Notiziario dell'APEC n° 76 - 81

in questo numero riviviamo la magnifica festa dei primi quarant’anni l’Associazione Pensionati CONI e le Associazione benemerite in ricordo di Angelo Menna, il “mediano di spinta” le vacanze in Sicilia: simpatico reportage di Luigi Ugolini e tante altre interessanti rubriche di attualità e cultura

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EDITORIALE

periodico d’informazione Associazione Pensionati CONI Registrazione Tribunale di Roma n° 132/2000

Direttore Vittorio Peconi Direttore Responsabile Augusto Rosati anno XV° n° 76-81 settembre 2015 Foro Italico, 00135 ROMA Tel: 06 3272 3228 / 06 3272 3230 / 06 3272 3226 fax: 06 3272 3800 e-mail: pensionaticoni@alice.it facebook: pensionati coni La stampa del Notiziario è effettuata da LA CROMOGRAFICA Via Tiburtina 912 00156 Roma tel. 06 432081 e-mail: info@lacromografica.it edizione online www.pensionaticoni.it

Un salto di Giammarco Tamberi

Questo numero è sfogliabile online nonché scaricabile in PDF dal sito www.pensionaticoni.it

Nell' ultima Assemblea Nazionale è stata lanciata "la nuova sfida dell'APEC" per gli anni a venire. La nostra Associazione, traguardati i primi quarant'anni di vita, ribadisce la sua volontà di rappresentare il punto di riferimento di tutti gli operatori professionali dello sport che sono in quiescenza: non solo gli ex dipendenti CONI, ormai "ruolo ad esaurimento" ma tutti coloro la cui vita lavorativa si è esplicata nel mondo dello sport ufficiale sotto l’egida del CONI, in primis le Federazioni Sportive.

In questo contesto l’A.Pe.C., proseguendo la sua missione meritoria di offrire assistenza e servizi primari ai pensionati (difendendone identità e diritti) vuole impegnarsi, con la collaborazione di tutti i soci anche a rappresentare "il prezioso scrigno di esperienze, di informazioni e di storia, per metterlo così di nuovo in circolo, a disposizione di tutto il mondo dello sport” (CIT Vittorio Peconi) . Quindi si rivendica una duplice funzione, sociale e culturale: questa posizione, che vede il Presidente dell’A.Pe.C. e con lui il Consiglio Direttivo, è il “motivo conduttore “ di questo odierno numero, che esce invero con molto ritardo, ma che oggi propone, con documenti, dichiarazioni, articoli e foto, la traduzione grafica di un anno di lavoro dal quale emerge l’importanza della nostra Associazione. Ora consentitemi una riflessione ad alta voce: in tale impegnativo contesto sarà molto importante il ruolo della comunicazione, che, stante i tempi che viviamo, non potrà più essere concentrata esclusivamente sul solo formato cartaceo (ndr: cioè questa rivista o le varie circolari postali) ma dovrà avvalersi sempre di più di altri strumenti, che, pur se è vero fino a ieri sembravano quantomeno psicologicamente inaccessibili a chi più è avanti nell'età, oggi, per rimanere al passo coi tempi (...e con i nipoti!) sono diventati pane quotidiano. Basta pensare in tal senso all’uso degli SMS o, sofisticato ma più coinvolgente, a Whatsapp, diavoleria, ma non tanto, che permette il dialogo diretto e contemporaneo tra più persone, senza peraltro spendere un centesimo di euro. E che dire poi dei Tablet, che si stanno rivelando utilissimi anche per chi ha gravi deficit fisici, in particolare della vista o dell'udito, e questo grazie al loro facilissimo modo di utilizzo: basta poggiare pollice ed indice della propria mano sullo schermo e si possono allargare a piacimento immagini e testi, per renderli così più leggibili e visibili, oppure è sufficiente premere il tasto audio (di solito rappresentato dal simbolo di un altoparlante) per ascoltare in voce, forse un po' metallica ma non importa, la descrizione di ciò che è riportato sullo schermo. Da alcuni anni, ed oggi in maniera crescente, l'APEC ha affiancato la divulgazione cartacea delle informazioni, con il sito internet costantemente aggiornato, ed anch'esso di facile consultazione: un vero e proprio giornale telematico, con eguale dignità ed autorevolezza del nostro Notiziario. I due strumenti non sono "avversari", ma si integrano e soprattutto completano l'azione informativa dell'Associazione ai suoi soci. Il tutto però, ne siano consapevoli tutti, presuppone una più intensa interrelazione tra l’Associazione ed i suoi soci, in modo che la comunicazione non sia a senso unico, ma permetta la veicolazione e lo scambio di idee. Ad esempio su questo numero abbiamo particolarmente apprezzato gli interventi di due colleghi, Luigi Ugolini e Giuliano Annibali, nonché di coloro che hanno voluto inviare il loro pensiero deferente su Angelo Menna. Non solo, ma anche i due articoli, uno riguardante la salute, l’altro la giurisprudenza, li abbiamo pubblicati su utile indicazione di altri colleghi. Insomma l’A.Pe.C. è una grande Associazione, se c’è davvero reale coinvolgimento degli associati. (Augusto Rosati)

L’evento speciale reportage sulle celebrazioni del Quarantennale p. 3/9 Associazioni Benemerite la posizione dell’A.Pe.C. in merito al progetto di riforma p. 10/11 Angelo Menna ricordo di un “signore perbene” p. 12/16 Vacanze in Sicilia simpatico reportage di Luigi Ugolini su una iniziativa meravigliosa p. 17/21 Assemblea Nazionale sintesi della relazione del Presidente Vittorio Peconi p. 22/23 Cronache fotografiche qualche foto che ripropongono istanti del tempo libero p. 24/27 Simpatiche rimembranze Giuliano Annibali racconta una sua esperienza p. 28 Pillole di Giurisprudenza dalla parte dei consumatori p. 29 Le pagine della salute la memoria, meccanismo intrigante p. 30/31 Ultima pagina L’associazione è attenta al welfare dei suoi soci p. 32

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La giornata finale delle celebrazioni del quarantennale è stata segnata, tra le tante emozioni, anche dall’ultima commovente uscita pubblica di Angelo Menna. Presenti alla cerimonia al Salone d’Onore al Foro Italico il presidente CONI Giovanni Malagò ed il Segretario Generale Roberto Fabbricini.

La giornata che ha segnato il clou delle iniziative celebrative del quarantennale dell’A.Pe.C. sarà certamente annoverata negli annali della storia della nostra Associazione tra gli eventi speciali per antonomasia, tutta da ricordare, densa di significati, di impegni e di emozioni. A partire dal mattino, allorquando oltre duecento di noi hanno partecipato all’Udienza Generale dal Papa, in piazza San Pietro, nel corso della quale il Pontefice nei suoi rituali saluti ai presenti ha dedicato un passaggio affettuoso alla nostra categoria. E poi a mezzogiorno, con il pranzo ufficiale al Bar del Tennis, momento di intenso coinvolgimento ove in tanti hanno potuto riabbracciare i colleghi coi quali si è condivisa una grande parte della nostra vita professionale. Infine nel pomeriggio, con la cerimonia conclusiva al Salone d’Onore del Foro Italico, ove abbiamo avuto l’onore della significativa presenza del Presidente del CONI Giovanni Malagò, che ha voluto riconoscere il prezioso apporto offerto negli anni dal personale dell’Ente, ad ogni livello e grado, alla crescita ed ai successi dello sport nel nostro Paese.

Ma l’aspetto forse più emozionante è stato segnato soprattutto dal fatto che il 1° ottobre 2014 ha rappresentato l’ultima uscita pubblica di Angelo Menna, il presidente che per ben venti anni (...la metà esatta della vita dell’A.Pe.C.) ha retto le redini dell’Associazione. E in questo pomeriggio solenne ed intenso, Menna, che solo qualche settimana più tardi avrebbe purtroppo lasciato la vita terrena, ha voluto riaffermare ancora una volta il suo sincero

affetto verso l’Associazione e verso tutti noi presenti, invitandoci con commozione ma anche con fermezza a continuare ad impegnarci per far sì che questo nostro organismo abbia sempre la sua consistenza e la sua dignità, nel rispetto delle finalità per cui esso fu creato nel lontano 1974, a favore e sostegno di chi ha dedicato allo sport italiano la propria vita professionale. Siamo coscienti che questa giornata davvero “particolare” non solo meriterebbe pagine e pagine del giornale, ma addirittura una specifica pubblicazione rievocativa per descrivere tutto ciò che si è sviluppato attorno ad essa: le tante storie, le emozioni, i ricordi, le amicizie rinnovate. Però siamo anche convinti che in questi casi, davvero particolari e speciali, più delle parole, siano certamente le immagini che possono offrire al lettore un racconto più coerente e veritiero: perciò invitiamo tutti coloro che ne sono interessati, a visionare le foto pubblicate sul sito internet dell’Associazione (ndr: tra l’altro si possono anche scaricare sul proprio computer e nel caso stamparle) dedicate all’evento. Oggi invece in questa sede, per ovvi motivi di spazio, ci limitiamo a proporre gli scatti più significativi, incastonati tra le parole di un testo che tra l'altro merita la massima attenzione di tutti noi: si tratta dell'intervento ufficiale del presidente Vittorio Peconi alla cerimonia commemorativa, ascoltato con interesse dai presenti compreso il Presidente Malagò nonché dal Segretario Generale Roberto Fabbricini (anch'egli socio APEC in quanto pensionato, ci ha onorato della sua presenza).

4 Lo proponiamo perché è un testo importante, un testo che invece di volgere uno sguardo al passato, è imperniato sulle prospettive future dell'Associazione, un aspetto attuale per una serie di motivi che saranno affrontati in altra parte di questo giornale. Ci sia consentito ora di concludere questo reportage "minimale ma essenziale” sul Quarantennale, evidenziando come questa occasione di festa abbia esaltato ancora una volta le capacità organizzative

dell’A.Pe.C., con il gruppo dei volontari che assieme a Vittorio Peconi attualmente gestisce l’attività dell'Associazione; colleghe e colleghi che con un impegno ed una serietà senza pari, sono riusciti a mettere in piedi un programma degno degli eventi più complessi ed esaltanti, e realizzare un "prodotto" che ha riscontrato il consenso dei colleghi presenti.

Tutti! (ringraziamo il collega Zoccali per le tante foto messe a disposizione)

Ore 10.00 Piazza San Pietro, area riservata all’ A.Pe.C., sta per iniziare l’udienza papale

Ore 10.50 è il momento in cui Papa Francesco rivolge il suo saluto ai soci A.Pe.c

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Nel suo intervento il Presidente, dopo aver tracciato brevemente il percorso storico dell’Associazione dal maggio 1974 ad oggi, esaltandone con orgoglio i successi e l’importanza del ruolo svolto a favore dei pensionati CONI, ha voluto dedicare particolare attenzione su quello che potrà essere il futuro del nostro organismo, indicando anche interessanti soluzioni di prospettiva.

Signor Presidente, signor Segretario Generale, cari amici presenti, desidero ringraziarvi sentitamente per essere oggi qui, in questo prestigioso luogo, il Salone d'onore del CONI, vero e proprio cuore del movimento sportivo italiano, per celebrare insieme il quarantesimo anniversario della fondazione dell'Associazione Pensionati CONI.

In quel momento ho avvertito come quelle parole rinnovavano in tutti noi presenti quella comunione d'intenti che ha rappresentato il perno centrale attorno a cui è ruotata la nostra Associazione sin dal primo giorno della sua costituzione.

Oggi per l'A.Pe.C. è una giornata importante, densa di significati e stracolma di emozioni. Tra l'altro stamattina siamo stati partecipi di una anteprima straordinaria, allorquando Papa Francesco ha rivolto il suo saluto direttamente a noi ex dipendenti CONI all'udienza generale in Piazza San Pietro, a cui eravamo stati ammessi a partecipare.

te, delle Federazioni Sportive e del Totocalcio cessati dal servizio per pensionamento.

E proprio pensando a quel giorno di quarant'anni fa, vorrei ricordare con poche parole il percorso che Un saluto ed un ringraziamento particolare a Lei, ha portato alla nascita dell'A.Pe.C., organismo che presidente Malagò, che ci ha voluto onorare con la da ben quarant'anni è il punto di riferimento degli sua presenza, per tutti noi testimonianza tangibile operatori professionali del CONI in quiescenza. della considerazione e dell'affetto che il CONI ha L'dea di costituire l'APEC iniziò a circolare nell'autunsempre nutrito e nutre ancora verso noi ex dipen- no inoltrato del 1973, allorquando un gruppo di denti, tante persone, donne ed uomini, che per de- dirigenti che avevano concluso il loro percorso lavocenni con il loro lavoro hanno pari passo accompa- rativo di dipendenti CONI, costituì un Comitato provgnato la storia ed i successi dello Sport italiano, di visorio che prendesse l'iniziativa di riunire in un nuocui l'Ente da Lei presieduto è massima espressione. vo organismo associativo gli ex dipendenti dell' En-

E' stata una emozione speciale per tutti noi sentire le pur brevi ma belle parole che il Papa, lui sì uomo davvero speciale, ha voluto tributare nei nostri riguardi, come operatori dello sport.

E' importante evidenziare la positività di quell'idea, perché la finalità prima del progetto era tesa a costruire un organismo "ad hoc" vincolato al CONI con modalità originali, attive e produttive, e tra i compiti primari, quello di conservare e salvaguardare le preziose conoscenze che ciascuno dei pensionati dell'Ente aveva acquisito nel corso della propria esperienza professionale, così da renderle ancora disponibili e valide nel contesto delle varie strutture sportive nazionali, in uno spirito di volontaria e gratuita collaborazione.

Una emozione che ci ha fatto sentire tutti più legati tra di noi, nella consapevolezza che il nostro ruolo Ovviamente non si sarebbero trascurati gli aspetti all'interno dell'Ente non è stato marginale.

6 sindacali e di patronato per conservare e migliorare il più possibile il sistema previdenziale integrativo previsto dal regolamento per il Fondo di Previdenza del personale del Coni.

