Il pegaso 3° trimestre 2013

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IL PEGASO ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE STUDIOMUSICALICATA EDIZIONI MUSICALI

bozzetto di Oriana Montoneri

ISSMA DI SIRACUSA MAESTRI INFIORATORI DI NOTO


SOMMARIO Pag. 1

La storia Musicale a cura del Direttore

Pag. 15 New Classical Ballet of Moscow

La scrittura musicale, Guido D’Arezzo...

La bella addormentata

Pag. 2

La vocalità di Verdi a cura di G. Venuti

Pag. 16 Maestri Infioratori di Noto

Pag. 3

Banda Musicale: percorsi preferenziali Pag. 17 Santa Cecilia, ispirazione ed estasi della da intraprendere di Giancarlo Aleppo

Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 9

Pag. 10

Musicisti… brutta razza! L. Fiorentini Piemme Studio , casa discografica Duo Federico Parisi - Angela Romeo Ass. “Vivaldi “ (Accademia Di Musica) San Marino Concert Band

Cecilia di Raffaello come… di F. Fidotta Pag. 18 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 22

Tutto Banda/Orchestra, manuale di

Pag. 23

studi musicali di Giancarlo Aleppo

Pag. 24

Banda musicale nuova ass.ne di Melilli

Pag. 25

Litotipografia - “Studiomusicalicata” Il Cinema Nero di Atom… di F. D’isa Kim Rossi Stuart: anche come... di F. D’Isa Parallelismo fra Manzoni e Leopardi Per un antropopoiesi… di Salvo Grillo Premio “Carrubbo D’Oro” 2013 a Rosolini Il ricordo antologico di Stefania Leone Issma, Istituto di Studi Strumentali...

IN QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO Cinzia Spadola

Francesca Fidotta

Giancarlo Aleppo

Corrado Calvo

Francesca Lo Savio

Giovanni Venuti

DIREZIONE, REDAZIONE, GRAFICA,

STUDIOMUSICALICATA

IN REDAZIONE FRANCESCO D’ISA (caporedattore)

Edizioni Musicali di Alicata Gaetano

LUIGI FIORENTINI

Sede Legale: C. da San Giovanni Lardia - 96017 Noto

PIERO MONACO

Sede Commerciale: Via A. Brancati,106 - 96018 Pachino

ROSSANA CAMPISI

Tel: 328.4650606 Fax: 0931.1846143 Registrazione: Tribunale di Siracusa n.° 16 del 23.12.2008


MUSICA

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LA SCRITTURA MUSICALE, GUIDO D’AREZZO E LE SUE INNOVAZIONI Gli argomenti trattati non sostituiscono quelli dei testi usati nelle istituzioni musicali, ma possono essere un valore aggiunto ed un utile coadiuvante per coloro che si preparano per gli esami di storia della musica, di abilitazione in musica e nello strumento musicale o per simpatizzanti della nobile arte.

La notazione musicale è il sistema di scrivere la musica attraverso dei segni. Quella che adoperiamo fino ad oggi risale alla fine del 16° secolo. Però è anche vero che, durante i secoli precedenti, furono sperimentate diverse forme di scrittura musicale: la più antica, ma non del tutto decifrata, è quella babilonese, che nacque 2000 anni prima della venuta di Cristo; la notazione alfabetica, usata soprattutto dai Greci; e la notazione neumatica, dal nome greco “néuma” = segno o cenno; adoperata nel medioevo, pare che la sua nascita si aggiri verso il 680. Alcuni teorici, invece, affermarono che il nome di questa notazione deriva non da néuma ma da pnéuma, che significa spirito, soffio o accento. I néumi venivano disegnati sul rigo musicale, che in origine era costituito solo da una linea. Seguì un periodo dove le linee diventarono 2, poi 3 fino a quando si stabilizzarono a 4, formando il tetragramma, rigo musicale dove, ad oggi, viene eseguito il canto gregoriano. C’è da dire, però, che questo è il periodo della polifonia, stile, che aveva la necessità di avere una notazione che oltre al suono esatto desse anche il ritmo. Così, verso il 1200, dalla notazione neumatica si sviluppò fino al 1600 la notazione mensurale, ovvero misurata, detta anche diastematica. Questa, prima, venne soprannominata notazione mensurale nera e, dopo, notazione mensurale bianca. I principali segni della notazione diastematica furono: la màxima o dùplex longa, la lònga e la brévis. Il più importante teorico della musica medioevale fu Guido d’Arezzo. Questo personaggio simpatico

(ma non a tutti per il suo carattere scontroso) era un monaco benedettino. Nato a Pomposa, vicino a Ferrara (secondo altri ad Arezzo o addirittura in Francia), tra il 995 e il 997, divenne noto per le sue nuove dottrine musicali:  stabilì il rigo musicale da 4 a 5 linee dando origine al moderno pentagramma, che fissa l’altezza esatta dei suoni;  inventò la solmisazione o il sistema esacordale basato sulle prime 6 sillabe dell’inno “Ut Quéant Làxis” di Paolo Diàcono: “ut”, in Italia, divenne “do”, prima nota della scala. Tale sistema diede origine al nostro solfeggio, pratica di chiamare i suoni con determinate sillabe.  inventò la mano guidonica, semplificazione degli esacòrdi sulla mano;  utilizzò nuove alterazioni che diedero origine alla musica ficta, sistema che usciva dall’ambito della scala naturale ed entrava nella stessa scala, anche se trasportata con intervalli diversi. Per meglio dire, mediante l’uso di alterazioni dava la possibilità della trasposizione a qualunque intervallo dei suoni della scala naturale. Per le sue innovazioni nel campo musicale ebbe il riconoscimento da Papa Giovanni XIX. Morì, priore del convento dei Camaldolesi, ad Avellano, il 17 maggio del 1050. Tra le opere teoriche, sicure, che ci ha lasciato si ricordano: il Micròlogus, le Régulae de ignoto càntu e la Lettera a Frate Michele. In dubbio un trattato dal titolo le Règulae Rhytmicae.

a cura del Direttore Gaetano Alicata


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LA VOCALITA’ DI GIUSEPPE VERDI Verdi, definito dai suoi contemporanei (sostenitori della vocalità di Rossini) "Attila delle voci", non segue lo stile neoclassico rossiniano che prevede il "pezzo chiuso" con fraseggi melodici, coerenza ritmica e tonale. Propone, invece, un nuovo fraseggio, che presenta alternanza di canto, ora spianato, ora incalzante, sostenuto da una orchestrazione spesso omofonica ed omoritmica, costringendo i cantanti ad una emissione stentorea per non essere "coperti". Verdi è un genio scenico che descrive con le sue melodie stati d'animo che, alternandosi, danno la sensazione di un "quasi" realistico fraseggio parlato. E' certo che Verdi impegna, localmente, l'artista sotto l'aspetto respiratorio per l'alternanza di "canto piano" e "canto declamatorio" quasi sillabico, ovvero "canto estatico". Per questo essenziale motivo, il canto verdiano deve essere interpretato valorizzando il testo letterario. Ogni frase ha un suo assunto e la respirazione deve essere costantemente controllata dal momento che risulta aritmica. Il canto verdiano ha il potere di coinvolgere esecutori e pubblico. Certo è che il canto, quando è marziale o patriottico, si propone con una emissione scandita e stentorea. I critici concordano nel classificare la vocalità verdiana in tre diversi periodi: la giovinezza, la maturità e gli ultimi lavori. Nel primo periodo fino allo "Stiffelio" adotta (sia per il tenore sia per il soprano) schemi d'impronta belliniana o donizettiana, alternando canto vigoroso "sillabico" per momenti passionali e canto "melismatico" per momenti teneri ed affet-

tuosi. Verdi, sulle orme del precursore Donizetti, valorizza in modo definitivo il ruolo del baritono (non un bassocantante) considerando questa vocalità molto espressiva e realistica. Ciò si nota in ruoli di "Vilain" o di genitori e amanti gelosi (Nabucco-Rigoletto-Trovatore). Il basso invece è, in Verdi, quasi sempre un personaggio ieratico o senile. Nel secondo periodo si nota una migliore melodicità ed una impronta più accorata. C'è chi rileva una dedizione alla voce, vista da Verdi come lo strumento per eccellenza. Nella "Luisa Miller", Rodolfo ha una cantabilità fra il "tenore di grazia" e il "tenore di forza". In questo periodo Verdi impiega il "mezzosoprano" ed il "contralto" sottolineando con questa voce l'età senile o il carattere perfido. Questo è detto "mezzosoprano drammatico verdiano". Nel terzo periodo si nota l'eliminazione dei fraseggi melismatici, il soprano ha sempre canto sognante e amoroso, il tenore ha una tessitura calda ma quasi baritonale, il baritono ha sempre ruoli di primo piano (Jago-Falstaff). Il mezzosoprano rivaleggia con il soprano (Eboli Amneris). La vocalità prelude a tratti con lo stile successivo del realismo verista.

Gianni Venuti


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BANDA MUSICALE: PERCORSI PREFERENZIALI DA INTRAPRENDERE In Italia la musica bandistica è sempre una espressione interessante che ha ancora risorse da scoprire, ma che non riesce ad allinearsi a quella “impegnata”, e tantomeno a quella commerciabile, perché mancano sia la generale coscienza dell’ aspetto qualitativo, sia la capacità, o volontà di riqualificazione dell’immagine, sufficienti a rompere l’alone di sufficienza che esiste ancora nei confronti della categoria, nonostante il costante e significativo progresso che si sta compiendo. Va anche detto, a mio personale parere, che l’Italia potrebbe e dovrebbe dare, con la innata musicalità dei suoi compositori, direttori e strumentisti, e con la loro maggiore presenza nella produzione bandistica, un notevole contributo alla qualità delle composizioni e delle esecuzioni specifiche, oggi purtroppo ancora condizionate da un retaggio esterofilo. Quali potrebbero essere le iniziative da intraprendere per accelerare il rinnovamento? A mio avviso, progetti e idee se ne identificano tanti e non più derogabili. Manca soprattutto la visione e la consapevolezza della situazione (spesso anche la preparazione) da parte di troppi musicisti che potrebbero dare molto di più, ma che per ostinazione o per paura di essere ridimensionati, non contribuiscono a rendere più attuale l’esercizio bandistico. La situazione non è affatto irrisolvibile, occorre però individuare quali siano i percorsi da intraprendere, ordinarli per priorità e affrontarli anche a rischio di impopolarità. Nello specifico proporrei dei “percorsi preferenziali” in ordine di priorità: · Formazione di una Commissione Artistica Nazionale (C.A.N.) composta da musicisti provenienti dal mondo bandistico di provata capacità e onestà professionale, integrata da personaggi provenienti da altre esperienze e competenze ma che risultino utili sia sul piano

della consulenza sia su quello dell’ immagine, che studino e identifichino i problemi più importanti da affrontare e ne pianifichino i programmi per risolverli (in questo campo l’AMBIMA nazionale si sta già muovendo in tal senso, grazie all’ intraprendenza del nuovo presidente M° Lazzeri); · Azione assidua e costante di formazione, preparazione, qualificazione e riqualificazione dei Direttori e la promozione di occasioni per effettuare Esercitazioni Strumentali per gli strumentisti; · Classificazione delle Bande Musicali e controllo dell’efficienza; · Promozione di iniziative atte a rivalutare e valorizzare l’immagine della banda musicale: esigere uno spazio, con frequenza periodica e sotto il controllo del C.A.N., di trasmissioni musicali a carattere bandistico in programmi radiofonici e televisivi nazionali da affidare a complessi prestigiosi; · Proposta al Ministero di competenza di istituzioni di corsi regolari presso Conservatori o Licei Musicali, di durata biennale, di Direzione di Banda, che, partendo da requisiti minimi di ammissione da stabilire, favoriscano un miglioramento generale delle qualità dei Direttori e di conseguenza delle Bande Musicali; · Altre iniziative come corsi, concorsi, seminari di studio, iniziative culturali, promozioni editoriali e altro, promosse in continuazione, potrebbero essere studiate e fatte seguire a quelle esposte per perfezionare la situazione bandistica nazionale indirizzandola alla dignità europea attraverso il recupero della sua personalità.

