Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno XIV - N. 82 DICEMBRE 2022
I Copertina: Baita dormiente Alta valle Brembana, zona S. Simone.
IV Copertina: Ai tre faggi Fuipiano Imagna (BG)
Foto: Luca Bonati
ABBONAMENTO
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Direttore: don Giacomo Ubbiali Direttore responsabile: Davide Agazzi
Editore: Parrocchia S. Maria Assunta, Brembate di Sopra Stampa: EQUA Clusone
Redazione: don Carlo, Chiara, Dario, Marco, Max, Luca, Luciano.
Impaginazione e coordinatore: Luciano
Foto ed elaborazione foto: Max
Distributore: Luciano
Collaboratori: don Giacomo, don Carlo, sr. Nives, Sabrina, Raide, Dario, Chiara, Luca E mail: insiemebrembatesopra@gmail.com Sito web: www.parrocchiabrembatedisopra.it
BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008
Sommario
AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE
3 Editoriale 5 Vita parrocchiale 13 Anagrafe 16 La voce dell’Oratorio 22 Vita della Chiesa 23 Attualità
DI
ESSERE PASTORI
NEL PRESEPE DEL MONDO
Dio fece il Presepe del Mondo perché suo Figlio un giorno vi abitasse. L’uomo, creando il presepe, ricrea sé stesso e scopre l’essenza di quel mondo che è chiamato ad abitare, coltivandolo e custodendolo. Ci facciamo aiutare nella riflessione da due pastori del presepe, posto che nei personaggi del presepe è l’uomo di tutti i tempi che si rivela, con i suoi pregi e i suoi difetti.
* Nel presepio troviamo adagiato da qualche parte il pastore coricato e addormentato e, ben dritto da qualche altra parte, il pastore a bocca aperta che guarda o indica la Stella, colto da una meraviglia incontenibile. È bello pensare a questi due personaggi come a uno solo, colto in due momenti diversi. Il sonno tranquillo del primo, meritato riposo di chi ha lavorato tutto il giorno e che proprio in quel riposo cerca la cura di una vita spesso piena di dolore, noia, fatica, ripetitività… Il pastore dormiente sa che quel riposo non basta mai, gli manca sempre qualcosa capace di riempire di meraviglia, di gioia la vita e il lavoro stesso, così da risolvere il grande enigma dell’esistenza: esiste qualcosa capace di rendere il lavoro riposo, la fatica gioia, le ore del giorno pace? Quel pastore ci rappresenta quando vorremmo fuggire dalla lotta del mondo che si è fatto troppo ardua, quando nel cuore non c’è pace, l’amore degli altri non ci raggiunge, sentiamo paura, versiamo lacrime e ci sentiamo soli anche in mezzo alla folla. Gli altri si avvicinano, ci toccano, magari per svegliarci…, ma il nostro cuore non è toccato dalla grazia, dalla bellezza, dalla gioia. Meglio dormire, non pensare e rimandare oltre… Pensiamo cosa significa vivere in orizzontale, coricati: vuol dire essere fermi, senza movi-
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EDITORIALE
INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022
Editoriale
mento, potremmo dire in attesa della fine (?!), in fondo dormire e morire hanno la stessa posizione.
* Eppure, nella notte oscura del nostro cuore, della nostra vita quotidiana può levarsi una stella, una novità, una notizia che rinnova tutto, che accende una speranza dentro la paura (questo significa incontrare Dio). Il pastore trova un motivo per mettersi in piedi, per essere verticale, attraverso la gioia del cuore, provocata dalla meraviglia del dispiegarsi del firmamento, si sente chiamato a mettersi in piedi, nasce nel suo cuore una forza di gravità che lo spinge al contrario, lo chiama verso l’alto e riempie di bellezza la fatica quotidiana. NonèforsequellocheDio fasperimentareadAbramo,quandoloinvita ausciredallasuatendapermettersi inviaggio,glidice:«Escifuori,guardailcieloecontalestelle»?Lasua discendenzasaràsuperiorealnumero dellestelle.Abramovienerisvegliato dalsuosonno,dalsuoristrettogiro di cose e chiamato a una pienezza nuova,atestimonianzadellaqualeDio gli mostra il cielo stellato.Allora il pastoreAbramosimetteinviaggio, lavoltacelesteloinvitaalvolo,non folleenonfruttodisempliceimmaginazione, come succederà ai Magi.Il pastore si sveglia e veglia, attende qualcosa e diventa attento, attenzione e attesa hanno la stessa radice, si mette in cerca dei segnali che facciano scoprire l’antidoto al tedio, alla noia, alla fatica, che diano senso anche alla fatica, alla noia e al tedio. La vita del pastore viene rinnovata costantemente da dentro, il piccolo diventa immenso. Se il Natale non desta in noi questa meraviglia rimarremo dormienti, non ci renderemo conto di nulla e rimarremo chiusi nel nostro ristretto giro di cose, che poi si rovinano e finiscono con l’annoiarci. Sap-
piamo quanto nel Vangelo si parli di necessità di 'vegliare': sembra quasi essere l’invito più pressante tra vergini stolte, servi addormentati o pigri, discepoli oppressi dal sonno. Prima l’avvento e poi il Natale sono l’annuale occasione per scoprire il segreto delle stelle (desideri, intuizioni, sogni, mete da raggiungere). C’è una Stella in arrivo, per cui vale la pena essere pronti in piedi. Riposare è necessario solo per essere più pronti al cammino del giorno dopo. Camminare e riposare sono un unico gesto festivo e la ferita della noia, del tedio, della paura, della stanchezza, si rimarginerà a poco a poco.
Don Giacomo
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EDITORIALE
INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022
CALENDARIO PARROCCHIALE
CATECHESI ADULTI
Mercoledì 8.30 in Parrocchia
* Sono programmati incontri sulla parola di Dio lungo tutto L’ANNO LITURGICO.
CATECHESI RAGAZZI (oratorio)
Martedì 15.00 16.00
Sabato 15.00 16.00
ADORAZIONE Il Santissimo Sacramento resta esposto ogni Venerdì dalle ore 16.00 alle 18.00 18.00 S. Messa.
DICEMBRE
3 Sabato. S. Francesco Saverio, presbitero.
4 Domenica II di Avvento. (Is 11,1 10/ Sal 71/ Rm 15,4 9/ Mt 3,1 12)
6 Martedì. S. Nicola, vescovo.
7 Mercoledì. S. Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa, Patrono della Regione Lombardia.
8 Giovedì. Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. (Gn 3,9 15.20/ Sal 97/ Ef 1,3 6.11 12/ Lc 1,26 38) Giornata dell’adesione all’Azione Cattolica.