Ma, e ci tengo nuovamente a sottolinearlo con orgogliosa fermezza, tutto ciò al di là di ogni corporativismo o ottusa bandiera di categoria, in una visione totalmente aperta ed in sintonia al mondo esterno.

Gli ispiratori della "lungimirante idea", per usare lo slogan con cui è stata titolata la copertina dell'ultimo numero del Notiziario dell'APEC, furono Luigi Chamblant, che era stato capo del Servizio Ragioneria del CONI, Franco Bertoldi, ex segretario generale della Federcalcio ed Ennio Marongiu, ex Segretario Generale della Federazione Sport Equestri.

Fu entusiasta dell'idea, e da subito, il Presidente Giulio Onesti, come lucidamente ci racconta in un articolo del citato Notiziario Angelo Menna, presidente onorario della nostra Associazione, al quale, approfittando di questo inciso ed interpretando la totale volontà di tutti voi presenti, desidero rinnovare la nostra più sincera espressione di affetto e di ringraziamento per ciò che ha fatto (ed ha fatto davvero

tanto !) per l'APEC, dal primo giorno che la lungimirante idea ebbe corpo (...nonostante che Angelo all'epoca fosse ancora in servizio attivo come dirigente della Scuola Centrale dello Sport) fino ad arrivare ai nostri giorni. Ovviamente Chamblant, Bertoldi e Marongiu, con il preziosissimo supporto di consulenza esterna di Menna, non furono i soli a dar corpo iniziale al nuovo soggetto associativo: attorno a loro infatti si radunarono immediatamente altri pensionati, straordinari personaggi che sono stati pilastri della storia dell'Ente. Sarebbe giusto in questa sede citarli uno ad uno, ma il rischio di dimenticare anche un solo nome, mi porta a dare loro in modo collettivo, ma certamente pieno di affetto e di stima, il nostro più sentito ringraziamento. Ebbene il loro impegno ed il loro entusiasmo consentirono quarant'anni orsono, esattamente il 16 maggio del 1974, a far svolgere nell'Aula Magna dell'Acquacetosa l'Assemblea costituente dell'Associazione Pensionati del Coni. In quella sede fu approvato lo Statuto sociale e fu eletto il primo nucleo dirigente, con Ennio Marongiu alla Presidenza, ed Alessandro Marchetti alla Segreteria. Comunque sul citato Notiziario, e sul sito internet dell'APEC, chi è interessato o incuriosito, potrà leggere la gloriosa storia dell'APEC. Ritorno al giorno d' oggi ed alla nostra festa del quarantennale. E lo desidero fare evitando ogni retorica, perché sono convinto che il significato di una ricorrenza, qualunque essa sia e qualunque sia il soggetto interessato, deve soprattutto essere portatrice dei contenuti culturali ed etici che essa stessa rappresenta, contenuti da offrire a disposizione di tutti coloro che vivono il presente. Ricorrenza insomma come strumento utile per recuperare i più giusti insegnamenti: per dirlo con uno slogan, “servirsi del passato, per migliorare il futuro”. E' questa la vera impronta da dare al quarantesimo anniversario dell'APEC, perché esso vuole essere "pubblica occa-

7 sione" per evidenziare l'importante contributo dei dipendenti CONI allo sviluppo ed ai successi dello Sport italiano. Una "pubblica occasione" per ricordare il ruolo svolto nell'Ente per tanti decenni da migliaia di donne e di uomini, molti dei quali addetti

mente è stato riportato, tali e pari, all'interno del "sistema APEC" nel corso dei primi quarant'anni di vita, consentendo alla stessa di rispettare i parametri istitutivi fissati dai "padri fondatori" dell'Associazione: realizzare ogni iniziativa tesa a favorire una

anche a mansioni formalmente umili ma comunque fondamentali al buon andamento delle cose, e che, pur operando dietro le quinte, senza riflettori e totalmente ignorati dai media, hanno dimostrato una preparazione, un impegno ed una dedizione ben oltre quella richiesta o prevista dal loro contratto di lavoro. Soprattutto una "pubblica occasione" per evidenziare un modello di comportamento dal quale lo Sport italiano ha ricevuto solo contributi positivi: sto parlando della naturale capacità di saper offrire le prestazioni lavorative con una doppia lettura, quella di operatore professionale e quella di volontario. E voglio sottolineare la parola “volontario”, status che rappresenta uno dei capisaldi essenziali e costitutivi del concetto stesso dello Sport. Un volontariato che non è sinonimo di approssimazione ed improvvisazione, ma al contrario di preparazione e di competenze specifiche. Il sapersi proporre in questa duplice veste di lavoratore e di volontario ha fatto sì che i dipendenti CONI e delle Federazioni Sportive Nazionali, in ogni tempo ed in ogni occasione, hanno rappresentato uno degli elementi di forza per tutto il movimento sportivo italiano. Un modello ancora attuale e certamente ancora attuabile. Lo stesso modello comportamentale ovvia-

maggiore aggregazione e coesione tra i soci; recuperare quanto più possibile, attraverso la storia professionale individuale di ciascuno, un "brano" piccolo o grande della storia dello sport italiano; ed infine, cercare di risolvere i problemi riguardanti la categoria di pensionati. I risultati ottenuti confermano che possiamo essere soddisfatti. Soddisfatti, ma non appagati.

Ed è per questo che, nel concludere il mio breve intervento, desidero lanciare un appello a tutti i soci: a pensare già "a domani mattina", cioè ad immaginare il futuro dell'A.Pe.C. con l'impegno morale che già da domani essa possa muoversi sulla medesima lunghezza d'onda in cui si è mossa nei primi quarant'anni di vita. Le mie affermazioni possono sembrare utopistiche, addirittura assurde, anche in relazione all'età avanzata, chi più chi meno, dei soci, ma se ci si riflette bene non è così. Infatti noi tutti, pur essendo attualmente protagonisti nell'Associazione, rappresentiamo un "segmento temporalmente limitato" di essa.

Siamo dell'APEC ma non siamo l'A.Pe.C. Un po' come avviene nelle gare a staffetta, stiamo portando il "testimone" consegnatoci da altri prima di noi,

8 quelli della precedente "frazione", e questo baston- biamento è quello della pensione integrativa, che cino, concluso il tratto di nostra competenza, dovremo per i professionali di oggi non è più ipotizzabile e praticabile, e con esso il Fondo di Previdenza e quieconsegnarlo a quelli della frazione successiva.

Sempre e solamente in nome dell'APEC. Con una scenza. Basterebbero questi due esempi per crededifferenza sostanziale tra la nostra staffetta e quella re che stia venendo meno quel "comun denominatore" delle gare di atletica o degli altri sport ove è previ- che è stato alla base di tutti noi attuali pensionati, sta tale entusiasmante specialità: per rimanere che, ovunque prestassimo servizio, eravamo "forti" nell'ambito agonistico infatti nella nostra "corsa", di- della nostra appartenenza, amministrativa e contratversamente dalle altre in cui gareggiano gli atleti, ci tuale, ma anche affettiva, alla struttura monolitica troviamo di fronte alla variabilità del "campo di ga- del CONI. ra" tra una frazione e l'altra della "competizione".

Intendo dire che la Società di quarant'anni fa era totalmente diversa da quella di oggi; e così quella di trent'anni, o di venti o di dieci anni orsono. E come la Società, è cambiato anche il CONI, quantomeno nella sua struttura e nella sua dinamica operativa.

Ma credo che proprio in questa nuova situazione ambientale si dovrà concentrare la sfida dell'APEC, già a partire da domani mattina: l'Associazione dovrà continuare a rappresentare il punto di riferimento di coloro che hanno svolto la loro attività professionale nel mondo dello sport, nel rispetto e nell'applicazione

Ci troviamo oggi, ed ancor più lo sarà in futuro, a confrontarci con delle modificazioni che richiedono un approccio completamente diverso, in termini quantomeno di conoscenze e di abilità, rispetto a quanto poteva esserci richiesto nei decenni precedenti.

Nell'era della globalizzazione totale, delle distanze che non esistono più, ma anche delle grandi contraddizioni, il lavoro di ieri, le relazioni tra le persone, i bisogni e gli obiettivi non sono più assolutamente quelli del passato, recente e lontano.

dei suoi principi costitutivi.

Per farlo si dovranno adottare ovviamente dei correttivi nelle attuali dinamiche operative, probabilmente anche sul piano statutario, ma la linea tracciata dai nostri "padri fondatori" è ancora quella giusta. Siamo coscienti che sarà un percorso difficile, poiché l'APEC dovrà operare avendo di fronte un ostacolo ulteriore rispetto al passato, un ostacolo più subdolo, rappresentato da una Società che oggi come mai è stato, è portata a considerare l'anziano, nella nostra fattispecie un pensionato, un "peso" anziché una risorsa. Il riferimento all'odioso dibattito che, nei periodi di crisi economica e sociale come quello attuale, riemerge attorno al discorso pensioni e pensionati, che vengono ingiustamente configurati nella sostanza "uno dei problemi della società", non è assolutamente casuale.

E quindi anche l'APEC si trova a misurarsi coi radicali cambiamenti della Società, quelli del mondo esterno ma anche quelli che riguardano le mura di casa. Intendo dire che l'attuale struttura organica del CONI, nostro Ente d'origine e di appartenenza, non è più quella di qualche anno fa, visto che in prevalenza gli operatori professionali dello sport fanno riferimento normativo e contrattuale alle Federazioni Sportive Ma, e davvero concludo, sono convinto che la nostra Nazionali e non più all'Ente. Altro esempio di cam- Associazione saprà affrontare le nuove sfide con la

9 determinazione di sempre, perché saprà farsi forza di quella linfa vitale che nel passato gli ha permesso di raggiungere grandi traguardi: mi riferisco a quella linfa vitale rappresentata dalla convinta partecipazione dei pensionati CONI alla vita associativa. E questi nuovi pensionati, con metodi ed impegni programmatici certamente nuovi e rinnovati, nella sostanza si muoveranno con lo stesso spirito col quale ci siamo mossi noi e quelli che ci hanno preceduto: bando ad ogni auto-celebrazione, ma ferma convinzione che avendo lavorato per tanti anni nelle Federazioni e nel CONI, è giusto e doveroso continuare a dare attraverso l'A.Pe.C il contributo di preziose esperienze acquisite durante la propria attività professionale nel contesto del movimento sportivo italiano. Di base o di livello fa lo stesso. In altre parole ribadendo che l'A.Pe.C. deve essere un prezioso scrigno di esperienze, di informazioni, di storia, da mettere di nuovo in circolo, a disposizione di tutti. Solo in questo modo l'APEC può avere un futuro. Con questo auspicio ho davvero concluso. Grazie ancora amici tutti della vostra graditissima presenza.

“Non ci aspetta alcuna nuova rifondazione ma l'Associazione dovrà ancor più rappresentare il punto di riferimento di coloro che hanno svolto la loro attività professionale nel mondo dello sport, nel rispetto ed in applicazione dei suoi principi costitutivi. E’ l'unica strada che si deve perseguire, nella piena coscienza che il percorso lungo il quale dobbiamo camminare è sempre più difficile. Oggi abbiamo di fronte a noi un ostacolo insidioso e subdolo, rappresentato da una Società che è portata a considerare l'anziano, nella nostra fattispecie il pensionato, un peso anziché una risorsa. Gli anziani, e con essi i pensionati, non possono essere configurati come uno dei problemi della società ma, per citare le parole di Papa Francesco, una risorsa. E nell'ambito dello sport l'A.Pe.C. vuole essere una risorsa!. Assieme possiamo riuscirci !”

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L'A.Pe.C. si sente pienamente coinvolta nel processo di rinnovamento che riguarda l'organizzazione sportiva ufficiale, non intende tirarsi dietro rispetto ad ogni soluzione innovativa, ma intende rivendicare il suo ruolo originale di rappresentante coloro che hanno dedicato la loro vita lavorativa al mondo dello sport. Con coscienza, impegno e competenza.

Un "passaggio" particolarmente significativo nella vita dell'A.Pe.C. fu il riconoscimento della qualifica di Associazione Benemerita, deliberata da CONI nel 1995, esattamente venti anni orsono. Fu un obiettivo per il quale molto si batterono Angelo Menna e Vittorio Peconi, poiché questo status avrebbe dato maggiore prestigio alle attività del nostro organismo, in particolare per ciò che concerne l'ambito della "cultura sportiva". Ovviamente l'A.Pe.C. ha rispettato tale dettame, poiché, lo ricordiamo, è stata data vita all'organizzazione di diversi interessanti convegni, che si sono svolti non solo a Roma ma anche in altre città d'Italia, incentrati in particolare sui temi riguardanti l'attività motoria nella terza età e sulla storia contemporanea dello sport italiano. Non solo, ma sono state realizzate anche delle pubblicazioni di particolare interesse storico e culturale, come quella sulle Olimpiadi di Roma 1960, che riscosse unanime consenso. Ma chi sono le Associazioni Benemerite del CONI? La risposta scaturisce con chiarezza leggendo l'art. 30 dello Statuto del CONI ove si evince che nell'ambito della organizzazione sportiva esistono delle "associazioni nazionali che svolgono attività a vocazione sportiva di notevole rilievo" ed in virtù di questa loro attività, "...possono essere riconosciute dal CONI come associazioni benemerite." Il comma due di questo articolo chiarisce ancor meglio cosa si intenda per "associazioni a vocazione sportiva", vale a dire quegli organismi che "...svolgono attività di natura culturale consistenti nel propagandare e diffondere la cultura dello sport nonché quelle la cui attività nell'ambito scientifico o tecnico sia applicata allo sport."

Da diversi mesi a questa parte, nel discorso più generale riguardante il CONI quale organismo da sempre proiettato alla massima efficienza nel rispetto del ruolo fondamentale che gli è proprio istituzionalmente per lo sviluppo ed il progresso dello sport italiano, è in corso una riflessione sulla dinamica operativa delle Associazioni Benemerite. In altre parole, sul loro futuro. Non è ancora chiaro quale sarà

il risultato finale, in termini pratici, di tale dibattito.

