il Focolare - marzo 2024

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il Focolare Periodico della Comunità Pastorale di Rebbio e Camerlata marzo 2024 / anno 66 focolare 2024-03.indd 1 15/03/24 08:24

In copertina

Crocifissione

Gerardo Dottori, 1927 olio su tela, 170 x 133 cm Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea

“La Crocefissione è caratterizzata dall’affascinante fluidità dei corpi delle donne piangenti ai piedi della croce. Queste sembrano i dolorosi prolungamenti del corpo stesso di Cristo tutti imbevuti di una luce extra-terrestre che costituisce il personaggio dominante del quadro”.

Così Tommaso Filippo Marinetti descrive il dipinto realizzato dal perugino Gerardo Dottori, allora quarantatreenne esponente della seconda stagione del Futurismo.

L’artista aveva cominciato a sperimentare le suggestioni di un’arte ispirata al sacro fin dai primi anni del ‘900, quando ottiene le prime commissioni per decorazioni murali all’interno di edifici sacri.

Questa Crocifissione è una delle opere religiose più note dell’artista, che nel 1932, sarà tra i firmatari con Martinetti del Manifesto dell’Arte Sacra Futurista.

Dell’opera, inizialmente tacciata di rappresentare il sacro in modo indecente, esiste una versione del 1928, di analoghe dimensioni, esposta alla Biennale d’Arte Sacra, nell’Anno Santo 1950.

IL FOCOLARE | MARZO 2024 2 Trimestrale della comunità di Rebbio e Camerlata Registrato presso il Tribunale di Como: autorizzazione n. 4/2017del 1/6/2017 Direttore responsabile: Lattanzi Enrica
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IL FOCOLARE | MARZO 2024 3 In questo numero In copertina 2 Crocifissione La riflessione di don Giusto 4 Pasqua, festa del passaggio Contatti utili 5 Orari SS. Messe 5 Domenica 28 gennaio 6 I colori di Cate Un grazie grande dalla famiglia di Caterina A Camerlata 8 Santa Brigida, una festa partecipata e densa di novità Se Gesù nascesse oggi, cosa troverebbe 10 Una stella, una grotta, un bambino Lettera a Mari 12 Tra voglia di vivere e resilienza Nel ricordo di Piera 13 Una donna dai valori antichi Ricordando Enrica 14 “Le tue mani son piene di fiori...” Un ricordo di suor Paolina 15 Nella comunità, presenza accogliente e delicata News News News 16 Festa di compleanno 17 Auguri per una vita lunga un secolo Adotta una canna 18 Un tesoro prezioso della chiesa di Rebbio Da ‘Il Settimanale della Diocesi’ 20 L’intelligenza artificiale e la posta in gioco Dal viaggio in Camerun 21 Rafforzare legami, sostenere progetti Via Brenta 24 Rimessa a nuovo la salita verso San Carpoforo Calendario Pastorale 26 Anagrafe parrocchiale 27 focolare 2024-03.indd 3 15/03/24 08:24

La riflessione di don Giusto

Pasqua, festa del passaggio

Tante trasformazioni su cui riflettere, con l’invito a continuare lo scritto.

Pasqua passaggio, trasformazione

Passaggio da un pensiero morto e chiuso ad uno vitale, vivificante e pieno di energia.

Passaggio da un vivere decrepito e chiuso ad uno generatore di vita nuova.

Passaggio dall’accumulo di armi all’”invasione” di Costruttori di Pace.

Passaggio da una Como città di frontiera e messaggera di Pace che rifiuta il proprio ruolo storico ad una città dal cuore caldo, accogliente, crogiuolo di un mondo nuovo della convivialità dei Popoli, della mediazione di pace nel conflitto Israele – Palestina.

Passaggio da una città “provinciale” ad una europeista nel profondo del cuore.

Passaggio da un Mediterraneo focolaio di guerre che si propagano in tutto il mondo al Mediterraneo dello scambio tra i popoli delle diverse sponde.

Passaggio da chi in nome della “libertà” e della poca “fraternità” ‘costituzionalizza’ l’aborto all’accoglienza dei bimbi non desiderati, fatti nascere e dati in affido.

Passaggio dalla reciproca ignoranza religiosa tra cristiani e mussulmani alla mutua conoscenza, all’incontro e alla costruzione insieme di città e quartieri aperti e solidali. Passaggio dalla sicurezza per me - “prima i nostri” - alla sicurezza per tutti in ogni angolo della Terra.

Passaggio dall’”inferno” demografico anche della città di Como al “paradiso” delle nuove nascite che allietano i quartieri; dalle politiche comunali che vogliono fare di Como una “vetrina” ad una città che spende quanto più possibile in asili nido e scuole materne.

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Passaggio da una città che accompagna troppo i cani ad una città che accompagna le persone ad oltranza. Passaggio dalla realtà al sogno e dal sogno alla realtà.

Passaggio ….

Prova tu ora a continuare lo scritto.

Auguri di Rinascita ai singoli e ai popoli: Buona Pasqua

Giusto Della Valle

PS 1. La mia riflessione per Natale 2023 dal titolo ‘Lotta per il

diritto alla casa’ non ha sortito alcun effetto concreto.

PS2. A tutti gli amici mussulmani dei nostri quartieri di Rebbio e Camerlata auguro buon tempo santo del Ramadan e buona festa di Eid al-fitr che dovrebbe cadere l’otto aprile 2024.

Contatti utili

Don Giusto Della Valle (parroco) tel. 031 520622 - cell. 366 7090468

e-mail: giustodellavalle@gmail. com

Don Saverio Xeres (collaboratore parrocchiale) tel. 331 7387818

e-mail: saverio.xeres@gmail.com

Scuola Materna V. Lissi, tel. 03152063

Missionari Comboniani: tel. 031 524155

Orari SS. Messe

Chiesa di S. Martino

Feriali: ore 8.30

Prefestivi: ore 17.30

Domeniche e festivi: ore 7.30 – 10.00 – 18.00

Chiesa di S. Brigida

Feriali: ore 8.30

Sabato e prefestivi: ore 18.00

Domeniche e festivi: ore 10.00

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Domenica 28 gennaio

I colori di Cate

Il salone della Scuola Materna è stato intitolato a Caterina, per oltre trent’anni maestra in Via Lissi.

