N 180 Foglio parrocchiale giugno 2017

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Foglio Parrocchiale

n. 180 - Giugno 2017

Foglio Parrocchiale Giugno 2017

Parrocchia di Santa Maria Maggiore - Monteforte d’Alpone

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PENTECOSTE 4 GIUGNO 2017 LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO SU MARIA E GLI APOSTOLI RIUNITI INSIEME NEL CENACOLO di Giotto Probabilmente Giotto nasce nel 1267 presso Vicchio di Mugello da una famiglia contadina. Frequenta la bottega del Cimabue, dal quale apprende i segreti della pittura e, nelle prime opere, assume lo stile del maestro che è di derivazione prettamente bizantina. Nel giro di poco tempo Giotto maturerà il proprio stile, una vera e propria rivoluzione per l'epoca. Nel 1288 il giovane Giotto accompagna il Maestro Cimabue per eseguire lavori a Roma e da allora la sua pittura si stacca progressivamente dai canoni del maestro, pur mantenendo l'intensità drammatica, il senso della grandezza, i panneggi stirati e i volti seri. Ma i suoi personaggi, sono più umani, più legati alla realtà terrena. Ad Assisi Giotto si occupa della decorazione della Chiesa Superiore di San Francesco e in questi affreschi, soprattutto in quelli del ciclo del Nuovo Testamento, si notano ancora alcuni tratti stilistici che accomunano Giotto e Cimabue. A Roma, Giotto lavora nella Basilica di San Giovanni in Laterano e ad altri affreschi eseguiti in occasione del Giubileo del 1300, indetto da Papa Bonifacio VIII ed è questo il periodo in cui la pittura di Giotto raggiunge il suo massimo splendore. Giotto possiede una bottega ormai famosa, dove lavorano parecchi discepoli che sono in grado di completare, con il suo stile, le opere da lui impostate. Nei primi mesi del 1306, a Padova, Giotto termina il suo capolavoro: La Cappella degli Scrovegni, considerata l’eccellenza della pittura del Trecento italiano ed europeo. Proprio a questo ciclo appartiene il dipinto che proponiamo oggi, ovvero LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO, realizzata con il disegno di una struttura architettonica in prospettiva. Questa è una delle grandi novità di Giotto: esser riuscito prima di chiunque altro nella storia dell’arte a rappresentare le tre dimensioni della realtà (base, altezza, profondità) nelle due sole dimensioni della parete dipinta. Con gli affreschi della Cappella degli Scrovegni Giotto racconta, in modo poetico e umanissimo, le storie della Madonna e di Cristo. La straordinaria spazialità, resa in particolare dalla disposizione delle figure inserite nella prospettiva, rende la narrazione della storia incredibilmente umana e realistica anche attraverso le espressioni dei personaggi. Andrea Ciresola 1


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