INSIEME 79

Periodico della Parrocchia S. Maria Assunta in Brembate di Sopra Anno XIV - N. 79 GIUGNO 2022

ABBONAMENTO Poiché molte persone hanno chiesto chiarimenti su come ricevere a casa il giornalino parrocchiale "Insieme", ecco alcune precisazioni che speriamo possano essere utili.

1) Il nome e l'indirizzo vanno consegnati in sacrestia.

2) La quota chiamata "di abbonamento" o "quota annuale" (di euro 15,00) verrà inserita in un’apposita busta distribuita nel mese di Febbraio.

I Copertina: Stresa (VB), Isola Bella.

IV Copertina: Tramonto.

Foto: Luca Bonati

Tale quota si raccoglie in chiesa nella cassetta con l'indicazione "INSIEME" oppure in sacrestia.

La quota serve per sostenere le spese di stampa.

Direttore: don Giacomo Ubbiali Direttore responsabile: Davide Agazzi Editore: Parrocchia S. Maria Assunta, Brembate di Sopra

Stampa: EQUA - Clusone Redazione: don Carlo, Chiara, Dario, Marco, Max, Luca, Luciano.

Impaginazione e coordinatore: Luciano

Sommario 3 Editoriale 5 Vita parrocchiale

Foto ed elaborazione foto: Max Distributore: Luciano

12 Anagrafe

Collaboratori: don Giacomo, don Carlo, Fra Riccardo, Raide, Dario, Riccardo, Chiara

E-mail: insiemebrembatesopra@gmail.com Sito web: www.parrocchiabrembatedisopra.it AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO N. 28 DEL 20.10.2008

14 La voce dell’Oratorio 18 Vita della Chiesa 22 Attualità

Editoriale

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi Carissimi, è notizia di pochi giorni fa la nomina a Presidente dei Vescovi italiani del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna. Al di là della dimensione istituzionale della notizia, mi sembra bello riconoscere nella scelta del Papa la dimensione di una Chiesa chiamata ad essere testimone del Vangelo in uscita, verso quelle periferie esistenziali che sono il volto più vero dell’umanità inquieta e bisognosa di Dio. Il Cardinal Zuppi ha avuto una formazione e un’attenzione davvero uniche e profonde in questo senso, attraverso la Comunità di Sant’Egidio e attraverso una pastorale inclusiva nei confronti di tutti. Augurando ogni bene al nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana e assicurandogli la nostra preghiera, riportiamo due passaggi del documento che annunciava nel 2019 l’inizio della visita pastorale alla sua Diocesi. Sono testi illuminanti anche per noi che stiamo vivendo il Sinodo della Chiesa e che dobbiamo imparare a sentirci sempre più parte viva della vita ecclesiale. *** 7. La sinodalità non è un procedimento operativo, uno schema per una Chiesa ridotta a laboratorio per la sperimentazione di qualcuno, il regolamento del condominio, ma è un modus vivendi et operandi della Chiesa comunione. La Chiesa o è sinodale o non è: tutti i battezzati formano il popolo di Dio, la famiglia generata dalla Parola (coloro che ascoltano e mettono in pratica) sono sýnodoi, ossia i “compagni di cammino”, che partecipano all’unico sacerdozio di Cristo, ciascuno con il dono del proprio originale carisma. È il “popolo santo di Dio” di cui parla il Concilio (Lumen Gentium 12-13) che ha il “senso della fede”, universale perché “tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione con gli altri nello Spirito Santo, e così «chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra», tanto che “le singole parti portano i propri doni alle altre parti e a tutta la Chiesa”. Ognuno così trova il suo ministero, il suo servizio. E le nostre comunità sperimentano l’universalità anche nell’accoglienza tra diversi, tutti (ad esempio i fratelli provenienti da altri paesi, che partecipano già alle

nostre celebrazioni e chiedono di essere parte sempre più viva della comunità!) e nel dialogo ecumenico (la maggiore parte degli emigranti che arrivano in Italia è cristiana e molti appartengono ad altre chiese). […]

EDIT O RI ALE

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che c’è in ogni cuore umano (EG 272). Benedetto XVI ha detto che «chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio», e che l’amore è in fondo l’unica luce che «rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire».

12.Il nemico più grande è quello che Papa Francesco chiama (EG 67) “l’individualismo postmoderno e globalizzato”, che indebolisce lo sviluppo e la stabilità dei legami tra le persone e snatura i vincoli familiari. Anche le stesse comunità possono vivere la malattia dell’individualismo, chiudendosi nel proprio piccolo e smettendo di comunicare il Vangelo ai tanti che lo attendono e le cercano. La visita pastorale è esattamente il contrario: ci fa sentire tutti parte di un corpo, tutti importanti e pieni dello stesso Spirito di amore e depositari di un dono unico, che ci ha resi suoi e che possiamo donare al nostro prossimo.

13. L’orizzonte è quello chiesto a tutta la Chiesa italiana: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria, in tutte le sue istanze, sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di uscita e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia” (EG 27).

10. La Chiesa, nostra madre da amare e difendere sempre, è comunione. Le divisioni sono sempre frutto del diavolo, che semina l’incomprensione, la freddezza, l’incapacità a parlare e lavorare assieme, la diffidenza, perché ha “invidia” dell’amore.

La visita è un momento di profonda comunione, che ci aiuta a gioire del tanto che ci unisce, a mettere da parte quello che divide e cercare il tanto che manca! Il rinnovamento non avviene solo per decreto amministrativo (sì, certo, lo sarà se necessario, per adeguare situazioni altrimenti obsolete e ormai del tutto incomprensibili), ma soprattutto coinvolgendo e valorizzando le risorse esistenti in una prospettiva missionaria. E questa ci aiuterà a riscoprire tanti doni che abbiamo e diamo per scontati e a trovarne dei nuovi. Scrive Sant’Agostino: “Non accade forse di solito che, quando mostriamo a chi non li ha mai visti prima, luoghi belli e ameni, di città o di campagna (che noi, avendoli già visti, attraversiamo senza alcun interesse), si rinnovi il nostro piacere nel loro piacere della novità? E tanto più, quanto più sono amici! Perché attraverso il legame dell'amore, quanto più noi viviamo in essi, tanto più le cose vecchie diventano nuove anche per noi (De cath. rud. 12, 17). Così potremo riscoprirle e capirle assieme.

11. Indissolubilmente unita alla comunione c’è la missione, elemento intimamente legato ad essa.

Senza la missione la comunità diventa autoreferenziale, un club o un gruppo di auto aiuto! Ogni battezzato, nella misura in cui vive l’amore di Dio in Cristo Gesù, è missionario (Mt 28,19) e, non esserlo, deforma la comunità e priva il mondo di operai chiamati a lavorare in esso. La missione è donare a tutti l’amore che ci è affidato e annunciare l’amore che risponde all’anelito d’infinito EDIT O RI ALE

Dal documento “Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ognuno secondo la propria parte” (1 Corinzi 12, 27) per l’indizione della Visita Pastorale.

D. Giacomo

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CALENDARIO PARROCCHIALE

2 Giovedì. Ss. Marcellino e Pietro, martiri.

Ore 16 – 17.30: Adorazione eucaristica libera per le Sante Quarantore.

Ore 18.00: S. Messa solenne con adorazione e benedizione con il Santissimo Sacramento.