Domenica 28 gennaio 2024 la Scuola Materna di Rebbio ha voluto ricordare la cara Caterina D’Apice, intitolandole il salone principale, luogo di gioco e accoglienza per le famiglie e i bambini, chiamandolo Salone “I colori di Cate” proprio per meglio rappresentare la storica amica, educatrice e coordinatrice che accoglieva tutti per nome con il suo sorriso contornato da vestiti e collane colorate.

La scelta di inserire la cerimonia di intitolazione tra gli eventi organizzati per la Settimana dell’Educazione è stata proprio per coerenza con la vita di Caterina, una vita dedicata all’educazione dei più piccoli, per oltre trent’anni nella nostra scuola, impegnata a far crescere bene, secondo i valori cristiani, coloro

che rappresentano il futuro.

La comunità di Rebbio e tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscere Caterina hanno partecipato con emozione e commozione a questo momento.

Il pomeriggio è iniziato con l’accoglienza, ringraziando tutti per la partecipazione, spiegando i motivi che hanno portato a questa scelta. Renata ha poi letto la lettera scritta dalla famiglia di Caterina, che purtroppo non ha potuto essere presente, ma che con forte commozione ha fatto rivivere in noi chi era Caterina; sono poi intervenuti Annalisa, dell’Associazione La Missione, che ha portato i saluti della referente e un suo personale ricordo di Cate. Molto emozionante è stato anche

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l’intervento della storica maestra Pia che ha accolto, aiutato e lavorato con Caterina per 30 anni.

Con don Giusto e il pittore Vittorio Mottin, si è poi scoperto il dipinto realizzato per la nostra Scuola, con Caterina in una enorme tela colorata raffigurante i 110 anni di attività dell’asilo con i bambini, con il quartiere e per il quartiere.

Chiunque avesse piacere di vedere da vicino questa opera d’arte, non deve fare altre che suonare il campanello della scuola, preferibilmente al mattino, oppure partecipare ad uno dei tanti momenti ed eventi in cui la Scuola Materna accoglie il quartiere. Durante la cerimonia abbiamo anche dato il benvenuto alle ragazze della

Comunità Legami che da pochi giorni vivono proprio nell’appartamento sopra la scuola, con l’augurio di una nuova e proficua collaborazione con il quartiere, la scuola e l’oratorio per raggiungere i giovani facendoli sentire parte della comunità. Con l’augurio di vedervi alle prossime iniziative che verranno organizzate nel corso del 2024 in occasione dei 110 anni della scuola Materna di Rebbio comunichiamo anche che sta partendo un progetto di riqualificazione che prevede la realizzazione di un salone polifunzionale che a breve sarà possibile utilizzare per momenti ricreativi, compleanni, riunioni, corsi. Vi aspettiamo numerosi Sonia Alpino e Marco Ponte

Un grazie grande dalla famiglia di Caterina

Carissimi tutti, siamo profondamente dispiaciuti di non essere presenti con voi in questo momento di felicità ma, come sapete, la distanza è molta. Questo, però, non ci impedisce di renderci presenti con il cuore e con un pensiero intenso per la nostra amata Caterina.

Quando ci è stato detto che avreste intitolato il salone a Caterina, l’emozione è stata tanta, tanta quanta ne avrebbe avuta lei per tutti.

Siamo contenti perché questo è un riconoscimento della sua dedizione, ma anche perché traccia un segno concreto di continuità in quest’opera educativa iniziata 110 anni fa, prima con le suore, poi con La Missione, vissuta sempre con tanto amore e passione, confidando nell’aiuto del

Signore. Siamo vicini a tutti e ringraziamo il presidente, il parroco, la comunità di Rebbio, le educatrici e le famiglie tutte per questa scelta. Auguriamo di cuore che questo ricordo possa accompagnare ogni giorno l’attività della scuola, nel segno della buona educazione e dell’amore che ci viene insegnato dal Signore.

Don Bosco diceva che “dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società” e che “la prima felicità di un fanciullo è sapersi amato”. Siamo certi che questi suoi insegnamenti continueranno a ispirare e sostenere l’opera educativa della Scuola dell’Infanzia di Rebbio.

Un abbraccio forte a voi tutti.

famiglia D’Apice

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A Camerlata

Santa Brigida, una festa

partecipata e densa di novità

Il 3 e 4 febbraio preghiera, giochi, danze e riflessione hanno caratterizzato il tradizionale ricordo della santa patrona.

A Camerlata anche quest’anno, nel fine settimana del 3-4 febbraio, si è celebrata la festa in onore di santa Brigida d’Irlanda, patrona della parrocchia: sono stati due giorni bellissimi, anche dal punto di vista metereologico, e densi di appuntamenti significativi. Si è iniziato nel pomeriggio del sabato, dove gli scout hanno animato i giochi per i bambini della scuola di cinese, che frequentano l’oratorio tutti i sabati, e per i bambini del catechismo: quale occasione migliore per conoscersi che quella di giocare insieme?

La sera si è tenuta la veglia, momento di preghiera e riflessione, incentra-

ta quest’anno sulla riscoperta degli affreschi della chiesa: i dipinti sono stati ripresi addirittura con dei droni e questo ha reso possibile, grazie anche alla presentazione della prof. ssa Mariangela Guarisco, di apprezzarli veramente in ogni particolare. Affreschi che peraltro hanno bisogno di “rifarsi il trucco”, ovvero hanno bisogno di manutenzione e restauro, anche in vista del centenario della consacrazione della nostra chiesa, che ricorrerà nel 2027.

La domenica, messa solenne, concelebrata da cinque sacerdoti e animata dai cori delle varie comunità nazionali presenti, ovvero Sri Lanka, Salvador, Ghana e Filippine (oltre naturalmente al coro di Camerlata rinforzato per l’occasione da altri cantori, tra cui la giovane Grecia che ha cantato una toccante Mi alma canta); il lavoro di coordinamento musicale è stato svolto con pazienza, per entrambe le giornate, da Donatella Cozzi. La chiesa era gremita di fedeli come da molto tempo non si vedeva: chiamarlo miracolo è forse troppo, ma sicuramente è un segnale di speranza. Al termine della celebrazione, sul sagrato, al quale si accedeva attraversando un grande arco rosso –costruito e disegnato da alcuni amici dello Sri Lanka -, un gruppo delle Filippine ha

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proposto una breve esibizione di balli tradizionali, mentre i presenti giravano curiosi tra le bancarelle allestite da diverse associazioni della zona. A fare la parte del leone è stata naturalmente la vendita della birra e delle navicelle, curata dalla famiglia Chiaroni, a cui quest’anno si è aggiunto anche l’idromele, molto gradito. Un’altra novità è stata la realizzazione della croce di S. Brigida, intrecciata in paglia, che ricorda quella tradizionalmente attribuita alla

Santa.