E' pur vero che l'obiettivo è quello di arrivare ad una riforma "strutturale", con la prospettiva di inserire tali organismi in un contesto organizzato coordinato, cosicché ciascuna di esse, pur mantenendo ciascuna la massima autonomia decisionale, possa muoversi ed operare con maggiore efficienza, ma anche, nel contempo, con minore dispendio di energie e di risorse. Si ipotizza, ad esempio, che parte dei loro interventi, specie quelli di carattere amministrativo ed organizzativo, potrebbero essere di competenza di un'unica "sala operativa" (sul modello logico di una sana "spending review").

Nel complesso si tratta certamente di un tema importante, che impone attente riflessioni anche alla luce del fatto che oggi ci troviamo a confrontarci con modificazioni sociali e culturali che richiedono un approccio completamente diverso, in termini quantomeno di conoscenze e di abilità, rispetto a quanto poteva esserci richiesto nei decenni precedenti. E l'argomento riguarda anche la questione del reperimento di risorse e della loro ottimizzazione nell'utilizzarle nei modi dovuti. In questa nuova "trama ambientale" l'APEC, forse per le sue peculiarità istituzionali e perché soprattutto ad essa fanno riferimento soggetti che per professione si sono occupati di sport (...e quindi sanno veramente di sport), è pronta ad accettare la sfida: ed infatti nella riunione del Consiglio Direttivo del 29 aprile scorso ha discusso ampiamente sul tema, addivenendo ad una specifica delibera di prospettiva, che è stata approvata all'unanimità e trasmessa a tutte le altre Associazioni Benemerite, perché sia presa in considerazione come posizione ufficiale dell'APEC allorquando il Comitato di Coordinamento di tali organismi affronterà nella sede opportuna tale argomento. Staremo a vedere. (

(P.S.: come ogni altro tema "in continuo divenire", il sito internet dell'Associazione non mancherà di tenere aggiornati i soci con la pubblicazione di qualsiasi documento o notizia relativo a questa importante materia)

11 DELIBERA DEL 29 APRILE 2015 Il Consiglio Direttivo della Associazione Pensionati CONI (A.Pe.C.), esaminata e discussa la bozza consegnata lo scorso 27 marzo in sede di Comitato di Coordinamento delle Associazioni Benemerite, concernente l'ipotesi di una nuova struttura organizzativa tesa a dare nuova organicità alle Associazioni Benemerite stesse; nel condividere l'opportunità di un simile intervento, finalizzato ad ottimizzare ed armonizzare l'impegno di ogni singola Associazione Benemerita; nel riconoscere la validità di porre in essere soluzioni di carattere strutturale, che portino vantaggi concreti ad ogni Associazione Benemerita, e che consentano, attraverso un più ampio processo di partecipazione e coinvolgimento democratico, la presenza codificata ed istituzionalizzata negli organi decisionali del CONI di una figura che a pieno titolo rappresenti nel modo più ampio le Associazioni medesime; delibera quanto segue: A) per quanto riguarda gli aspetti organizzativi del progetto: espone la totale perplessità e giudizio negativo sulla ipotesi di costituzione di una Segreteria Operativa Centralizzata a servizio di tutte le Associazioni. Ciò tenuto conto della tipologia e delle finalità istituzionali dell'A.Pe.C. e considerato che alcune sue fondamentali competenze (come meglio specificato dall'art. 2 dello Statuto, approvato a suo tempo dalla Giunta Nazionale del CONI, allegato alla presente delibera) si differenziano in modo marcato da quelle delle altre Associazioni oggi esistenti. Di conseguenza per il loro espletamento necessitano di dinamiche organizzative e strutturali autonome ed a se stanti, non compatibili o quantomeno non concilianti con l'ipotesi di una struttura di Segreteria Centralizzata. A supporto di tale posizione: 1) evidenzia che le proprie competenze riguardano:  le attività di patronato: servizi assicurativi (in particolare quelli relativi alla gestione della polizza salute), servizi di assistenza previdenziale, servizi di assistenza medica, servizi di assistenza fiscale:  le attività solidali tra soci: di prestare assistenza materiale e sociale ai Soci che versino in condizioni di particolare indigenza;  le attività culturali: iniziative di ordine morale, culturale e sportivo, ivi comprese quelle di carattere turistico e sociale in genere, tese a mantenere, preservare e favorire l'incontro e lo scambio di idee di tutti i soci che hanno vissuto o vivono in comunità di intenti e di operosità la vita e le vicende dello sport italiano;  il collegamento con le Associazioni Pensionati degli altri Enti Pubblici per ogni iniziativa di controllo e di tutela sulla gestione delle pensioni complementari.

2) e sottolinea:  che l'attività dell'Associazione viene svolta anche con il concorso contributivo del Soci con il pagamento annuale delle quote associative e della partecipazione alle spese di partecipazione alle attività sociali:  che la struttura organizzativa dell'A.Pe.C. ha sempre operato con il fondamentale supporto non retribuito e gratuito (e come tale senza mai gravato sul bilancio dell'Associazione) di Soci volontari, specializzati e specificatamente competenti ad assolvere le competenze affidategli.

B) per quanto riguarda le competenze culturali e sportive del nuovo Soggetto di Coordinamento delle Associazioni Benemerite, il Comitato Direttivo dell'A.Pe.C.:  nel confermare il fondamentale impegno istituzionale dell'A.Pe.C. di continuare a porre in essere ogni soluzione tesa a recuperare, raccogliere e conservare il prezioso scrigno di esperienze, di informazioni, di storia" professionale in ambito sportivo dei propri associati;  nel ribadire la totale volontà che tali esperienze ed informazioni saranno sempre messe a disposizione dello Sport Italiano, in ogni forma e con ogni modalità, diretta e documentale;  nell'impegnarsi (così come previsto dal proprio Statuto e ribadito anche nell'Assemblea Nazionale 2015) ad attivare ogni iniziativa tesa ad ampliare in modo capillare il proprio campo di competenze a favore del mondo professionale dello sport in quiescenza, non limitandolo alla sola struttura organica del CONI ma anche alle figure professionali operanti nell'orbita delle Federazioni Sportive.  esprime il proprio convinto consenso per un coinvolgimento attivo dell'A.Pe.C. alla nuova ipotizzata struttura di coordinamento, attraverso forme di collaborazione pattuite ed inserite nei programmi annuali di attività della stessa Struttura.

TUTTO CIO' ENUNCIATO evidenziata la specificità e l'atipicità delle competenze statutarie ed operative dell'Associazione Pensionati CONI, il Comitato Direttivo dell'A.Pe.C. in relazione alle ipotesi progettuali per una nuova rimodulazione coordinata delle Associazioni Benemerite delibera all'unanimità:  che sia confermato all' A.Pe.C. lo status di autonomia operativa ed organizzativa,  che l'A.Pe.C.ed essere eventualmente ammesso alla nuova struttura di Coordinamento delle Associazioni Benemerite solo in qualità di socio aggregato,  che sia riconosciuto all'A.Pe.C. 1. bilancio autonomo (pur sotto il totale controllo degli organi di garanzia del CONI) 2. contributo annuale secondo le medesime attualità modalità previste dal CONI 3. sede ed apparato organizzativo autonomi 4. organi di comunicazione autonomi  confermando nel contempo che, nel pieno rispetto di quanto previsto dal proprio Statuto, ogni deliberazione, atto ed attività dell'Associazione. saranno sempre adottate ed intraprese in totale armonia con lo Statuto del C.O.N.I., con i principi fondamentali e con le deliberazioni e gli indirizzi del C.O.N.I. medesimo, emanate in modo diretto o attraverso organismi specificatamente costituiti e delegati.

12 Una vita dedicata agli operatori professionali dello sport, con convinzione e concretezza,

Il solco tracciato da Angelo Menna nei “primi” quarant’anni dell’Associazione, con le sue intuizioni, i suoi balzi in avanti nonché con sue idee dirette (...e spesso ostinate) tese a guardare sempre “oltre”, rende impossibile non associare alla sua persona la parola “Presidente”. Lui è stato, è, e sarà sempre, la personificazione dell’A.Pe.C., l’organismo di cui è stato “primus inter pares” per venti anni, facendo sì che rappresentasse un concreto punto di riferimento culturale, solidale ed affettivo per tutti coloro che, come lui, hanno dedicato la propria esistenza lavorativa al meraviglioso mondo dello sport.

Angelo Menna è deceduto nel tardo pomeriggio di venerdì 14 novembre, all'Ospedale Villa San Pietro, ove era stato ricoverato dopo essere stato colto da malore nella sua abitazione. Di origine familiare umbra, era nato il 28 marzo del 1921. Suo vanto è stato quello di aver vissuto intensamente tutte le fasi della evoluzione organizzativa che il Comitato Olimpico ha espresso dal dopoguerra ad oggi. Presente fin dal 1946 nella struttura del CONI che seguiva l'attività del Totocalcio, Menna ha diretto alcune delle zone di raccolta del Concorso pronostici che negli Anni Cinquanta ha avuto un notevole incremento tanto da sostenere di lì in seguito tutto lo sport italiano per mezzo secolo. Nel 1954 Menna ha iniziato a lavorare nell'Ufficio del Personale dove, nel corso dei venti anni successivi, è arrivato ad esserne il primo responsabile. E' stato coinvolto in modo diretto nell'organizzazione dei Giochi Olimpici di Roma 1960, curando il reclutamento e la gestione del personale. Sempre in questa occasione è stato anche componente del Settore Tecnico (ambito che era guidato da un altro "grande" dell'Ente, e poi dell'APEC, Amos Matteucci) occupandosi in modo specifico del coordinamento del Settore Organizzazione Allenamenti. Poi nel 1974, mentre era ancora in servizio (ndr: alla direzione della Scuola dello Sport , incarico che ha svolto fino al 1979), maturò l'idea, insieme ad altri illustri dirigenti (loro già in pensione), di far nascere l'Associazione dei Pensionati CONI, col precipuo intento di non disperdere quel patrimonio di competenze e qualità che tanti uomini e donne dell'organizzazione sportiva hanno messo al servizio dello sport. Angelo Menna ha presieduto l'APeC per venti anni consecutivi dal 1994 fino al 2013.

Davvero numerosi i successi dell'Associazione durante la sua gestione. Quando comunicò a tutti il suo ritiro dalla scena, all'unanimità tutti i Soci dell'A.Pe.C. lo acclamarono Presidente Onorario.

Quando sul Notiziario confermò il suo definitivo ritiro dalla scena “Voglio approfittare di questo spazio concessomi sul Notiziario per porgere a tutti voi il mio più sincero "grazie" per la bella avventura che mi è stato consentito di vivere nel corso della mia presidenza. E' stata una esperienza, bellissima ed inimmaginabile, che terrò nel cuore con orgoglio e con affetto, finché me ne sarà data la possibilità. Lasciando questo incarico dopo diversi anni "sulla breccia" dico in tutta sincerità di sentirmi soddisfatto del lavoro svolto fino ad oggi, pur nella consapevolezza che forse si poteva fare di meglio e di più. Mi auguro comunque che quel "poco o tanto" (...lascio a voi giudicare) che è stato realizzato possa essere servito a qualcosa...Ed ora posso serenamente cominciare "a fare la valigia", per lasciare il mio posto al nuovo Presidente, cui garantirò comunque, finché me ne sarà data la possibilità, la mia totale collaborazione. Per quanto riguarda la mia "valigia", sappiate che sarà solo stracolma di bei ricordi.

Belli sì, grazie all'Associazione, grazie soprattutto a voi carissimi amici, ed anche grazie allo stesso C.O.N.I., ente per il quale ho davvero dedicato la mia vita!" Angelo Menna

13 ...ma anche al CONI, ove ha prestato servizio con totale diligenza, competenza e serietà

Nel calcio e nel rugby è il giocatore che supporta l’azione della fascia d’attacco, fondamentale per far segnare punti alla squadra. Come spesso accade sul lavoro: queste figure professionali, mai sotto la luce dei riflettori e delle telecamere, sono l'autentica forza dell'azienda. Nella Azienda CONI Angelo Menna seppe ricoprire con saggezza questo ruolo per quasi mezzo secolo, anche “segnando tanti gol”!

Angelo Menna ha iniziato la sua “avventura CONI” partendo dal Totocalcio (allora si chiamava SISAL) negli uffici di Perugia: era febbraio del 1946. Qui operò, con unanime riconoscimento, fino all’agosto del 1948. Poi per le sue spiccate capacità organizzative, sempre per il Totocalcio, fu inviato in altre zone importanti per la promozione e diffusione del concorso pronostici, ed infatti in questo suo peregrinare fu capo-zona a Padova, a Pescara ed infine a Bari. Nel 1954 fu destinato alla Direzione Generale di Roma, che aveva sede nella storica palazzina di Via Crescenzio 14. Ma in questo ufficio rimase solo dieci giorni, perché il Presidente Onesti volle il suo trasferimento a Roma perché in realtà lo voleva a Palazzo H. Qui infatti fu assegnato al Servizio del Personale del CONI, anche nella prospettiva che la Capitale potesse organizzare i Giochi Olimpici del 1960.

E da quel momento Roma divenne la sua città di definitiva residenza. Quando assegnarono i Giochi a Roma, nel giugno del ’55, Menna si trovò immediatamente coinvolto nella "Grande Olimpiade", poiché il nuovo Servizio ove operava avrebbe dovuto occuparsi del personale assegnato al Comitato Organizzatore dei Giochi 1960. La struttura all'inizio contava circa 40 persone. Poi nel 1957 fu costituito un Ufficio Personale specifico per le Olimpiadi e nell’arco di tre anni dalle quaranta unità si passò a numeri di cinque cifre, non tutti dipendenti CONI ovviamente, e sempre ovviamente, la maggior parte

con contratto a termine. Finiti i Giochi poi bisognava chiudere i conti, e per questo fu costituito un Ufficio Stralcio che avrebbe dovuto seguire tutte le pratiche inerenti le liquidazioni, il saldo dei compensi e via discorrendo. Fu un lavoro enorme che vide in prima linea Menna per ulteriori ventotto mesi, fino al 31 dicembre 1962. Ma per Menna non furono solo Olimpiadi vissute “a tavolino”visto che il 13 agosto del ’60, a 12 giorni dalla Cerimonia di Apertura, fu comandato a prestare la sua opera anche, e sottolineiamo “anche”, presso l’Ufficio Allenamenti e Gare, diretto da Amos Matteucci. Quindi di mattina al Servizio del Personale, di pomeriggio all’Ufficio Allenamenti del Villaggio Olimpico: impegni pressanti che imponevano una media giornaliera lavorativa di almeno 16 ore al giorno!. Angelo Menna successivamente ai Giochi di Roma ricoprì tanti altri incarichi, tra cui la reggenza al Servizio del Personale ed infine la direzione della Scuola Centrale dello Sport.