Giancarlo Aleppo


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MUSICISTI… BRUTTA RAZZA! In una realtà ricca di contraddizioni come la nostra, non c’è da stupirsi se la “contraddizione” è diventata una regola. Nell’ambito musicale, per non allontanarci dal tema, non è più una novità – o non lo è mai stato – sentir dire a un rapper o ad un semplice disc jockey di essere un musicista e poi scoprire che non conoscono neppure gli elementi basilari della notazione musicale; non di rado sentiamo affermare alla stragrande maggioranza di ragazzi e giovani di mettere all’apice della loro scala dei valori la musica ma, evidentemente, per loro, musica significa sostanzialmente ascoltarla in maniera distratta e passiva oppure solo perché è una consuetudine sentire qua e là canzoni di successo, di qualsiasi genere: leggero, rock, popolare… Quello che maggiormente dovrebbe sconvolgerci sta nel fatto che molti “veri” musicisti, quelli di un glorioso passato, hanno tenuto nascosto, talvolta, qualche lato oscuro che mortificherebbe la loro statura artistica, sminuendo quell’alone di fascino che li ha avvolti e che ci ha consentito di restarne affascinati. Tanto per soffermarci su un paio di casi, è necessario considerare quali insoliti comportamenti abbiano potuto avere menti eccelse come quelle di Verdi, Puccini, Mozart, Wagner… Se dal punto di vista musicale sono stati irreprensibili, da quello prettamente personale si potrebbe azzardare qualche osservazione! Il celebre Giuseppe Verdi, che tutti gli italiani considerano eroe nazionale e indiscusso protagonista dell’Unità d’Italia, dove si trovava mentre i suoi e nostri “fratelli” saccheggiavano il Meridione e lì mietevano vittime innocenti? Non si è reso anch’egli complice di uno dei più crudeli crimini verso un popolo debole, oltraggiato e quasi inerme? Crediamo davvero che non si sia trattato di una vera e propria azione di conquista, mettendo a “ferro e fuoco” un’intera etnia considerata inferiore, anziché di una giusta unificazione voluta da entrambe le parti? Sì, forse oggi non difenderei l’operato di una buona parte della gente del Sud – alla quale appartengo – ma questa è tutta un’altra storia! Arrogante e scialacquatore, Giacomo Puccini si portò sulla coscienza qualche imperdonabile manchevolezza! A volte si può anche sbagliare in buona fede, ma se e quando l’errore è pianificato, specie allo scopo di privare l’umanità di un capolavoro, la cosa cambia aspetto, così come quando si rifiutò di mettere in musica Il Mistero, dramma lirico di Giovanni Verga. Quando lo scrittore gli propose di musicare il proprio lavoro, Puccini in un primo mo-

mento accettò; successivamente, però, dissuaso da una delle sue tante amanti, una nobildonna milanese (tanto per dire, nobildonna), abbandonò il progetto: la donna volle vendicarsi del fatto di essere stata precedentemente rifiutata dal Verga. Come può, dunque, uno spregiudicato donnaiolo farsi dominare dal capriccio insignificante di una femmina frustrata? A distanza di qualche secolo, ho utilizzato tale dramma musicandolo, ed ora vive nel catalogo di una casa editrice di Milano; non sarà di certo all’altezza di un lavoro pucciniano, ma almeno, non giace nel buio di un cassetto. E cosa vi balza nella mente quando sentire risonare il nome di Wolfgang Amadeus Mozart? In tutta onestà, vi assicuro che non lascia indifferente: ascoltare la musica di Mozart giustifica la mia transitoria felicità! Eppure, qualcosa del suo essere uomo mi ha recentemente turbato. Egli non fece mai mistero della sua adesione ad una loggia massonica austriaca. Forse non tutti sanno, però, che nel 1738 – ventotto anni prima che Mozart nascesse –, papa Clemente XII, con la bolla In eminenti, lanciò la scomunica alla Massoneria per inconciliabilità con la dottrina cattolica. Tuttavia l’ancor giovane musicista vi appartenesse, fu insignito della medaglia di Cavaliere dell’Ordine dello “Speron d’oro”, riconosciuto dalla Santa Sede. Ma se era scomunicato per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, come poté godere da quest’ultima una così alta onorificenza? Qualcosa, a questo punto, non quadra! Per rimanere nell’ambiente germanico, non si può non chiamare in causa il grande, unico, impareggiabile Richard Wagner. Chi ascolta la sua musica avverte il sottile legame che unisce l’uomo con l’assoluto. E’ stato tanto abile quanto demoniaco, però, da inebriarci con una successione di suoni che ha poco di sublime e molto di ingannevole. Egli non fu solo un grande musicista, ma un eccellente letterato, ed è proprio nei suoi scritti – come in Religion und Kunst ed in tanti altri – che scopre l’ideologia più perfida che l’essere umano abbia mai sviluppato: il razzismo e l’antisemitismo! Fu proprio Wagner che servì da sprone alle sadiche menti di Himler e di Hitler per condurre verso la più atroce vicenda che l’umanità ricordi: l’Olocausto. In conclusione, non mi resta che ringraziare il Signore di non avermi dotato della loro intelligenza e del loro genio, così da non correre il rischio di poter nuocere al prossimo.

Luigi Fiorentini



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DUO FEDERICO PARISI - ANGELA ROMEO

Melodie immortali in una notte d'estate è il titolo della manifestazione proposta nella splendida piazza di Gaggi (Me) dal duo Federico Parisi (tenore) e da Angela Romeo (soprano) in occasione della festa del Santo Patrono. Non poteva essere scelto titolo migliore, da parte dell'associazione musicale "Il Mito d'Orfeo" di Nunzio Parisi, per l'allestimento del superbo spettacolo che l'estate Gaggese ha regalato agli amanti della musica, soprattutto classica e napoletana, presenti in massa, nonché ai fans dei due giovani artisti che sono riusciti, grazie alle loro interpretazioni, ad ammaliare il pubblico presente che, costantemente, sottolineava l’esecuzione dei brani

con continui e scroscianti applausi in un crescendo rossiniano. La serata è stata presentata con determinazione e passione dalla bravissima Nerina Scuderi, mentre la direzione artistica è stata affidata al Maestro Gianni Venuti, artista indiscusso di grande talento e fantasia ed elegante nel vivere e nel rappresentare. Lo spettacolo, che si è concluso a notte tarda, ha visto anche la partecipazione della super collaudata coppia di ballerini Miriana Mastrolembo e Carmelo Garufi della scuola di ballo "Cristal Dance". Da sottolineare la presenza dell'assessore al turismo e spettacolo Giuseppe Monte e del vice sindaco Giuseppe Cundari. Angela e Federico hanno proposto un repertorio che spaziava dalla musica lirica alla musica sinfonica; dalla musica classica napoletana a brani evergreen; da brani di musica leggera a brani a carattere romantico e latino americano. Grande plauso al maestro Dino Visalli che ha sostenuto i cantanti al pianoforte.

Rossana Campisi In alto a sinistra, Federico Parisi e Angela Romeo; in alto a destra in successione: M° Gianni Venuti, Nerina Scuderi, M° Dino Visalli, foto di gruppo


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C.F.M. - ASSOCIAZIONE VIVALDI

(ACCADEMIA DI MUSICA)

Il Centro Formazione Musicale Associazione Vivaldi nasce a Noto nel 2005 e persegue la diffusione e la pratica di attività culturali e musicali. Sotto la direzione e coordinazione di Francesco Rubino, presidente e professionista nel campo della musica, ha raggiunto la sua più alta espressione culturale - musicale, soprattutto in città, come associazione di eccezionale rendimento artistico. Promuove corsi di musica, assumendo le caratteristiche di una vera e propria accademia musicale specializzata, nel settore moderno e rassegne musicali che spaziano dal pop al rock; dal metal al blues e dalla musica moderna al jazz. Obiettivo primario della scuola è quello sviluppare l’aspetto didattico, educativo e formativo degli alunni, per questo motivo, è convenzionata con l’Istituto di Studi Strumentali Musicali “Archimede” di Siracusa. ISSMA.

RISTORANTE PIZZERIA AZIENDA AGRO - VENATORIA

“IL FALCO” Nato nel 1972, in Val di Noto, fu fondato dal Sig. Ignazio Poidomani e dalla moglie Sig.ra Antonina Gelone. Attualmente è gestito dai figli Rosetta, Silvana, Francesco e Salvatore che, in armonia, continuano a proporre i piatti unici e tipici della cucina tradizionale siciliana non tralasciando i piatti classici. La sala interna ospita circa 200 posti mentre quella esterna, in terrazza, circa 400. CONTRADA BARONAZZO - S. CORRADO DI FUORI (SR) - TEL/FAX: 0931.813080 - CELL: 329..1312956/327.6610468 EMAIL: INFO@RISTORANTEILFALCO.IT—WEB SITE: WWW.RISTORANTEILFALCO.IT ALLA SCOPERTA DEGLI ANTICHI SAPORI


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SAN MARINO CONCERT BAND

E' difficile tracciare in poche righe i cenni storici di una istituzione più che secolare: vuoi per il lungo periodo di tempo, vuoi per le tante persone che l’hanno animata negli anni e nei decenni, vuoi ancora per le innumerevoli vicende che ne hanno costellato esistenza, vita e attività. E’ preferibile, allora, cogliere qualche flash con l’intenzione di riuscire a dare l’idea della complessità, della vitalità e della capacità di coinvolgere musicanti e pubblico che la Banda di Serravalle (RSM), attraverso le varie denominazioni intercorse nel tempo, ha saputo dimostrare. Il 1894 costituisce la data, convenzionale e tradizionalmente accettata, della sua fondazione e, non essendo stato possibile reperire documentazione, plausibilmente avvenuta attraverso il distacco di un gruppo di musicanti dalla Banda Militare della Repubblica di San Marino. Del 1897 invece è la prima citazione rinvenuta, con la denominazione di "Concerto Musicale", nei verbali dell’Aringo semestrale del Comune di Serravalle; e alla stessa data è da far risalire la prima foto (generosamente offertaci in originale dalla sig.a Lea Zafferani), anche se in tale occasione nella bandiera a nastro si trova la dicitura "Banda Operaia Serravalle". Pietro Francini è il primo personaggio di spicco, vicepresidente, che il menzionato verbale del consiglio comunale registri della Banda, sempre nel 1897. Angelo Lulani risulta il primo maestro direttore; Lulani specialista di corno, era originario di Urbisaglia nelle Marche ed è confermato, almeno fino al 1899, nel già citato verbale del consiglio comunale. Nel 1906, allo storico appuntamento dell’Arengo del 25 marzo, la Banda partecipa attivamente accompagnando i capifamiglia del comune all’esercizio del loro diritto di scelta per la ristrutturazione del Consiglio Principe e Sovrano, ce lo ricordano le Cronache del tempo: Era