In oratorio è stato allestito un ricco buffet di aperitivi, molto apprezzati; ed infine, altra novità di quest’anno, nel pomeriggio si sono tenute danze irlandesi a cura dell’associazione Auser, alle quali tutti i convenuti hanno partecipato divertendosi molto: esperienza da ripetere.

Ringraziamo quanti si sono prodigati anche quest’anno per la riuscita della festa, a tutti i livelli ed in particolare a quelli che hanno curato la pulizia degli ambienti ed i vari allestimenti; ai gruppi nazionali, intervenuti con una presenza nutrita ed entusiasta; alle associazioni, per aver trovato il tempo, nonostante i propri impegni, di partecipare e collaborare. Ma il ringraziamento maggiore va a don Saverio che, con passione, ha saputo coinvolgere tante energie diverse e complementari, unite dalla luce di Santa Brigida.

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Se Gesù nascesse oggi, cosa troverebbe Una stella, una grotta, un bambino

Il 6 gennaio, premiati i partecipanti all’edizione 2023 del concorso presepi.

Greggio, un paese laziale di grotte, si trova in Sabina, nell’alto Lazio, ai confini con l’Umbria. Un piccolo borgo abbarbicato su un costone di roccia. Francesco d’Assisi visitò più volte il paese simile alla sua Palestina, con le cave di pietrisco e, proprio qui, di ritorno da Betlemme, rievocò con una sacra rappresentazione, la natività di Gesù. Era il Natale del 1223. In una grotta naturale, una mangiatoia, un bue, un asino, la luce delle fiaccole, gli umili abitanti del paese. Un presepe. Ma…che cosa è un presepe? La parola deriva dal latino e significa recinto chiuso ma anche mangiatoia. Mentre scrivo queste righe, mi viene da pensare che il Presepe è qualcosa di trasversale a tante regioni, nazioni, etnie e culture. È passato, presente, futuro. È devozione e tradizione. Si narra e si tramanda. Si costruisce. Si fa e si disfa.

Il presepe è qualcosa che per poco più di 11 mesi all’anno viene riposto in un angolo remoto della casa: la capanna, le statuine, il pozzo, il ponte, le greggi, i sassolini, il muschio, il laghetto che è uno specchio, i pastori, il vinaio, il pescatore, perfino il ladro. L’umanità. Gli uomini e le donne dei carrugi di Genova, cantati da De André. I portuali, gli artigiani, i rider, i muratori, i giovani, i viaggiatori, gli agricoltori… E quando è ora, eccolo il presepe, ritorna e si modifica, si cambia, si dipingono le statue, si aggiustano i mantelli dei re, si trattengono i cammelli in attesa.

Il presepe è di gesso, di fango, di pasta, di pietra, di pizzo, di cembro, d’acero o tiglio. Ha sempre un cielo di stelle, di carta. Come il presepe di alcune classi della primaria di via Cuzzi, “Una casa per tutti” allestito dalle manine di mondi diversi, forse ostili, ma in quel momento solidali, amici. “Se Gesù nascesse oggi, cosa troverebbe?” è la tematica scelta da altre scuole: presepi di barche tra i flutti di un mare agitato: siamo in viaggio per aiutare gli altri, per essere generosi; ma siamo come i migranti, per mare, in cerca di approdo, di terra, di grotta, di casa. Oppure il presepe vincitore del concorso, delle quinte di via Giussani, una forte riflessione sulle

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tante guerre nel mondo, dall’Ucraina alla Palestina… Caro Gesù, ti abbiamo immaginato solo e senza un volto perché ci fai pensare a tutti quei bambini che hanno perso i loro genitori o subiscono le ingiustizie di una guerra: forse Gesù potresti essere orfano, non avere casa, famiglia, non avere più un presepe. Forse saresti su una barca o nella neve fredda delle rotte balcaniche. Ma i bambini, come tutti i bambini del mondo, hanno speranza, ci credono. Abbiamo voluto regalarti parole di speranza, giustizia, fiducia, aiuto, vita, forza, libertà… E le foto e gli articoli di giornale corredano il messaggio artistico ponendo interrogativi e riflessioni. Materiale di riciclo, carta, colla, casette, persone, colori, pensieri, sapori, cibi, odori: il mese di dicembre nelle famiglie multietniche della scuola dell’infanzia di Via Varesina e una domanda: a chi assegnare le nostre case libere? A chi darle? Perché? Cinque anni e saper esprimere le proprie opinioni, con la sincerità e l’onestà dei piccoli. Lo fanno i bambini, ma anche i grandi che da bambini hanno imparato, una volta. Come il presepe del Graziano Ostinelli, che onora la tradizione di una famiglia rebbiese. O il presepe presentato da Roberto Peverelli, del Gruppo Turistico Rebbiese, la rappresentazione di una Terra Santa raccontata oggi, teatro di

distruzione, di una guerra cruenta e dove quest’anno sono state negate le celebrazioni della natività. “Se Gesù nascesse oggi, cosa troverebbe?”. Che cosa avrebbe trovato, Gesù, in Italia, nel 1943? Dalle scatole ben riposte del Sandro Clerici, fragili statuine di carta del suo presepe da bambino. C’era una guerra civile, nel 1943. Forse, quel Natale c’era davvero la neve. E il profumo del ciocco di legno che bruciava nel camino. E forse tutti lo abbiamo immaginato, quel Sandro bambino, chino sul tavolo a preparare una casa per un piccolo, fragile, infreddolito Gesù. E nel cielo di carta, la stella cometa, dorata, di latta, appesa lassù.

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Lettera a Mari

Tra voglia di vivere e resilienza

Il ritratto di una donna forte e allegra, che ha saputo testimoniare il valore dei piccoli gesti di cura.

Cara Mari, nel salutarti oggi credo che ciascuno di noi qui presenti abbia dei ricordi di te da conservare, ricordi di tanti momenti vissuti insieme.

Ripercorrendoli mi sento di dire che ci sono almeno tre cose in particolare di cui possiamo esserti grati.

Innanzitutto la tua voglia di vivere e la tua allegria: anche nei momenti faticosi tutto finiva con una battuta che

non banalizzava quanto successo, ma che portava quella ventata di leggerezza che aiuta a nuotare nelle acque tempestose e a vedere sempre l’orizzonte che si ha davanti. Amavi ballare e hai dovuto imparare a farlo sotto la pioggia.