Qui tra l’altro, da vero e proprio mediano di spinta, seppe dapprima intuire e poi gestire quella fase, che rimanendo nella metafora sportiva, è propedeutica a far segnare il gol alla sua squadra: scegliendosi valenti collaboratori (ne citiamo uno per tutti, il Maestro di Sport Gigi Cimnaghi) seppe guidare la trasformazione di una tra le più innovative strutture dell’Ente, fondamentale per il progresso e l’espansione della cultura e della tecnica dello sport ai massimi livelli, in un organismo di primissimo livello internazionale.

Un grande lavoro a favore dei Pensionati CONI Per noi tutti pensionati del CONI Angelo Menna è l’A.Pe.C.: ma non è solo un fatto emotivo, affettivo. In realtà i suoi venti anni di presidenza hanno segnato molti punti concreti a favore dei soci: sul piano fiscale, su quello della tutela sanitaria, su quello previdenziale. Menna ha sempre operato avendo come principio ideologico che l'APEC doveva costituire un punto di riferimento soprattutto in considerazione del lungo e grave momento socio-economico che sta vivendo il Paese ormai da più di venti anni, ove le categorie più deboli hanno visto diminuire in modo preoccupante le basilari garanzie sociali di cui dovrebbero godere tutti i cittadini. Testimonianze concrete della sua azione ce ne sono tante: in primis quella del rimborso del 12,5% dell’IRPEF indebitamente trattenuta fino al 2005 sulla pensione integrativa del Fondo di Previdenza CONI. Anche l’Assicurazione Sanitaria è stato uno dei suoi cavalli di battaglia vincenti, ed il suo impegno si è concretizzato ogni anno con il raggiungimento di accordi di chiaro interesse per i soci A.Pe.C.. Analogo discorso per le attività del tempo libero, per le quali si è sempre battuto perché esse fossero inquadrate essenzialmente come momento di aggregazione e solidarietà tra i soci

14 Righe semplici ed affettuose dalle quali emerge un comune giudizio:

Mesi fa avevamo chiesto ai colleghi di inviarci testimonianze dirette su Menna vissute sul lavoro, così da arricchire, anche con particolari minimali, la fotografia di questa persona, onesta, saggia, educata, lungimirante e soprattutto rispettosa degli altri. Pur se poche sono state le risposte, ne è uscito fuori un quadro di un vero dirigente, che ha saputo coniugare le sue belle doti caratteriali con le competenze e le responsabilità dei ruoli da Lui ricoperti.

SERGIO SINCERI Sono il marito di Jolanda Gasperini, deceduta nel 2010, per 40 anni centralinista al CONI): ho conosciuto Menna perché accompagnavo ogni giorno mia moglie, non vedente, sul posto del lavoro. Angelo Menna è stata una grandissima persona: ricordo che quando lui scendeva nella Sala del Centralino, non mancava mai di scherzare e dire battute spiritose, con il personale; inoltre era molto cordiale con mia moglie. Si sentirà senz'altro la sua mancanza .

BRUNO FRANCESCHETTI Ovviamente il ricordo di Angelo viene da molto lontano, fin da quando ho fatto la Scuola dello Sport, negli anni 1969-1972. A quel tempo frequentavo la Scuola pur essendo dipendente dei vigili del fuoco alla scuola centrale antincendi, Capannelle. Per motivi di servizio in caserma arrivavo alle lezioni quasi sempre in ritardo e, per questa ragione spesso ero richiamato: più di una volta ho dovuto presentarmi dal direttore della scuola, appunto Angelo Menna, e con mio gran sollievo mi sentivo dire così “va bene Franceschetti, cerca di essere puntuale il più possibile”. Poi mi salutava con una stretta di mano e l’espressione di un papà. Anche quando era nel Consiglio Direttivo della Federazione Ginnastica Italiana ho avuto il suo conforto quando, più volte, ho avuto accese discussioni su punti di vista non condivisi con qualche mio superiore. Eppure lui mi ha sempre condiviso! Altre cose positive potrei dire su Angelo Menna, ma non mi dilungo: mi limito a quanto detto, perché credo sia sufficiente per mettere in risalto la personalità di Angelo che, alla fine, lo sentivo come un amico! E non mi pare poco! Ecco chi era per me Angelo Menna.

RITA LENA MONZONI Angelo Menna per tanti anni è stato parte integrante del C.O.N.I. nei suoi vari e prestigiosi ruoli: io sono arrivata da Bologna nel 1966 e, pur essendo già dipendente dell’Ente, a Roma non conoscevo proprio nessuno. Nei primi anni i miei rapporti con lui sono stati occasionali e solo per ragioni di lavoro, ma la sua disponibilità e la sua cortesia mi hanno aiutato per tante esigenze sia lavorative che umane. Dopo alcuni anni i miei rapporti con Angelo sono diventati quotidiani, sia alla Federazione Ginnastica sia alla Scuola dello Sport, dove ho avuto modo di apprezzare il suo fare di uomo gentile e sorridente, ma sempre diretto, sempre con “la schiena diritta”, disponibile ad ascoltare e soprattutto …a fare! Terminato il mio ciclo lavorativo quale dipendente sono stata “cooptata” alla Associazione Pensionati, dove sono trascorsi altri anni di stretta vicinanza, di quotidianità serena sia in sede che in occasione della nostre iniziative sociali, alle quali lui, con la partecipazione della Sig.ra Lina e di Anna, sua amata figlia, non mancava mai per sostenerci e incoraggiarci. Sono tanti i ricordi di giornate trascorse in allegria tra cultura, lauti pranzi e tanta empatia! Poi Angelo “è andato avanti”, ci ha preceduti lasciandoci il suo esempio di vita e di lavoro: a me mancherà la sua presenza, il suo abbraccio, il suo “grazie ragazzi per il Vostro lavoro”, che gratificava tutti noi del Consiglio e ci rendeva orgogliosi di fare parte della “sua” A.Pe.C. e ci consentiva, nonostante le nostre età, di crescere ancora insieme a lui e con lui. Buon viaggio Angelo: il tuo esempio e il tuo ricordo mi scalderà il cuore e mi accompagnerà nel percorso di vita che ancora mi verrà riservato.

15 MIMMA TURI Nel 1968 sono stata assunta al CONI e Angelo Menna mi ha fatto il primo colloquio. Avevo 18 anni, lui era già' Vice capo del Personale (il gigante e la bambina): ricordo il garbo e la dolcezza che ha avuto verso di me, che in quel momento ero molto agitata. Mi ha tranquillizzata spiegandomi cosa fosse il CONI, l'attività' istituzionale e le norme comportamentali del personale, all'epoca in vigore. Uscii dal suo ufficio molto rasserenata e questo inizio é stato per me impagabile per tutta la vita, e di questo gliene sono stata sempre grata. Negli anni successivi ho avuto modo di incontrarlo, per lavoro o per diletto, e ricordo che man mano che il mio ruolo di attività professionale aumentava di responsabilità e di immagine, lui mi ha sempre esortato “a non mollare” (...nei periodi difficili, in certi posti non era facile sostenere attacchi, delazioni e a volte vere e proprie cattiverie). Aveva sempre un buon consiglio da darmi fino a quando é diventato Presidente dell'APEC. Ed anche allora, quando sono andata in pensione, mi ha chiesto di collaborare con le attività inerenti l'Associazione, una collaborazione cui ho dovuto rinunciare per motivi familiari. Il suo ricordo resterà sempre nel mio cuore.

ROSSANA LUCCI Se ben ricordo ho conosciuto Angelo Menna durante la selezione per il personale che avrebbe prestato servizio per le Olimpiadi, ma in realtà non ho mai avuto con lui contatti diretti di lavoro. E' molto difficile trovare giusti aggettivi, oltre quelli già detti in suo ricordo, perché Angelo Menna era una persona speciale, come se ne incontrano poche. La sua cordialità ed i suoi modi gentili erano riusciti a creare un’atmosfera nell'Associazione Pensionati veramente encomiabile. Passare in Associazione ed essere accolti da Angelo con affetto, come "uno di famiglia", era un vero piacere. Posso dire che quando ho cominciato a frequentarlo come Presidente dell'A.P.E.C., ho rimpianto di non aver mai avuto contatti con lui quando ancora svolgeva la sua attività professionale al CONI. Chiudo queste poche righe ricordando la sua ultima presenza al CONI in occasione del 40° anniversario dell'APEC : la commozione era unanime e l'applauso rivolto al"signore perbene" era profondamente caloroso e sentito da tutti i presenti.

FABIO SASSI Il mio lavoro mi ha portato molto spesso all’estero e comunque il mio ambito è sempre stato legato alla attività nazionale e internazionale della Federazione presso la quale ho prestato servizio per oltre 40 anni. Quindi i miei contatti con la sede centrale e i dirigenti amministrativi del CONI non erano così stretti, motivo per cui ho potuto conoscere Angelo Menna solo qualche anno dopo essere andato in pensione ed essere entrato a far parte dell’A.Pe.C.. Il primo incontro in sede è stato, da parte mia, molto formale: gli ho dato del “Lei” proprio perché non lo conoscevo e almeno all’epoca il primo approccio con persone non frequentate era per l’appunto un bel “come sta Lei”. Ma sono bastati 30 secondi per rendermi conto che con Angelo era facilissimo entrare in confidenza e iniziare una amicizia e una stima reciproca, che ho avuto il piacere di mantenere fino quasi alla sua scomparsa, essendolo andato a prendere a casa per portarlo personalmente al Salone d’Onore del CONI per quell’incontro indimenticabile del primo ottobre dell’anno scorso, con l’attuale dirigenza del CONI e un foltissimo numero di Soci. Ecco, credo che in quella occasione la nostra Associazione abbia reso omaggio nel migliore dei modi al suo Presidente Onorario, ma soprattutto ad un amico e ad una persona per bene che per tanti anni è stato a capo della Associazione. La sua dote principale è stata la saggezza e la ponderatezza. Che io ricordi, non perdeva mai la pazienza, ma soprattutto ogni argomento veniva soppesato e trattato con la massima attenzione e sempre tenendo ben in evidenza i possibili futuri sviluppi. Non aveva fretta, lui, il suo motto era “non abbiamo fretta”, e lo ripeteva spesso anche se poi questa sua metodologia non ritardava affatto la realizzazione di ciò che riteneva opportuno fare per l’Associazione. Era benvoluto da tutti e a tutti lui voleva bene. Incredibile il numero delle persone che conosceva e che si rivolgevano a lui con un affetto ed una amicizia che ho riscontrato veramente poche volte tra colleghi. Finché ha potuto, ha partecipato insieme alla moglie Lina alle nostre gite sociali, e mi ricordo che tutte le nostre uscite erano benedette dal bel tempo, tanto è vero che parecchi di noi, convinti che avesse particolari agganci“...in alto loco”, quando le sue condizioni di salute e specialmente quella della moglie non gli hanno più consentito di partecipare, gli facevano una “telefonata di raccomandazione” perché intercedesse presso i suoi personali tutori meteorologi. Purtroppo i suoi ultimi mesi non sono stati facili a causa dell’età e del ricovero di Lina. Ma anche in queste difficili condizioni, mi ha colpito la eccezionale serenità con la quale questi problemi venivano affrontati. Ti ringrazio, Angelo, per avermi onorato della tua amicizia.

IRENE SELLO Ho lavorato molti anni con Angelo Menna: sono stata la sua segretaria dal 1961 fino al mio pensionamento, quindi posso parlarne con una certa competenza. Per la verità all’inizio quell’incarico mi sembrava un immeritato declassamento: ero una bibliotecaria, innamorata del mio lavoro, perciò fare la segretaria mi sembrava qualcosa di monotono e riduttivo. Poi ho imparato a conoscere e stimare la persona: un vero professionista, competente e intransigente nel suo lavoro, ma anche sempre affabile e disponibile, pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Ma la qualità che più ricordo in lui è la gentilezza: una gentilezza calma, spontanea, educata. Tra l’altro aveva verso le donne (tutte, dalla donna delle pulizie alla funzionaria più importante) una galanteria innata, mai volgare, che lo rendeva speciale e molto amato. Per riassumere con una parola ormai desueta, un vero “gentiluomo” (specie rara, in via di estinzione).

GIOVANNI SCIFO Ho cominciato ad avere rapporti diretti con lui nel 1984 , allorquando andò in pensione Natali ed a me furono affidate le attività operative attinenti il giornale Totocalcio, quel giornale a cui il Dr. Angelo Menna era particolarmente affezionato. E lo era talmente affezionato anche come lettore, che quando, per qualche disguido postale non lo trovava sulla sua scrivania, ne reclamava, per corrispondenza, la mancata ricezione.

VERA LIBERTA' RIGOLI ved. MATTEI L’ho conosciuto in quel periodo in cui si facevano le riunioni per il riconoscimento dell'Associazione da parte del CONI. L’A.Pe.C., la sua “creatura” per lal quale si è sempre impegnato affinché fosse dotato dei mezzi necessari per lavorare sempre meglio. Menna è stato una persona rispettabile, educata e con una sensibilità ammirevole verso i dipendenti.