Serravalle che giungeva con rulli di tamburi, squilli di trombe, sventolii di bandiere: Serravalle, la fiera, la ribelle, arrivava coi suoi 200 capifamiglia e molto popolo. Accanto al nucleo attivo della Banda troviamo sempre la scuola di musica: una scuola di tipo popolare, completamente gratuita, che non comporta vincoli per l’ammissione, che non prevede esami finali, che non conferisce titoli: è tutta in funzione del necessario e continuo ricambio dei bandisti. Gregorio Masi è un altro dei maestri che ha segnato la vita dell’istituzione: ha infatti esercitato la sua funzione per ben 31 anni, dal 1927 al 1958: uomo di brillante spirito, oltre che dedicarsi alla direzione, ha lasciato una vasta produzione di brani bandistici. A questi succedette Francesco Tomassini proveniente da Serra de’ Conti nell’ anconetano: di questi il ricordo è legato alla ventata di rinnovamento che nei suoi 5 anni di esercizio ha saputo portare. Direttore di orchestre di musica leggera (nel 1964 lo si ritrova a dirigere anche sul palco del 15° Festival di Sanremo) ha saputo trasformarne il repertorio con musiche più vicine al gusto popolare e paesano inserendovi anche brani ballabili. La sua tragica scomparsa in un incidente stradale lascia un vuoto incolmabile non solo nella Banda, ma in tutto il paese. Intanto questi sono gli anni della ricrescita della Banda, sono gli anni in cui rivive il gusto di far musica, sono gli anni in cui si tengono sfilate, concerti e intrattenimenti per poco compenso: molto spesso basta la promessa di un buon bicchiere di vino con due fette di ciambella; se poi il bicchiere di vino arriva anche prima dell’esibizione, i brani vengono anche più coloriti. I direttori successivi, Samorì, Lucchi, caratterizzano la Banda secondo le loro specializzazioni e i loro gusti artistici. L’ultimo rinnovamento lo ritroviamo in quest’ultimo anno, con l’arrivo del maestro Fabio Masini, e con la collaborazione della Bottega delle Voci di Cattolica (RN) che ha messo a disposizione vocalist e solisti, è stato messo in scena lo spettacolo "Nel blu" ispirato alla famosa canzone di Domenico Modugno. Per la durata di oltre un’ora, lo spettacolo propone una quindicina di canzoni degli anni ’50, o ispirate a quel periodo e, con la forza ed il calore di musica accattivante e rilassante, sa attirare platee di pubblico che, solitamente, finisce con l’unirsi al coro cantando a squarciagola il ritornello "Volare, oh, oh!".

LA REDAZIONE


TUTTO BANDA/ORCHESTRA MANUALE DI STUDI MUSICALI Profili, lineamenti teorici e pratici di cultura di base, strumentazione e direzione A cura del

M째 Giancarlo Aleppo


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BANDA MUSICALE DELLA NUOVA ASSOCIAZIONE “CITTA’ DI MELILLI”

La Banda della Nuova Associazione "Città di Melilli" diretta da Michele Netti vince il 1° Premio assoluto nella terza categoria al Concorso Bandistico Nazionale di Castelbuono svoltosi il 1 Settembre scorso. La nuova banda musicale, formata dal vecchio gruppo storico di musicisti melillesi con il grande valore aggiunto di 20 giovanissimi e talentuosi allievi dei professori della Nuova Associazione, ha raggiunto in breve tempo un raffinato livello qualitativo riversato nella magistrale esecuzione dei 3 brani originali eseguiti durante le prove di

concorso. La testimonianza concreta è stata l'assegnazione alla Nuova Banda di Melilli , da parte della blasonata giuria, del punteggio più alto in assoluto tra tutte le categorie di bande partecipanti al concorso.i brani suonati sono stati "Menhir" di F.Ledda , "Festival Suite" di A.Waignein e la marcia sinfonica "Supplica" di L.Perrini. La Banda della Nuova Associazione Musicale si è costituita nel mese di Maggio 2012 ed in breve tempo ha consolidato un giovane organico di strumentisti seguiti ed incoraggiati dai tanti professori e solisti di strumenti a fiato della Città di Melilli. Il Direttivo è formato da Salvatore Fargione (Presidente) Gregorio Marchica (Cassiere ) Vincenzo Falletta (Archivista) Bruno La Rosa (V. Presidente) mentre la consulta artistica è formata dai prof. Luigi Zimmitti, Joe Giuliano, Andrea Netti, Vincenzo Morello, Angelo Falletta, Maurizio Filandia, Francesco Netti, Marco Basile, Alfio Vasile, e Vincenzo Bafumi. La Direzione ed il coordinamento artistico è stato affidata al M° Michele Netti. L'associazione collabora con il Coro Polifonico "Juvenilia" di Melilli con il quale ha svolto diversi concerti.

4° FESTIVAL DEI MAESTRI “CITTA’ DI COLLESANO” Sabato 24 agosto, a Collesano (PA), si è svolto il 4° Festival dei Maestri, quest’anno dedicato al M° Michele Netti. La manifestazione, promossa dall’Ass. ne Musicale Pierluigi da Palestrina e sponsorizzata dal Comune di Collesano, dalla Fe.Ba.Si e dalla Regione Sicilia, ha visto la partecipazione, oltre che dell’associazione promotrice, della Banda Musicale M. Randisi di Santa Lucia del Mela (ME), del complesso strumentale Valli in Arte e dell’orchestra di fiati I Venti Armonici. I suddetti gruppi musicali si sono esibiti davanti ad un folto pubblico, proponendo esclusivamente lavori del M° Netti. L’edizione di quest‘anno è stata la quarta consecutiva, dopo la prima dedicata al M° Loreto Perrini che, per l’occasione, ha composto una marcia intitolata “Collesano”, la seconda al M° Nunzio Ortolano e la terza al M° Giuseppe Lotario, il quale, in occasione di questo appuntamento, ha composto la marcia sinfonica “Golisiana” e una suite dal titolo “Collesan Suite”. Il presidente Daniele Carlino, in un suo intervento, ha evidenziato che il Festival è un evento unico nel nostro comprensorio e nasce sia per celebrare i maestri contemporanei e conterranei che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo del patrimonio musicale in genere e sia per svolgere una funzione non soltanto artistica ma anche educativa e sociale e, nel contempo, omaggiare personaggi di grande spessore nel panorama musicale siciliano all’insegna di quel linguaggio universale che è l’arte della musica, capace di accomunare senza distinzione di alcun tipo in un clima di profonda armonia.

Michele Netti, di Melilli, pluridiplomato e rinomato direttore di orchestra e banda e autore di brani che hanno vinto concorsi e pubblicati da prestigiose case editrici nazionali ed internazionali, in occasione della “sua” serata, ha dedicato alla Città di Collesano, Collesanofest, marcia brillante, eseguita in prima assoluta durante la manifestazione ed edita dalla casa editrice Studiomusicalicata Edizioni Musicali di Noto.

Francesca Lo Savio


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ENSEMBLE D'OPERETTA "GRUPPO ARTISTICO"

L’Ensemble Gruppo Artistico nasce nel 2003 ad opera di 4 artisti messinesi: Francesco Auditore, tenore, ha studiato pianoforte, canto artistico, didattica della musica, presso il Conservatorio A. Corelli di Messina, laureandosi anche al D.A.M.S. presso l’Università degli Studi di Bologna. Docente di musica , svolge un’intensa attività artistica, spaziando dall’opera lirica, leggera, bal tabarin, sino al mondo avvincente dell’operetta; Liliana Filloramo, soubrette, cantante di notevole capacità artistiche interpretative, svolge una notevole attività vocale nei vari generi, dalla musica leggera, jazz e R & B, appassionandosi ultimamente all’operetta;

Nino Privitera, baritono, artista poliedrico, spazia in un suo iter vocale-interpretativo nei vari campi come attore, cantante del bal tabarin, nell’opera lirica, specializzandosi nel personaggio comico dell’operetta; Carmen Costa, pianista, ha studiato pianoforte sin dalla più tenera età, laureandosi, presso l’Università degli Studi di Messina, in materie letterarie e storia della medicina. Docente di pianoforte al Conservatorio A. Corelli di Messina è stata anche direttore del Conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria. Svolge un’intensa attività concertistica, spaziando dal repertorio classico strumentale all’opera lirica, musica da camera ed ultimamente lasciandosi affascinare dal mondo dell’operetta. Il Gruppo Artistico si esibisce con un repertorio basato, prevalentemente, su brani tratti dalle più famose operette, genere teatrale e musicale nato alla fine dell’Ottocento. I maestri che lo compongono, professionisti di grande spessore, talentuosi e con lodevoli qualità sonore e grandissima presenza scenica, uniti in un’unica “anima”, sanno comunicare al pubblico passione ed emozione, cose rare in questi tempi. Gaetano Alicata

“DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE BANDE MUSICALI SICILIANE” IL 1° VOLUME DELL’OPERA COMPRENDE CIRCA 500 PAGINE, E SARA’ COMPLETO DI

FOTO, CURRICULUM E RECENZIONI DEI COMPLESSI SICILIANI, DALLE ORIGINI AD OGGI. SI CHIEDE AI RAPPRESENTANTI DEI CORPI BANDISTICI (CHE HANNO OPERATO OD OPE-

RANO NEL TERRITORIO DELLA SICILIA) DI FAR PERVENIRE II MATERIALE CARTACEO (FOTO, CURRICULUM, RECENZIONI E DATI AGGIORNATI) ALLA SEDE COMMERCIALE DELLA DITTA: - STUDIOMUSICALICATA - VIA A. BRANCATI, 106 - 96018 PACHINO(SR) - O TRASMESSI ONLINE A: STUDIOMUSICALICATA@KATAMAIL.COM

LA REDAZIONE


Pagina 14 Anno 8° - Trimestre 3° (lug-set) Noto, 15 ottobre 2013

IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

PRIMO PIANO COPERTINE

In questo numero, la casa editrice studiomusicalicata - edizioni musicali, propone le copertine di: 

 

“Giancarlo Aleppo”, metodo per lo studio della teoria e solfeggio ad uso degli studenti delle scuole musicali di ogni ordine e grado, compresi Licei, Istituti Musicali e Conservatori; “Novecento”, 1^ e 2^ serie, brani originali per banda di Giancarlo Aleppo; “Giochi in Band”, originale per banda di Giuseppe Lotario;

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“Diana”, marcia brillante di Francesco Fatuzzo; “Riccardo”, paso doble di Sebastiano Grasso; “Mariachiara”, poemetto sinfonico di Gaetano Alicata.