Poi il sacrificio e la resilienza: hai messo da parte i tuoi progetti quando la vita ti ha posto di fronte la malattia del tuo Bizi; non è stato facile per Rossana e per te. Ma tu hai accettato il carico sulle tue spalle, soprattutto quando, con il passare del tempo, ti sei ritrovata ad accudirlo: ci hai mostrato anche questo modo particolare di essere moglie e compagna di vita, di effondere affetto nei piccoli gesti di cura che compivi ripetutamente giorno dopo giorno. E in questi ultimi mesi qualcuno ha compiuto su di te quei gesti che per tanti anni hai quotidianamente agito tu. Anche in questo caso ti è stata chiesta la fatica di accettare e tu lo hai fatto, ringraziando sempre tutti per quanto ricevevi: eri contenta di ogni visita, delle telefonate, degli attimi che le persone ti dedicavano, assaporavi ogni istante, testimoniandoci ancora una volta il valore delle cose semplici che ogni giorno abitano la nostra vita. Grazie di cuore, Mari, per tutto questo. Siamo certi che dove sei ora è certamente gioia piena.

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Nel ricordo di Piera

Una donna dai valori antichi

Si è spenta pochi giorni dopo il suo novantesimo compleanno: ora è nella pace con il suo ‘Giannetto’.

Chi era Piera per me? Una donna dai valori antichi: la fede, la famiglia, gli amici. Gentile, riservata sempre con un sorriso.

Piera era la mamma di mio marito Giorgio, non le piaceva essere chiamata suocera, era la nonna dei miei figli, così per tutti noi era “la nonna”.

Abbiamo vissuto per trentasei anni nella stessa casa, un tempo abbastanza lungo per conoscerci, misurarci, condividere gioie e dolori.

Mi hai accettata come una figlia; come

in tutte le famiglie anche noi abbiamo avuto i nostri battibecchi, ma alla fine si trovava sempre una soluzione, perché a modo nostro ci volevamo bene.

Volevi la tua indipendenza, ultimamente il fisico ti ha un po’ abbandonato e ci restavi male perché dicevi che non volevi disturbare.

Adesso sei in pace con il tuo Giannetto, dopo una vita insieme, ora lo sarete per sempre. Continuate a proteggerci da lassù. Ciao, Piera!

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Ricordando Enrica

“Le tue mani son piene di fiori...”

Don Maurizio traccia un breve ritratto della sorella, passata il 20 febbraio nell’eternità invisibile dell’amore e della misericordia di Dio.

«Noi non fissiamo lo sguardo sulle realtà visibili ma su quelle invisibili, che sono eterne. Se la nostra casa terrena si sfascia, sappiamo che da Dio riceviamo un’abitazione eterna, nei cieli» (cfr. 2Cor 4,18–5,1). La sera del 20 febbraio Enrica è passata nell’eternità invisibile dell’amore e della misericordia di Dio: la chiarezza che Gesù ci dona in merito a chi muore in Lui non narcotizza il dolore, ma semmai lo rende più acuto e intelligente. Su queste premesse sono contento di raccontarvi qualcosa di mia sorella: l’affetto che ci ha legati assume la forma del ricordo, benevolo e anche ironico, prolungamento di un imprinting consolidato.

Enrica nacque il 9 aprile 1952 a Cantù, nella casa dove abitammo fino al 1969,

e fu battezzata il lunedì successivo (“Pasquetta”) nella chiesa di San Teodoro. Con la “città del mobile” ha sempre mantenuto un legame speciale: per il lavoro, iniziato subito dopo la terza media; per le amicizie; per il fatto di essere tornata dopo il matrimonio (celebrato nella chiesa di S. Brigida il 24 settembre 1977) nella parrocchia d’origine. Ridivenne camerlatese alla metà degli anni Novanta, quando con la famiglia ritornò in via Canturina 63; lo spostamento di residenza favorì l’estendersi delle relazioni, soprattutto dopo il pensionamento: con sorpresa mamma Luciana dovette ammettere che «la tua surela in tri ann la cugnòss püsee personn de mi» (tua sorella in tre anni conosce più persone di me). Col passare degli anni Enrica ha “abitato” il quartiere e l’intera città di Como in lungo e in largo: incontrando persone e stringendo amicizie, frequentando negozi, partecipando a iniziative ed eventi culturali… E questo, ai nostri tempi, mi sembra molto bello. Lo prendo come un incoraggiamento a continuare a costruire – e migliorare, abbellire, ristrutturare – la nostra “casa” terrena, gli spazi che riempiamo e coloriamo di relazioni e affetti: forme sempre fragili e precarie, certo; ma l’unico modo che abbiamo per concretizzare e trasmettere la speranza che abbiamo per noi e per tutti.

don Maurizio Mosconi

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Un ricordo di suor Paolina

Nella comunità, presenza

accogliente e delicata

Ultranovantenne, è tornata alla casa del Padre lo scorso mese di dicembre.

“Scrivi un articolo su suor Paolina?”

Un tuffo nel passato, in un passato che, credo, sia molto importante, non solo per chi, rebbiese come me, l’ha vissuto e che quindi ci ritrova le proprie radici, ma anche per chi, arrivando a Rebbio, deve inserirsi nella comunità, di cui è bene conoscere la storia.

Cosa dire, allora?

Suor Paolina, al secolo Giuseppina Brambilla, nata a Inzago (MI) nel 1927, era una Suora Adoratrice del SS. Sacramento, l’istituto di suore fondato da un sacerdote, san Francesco Spinelli, con Caterina Comensoli, alla fine del 1800 nella bergamasca: al centro della missione l’adorazione dell’Eucarestia e la Carità.

Nella nostra parrocchia, generazioni di rebbiesi sono cresciuti con la presenza e l’esempio delle Suore Adoratrici, dal 1914 al 1989.

Suor Paolina è stata a Rebbio per ben due volte, prima a metà degli Anni

Cinquanta e poi dal 1980 al 1989 (a lei è toccato, con suor Daniela e suor Liberata, concludere la lunga presenza delle Suore nella Scuola Materna): forse per questo, ha sempre custodito nel cuore la nostra parrocchia. E, con Rebbio, anche l’intera diocesi, considerato che aveva trascorso un lungo periodo a Colico, dove era parroco don Lorenzo Calori, che lei ricordava sempre con affetto. E poi l’attività nell’asilo di Tremezzo e i soggiorni nelle case delle Suore Adoratrici a Gravedona e a Lenno. Quasi più comasca, che milanese, la Paolina, come qualche sacerdote amava chiamarla!