9 Venerdì. S. Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin. Concerto di Natale ore 20.30 in Chiesa Parrocchiale.
10 Sabato. Beata Vergine Maria di Loreto.
11 Domenica III di Avvento. (Is 35,1 6a.8a.10/ Sal 145/ Gc 5,7 10/ Mt 11,2 11)
Ore 11.30 Battesimi. Giornata del Seminario.
12 Lunedì. Beata Vergine Maria di Guadalupe.
13 Martedì. S. Lucia, vergine e martire.
14 Mercoledì. S. Giovanni della Croce, presbitero e dottore della Chiesa.
18 Domenica IV di Avvento. (Is 7,10 14; Sal 23; Rm 1,1 7; Mt 1,18 24)
19 Lunedì. Ore 20.30: Confessioni per gli adolescenti a Prezzate.
21 Mercoledì. S. Pietro Canisio, presbitero e dottore della Chiesa.
23 Venerdì. S. Giovanni da Kęty, presbitero. Ore 8.30 12.00 e 15.00 18.00: Confessioni per tutti in chiesa.
24 Sabato. Ore 8.30 12.00 e 15.00 17.30: Confessioni per tutti in chiesa.
Natale del Signore
(Vigilia: Is 62,1 5/ Sal 88/ At 13,16 17.22 25/ Mt 1,1 25) (Notte: Is 9,1 6/ Sal 95/ Tt 2,11 14/ Lc 2,1 14a) (Aurora: Is 62,11 12/ Sal 96/ Tt 3,4 7/ Lc 2,15 20) (Giorno: Is 52,7 10/ Sal 97/ Eb 1,1 6/ Gv 1,1 18)
24 Sabato. Ore 16.30 S. Messa di Natale in Casa di Riposo per gli ospiti. Ore 18.00: S. Messa della Vigilia di Natale in chiesa parrocchiale. Ore 21.30: S. Messa nella Notte Santa.
25 Domenica. Natale del Signore. S. Messe: ore 7.30 9.00 10.15 11.30 18.00.
26 Lunedì. S. Stefano, primo martire. S. Messe: ore 7.30 10.30 18.00.
27 Martedì. S. Giovanni, apostolo ed evangelista. Gli adolescenti partono per il campo invernale a Schilpario.
28 Mercoledì. Ss. Innocenti, martiri.
30 Venerdì. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe 13° Anniversario della morte di mons. Roberto Amadei, vescovo di Bergamo.
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31 Sabato. S. Silvestro I, papa. Ore 18.00: S. Messa festiva di ringraziamento.
GENNAIO
1 Domenica. Maria Santissima, Madre di Dio. Ottava di Natale. (Nm 6,22 27/ Sal 66/ Gal 4,4 7/ Lc 2,16 21)
56a Giornata mondiale della pace. Ore 17.00: Adorazione eucaristica per la pace.
2 Lunedì. Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa. Partenza dei giovani per la Polonia.
3 Martedì. Ss. Nome di Gesù.
6 Venerdì. Epifania del Signore (Is 60,1 6/ Sal 71/ Ef 3,2 3.5 6/ Mt 2,1 12) Giornata mondiale dell’infanzia missionaria. Ore 15.00: Vespro e preghiera con i Re Magi.
7 Sabato. S. Raimondo de Peñaford, presbitero.
8 Domenica. Battesimo del Signore (Is 42,1 4.6 7/ Sal 28/ At 10,34 38/ Mt 3,13 17)
Ore 11.30: S. Messa di ringraziamento per tutti i bambini battezzati durante l’anno.
Ore 16.00: Celebrazione dei Battesimi.
9 Lunedì. Inizia il Tempo ordinario.
13 Venerdì. S. Ilario, vescovo e dottore della Chiesa.
14 Sabato. Anniversario della Dedicazione della Cattedrale di Bergamo.
15 Domenica II del Tempo ordinario. (Is 49,3.5 6/ Sal 39/ 1Cor 1,1 3/ Gv 1,29 34)
17 Martedì. S. Antonio, abate. 34a Giornata nazionale per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei.
18 Mercoledì. Inizia la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani.
20 Venerdì. S. Fabiano, papa e martire. S. Sebastiano, martire.
21 Sabato. S. Agnese, vergine e martire.
22 Domenica III del Tempo ordinario. (Is 8,23b 9,3/ Sal 26/ 1Cor 1,10 13.17/ Mt 4,12 23) Domenica della Parola.
23 Lunedì. S. Paola Elisabetta Cerioli, religiosa.
24 Martedì. S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa.
25 Mercoledì. Conversione di S. Paolo, apostolo. Si conclude la Settimana di Preghiera per l’Unità dei cristiani.
26 Giovedì. Ss. Timoteo e Tito, vescovi.
27 Venerdì. S. Angela Merici, vergine.
28 Sabato. S. Tommaso d’Aquino, presbitero e dottore della Chiesa.
29 Domenica IV del Tempo ordinario (Sof 2,3;3,12 13/ Sal 145/ 1Cor 1,26 31/ Mt 5,1 12a) 70a Giornata mondiale dei malati di lebbra.
31 Martedì. S. Giovanni Bosco, presbitero.
FEBBRAIO
2 Giovedì. Presentazione del Signore 27a Giornata mondiale della vita consacrata.
3 Venerdì. S. Biagio, vescovo e martire. S. Ansgario (Oscar), vescovo. Al termine delle messe: benedizione della gola.
5 Domenica V del Tempo ordinario. (Is 58,7 10/ Sal 111/ 1Cor 2,1 5/ Mt 5,13 16) 45a Giornata nazionale per la vita sul tema: “La morte non è mai una soluzione. ‘Dio ha creato tutte le cose perché esistano: le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte’ (Sap 1,14)”.
6 Lunedì. S. Francesco Spinelli, presbitero.
7 Martedì. S. Paolo Miki, presbitero e Compagni, martiri.
8 Mercoledì. S. Girolamo Emiliani. S. Giuseppina Bakhita, vergine.
10 Venerdì. S. Scolastica, vergine.
11 Sabato. Beata Vergine Maria di Lourdes. 31a Giornata mondiale del malato.
12 Domenica VI del Tempo ordinario. (Sir 15,15 20/ Sal 118/ 1Cor 2,6 10/ Mt 5,17 37)
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Cronaca parrocchiale
a cura di d. Carlo
2 ottobre. Domenica. Celebrazione delle Cresime. Ormai da due anni, cioè da quando il covid ci aveva costretti a posticipare tutte le celebrazioni dei sacramenti, le Cresime vengono celebrate a ottobre. Si è lasciata questa data per dare ai cresimati l’opportunità di continuare il percorso catechistico e educativo in oratorio. Diversi ragazzi e ragazze, infatti, in questi anni, hanno trovato una nuova dimensione nel loro cammino di fede frequentando gli incontri progettati per loro.
