Uno studio pubblicato dal Giornale Italiano di Cardiologia conferma le migliori performance del sistema endocardico
L
a scelta fra una modalità di pacing endocardica o epicardica in età pediatrica rimane tuttora un tema controverso. Esistono già alcune evidenze che dimostrano la superiorità dei risultati dei sistemi endocardici in termini di valori più bassi di soglia di cattura (e di conseguenza di longevità del generatore) e di malfunzione dell’elettrodo, anche nei neonati e lattanti per follow-up medio-lunghi. Tuttavia altri studi non hanno mostrato una differenza significativa nella libertà da malfunzione dell’elettrodo fra i pazienti sottoposti ad impianto di pacemaker endocardico o epicardico. Inoltre tuttora rimangono molti dubbi in merito ai rischi di deterioramento intrinseco del catetere (che può richiedere procedure di estrazione o l’abbandono di elettrodi impiantati da così lungo tempo da non essere più estraibili) e ad altre possibili complicanze a lungo termine, come l’occlusione venosa e il danno valvolare. I ricercatori delle UO di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Età Evolutiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Orsola-Malpighi di Bologna hanno condotto un’analisi retrospettiva sulla
53%
vs 25% ^^ Montalti A, Mariucci EM, Bronzetti G, Pace Napoleone C, Gargiulo GD, Bonvicini M, Picchio FM. Risultati e complicanze dell’impianto di pacemaker definitivo in pazienti pediatrici con blocco atrioventricolare congenito ed acquisito. G Ital Cardiol 2011; 12(11):693-696. ^^ Czosek RJ, Meganathan K, Anderson JB, Knilans TK, Marino BS, Heaton PC. Cardiac rhythm devices in the pediatric population: Utilization and complications. Heart Rhythm 2011 Sep 9.
malfunzionamento elettrodo
26% vs 0%
infezione
La clinica
Quale pacemaker nei pazienti pediatrici
casistica di pazienti sottoposti ad impianto di pacemaker definitivo per blocco atrio-ventricolare idiopatico o acquisito ad un’età inferiore a 14 anni presso il S. Orsola-Malpighi nel periodo compreso fra agosto 1981 e marzo 2010. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il 70% della popolazione (gruppo A) è stato sottoposto ad impianto di pacemaker epicardico, il 30% (gruppo B) ad impianto di pacemaker endocardico. La durata del follow-up nel gruppo pacemaker endocardico è stata di 7 ± 5 anni (range 1-16 anni), mentre nel gruppo pacemaker epicardico è stata di 17 ± 8 anni (range 3-29 anni). A un follow-up medio di 14 anni le complicanze più frequenti sono state il malfunzionamento dell’elettrodo (incidenza 44%, intervallo medio all’esordio 7 anni) e l’infezione (incidenza 18%, intervallo mediano all’esordio 1 anno). Fra le cause di malfunzionamento nel 42% è stata rilevata una frattura dell’elettrodo, nel 25% un deficit di cattura, nel 25% undersensing, nell’8% dei casi una stimolazione dei muscoli pettorali, quest’ultima trattata con la riprogrammazione del pacemaker. Le infezioni documentate sono state tutte decubiti della tasca del generatore, ad eccezione di 2 casi di mediastinite in pazienti sottoposti ad impianto di pacemaker epicardio contestualmente ad intervento cardiochirurgico per cardiopatia complessa. Entrambe le complicanze sono risultate più comuni nei pazienti impiantati con un sistema epicardico: malfunzionamento dell’elettrodo 53% nel gruppo A vs 25% nel gruppo B (p=0.0001); infezione 26% nel gruppo A vs 0% nel gruppo B (p=0.0001). I risultati della revisione confermano che l’impianto di un sistema di tipo endocardico assicura migliori parametri di pacing all’impianto rispetto ad un sistema epicardico. Il tasso di complicanze a lungo termine nei pazienti portatori di sistema epicardico è decisamente più elevato rispetto ai pazienti portatori di un sistema endocardico. Tale risultato è in linea con i dati della letteratura. Tuttavia la strategia di riservare un sistema epicardico per i bambini di peso inferiore a 10 kg consente di preservare l’accesso venoso succlavio per l’esecuzione di un impianto endocardico al raggiungimento della crescita somatica, evitando i rischi di una procedura di revisione o di estrazione di elettrodi di un sistema endocardico eseguita in età pediatrica e di occlusione trombo tica della vena succlavia a lungo termine.
Pediatria numero 9 - novembre 2011
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