Una donna di piccola statura (spesso la prendevamo in giro, quando, crescendo, la superavamo in altezza), sorridente, delicata, attenta, una brava ascoltatrice, una donna che, pur non essendo più giovane, amava stare con i giovani. A volte si rivolgeva a chi aveva davanti dando del voi: forse questo

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l’unico segno della sua età. Suor Paolina era sempre impegnata con i bambini, all’asilo e in parrocchia. Addobbava la mensa dell’altare nelle occasioni solenni, lavava e stirava con cura la ‘biancheria’ della chiesa, si occupava dei chierichetti con Mario Bianchi, seguiva i gruppi di catechismo, visitava gli ammalati e gli anziani. E quando le suore ci regalavano tutta la loro splendida accoglienza nel salone dell’asilo per le feste dell’ultimo dell’anno o per Carnevale, puntuale, alla fine della festa si presentava sulla porta, consegnando agli animatori il suo aspirapolvere: un segno letto come educativo, di attenzione per gli ambienti utilizzati e di grazie per l’ospitalità. E, per lei e per la comunità, non meno importante, l’adorazione, a volte anche notturna, nella piccola cappella della Scuola Materna. Per decenni, le suore hanno proposto un centro estivo, nel mese di

luglio, per bambine e ragazze, in cui si imparava a cucire o ricamare e poi si giocava insieme: spesso, a sera, la voglia di tornare a casa era poca, così ci si fermava ad aiutare Suor Paolina e le sue consorelle a riordinare l’asilo per il giorno successivo: che ricordi spensierati!

Suor Paolina è stata a Rebbio, per l’ultima volta nel 2006, per l’ordinazione di don Gianpaolo Romano, uno dei ’bambini’ di un suo gruppo di catechismo. Anche in quell’occasione, sempre attenta e delicata verso tutti Suor Paolina, ricoverata da tempo in una struttura di Rivolta d’Adda, dove si trova la Casa Madre delle Suore Adoratrici, è tornata alla casa del Padre lo scorso mese di dicembre. Ora la pensiamo nella gioia e nella pace, indaffarata anche in Paradiso, ma lieta nella contemplazione del Santissimo.

News News News

Don Emanuele Borroni, vicario a Rebbio dal 2005 al 2007, è stato nominato parroco di Arbizzo, Cadegliano e Viconago, nelle Valli Varesine: lo accompagniamo con la preghiera nel suo nuovo ministero.

Il 19 gennaio, don Renato Pini, parroco a Rebbio per più di vent’anni, ha compiuto ottant’anni. Con un po’ di ritardo, carissimi auguri, ricordandolo nella preghiera! Lo scorso mese di gennaio, Rita Riva, la mamma di don Angelo, è tornata alla casa del Padre. La affidiamo, nella preghiera, alla misericordia di Dio. Per don Angelo e i suoi familiari la vicinanza dell’intera Comunità Pastorale.

Dopo lunga sofferenza, è entrata nella gioia del Signore Enrica Mosconi Rancati, la sorella di don Maurizio. Nella preghiera, le parrocchie di Rebbio e di Camerlata sono vicine con affetto a don Maurizio e ai suoi cari.

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Festa di compleanno Auguri per una vita

lunga un secolo

Andreina Grandi Madasi, mamma di don Claudio, ha compiuto cento anni lo scorso 3 marzo, circondata dall’affetto dei famigliari.

Andreina Grandi Madasi è nata a Como, nella frazione di Camerlata, il 3 marzo 1924.

È cresciuta insieme a mamma Adele e a papà Raoul, ai fratelli Lucio, Pierfranco e alla sorella Armella.

Andreina ha frequentato le scuole elementari a Camerlata e poi la Scuola triennale di avviamento al lavoro “Cesare Cantù” di Como.

All’età di 15 anni è stata assunta presso l’Officina Meccanica Brügger, in via Borsieri a Como, dove è rimasta come zelante e fedele impiegata per 40 anni. Una presenza importante in famiglia è stato lo zio paterno, Achille Grandi. Politico, deputato e sindacalista, cofondatore della CIL e della CGIL, fondatore e primo presidente delle ACLI, ha dedicato la vita alla tutela dei diritti dei lavoratori.

Nel 1955 Andreina ha sposato Ezio Madasi, impiegato presso la Ticosa di Como. Ezio Madasi è nato nel 1915; orfano di guerra, da ragazzo è stato ospite dell’Istituto dei Padri Somaschi in Viale Varese. La Cappella di San Girolamo Emiliani, che si trova nella Chiesa del S.S. Crocifisso, ospita una tela con raffigurato il Santo e un bambino che ha le sembianze di Ezio Madasi. Infatti il pittore, incaricato dal parroco Padre Ceriani, lo scelse come soggetto per

dipingere il quadro. Ezio Madasi si è impegnato in vari servizi parrocchiali, tra cui quello di cantore. È venuto a mancare nel 1979, all’età di 64 anni.   Andreina è tuttora iscritta e tesserata all’Azione Cattolica parrocchiale. Dal matrimonio di Andreina ed Ezio sono nati i figli Claudio nel 1956 e Giovanni nel 1964. Giovanni ha sposato Anna e ha dato ad Andreina i tre nipoti Lorenzo, Filippo e Tommaso. Raggiunta la pensione, Andreina si è dedicata alla famiglia e alla cura dei

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nipoti; nel tempo libero tante letture e passeggiate, qualche viaggio, i pellegrinaggi con l’Unitalsi e la frequenza ai corsi dell’Università della Terza età. Il figlio Claudio, laureatosi in neuropsichiatria infantile, nel 1983 è partito come medico volontario in Brasile, presso la Nostra Famiglia; nell’Anno Santo 2000 è entrato nel seminario di Belem e il 15 marzo 2003 ha ricevuto l’Ordinazione Sacerdotale. Nel 2010, ammalatosi di leucemia, è tornato in Italia dove ha prestato servizio come sacerdote parroco nelle parrocchie di Cavallasca, Plesio e Casnate con Bernate.

Don Claudio Madasi è tornato al Cielo il 16 agosto 2014. Nei giorni prima della celebrazione del rito funebre, i Padri Somaschi del SS. Crocifisso hanno amorevolmente accolto e custodito le spoglie di don Claudio nella Cappella della Croce, alla presenza di numerosi amici e fedeli riunitisi in preghiera al fianco della mamma Andreina e dei famigliari. Dall’anno 2000 Andreina è tornata ad abitare nel quartiere di Camerlata, dove vive tuttora, mantenendo immutati la forza d’animo e la gratitudine al Signore per il dono quotidiano della Vita.