I cresimati di quest’anno sono stati cinquantanove, divisi in due gruppi. Due sono state le celebrazioni: alle ore 9 e alle ore 11, presiedute entrambe da don Mario Eugenio Carminati, delegato vescovile per gli affari economici, in rappresentanza del vescovo. I ragazzi si sono ritrovati presso la casa parrocchiale, da dove, in corteo e accompagnati dai rispettivi padrini e madrine, hanno raggiunto la chiesa, dove, ad attenderli, c’erano i loro genitori e gli altri familiari. Le celebrazioni sono state semplici e raccolte, accompagnate dal coro “Le Voci di Maria”. Dopo le letture della Parola di Dio, lette da alcuni genitori, i ragazzi sono stati presentati. Ad uno ad uno, chiamati per nome, si sono alzati in piedi dicendo:
“Eccomi”. È stato il modo concreto di esprimere il loro impegno a vivere da testimoni di Gesù. Il celebrante ha quindi rivolto a loro e all’intera assemblea parole di incoraggiamento con un chiaro invito, rivolto ai ragazzi cresimandi, a non aver paura di vivere con entusiasmo la loro vocazione, in qualsiasi ambito il Signore li chiami. La celebrazione è continuata con i vari momenti del rito della Confermazione: la professione di fede da parte dei ragazzi, l’invocazione dello Spirito Santo con l’imposizione delle mani da parte dei sacerdoti e l’unzione con il crisma. Qualche cresimando non ha nascosto la sua emozione quando si è presentato davanti al celebrante con il proprio padrino o madrina.
Le preghiere dei fedeli sono state lette da alcuni cresimati e dai loro catechisti. All’offertorio sono stati presentati dai ragazzi alcuni doni: il pane e il vino per la messa, il diario del loro percorso di preparazione alla Cresima e un’offerta per le necessità della diocesi. La messa è continuata nel raccoglimento e nella partecipazione convinta dei nuovi cresimati. Prima della foto finale, ai ragazzi è stato consegnato un segnalibro con una preghiera allo Spirito Santo, fonte di ispirazione per le scelte della loro vita.
15 18 ottobre. Festa di San Luca a Tresolzio. Tra le tante novità del dopo covid c’è anche il ritorno della Festa di San Luca a Tresolzio. Dopo varie
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1° Turno
discussioni riguardanti il modo migliore per lo svolgimento, gli organizzatori hanno deciso di continuare la tradizione. È stato allestito il tendone ed è stata preparata l’attrezzatura per le caldarroste. La festa è iniziata con la messa di sabato 15 ottobre nella chiesina. In serata è invece iniziata la festa in piazza nel tradizionale spazio. Domenica pomeriggio si è svolta la processione con la statua di San Luca che ha percorso per intero la via Tresolzio per poi fare ritorno alla chiesina. La partecipazione è stata abbastanza folta, visto che per due anni non c’era più stata. Come sempre, ha accompagnato il suono della Banda Donizetti del nostro paese. La festa è continuata nei due giorni successivi, lunedì 17 e martedì 18 ottobre, giorno della memoria liturgica di San Luca. È stata celebrata la messa nello spiazzo con la presenza della statua del santo. In entrambi i giorni la messa è stata preceduta dalla tombola che richiama sempre numerose persone. Rinnoviamo qui i ringraziamenti, già fatti nelle opportune sedi, a quanti si dedicano alla preparazione e allo svolgimento organizzativo della festa. Al termine è stata consegnata alla parrocchia la somma di 4.879 euro, segno tangibile della collaborazione e dell’impegno di tante persone.
23 ottobre. Domenica. Giornata missionaria mondiale.
Ottobre, oltre che mese dedicato al rosario, è anche
il mese missionario. Per i più volenterosi c’è stata la possibilità di sviluppare lungo l’arco delle quattro settimane, un percorso di preghiera e di riflessione sulla missionarietà della Chiesa e di ogni cristiano. Una particolare attenzione si è avuta domenica 23 ottobre nella quale si è celebrata la 96a Giornata Missionaria mondiale, che quest’anno ha avuto come tema: “Di me sarete testimoni”. Le offerte raccolte durante le messe di quella domenica (1.596 euro), sono state devolute all’Ufficio missionario diocesano per le necessità delle missioni universali.
29 ottobre. Sabato. Ordinazione diaconale di don Andrea. Nella serata di sabato 29 ottobre, nella chiesa ipogea del Seminario di Bergamo, nove giovani seminaristi hanno ricevuto l’ordinazione diaconale. Fra di loro anche Andrea Patelli, il seminarista che per due anni ha dato la sua preziosa collaborazione alla nostra comunità, soprattutto come animatore nel nostro oratorio. Per questo motivo era presente una folta rappresentanza dei nostri giovani e ragazzi che gli hanno manifestato tutta la loro gratitudine. Di questo si parla più ampiamente nelle pagine dell’oratorio. A Don Andrea, che dal mese settembre ha iniziato la sua attività presso la parrocchia di Azzano San Paolo, i nostri più calorosi auguri di un ministero gioioso e fecondo di bene.
8 INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022 VITA PARROCCHIALE 2° Turno
Novembre. Celebrazione di Tutti i Santi e Commemorazione dei defunti.
Sarà forse solo una mia impressione, ma il covid ha segnato anche le celebrazioni di queste giornate, sempre intense, ma non come prima. Non vorrei peccare di eccessiva nostalgia, ma sembrano ormai tramontati i tempi in cui la preparazione alla festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti erano precedute da folte code di persone in attesa di accostarsi alla confessione e le celebrazioni delle messe erano frequentatissime. Non che siano mancate le presenze, ma…
Per la giornata di Tutti i Santi voglio segnalare la preghiera al cimitero nel pomeriggio. La pioggia, che sembra aver scelto proprio quell’ora per cadere, non ha fermato le tante persone che si sono ritrovate alle ore 15 per l’ascolto della Parola di Dio e una breve meditazione. Poi è iniziata la recita del rosario percorrendo i viali del cimitero. Ad ogni sosta, le tombe sono state asperse con l’acqua benedetta e incensate.