Sono invitati i bambini che hanno fatto la Prima Comunione.

3 Venerdì. S. Carlo Lwanga e Compagni, martiri.

21 Martedì. S. Luigi Gonzaga, religioso.

5 Domenica di Pentecoste (At 2,1-11/ Sal 103/ Rm 8,8-17/ Gv 14,15-16.23-26) Ore 16.00: Cresime degli adulti in Parrocchia.

22 Mercoledì. S. Paolino da Nola, vescovo.

Ss. Giovanni Fisher, vescovo e Tommaso More, martiri.

GIUGNO 1 Mercoledì. S. Giustino, martire.

24 Venerdì. Sacratissimo Cuore di Gesù.

(Ez 34,11-16/ Sal 22/ Rm 5,5b-11/ Lc 15,3-7) Giornata mondiale di santificazione sacerdotale.

6 Lunedì. Beata Vergine Maria Madre della Chiesa.

9 Giovedì. S. Efrem, diacono e dottore della Chiesa.

Ore 11.00: Matrimonio Giudici – Ravasio.

25 Sabato. Natività di S. Giovanni Battista.

Ore 11.00: Matrimonio Scaglione – Caccia.

11 Sabato S. Barnaba, apostolo.

26 Domenica XIII del Tempo ordinario.

(1Re 19,16b-21/ Sal 15/ Gal 5,1.13-18/ Lc 9,51-62) Giornata Mondiale per la Carità del Papa Incontro mondiale delle famiglie a Roma.

12 Domenica. Santissima Trinità (Pr 8,22-31/ Sal 8/ Rm 5,1-5/ Gv 16,12-15) Ore 12.00: Celebrazione dei battesimi.

13 Lunedì. S. Antonio di Padova, presbitero e dottore della Chiesa.

27 Lunedì. S. Cirillo di Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa.

Inizia il Centro Ricreativo Estivo in Oratorio.

16 Giovedì. Inizio delle Giornate eucaristiche (vedi programma a parte).

28 Martedì. S. Ireneo, vescovo e martire.

29 Mercoledì. Ss. Pietro e Paolo, apostoli.

18 Sabato S. Gregorio Barbarigo, vescovo, Patrono secondario della città e della diocesi di Bergamo.

30 Giovedì. Ss. Primi Martiri della Chiesa romana.

LUGLIO

GIORNATE EUCARISTICHE 16 – 19 GIUGNO

3 Domenica XIV del Tempo ordinario.

(Is 66,10-14c/ Sal 65/ Gal 6,14-18/ Lc 10,1-12.17-20)

Da giovedì 16 a sabato 18 giugno Ore 8.00 S. Messa con meditazione. Esposizione del Santissimo fino alle 12 e dalle 15 alle 17.30.

Ore 16,45-17.30 Adorazione eucaristica guidata dalle Suore Sacramentine.

4 Lunedì. S. Elisabetta di Portogallo.

Ore 20.00: S. Messa al cimitero.

5 Martedì. S. Antonio Maria Zaccaria, presbitero.

19 Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

Ore 16 – 17.30 Adorazione eucaristica libera.

Ore 18.00 S. Messa solenne con adorazione e benedizione con il Santissimo Sacramento.

Sono invitati i bambini che hanno fatto la Prima Comunione.

6 Mercoledì. S. Maria Goretti, vergine e martire.

9 Sabato. Ss. Agostino Zhao Rong, presbitero e Compagni, martiri.

10 Domenica XV del Tempo ordinario.

(Dt 30,10-14/ Sal 18/ Col 1,15-20/ Lc 10,25-37) Ore 12.00: Celebrazione dei battesimi.

19 Domenica. Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Gen 14,18-20/ Sal 109/ 1Cor 11,23-26/ Lc 9,11b-17) Ore 15.00: Celebrazione dei battesimi.

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11 Lunedì S. Benedetto, abate, Patrono d’Europa.

Ore 20.00: S. Messa al cimitero.

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13 Mercoledì S. Enrico.

Inizia la novena dell’Assunta.

Ore 20.00: Santa Messa in Parrocchia nel ricordo della Dedicazione.

14 Giovedì. S. Camillo de Lellis, presbitero.

15 Venerdì. S. Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa.

4 Giovedì. S. Giovanni Maria Vianney, presbitero.

Ore 20.00: Santa Messa presso la Madonna Addolorata di Via Donizetti.

16 Sabato. Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

5 Venerdì. Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore.

Ore 20.30: Proiezione in Oratorio: “Il silenzio di Maria nell’arte”.

17 Domenica XVI del Tempo ordinario.

(Gen 18,1-10/ Sal 14/ Col 1,24-28/ Lc 10,38-42) 18 Lunedì. Ore 20.00: S. Messa al cimitero.

6 Sabato. Trasfigurazione del Signore.

20 Mercoledì. S. Apollinare, vescovo e martire.

7 Domenica XIX del Tempo ordinario.

(Sap 18,6-9/ Sal 32/ Eb 11,1-2.8-19/ Lc 12,32-48).

Pellegrinaggio parrocchiale al Santuario della Beata Vergine del Castello a Fiorano Modenese.

(Vedi programma a parte).

21 Giovedì. S. Lorenzo da Brindisi, presbitero e dottore della Chiesa.

22 Venerdì. S. Maria Maddalena.

23 Sabato. S. Brigida, religiosa, Patrona d’Europa.

24 Domenica XVII del Tempo ordinario.

(Gen 18,20-32/ Sal 137/ Col 2,12-14/ Lc 11,1-13)

Cronaca parrocchiale

25 Lunedì. S. Giacomo, apostolo.

Ore 20.00: S. Messa al cimitero.

a cura di d. Carlo 8 aprile. Venerdì. Via Crucis in Oratorio.

Tutti i venerdì di Quaresima si è svolta la celebrazione della Via Crucis in chiesa parrocchiale. Quella che si è svolta nella serata di venerdì 8 aprile all’Oratorio merita

26 Martedì. Ss. Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria.

29 Venerdì. Ss. Marta, Maria e Lazzaro.

30 Sabato. S. Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa.

Dal mezzogiorno di oggi e fino alla mezzanotte di domani è possibile acquisire l’Indulgenza plenaria del Perdono d’Assisi, alle solite condizioni: visita alla chiesa e recita del Padre Nostro e del Credo, confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un Padre Nostro e un’Ave Maria o altre preghiere a scelta), disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.

31 Domenica XVIII del Tempo ordinario.

(Qo 1,2;2,21-23/ Sal 89/ Col 3,1-5.9-11/ Lc 12,13-21).

AGOSTO 1 Lunedì. S. Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa.

2 Martedì. S. Eusebio di Vercelli, vescovo.

S. Pietro Giuliano Eymard, presbitero.

3 Mercoledì. Dedicazione della Chiesa parrocchiale (3 agosto 1734) VIT A P AR RO CCHI AL E

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che sia almeno ricordata in modo speciale nella cronaca parrocchiale. È stata una Via Crucis diversa. Infatti, alla presenza di un pubblico folto e attento, alcuni giovani attori hanno accompagnato Luca Bonati, autore dei testi, nella proposta delle classiche quattordici stazioni. È stato un tentativo, molto ben riuscito, di rendere attuali i momenti della Passione di Gesù, collocandoli nel nostro tempo e nel nostro quotidiano. A completare il tutto anche l’accompagnamento musicale di alcune componenti del Coretto. La proposta ha suscitato un vivo apprezzamento nei presenti.

oli santi, benedetti in mattinata dal vescovo. Dopo l’omelia si è svolto il rito della Lavanda dei piedi, ripreso anch’esso dopo due anni di sospensione. Protagoniste sono state alcune famiglie. Al termine della messa, dopo la reposizione del Santissimo, si è svolta la veglia eucaristica, seguita da un buon numero di persone.