Famiglia Madasi

Adotta una canna

Un tesoro prezioso della chiesa di Rebbio Iniziata la raccolta fondi, si profilano altri passaggi tecnici prima

dell’inizio del lavori che restituiranno splendore all’organo.

Torniamo a parlare dell’organo della nostra chiesa. Dopo l’articolo su “Il Focolare” dello scorso aprile abbiamo coinvolto il Maestro Roberto Mucci, insigne organista della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, che si è letteralmente entusiasmato per le caratteristiche e la bellezza del nostro organo. Ci ha donato una accurata ed illuminante relazione artistico-musicale, che diffonderemo, e soprattutto lo splendido, memorabile concerto di San Martino sabato 11 novembre, in cui i presenti (ahimè troppo pochi) hanno potuto ap -

prezzare tutte le potenzialità e i “colori” dello strumento. Il concerto è stato l’avvio ufficiale della campagna di raccolta fondi in vista del restauro, ormai non più rimandabile. Campagna che ci è ricordata dagli

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appostiti pannelli dedicati, ben in vista in chiesa.

E ora? Come procedono le cose? Dal punto di vista economico le offerte stanno pian piano affluendo: in tre mesi sono stati donati 8810 euro, e questa è una cosa molto bella, dimostra affetto e sensibilità per l’arte e per il bello da parte di molti parrocchiani. Grazie, di cuore, e avanti così! Ovviamente si stanno anche interpellando alcuni enti e Fondazioni per ottenere un sussidio più cospicuo, che speriamo di ricevere per poter così assicurare al progetto la necessaria copertura finanziaria, calcolata in 50.000 euro. Sul piano pratico si è individuata la Bottega organaria a cui affidare i lavori, in base ai preventivi presentati l’anno scorso, mentre rimane aperta la riflessione se trasformare l’attuale trasmissione elettro-pneumatica dalle tastiere alle canne in modalità elettronica. Quando questi dubbi saranno chiariti e soprattutto si sarà raggiunta una consistente sicurezza finanziaria, si passerà ad chiedere alla Diocesi e alla Soprintendenza le necessarie autorizzazioni, dopodiché si potrà entrare nella fase operativa del restauro. Questa relativa “lentezza” delle fasi progettuali permetterà anche di non interferire con l’altrettanto desiderato restauro delle navate interne della chiesa, che speriamo possa compiersi quanto prima (le pessime condizioni soprattutto delle navate laterali sono sotto gli occhi di tutti). Questo altrettanto importante intervento non può e non deve intercettare i lavori all’organo: gli interventi edilizi e pittorici sulle pareti producono inevitabilmente polvere im-

palpabile e calcinacci, che sono i nemici mortali di una macchina tanto delicata e complessa come è un organo a canne. Mentre i passaggi tecnici, la raccolta fondi e la burocrazia procedono (lentamente ma costantemente) l’organo continua il suo prezioso servizio liturgico e sarà ancora al centro di nuovi eventi musicali, a cominciare da una domenica del prossimo mese di maggio, in cui sarà protagonista di uno dei concerti del Maggio Organistico Breccese. E sono in cantiere altre iniziative culturali, di cui daremo conto. In vista di questi eventi, e a fronte del continuo decadimento dell’accordatura dell’organo, si sono già contattati alcuni esperti intonatori, che interverranno a breve – nei limiti del possibile – per ottenere almeno una soddisfacente accordatura delle canne, nel rispetto delle caratteristiche costruttive dell’organo. Martedì 5 marzo il Maestro Mucci ha inoltre registrato da noi alcuni video per il suo canale Youtube (“Organo ceciliano e dintorni”). E così tutta la rete può conoscere ed apprezzare l’organo di Rebbio!

La strada è aperta, il cammino è iniziato. Il nostro stupendo organo è, dopo il Signore Gesù, la Vergine Maria e i nostri Santi, il tesoro più prezioso custodito nella nostra chiesa di Rebbio. Il Padre di ogni bellezza renda merito, come sa fare Lui, a tutti coloro che ci hanno aiutato e ancora ci aiuteranno a restituire al nostro prezioso organo la piena efficienza e la bellezza originaria dei suoi suoni.

Roberto Botta

Per contribuire al restauro si può, con 35 euro, “adottare una canna”, mediante offerta da consegnare in parrocchia o tramite bonifico bancario ordinario sul conto della Parrocchia San Martino – Rebbio, IBAN IT48K0843010904000000093297, presso la Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù, con la causale “restauro organo”.

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Da ‘Il Settimanale della Diocesi’ L’intelligenza artificiale e la posta in gioco

Una riflessone sul messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace.

Il 30 gennaio scorso sul canale Youtube de “Il Settimanale della Diocesi di Como” si è parlato di Intelligenza Artificiale spesso indicata con le iniziali delle corrispondenti parole in inglese Artificial Intelligence (A.I.). Se n’è discusso con don Andrea Pizzichini, laureato in ingegneria aerospaziale e docente di teologia morale alla “Pontificia Accademia Alfonsiana” di Roma, in una serata di approfondimento dal titolo «Intelligenza Artificiale: la posta in gioco», nata dalla collaborazione tra l’“Ufficio diocesano comunicazioni sociali”, “Il Settimanale della diocesi di Como, la “Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali (Cdal)”, l’“Associazione Amici del Settimanale della diocesi di Como (Ased)”. L’evento on line piuttosto partecipato si è incanalato come seguito del messaggio di Papa Francesco in occasione della 57a “Giornata mondiale della Pace”, cioè una riflessione sul progresso della scienza e della tecnologia come via per la pace, ma anche sull’impatto che avrà l’ A.I. sulle nostre vite. L’indicazione in merito del Vescovo di Roma è che “…Dobbiamo impegnarci affinché l’Intelligenza Artificiale sia al servizio della pace nel mondo, non una minaccia, e riflettere sul suo impatto sul futuro della famiglia umana…”. Don Pizzichini dopo

un excursus storico sull’evoluzione - peraltro piuttosto recente - del concetto di Intelligenza Artificiale, intesa come possibilità che talune macchine possano in un certo senso riprodurre il pensiero umano (non a caso si parla di software strutturato attraverso “reti neurali”) ed eseguire i compiti assegnati, magari riuscendo ad apprendere nel corso della loro operatività (machine learning), ha fatto notare come la stessa faccia già parte della nostra quotidianità. Attraverso la “domotizzazione” sempre più spinta delle nostre abitazioni, dove mediante l’“Internet delle cose” i diversi elettrodomestici possono dialogare tra loro; oppure incorporata in certe applicazioni del nostro ormai inseparabile Smartphone, per non parlare del piuttosto noto “Chat GPT”, il nuovo strumento di OpenAI studiato per interazioni con l’intelligenza artificiale di tipo conversazionale. Naturalmente non sono tutte “rose e fiori”, si tratta di sfide enormi che investono tematiche molto vaste ed impattanti come la privacy, l’attendibilità delle informazioni e la possibilità di manipolazione, la distinzione tra soggetti reali ed elementi invece creati dall’A.I., ecc. Quindi si tratta di questioni di natura antropologica, educativa, sociale e politica, con l’incognita forse