Al cimitero si è tornati anche il giorno successivo, mercoledì 2 novembre, per la celebrazione della messa in suffragio di tutti i defunti. È sempre una messa molto partecipata e molto raccolta. Durante tutto l’Ottavario dei defunti, fino a martedì 8 novem-
bre (eccetto il sabato e la domenica), siamo tornati tutti i pomeriggi a celebrare la messa al cimitero.
13 novembre. Domenica. Festa per Suor Giuseppina e Anniversari di matrimonio.
Durante la messa delle ore 10.15 di domenica 13 novembre quattordici coppie hanno ricordato l’anniversario del loro matrimonio. Il canto è stato animato dal “Coretto”. Alla celebrazione sono state invitate le coppie che quest’anno celebrano l’anniversario in “cifra tonda”: cinque, dieci, … cinquanta, cinquantacinque … anni di vita insieme. Alla messa di ringraziamento ha voluto partecipare anche Suor Giuseppina che quest’anno ricorda il suo 50° anniversario di Professione religiosa. Qualcuno dei festeggiati si è resto disponibile per la lettura della Parola di Dio. Il momento che ha caratterizzato la celebrazione è stato quello che si è svolto dopo l’omelia, quando don Giacomo ha benedetto ogni singola coppia in segno di ringraziamento per gli anni di matrimonio e come augurio di un futuro di amore rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio.
Suor Giuseppina, a sua volta, ha letto una preghiera di ringraziamento, rinnovando idealmente la sua consacrazione al Signore al servizio della comunità.
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Al termine della messa don Giacomo ha consegnato ad ogni coppia una corona del rosario. Anche la preghiera insieme contribuisce a vivere la propria vita di coppia e familiare con amore.
19 novembre. Sabato. Ricordo di tutti i defunti dell’anno.
Nella vigilia liturgica della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, la nostra comunità si è raccolta alle ore 20 per la celebrazione della messa in ricordo e suffragio di tutti i defunti dell’ultimo anno. A questa celebrazione sono stati invitati i familiari dei defunti. Sono stati diversi quelli che hanno accolto l’invito e hanno riempito la chiesa. Per gli altri c’era sempre la possibilità di poter partecipare attraverso la trasmissione televisiva sui social della parrocchia. Come sempre, il momento più toccante è avvenuto dopo la recita del Credo. Al rintocco della campana sono stati letti i nomi dei 91 defunti dell’ultimo anno, ai quali sono stati aggiunti anche i nomi di don Battista Cadei e di don Egidio Gregis che, in modi diversi, hanno svolto il loro ministero anche nella nostra comunità parrocchiale. All’offertorio alcuni dei familiari hanno portato all’altare, oltre al pane e al vino, anche una candela accesa se-
gno della nostra fede in Cristo risorto, un vaso di fiori a rappresentare tutti i nostri defunti e l’elenco con i nomi di quanti il Signore ha chiamato a sé lungo quest’ultimo anno. Dopo la comunione i presenti hanno letto una preghiera per chiedere al Signore la grazia di vivere il proprio lutto con la speranza che deriva dalla Pasqua di Gesù.
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VITA PARROCCHIALE
Suor Nives ci scrive
Comboni Sisters
P.O. Box 4748
Addis Abeba 29 settembre 2022
festa di tutti gli angeli, festa molto colorata qui in Ethiopia perché gli angeli sono una presenza nella quotidianità della gente.
Dear Amici e amiche, tutti, Pace e bene a voi. Ho avuto bisogno di aspettare. Finora infatti, non ho voluto o forse saputo scrivere di noi, del nostro lavoro, perché non ero in grado di trovare quella giusta armonia di pensieri e di parole che avrebbero espresso il mio sentire. Questo mio scritto percorre a volo di rondine la gigantesca portata di una crisi conflittuale che dura ormai da anni, quella esterna a me, fra il popolo Gumus, ma pure quella interna a me stessa che è presente da un anno ormai.
Ci sono pagine che non si chiudono mai, ma in questi giorni un punto è stato messo. Quando si esercita l’ascolto reciproco si cercano accordi comuni e si fanno passi concreti e tangibili che contribuiscono con il concorso di tutti senza esclusioni, con tutti e per il bene di tutti, qualcosa si raggiunge. Si cercano insieme vie di soluzioni giuste ed adeguate. E su questo stiamo investendo tanta energia.
Le incongruenze sono a volte frustranti, persino esasperanti. Ma lo spazio tra questi due impulsi, uno rivolto ad un futuro che si sta realizzando e l’altro ad un passato che si sta eclissando, è esattamente dove deve essere svolto il nostro lavoro con vicinanza, compassione e tenerezza
Il governo ha organizzato dei meeting, degli incontri che però appaiono stanchi e senza grandi idee. Nessun fidanzamento ufficiale, e nessun matrimonio è in vista, e neppure una qualche timida carezza, ma qualcosa si sta muovendo.
Per conservare una unione anche a maglie larghe, noi chiesa cattolica abbiamo proposto che è necessaria una riconciliazione tra i vari gruppi etnici in antagonismo, perché è necessario riconciliarsi con la propria storia. Perdonare significa annullare il male che è stato; amare significa costruire il bene che ancora non c’è. Con l’amore si costruisce il bene futuro. Noi crediamo e speriamo in questo. Ma pure la speranza deve essere bilanciata dalla prudenza.
Stiamo facendo i conti con un aumento spropositato del dolore della gente che sta togliendo la pace a molti. E c’è un dolore dell’anima, un dolore profondo che viene da un malessere diffuso, incertezza e smarrimento. Un senso comune di inquietudine, di smarrimento. È doveroso per me rimanere con i riflettori puntati sui Gumus, va detto però che man mano che è aumentato il livello di scontro tra governo e Gumus è progressivamente scomparso dai radar (non che ci sia stato tanto neppure prima) dei media, l’informazione. Solo qualche notizia riguardo il Tigrai. Abbiamo solo emozioni di pancia. Poi ancora silenzio.
A che cosa serve scavare nel passato, rivendicare meriti, e scovare gli errori?
A capire il presente. Non si può mettere il passato sotto il tappeto.
Ora c’è una generazione carica di speranze e di desideri. Se apriamo un qualsiasi libro di storia ci rendiamo conto che nessun sistema è eterno, prima o poi tutti, i migliori ed i peggiori finiscono…sarà sempre così. Perché ciò avvenga dipende dalle forze che si riesce a mettere in campo, dalla capacità di agglutinare esperienze diverse, ogni realtà è una tessera del mosaico che costruisce la storia. Queste vicende attraversano anni di storia, al costo di un numero enorme di vittime, di prigionieri, soprattutto di “danni collaterali” e di speranze tradite o abbandonate.