************************** Sul sito, www.studiomusicalicata.com, nelle news, scarica le partiture o, per quanto riguarda il metodo di solfeggio “Aleppo”, visiona parte integrante del lavoro.

LA REDAZIONE


Pagina 15 Anno 8° - Trimestre 3° (lug-set) Noto, 15 ottobre 2013

IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

1° CONCORSO NAZIONALE CITTA’ DI COLLESANO

Sabato 31 agosto, nella splendida cittadina di Collesano (Pa), è stata presentata la fase finale del 1° Concorso Nazionale di Composizione di Marce Sinfoniche per Banda “Città di Collesano”. Il Concorso, bandito il 20 febbraio scorso, seppur alla sua prima edizione, ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica e una grande partecipazione di simpatizzanti e professionisti nel settore. Le composizioni, partecipanti alla manifestazione e provenienti da diverse regioni d’Italia, sono state presentate sia da affermati sia da emergenti compositori. Il compito della commissione, composta dai Maestri Nunzio Ortolano, Giuseppe Crapisi e dal Ten. Col. Leonardo Laserra Ingrosso, non è stato facile perché i lavori presentati sono stati al di sopra di ogni aspettativa, di vero pregio musicale e pertinenti ai criteri stabiliti dal bando. I membri commissari, dopo attenta valutazione, hanno posto in cima alla graduatoria le seguenti tre marce: 1. Per la retta via, del M° Amedeo Virgulto, giovane ma titolato maestro di Sessa Aurunca (Caserta); 2. Isnellese, del M° Giuseppe Lotario, composi-

tore di Assoro (En) affermato in campo nazionale ed internazionale; 3. Marinella, del M° Giuseppe Ricotta, di Aliminusa (Pa), compositore affermato, in particolare, per lavori originali per banda giovanile. La manifestazione ha avuto inizio nel tardo pomeriggio, prima con la sfilata per le vie principali della città da parte dei Complessi Bandistici “Maria SS. dei Miracoli” di Collesano e “Francesco Bajardi” di Isnello, ospite per l’occasione, e dopo, in serata, sul palco, dove si è svolta la cerimonia di premiazione e l’esecuzione in prima assoluta delle marce vincitrici dirette dai rispettivi compositori alla presenza della Giuria. L’esperienza del Concorso, per coloro che l’hanno organizzato, per l’associazione che l’ha promosso e per tutti gli addetti ai lavori, è stata una vera crescita culturale in quanto ha fornito l’occasione di relazioni di ampio respiro, è stata mediatrice di una sana ed equa competizione, ha sperimentato nuove impronte personali date alle marce sinfoniche e ha mostrato partecipazione attiva ad un rinnovato associazionismo. I promotori della manifestazione si augurano di proporre e indire una lunga serie di sempre migliorate edizioni e porgono, agli interessati, l’invito a partecipare alla edizione del 2014.

Rossana Campisi


Pagina 16 Anno 8° - Trimestre 2° (apr-giu) Noto, 08 luglio 2013

IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

RELAZIONE ANNUALE DEL DIRETTORE Presumiamo che gli obiettivi raggiunti nel primo anno accademico 2012/13 siano stati ampiamente raggiunti e forse neanche immaginavamo che il nostro percorso didattico, iniziato a fine Novembre, avrebbe potuto portare la nostra scuola a risultati eccellenti e mi riferisco alle sessioni d’esame svolte con pieni meriti e successi presso il Conservatorio di Nocera Terinese. Per prima cosa, vorrei complimentarmi con ogni singolo docente che ha dimostrato serietà e professionalità, non badando agli orari delle lezioni ma principalmente agli obiettivi da raggiungere con impegno e tenacia, riuscendo a trasferire in maniera indolore la propria conoscenza in ogni singolo alunno. Sappiamo benissimo che, oggi, è molto difficile per un alunno intraprendere gli studi della musica colta proprio per l’influenza delle nuove tecnologie, che rappresentano una evoluzione non indifferente, ma che se applicate allo studio della musica “seria” possono dare risultati di notevole spessore. Infatti, voi ricordate che durante il percorso accademico le nostre lezioni sono state sospese per dare spazio alle nuove tecnologie, e questo perché ciò ha consentito ai ragazzi di assaporare nuove discipline, ma soprattutto applicare alla loro crescita musicale l’utilizzo dell’informatica musicale. Il nostro laboratorio d’informatica nonché lo studio di registrazione dovrà essere la nostra “ciliegina sulla torta”, essendo esso una struttura di altissima qualità, che molti ci invidiano; proprio per questo, abbiamo già progettato per l’anno accademico successivo l’inserimento di nuove discipline come la musica d’insieme, con l’ausilio di registrazioni dei programmi d’esame che ogni alunno avrà a disposizione da potere analizzare con il proprio docente. Naturalmente, il nostro consiglio direttivo ha posto degli obiettivi da raggiungere per l’anno accademico 2013/14, tra cui vogliamo pre-

annunciarvi le aperture di nuove sedi nella Sicilia orientale e nell’entroterra, visto che il conservatorio ci ha ritenuti idonei, in quanto persone di alta qualità professionale, a rappresentarlo ed onorarlo. Considerando che il nostro corpo docenti è formato da oltre 15 professori, che ritengo facciano della musica la loro professione, essi debbono essere motivati a considerare la scuola un luogo familiare. Quindi, Vorrei chiedervi un coinvolgimento in prima persona sull’aspetto collaborativo,non gestionale, ma vorremmo che il vostro impegno sia focalizzato sul divulgare la nostra struttura e renderla visibile sia qualitativamente sia fisicamente, facendo sì che possano esserci nuovi iscritti provenienti dalla vostra collaborazione. Un altro punto che mi preme discutere è la realizzazione di una orchestra rivolta ai nostri alunni ISSMA e delle scuole con noi convenzionate, che rappresenterebbe il frutto di una crescita didattica dei ragazzi, al fine di realizzare concerti, con svariate formazioni cameristiche. Naturalmente, si chiederà la collaborazione e l’integrazione dei docenti, al fine di potere dare una “corposità” sia strutturale sia qualitativa. Durante l’anno accademico 2013/14 prevediamo il completamento di una sala orchestrale dove poter realizzare le sedute di prova, ma soprattutto poter usufruire di un laboratorio di musica d’insieme. Chiaramente, noi conosciamo i momenti di crisi economica che la nostra nazione sta vivendo, quindi è giusto che voi sappiate che oggi è veramente difficile poter credere in qualsiasi tipo di attività, a maggior ragione scommettere su un’attività musicale; ebbene, noi abbiamo sempre creduto nella musica proprio perché riteniamo che sia un elemento di vita indispensabile, e proprio per questo abbiamo bisogno una forte collaborazione che ci consenta di crescere in maniera esponenziale. Il consiglio direttivo ha sempre creduto in questa attività investendo notevoli soldi senza, a tutt’oggi, avere avuto alcun riscontro economico.

Piero Monaco


DANZA

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NEW CLASSICAL BALLET OF MOSCOW

Il Balletto di Mosca New Classical Ballet è una giovane Compagnia privata di balletto russo, fondata all’inizio del 2001 a Mosca con lo scopo di sviluppare e divulgare la grande tradizione del balletto classico russo, ma anche ricercare nuove forme coreografiche. Il Corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalle migliori accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa e Perm, nonché vincitori di numerosi concorsi internazionali di balletto. La Compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni con etoile provenienti dai migliori Teatri Stabili di Mosca, San Pietroburgo ed Ekaterinburg. Il repertorio della Compagnia spazia: dallo Schiaccianoci al Lago dei Cigni; dalla Bella Addormentata nel bosco a Giselle; dal Don Chisciotte alla Cenerentola e Romeo e Giulietta. Sin dalla sua formazione il “New Classical Ballet” di Mosca è stato ospite in numerosi paesi di tutto il mondo, Francia, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Israele e Cina, riscuotendo sempre grande apprezzamento sia dal pubblico sia dalla critica. L’attuale direttore artistico della Compagnia è Arkady Ustianzev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk, vincitore di numerosi concorsi internazionali di balletto e collaboratore in qualità di solista di molte Compagnie di balletto di Mosca. Come ballerino solista è stato partner di famose ballerine russe Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova e Ludmila Semenova. Ha partecipato in tournée assieme a Massimiliano Guerra e Valentina Kozlova. L'arte del balletto è molto popolare in tutto il mondo, e può essere compresa molto facilmente dalle varie popolazioni, nonostante la loro differenza culturale. Al giorno d'oggi, l'arte del balletto diffonde il vero senso di umanesimo e di bellezza e mostra nobili azioni morali che arric-

chiscono spiritualmente le persone. L'arte della danza è parte integrante della cultura, della morale e dei costumi di tutte le nazioni del mondo. Unisce la composizione drammatica, che mostra i veri personaggi umani e la loro relazione con la musica nelle sue forme migliori, e l'arte stessa. Caratteristica fondamentale della danza, in cui sono presentate diverse arti come unità, è di dare fascino speciale e unico caratterizzando il mondo interiore delle persone. La Coreografia mantiene il ruolo di primo piano in questa unità in quanto mostra la verità. Aiuta a imparare le leggi della vita sociale in modo artistico. Ecco perché l'obiettivo della società "New Classical Ballet" è quello di mantenere il patrimonio tradizionale del balletto classico riunendo i più alti elementi classici della scuola di balletto. A Siracusa, il 6 agosto, presso l’Arena Maniace, è stato messo in scena uno dei capolavori ballettistici dell'Ottocento, “La bella addormentata”, che rappresenta il massimo dell'espressione classica, in un clima di astrazione teatrale, con più risalto dato alla danza pura rispetto alle vicende narrative. “La bella addormentata” è il fiore all'occhiello del New Classical Ballet of Moscow che, con le favolose scenografie, i costumi, le stupende musiche di P.I. Tcajkovskij e le coreografie di Marius Petipa, ha incantato il pubblico presente. “La bella addormentata” è considerato uno dei più grandi balletti della Russia imperiale.

Gaetano Alicata


FOLKLORE

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MAESTRI INFIORATORI DI NOTO (tesoriere). Nonostante l’ associazione sia di giovane costituzione, vanta un’ L’Associazione Maestri Infioratori di Noto nasce nell’agosto del 2005 con lo scopo di promuovere la conoscenza, la cultura e le tradizioni della festa dell’infiorata sia a Noto, sia in ambito nazionale ed internazionale e di coordinare e valorizzare le manifestazioni collaterali organizzate dalle Associazioni e

esperienza ventennale maturata nell’ ambito dell’ infiorata di Noto e nella partecipazione a festival, rassegne, congressi e concorsi di Infiorata a livello mondiale dove ha sempre riscosso successi, encomi e favorevoli consensi di pubblico e critica.