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più grande che è quella che riguarda l’impatto probabilmente importante dell’A.I. sul mondo del lavoro, dove una significativa contrazione dei livelli occupazionali sarà sicuramente possibile. Rispetto a questa evenienza però a nulla serviranno atteggiamenti “neo luddisti”, semmai è fondamentale la necessità di governare i processi e la condivisione generalizzata degli stessi.

Dal viaggio in Camerun Rafforzare legami, sostenere progetti

Alcuni di questi temi enormi sono stati evidenziati dalle domande apparse nella chat, ed al momento non si possono che proporre risposte soltanto parziali, mentre il paradigma tecnocratico che vuole ridurre l’uomo ad un “dato”, ci pone davanti all’inquietante fatto che “la posta in gioco è proprio appunto l’umanità”.

Andrea Rinaldo

Don Giusto ha illustrato, durante un incontro in oratorio, l’attività della diocesi di Maroua-Mokolò, a cui ha fatto visita lo scorso mese di gennaio.

“Il nome è un programma … Attività privilegiate: l’aiuto ai poveri, siano essi carcerati o ciechi, storpi o sordomuti.

…I giovani che stanno con lui devono ancora studiare… Lascerà tante impronte in Africa: nelle scelte pastorali, nella predicazione schietta, nel chiedere con

esigenza, nel lavoro senza tregua, nell’organizzazione e nella formazione…” E’ passato del tempo da quando don Italo Mazzoni, di ritorno da una visita alla nostra missione diocesana in Camerun, descriveva, in un articolo su “Il Settimanale”, don Giusto, missionario

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nella diocesi di Maroua - Mokolò dal luglio del 1996 al novembre del 2010. Le caratteristiche del don sono sempre quelle, i tratti non sono cambiati: mai fermo, tenace nell’andare avanti, sguardo che va sempre oltre, a disposizione di tutti, anche di chi ha incontrato durante il suo servizio in terra d’Africa.

Tratti distintivi che ancora oggi si possono vedere e toccare con mano e che i presenti all’incontro di giovedì 8 febbraio, presso l’oratorio di Rebbio, hanno potuto percepire dal racconto attraverso il quale don Giusto ha condiviso il suo recente viaggio in Africa, svolto con l’amico missionario don Angelo Mazzucchi.

Una visita programmata per incontrare le comunità, rafforzare i legami e verificare l’andamento dei progetti nati con i nostri missionari, oggi portati avanti da perone del luogo anche con il sostegno dalla nostra diocesi e descritti nel dettaglio nel corso della serata.

- Progetto a sostegno delle Scuole integrate per sordomuti e non vedenti. Per il finanziamento ordinario delle scuole, che accolgono 40 sordomuti e 28 non vedenti, servono 150 euro a bambino.

- Centro formazione professionale

Per realizzare un piccolo atelier di cucito è necessario acquistare 30 macchine da cucire con una spesa di 140 euro a macchina.

- Aiuti a persone con disabilità

Per supportare chi vive in condizione di disabilità sono necessari ausili di diverso genere:

- stampelle o altro per protesi e attività di riabilitazione;

- cinque carrozzine a tre ruote, fabbricate in loco al costo di 150 euro l’una;

- tre carrozzine elettriche usate o da acquistare in Italia.

- Campo profughi di Minawao

Per finanziare l’avvio di atelier (falegnameria, sartoria, muratura…) presso il centro di formazione del campo è necessario l’acquisto di materiali vari per una spesa di euro 4.000.

- Borse di studio per giovani universitari

Per sostenere 10 giovani, capaci e di buona volontà, nel percorso conclusivo dei loro studi universitari servono 250 euro per ogni borsa di studio annuale.

- Liceo Mazenod

Per rifornire la scuola, che da liceo classico è destinata a diventare liceo tecnico, serve un contributo annuo di euro 10.000.

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- Macchina per estrarre olio di soia

Impianto da finanziare o da ricercare presso aziende italiane che operano nel settore.

Sono davvero tante le impronte lasciate in Camerun!

Si tratta di progetti che hanno a cuore la formazione e lo sviluppo economico,

con particolare attenzione ai bambini e ai giovani.

Progetti da sostenere nella convinzione che “Il vero aiuto ha una dimensione sociale e culturale”.

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Via Brenta

Rimessa a nuovo la salita verso

San Carpoforo

Volontari dell’ANA e della Protezione Civile hanno ‘ripulito’ il sentiero dedicato ad un oste mazziniano.

Lasciando via Teresa Rimoldi per salire in Via Castel Baradello, il cartello che segnala l’inizio del Parco della Spina Verde segna anche il cammino pedonale che iniziava con una breve scalinata e proseguiva tra l’erba sino al cancello del monastero (ora Istituto San Carpoforo), all’antica corte della Ca’ Merlata e alla Basilica. La strada carrabile proseguiva poi verso via Napoleona e piazza Camerlata, consentendo l’accesso ai sentieri del Parco della Spina Verde. Scorciatoia una volta molto frequentata, poi via via abbandonata a causa dell’erba alta e dell’incuria e percorren-

do la quale si potevano godere a tratti squarci panoramici sulla città. In questi ultimi anni abbiamo sperato in un intervento che rendesse di nuovo agibile quel tratto di sentiero, dove peraltro qualche traccia del passaggio di cinghiali era frequente, e restituisse ai cittadini questa porzione di territorio. Poi l’intervento del Gruppo dei volontari dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA) sezione di Como e gruppo Protezione Civile ha reso possibile l’insperato.

Un grosso lavoro di pulizia dei muri, di taglio di rovi e di alberi, dall’alto fino in basso al sentiero.