16 Un suo grande orgoglio professionale: l’impegno ai Giochi di Roma 1960

Riproponiamo l’intervista che pubblicammo sullo speciale rievocativo sulle Olimpiadi Se c’è una persona che ha titolo per affermare che i Giochi di Roma sono da considerare “la nostra Olimpiade” questi è proprio Angelo Menna, che fu coinvolto da subito in quella meravigliosa avventura, come d’altronde tutti i dipendenti CONI allora in servizio. C’è da dire che nel 1955 il nostro Ente non aveva un organico di professionali particolarmente numeroso, e che l’ambiente, pur serio e solenne, era caratterizzato da una atmosfera da “grande famiglia”, col Presidente Onesti nel ruolo di “padre attento e severo”. Quella compattezza, quell’armonia, quella operosità “della grande famiglia CONI” di cui Menna fu fedele interprete.

Caro Presidente, il tuo rapporto con le Olimpiadi? ministrativo. Al Servizio Tecnico è’ stata una bellissima, “Posso dire che è stato totale, dal momento della asse- quanto impegnativa esperienza. Questo Ufficio doveva occuparsi della gestione degli allenamenti delle squadre, gnazione fin quando chiudemmo tutti i conti” il che significava “far quadrare il cerchio” per mettere Il che vuol dire? “Dal 1955 al 31 dicembre del nelle condizioni tutte le squadre di tutte le discipline di 1962.”Puoi essere più preciso e darci qualche particopotersi allenare secondo schemi ben precisi e coordinati, lare? “Sono stato trasferito al Servizio del Personale del con la disponibilità degli impianti, del servizio trasporti e CONI il 12 gennaio del 1954, proveniente dalla Direziodi quello logistico. Un puzzle complicatissimo, che affronne Generale Totocalcio. Qui ho trascorso trent’anni esatti tavamo “a mano”, senza l’apporto oggi essenziale dei della mia vita fino a diventarne primo responsabile.

Quando assegnarono i Giochi a Roma, nel giugno del computer.” ’55, cioè l’anno dopo il mio arrivo, mi trovai quindi coinvolto da subito nei Giochi, visto che il Servizio ove operavo dovette occuparsi del personale assegnato al Comitato Organizzatore di Roma 1960. In tutto credo che fossero circa 40 persone. Poi nel 1957 fu costituito un Ufficio Personale specifico per le Olimpiadi e nell’arco di tre anni dalle quaranta unità si passò a numeri di cinque cifre, non tutti dipendenti CONI ovviamente, e sempre ovviamente, la maggior parte con contratto a termine.

Finiti i Giochi quindi bisognava chiudere i conti, e per questo fu costituito un Ufficio Stralcio che avrebbe dovuto seguire tutte le pratiche inerenti le liquidazioni, il saldo dei compensi e via discorrendo. Fu un lavoro enorme che mi vide in prima linea e che mi impegnò per ulteriori ventotto mesi, fino al 31 dicembre 1962.”

Ma allora le tue Olimpiadi le hai seguite “a tavolino”?

“No, per fortuna no, e ne sono felice! Infatti il 13 agosto del ’60, a dodici giorni dalla Cerimonia d’Apertura mi arrivò la lettera del Segretario Generale Bruno Zauli ove mi si comunicava che “…in relazione alle pressanti ed indifferibili esigenze olimpiche “ avrei dovuto prestare la mia opera “…nell'ambito dell'organizzazione olimpica per il periodo dal 15 al 31 agosto”. Fui inviato presso l’Ufficio Allenamenti e Gare, diretto dal compianto Amos Matteucci. Come era logico lavorai in quell’Ufficio oltre fine agosto, fino alla fine dei Giochi.” Quindi la manifestazione ti permise di lasciar da parte le scartoffie?

“Assolutamente no: di mattina lavoravo al Servizio del Personale, di pomeriggio mi trasferivo di sede, all’Ufficio del Villaggio Olimpico. Insomma un tempo pieno, o meglio dire totale, di almeno 16 ore al giorno!”

Quindi anche un lavoro stressante? “Sarà stata la giovane età, non ancora quarantenne; sarà stata l’importanza dell’evento; sarà stato che quando c’è da lavorare non mi sono mai tirato indietro, ma per me le Olimpiadi di Roma, oggettivamente impegnative, hanno pesato quasi niente, o quantomeno non me ne sono accorto. Ma attenzione: non sono stato solo io ad “essere speciale” in quegli anni ed in quei mesi. Lo eravamo tutti noi dipendenti CONI, tesi allo spasimo perché ogni cosa riuscisse nel migliore dei modi. Si era creata una situazione ambientale eccezionale, che ritengo sia stata il vero e proprio asso nella manica di tutta l’organizzazione olimpica”.

Finite le gare e spento il braciere, hai continuato a lavorare per le Olimpiadi per altri mesi ancora? “Come ho detto prima, tornato tra le scartoffie, mi è stato affidato l’Ufficio Stralcio, che fu davvero un lavoro pesante.

Ma misi tutta la mia buona volontà, e con me gli altri amici e colleghi rimasti al mio fianco. Anche stavolta andò tutto bene, tant’è che non si è registrato alcun inconveniente, alcuna contestazione, alcun caso delicato. Però poi tutta quella tensione si fece sentire sul mio fisico”.

Davvero? “Esattamente tre mesi dopo mi fu diagnosticata un ulcera allo stomaco e dovetti essere operato d’urgenza. Da almeno un anno soffrivo di dolori periodici spesso anche lancinanti, ma cercavo di non farci caso: ero davvero impegnato e non potevo permettermi pause.

Perf ortuna il lavoro fungeva da anestetico, tant’è che la crisi mi prese nel corso di una tranquilla e serena gita con mia moglie in quel di Perugia. Da vero e proprio stakanovista dissi tra me e me in Ospedale, che per fortuna Un lavoro certamente più interessante? “Ovviamente sì, l’inconveniente non mi era capitato prima. Ma ovviamenanche se la mia forma mentis è sempre stata di tipoam- te questo pensiero non l’ho mai detto a mia moglie…”

17 Un simpatico reportage di Luigi Ugolini

L'esperimento di concentrare in un unico evento la Gita di Primavera e le Vacanze al Mare, è pienamente riuscito. Infatti dal 25 giugno al 5 luglio si sono svolte le Vacanze in Sicilia, campo base Marsala, dieci giorni in un posto stupendo nel corso dei quali sono state inserite delle gite in posti altrettanto stupendi. Le emozioni vissute in quelle giornate ce le racconta il collega Luigi Ugolini, stimato giornalista per tanti anni all'Ufficio Stampa del CONI. Ombre nella foschia? No, tranquilli nulla di inquietante. Solo un evento breve e improvviso, ma emblematico soltanto per chi scrive. Accadde infatti, sulla spiaggia del Delfino Beach Hotel di Marsala dove abbiamo passato le vacanze estive dell’Apec, che un banco di foschia avvolgesse tutti noi, mentre eravamo intenti a scherzare con i ragazzi della animazione, o ci eravamo pigramente offerti alle calde carezze del sole, oppure eravamo immersi nelle fresche acque del Canale di Sicilia.

Quella foschia l’ho subito paragonata alle ombre dei miei ricordi offuscati dal tempo. Ho lasciato infatti il CONI da più di 11 anni ed è stato piacevole poi spazzar via quella foschia e dare una schiarita sugli arrugginiti cassettini della memoria. E rivivere così con i soci dell’A,Pe.C. il piacere dei tanti incontri dei tempi passati, avvenuti talvolta ben oltre i 50 anni, quando cioè da giovane cronista dell’Agenzia Italia mi aggiravo in cerca di notizie nel primo Palazzo delle Federazioni. Vero Presidente (FPI) ? Vero Fabio (FIPAV) ? E così al Delfino Beach sono fioccate le domande. Ma tu chi sei? E tu dove lavoravi?

Ti ricordi di me? E giù a raccontarci. Ecco, piano piano le ombre spariscono, la foschia si dirada e allora sono felice di aver vissuto per la prima volta da socio Apec una vacanza con tutti coloro che hanno scelto quest’anno con entusiasmo la proposta della Sicilia.

Grazie dunque presidente, grazie Emilio per aver avvallato le scelte del direttivo. Perché la vacanza oltre tutto non è stata semplicemente balneare. In una terra infatti che ha assorbito nei secoli usi e costumi di tanti popoli, abbiamo potuto godere a volte l’incanto dell’attimo, ma soprattutto approfondire dal punto di vista conoscitivo tanti gioielli architettonici e di cultura lasciati in eredità dalle 15 civiltà che si sono succedute nella splendida Sicilia.

E proprio qui a Marsala, l’ultima impronta lasciata da un nuovo “conquistatore”, da un uomo venuto dal mare, è stata quella di un popolarissimo italiano: Giuseppe Garibaldi.Marsala non è solo siciliana e italiana, ma soprattutto garibaldina. C’è Porta Garibaldi, c’è Piazza Garibaldi dove una targa sotto l’orologio e la loggia

18 del Palazzo Comunale commemora (7 aprile 1860) la rivolta popolare contro i Borboni che precedette di poco l’arrivo dei nostri. Una via limitrofa poi è intitolata alla data dello sbarco dei Mille a Marsala, 11 Maggio 1860. E molte stradine del centro portano i nomi (con la specifica didascalia “garibaldino”) di quei protagonisti della storica impresa che hanno contribuito alla nascita dello stato italiano. Persino la Piazza Piemonte e Lombardo è dedicata alle due navi che imbarcarono gli uomini di Garibaldi dal famoso “scoglio”della ligure Quarto per la lunga traversata fino a capo Lilibeo, la punta piú occidentale della Sicilia. Quanti italiani sono passati a Marsala per godersi la bella cittadina ? Noi sì e per merito dell’A.Pe.C.. Il programma della vacanza prevedeva anche tre giornate di escursioni. Riviviamole insieme.

La prima stupenda pausa, sapientemente alternata

liere narra invece che il nome deriva dal sangue dei tonni defluito spesso (a seconda delle correnti generate dal vento) dalla mattanza della tonnara di Favignana. E a ricordo di questa famosa e gigantesca trappola per il gustoso pesce (inutile dire che ne abbiamo mangiato a volontà nel magnifico buffet approntato mattina e sera dall’hotel), è stato allestito l’interessante Museo Vincenzo Florio, proprio nell’ex grande stabilimento creato nel 1830 per la lavorazione e l’inscatolamento dei tonni. Il battello ha navigato successivamente verso Levanzo, dove ci ha accolto un grazioso e pittoresco borgo marinaro.

Nell’isola c’è anche una caverna (la Grotta del Genovese; l’isola era di proprietà di una nobile famiglia ligure) sulle cui pareti sono disegnati graffiti umani di circa 11 milioni di anni fa. Peccato non averla visitata, ma non si può fare tutto con tempi limitati.

al soggiorno balneare, è stata la gita a Favignana e Levanzo, due delle Isole Egadi. Più turistica la prima ma decisamente bella e interessante per le sue cave di tufo, le sue caratteristiche orografiche e le sue calette, come abbiamo ammirato dal battello. Non è da poco esserci tuffati a Cala Rossa, famosa non solo per i fondali di acqua limpida e trasparente ma anche per la battaglia delle Egadi che si svolse proprio lì davanti, fino alla prospiciente Levanzo. Vinsero i romani a conclusione della prima guerra punica.

E allora si narra che la caletta abbia preso il nome dal sangue disperso dai combattenti. Il nostro battel-

Dopo due giorni di spiaggia, seconda spedizione in terra sicula. Quella dedicata a Palermo e al Duomo di Monreale, sul colle dei Re. Voluto alla fine del 1100 dal re normanno Guglielmo II d’Altavilla il Buono, è considerato veramente un patrimonio di arte e di cultura e sovrasta l’ex valle della Conca d’Oro colma com’era di aranceti che formavano un tappeto dorato fino a Palermo per circa 5 km; ora purtroppo si scorgono soltanto tetti di tegole rosse.

L’interno del duomo risplende di luce propria emanata dalla vasta superficie dorata dei suoi mosaici e delle migliaia di decori. Impossibile descrivere qui la

19 magnificenza descrittiva dell’intero ciclo umano e divino (c’è persino l’Arca di Noè). Va solo vissuta sul posto, dominati dalla visione centrale e focale del Cristo Pantocratore. Un incanto! Guglielmo II che ha offerto in dono il tempio al suo popolo (vedi la statua nella foto), non immaginava forse di aver tramandato ai posteri un vero Patrimonio dell’Umanità.

Splendido anche il chiostro, capolavoro dell’arte medievale con le sue numerose colonne diversamente decorate. A Palermo ritroviamo nella Cappella Palatina la stessa magnificenza dei mosaici di Monreale.

Una volta saliti al primo piano con lo scalone del Palazzo Reale o dei Normanni (sede attuale dell’Assemblea Regionale), l’immagine che ha subito catturato la nostra vista nella chiesa è stata la grandiosa figura sotto la cupola del Cristo Pantocratore nel gesto di benedizione, circondato da angeli e ar-

Visita d’obbligo successivamente alla Cattedrale di Palermo dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta, mentre alla Patrona della città Santa Rosalia è dedicata una Cappella dove in uno splendido sepolcro d’argento sono conservate le sue reliquie. E’ tutto in argento anche l’altare, una straordinaria opera d’arte. Santuzza, come affettuosamente i palermitani chiamano la loro patrona, era una giovane damigella d’onore alla corte reale, ma preferì la vita monastica e la solitaria contemplazione dell’eremo sul Monte Pellegrino, dove furono poi ritrovate le sue spoglie e dove fu creato un Santuario. Ogni anno la Santa Patrona è protagonista di una festa popolare, “U fistinu” (Il Festino). Un grosso carro trionfale a forma di vascello (vedi foto) è accompagnato da migliaia di palermitani nella lunga marcia attraverso la città, partendo dalla Cattedrale. Detto che le opere

cangeli. La Cappella, consacrata come chiesa della famiglia reale e dedicata a San Pietro e Paolo, presenta tre navate separate da colonne in marmo e archi a ogiva e il soffitto di quella centrale è una meraviglia delle maestranze arabe, una struttura lignea a cassettoni scolpiti a forma di stelle e con decorazioni pittoriche, che rappresentano, unico esempio al mondo, figure umane all’interno di un luogo di culto islamico. Ma qui, come a Monreale, è impossibile elencare tutte le altre bellezze musive che hanno reso celebre la Cappella e davanti alle quali siamo rimasti tutti affascinati.

marmoree e di pitttura hanno sancito l’importanza della Cattedrale tanto da meritarsi il riconoscimento moderno di Patrimonio dell’Umanità, c’è un particolare forse unico da segnalare. Sul pavimento della navata centrale infatti è stata realizzata in diagonale una meridiana in marmo con tarsie colorate che rappresentano i segni zodiacali. Lì dove il raggio della luna si posa, entrando da una finestrella nella Cattedrale, si evidenzia il periodo zodiacale dell’anno.