La mattinata del Venerdì Santo, iniziata con la recita dell’Ufficio di Lettura e delle Lodi, è stata a disposizione per le confessioni. Alle ore 15 si è celebrata la Passione e la Morte di Gesù. Durante la preghiera universale è stata aggiunta un’intenzione particolare per invocare la pace per questo momento particolarmente difficile della nostra Europa. È seguito il rito dell’adorazione della Croce e, in conclusione, la comunione eucaristica. La giornata del Venerdì Santo ha trovato la sua logica conclusione con la Via Crucis che si è svolta in serata con stazioni poste attorno alla chiesa e conclusione all’interno. Anche in questa circostanza la partecipazione è stata notevole e, soprattutto, devota.

Anche la mattinata del Sabato Santo, iniziata con l’Ufficio delle Letture e con le Lodi, è stata dedicata al sacramento della riconciliazione. Nel primo pomeriggio, i bambini, accompagnati dai loro genitori, hanno presentato il loro omaggio floreale a Gesù e hanno portato le uova, che sono state benedette. Sono, intanto, continuate le confessioni.

La solenne Veglia Pasquale è iniziata con la benedizione del fuoco e del cero pasquale all’ingresso della chiesa. È seguita la processione con il cero pasquale in una chiesa buia che si è a poco a poco illuminata, prima con i ceri che i fedeli tenevano in mano e poi con le luci. Il canto dell’Annuncio pasquale ha salutato Cristo Risorto. La liturgia della Parola, che illustra il significato profondo di questa notte santa, ha avuto un’ampia proposta di letture, culminate con il canto del Gloria, accompagnato dal suono gioioso delle campane. La liturgia battesimale quest’anno è stata allietata dal battesimo di due bambini: Assoh Arielle Sara e Kablan Elias. Questa celebrazione, inserita nel contesto della Veglia pasquale illustra meglio anche il gesto della rinnovazione delle promesse battesimali che tutti abbiamo confermato. L’aspersione con l’acqua benedetta ci ha ricordato il nostro battesimo. La liturgia eucaristica ha completato la solenne celebrazione.

Nel giorno di Pasqua la celebrazione delle varie messe ha visto la presenza di numerose persone.

10 – 17 aprile. Settimana Santa, Triduo Pasquale e Domenica di Pasqua.

Vista l’esperienza positiva dello scorso anno, anche stavolta si è proposta la benedizione dei rami di ulivo in tutte le celebrazioni. Tutti i fedeli hanno così potuto anche ascoltare il vangelo che racconta l’ingresso di Gesù in Gerusalemme accolto dalla folla che agitava rami di palma, da cui il nome della domenica che apre la Settimana Santa. Durante la settimana, oltre alle varie celebrazioni eucaristiche, ci sono stati momenti di disponibilità per le confessioni.

24 aprile. Domenica. Prime Confessioni.

La Seconda domenica di Pasqua è denominata “della Misericordia”. Un’ottima motivazione per celebrare la Prima Confessione di sessantaquattro bambini. Si sono ritrovati in chiesa nel primo pomeriggio, trepidanti ed emozionati, accompagnati dai loro genitori e dai catechisti. Il racconto della parabola del Padre misericordioso ha fatto da sfondo alla riflessione con cui don Giacomo ha accompagnato i bambini a comprendere il significato della confessione. Dopo aver chiesto perdono con una serie di invocazioni, è arrivato il momento della confessione personale. Ogni bambino si è presentato davanti a uno dei tre sacerdoti e ha ringraziato il Signore per una cosa bella della loro vita, ha chiesto scusa per ciò che di negativo

Nella mattinata del Giovedì Santo, 14 aprile, nel duomo di Bergamo il vescovo Francesco ha presieduto la Messa Crismale, alla quale hanno partecipato numerosi sacerdoti. È stato bello ritrovarsi dopo i due anni di pandemia che avevano impedito questo momento particolarmente significativo della vita sacerdotale.

Il cuore dell’anno liturgico è costituito dal Triduo Pasquale che inizia con la Messa serale “Nella Cena del Signore”. All’inizio sono stati presentati alla comunità gli VIT A P AR RO CCHI AL E

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portava nel cuore e ha preso un piccolo impegno da mettere in pratica. L’abbraccio ai propri genitori e un canto gioioso hanno concluso la celebrazione in chiesa. La festa è continuata all’oratorio, dove i genitori avevano preparato un gustoso rinfresco.

1 maggio. Domenica. Inizia il mese di Maggio.

La tradizione popolare, da tempo immemore, ha dedicato, il mese di maggio alla devozione a Maria. Nella nostra comunità, oltre al rosario quotidiano che viene recitato prima delle messe del mattino e della sera, è stato proposto un incontro serale ogni martedì. Ad ogni incontro c’è sempre stato un buon numero di persone. Si sono scelti luoghi significativi: il cortile delle Suore, lo spiazzo della cappella del Roccolo, l’Oratorio e la cappellina della Scuola Materna. La conclusione si è svolta in chiesa parrocchiale con la celebrazione della messa nella serata di martedì 31 maggio, festa della Visitazione della Beata Vergine Maria.

nizzata nel giardino della pace di Sotto il Monte il giorno giovedì 19 maggio, insieme con le altre realtà che compongono la Comunità ecclesiale territoriale 7. La concelebrazione vissuta intensamente ha ricordato tutti coloro che nelle nostre comunità hanno perso la vita a causa del Covid (per ognuno di loro in forma simbolica è stato apposto un fiore nella copertura che protegge la statua del Santo); ed è stata occasione anche per ringraziare, attraverso i sindaci, tutti coloro che nei nostri paesi si sono adoperati per venire incontro alle sofferenze della gente e dare loro conforto.

19 maggio. Giovedì. A Sotto il Monte, ricordo delle vittime del covid.

La nostra comunità, nella figura del Parroco, degli amministratori pubblici, dei volontari delle associazioni, delle suore e dei fedeli ha partecipato alla celebrazione orga-

22 maggio. Domenica. Prime Comunioni.

Domenica 22 maggio è arrivato il momento tanto atteso da sessantatré bambini: quello della Prima Comunione. I bambini sono stati divisi in due gruppi: il primo alle ore 9 e il secondo alle ore 11. Il ritrovo è avvenuto presso la casa parrocchiale da dove è partito il corteo dei bambini accompagnati dai loro genitori. In mano avevano una spiga di frumento che hanno deposto in un apposito vaso all’arrivo in chiesa, prima di presentarsi davanti a don Giacomo che ha messo al loro collo la croce. Con l’accompagnamento del Coretto, è iniziata la messa. Un genitore ha letto la prima lettura, mentre una catechista la seconda. Dopo la lettura del vangelo don Giacomo spiegato ai bambini, con parole semplici, la bellezza e l’importanza del momento che stavano vivendo. Alcuni bambini con un genitore hanno letto le preghiere dei fedeli, mentre altri bambini hanno portato all’altare il pane e l’uva insieme con le particole e il vino.