Occorre arrivare prima al cuore delle persone che alla loro mente.
I giovani e gli studenti in questi ultimi anni sono vittime di un alfabetismo storico, (non vuoti di memoria come io ho), ma assenza di elementi e conoscenze storiche su cui si sovrappone una quantità di false notizie, ampiamente divulgate e rese
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verosimili, artificiose leggende. Fare memoria significa fare storia viva, nella carne e nelle lacrime, non solo percorrere quel che è stato, ma perché e come sia possibile che non accada più. Di solito la realtà ha varie facce. Va contro gli interessi di molti grattare sotto la superficie e scoprire un’altra verità evidente, perché la discriminazione razziale è soltanto copertura dell’ingiustizia.
Detto questo però i problemi che si manifestano mi pare non siano pochi, né di poco peso. La violenza, si è visto ampiamente, genera violenza, l’aggressività di oggi genera ferite e alimenta risentimenti per il domani che costerà molto lavoro.
Infatti, non è corretto rassegnarsi alla morte quotidiana dell’ingiustizia, della povertà, della marginalizzazione, dell’oppressione. Ma è inutile scandalizzarci, l’uomo è capace di sporcare anche le stelle, qualcuno ha detto. Difficile fare previsioni ora. Troppo sono le variabili e le incognite sul cammino. C’è chi getta benzina sul fuoco del malcontento, e del disagio senza alcun senso di responsabilità e di rispetto per chi è senza un tetto o meglio una capanna, perché sono state bruciate.
Lo stile di Dio ha tre elementi: vicinanza compassione e tenerezza. Parole di Papa Francesco, non mie. Intuire, accogliere, accudire, rassicurare, lasciar crescere, e altro ancora, aggiungiamo noi. Questi sono in nostri cavalli di battaglia. Camminiamo dandoci la mano. Niente sembra succedere, ma tutto invece accade.
Nell’inconscio collettivo dei Gumuz come lo chiama Jung è radicato un oscuro e profondo senso di colpa, per le millenarie persecuzioni inflitte da sempre.
La loro forza sta nell’aver attraversato circostanze molto difficili e di essere rimasti in vita, di non aver ceduto alla tentazione di disumanizzarsi. E siccome pochi di loro sanno leggere, il loro cervello non riceve stimoli, sono come una pianta senza luce. Ma anche i Gumuz sono interessati ad essere nella stanza dei bottoni, in cui si decide dove destinare le risorse. Utopia? Ma sono le utopie i motori della storia. Quando in gioco ci sono i diritti umani, le vite delle persone bisogna cercare il dialogo anche con i regimi, perché non ci sono vincitori, né vinti. Non ci sono avversari quando si parla di diritti umani, dobbiamo sempre dialogare anche con coloro che hanno una idea di democrazia lontana dalla nostra. Garantire i diritti alla salute e all’istruzione per tutti i bimbi e bimbe che rappresentano la generazione futura, per tornare a guardare al futuro con speranza e coraggio. La scuola riaprirà ai primi di ottobre, ma non ancora la clinica, per mancanza di personale.
Noi ci mettiamo silenziosamente e pazientemente sempre al fianco dei più fragili e di chi resta indietro nella società. Sono questi piccoli gesti che, oltre a dire della verità e dell’autenticità delle nostre relazioni, permettono alla luce del Risorto di venire visibile, affinché il mondo creda. È il capovolgimento del motto olimpico: “più veloce, più alto, più forte” con bensì “più lento, più profondo, più dolce o soave”.
La nostra preoccupazione è quella di innestare processi di cambiamento, maturare scelte, affrontare sfide e incontrare le persone guardando la realtà senza occhiali distorcenti, stando accanto alla gente e camminando dentro la comunità con il gusto della memoria, la concretezza del presente e la lungimiranza del futuro, che noi sappiamo esigono anni per venire attuati ed essere tradotti in pratica.
La vita ha senso nella relazione e nel confronto. Solo nell’impegno a liberare gli altri, si libera se stessi. Lo dico e lo scrivo a voi, per convincere me stessa. Si tratta di stare nella realtà, nell’obbedienza alla vita. La vita non è come la progettiamo noi, la vita è come è. Accettare la vita, i suoi problemi, le sofferenze, le limitazioni, la malattia, i fallimenti, è difficile, a volte sembra impossibile. Per questo ci arrabbiamo, ci deprimiamo, ci disperiamo, evadiamo con varie “droghe” rifiutiamo la nostra vita, noi stessi, ci ribelliamo, non la accettiamo. Come è fatta la mia vita concreta? Limitata? Povera? Umile? Debole? Fragile? La vita non si seleziona. La si accoglie. Altrimenti inizia il delirio. Nasce un campo di concentramento interiore, relazionale.
Guarda da cima a fondo la tua vita, dalla nascita ad oggi, ripercorri i doni. Tanti. Di tanti tipi. Prova a confessarlo. Ad ammetterlo. Inizia a vedere quel che c’è. Tieni gli occhi fissi sulla vita, abbracciala con le sue ferite, le sue gioie, tutto.
Questo procura luce e innesca una consapevolezza che apre gratitudine.
Alla sera della vita saremo giudicati non su emozioni, ma sul laico addossarci il dolore dell’uomo. Gesù non mi domanda se credo in lui, ma se amo come lui. Io mi sto lasciando, a fatica, resettare. Non è facile, però ci provo. Faccio cose in apnea, e tiro il fiato appena possibile. Scrivervi ora stando in Addis Abeba la capitale cosmopolita, non è come essere in prima fila, in missione. Ma anche e proprio da qui, sono interpellata a vivere un compito immenso, difficile e bello, ad ascoltare il palpitare di Dio nella storia, a risvegliare il potere dell’amore, che dà vita e rigenera e trasforma il male in bene. Buona crescita nel servizio, nell’accoglienza, nell’accettazione, per me e per ciascuno di voi.
Vostra sorella Suor Nives
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Anagrafe
BATTESIMI MATRIMONI
MAPELLI MARCELLO di Emanuele e di Moroni Assira nato a Bergamo il 19.05.2022 battezzato il 02.10.2022
Fuori parrocchia:
Salvi Guido con Calvi Marilena il 10 giugno a Terno d’Isola.
Prandi Marco con Ciracò Tania il 27 agosto adAmbivere.