Comitati aderenti. Propone scambi di esperienze artistiche con le città in cui è radicata o apprezzata l’arte dell’ infiorare, nonché realizzare opuscoli, mostre, conferenze, convegni e quant’altro possa riguardare la manifestazione stessa. Presidente dell’ associazione è la Prof.ssa Vittoria Oriana Montoneri, coadiuvata da Angelo S c h e m b a r i (vicepresidente), Arianna Di Mauro (segretaria) e Salvatore Ruscica Cinzia Spadola


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SAN Ispirazione ed estasi della Cecilia di Raffaello come icone dell’atto creativo dell’artista Santa Cecilia celebrata ogni 22 Novembre da noi musicisti incarna il modello perfetto di vergine cristiana; era considerata maestra che discute e convince gli altri dell’esistenza di Cristo, cantante per antonomasia. La nobile patrizia romana la prima notte di nozze confessò al marito Valeriano che un angelo custodiva la sua illibatezza, così Cecilia convertì il marito stesso e molti altri. Cecilia detta apis melliflua (ape dalla voce di miele) fu legata alla musica dall’iconografia solo in tempi relativamente recenti: le prime rappresentazioni iconografiche della Santa non fanno alcun accenno alla musica, probabilmente è del 1325 la prima immagine che lega Cecilia alla musica. Certamente la più commovente e discussa opera d’arte che celebra la protettrice dei musicisti è l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello (conservata nella Pinacoteca Nazionale di Bologna). Raffaello dipinge Santa Cecilia con uno strumento in mano ma ella non suona e non canta, ella tace. Questo silenzio di voci umane e di strumenti terreni non fa che esaltare la bellezza della musica celeste, la bellezza di una polifonia vocale proveniente dal coro degli angeli che illumina tutto il dipinto. E’ il coro di voci angeliche che conduce Cecilia a Dio attraverso una ascesi estatica, ed è questo stato spirituale il vero protagonista dell’opera di Raffaello: ispirazione ed estasi. Cecilia si trova al centro del dipinto, ha le labbra schiuse, persa in se stessa, diviene un corpo vibrante, fonte di luce dorata e suono celeste, cassa di risonanza di una musica divina. Nel dipinto di Raffaello la musica è mistero, sensualità celeste che conduce a Dio; ma il vero mistero è come Raffaello sia riuscito ad oggettivare ciò che è invisibile, a rendere palpabile empaticamente ciò che è evanescente. Alcune ipotesi vedono la costruzione formale del dipinto tripartita secondo la filosofia di Boezio (musica instrumentalis, humana e mundana) ai piedi di Cecilia gli strumenti giacciono muti e semi distrutti (musica strumentale ovvero in quibusdam costituta instrumentis): due flauti di cui uno spezzato, sistri e cimbali, un triangolo, una viola senza corde con la tavola fracassata, due tamburelli ma uno è senza membrana, timpani insuonabili. Questi strumenti nel Medioevo cristiano erano associati alla musica da ballo, quindi al piacere sensuale, nonché a Satana. Nella sezione centrale del dipinto Cecilia attorniata da altri santi che sono stati scelti per il loro legame con l’amore e la musica: la prima a destra è Maddalena, colei che ha saputo molto amare, l’unica figura rivolta verso lo spettatore, sembra quasi invitarci all’interno del dipinto e costituire un ponte tra noi ed esso, ella non a caso è raffigurata più distante dalla Santa. Accanto troviamo San Giovanni Battista, il prediletto da Gesù, il suo testo “L’ Apocalisse” è stato una fonte di studio per l’idea di musica celeste. Sul lato sinistro in atteggiamento meditativo vi è San Paolo, profeta dell’amore, colui che nella seconda lettera ai Corinzi scrisse di aver udito “la dolce sinfonia del Paradiso”. L’altro personaggio, in mezzo tra San Paolo e Santa Cecilia, è Sant’Agostino scrittore del “De Musica”, trattato di teoria musicale e metrica. Cecilia è assorta, lo sguardo rivolto verso l’alto, sembra essere l’unica tra i cinque personaggi dipinti a percepire il coro degli angeli, tiene in mano un piccolo organo portativo ma dipinto al rovescio, alcune canne scivolano via e cadono in terra insieme agli altri strumenti muti. Assorta e illuminata, Santa Cecilia guida lo spettatore attraverso il passaggio dalla musica strumentale, a quella humana per arrivare finalmente al coro celeste. Questo coro formato da sei angeli rappresenta la polifonia vocale, considerata nel Rinascimento più nobile rispetto a quella

strumentale, che nel dipinto è raffigurata in basso e muta per giunta. Lo studioso S. Mossakowsky(1) esamina la posizione degli angeli facendo riferimento alla teoria platonico-pitagorica cioè analizzando anche i rapporti numerici tra questi: ciò che salta subito agli occhi è che tre angeli al centro cantano da uno stesso libro, uno vi poggia solo la mano e altri due sulla destra cantano leggendo da un altro libro. Questi formano tre insiemi (1 2 3) numeri primi la cui somma dà 6, cioè il numero degli angeli dipinti da Raffaello. Ma è ancora più interessante notare che mettendo in rapporto questi tre numeri perfetti si ottengono quelle che sono considerate le consonanze perfette (ottava, quinta e quarta), ovvero dal rapporto 2:1 si ottiene l’ottava, 2:3 si ottiene la quinta, 2/3 x 2/1 formano la quarta (rapporto di 4/3). Cecilia nell’Estasi di Raffaello ode una musica che va al di là della percezione fisica del suono stesso, al di là delle voci e degli strumenti, quella che Cecilia sente è la vera Musica: quella dell’anima. Ella è il tramite tra il cielo e la terra, tra Dio e l’umanità, tra l’artista e l’osservatore, è uno strumento ella stessa e la sua estasi non è altro che una propensione dell’animo umano. Quando il musicista o l’ascoltatore trascende dai numeri, da scale, intervalli, proporzioni, consonanze e dissonanze, quando cioè l’anima compie solo inconsciamente i calcoli che regolano il sistema armonico e l’universo stesso e la musica arriva all’anima attraverso il piacere sensibile, quando quest’ultimo prende il sopravvento, allora le corde dell’animo vibrano in una polifonia estatica che invade fino a far si che l’essere umano stesso diventi uno strumento musicale, uno strumento di comunicazione che empaticamente vibra con l’animo umano altrui. Questa Musica, questa condizione dell’animo umano ha bisogno del silenzio terreno, proprio come nel dipinto di Raffaello gli strumenti tacciono in terra, ha bisogno cioè di una predisposizione dell’essere umano che non sia materiale, esteriore, superflua; una condizione di superiorità dell’intelletto ma soprattutto dello spirito, una condizione forse, addirittura di “santità” come sosteneva il grande filosofo Schopenhauer. Egli considera la contemplazione dell’arte uno dei rimedi per annullare temporaneamente l’effetto della “volontà” che porta l’uomo al dolore e alla sofferenza. Ma solo il “santo” raggiunge l’elemento capace di calmare la volontà, tramite uno stato ascetico di quiete che spegne l’istinto di desiderare, di conseguenza spegne anche il dolore. Santa Cecilia rinuncia al desiderio e si rivolge all’amore divino attraverso la musica celeste. Raffaello attraverso l’Estasi di Santa Cecilia rappresenta “l’immagine sensibile” della conversione dell’uomo dalla volontà alla saggezza(2), nonché, incarna il momento di “ispirazione pura”, come lo definì il compositore F. Liszt: il momento in cui il compositore vede nascere nella sua mente “forme divine inafferrabili”. Il momento dell’estasi dell’artista è un privilegio divino di cui non tutti possono godere, quando cioè gli occhi sono persi nel vuoto ma in realtà sono fissi verso la “visione di forme inafferrabili”, quando “le braccia cedono sotto il peso di una beatitudine ancora sconosciuta” e questo stato d’estasi rappresenta “l’impotenza umana in lotta col desiderio e la pienezza della sua partecipazione ai misteri infiniti”. E’ in quel momento che il vero artista sente “che non potrà rendere partecipi gli altri uomini al banchetto celeste al quale è stato chiamato”(3). 1‐ S. Mossakowsky Il significato della Santa Cecilia di Raffaello, in Indagini per un dipinto, la Santa Cecilia di Raffaello, ed. Alfa, Bologna, 1983 2‐ Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, Milano, Mondadori, 2000 3‐ F‐ Liszt, Confessioni di un musicista romantico, a cura di Luigi Cortese, Milano, Minuziano, 1945

Francesca Fidotta


È ANCHE LITOTIPOGRAFIA CENTRO STAMPA


CINEMA, CULTURA, RELIGIONE e STORIA

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IL CINEMA “NERO” DI ATOM EGOYAN FRA GENOCIDI E GENERICITÀ FAMILISTICHE

Armeno, nato in Egitto e vissuto in Canada, Atom Egoyan è un regista ternazionale e ter-continentale ma anche trans-nazionale e trans-continentale, che ha fatto del suo cinema una formula o forse l’unica formula per identificare e disidentificare le proprie origini, ritraendole e ritrattandole con la funzione strumentalmente abusiva della tecnologia e la finzione defruitiva e destitutiva della memoria, individuale e collettiva: l’approdo definitivo di tutto ciò è parso essere il film testamento del suo popolo e della sua logica storica, “Ararat”, sul genocidio armeno, irreversibile come ogni genocidio, il film del nuovo millennio, quasi la rappresentazione di una impossibile palingenesi, mentre la parte canadese di Atom, il suo “atomo” occidentalizzato e vincente, persegue l’obbiettivo della gloria, effimera e commerciale, come sorta di stabilizzazione instabile e compromessa, attraversando la classicità anglosassone, quasi parafrasando Hollywood, fra rivoli spielbergiani e reminiscenze hitchcockiane, nel suo secondo film, dopo l’esordio di Next of Kin, “Black Comedy”, che riverbereranno fino alla con-

sacrazione parziale ma solida di Cannes, negli anni novanta, prima con “Exotica” e poi con “The Sweet Hereafter”. “Il dolce domani” di “Ararat” è consistito fondamentalmente in due film “noir”, dagli sviluppi saffici entrambi, dove è continuato ad affiorare quel “voyeurismo famigliare” (Family Viewing è il titolo originale di “Black Comedy”), fra Brian De Palma e Alfred Hitchcock, connotativo del cinema di Egoyan, “False verità” (Where the Truth Lies) del 2005 e, qualche anno dopo, “Chloe”. “Tra seduzione e inganno” recita il sottotitolo italiano di quest’ultimo film che, contaminato con quello precedente, porterebbe a definire un cinema, come la vita civile occidentale, che i genocidi altrui non li provoca più direttamente ma semmai ne riprende tecnologicamente (voyeuristicamente) i risvolti più superficiali, ne simula il biasimo, ne postula il superamento definitivo, ne sfrutta consumisticamente i residuali lasciti e ne oblia la memoria, come quello di Egoyan e di tanti reduci di un mondo antico e annientato, “dove la verità mente e seduce ingannevole”.