Il momento più bello e commovente è stato certamente quello della Prima Comunione. Ogni bambino, uscito dal banco, si è presentato davanti a don Giacomo e ha ricevuto nella mano il Corpo di Gesù.

Dopo la benedizione, ai bambini è stato consegnato il libro del Vangelo come ricordo della bella giornata. E, in conclusione, non poteva mancare la foto di gruppo. Durante la prima delle due messe ha concelebrato P. Corrado, tornato da Roma per l’occasione.

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Parrocchia S. Maria Assunta Brembate di Sopra

Pellegrinaggio parrocchiale 7 agosto 2022

Santuario della Madonna del Castello Fiorano Modenese (MO)

Programma: Ore Ore Ore Ore Ore Ore

7.00 10.00 11.00 12.15 15.30 17.30

Partenza da Brembate di Sopra.

Arrivo al Santuario della Madonna del Castello a Fiorano Modenese.

S. Messa nel Santuario.

Pranzo.

Visita guidata al Palazzo Ducale di Sassuolo.

Partenza per il rientro a Brembate di Sopra.

Quota di partecipazione € 22.00 (comprende il pullman e la visita guidata) Per chi desidera è possibile pranzare presso il ristorante al costo indicativo di € 20,00/25,00.

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Nomina Condividiamo con tutta la comunità la gioia per la nomina di P. Corrado Maggioni a Canonico di San Pietro.

Gli assicuriamo la nostra preghiera per questo incarico prezioso e chiediamo a lui un ricordo quotidiano per noi nella Basilica di San Pietro.

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Anagrafe BATTESIMI ASSANDE ASSOH ARIELLE SARA di Adolphe e di Beyira Edwige nata a Ponte San Pietro il 24.10.2014 battezzata il 16.04.2022 (Veglia pasquale)

CARP LEONIDAS ANDREAS di Claudiu e di Ceobaniuc Madalina nato a Ponte San Pietro il 08.02.2022 battezzato il 14.05.2022

CAGNOLI DIEGO di Simone e di Priolo Daniela Maria nato a Bergamo il 17.05.2021 battezzato il 15.05.2022

ASSANDE KABLAN ELIAS di Adolphe e di Beyira Edwige nato a Ponte San Pietro il 27.04.2021 battezzato il 16.04.2022 (Veglia pasquale)

CAMBIASI GIULIA di Sonny e di Sana Irene nata a Bergamo il 23.07.2021 battezzata il 15.05.2022

MAGGIONI CESARE di Giuseppe e di Nannini Francesca nato a Seriate il 10.11.2020 battezzato il 08.05.2022

MAESTRONI THOMAS di Diego e di Locatelli Martina nato a Bergamo il 07.10.2021 battezzato il 15.05.2022

BONZI ALESSANDRO DOMENICO di Roberto e di Mazzoleni Eleonora nato a Bergamo l’11.11.2021 battezzato il 08.05.2022

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ALBORGHETTI TOMMASO TIMOTEO di Lorenzo e di Zeni Laura, nato a Ponte San Pietro il 01.12.2021 battezzato il 15.05.2022

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FUNERALI QUARTI GIUSEPPE di anni 87 morto il 06 aprile.

LOMBARDONI MARIA ELENA Ved. Preda di anni 80 morta il 27 aprile.

DONGHI GIUSEPPE di anni 88 morto il 29 aprile.

CASLINI SANTINA di anni 70 morta il 09 aprile.

NAVA EGIDIO di anni 98 morto il 03 maggio.

MAGGIONI LUCA di anni 57 morto il 13 aprile.

LOCATELLI VITTORIO di anni 73 morto il 08 maggio.

MOSCHENI MARIA TERESA IMELDA ved. Losciale di anni 90 morta il 14 aprile.

SANA ISAIA di anni 90 morto il 14 aprile.

RAVASIO PAOLINA in Bosoni di anni 65 morta il 08 maggio.

MIRANDA GIUSEPPA ved. Iervolino di anni 94 morta il 16 aprile.

SILVANI GIORGIO di anni 89 morto il 12 maggio.

BONACINA PIERINA (MARIA ved. Tironi di anni 86, morta il 24 aprile.

MAGGIONI LAURA in Valsecchi di anni 76 morta il 23 maggio.

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Luigi Maria Palazzolo: adesso è santo

deva questo tipo di impegno speciale nei confronti dei molti giovani bisognosi e sbandati. Anche Bergamo ha avuto il “suo” don Bosco che vale la pena di conoscere per riflettere anche sulla chiesa e sui santi di oggi.

Luigi nasce nel 1827 e cresce in città, in quella che oggi è via XX Settembre e che già allora era “il centro” di Bergamo. I genitori sono benestanti (il nonno aveva una stamperia importante) e la sua è una famiglia autenticamente cristiana, devota e caritatevole: da sua madre, Teresa, impara ad essere attento ai molti poveri di quell’epoca. Le cronache raccontano di quando, ancora piccolo, portava il cibo ai malati del quartiere di S. Bernardino accompagnato dal maggiordomo di famiglia, o di quando a scuola distribuiva ai compagni poveri la propria merenda. Sono piccoli esempi di una sensibilità che matura nel tempo con la scelta di farsi prete. Questa sensibilità lo rende sempre particolarmente concreto: allo studio teorico della filosofia e della teologia preferisce la morale, quello che si deve fare o si deve evitare per agire bene e secondo la volontà di Dio. Il suo interesse è sempre molto concreto e “pragmatico”. Infatti, dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1850, decide di svolgere il proprio ministero nell’oratorio della Foppa, nel quartiere San Bernardino, frequentato da ragazzi poveri, spesso orfani e senza un punto di riferimento. Bisogna notare che in quel periodo c’erano molti preti ed era abitudine che i sacerdoti benestanti rimanessero nella propria casa dedicandosi ad attività di loro scelta; il giovane don Luigi non è attratto dalla carriera ecclesiastica né dall’insegnamento in seminario o nelle scuole cattoliche: il suo scopo è dedicarsi agli altri in modo sempre più radicale. Nel 1855 diventa retto-

Grande festa in Piazza San Pietro domenica 15 maggio: tra i nuovi santi canonizzati da Papa Francesco c’era anche Luigi Maria Palazzolo, prete bergamasco vissuto

nell’ Ottocento. Festa anche a Bergamo per questo santo che si avvicina alla figura di S. Giovanni Bosco a Torino; non so se anche in altre città italiane ci furono figure di preti che si dedicarono alle stesse cose con la stessa intensità ma probabilmente era il periodo storico che richie-

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zi del preside e chiedendosi, ad esempio, come mai i datori di lavoro si rivolgevano proprio agli oratori per assumere lavoratori fidati: evidentemente non erano luoghi così dannosi alla gioventù.

Sempre dalla parte dei poveri, don Luigi lo sarà fino all’ultimo dei suoi giorni, il 15 giugno 1886 quando muore a 58 anni.