Curiazzi Massimo con Volpi Francesca il 02 settembre a Terno d’Isola.
Bolis Paolo con Romanò Giulia il 03 settembre a Mariano Comense.
PESENTI VITTORIO di Fabio e di Brembilla Monica
nato a Ponte San Pietro il 24.03.2022 battezzato il 16.10.2022
13 INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022 ANAGRAFE
TIRONI ARMANDO di anni 89 morto il 02 ottobre.
CASSOTTI ARNALDO di anni 85 morto il 10 ottobre.
PERINI CLAUDIO di anni 70 morto il 02 ottobre.
PERRUCCHINI VINCENZO di anni 91 morto il 04 ottobre.
ROTA ASSUNTA in Ravasio di anni 79 morta il 10 ottobre.
DE CHIARA GIUSEPPINA ved. Ululati di anni 74 morta il 16 ottobre.
SORTI ANNA MARIA di anni 85 morta il 08 ottobre.
AMBROGI DINO di anni 75 morto il 17 ottobre.
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ANAGRAFE
INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022
FUNERALI
BOSONI RICCARDO di anni 70 morto il 18 ottobre.
LOCATELLI IRMA di anni 93 morta il 12 novembre.
CACCIA ANTONIA BIBIANA ved. Previtali di anni 94 morta il 26 ottobre.
LAZZARONI PIETRO di anni 83 morto il 26 ottobre.
BONETTI ERVINA ved. Cabrini di anni 104 morta il 06 novembre.
LICINI ROBERTO di anni 55 morto il 19 novembre.
PIGOZZO MARIA in Gritti di anni 72 morta il 20 novembre.
CASTELLI ELIA LUIGI di anni 84 morto il 23 novembre.
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INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022 ANAGRAFE
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INSIEME N. 82 DICEMBRE 2022 LA VOCE DELL’ORATORIO
Invito alla lettura
“La tua vita e la mia” di don Alberto Ravagnani
Un bel libro, una storia tra due nemici amici: Federico e Riccardo, che vivono nella stessa cittadina ma è come se fossero in due mondi completamente diversi. Federico ha 17 anni e vive in una bella casa, frequenta l’oratorio ed è quello che si potrebbe definire “un bravo ragazzo”. Riccardo ha 18 anni, frequenta giri strani ed è un tipo piuttosto pericoloso. “Due così dovrebbero cordialmente detestarsi (soprattutto se si innamorano della stessa ragazza) e infatti è proprio quello che succede”. Ma questi due tipi, che in teoria non dovrebbero mai incontrarsi, “iniziano a scrutarsi, poi si avvicinano, infine diventano amici inseparabili. Ma lo saranno per sempre”?
Accanto ai due protagonisti ci sono Elena, Silvia e soprattutto Ester, la sorellina di Riccardo, che con la sua spontaneità aiuterà i due ragazzi a legare in modo inaspettato.
Non che tutto fili sempre liscio: quando Riccardo inizia a far entrare Federico nei suoi giri nasce il dubbio: “Non so se credere a Riccardo o a Andrea (un amico di Federico). Riccardo mi ha detto che spaccia solo per non far mancare nulla a sua sorella. Per Andrea, invece, Riccardo è falso e vuole solo approfittarsi di me”. Ad alcuni di questi dubbi risponde don Andrea, il prete dell’oratorio: “Pensi che Riccardo sia contento di vivere così? Il problema è che nessuno gli ha mai mostrato un’alternativa. Riccardo non ha bisogno di un ragazzino che gli faccia la morale ma di un amico che gli faccia venire la nostalgia di una vita diversa”.
Chi è l’autore? Alberto Ravagnani, prete dell’oratorio di San Filippo Neri a Busto Arsizio, prete che è conosciuto sui social per i suoi video su YouTube e Instagram in cui parla di fede e non solo, in dieci minuti chiari ed efficaci.
“Gesù uomo vero” di don Antonio Mazzi Di libri su Gesù nessuno sa quanti ce ne siano. Don Mazzi, conosciutissimo prete presente anche in televisione, aggiunge il suo nome a questo incredibile elenco. Il libro ripercorre la vita di Gesù, e fin qui niente di originale; don Antonio però prova a raccontarci quella parte che i vangeli non dicono, non perché ci siano chissà quali segreti compromettenti ma
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punto se ne andavano infastiditi ma alcuni erano colpiti da tanta franchezza... e accadeva che l’interrogato si aprisse: «Non guadagno mai abbastanza, come potrei stare bene?», oppure «mio figlio è malato e non ho i mezzi per curarlo», e ancora «lavoro, mi affatico, invecchio, a volte mi sembra che sia tutto inutile». Gesù ascoltava, ascoltava molto. Rifletteva, come aveva sempre fatto. E pregava” (pp. 117 119). Un Gesù che ascolta molto ma non viene ascoltato, un Gesù che non ha tutte le risposte e che si lascia guidare da un’idea semplice di un Dio incredibilmente vicino, un Gesù con grande senso pratico eppure profondamente libero. Insomma, un uomo vero come dice il titolo, un uomo che al tempo stesso parla di questo Dio che sorprende sempre gli uomini con le sue mosse.
Dario semplicemente per il fatto che era fin troppo chiaro per i primi discepoli che Gesù fosse un uomo: nessun problema a dire che Gesù era stato un uomo vero, la difficoltà era quella di presentarlo come Dio! Per questo i vangeli sono scarni di notizie personali su Gesù e, tranne alcune cose essenziali, abbiamo dei buchi enormi che vanno dall’ infanzia fino all’inizio della sua predicazione. In mezzo soltanto l’episodio dello smarrimento al tempio di Gerusalemme in occasione della Pasqua, e anche questo è un episodio piuttosto strano. E tutto il resto?
Tutto il resto prova a raccontarcelo don Mazzi, un po’ immaginando, un po’ inventando, un po’ ricamando, un po’ provando a partire dalla sua esperienza di prete in situazioni difficili, mostrandoci un Gesù che “ragiona” come un uomo e proprio da uomo vero, un po’ alla volta, comprende chi è lui stesso e ciò che Dio vuole da lui. E come lo capisce? Un Gesù indagatore, con molte domande e il desiderio di non accontentarsi di un’immagine troppo rigida di Dio, un Gesù che prova ad “andare oltre” le risposte un po’ troppo “automatiche” di scribi e farisei, che sembrano sapere in modo troppo perfetto ciò che Dio ha in mente, e forse per questo le loro risposte sono lontane dalla vita vera: “Gesù più che annunciare qualcosa, chiedeva all’una o all’altra persona che incontrava se sentisse o no l’Altissimo vicino... spesso l’altro o l’altra a quel
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La svolta climatica?