E che dire della terza ed ultima gita programmata sui dieci giorni di vacanza? Segesta ed Erice sono due tappe classiche per

20 approfondire la cultura siciliana. Il tempio dorico rimasto incompiuto per colpa della guerra tra Segesta e Selinunte, rimane una splendida realizzazione, incastonato com’è nel paesaggio circostante.

Peccato per noi gitanti non aver raggiunto ancora più su la posizione dell’anfiteatro, collocato sul crinale e che domina la scena su tutto il Golfo di Castellammare. Ma l’abbiamo visto in cartolina e non è una battuta, perché la guida, rendendosi conto dei nostri encomiabili sforzi effettuati per salire a piedi sulla collina del tempio, ci ha risparmiato un’ulteriore salita, mostrandoci appunto una bella foto stampata su cartolina.

frase: “La curiosità è il segreto per restare sempre giovani”. E con tanta curiosità abbiamo girato fra uno dei borghi più belli d’Italia, cinto da mura ciclopiche del VII secolo avanti Cristo, incrociando il duomo dell’Assunta, il Castello e le torri del Balio (medievali) e il Castello normanno noto come castello di Venere, eretto sui resti del tempio romano di Venere Ericina e creato come una gagliarda fortificazione che domina la vallata. E poi la sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, intitolato a uno dei famosi “ragazzi di via Panisperna” degli anni ‘30, un gruppo di fisici italiani che hanno contribuito a far nascere l’era atomica.

Lasciata Segesta il bus si inerpica sulla rocca di Erice salendo fino a circa 700 metri. Inutile descrivere la grandiosità dei panorami che si sono goduti da quella posizione. Dalla costa di San Vito Lo Capo a sinistra e fino alla veduta sulle saline di Trapani a destra, con i profili in lontananza delle isole Egadi.

Anche qui la “scalata” dentro il borgo antico ha creato un po’ di fatica e mi sia qui consentito di rivolgere un doveroso apprezzamento a tutti noi, indomiti scalatori, e soprattutto al Prof. Antonio Dal Monte, lui scalatore dei cieli, che alla sua età e per tutte le nostre escursioni ha dovuto convivere con il problema del suo ginocchio. Del resto è sua questa bella

E’ stato qui voluto come sede dal noto scienziato ottantacinquenne Prof. Antonino Zichichi, nato a Trapani da una famiglia di origine ericina.Dulcis in fundo, prima di lasciare Erice, era d’obbligo una visita interessata nella famosa pasticceria “Zia Maria”.

Degustazioni in offerta, pasta di mandorle e torroncini a volontà, la genovese alla crema (dolce di pastafrolla), hanno allietato la fine dell’interessante e meravigliosa visita al…colle.

Tornando verso Marsala e per rimanere nell’ambito culturale, il pullman è sfilato davanti all’isoletta di Mozia, collocata in mezzo ad una laguna e così piccola da non far supporre di aver avuto parte nella

21 Dulcis in fundo, prima di lasciare Erice, era d’obbligo una visita interessata nella famosa pasticceria “Zia Maria”. Degustazioni in offerta, pasta di mandorle e torroncini a volontà, la genovese alla crema (dolce di pastafrolla), hanno allietato la fine dell’interessante e meravigliosa visita al…colle.

Tornando verso Marsala e per rimanere nell’ambito culturale, il pullman è sfilato davanti all’isoletta di Mozia, collocata in mezzo ad una laguna e così piccola da non far supporre di aver avuto parte nella storia, testimoniata dai resti dell’antica città fenicia e punica che vi sorse.

E poi un susseguirsi di saline con le antiche strutture dei mulini a vento, per migliorare la lavorazione del sale nelle vasche di sedimentazione. Per l’aspetto invece più concretamente prosaico, ma non meno culturalmente interessante, è stata la sosta allo stabilimento Pellegrino per la produzione del Marsala, vino apprezzato in tutto mondo (la Cina importa da questa azienda il 50% della produzione!). E’ di proprietà di una famiglia siciliana che ha saputo resi-

stere agli eventi, al contrario di quella più famosa di Vincenzo Florio. Grande e multiforme imprenditore palermitano di origine calabrese, il Senatore del Regno seppe soppiantare l’operato di un gruppo di inglesi scopritori della bontà del vino marsalese (da loro venduto in Europa) e imporre al mondo le Cantine Florio fondate a Marsala nel 1832. Ma le vicende dei discendenti di quella orgogliosa famiglia siciliana, che non volle indebitarsi per salvarsi dal fallimento, hanno poi portato alla vendita dell’azienda alla Cinzano, mentre attualmente Le antiche cantine Florio sono di proprietà della ILLVA Saronno S.p.A., produttrice del famoso amaretto.

Un’ultima annotazione a coronare i ricordi della nostra vacanza. Su una parete del Delfino Beach si legge in rilievo un commovente pensiero del senatore Premio Nobel Luigi Pirandello, gloria e patrimonio della cultura italiana e siciliana : “L’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno”. Meditate gente, meditate…..diceva qualcuno (Luigi Ugolini)

Post Scriptum: Il cronista (ingrassato di almeno 2 chili dopo quel trionfo di gastronomia siciliana a pranzo e cena) si è forse dilungato troppo nel raccontare le meraviglie contemplate ed anche le curiosità dei luoghi “esplorati”, ma ha voluto soltanto sottolineare la bellezza di questa vacanza e il compiacimento di chi l’ha vissuta. E non posso mancare di ringraziare Fabio, grande conduttore, Giuliana, Sergio, Maria, Vesna, Anna, Michela, Salvatore, Fernanda, Maria Vittoria, Virgilio e Anna Maria, Carla, Nana (alias Laetitia), Teresa, Angelo, Lucia, Giulia, Francesca, le nonne a tempo pieno Loris ed Emilia e altre persone che proprio non conoscevo. Un plauso a questo gruppo che ha contribuito in toto al successo della vacanza e un ringraziamento particolare al Prof Antonio Dal Monte, così amabile con ognuno di noi.

22 Discorso lungimirante proiettato su quello che potrà e dovrà essere il futuro dell’APEC

Pubblichiamo i passi più significativi della relazione del Presidente all’assise annuale del 27 marzo. Il testo integrale si può leggere sul sito internet dell’Associazione Cari Amici, è davvero un gran piacere incontrarvi oggi in questa sede e vi ringrazio sentitamente per la vostra presenza che ritengo essere una testimonianza concreta di vicinanza e di affetto nei riguardi della nostra Associazione. Tra l'altro le nostre Assemblee annuali si caratterizzano per un aspetto davvero positivo, poiché oltrepassano i meri confini istituzionali previsti dallo Statuto e riescono a rappresentare anche e soprattutto l'occasione per rinnovare e confermare l'amicizia ed il rispetto che da sempre ha caratterizzato i reciproci rapporti, sin dall'epoca della nostra attività professionale al CONI. Vi dico subito che predisponendo la mia relazione, mi sono prefissato di evitare passaggi enfatici ed autocelebrativi, perché pur se forse potrebbero sollecitare vera emozione e sano entusiasmo, in realtà servono a ben poco (anche perché l'amicizia non si coltiva solo a parole!), mentre di contro è molto più utile, tutti assieme, affrontare nel concreto le questioni che oggi stanno caratterizzando la vita dell'A.Pe.C. a cui tutti noi presenti facciamo convinto riferimento... ...È stato il 2014 che ci siamo lasciati alle spalle un anno importante, poiché esso ha segnato il quarantesimo anniversario della fondazione della nostra Associazione. Non abbiamo, come nostro costume, fatto cose particolarmente roboanti, ma quel poco che abbiamo realizzato credo abbia colto nel segno ciò che i soci si attendevano, vale a dire l'occasione per riflettere sul contributo che noi dipendenti abbiamo dato al CONI e quindi allo sport italiano, e a riconoscerne la sua validità. Credo che la giornata del primo ottobre 2014, data in cui abbiamo concentrato il momento più esaltante dei festeggiamenti, abbia colto in pieno questo obiettivo. Ne è uscita fuori l'immagine di una associazione che ha una sua concreta valenza sociale, e che rappresenta (ed a mio avviso, può rappresentarla in maniera ancora maggiore) un patrimonio culturale certamente non secondario, che merita l'attenzione ed il rispetto di tutti...

so anno, abbiamo dato seguito a tutti gli impegni prefissati, sia di carattere prettamente amministrativo e di patronato, sia riguardo le iniziative del tempo libero.

Tra l'altro abbiamo operato per fare in modo che l'Associazione rappresenti in modo sempre più marcato un punto di riferimento dei Pensionati CONI anche relativamente alle iniziative di supporto nella loro vita quotidiana... ...Ci sono infine i programmi del tempo libero, che come ogni anno si sviluppano con proposte ed idee sempre più interessanti ed allettanti. Elencarle tutte lo ritengo inutile: basta dire che complessivamente nel 2014 abbiamo registrato oltre 400 presenze, con un coinvolgimento di circa centocinquanta soci. Non è un numero elevato, proporzionalmente a quello complessivo dei tesserati, ma già altre volte abbiamo affrontato l'argomento, convenendo che trattasi di un servizio opzionale aperto a tutti, e che soprattutto, in termini prettamente economici, ha un gravame minimo sulle casse dell'Associazione. Certo che il momento (che sta durando già da diversi anni) di congiuntura economica del Paese, influisce non poco sui bilanci familiari di ognuno di noi. E ciò influisce anche sull'adesione alle attività del tempo libero. Ed è per questa ragione che già dallo scorso anno ed ancor più quest'anno, i bravi colleghi che si occupano di questo settore, stanno proponendo iniziative tese a contenere il costo globale pro-capite, cercando nel contempo anche il massimo risultato in termini di qualità ed efficienza...

...Per quanto concerne la comunicazione, stiamo notando con piacere che poco più di un quarto dei soci ha accolto positivamente la possibilità di essere informati e di rapportarsi con l'Associazione attraverso l'uso del computer ed in questo ambito abbiamo oggi un sito Internet sempre aggiornato e completo, dal quale si può attingere per recuperare informazioni, documenti e per rispondere in maniera veloce alle nostre istanze. Inoltre è pienamente funzionante da mesi un efficiente servizio di posta elettronica ed attualmente i pensionati che ne fanno riferi...Per quanto concerne le attività di routine svolte lo scor- mento sono circa 250.

23 Per quanto riguarda la gestione economica... devo sottoporre alla vostra attenzione un tema preoccupante: la situazione sempre più critica in tema di entrate, figlia, a mio avviso, essenzialmente di due situazioni contingenti.

La prima riguarda le criticità della situazione economica generale del Paese, cui lo stesso ente CONI non è certo esente: ogni anno che passa diminuiscono sensibilmente i contributi ordinari destinati alle Associazioni Benemerite, e quindi anche alla nostra, e di contro, pur se gli economisti affermano che l'inflazione sia a livello poco superiore allo zero, le spese complessive di gestione, soprattutto quelle primarie come possono essere le postali, se pur di poco, aumentano progressivamente. Tra l'altro, da alcuni mesi a questa parte... c'è in discussione l'ipotesi di una nuova ristrutturazione organica delle stesse associazioni benemerite all'interno dell'Ente, il che in termini pratici avrà soprattutto pesante influenza sulla ridistribuzione delle risorse finanziarie a ciascun organismo, che pur mantenendo probabilmente una certa autonomia decisionale, si troverà vincolato in modo contenuto sul piano della gestione amministrativa… La seconda situazione riguarda il calo del numero dei soci tesserati. Oggi siamo esattamente a quota 870, un livello che ci porta molto indietro nel tempo, probabilmente agli anni '90. E' vero che a metà del primo decennio del 2000 ci eravamo illusi con l'arrivo a pioggia di tanti nuovi iscritti, ma ricordiamo che questa fu stretta conseguenza della incentivazione al prepensionamento messa in atto proprio in quegli anni dalla CONI SERVIZI. Poi successivamente, cessati gli effetti di questo provvedimento, un'altra decisione dell'Ente ha comportato invece il fenomeno opposto. Mi riferisco alla possibilità del riscatto totale della pensione integrativa, alla quale centinaia di colleghi hanno aderito. E molti di questi, riscosso il dovuto, non hanno più rinnovato la nostra tessera associativa, non tanto per precisa scelta, quanto per il fatto che spezzandosi il cordone ombelicale che li univa al CONI, non hanno avvertito più alcuno stimolo a mantenere salde le loro radici con quello che fu il loro luogo di lavoro, e con esso i loro colleghi. Se a ciò si aggiunge la, non so quanto giustificabile, pigrizia di dover provvedere direttamente al pagamento della

nostra quota annuale, non più diluita mensilmente con la trattenuta alla fonte da parte del Fondo, come suol dirsi la "frittata è fatta". Ed il futuro non è certamente roseo in fatto di nuove adesioni all'A.Pe.C. e questo, non solo perché "l'anagrafe" non è certo la nostra più fervida alleata (...siamo, con altre parole, una "categoria in estinzione"), ma soprattutto perché l'attuale assetto organico del CONI, che ormai da tempo ha delegato alle Federazioni ogni rapporto contrattuale di lavoro con i propri collaboratori ed operatori, ha reso sempre più evanescente ed impalpabile lo spirito di appartenenza di questi nuovi professionali ad un'unica categoria lavorativa degli operatori dello sport. Insomma una situazione totalmente diversa da quella che ha caratterizzato tutti noi qui presenti, allorquando, sia se prestavamo servizio presso una Federazione o presso i servizi amministrativi e tecnicoorganizzativi dell'Ente, ci sentivamo ognuno comunque parte integrante della grande famiglia del CONI. Certamente questo aspetto avrà, anzi già ha, le sue ripercussioni sulla successiva adesione all'A.Pe.C. di queste persone, quando arriverà il loro momento del pensionamento... ...Sono convinto che la nostra Associazione saprà comunque affrontare le nuove sfide con la determinazione di sempre, con nuove soluzioni ma soprattutto dando piena attuazione a quei compiti istituzionali primari che, su scelta specifica dei nostri "padri fondatori" deve rappresentare l'asse portante, lo chiamerei meglio "il muro maestro" dell'A.Pe.C.: essere cioè il punto di riferimento per tutti gli operatori professionali dello sport in quiescenza, offrendo loro assistenza e servizi primari, nonché difendendone identità e diritti, e parallelamente sforzarsi a rappresentare "il prezioso scrigno di esperienze, di informazioni, di storia" da mettere di nuovo in circolo, a disposizione del mondo dello sport. Solo in questo modo, e soprattutto con il conforto del convinto ed attivo coinvolgimento di tutti i suoi associati, ognuno nelle modalità che saranno a lui possibili, l'A.Pe.C potrà guardare avanti nel tempo e continuare ad essere un organismo vivo, vitale e soprattutto utile. Utile noi stessi ed alla Società che ci circonda, della quale ci riteniamo soggetti e non oggetti. Grazie amici per la vostra attenzione.