Francesco D’Isa


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KIM ROSSI STUART: ANCHE COME REGISTA VA BENE “Anche libero va bene” con decisione estrema, rassegnata, triste, desolata e inerte afferma il piccolo “ragazzino” di Kim Rossi Stuart, sorprendente regista esordiente e attore protagonista di questo raro gioiellino del cinema italiano degli anni duemila, in cui è il padre più rappresentativo dell’irreversibile decadimento del ruolo nella civiltà postmoderna e di cui anche la “bestemmia” estremizza, al di là di ogni fremito censorio e anti frasticamente propagandistico di un film che non ne ha certo bisogno (almeno a livello artistico se non commerciale), la fine tragica (il dio-padre desacralizza sé stesso e si scempia in una incursione negli inferi della perversione di uomo ferito, marito negato, genitore assolutizzato, nella trappola di una civiltà impossibile da esperire). Così

assolutamente barbarico addestra i suoi figli, li rende aderenti (e intelligenti) ad un mondo adulto, quasi moribondo, innescando scintille di vitalità da freni inibitori visceralmente slittanti, sganciatisi ormai da ogni possibilità di controllo, eppure nello stesso tempo e modo innestando, su questo continuo deragliamento e sconfinamento dal sogno prematuro dell’età fanciullesca nell’età consunta e arsa del reale asperrimo della grande città, soffi di selvatichezza che fanno dei tre – e anche della madre, quando c’è e per esserci tradisce sé stessa e la sua primigenia natura “puttana” – un impudico, a volte anche ilare, triangolo di vita esplodente e risplendente e, anche se per poco e a tratti, esiste e corrisponde alle più profonde capacità di amare di un essere umano, di tre esseri umani. Francesco D’Isa

PARALLELISMO FRA ALESSANDRO MANZONI E GIACOMO LEOPARDI Se il romanticismo italiano inaugura la propria stagione con l'Ortis foscoliano, esso riproduce la propria ufficializzazione (forse in risposta alle pretese e alle esortazioni letterarie di madame de Staël) nelle opere e più ancora forse nelle intenzioni che possono evincersi da esse di Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi. Fondamentalmente il romanticismo europeo traeva il suo migliore nutrimento sia letterario sia più genericamente artistico, ancor più di altre correnti letterarie, dalla storia e dalla filosofia dell'Europa moderna. L'età moderna, figlia di quell'adventus modernitatis di cui l'umanesimo italiano civile del '3-'400 era stato legittimo padre, nel suo sviluppo successivo aveva sempre di più perso di vista la centralità dell'Italia, emarginandola in un luogo storicamente e filosoficamente subalterno, mentre la storia e la filosofia ufficiali moderne si affermavano e concretizzavano altrove. Gli Stati nazionali che determineranno la centralità europea durante

il '500, '600 e '700 erano stati soprattutto la Francia, l'Inghilterra, la Spagna, la Russia, la Prussia, ma nessun regno o stato italiano aveva determinato la storia allo stesso modo; similmente la filosofia moderna, fra '500 e '700, annoverava filosofi sistematici europei come Hobbes, Cartesio, Leibniz, Spinoza, Locke, Hume e Kant, ma nessun italiano (a parte le specificità del pensiero non sistematico di un Machiavelli nel '500, di un Galilei nel '600, di un Vico nel '700). Possiamo immaginare che un letterato italiano dell'800, messo di fronte alla certezza di una mancanza, di un assenza italiana di tipo storico-filosofico, perdurata per oltre tre secoli, predisponesse sé stesso e la sua letteratura, di propensione romantica, a recuperare sul piano letterario ciò che il Romanticismo esigeva come premessa e che i fatti non avevano permesso: il letterato romantico italiano, nel nostro caso Manzoni e Leopardi,si assume il compito principale di sanare questa ferita, ricapitolando nella finzione ciò che era mancato nella realtà. Manzoni e Leopardi, pur nelle sostanziali differenze artistiche,


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PARALLELISMO FRA ALESSANDRO MANZONI E GIACOMO LEOPARDI risultano essere accomunati da una tendenza ineludibile: recuperare sotto forma letteraria l'intera storia e filosofia moderna. Analizzando, infatti, la produzione dei due autori sia in prosa sia in versi possiamo notare come Manzoni tenda continuamente verso la storia, mentre Leopardi alla filosofia. Inoltre, anche la stessa propensione dell'uno, Manzoni, verso la prosa e dell'altro, Leopardi, verso la poesia accrediterebbero queste scelte. Manzoni punta decisamente verso il romanzo e verso la storicizzazione di esso; Leopardi si affida quasi integralmente ai versi, fornendo attraverso essi un tessuto filosofico importante. I “Promessi sposi” rappresentano il migliore contatto fra la letteratura italiana dell'800 e la storia moderna europea, attraverso l'atteggiamento profondamente esegetico dell’autore, che puntualizza la propria attenzione su un momento cruciale nella storia d'Europa, il primo '600, inquadrando, con capacità artistiche e storicistiche, un qualunque episodio più o meno inventato di una parte d'Italia nella macro situazione storica della guerra dei trent'anni, fondamentale nella storia moderna dell'Europa disunita. Allo stesso modo Leopardi si esercita, con i suoi "canti", a ricapitolare i passaggi fondamentali della filosofia moderna, dal razionalismo cartesiano e leibniziano all'empirismo lockiano e humiano, fino alla sintesi kantiana, che l'autore recanatese rifà benissimo nel suo canto forse più importante, il canto dell’“Infinito”. A questo proposito non è difficile evidenziare come tanto i versi quanto le prose dell'uno e dell'altro siano aderenti non soltanto alla natura letteraria congenita di essi come autori ma sembrino obbedire a una scelta programmatica precisa, che fa della storia l'asse portante della letteratura manzoniana e della filosofia di quella leopardiana. Per quanto riguarda Manzoni non soltanto il romanzo è d'argomento storico, riflette la storia del 1600 alla luce di una rivisitazione artistica sempre fedele alla ricostruzione dei fatti resi così verosimili, ma anche le altre prose manzoniane tendono ad illustrare l'aspetto storico della realtà del 1800 attraverso la

rivisitazione accorta, avveduta, spesso esegetica del passato. Anche nei versi Manzoni proietta la sua ansia intima di storicizzazione: se questo è evidente in Odi civili come il “5 maggio” o “Marzo 1821” oppure nelle tragedie come il “Conte di Carmagnola” o l’”Adelchi”, questo intento storicistico emerge anche da altri versi apparentemente distanti da un intento storico, come avviene ad esempio nell'Inno “la Pentecoste” dove l'anelito religioso vira subito verso la storicità della chiesa romana e di tutto ciò che ruoti attorno ad essa. Anche Leopardi storicizza (così come Manzoni sa essere filosofo) all'interno di un impianto del pensiero strettamente vincolato ai passaggi più essenziali della filosofia moderna: il razionalismo cartesiano, l'empirismo humiano e il criticismo kantiano riemergono sia dai suoi versi, raccolti nei canti, sia nelle sue prose, non soltanto i racconti spesso in forma di dialogo (filosofico) delle cosiddette operette morali, ma anche i suoi pensieri sparsi qua e là durante tutta la sua vita e raccolti nel cosiddetto "Zibaldone" di pensieri, nonché nelle sue lettere, il “canto” di Leopardi che meglio illustra, con l”Infinito”, il suo sentimento giovanile della filosofia moderna e la sua ovvia dipendenza dalla summa di tale pensiero, la filosofia di Kant. Con l’”Infinito”, composto attorno ai vent'anni e quindi appartenente ai primi idilli del poeta, Leopardi sa illustrare in modo ancora acerbo ma incisivo, in soli quindici versi, il suo modo di sentire l'impostazione kantiana dei fenomeni della natura e dell'intelletto che sa pensarli: infatti il verbo principale, posto forse casualmente al centro del componimento ("io nel pensier mi fingo"), rende quella coesione strettissima fra pensiero, quindi filosofia, e finzione, che Manzoni rende in modo altrettanto convincente fra finzione e storia, cioè ancora una volta pensiero, storico per Manzoni e filosofico per Leopardi.

Francesco D’Isa


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IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

Per un'antropopoiesi del leggere: Il rapporto con il testo Dagli anni trenta ai settanta del ‘900 grandi studiosi europei – Panofsky, Baron, Garin –hanno insegnato che gli umanisti trasformarono in maniera profonda l’esperienza della lettura. Col crollo delle vecchie auctoritates, gli umanisti si concedevano una lettura non mediata, leggevano i classici direttamente, così come essi erano. Questa retorica è stata presa per lungo tempo come oro colato; in realtà l’umanista leggeva i classici in maniere differenti. Anche nel cuore del classicismo rinascimentale coesistono convenzioni medievali ed umanistiche. Due oggetti costituiscono i supporti e i simboli della maniera di leggere umanistico – rinascimentale. Il primo è la ruota dei libri, perfezionata grazie ai progressi della meccanica. Mossa da un insieme di ingranaggi, la ruota dei libri consente al lettore di far apparire simultaneamente di fronte a lui diversi libri aperti, disposti su ciascuno dei leggii che compongono l’apparecchio. La lettura che questo apparecchio consente è la lettura di più libri alla volta. Il lettore è un lettore che confronta, paragona, collaziona i testi. Il quaderno dei luoghi comuni è il secondo oggetto della tecnica umanistica. Apprendista o esperto, il lettore copia in fascicoli organizzati per temi e rubriche, frammenti di testi che ha letto, distinti secondo il contenuto o la esemplarità. I quaderni dei luoghi comuni possono divenire a loro volta una risorsa per la produzione di testi. È nella seconda metà del XVIII secolo che si assiste al passaggio da una lettura intensiva ad una estensiva. Una nuova forma letteraria segna, a mio avviso, questo passaggio: il romanzo, che per il procedere del suo intreccio si impadronisce del lettore, lo vincola al suo dettato, e lo governa come in passato il testo religioso. Il lettore e più spesso la lettrice, si trova coinvolta in tutta la sua sensibilità. È dal romanticismo, poi, che abbiamo ereditato una forma di solipsismo applicato, dove lo sviluppo dell’io deve nascere dalla immediatezza. Un unico credo della spontaneità vitalistica, va dalla affermazione di Wordsworth secondo la quale “un impulso nato da un umore primaverile” ha più peso della somma polverosa di tutte le biblioteche, fino allo slogan radicale degli studenti sessantottini

(4^ parte)

dell’università di Francoforte: “aboliamo le citazioni”. Per noi l’espressione il libro della vita è una antinomia che sa di sofisma o di cliché. Oggi anche in quanto oggetto il libro è cambiato, così come, per dire, la sua collocazione spaziale. Gli appartamenti moderni non offrono lo spazio, le superfici murali, dove sistemare i libri. Anzi colpisce il fatto che il mobile per i compact disc o lo stereo o il maxi schermo della TV abbiano ormai occupato il posto una volta riservato ai libri. Inoltre, quando i libri sono presenti si tratta, per lo più di tascabili. Il tascabile, per sua natura preseleziona e offre una scelta antologica della letteratura e del pensiero. Siamo poi in pochissimi a redigere marginalia. Chi fra di noi, si prende la briga di trascrivere per piacere personale o per impararle a memoria le pagine che lo hanno interpellato più direttamente, che lo hanno letto con maggiore accuratezza? È proprio la memoria il perno della questione. La responsabilità verso il testo, la risposta critica ad esso, che plasmano il modo classico di leggere dipendono direttamente dalle arti della memoria.