Un lavoro fatto giovedì 8 febbraio, in una mattinata di sole, da una squadra di quattordici volontari determinati e super organizzati.

Tutto il materiale tagliato è stato accumulato lungo il muro e sarà smaltito con il bio-trituratore appena il bel tempo lo consentirà.

Peraltro già un loro intervento nelle settimane precedenti aveva provveduto a ripristinare alcuni paracarri che era stati divelti accidentalmente e che erano collocati all’inizio del sentiero vicino al cancello dell’Istituto San Carpoforo.

Bello spirito di gruppo, grande disponibilità, cordialità.

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Siamo riconoscenti per questa dimostrazione di senso civico e servizio per la collettività.

Ci auguriamo che i numerosi lavori di manutenzione che il gruppo realizza regolarmente e silenziosamente siano apprezzati e soprattutto conosciuti dai cittadini.

Le suore di San Carpoforo

Una curiosità:

Forse non tutti sanno che questo percorso pedonale è intitolato ad Andrea Brenta. Come scriveva Umberto Eco però: «intitolare a qualcuno una strada è il modo più facile per condannarlo alla pubblica dimenticanza e a un fragoroso anonimato».

Andrea Brenta chi era?

Oste del Lario, sull’onda della I Guerra d’Indipendenza capeggiò un moto mazziniano in Val d’Intelvi; il comitato insurrezionale ebbe sede a Muronico,

nella parrocchiale di S. Sisinnio. Catturato a Casasco, venne fucilato negli spazi esterni della basilica di San Carpoforo il giorno 11 aprile 1849, insieme agli indipendentisti Giovanbattista Vittori e Andrea Andreetti.

In un articolo pubblicato sulla rivista A.N.A. il 5 novembre 2014 dal titolo “L’idea delle Truppe alpine” a cura di Gianbattista Stoppani si capisce l’influenza di Mazzini e delle idee indipendentiste, nella Val d’Intelvi, italiana ma governata dagli austriaci, e dove si parla di Andrea Brenta.

Ma soprattutto, si legge nell’articolo, come il ricordo dell’impresa di Andrea Brenta, e l’idea di affidare la difesa delle vallate alpine agli stessi valligiani, attraverso il generale Perrucchetti, influenzò prima il ministro Ricotti Magnani e poi il re Vittorio Emanuele II e li convinse a costituire il CORPO DEGLI ALPINI con reclutamento regionale (15 ottobre 1872).

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Calendario Pastorale

Comunità Pastorale Rebbio-Camerlata

SETTIMANA SANTA

Domenica delle Palme, 4 marzo

a Rebbio ore 9.30 Benedizione Ulivo Piazzale del Cimitero, seguono processione alla chiesa e S. Messa a Camerlata ore 9.45 Benedizione Ulivo presso l’oratorio, seguono processione alla chiesa e S. Messa

Lunedì Santo, 25 marzo ore 21.00 Celebrazione Via Crucis cittadina dei giovani con il Vescovo Oscar

Giovedì Santo, 28 marzo in Cattedrale ore 10.00 S. Messa del Crisma a Rebbio ore 15.00 – 18.00 Confessioni ore 20.30 S. Messa in Coena Domini a Camerlata ore 20.30 S. Messa in Coena Domini

Venerdì Santo, 29 marzo a Rebbio ore 8.30 recita comunitaria delle Lodi ore 9.30 - 17.00 Confessioni ore 17.30 Liturgia della Passione del Signore a Camerlata ore 18.00 Liturgia della Passione del Signore ore 20.30 Via Crucis da Camerlata a Rebbio

Sabato Santo, 30 marzo a Rebbio ore 8.30 recita comunitaria delle

Lodi

ore 9.30 – 18.00 Confessioni ore 21.00 Veglia Pasquale a Camerlata ore 15.00 Confessioni ore 21.00 Veglia Pasquale

Santa Pasqua, 31 marzo

a Rebbio ore 7.30 – 18.00 Sante Messe ore 10.00 S. Messa Concelebrata a Camerlata ore 10.00 S. Messa

Lunedì dell’Angelo, 1 aprile a Rebbio e Camerlata ore 10.00 S. Messa

Domenica 21 aprile

a Rebbio ore 15.30 Celebrazione Prima Comunione S. Cresima

Mercoledì 1 maggio

Basilica di San Carpoforo ore 20.30 Apertura mese di maggio con celebrazione S. Rosario a Rebbio e Camerlata, dal lunedì a venerdì, ore 20.30 Santo Rosario nei cortili dei condomini

Domenica 19 maggio

a Camerlata ore 15.30 Celebrazione Prima Comunione S. Cresima

Giovedì 30 maggio

presso i Missionari Comboniani ore 20.30 chiusura mese mariano

Domenica 2 giugno

a Rebbio ore 10.00 S. Messa con celebrazione anniversari di matrimonio

Domenica 4 agosto

Basilica di San Carpoforo, Festa di San Carpoforo

Domenica 22 settembre

a Rebbio Festa delle Madonna della Consolazione

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Anagrafe parrocchiale

Ci hanno preceduto nella casa del Signore

Rebbio 2023

66 Jolly Osazee Rance

67 Castoldi Rosaria

68 Carrideo Giuseppe

69 Amato Luca

70 Lupo Gaetana 2024

1 Cocquio Maria Luisa

2 Confalonieri Emanuela

3 Martignetti Adriano

4 Bianchi Giuseppina

5 Tagliabue Piera

6 Pittana Elena

7 Taramelli Maria

8 Ciceri Antonia

9 Sciessere Maria

10 Miranda Marina

11 Colombi Cesarina

12 Cattaneo Antonietta

13 Guarisco Renata

14 Ucci Giacomo

15 Bradanini Annamaria

16 Bugno Sergio Camerlata

2023

21 Nigro Giovina

2024

1 Cirasa Alfonso

2 Kumi Bernard

3 Torri Giovanni

4 Mosconi Enrica

5 Tagliabue Alessandra

Battezzati nella Fede della Chiesa e dei Genitori

Rebbio

2023

11 Chukwy Eminike John

Emmanuel

12 Obayuwana Victory

14 Marigliano Maya Lorenz

15 Soldati Arianna

16 Jayasuriya Kuranage Esly

17 Atuma James

18 Albonico Rebecca

19 Ercolino Iris

20 Nwafor John

21 Giacalone Ana Martina

Camerlata

5 Persico Ciro

13 Giuliano Raffaele Dario Rebbio 5

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Buschini
Falchetto
Tofani Camerlata 2
3
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