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Qualche foto sui momenti belli organizzati dalla nostra Associazione

Oltre alla Vacanza in Sicilia, le iniziative socio-culturali e del tempo libero allestite dai nostri bravi ed encomiabili colleghi preposti a questo settore hanno spaziato nel corso dell’anno con proposte davvero interessanti e stimolanti. Pubblichiamo, come ormai è nostra abitudine, alcune foto che testimoniano meglio, più delle parole, la “valenza” degli appuntamenti che si sono svolti nei primi mesi del 2015. Ricordiamo che chi vuole, può scaricare dal sito internet reportage fotografici più completi, realizzati dai soliti preziosi amici di buona volontà, che ben interpretano l’invito alla collaborazione che da tanti anni, sia da queste pagine ma anche dal WEB, auspichiamo possa attivarsi con quanti più soci possibile. Purtroppo ad oggi il nostro appello è scarsamente accolto! Tornando all’ambito Tempo Libero, quest’anno si è iniziato con la visita culturale alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura il 12 febbraio. La bellezza del luogo, la possibilità di raggiungerlo in modo davvero facile (con la Metro B e con altre linee di autobus) nonché la davvero esigua quota di partecipazione potevano essere i presupposti perché l’appuntamento riscontrasse i massimi consensi. Purtroppo invece la giornata davvero fredda (con punte minime vicine ai 2° gradi), l’epidemia di influenza che imperversava in quelle settimane, ed infine il caos determinato dal corteo dei Vigili Urbani in sciopero proprio quel giorno, ha fatto sì che hanno aderito alla visita solo 15 colleghi. Pochi, ma buoni! Non solo: l’appuntamento è stato davvero interessante! In altre parole, un’occasione mancata per gli assenti.

Il secondo impegno del Calendario 2015 si è svolto tra il 15 ed il 22 marzo, a Pinzolo, in Trentino, per le “vacanze invernali”. E’ stata una settimana meravigliosa sotto tutti i punti di vista: dalla situazione climatica all’alta qualità dell’Hotel ove si è soggiornato; dalla cucina di alto livello alle iniziative turistiche che sono state inserite nel corso dei sette giorni. E poi che dire della neve e dei paesaggi incantevoli che solo le Dolomiti del Brenta, e con esse le piste di Madonna di Campiglio, sanno offrire ? Insomma un bel colpo davvero per i 36 colleghi che hanno risposto all’offerta!

Terzo appuntamento la gita effettuata il 21 aprile a Gaeta, con adesione totale (insomma un vero e proprio “Over Booking”), con i posti del pullman tutti occupati! Ad arricchire questa gita è stato il tempo (una giornata primaverile di quelle incantevoli) ed ovviamente le bellezze intriganti che una cittadina così ricca di storia, lambita da un mare da favola, può offrire. Sulla stessa lunghezza d’onda da annoverare la gita del 21 maggio.

Infatti anche in questo caso i colleghi del Settore Tempo Libero hanno saputo tirar fuori dal loro cilindro magico un’altra “chicca”: una giornata sul Lago Trasimeno. Situazione meteo molto buona, che nella prima parte (fino al dopopranzo) ha allietato la visita della bella ed antica cittadina di Castiglione sul Lago, un luogo davvero ricco sotto tutti i profili ed in particolare per ciò che concerne gli aspetti culturali. Un po’ di vento e qualche nuvola subito dopo il pranzo, ove l’impegno si è concentrato nella affascinante Isola Maggiore, con tanto di traversata in battello del Lago Trasimeno. Anche questo appuntamento ha visto il “tutto esaurito”. Ultimo step vacanziero primaverile quello dell’11 giugno, con una visita nel cuore di Roma, al Vittoriano, meglio conosciuto in tutto il mondo come l’Altare della Patria. Crediamo sia inutile spendere tante parole su questo evento, considerata la bellezza incomparabile della Capitale, vista dal monumento simbolo della nostra Nazione, un condensato di storia, cultura e paesaggio mozza-fiato! Ci limitiamo a parlarne, prendendo in prestito lo slogan ormai diventato cult televisivo di una pubblicità di un Amaro: “cosa vuoi più dalla vita?”.

Infine gli appuntamenti estivi del tempo libero si sono conclusi col “mare della Sicilia”, di cui il collega Luigi Ugolini ci ha proposto una cronaca emozionante e simpatica, mentre per il racconto dei restanti appuntamenti del tempo libero 2015, non resta che attendere la pubblicazione del prossimo numero del nostro magazine.

25 Basilica di San Paolo Fuori le Mura

Vacanze invernali a Pinzolo

26 La gita a Gaeta

La visita guidata al Vittoriano

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La Gita sul Lago Trasimeno

28 Giuliano Annibali racconta uno episodio extralavorativo col prof. Dal Monte e Mario Pescante

Nel corso del suo brillante intervento all’Assemblea annuale dei Pensionati CONI, il Prof. Dal Monte ha sottolineato la sua passione per il volo, e questo mi ha fatto ricordare una giornata trascorsa insieme parecchi anni fa. Avendo da poco conseguito il brevetto da pilota, Mario Pescante mi propone una “passeggiata aerea” per festeggiare il suo battesimo dell’aria e primo volo senza Istruttore. All’aeroporto dell’ Urbe, ci imbarchiamo su un piccolo aereo da turismo ad elica a quattro posti, insieme all’esperto e navigato pilota Antonio Dal Monte. Partenza tranquilla e sicura diretti a Guidonia, volo perfetto con atterraggio morbido con applauso e complimenti al Comandante da parte dell’equipaggio. E qui, inizia la seconda parte dell’avventura. Il piccolo aeroporto di Guidonia non era stato scelto a caso. In un hangar era custodito l’aliante di Dal Monte, pronto a volare. Pescante mi propone un volo, non prima di aver raccomandato a Dal Monte di non esagerare con le acrobazie, come aveva fatto l’ultima volta. Salgo sull’aliante insieme a Dal Monte. Veniamo agganciati con un lungo cavo in acciaio da un aereo a motore e trainati fino a circa 1000 metri di quota e quindi sganciati . Cominciamo a volare autonomamente. Non so descrivere il piacere provato in quel volo silenzioso in una giornata bellissima che mi ricordava la navigazione in barca a vela in mare aperto senza alcun rumore dove l’unico propulsore è l’aria. Dal Monte veleggia , guadagna quota da spendere poi in planate. Rispettando la promessa fatta a Pescante, compie piccole e piacevoli evoluzioni per circa 10 minuti per poi scatenarsi e sfoggiare tutto il repertorio acrobatico : rotazioni, viti rovesce e dritte, virate e stallo, ed altro di simil genere. A questo punto ho lo stomaco sottosopra e comincio a sudare e provare un senso di nausea che mi rimarrà sino all’atterraggio e per alcune ore. Vado a rinfrescarmi nel bagno e nello specchio mi vedo il viso completamente verde. Il viaggio di ritorno è tranquillo. In vista dell’aeroporto dell’ Urbe, Pescante inizia troppo presto la manovra di atterraggio rischiando di atterrare sul tetto dell’edificio della Concessionaria Mercedes della Via Salaria, dove sono parcheggiate le lussuose auto. Grazie Mario ed Antonio, per questa duplice esperienza di volo.

(P.S.: al termine dei Giochi Olimpici del 1984 con Mario Pescante ho condiviso un altro stupendo viaggio aereo su un Jet privato quattro posti, da Los Angeles al Colorado, dove abbiamo prima sorvolato e poi entrati nella gola del Grand Canyon per poi atterrare per la colazione prima di proseguire per Las Vegas. Ma questa volta a pilotare il Jet non c’ erano ne Dal Monte ne Pescante, ma un ex pilota dell’aviazione militare dell’ URSS. Menomale!)

OPPORTUNA APPENDICE ED UN INVITO AI COLLEGHI L’intento di questa rivista, oltre a proporre cronache e fatti dell’Associazione, vuole essere quello di rappresentare lo scrigno dei ricordi personali, vissuti nel contesto della nostra vita professionale al CONI. Ciò, non certo per stimolare una sterile nostalgia del “tempo che fu”, ma per arricchire di testimonianze significative il “capitolo” sul clima amicale che regnava nel nostro mondo del lavoro (ma anche fuori di esso) e che “faceva tanto squadra”. Il racconto di Giuliano Annibali ad esempio, pur avendo come teatro una situazione ambientale non certo usuale per gran parte di noi, è comunque emblematico proprio in relazione a quanto sopra accennato. A questo punto, ringraziando l’ex Segretario Generale FIT, non ci rimane che auspicare che altre colleghe e colleghi raccontino presto per questo giornale storie di eguale lunghezza d’onda, senza aver timore se l’ambiente dei loro episodi non era quello della jet-society ma magari semplicemente quello di un campetto sportivo di periferia per una partita tra colleghi d’ufficio o una vecchia osteria di campagna durante una gita tra compagne e compagni di lavoro. L’importante, lo ripetiamo, è che riportino situazioni che “facevano squadra”, ed i cui effetti, oltre a determinare un clima meno asfissiante in ufficio, hanno contribuito a positivi risultati in termini di rendimento e di produttività, che, come le cronache di “quel tempo che fu” riportano, sono state tutte a vantaggio dello Sport Italiano, ad ogni livello! A.R.

29 Una importante novità in caso di rivendicazione dei giusti diritti

Oggi si possono risolvere le controversie con le imprese relative a beni e servizi acquistati senza passare da un’aula di tribunale o dallo studio di un avvocato. Infatti da poco è entrato in vigore il decreto legislativo (130/2015) attuativo della direttiva del Parlamento Europeo che dà vita alla procedura di risoluzione alternativa e stragiudiziale riguardanti le liti di tal genere Oggigiorno capita di frequente sentire alla televisione o leggere sui giornali la parola “A.D.R.”: in questo caso non si tratta della sigla di Aeroporti di Roma, ma di un acronimo, da ricondursi all’espressione inglese “Alternative Dispute Resolutions”. L'ADR è un “qualsiasi organismo, a prescindere dalla sua denominazione, istituito su base permanente, che offre la risoluzione di una controversia” attraverso una procedura stragiudiziale sulla base del principio tendenziale di non onerosità di tale servizio per il consumatore finale.”

Le disposizioni che riguardano il decreto citato nel sommario riguardano le procedure volontarie di composizione stragiudiziale per la risoluzione delle controversie “nazionali e transfrontaliere” tra consumatori (ossia tutti i cittadini privati) ed i “professionisti”, nella fattispecie i fornitori di beni e servizi secondo il Codice del Consumo, residenti e stabiliti nell’Unione Europea.

In tali ambiti, l’organismo ADR proporrà una soluzione o riunirà le parti al fine di agevolare una composizione amichevole della lite, nel rispetto delle regole sulla privacy. Ovviamente non tutte le controversie possono essere trattate: sarà rifiutato il ricorso allorquando il consumatore non ha contattato o non ha cercato di risolvere in primissima istanza direttamente la questione col professionista interessato; o quando il ricorso è stato presentato oltre un limite di tempo prestabilito; le controversie per motivi futili, nonché anche quelle di valore (inferiore o superiore) a una soglia monetaria predeterminata nel regolamento d'acquisto.

Dice il decreto che le ADR dovranno comunicare alle parti l’avvio della procedura (non appena ricevuto il fascicolo completo della domanda), informando preventivamente le stesse sul diritto di ritirarsi in qualsiasi momento. Dovranno, quindi, informare le parti della scelta di accettare o meno la soluzione proposta, la

quale potrebbe essere diversa dal risultato ottenuto di fronte a un organo giurisdizionale, offrendo un periodo di riflessione ragionevole e, una volta conclusa la procedura, notificando l’esito per iscritto e i motivi su cui è fondato.

Tra gli obblighi degli organismi ADR c’è quello di avere un sito web aggiornato che fornisca alle parti un facile accesso alle informazioni, consentendo anche ai consumatori la possibilità di presentare la domanda con modalità diverse da quella telematica. Altro obbligo per le ADR quello di rendere disponibili al pubblico tutte le informazioni chiare e comprensibili, oltre a indicare gli eventuali costi che le parti dovranno sostenere, la durata media della procedura, l’effetto giuridico della stessa e l’esecutività della decisione, laddove prevista dalle norme vigenti. A questo punto è logico chiedersi: ma quali sono realmente i vantaggi derivanti ai consumatori da questa nuova procedura facoltativa, che tra l'altro, bene a sapersi, va ad integrare il Codice del consumo? Crediamo che l’aspetto più importante sia la riduzione dei tempi delle decisioni che dovranno essere prese entro 90 giorni dalla presentazione del ricorso. In secondo luogo i costi del procedimento, che sarà gratuito o al massimo comporterà dei “costi minimi”, senza obbligo di farsi difendere da un avvocato o di ritrovarsi davanti a un giudice.