Oggi l’ideale e l’opera sono mandati avanti dalle Suore delle Poverelle: molti ricordano negli anni ’90 il micidiale virus Ebola e l’epidemia scoppiata in Congo; mentre il personale medico fuggiva, sei Suore delle Poverelle rinunciarono a salvarsi, non abbandonarono i villaggi in cui svolgevano il ruolo di infermiere e assistettero i moribondi, morendo infine loro stesse di Ebola. Un gesto eroico che mostra lo spirito di una congregazione che nelle sue varie attività è vicina a chi ha bisogno: anziani, disabili, immigrati, giovani mamme con bambini, minori vittime di abusi, malati terminali, carcerati.

Per il mio articolo ho preso spunto dalla biografia di Arturo Bellini, “Don Luigi Maria Palazzolo”, 2019, bello, completo e molto scorrevole.

Consiglio anche il sito delle Suore delle Poverelle: https://www.suoredellepoverelle.it/ita/alla-scoperta-didon-luigi/ dove ci sono filmati e altri consigli di lettura: Elisabetta Plati, Luigi Maria Palazzolo santo, 2022 e poi il fumetto I burattini di don Luigi.

Buona estate!

re della chiesa di San Bernardino e organizza un vero proprio oratorio: attraverso i burattini e il tempo libero raccoglie i ragazzi, organizza scuole serali per giovani e adulti, si adopera per raccogliere ragazzi sbandati. Per portare avanti la sua opera don Luigi stesso fa per una scelta radicale: durante gli esercizi spirituali, in un momento intenso di preghiera davanti al Crocifisso, scriverà lui stesso “mi si presentò alla mente che Gesù morì ignudo sulla croce e però (=perciò) sentii desiderio di povertà e abbandonare tutto”.

Poco tempo dopo don Luigi, anche per condividere maggiormente la vita dei poveri, sceglie di abbandonare la casa, dove fino allora ha abitato, per vivere in modo permanente nell’ Oratorio, a stretto contatto con i “suoi” ragazzi.

E per le ragazze? Don Luigi sente la necessità che qualcuno si occupi anche di loro in modo costante; l’idea è condivisa da Teresa Gabrieli, maestra diplomata che da pochissimo ha pronunciato i voti e si è fatta suora nella Pia Opera di Santa Dorotea: con lei nascerà la prima casa di accoglienza e il nucleo iniziale delle Suore delle Poverelle. Se si vuole cercare un episodio simbolico dell’inizio di questa sua attività lo si può trovare in questo: girando per le vie di Bergamo, don Palazzolo si imbatte in una famiglia che non poteva permettersi di curare una bambina malata e per questo era disposta a venderla; senza troppi moralismi ci pensa don Luigi che ne paga il prezzo e la affida a Teresa Gabrieli.

Uno spunto sul periodo storico per inquadrare l’importanza dell’attività del Palazzolo: nell’800 è molto forte il desiderio di costruire l’unità d’Italia per cui la fede è vista con sospetto perché lo Stato della Chiesa è un ostacolo alla politica, e lo sarà ancora di più dopo la presa di Roma. San Luigi non entra mai in merito a questioni politiche ma difende le sue opere di carità. Nonostante il clima anticlericale e il reciproco sospetto tra il nuovo Regno d’Italia e la Chiesa, l’azione del Palazzolo è sempre molto concreta e pragmatica. Il suo obiettivo è soccorrere e aiutare in ogni modo. Al preside del liceo di Bergamo che in un articolo sul Corriere della Sera nel 1873 attacca gli oratori perché “forse utili un tempo” ora vanno “contro gli ordini della società moderna”, don Luigi risponde con un articolo ironico e chiaro, smascherando i pregiudiVIT A D ELL A CHI ES A

Dario

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21/02/2022

LA GRATITUDINE, MERAVIGLIA DEL BENE RICEVUTO E DONATO Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Matteo 10,8)

Il primo incontro, tenutosi in remoto il 21/2/2022, ha visto la presenza di Manuela Tomisich psicologa, psicoterapeuta, mediatrice familiare e comunitaria, che ha aiutato i presenti a riflettere sulla Gratitudine nella dimensione di meraviglia per il bene ricevuto e donato .

Rispetto al tema della Gratitudine riflesso della cura, dice Manuela, è importante fare i conti da un lato sul significato dei legami e dall’altro della cura tra le persone. La gratitudine fa riferimento ad una esperienza profonda che è quella del legame che perdura nel tempo e che deve essere testimoniato in una esperienza di misericordia. Nel versetto di Matteo 10,8 viene citato il mandato di Gesù ai suoi discepoli: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Dobbiamo essere testimoni di generosità. Noi abbiamo ricevuto gratuitamente la vita, che non è solo la vita fisica, biologica, e gratuitamente la generiamo.

La gratitudine non è un'esperienza che si impara perché si dice grazie, ma è un'esperienza fondativa dell'umano; la dimensione della gratuità, come esperienza relazionale, ha a che fare con il nostro sopravvivere nel mondo.

Se pensiamo in quest’ottica, la gratitudine non è qualcosa di regalato, ma è qualcosa di sperimentato in un rapporto di cura.

La Comunità ecclesiale territoriale 7 terra relazione d’amore di Ponte San Pietro – Valle San Martino, in collaborazione con l’Associazione Il Chicco di grano di Vercurago , ha iniziato un ciclo di 4 incontri sul tema della Gratitudine riflesso della cura . Hanno partecipato a questa iniziativa alcune Associazioni presenti sul nostro territorio come : La casa di Bergamo sede di Calolziocorte La Fondazione Don Silvano Caccia sede di Lecco L’Innominato tavolo lecchese per la Giustizia Riparativa L’Associazione A.C.A.T. dell’Isola Bergamasca Il Convento Francescano di Baccanello L’Associazione Caritas Bergamasca L’Ordine dei Chierici Regolari di Somasca

Nella sua relazione Manuela cita un altro aspetto: la gratitudine non significa ciò che si fa gratis, perché gratuito è diverso dal gratis. La gratitudine è un valore che ha a che fare con il gioco relazionale, mentre il gratis non ha un valore relazionale e potrebbe essere costantemente preso e lasciato senza essere riconosciuto.

Pensare alla gratitudine significa ripensare al significato profondo del vivere e, quindi, della vita. In questo senso un termine che mi sembra interessante è la meraviglia.

La meraviglia è legata alla possibilità di aprirci alla sapienza attraverso il senso dello stupore, dell'inVIT A D ELL A CHI ES A

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senza dell’amore come cura ed accompagnamento di un altro essere, un percorso che comprende tutte le tappe, anche il dolore e l’abbandono, e che vede chi “conosce le leggi del mondo” farne dono ad “un essere speciale” senza dimenticare che ogni persona può essere speciale per un’altra persona .

Siamo chiamati ogni giorno, a farci gioia. La gioia del farsi prossimi, che non è solo dare un po’ di tempo agli altri. La scrittrice francese Simone Weil lo chiamava il miracolo dell’attenzione.

Siamo dono, dono di tempo offerto all’altro perché l’altro, accolto, possa ancora sentire il battito e la possibilità.

La cura, in questa prospettiva, è cura del tempo con e per l’altro.

Farsi prossimi, in un tempo attraversato dalla pandemia, non significa solo dare un po’ del proprio tempo alla cura dell'altro. È piuttosto un “chinarsi” presso la condizione dell’altro.

Ci sono donne e uomini che si fanno prossimi e che curano le singole differenze, le fragilità e le ferite di ogni vita che incontrano.