Salvo Grillo


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ASSEGNATO A ROSOLINI IL “PREMIO CARRUBO D’ORO” 2013 quando i riconoscimenti non sono vacui segni della mondanità e dell’apparenza L’ estate si colora di premi e di concorsi letterari, artistici, sportivi, canori, culinari. Ogni città o borgo mette in scena le sue sagre e i concorsi più svariati. La città di Rosolini, sfatando l’antico detto “Nemo propheta in patria” ha pensato bene di assegnare un particolare riconoscimento a un figlio illustre. Essendo la città del carrubo, ha coniato il Premio “Il Carrubo d’oro”. Ha cominciato nel 2010 assegnandolo al dott. Daniele Sipione, Presidente della benefica Associazione “I nostri Amici Lebbrosi”; ha proseguito con il prof. dott. Ottavio Arancio ricercatore presso la Columbia University per i suoi studi sull’Alzheimer; e ha continuato con il prof. Giorgio Calabrese, uno dei volti più noti della televisione, per aver promosso e divulgato la cultura della sana alimentazione della nostra terra. Il “Carrubo d’oro 2013” è stato assegnato ad un altro figlio illustre di Rosolini, il prof. dott. Vanni Trombatore, direttore della struttura complessa di chirurgia generale del presidio ospedaliero di Lentini, con la seguente motivazione: “Per l’instancabile impegno e la generosa abnegazione mostrati nel lavoro, per gli studi e per gli importanti risultati ampiamente apprezzati dalla comunità scientifica, per l’approccio professionale e altamente umano dimostrato nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie, dando certezze, lustro e prestigio alla nostra terra”. Quest’anno, interpretando il desiderio e la volontà della città, il Comitato preposto al Premio, del quale faccio parte, ha voluto assegnare uno speciale riconoscimento a una straordinaria personalità che tanto ha fatto per la crescita morale, civile e culturale della nostra comunità. In segno di riconoscenza e gratitudine si è inteso premiare anche mons. Corrado Contarina, con la seguente motivazione: “Maestro illuminato, dotto e umile, di fede granitica e zelo profondo, esempio luminoso di carità vissuta ha curato la crescita morale

e spirituale della Comunità rosolinese. Punto fermo nella formazione dei giovani nonché amorevole e attento fratello degli anziani, dei malati e dei bisognosi”. L’evento si è svolto nella suggestiva cornice della centrale piazza Garibaldi e sul sagrato della Chiesa Madre. È stato aperto dalla Corale Città di Rosolini e arricchito dagli interventi di numerosi ospiti, tra cui Alfio Mangiameli, sindaco di Lentini. E’ stato allietato dalla esibizione del tenore Giuseppe Ranzani. Ha fatto gli onori di casa il Sindaco di Rosolini, ing. Corrado Calvo. Davanti a un pubblico numeroso e festante il prof. Vanni Trombatore e poi, per mons. Contarina, don Bruno Carbone, parroco della Chiesa Madre, hanno ringraziato ed espresso la loro commozione per il meritato riconoscimento. La serata è stata diretta dal giornalista Sergio Randazzo e ripresa da Video Regione. Il Comitato del “Carrubo d’oro 2013” che ha operato le scelte, è costituito dal Sindaco ing. Corrado Calvo, dall’avv. Alberto Bocchieri (cultore di tradizioni locali), dal prof. Corrado Calvo (presidente dell’Associazione “Cultura e Dintorni” e del “Club Famiglie” di Rosolini), da Giuseppe Cascino (presidente della Consulta Comunale delle politiche giovanili), dalla prof. Giuseppina Milceri Bausoto (presidente Archeoclub di Rosolini), dal dott. Salvatore Spadaro (cultore di storia patria) e da Luigi Trombatore (presidente dell’Associazione “Terra di Eloro”). Nella istituzione di questo premio c’è il desiderio di legare le radici della Comunità e del territorio al presente, all’attualità difficile e complessa dei nostri giorni, rinforzando quella circolarità ideale di cui oggi c’è gran bisogno.

Corrado Calvo


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IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI” IL RICORDO ONTOLOGICO

Il ricordo ontologico è reminiscenza, e poi è arte della maieutica. La conoscenza come reminiscenza è l’idea gnoseologica fondamentale elaborata da Platone, ossia la conoscenza come ricordo che, partendo dalle percezioni sensibili che sono immagini delle Idee, ci permette di riavvicinarci alle Idee medesime, che da sempre la nostra anima possiede avendole contemplate prima di venire sulla terra e poi dimenticate entrando nel corpo. Ad essa è strettamente legata l’arte maieutica (l’arte della levatrice) di paternità socratica, che permette di partorire conoscenze che pensavamo di non possedere ma che troviamo dentro di noi. Come accade allo schiavo di Menone, che pur ignorando i fondamenti di geometria, opportunamente interrogato, riesce a risolvere il problema. L’arte maieutica di Platone, che nasconde costantemente il proprio pensiero mentre lo espone, induce il lettore ad uno sforzo di comprensione personale della verità che egli gli pone davanti. È il passaggio dal credere di sapere, con la connessa presunzione evidenziata in diversi dialoghi, al “sapere di non sapere”, di cui Socrate sembra a volte vantarsi, per passare al sapere di sapere proprio della conoscenza. Questo è l’atteggiamento proprio della ricerca personale, critica e autonoma, è l’unico atteggiamento possibile per l’elaborazione di un sé individuale e di una conoscenza personale della realtà. Una delle componenti che permettono oggi di stare al mondo in maniera “sufficientemente buona” è la capacità di imparare, per compiere la scelta autentica di libertà, anche se sempre si parla di una visione organicistica, tipica del rapporto hegeliano dell’uno con la molteplicità. La maieutica

è un oggetto che tende a proporsi più in una logica implicita che esplicita, come la nostra società che possiamo considerare come un implicito con una prevalenza di elementi narcisistici, che non sviluppa l’autonomia e la crescita, e con il quale occorre comunque fare i conti. Il metodo maieutico è difficile da vincolare e chiudere in una serie di procedure, è un non-metodo che non prescrive e non obbliga, è un atteggiamento che non pone l’attenzione sulla risposta ma sulla domanda. L’enfasi sulla domanda piuttosto che sulla risposta non è un’enfasi retorica, ma è il modo per mettere in atto un processo che dentro la struttura di reciprocità consente la scoperta. La domanda è ricerca è curiosità, e il modo di esprimere la nostra meraviglia per il mondo (magari riuscissimo ad averne). In una realtà formativa ed esistenziale volta alla banalizzazione e alla semplificazione, diventano necessari strumenti sempre più complessi, per potersi orientare in un universo sfuggente, in cui i punti di riferimento non sono quasi mai definiti. Riferirsi all’unico vero atto vitale, partorire dunque, potrebbe essere la possibilità per uscire finalmente dalla retorica e imparare a vivere i conflitti come una possibilità di crescita.

Stefania Leone


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IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

CORSI STRUMENTALI

AREA FORMATIVA

VIOLINO VIOLA VIOLONCELLO CONTRABBASSO ARPA CHITARRA FISARMONICA PIANOFORTE FLAUTO OBOE CLARINETTO SASSOFONO CORNO TROMBA TROMBONE TUBA PERCUSSIONI

TEORIA E LETTURA MUSICALE:

CORSI CORALI CANTO LIRICO CANTO MODERNO CANTO JAZZ CANTO POPOLARE CANTO SACRO (ambrosiano e gregoriano)

teoria, ritmica e percezione musicale LABORATORIO DI MUSICA D’ INSIEME:

coro, orchestra/musica da camera DISCIPLINE MUSICOLOGICHE:

storia della musica TECNOLOGIE MUSICALI:

informatica musicale TEORIA DELL’ARMONIA E ANALISI LINGUA STRANIERA

AREA SPECIALIZZAZIONE MUSICOTERAPIA DANZATERAPIA TEATROTERAPIA ATTIVITA’ DI SOSTEGNO

CORSI, PERFEZIONAMENTO e STAGE STRUMENTAZIONE PER BANDA DIREZIONE D’ ORCHESTRA DIREZIONE DI CORO


SOCIALE

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SVEGLIAMOCI E COMINCIAMO A SOGNARE... Tappa fondamentale della vita è il compimento della tanto attesa maggiore età per i giovani e ad essa è strettamente legata la realizzazione di tanti sogni, troppo spesso purtroppo spezzati dalle incertezze dei tempi e dalla difficoltà di vivere in una società in continua evoluzione, come la nostra. Leggendo L’epoca delle passioni tristi di Miguel Benasayag ho trovato un pensiero che, nella sua triste lucidità dipinge con chiarezza le nostre giovani generazioni. Si legge: “ I giovani di oggi non hanno né sogni, né speranze, né fiducia in se stessi. La nostra è l’epoca delle passioni tristi e il futuro per questi ragazzi non è più una promessa, ma una minaccia…”. Sarebbe bello se si riuscisse a lasciarsi alle spalle questa lucida e assolutamente disincantata riflessione per guardare al futuro con più fiducia e quindi, tornare a sognare; inseguire con tenacia e creatività i sogni, credere che tutto è possibile, se lo vogliamo; riuscire a fare squadra invece di diffidare degli altri o, peggio ancora, cercare di fregarli. Sarebbe bello che si prendesse a modello chi sa vedere quello che ancora non c’è e dedica tutte le sue energie per realizzarlo. Bisogna riscoprire modelli positivi, con la voglia di ripartire da zero per ricostruire, dando fiducia agli altri. Renzo Piano, Architetto di fama internazionale, primo italiano presente nella Time 100, elenco delle 100 persone più influenti al mondo, dice:… I giovani devono partire, ma per curiosità, non per disperazione. E poi devono tornare. Partire per capire il resto del mondo e prima ancora se stessi… Noi viviamo perché qualcosa ci attrae, ma se il futuro non promette niente, si vive nell’assoluto presente, senza guardare avanti. Avviene che se il mondo è indifferente nei confronti dei giovani, è chiaro che i giovani vivono più di notte che di giorno, facendo dell’alcolismo e della droga non più un vizio o un eccesso, ma un’anestesia. Diventano il mezzo per un non voler esserci. La condizione giovanile è una bomba pronta a scoppiare, di contorno si sente rimbombare sempre più spesso la paro-

la..auspico...mi auguro..., parole inutili pronunciate da adulti responsabili di questo disastro, parole da eliminare perché servono solo a consolare gli adulti e a non farli sentire in colpa per non aver saputo creare le premesse per dare ai figli un futuro. Infatti, la realtà dei giovani oggi è quella del nichilismo di cui parlava Nietzsche; ai giovani manca lo scopo, manca la risposta ai perché, mancano i valori di un tempo. Anche la scuola ha le sue responsabilità… non si dovrebbe limitare ad istruire, ma si dovrebbe occupare della base emotiva di questi giovani, base senza la quale non si può mai distinguere tra cosa è grave e cosa non lo è..tra bene e male. Non bisogna però aver paura per il futuro dei giovani perché nonostante l’incedere in bilico su un’esistenza precaria, i giovani sono in grado di continuare a camminare in equilibrio come i funamboli, saranno comunque in grado di trovare una strada che li realizzi. Questo perché i figli di oggi sono il prodotto dei genitori di ieri, del modo in cui loro stessi hanno affrontato le difficoltà; la responsabilità è di un’intera generazione che ha permesso che le condizioni di oggi si realizzassero e oggi dire ai ragazzi che non c’è più speranza ha il sapore di una beffa. La speranza è nel fare e nel recuperare i sogni, allenandosi per il futuro con fiducia, senza mollare. Ghoete diceva…C’è una verità elementare la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti non sarebbero avvenute. Qualunque cosa tu possa fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incominciala adesso!... La strada per la felicità segue una precisa indicazione: è vietato calpestare i sogni!!

