4.4 Gestione della terapia antiaggregante piastrinica nei pazienti che necessitano di anticoagulazione orale a lungo termine Strategie consigliate per ridurre il rischio emorragico correlato alla PCI • A ggiustare la posologia della terapia anticoagulante in funzione del peso corporeo e della funzionalità renale, in particolar modo nelle donne e nei pazienti anziani. • Optare preferibilmente per l’approccio radiale. • A ssociare un inibitore di pompa protonica alla DAPT nei pazienti con un rischio superiore alla media di emorragia gastrointestinale (con storia di emorragia gastrointestinale o ulcera peptica, in terapia anticoagulante, in trattamento cronico con FANS/corticosteroidi o con ≥2 fattori di rischio fra i seguenti: età ≥65 anni, dispepsia, malattia da reflusso gastroesofageo, Helicobacter pylori e consumo cronico di alcool). • Nei pazienti in terapia anticoagulante orale: o Eseguire la PCI senza sospendere la somministrazione di AVK o NAO. o Nei pazienti trattati con AVK, non somministrare ENF se il valore di INR è >2.5. o Nei pazienti trattati con NAO, indipendentemente dal momento dell’ultima somministrazione, aggiungere terapia anticoagulante parenterale a basse dosi (es. enoxaparina 0.5 mg/kg e.v. o ENF 60 UI/kg). o È indicata la somministrazione di aspirina ma evitare il pretrattamento con inibitori del recettore P2Y12. o Somministrare inibitori della GPIIb/IIIa solo in “bailout” per la gestione di complicanze periprocedurali. AVK = antagonisti della vitamina K; DAPT = duplice terapia antiaggregante piastrinica; ENF = eparina non frazionata; FANS = farmaci antinfiammatori non steroidei; GP = glicoproteina; INR = international normalized ratio; NAO = anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K; PCI = procedura coronarica percutanea.
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