Sono attenti a quelle particolarità, che spesso fioriscono nelle crepe, nei limiti, nei margini, nelle distorsioni delle storie, dei corpi, delle comunità familiari, delle relazioni sociali.

quietudine, davanti a ciò che non è soltanto ripetuto.

Gratitudine e meraviglia non rappresentano una azione di cura, bensì richiedono di fermarsi, sperimentarsi, interrogarsi sul rapporto con il mondo e sulla sua esistenza. Nelle esperienze della vita, anche le più complesse, la capacità di fermarsi, meravigliarsi, cioè di guardare il mondo e accogliere ciò che ci succede, apre delle domande e al contempo ci rende generativi. La meraviglia è la capacità di aprirsi, di accogliere, di lasciare aperto il punto interrogativo. Nelle esperienze della vita, anche le più complesse, la capacità di fermarsi, meravigliarsi, cioè di guardare il mondo e accogliere ciò che ci succede, apre delle domande e al contempo ci rende generativi. La meraviglia è la prima di tutte le passioni: contiene la curiosità, la gioia, l’ammirazione; è la caratteristica esclusiva dell'uomo che si mette in relazione al senso del suo esistere. La gratitudine, come meraviglia, ci costringe a fermarci, a pensare, a riconoscerci e a riconoscere, a giocarci all'interno di un legame che non è mai ripetizione, ma che è sempre una nuova scoperta. È bello fermarsi e meravigliarsi, guardare e accogliere ciò che ci succede anche nelle esperienze di dolore e, nonostante questo, aprirsi alla gratitudine.

In queste circostanze talvolta è proprio la mancanza di senso, di prospettiva che muove le persone a chiedere aiuto alla ricerca dell’incontro con un altro che non conosce la situazione ma che si rende presente non in modo economico, ma gratuitamente umano.

La gratitudine nasce dall'esperienza di chi si mette in una relazione di ascolto, si mette alla prova e si meraviglia nella misura in cui riesce a rispondere al bisogno.

Il dono, la gratuità sono dimensioni proprie di ogni gesto di chi dona. La prossimità e la cura sono dimensioni di donne e uomini non perfetti, solo riconoscenti e grati.

Il mondo della vita di tante persone è tenuto in mano da altri: spesso persone lontane sconosciute, in insolite fraternità della cura e dell’attenzione.

“Tenere in mano” la vita fragilissima e il gemito di altri è sentire la fragilità delle proprie mani che si offrono.

L’incontro volge al termine.

Mi piace accostare, mentre rifletto sulle parole di Manuela, alcuni passaggi di una canzone di Franco Battiato “La cura”: una preghiera meditativa sull’esVIT A D ELL A CHI ES A

Riccardo Perico Terra relazioni d’amore

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La guerra affama il mondo

sorse ai servizi pubblici e a misure di protezione sociale.

Anche l’altro grande produttore mondiale di cereali, l’India, ha recentemente fatto retromarcia rispetto all’annuncio di sole poche settimane prima di esportare milioni e milioni di tonnellate di cereali. Sono andate rapidamente deluse le speranze che il secondo maggiore produttore di grano del pianeta (dopo la Cina) potesse compensare almeno in parte la drammatica carenza globale di grano provocata dall’invasione dell’Ucraina.

Alla base della decisione del governo indiano c’è la difficoltà di rifornire il mercato interno e fermare la corsa dei prezzi. L’India lo scorso anno ha prodotto 111 milioni di tonnellate di grano: 104 sono servite per il consumo interno, 7 sono state esportate. Il Paese sembrerebbe relativamente al sicuro da un impatto della crisi ucraina; tuttavia la prolungata siccità ha ridotto il raccolto di quest’anno a circa 100 milioni di tonnellate e il governo si è trovato davanti a una scelta con poche alternative. Il governo sente anche la pressione dei produttori, concentrati in tre Stati (Punjab, Haryana e Uttar Pradesh) vicini alla capitale, che insieme fanno oltre la metà del raccolto complessivo.

Necessario quindi, anche per la pace sociale all’uscita da un tempo di pandemia che ha creato enormi danni alla popolazione più esposta al contagio e meno privilegiata economicamente, garantire remunerazione ai produttori e possibilità di acquisto per i più poveri per quali sovvenzioni e donazioni sono ora limitati dai costi elevati. New Delhi ha così deciso per il bando dell’esportazione di grano, con il fine di disporre di risorse maggiori per gestire la propria sicurezza alimentare e garantire il sostegno a Paesi limitrofi. La retromarcia dell’India è arrivata a sorpresa, ma si inserisce in una strategia di complicato equilibrio geopolitico. Il governo guidato da Narendra Modi da un lato prosegue la tradizionale politica di rapporti con Mosca ma ha mostrato di corrispondere l’interesse degli Stati Uniti e dell’Europa verso i suoi mercati, i suoi beni e il suo ruolo strategico.

A tre mesi dall’inizio della guerra in Europa, emerge nel pieno della sua drammaticità la crisi alimentare globale che è stata innescata dall’invasione russa del “granaio del mondo”. Oltre al raccolto dei cereali verosimilmente dimezzato, che provoca una scarsissima offerta di materie prime sui mercati e un ulteriore forte aumento dei prezzi, a peggiorare la situazione è anche il blocco dei trasporti via mare, per la chiusura del Mar Nero da parte della flotta di Mosca, e via terra, per i combattimenti e i danni alle infrastrutture provocati dai bombardamenti.

Lo scenario che si prospetta è quello di una penuria che in tante zone potrà aggravare la situazione alimentare già precaria e incendiare contesti sociali e politici instabili. Le stesse agenzie delle Nazioni Unite hanno difficoltà a procurarsi cibo da distribuire dove le carestie, come nel Corno d’Africa, già mordono drammaticamente.

A sommarsi ai mali endemici, dal debito insostenibile, all’ennesima siccità, alla pandemia di Covid-19, ci si è messa anche la guerra in Ucraina. La ciliegina sulla torta della fame.

In Somalia, Etiopia e Kenya, il numero di persone che soffrono la fame estrema è più che raddoppiato dallo scorso anno, passando da 10 a oltre 23 milioni.

Ciò accade in Paesi stritolati da un debito che è più che triplicato in meno di un decennio sottraendo ri-

In questo contesto è ancora più centrale l’impegno dell’Europa per creare corridoi in grado di portare il grano dell’Ucraina fuoAT T U ALIT À

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ri dal paese.

Kiev è infatti il sesto esportatore mondiale, per 18 milioni di tonnellate nel 2021 (il 9% dell’export globale), ma oggi il suo grano è praticamente scomparso dai mercati internazionali. Il blocco dei porti ucraini le impedisce di trasportare quanto accumulato per la vendita all’estero e in prospettiva anche di stoccare nuova produzione, perché i silos restano pieni di grano invenduto e in parte sono stati distrutti. Sono decine i Paesi che rischiano di entrare in una drammatica crisi alimentare a causa della carenza di grano.

Fino a prima del 24 febbraio, l’Ucraina esportava proprio dai suoi porti sul Mar Nero il 90% dei cereali prodotti sul suo territorio (il 20% delle entrate di Kiev). Un problema non da poco: il Paese è il primo esportatore al mondo di olio di girasole (il 50% degli export mondiali), il terzo per i semi di colza (20%) e di orzo (18%), nonché il quarto maggiore per il mais (16%) e il quinto per il grano (12%). È in questo contesto che si stanno testando delle «corsie di solidarietà Ue-Ucraina».