Roba da donne
Patricia Gualinga, indigena ecuadoriana, è diventata celebre per aver contribuito a bloccare l’estrazione del petrolio nella terra del suo popolo, i Sarayaku, da parte dell’argentina Compañía general de combustibles. Sono stati necessari dieci anni di marce e petizioni, alla fine, però, nel 2012, la Corte interamericana dei diritti umani ha dato ragione alla comunità. A renderla ancora più emblematica il fatto che dietro la protesta ci fosse un volto femminile. «Pian piano le cose stanno cambiando. Molte donne stanno assumendo un ruolo di leadership nell’impegno per la protezione della casa comune. Il fatto è che sono le più colpite da quest’ultima. In Amazzonia lo sappiamo bene: quando arriva un’azienda petrolifera, arrivano alcolismo, prostituzione forzata, stupri», dichiara l’attivista di
agricoltura e allevamento di sussistenza e pesca artigianale.
Svolgendosi in un Paese africano, e avendo al centro dei negoziati il tema dei risarcimenti climatici, quella del 2022 è stata una Cop che ha posto al centro le voci degli Stati più poveri e “climaticamente” più vulnerabili. Ciò non significa necessariamente che abbiano giocato un ruolo chiave nei negoziati, ma è stata l’occasione per assistere a diverse testimonianze che altrimenti sarebbero rimaste nell’ombra. Tra queste ci sono i preziosi racconti di Sila Monthe, responsabile sanitaria dell’International Rescue Committee, che attualmente lavora nel campo profughi di Kaukma, in Kenya. Sila ha raccontato di aver notato un incremento dei problemi nutrizionali nelle donne e nelle adolescenti residenti nelle zone più colpite dalla siccità: «Mangiano per ultime e mangiano peggio degli altri», racconta. Quando l’acqua scarseggia, bisogna spingersi più lontano del solito nella speranza di trovarne un po’ da portare al villaggio. A occuparsene sono le donne, che devono camminare ore e ore in più rispetto alle abitudini e ciò le espone a un maggior rischio di subire violenze.
fronte alla platea della Cop27 dove è stata chiamata insieme ad altre dirigenti indigene nel giorno dedicato a “Clima e genere”, nell’ambito di un evento realizzato dal movimento Women’s Earth and Climate Action Network (Wecan), un progetto finanziato dal programma Erasmus+ per la promozione dell’imprenditoria femminile. Le donne conoscono bene la questione del cambiamento climatico, in quanto ne sono le prime vittime: sono l’80 percento dei profughi causati dai disastri naturali e quando questi ultimi accadono, la probabilità che adulte e ragazze ne restino colpite è quattordici volte più alta rispetto ai colleghi maschi. In Bangladesh, Etiopia e Kenya, la distruzione dei raccolti prodotta dalle catastrofi ha fatto aumentare drammaticamente i matrimoni infantili, che riguardano soprattutto le bambine, del 20 percento. Le donne sono, inoltre, il 70 percento del 1,3 miliardi di poveri nel globo che sopravvivono soprattutto grazie ad
Numeri alla mano secondo le Nazioni Unite sono proprio le giovani donne quelle più attive sul fronte dell’attivismo climatico e ambientale. Un fenomeno incoraggiante che però si scontra con il nodo della rappresentanza politica: osservando i dati, si nota che, a livello globale, solo il quindici percento dei ministri che si occupa di ambiente e transizione energetica è donna. Come spesso accade, c’è una grave carenza di rappresentanza femminile nei ruoli di potere e in quei contesti in cui si adottano decisioni che impattano concretamente sulla nostra vita. Più donne ci sono nei parlamenti nazionali, maggiore è la possibilità che vengano firmate leggi per la protezione dell’ambiente e il contrasto all’emergenza climatica: lo rivela uno studio del Wecan. A portare un po’ di luce in questa Cop così problematica in termini di parità di genere sono state, guarda caso, altre due donne: l’attivista Sônia Guajajara e l’educatrice Célia Xakriabá. Entrambe appartengono a comunità indigene, ed entrambe hanno ottenuto un seggio al congresso brasiliano. «Avevamo un governo il cui impegno era la distruzione ecologica: il primo omicidio di Bolsonaro era quello di una donna, e quella donna è la Terra», ha detto Célia Xakriabá, consapevole del fatto che gli indigeni pur rappresentando il cinque percento della popolazione globale proteggono l’ottanta percento della biodiversità del pianeta. Le Conferenze sul clima ripartano da Patricia, Guajajara e Xakriabá, dal loro entusiasmo, dal loro vissuto, dalla loro integrità e dalla loro urgenza nell’affrontare la questione ecologica.
Chiara
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Tempo di fine stagione, di chiusura e consuntivi. Certo che dopo i picchi del covid ad inizio decennio ci saremmo aspettati di tutto ma non un acuirsi di tensioni e confronti che apparentemente parevano sopiti. Altro che ripresa. Siamo ancora nel tunnel, in pieno tunnel, magari leggermente illuminato (se non staccano la luce), ma l’aria aperta e la luce a pieno campo sono tutt’altra cosa. A completare l’opera ci mancavano anche i mondiali di calcio, che quasi
sari dell’altra squadra. Vediamo se ho capito bene il ragionamento dello zar… non facciamo la guerra ma una operazione di sicurezza contro i cattivi neonazisti… gli altri però non possono essere aiutati, non potete vendergli le armi, non possono vendere i cereali e pazienza se qualche milione di persone moriranno di fame, tanto siamo tanti, otto miliardi… non possono avere l’energia, meglio se addirittura non respirano, se riesco gli faccio saltare anche le dighe, le centrali nucleari, e le infrastrutture energetiche, e poi violenze e stupri in abbondanza. Così imparano a farmi arrabbiare e a farmi fare brutte figure... Ti piace vincere facile, neh? Anche se la scena più penosa la recitano gli altri, con il loro tifare per questo o quel concorrente o con quel tira e molla che non porta da nessuna parte. E i più contenti di tutti sono quelli che vendono armi o quelli che con il beneplacito di tutti speculano su tutto, energia, cibo, lavoro, sulla pelle della gente.
quasi rubano la scena a Gesù Bambino e noi stiamo lì a fare da spettatori. Almeno li giocassimo, avremmo da trepidare e festeggiare, in preda all’oppio del pallone. No! Per la seconda volta non resta che scommettere su chi vince.
