MAGAZINE P&F FEBBRAIO 2021

Page 14

I N T E R V I S T A A L L’ E U R O P A R L A M E N T A R E M A R I O F U R O R E

Per il futuro in Europa

serve un ambientalismo consapevole «Con il Recovery Plan i paesi sono chiamati ad agire senza arrecare danni: l’Italia si faccia trovare pronta»

È 14 Progetti Finanza&

FRANCESCO GASBARRO

la sfida decisiva del Next Generation EU, il primo quesito del “ce lo chiede l’Europa”. L’ambiente e la cosiddetta transizione ecologica sono la voce più corposa del piano ‘monstre’ del Recovery Fund, da attuare in Italia attraverso la programmazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR). Basti pensare che dei 209 miliardi che l’Italia potrà impiegare (tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti agevolati), ben 63,9 saranno destinati alla voce che riguarda la “rivoluzione verde”. Anche gli altri capitoli, individuati all’interno di 6 missioni specifiche, sono tutti a vario titolo interconnessi con l’obiettivo di consegnare alle generazioni future un’Europa che sia più attenta alla salvaguardia del Pianeta. Tra i propositi “green” fissati a livello comunitario, due sono quelli che riguardano il futuro prossimo: la riduzione delle emissioni di gas serra dell’UE di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990 e la neutralità ambientale da conseguire entro il 2050. Ce la farà l’Italia che ha sempre sottovalutato questi temi? Lo abbiamo chiesto all’europarlamentare del M5S, Mario Furore, che in questi mesi ha seguito tutta la fase della trattativa per la strutturazione del Recovery anche dai tavoli dalle commissioni “bilancio” e “trasporti” di cui fa parte. Con l’europarlamentare foggiano abbiamo provato a capire quali siano gli indirizzi che l’Europa sta cercando di attuare per costruire un “nuovo” vecchio continente, in una fase storica che inevitabilmente sarà di ricostruzione post-pandemica.

Segue l’intervista. COME DOVREBBERO ESSERE IMPIEGATE LE RISORSE PER L’AMBIENTE, AL FINE DI OTTENERE DELLE RICADUTE POSITIVE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE? Questa volta la programmazione nazionale non può correre il rischio di risultare superficiale. Devo dire che l’Europa ha fatto tutti gli sforzi possibili per venire incontro alle esigenze dei paesi membri ed in particolar modo dell’Italia. In ragione di ciò è necessaria una maggiore oculatezza negli investimenti, anche perché l’Europa fissa dei parametri stringenti per gli interventi sull’ambiente. Infatti, tutte riforme dei paesi membri dovranno rispettare il principio del “non arrecare un danno significativo” contro l’ambiente, “do no significant harm” (abbreviato DNSH nel linguaggio tecnico-giuridico delle norme Ue). Con questo criterio sarà possibile attuare soltanto delle azioni che portino reale beneficio dal punto di vista della sostenibilità, evitando di cadere negli errori del passato. La grande sfida riguarderà il tema dell’idrogeno e tutte le infrastrutture che possano consentire lo sviluppo di questa tecnologia, visto che su altri settori (come eolico e fotovoltaico) qualcosa si è già mosso negli scorsi anni. L’Europa ha posto in essere anche dei meccanismi di controllo della spesa, affinché le scelte fatte dagli Stati Membri rispettino gli obiettivi individuati. IL TEMA DELL’ENERGIA RINNOVABILE E’ CENTRALE QUANDO SI PARLA DI AMBIENTE. LEI NON PENSA CHE L’ITALIA (E IN PARTICOLAR MODO IL MERIDIONE) ABBIA GIA’ PAGATO DAZIO IN TAL SENSO, CON TUTTE LE

W W W . P R O G E T T I E F I N A N Z A . I N F O


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.