In ogni caso è bene precisare che il cittadino non potrà mai essere privato del diritto di adire il giudice competente, qualunque sia l’esito della procedura di composizione extragiudiziale. Per conoscere l'elenco delle ADR (che, ricordiamo, sono diverse e specifiche secondo il settore merceologico di riferimento) si consiglia in questa fase applicativa iniziale di rivolgersi alle varie Associazioni dei Consumatori, contattandole direttamente o anche attraverso i loro siti internet.

30 In questa sezione parliamo oggi di un tema molto importante per gli anziani:

La funzione psichica di riprodurre nella mente l'esperienza passata, di riconoscerla e di localizzarla nello spazio e nel tempo si definisce "memoria". Ancor più chiaramente lo Zanichelli la propone come la facoltà della mente di fare proprie esperienze e nozioni e di richiamarle al momento opportuno.

Tema importante, dicevamo, perché la presenza di modificazioni delle funzioni della memoria con il passare degli anni è uno dei fenomeni più ricorrenti che si registrano nell'essere umano. Purtroppo una conoscenza esauriente dell'effetto dell'invecchiamento sulle capacità mnemoniche è ben lontana dall'essere raggiunta. Ma non sempre è una evenienza ineluttabile ed è per questo che sarebbe importante essere a conoscenza di alcune informazioni significative, con le quali, nel limite del possibile e nell'ambito di certe condizioni che potremmo definire "rientranti nella normalità" (e quindi non nella patologia) possiamo cercare di affrontare il problema nei modi migliori, innanzitutto in via preventiva ma ovviamente anche quando ci sembra che esso cominci a riguardarci direttamente.

La memoria è, accanto all'intelligenza, una delle funzioni più complesse dell'attività umana e può essere definita come la capacità di immagazzinare e di rievocare informazioni; essa è la base di tutti i processi mentali superiori: è essenziale per risolvere problemi, elaborare concetti, prendere decisioni. Quotidianamente, da quando nasciamo, tramite i nostri sensi, il cervello riceve enormi quantità di segnali di vario genere, dei quali siamo più o meno consapevoli, la maggior parte dei quali non lascia traccia. I sensi sono essenziali per l'acquisizioni di nuove informazioni, che poi vengono immagazzinate nella memoria. Ad esempio, una persona che soffre di riduzione senile dell'udito per cui ha meno capacità di sentire i suoni di frequenza elevata, può facilmente non udire lo squillo del telefono o del campanello, può avere problemi nell'ascoltare la voce delle persone, e può avere difficoltà nel comprendere le parole ricche di consonanti come F, S,e Z. Chi è affetto da questo disturbo può apparire smemorato, quando, invece, il vero problema è la mancanza di corrette informazioni. Similmente anche i disturbi della vista possono determinare, anche se indirettamente, deficit della memoria. Se la memoria funziona bene dipende oltre che dal grado di integrità degli organi di senso, anche dal livello di attenzione che l'individuo rivolge ad un determinato fatto, dalla risonanza affettiva che quest'ultimo esercita, come pure dalle circostanze in cui l'evento deve essere ricordato. Una persona può, per esempio, avere a disposizione un tempo adeguato per richiamare un'informazione o essere costretto a rispondere molto velocemente; può essere rilassato oppure trovarsi in uno stato di apprensione o ansia, che

influenza negativamente la memoria; e inoltre può trovarsi in un ambiente comodo e tranquillo oppure pieno di gente, caotico e ricco di distrazioni.

La depressione e l'ansia sono le due cause principali dei problemi di memoria soprattutto in età anziana: monopolizzano l'attenzione in modo da rendere impossibile al soggetto di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. In questi due stati emotivi non si ascolta veramente, non si notano grandi cose del mondo esteriore, si è girati verso se stessi: non si registra quindi come di solito quando si ha le mente disponibile. Molte altre condizioni possono provocare disturbi alla memoria se non sono trattati in tempo: l'ipertensione, il diabete (anche i casi leggeri), i disordini della tiroide, le carenze alimentari, in particolare quelle associate all'alcoolismo, l'esposizione regolare a tossine come possono essere i pesticidi nell'agricoltura o il piombo nelle vernici. Anche l'uso non appropriato di farmaci, in particolare ansiolitici e sonniferi, può causare disturbi della memoria. E' ancora frequente il pregiudizio che l'invecchiamento determini, ineluttabilmente, un indebolimento più o meno evidente della memoria; avviene così che disturbi lievi, creduti, in modo sbagliato, inevitabili ed incurabili, siano trascurati. Se è vero oggettivamente che la memoria declina con l'età, comunque essa può continuare a funzionare normalmente se la si aiuta. Negli anziani l'apprendimento e la capacità di memoria nel loro insieme persistono abbastanza normali. Svariati ricercatori stimano che la memoria inizi a diminuire poiché una persona smette di utilizzare i metodi abitualmente adoperati in passato per ricordare con migliori risultati. L'abilità non sfruttata viene perduta.

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Esistono metodi ed esercizi che possono aiutare a ricordo. In alternativa è utile aumentare interessi ed mantenere giovane la memoria oppure a bilanciarne attività in modo da esercitare indirettamente e sponle lacune. Innanzitutto è necessario avere interesse a taneamente anche la memoria. Se non ci si fida della ciò che si vuole o si deve ricordare: la memorizzazio- memoria, è possibile aiutarla ricorrendo ad alcuni ne non è un fatto meccanico, ma presidi che la possono sostenere richiede partecipazione attiva, e che possono dividersi in due anche emotiva, a ciò che si vuocategorie. La prima comprende le tenere in mente: è più facile gli ausili che servono a ricordarci dimenticarsi di ciò che non si che dobbiamo fare qualcosa, vuole ricordare. L'attenzione e anche se non specificano cosa la concentrazione sono altretdobbiamo fare (sveglie, timer, tanto necessari ad attivare i nodi ai fazzoletti ecc). La seconmeccanismi cerebrali della meda include i blocchi per gli apmoria e dell'apprendimento; punti, le agende, i computer, i per questo anche le condizioni registratori ecc.. che servono per ambientali, in cui si apprende, e fissare le informazioni che si voil tempo, che a questa attività si gliono conservare. Un problema dedica, hanno una grossa imfrequente, soprattutto fra gli anportanza: sarà sempre più diffiziani, è costituito dalla perdita cile ricordare cose lette in fretdegli oggetti: chiavi, penne, forta, magari in un ambiente rumo- Da sempre le parole crociate rappresentano bici, utensili. Per porre rimedio a roso, e disturbati da altri stimoli. un sistema valido per stimolare la memoria... questo problema è fondamentale E' importante poi l'esercizio. L'ecercare di essere organizzati sercizio può essere costituito da assegnando a ciascun oggetto riassunti di letture o di prouna collocazione stabile; è congrammi televisivi mentalmente o veniente rendere più visibili gli ad alta voce, almeno una volta oggetti di piccole dimensioni che al giorno; un'alternativa è la si nascondono facilmente: un naripetizione, che ricorda i tempi stro rosso legato alle forbici, il della scuola, di filastrocche, pocordoncino per assicurare gli ocesie o storielle. La creazione di chiali al collo. Un altro consiglio collegamenti tra nomi, oggetti o importante consiste nel portare a fatti, oppure la loro trasposiziotermine le azioni cominciate per ma anche un semplice quadernetto ove scrine in immagini, colori o numeri non rischiare di lasciarle in sovere appuntamenti, scadenze e cose da fare. richiedono l'elaborazione del speso: dimenticare il gas oppure contenuto di una cosa da ricordare e costituiscono un luci accesi. E ricordiamoci soprattutto di una cosa: non altro metodo diffusamente impiegato per facilitare il esistono farmaci miracolosi per la memoria.

MEMORIA A BREVE E LUNGO TERMINE Ci sono due meccanismi di immagazzinamento delle informazioni, uno per la memoria a breve termine (MBT ) e uno per la memoria a lungo termine (MLT ). Nelle memoria temporanea (a breve termine) si verifica un rapido deterioramento delle informazioni, mentre la memoria a lungo termine conserva le informazioni in modo sostanzialmente stabile. L'informazione che arriva alla MBT, se non è oggetto di attenzione, comincia subito a cancellarsi anche se, mediante una ripetizione, può essere restaurata. La capacità della memoria a breve termine è quindi limitata: se un'informazione non viene ripetuta con sufficiente frequenza, scompare. Il complesso dei dati presenti in ogni istante nella memoria a breve termine viene detto cuscinetto di ripetizione . L'informazione viene conservata nel cuscinetto finché non è trasferita nella memoria a lungo termine o finché non è rimpiazzata da una nuova. La memoria a lungo termine si considera essere virtualmente illimitata, ma la riattivazione di un'informazione può essere impedita dall'incompletezza delle associazioni necessarie alla sua identificazione.

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Due iniziative riguardanti un tema davvero importante: la nostra salute

Pubblichiamo testualmente le circolari inviate ai soci sull’Assicurazione Sanitaria e sulla convenzione con l’istituto di Medicina dello Sport. Soluzioni che, anche se parzialmente, vengono incontro ad una voce di spesa sempre più pesante sulle nostre tasche di cittadini: la tutela sanitaria.

Polizza Sanitaria - Rinnovo anno 2016 (circolare n° 458 del 20 ottobre 2015) Sta per concludersi il primo anno della gestione della Polizza Sanitaria per i soci dell'APEC stipulata con la ALLIANZ SpA, tramite l'AFAC, ed i risultati conseguiti a tutt'oggi evidenziano positivi elementi di valutazione, che ci consentono di affermare con una certa soddisfazione che la scelta da noi adottata lo scorso anno, grazie anche alla preziosa e gratuita consulenza di UNIBROKER'S, sia risultata vincente. Ne siamo lieti, anche perché la possibilità di offrire soluzioni idonee ai nostri soci per affrontare i loro problemi di salute con minore disagio possibile, quantomeno sul piano economico e burocratico, rappresenta da diversi anni a questa parte uno degli obiettivi centrali dell'Associazione. In questa ottica, nelle scorse settimane abbiamo ripreso i contatti con la Presidenza dell'AFAC (che ricordiamo essere l'Associazione con la quale abbiamo stipulato una convenzione per dare la possibilità ai soci interessati di stipulare la predetta Polizza Sanitaria, come meglio specificato nella nostra lettera inviata a tutti voi il 13 gennaio scorso, prot. n° 427, ed il cui testo potete scaricarlo dal nostro sito internet) per verificare la possibilità di consolidare il rapporto di collaborazione in essere proprio relativamente alla Polizza Sanitaria Allianz, e con vivo piacere oggi sono ad informarvi che la sintonia tra quell'Associazione e l'APEC ha portato al raggiungimento del nostro obiettivo. Più specificatamente si è convenuto quanto segue: a) la possibilità ai soci che ad oggi non hanno aderito all'opzione della Polizza Sanitaria di poter accedere a questo Servizio già a partire dal prossimo mese di novembre; b) di mantenere invariato anche per il 2016 il costo del premio annuo fissato in € 600,00; c) al fine di agevolare le prassi burocratiche ed amministrative degli aderenti alla Polizza ogni rapporto dovrà essere gestito direttamente dall'AFAC: quindi per eventuali informazioni, chiusura di pratiche sanitarie ed iscrizioni, gli interessati dovranno rivolgersi direttamente alla scrivente, ai seguenti numeri telefonici: 065204380 – 065204782, chiedendo della Signora Daniela Maurizi o di Giuseppe Maltese; in alternativa si possono inviare richieste tramite e-mail all’indirizzo di posta elettronica info@afac.it. Per chi, non avendolo ancora fatto, ha interesse ad aderire alla Polizza Sanitaria, può trovare pubblicato il testo della Polizza in essere sul sito internet dell'APEC (con possibilità di essere scaricata e stampata dal proprio computer al link www.pensionaticoni.it/assicurazione-sanitaria.html

Convenzione con l'Istituto di Medicina dello Sport (circolare n° 430 del 10 febbraio 2015) Siamo lieti di comunicare che questa Associazione ha sottoscritto, a partire dal 1° febbraio 2015, una convenzione con l'Istituto di Medicina dello Sport dell'Acquacetosa per erogare una serie di prestazioni polispecialistiche a favore degli iscritti dell'A.Pe.C., con uno sconto del 30% sul prezzo di listino adottato dall'Istituto stesso. Lo sconto verrà praticato ai Soci e ai relativi coniugi su presentazione della tessera associativa dell'APEC. Gli Associati che non fossero in possesso della tessera APEC o l'avessero smarrita potranno richiederla alla nostra Segreteria. Tutte le prestazioni si svolgeranno negli orari di apertura dell'Istituto, ovvero dalle ore 14,30 alle ore 19,00 nei giorni di Lunedì e Giovedì, dalle ore 14,00 alle ore 17,00 il Venerdì e dalle ore 9,30 alle 13,30 il sabato. Le prenotazioni possono essere fatte di persona presso la sede dell'Acquacetosa in via del Campi Sportivi o telefonando al numero 06.3672 69300.

Per maggiori informazioni e per conoscere l'elenco di tutte le prestazioni che potranno essere effettuate, ogni interessato può consultare il nostro sito elettronico: oppure ritirarlo in segreteria APEC. Per evidenti ragioni pratiche, non sarà possibile ottenere informazioni per via telefonica. Per i contatti oltre a rivolgersi alla Segreteria APEC: 06 3272 3228 (3229)- fax: 32723800, sito internet: www.pensionaticoni.it mentre la e-mail è: pensionaticoni@alice.it così come è possibile contattare l’Istituto Medicina dello Sport, per telefono al numero 06 3672 69300, e-mail: direzione.sanitaria@coni.it. Altre informazioni si possono acquisire tramite il sito internet dell’Istituto, all’indirizzo www.medicinaescienza.coni.it