A proposito di chi vince e di chi perde. Verrebbe da dire che in generale è tutta fase di stallo e che a partite in corso siamo ancora in pareggio, segno X. Metti la questione Ucraina. Il novello Cesare della steppa moscovita l’aveva pensata facile, del tipo “veni, vidi, vici”… ma non è per niente così facile tanto che ha trovato pane per i suoi denti ed ha consacrato l’ex “saltimbanco” ucraino come novello Vercingetorige. Le acciaierie Azovstal come la Gallia. Le cose sul campo non gli vanno proprio bene e allora gioca sporco, spara a zero su tutto e tutti. Ce l’hanno tutti con lui, sono tutti cattivi, brutti e nazisti e giù missili a gogò. Ve la ricordate quella pubblicità televisiva del gratta e vinci che diceva “ti piace vincere facile?”. Nel campo di calcio scendevano gli undici giocatori e poi entravano centinaia e centinaia di avver-
Se guardiamo agli altri sono tutte partite con il segno X, pareggio. In Israele ci sono volute cinque elezioni in due anni per provare a venire a capo di una fase di stallo. In Brasile ne vince uno, ma per una incollatura, spaccati a metà come sono. E che dire degli Stati Uniti, ce lo ricordiamo cosa è successo due anni fa? E le elezioni di medio termine (possibile che nel paese tecnologicamente più evoluto ci voglia un mese e più per avere gli esiti definitivi???) … ci vuole il bilancino di precisione per vedere chi la spunta e poi finisce che si fa una camera ognuno o che si vince perché cinquanta a cinquanta c’è un voto che vale doppio. Più in generale c’è una costante alternanza tra gli opposti che arrivano quasi allineati al fotofinish. Situazio-
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ni che dovrebbero suggerire un approccio completamente diverso al fare politica: non acuendo ancora di più le contrapposizioni ma cercando una sintesi comune. Altrimenti a distanza di una elezione gli uni disfano quello che hanno fatto gli altri e, dopo qualche anno, viceversa. Rispondere a istanze diverse riconducendole nel campo democratico ad una sintesi condivisa. È questo il ruolo della politica. Buoni tutti a comandare con il 70 80% o senza alcuna opposizione. Facile, ma dove finisce la democrazia e inizia l’oligarchia o la dittatura? Anche nella nostra Europa siede al tavolo comune più di un soggetto che si muove pericolosamente su questo filo sottile.
E come ciliegina sulla torta la nostra bella Italia. Qui è tutta un’altra storia. Qui c’è chi vince, in modo chiaro ed inequivocabile. Qui è come con Fausto Coppi ai tempi del glorioso ciclismo: “un uomo solo al comando”. Pardon, una donna. Piaccia o non piaccia è già una novità. Ed ha bagnato il naso ai paladini dell’uguaglianza e delle pari opportunità che in settant’anni non sono riusciti a valorizzare più di una donna di spessore e sostanza che ha militato nelle loro file. Una sola ha vinto. Sgombriamo il campo da equivoci su eventuali mie simpatie per gli uni o gli altri, per vincitori o vinti. Avete presente il gioco della torre, che sei in cima con altri due e puoi decidere di buttarne giù uno? Montanelli diceva “turiamoci il naso…”. E se ci fosse una terza opzione? Tipo il grande Virgilio “…Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”?… Sul treno del vincitore c’erano diversi passeggeri, almeno un altro paio (belli ingombranti) che volevano arrivare primi e sarebbero stati onorati di condurre il Paese, ma le loro aspettative sono state tarpate e so-
no arrivati molto lontani dal loro obiettivo. Poi il treno ha comunque vinto e si fa tutti festa. Ma per chiarire bene le cose, al primo giorno di lezione, alla conferenza stampa, la signora maestra ha messo lì accanto i due scolaretti e …zitti e fermi! (ma si vedeva che schiumavano di brutto…). Parlare dei vinti è come sparare sulla croce rossa. Sono come i sei personaggi di Pirandello, in cerca d’autore. Certo che vista l’aria che tirava da tempo forse non era il caso di cominciare a chiedersi cosa fare e non aspettare, magari anche il prossimo marzo tramortiti da un possibile altro infausto esito delle prossime regionali? Non sempre succedono i miracoli e come dice il proverbio “aiutati che il ciel t’aiuta”.
Chi vince e gioca belle partite è sempre il nostro Francesco. Un poco sgangherato e con volto rughe acqua e sapone, con il suo bastone o la carrozzella, emerge nel mare (fisico) e della mediocrità come faro di luce sia per naufraghi che per coscienze smarrite. Parla con tutti e con tutte le altre religioni, nel campionato mondiale della fede dove non si vince ma si condivide tutti insieme. Lavora su un piano diverso, qualche gradino più in alto. Un gran bell’allenatore, non c’è che dire. Il suo Presidente sarà sicuramente molto contento del suo gioco. Il mondiale quello vero, quello che conta, lo vince lui. Puntate, puntate, andate sul sicuro. Per gli altri, che dire? (la pubblicità direbbe…c’è MasterCard!). Per gli altri fate voi. 1, 2 o X e buon Natale a tutti.
Luca
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Informazioni parrocchiali
Orari delle S. Messe
Feriali: ore 8,00 18,00 (sospesa quando c’è un funerale).
Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 ore 16,30 a Tresolzio (maggio ottobre)
Domenica e feste: ore 7,30 9,00 10,30 (in oratorio) 18,00.
Disponibilità per le Confessioni
Don Giacomo: venerdì 16.00 17.30
Don Ubaldo: ogni sabato 09.30 11.00
Don Carlo: ogni sabato 15 00 16 30
N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare subito dopo le S. Messe
Quando si entra in chiesa: mantenere la mascherina che copra naso e bocca e sanificare le mani
Celebrazione del Battesimo
Il battesimo dei bambini si celebra una sola volta al mese.
In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco.
Celebrazione del Matrimonio
Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima.
Occorre prepararsi adeguatamente. È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia.
In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.
Telefono Parrocchia: 035.5905160
Telefono Oratorio: 380.7522605
Tel. dei Sacerdoti: Don Giacomo Ubbiali Tel. 380.6984169 e mail: giacomoubbiali@virgilio.it
Don Carlo Comi Tel. 035.332092 cell. 340.6483352 e mail: comicarlo@virgilio.it
Don Ubaldo Nava Tel. 035.908406 cell. 333.3229389 e mail: d.ubaldonava@gmail.com