Lucia Franzò


Pagina 29 Anno 8° - Trimestre 3° (lug-set) Noto, 15 ottobre 2013

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SALUTO AL DIRIGENTE SCOLASTICO PROF. CORRADO BAGLIERI

Nel giugno scorso, presso l’Aula Magna del 1° Istituto Superiore “Archimede” di Rosolini, si è svolta la cerimonia dei saluti e dei ringraziamenti tra il Dirigente Scolastico, prof. Corrado Baglieri, e il personale docente e non docente della scuola. Il Dirigente, che conclude una splendida carriera dedita all’ istituzione, ricorda ai presenti intervenuti, per l’ occasione autorità civili e Dirigenti delle altre istituzioni rosolinesi, che alla fine prevalgono sempre i sentimenti, i ricordi e la nostalgia di un lungo e fruttuoso cammino percorso insieme. Nel porgere il suo saluto di commiato ha evidenziato:”...Porgo i migliori auguri per la futura attività del

Liceo che potrà poggiare su un patrimonio culturale e didattico di sicuro valore, qualificatosi sempre di più negli anni, e su una nobile tradizione che fa da stimolo a docenti, studenti e personale Ata. Patrimonio su cui potrà contare la nuova dirigenza, a cui auguro di poter svolgere un brillante lavoro…”, aggiungendo “...Sono contento perché lascio l’Istituto alla qualificata guida ed esperienza professionale del prof. Giovanni Di Mari, di Rosolini, che dal primo settembre assumerà servizio nell’Istituto…” e ancora “...Il nuovo Dirigente è sicura garanzia per il perseguimento dei brillanti traguardi che si auspicano per il Liceo...”. Prof. Corrado Baglieri, tutto il personale della Scuola, Le augura di vivere in pienezza il tempo del riposo del lavoro e si congratula per il traguardo raggiunto. Gaetano Alicata

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SALUTE e BENESSERE

Pagina 30 Anno 8° - Trimestre 2° (apr-giu) Noto, 08 luglio 2013

IL PEGASO, ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE “STUDIOMUSICALICATA - EDIZIONI MUSICALI”

IL SEGRETO PER MANTENERSI IN SALUTE Ebbene sì! Sto per svelarvi il segreto per restare in salute, per mantenere corpo, mente e spirito in forma. Vi starete già chiedendo quale ulteriore passo avanti la scienza avrà fatto per raggiungere un tale risultato; quale innovativo ritrovato sia scaturito dalle più recenti ricerche; quali strumentazioni ipertecnologiche siano state impiegate per raggiungere l’anelato traguardo. Svelandovi il segreto per mantenersi in salute, invece, deluderò ogni aspettativa che consolidi un legittimo orgoglio per una modernità in grado di portare grandi benefici alla contemporanea società. Lungi dal voler spacciare per mia una tale rivoluzionaria verità celata alla conoscenza dell’umanità, fugherò immediatamente questa ipotesi dandone l’onorevole paternità al capostipite della medicina occidentale: Ippocrate. Sì, sì! Proprio quell’Ippocrate vissuto tra il 460 e il 377 a.C. Un segreto mantenuto per tanti anni e svelato dopo più di 2400 anni da una redattrice de “Il Pegaso”, «… uno scoop da premio Pulitzer, una scoperta da Nobel» penserete. Nulla di tutto ciò, affezionati lettori. Le precise e semplici raccomandazioni per mantenersi in salute erano state già pubblicamente elargite da Ippocrate, supportate dai suoi studi, da un’innegabile capacità di osservazione e da un amore per l’essere umano nella sua dimensione olistica che, a dire il vero, la medicina contemporanea sembra aver perso di vista, concentrata com’è sulla specializzazione in sezioni sempre più piccole del corpo umano. Immagino di aver stimolato a sufficienza la curiosità dei miei attenti lettori, rispetto a quella che, più che un segreto, è una verità frutto di antichissima saggezza, già

svelata per mezzo dell’esponente più conosciuto e rispettato di tutti i tempi in campo medico, tanto degno di riverenza che ancora oggi, in suo nome, i medici giurano fedeltà allo stesso codice deontologico. Ippocrate, profeta della medicina, dichiarava: «Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento e di esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute». Ecco, racchiuso in una frase meravigliosamente semplice e concisa, il segreto, da tutti conosciuto, per prevenire le malattie tumorali nonché quelle cronico-degenerative (diabete, patologie cardiache, circolatorie, Alzheimer, Parkinson) che nei paesi industrializzati nel 2011 hanno superato per mortalità quelle infettive. «Tutto qui?» vi starete domandando. «E’ tutto così semplice?» Proprio così! Il benessere si costruisce mantenendo l’equilibrio tra un giusto quantitativo di cibo e una buona attività fisica. Più facile a dirsi che a farsi. Di certo non aiuta il giustificare le abitudini sbagliate dietro una comoda approssimazione; la mancanza di chiarezza nel concretizzare e quantizzare il corrispettivo di aggettivi e avverbi, quali “giusto”, “buona”, “quanto basta”, “raramente”, “saltuaria- mente”, è spesso fuorviante e non orienta bene nella «strada per la salute» che tutti dovremmo percorrere. Per cominciare a fare i primi passi nella direzione del benessere, partendo dalle vostre attuali abitudini, potete provare a seguire le seguenti raccomandazioni: più verdura e frutta, più cereali integrali e legumi, più semi e frutta secca, meno zuccheri e cereali raffinati, meno carni, meno latticini e grassi animali, meno sale e alimenti conservati, meno alcol, meno automobile e niente fumo. Salute a tutti voi!... brindando con una sanissima spremuta d’arancia, naturalmente!

Cinzia Spadola


SVAGO a cura di Luigi Fiorentini

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VERTICALI

1. Giancarlo, della collana sulla banda.

1. Gaetano, direttore de Il Pegaso.

6. Secondo…romano.

2. Marcia di Mauro Sabatini.

8. Precede Francesco d’Assisi.

3. Il simbolo di Catania…al femminile.

11. Bipede…e gioco con i dadi. 13. Claudio, cantautore sessantottino.

4. Le consonanti di Paolo.

18. Maria, autrice di Helios. 20. Raganella verde.

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ORIZZONTALI

17. Andare…alla latina.

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15. Autore del brano 3 febbraio.

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5. Puglisi e Ippolito. 7. Figlio di Abramo. 8. Volte di serpenti. 9. Preposizione articolata. 10. Un brano di Aleppo.

22. Storica città del palermitano. 25. La capitale del Ghana.

11. Il padre dei vizi.

27. Tana, rifugio.

12. Corrado, filosofo siciliano.

28. Brano di Pupillo (tre parole).

14. La terza nota musicale.

31. Nome russo di donna.

16. Istituto Superiore di Rosolini.

32. Stoico senza fine. 33. Organizzazione per la Liberazione della Palestina.

18. Né mio, né tuo.

36. Il nome di Casagrande, compositore.

21. Nel caos.

37. Possessivo femminile latino.

23. Comodità…singolare.

40. Forma musicale molto rigida.

24. Corda per Tartan.

42. Vocali in canne.

26. Vi nacque un famoso Guido (sigla).

43. E’ in festa…per Finocchiaro.

27. Badante, aiutante.

46. Come dire prima.

29. Favolista dell’antica Grecia.

48. Iniziali del cantautore Endrigo.

30. Zio senza cuore.

50. Federazione Olimpica Siciliana.

34. Dirige la Banda di Siracusa.

51. Pigia il pistone della tromba.

35. Città della Francia.

52. Lo scrittore Flaming.

38. Vecchia sigla della RAI.

19. Elenco di attori.

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SELEZIONE DAL CATALOGO GENERALE 2013 MARCIABILI

ORIGINALI PER BANDA

SICILIA

Dino Andrea Roccuzzo

NOVECENTO

Giancarlo Aleppo

DIANA

Francesco Fatuzzo

SICILIANA

Giancarlo Aleppo

BANDA AL PARCO

Giuseppe Lotario

SUITE MEDITERRANEA

Giancarlo Aleppo

GAETANO

Giancarlo Aleppo

TERRAVECCHIA

Francesco Fatuzzo

PIANO CANNE

Michele B. Finocchiaro

MUSIQUE POUR UN...

Silvio Franchino

I TUOI OCCHI BLU

Michele B. Finocchiaro

INTERMEZZO

Gaetano Alicata

MAILA

Giuseppe Lotario

MARIACHIARA

Gaetano Alicata

TETE’

Giovanni Barone

GIOCHI IN BAND

Giuseppe Lotario

VENT’ANNI DOPO

Giovanni Barone

180MO

Dario Colombo

NENA

Vito Giammarinaro

PARA FRANCISCA

Vincenzo Trovisi

LA BANDA IN PARATA

Vito Giammarinaro

GLI EROI D’ABRUZZO

Vincenzo Trovisi

SECOLO

Dario Colombo

L’OPERISTA

Francesco Dipietro

STEVEN

Gioacchino Ciavarello

IMPRESSIONI MOMENTANE

Francesco Dipietro

MARINA

Gioacchino Ciavarello

TANTUM ERGO

Luigi Fiorentini

MIGUEL

Francesco Dipietro

FORZA ALFIO

Matteo Finocchiaro

BARBERA IN GIUBILO

Matteo Finocchiaro

AMALGAMA

Giancarlo Aleppo

AL BUON VINO

Luigi Fiorentini

VOCUM SUAVITAS

Giancarlo Aleppo

PARATA DEI PUPI

Luigi Fiorentini

CONCERTINO

Gaetano Alicata

WITTY RAG

Concezio Leonzi

QUINTETTO

Rosario Fronte

HELIOS

Maria Sicari

GENERE SINFONICO

ENSEMBLE

AMORE PER LA MUSICA

Sebastiano Grasso

LA FRIULANA

Michele B. Finocchiaro

PERLA IBLEA

Francesco Fatuzzo

MESSINESE

Francesco Fatuzzo

MOMENT’S IMPRESSION’S

Francesco Dipietro

FASCINO LATINO

Giovanni Barone

QUINTETTO ...

Rosario Fronte

BRONTOLANDO

Nino Ippolito

PREGHIERA PER TROMBA

Michele Pupillo

AMICI DELL’ARTE

Nino Ippolito

METODO “ALEPPO”

Giancarlo Aleppo

VOCALIZZI DA CONCERTO

Giovanni Venuti

TEMINO IN FA E GAVOTTA

Fabrizio Puglisi

GENERE FUNEBRE

DIDATTICA

I.N.R.I

Giovanni Barone

TRE PEZZI

Fabrizio Puglisi

SS. CROCIFISSO SUL CALV.

Giovanni Barone

3 PICCOLI PEZZI …

Antonio Casagrande

EXITUS

Gaetano Alicata

AI CADUTI DEL ‘43

Michele B. Finocchiaro

ETERNA LUCE

Michele Netti

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