Ad esempio, la scorsa settimana è partita dal porto rumeno di Costanza una nave carica di 70.000 tonnellate di cereali ucraini, portati sin lì con una combinazione di 49 chiatte fluviali disposte lungo il Danubio, che unisce Ucraina e Romania, e di treni. Facendo dei calcoli, servirà lo stupefacente numero di 10.000 chiatte e oltre 300 grandi navi per trasportare 20 milioni di tonnellate di cereali. Uno sforzo gigan-

pacità di trasferimento sono insufficienti. Si tratterà di ottenere un vasto numero di vagoni a scartamento Ue, con l’aumento inoltre di vagoni serbatoio e portacontainer. Un appello anche all’industria ad accelerare la produzione.

La Commissione punta, inoltre, a creare una piattaforma che consenta alle autorità ucraine di comunicare il fabbisogno di trasporto (treni o chiatte), e agli Stati Ue di poter indicare che cosa possono mettere a disposizione, con anche punti di contatto a livello nazionale.

Ci sono poi le questioni doganali: i tempi di attesa di vagoni al confine con l’Ue sono tra i 16 e i 30 giorni.

Tempi lunghi anche per i camion. La richiesta è di ridurre allo stretto necessario le procedure, aumentando inoltre il personale.

Un altro problema è la congestione delle principali rotte ferroviarie utilizzate dall’Ucraina, verso Polonia o alla Romania. La Commissione insiste che si facciano avanti altri Stati membri con porti, come Bulgaria e Repubbliche Baltiche.

Per il medio lungo termine cruciale sarà l’utilizzo dei fondi della Connecting Europe Facility, che potranno esser utilizzati per finanziare collegamenti ferroviari, fluviali e via terra tra l’Ucraina e l’Ue. Un piano immane che richiede lo sforzo coordinato di tutti gli Stati membri. Secondo la Commissione europea, è essenziale che l’Ucraina rimanga pienamente integrata nelle catene di rifornimento e nei mercati agricoli globali.

tesco.

Cruciali, oltre alle chiatte, sono i treni. Solo che lo scartamento dei binari in Ucraina, ovvero la distanza tra le due rotaie, è maggiore di quello dell’Ue: al confine deve esserci un trasferimento del carico da un convoglio all’altro o un cambio di assi ai vagoni.

Ci sono macchinari appositi, ma sono troppo pochi e in generale, avverte la Commissione europea, le caAT T U ALIT À

Ci auguriamo che questa e altre soluzioni siano applicabili in tempi brevi, per sbloccare la situazione agro-alimentare non solo dell’Ucraina, ma di tutti quei Paesi particolarmente svantaggiati ed esposti al rischio della fame.

Chiara

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mo noi cristiani riceviamo una vita nuova, una vita non secondo l’esistenza della natura, ma secondo una vita che appartiene a Dio. Dio dà a noi in partecipazione il suo modo di essere.

Per noi cristiani la famiglia è l’espressione di un sacramento, che è il Matrimonio. E questo cambia totalmente il suo significato, perché un sacramento implica sempre la trasformazione. È dentro alla vita naturale che lo Spirito Santo realizza la trasformazione del modo di esistenza. E lo fa trasfigurando la vita naturale, non negandola, ma assumendola e trasformandola, perché il primato non è più della natura, ma della relazione. Allora per impostare questa immagine, in occasione di questo grande raduno delle famiglie, ho pensato da cosa partire. Quello che sentivo importante è far vedere la novità della famiglia secondo la Chiesa, secondo il Battesimo, secondo la vita in Cristo, secondo l’uomo nuovo.”

Perciò mi sono ricordato del grande padre della Chiesa siriaca San Giacomo di Sarug, che parla del “velo di Mosè”. San Giacomo imposta una bellissima omelia in versi sul passo del libro della Genesi quando viene detto che “Dio ha creato uomo e donna” e poi dice che “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie in modo che di due divengano completamente uno” cioè una sola realtà, una sola carne. San Giacomo di Sarug dice che Mosè ha parlato, sì, di uomo e donna, ma di per sé lui ha visto dentro questa realtà: una realtà più profonda di cui non osava parlare. Per questo motivo ha messo sopra un velo, di modo che nessuno potesse vedere veramente ciò che i suoi occhi avevano contemplato. Perché? Perché l’umanità non era ancora pronta ad accogliere questo grande Mistero. Poiché si tratta dell’uomo e della donna che si uniscono, ho scelto l’immagine delle nozze di Cana. Noi sappiamo dai testi sapienziali – come ad esempio il Siracide – che il vino è ciò che dà gusto alla vita perché il vino è l’amore che racchiude il senso dell’esistenza umana. Allora nell’episodio di Cana, quando Maria dice “Non hanno più vino”, in quel momento, Maria in realtà sta dicendo a Cristo: “Questi sono sposi, ma non hanno più l’Amore”. E siccome si vedeva nell’immagine uomo-donna il rapporto tra Dio e

X INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE Il 26 giugno si celebrerà a Roma il decimo incontro mondiale delle famiglie. Un incontro che si rinnova ogni qualche anno e che vuole riportare al centro della nostra attenzione la realtà della famiglia e il valore del matrimonio secondo la vita cristiana. E se è vero che la famiglia sta vivendo in questi anni una situazione di profonda confusione, di pressione culturale e di fatica, non possiamo non condividere la bellezza di un progetto divino che deve comunque rimanere davanti ai nostri occhi come prospettiva, orizzonte e speranza per tutti noi, che in modi e forme diverse siamo figli, mamme, papà, sposi, fratelli e sorelle, parte di una famiglia che vive l’amore dalla dimensione domestica fino a quella universale. Lo spiega in modo profondo, a partire dalla Bibbia e dalla tradizione patristica, p. Marko Ivan Rupnik, gesuita, autore dell’immagine che segnerà questo importante appuntamento, a cui tutte le Diocesi saranno chiamate a partecipare.

“La famiglia di per sé appartiene all’esistenza secondo la natura. Noi sappiamo che anche nel mondo degli animali ci sono delle famiglie. Persino gli uccelli, i pesci hanno una famiglia.

Allora la famiglia esprime il modo di esistere degli esseri viventi, è qualcosa che appartiene alla natura del creato. Ma, per la nostra fede, secondo la nostra tradizione cristiana, non è così perché con il Battesi-

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grembo verginale / e lei indossarlo nell’acqua battesimale”. È formidabile questo scambio! Lui si incarna e, come figlio di Dio, diventa uomo per poi manifestare nelle acque battesimali l’uomo rivestito di Cristo. “…lo Sposo e la Sposa sono spiritualmente diventati uno, / ed era di loro che Mosè scrisse ‘I due saranno uno’…

Allora Mosè, evidentemente velato, “vide Cristo e lo chiamò uomo, / vide anche la Chiesa e la chiamò donna”. È formidabile: lui ha chiamato uomo ciò che era Cristo e l’umanità assunta da Cristo l’ha chiamata Chiesa. “E poiché c’era il velo disteso sopra, / nessuno sapeva ciò che era quella grande pittura, o chi rappresentava.”

