigi Fiorentini Le iniziali delle risposte esatte daranno il nome e il cognome di un grande musicista italiano. 1 - Prevede voci impostate 2 - Superano 20.000 Hz 3 - Può essere congiunto o disgiunto 4 - Vi nacque J. S. Bach 5 - La nazionalità di Henry Purcell 6 - Ha sei corde 7 - Compose un celebre "Messia" 8 - Il nome di Grieg 9 - Il teatro di Parma 10- Non si ottiene con un intervallo 11- Trattò la dodecafonia 12- La patria del Pianoforte 13- Il grande violinista Paganini 14- La città di "Frà Diavolo"

Lirica Ultrasuoni Accordo Germania Americana Mandolino Bach Peter Régio Diesis Berg Italia Marcello Adria

Musical Decibel Intervallo Austria Inglese Chitarra Haendel Edvard Massimo Unisono Chopin Germania Niccolò Itri

CHIAVE:…………………………………..……...

RISPOLVERA LA MEMORIA a cura di Luigi Fiorentini Le iniziali delle risposte esatte daranno il nome e il cognome di un noto maestro di banda del passato.

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18.

Il compositore torinese Casella Vi nacque Pietro Mascagni Strumento baritonale di ottone Vi risiedeva un “barbiere” dell’opera La terza parte di una Fuga Un movimento moderato La città con il teatro “S. Carlo” Modificò una nota musicale Compose un celebre “Bolero” Il più piccolo della banda Vi morì Richard Wagner Beethoven le dedicò un brano Il clarinetto piccolo il Lab La terra di Mulè e di Mannino Il clarinettista Cavallini Personaggio donizettiano La nota del diapason Inventò il flauto basso

Alfredo Cerignola Sarrusofono Siviglia Coda Andante Napoli Doni Debussy Ottavino Zurigo Elisa Sestino Calabria Giacomo Lucia Fa Donner

Flavio Livorno Euphonium Venezia Stretto Sostenuto Firenze Zarlino Ravel Sistro Venezia Silvia Quartino Sicilia Ernesto Isotta La Albisi

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