Ma adesso arriva il più bello. “Dopo la festa di nozze [dunque dopo la Pasqua di Cristo], Paolo entrò e vide / il velo steso là, lo prese e lo tirò via dalla bella coppia. / Così scoprì e rivelò al mondo intero Cristo e la sua Chiesa / che il profeta Mosè aveva raffigurato nella sua profezia. / L’Apostolo tremò e gridò: ‘Questo mistero è grande’ / e cominciò a mostrare ciò che la pittura coperta era: / “In coloro chiamati «uomo e donna» nelle scritture profetiche / io riconosco Cristo e la sua Chiesa, i due che sono uno”. / Il velo sul volto di Mosè ora è stato rimosso; / venite tutti e vedete uno splendore che non stanca mai; / il grande mistero che fu velato ora è venuto alla luce. / Che gli invitati alle nozze gioiscano dello Sposo e della Sposa, così belli. / Egli si donò a lei, ed era nato da una ragazza povera; / la fece sua, ed essa è legata a lui e gioisce con lui. / Egli scese nelle profondità e sollevò l’umile fanciulla alle altezze, / perché sono uno, e dove è lui, là lei è con lui. / Il grande Paolo, quella grande profondità tra gli apostoli, / espose il mistero, che ora è detto chiaramente. / La grande bellezza che era stata velata ora era venuta all’aperto, / e tutti i popoli del mondo videro il suo splendore. / Il promesso Sposo fece entrare la figlia del giorno in un nuovo grembo, / e le acque di prova del battesimo furono nelle doglie e la partorirono: / Egli rimase nell’acqua e la invitò: essa scese, si ammantò di Lui e risalì; / nell’eucarestia lo ricevette, e così le parole di Mosè che i due saranno uno furono provate. / Dall’acqua deriva la casta e santa unione / della Sposa e dello Sposo, uniti in spirito nel battesimo. / Le donne non sono unite ai loro mariti allo stesso modo / di come la Chiesa è unita al Figlio di

l’uomo (basti pensare al Cantico dei Cantici), da questo passo si evince che il rapporto tra uomo e Dio si è esaurito, cioè non è più vissuto, non è più fondato sull’Amore.

Infatti, la tradizione patristica vede nelle sei giare la legge di Mosè che doveva servire per la purificazione. Le sei giare però sono vuote. Per di più sono di pietra. Allora praticamente, nell’episodio delle nozze di Cana avviene un enorme passo nel rapporto tra uomo e Dio: si esaurisce una relazione basata sulla legge che viene dall’esterno e che progressivamente è sempre più stata letta e capita in modo moralistico e si manifesta una nuova relazione tra Dio e uomo, che è una relazione tra Padre e Figlio, a cui partecipano tutti coloro che fanno propria la vita del Figlio. È una relazione fondata veramente nell’Amore e che diventa espressione dell’Amore. Allora ho preso l’immagine di Cana e sono andato da Giacomo di Sarug. Chiunque si intende un po’ di iconografia cristiana antica, riconosce subito in questo servo delle nozze il volto di san Paolo. Qualcuno potrebbe dire: “Ma che c’entra san Paolo con le nozze di Cana, se Paolo non era presente a Cana di Galilea durante le nozze?” C’entra, c’entra! Vediamo!

Vorrei leggere alcuni passi di Giacomo di Sarug. Ho detto che Giacomo ha velato questa immagine. Giacomo dice infatti: “Il profeta Mosè introdusse il racconto dell’uomo e di sua moglie / poiché attraverso di loro si parla di Cristo e della sua Chiesa. / Con l’occhio rapito della profezia, Mosè vide Cristo, / e come Lui e la sua Chiesa sarebbero stati uno nelle acque del battesimo; / egli vide Lui indossarla nel AT T U ALIT À

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Dio. / Quale sposo muore per la sua sposa, tranne nostro Signore? / Quale sposa ha scelto un trucidato per marito? / Chi, dall’inizio del mondo, ha mai dato il suo sangue come dono nuziale, / tranne il Crocifisso, che suggellò il matrimonio con le sue stesse ferite? / Chi ha mai visto un cadavere posto in mezzo a una festa nuziale, / con la sposa che lo abbraccia, aspettando di essere consolata da lui? / A quale festa nuziale, tranne questa, spezzarono / il corpo dello sposo per gli ospiti invece di altro cibo? / La morte separa le mogli dai loro mariti, / ma qui è la morte ad unire questa Sposa al suo Amato! / Egli morì sulla croce e dette il suo corpo alla Sposa resa gloriosa, / che lo coglie e lo mangia ogni giorno alla sua mensa. / Egli aprì il suo fianco e unì il suo calice al santo sangue / per darlo a lei da bere così da farle dimenticare i suoi molti idoli. / Lei lo unse con olio, lo indossò nell’acqua, lo consumò nel Pane, / lo bevve nel Vino, affinché il mondo potesse conoscere che i due sono uno. / Egli morì sulla croce, ma lei non lo cambiò con un altro; / lei è piena d’amore per la sua morte, sapendo che da essa ha la vita”.

(Giacomo di Sarug) È molto forte il fatto che l’uomo e la donna nel sacramento del Matrimonio sono innestati nell’unità nel figlio di Dio con l’umanità, con la Chiesa. Mai più Cristo è senza il corpo, ma si tratta del corpo di gloria, del corpo risorto. Il Matrimonio è dunque partecipe di questa indissolubile e incrollabile unità tra Dio e l’uomo. Parafraso, ma molto poco, san Giovanni Crisostomo, che afferma una cosa che forse oggi potrebbe essere contestata da tantissimi. Egli afferma che il sacramento del Matrimonio è una testimonianza anche per i consacrati che seguono il cammino della verginità. Esso infatti attesta loro ciò che potrebbero anche non cogliere così immediatamente, e cioè che il Matrimonio realizza ed è l’espressione nella vita e nella storia di quell’unità di Cristo con la sua sposa, di Cristo con la Chiesa. An-

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che i consacrati, pertanto, attraverso gli sposati, comprendono che anche loro, grazie alla loro vocazione battesimale, partecipano di questa unità di Cristo, figlio di Dio, e l’umanità.

Penso che Nikolaj Berdjaev (filosofo russo), in questo nostro contesto storico, abbia davvero da dire una grande cosa. Una volta lui ha scritto che nelle tradizioni cristiane, il Matrimonio non è stato ancora esplorato, perché lo abbiamo troppo velocemente coperto con la famiglia, ma secondo la natura. Spero che, attraverso questo testo e anche attraverso questa piccola immagine, possiamo comprendere che per noi cristiani la famiglia è l’espressione del Sacramento e che essa ha una dimensione ecclesiale, pertanto è inseparabile dalla Chiesa. In essa, il legame di sangue non può essere in competizione con la nostra partecipazione al sangue di Cristo, anche se è facile che vinca il sangue secondo la natura e non il sangue dell’Eucarestia. Ma, come dice un altro grande padre, Nicola Cabasilas: “Noi siamo veramente consanguinei di Cristo”. I genitori ci hanno dato il sangue ma il nostro sangue non è quello dei genitori.

Appena ce lo hanno dato, il nostro sangue non è più il loro. Mentre noi ci nutriamo della vita, cioè del sangue di Cristo che diventa il nostro. La famiglia per i cristiani è pertanto un’espressione del sacramento e della ecclesialità e fa vedere in questo mondo come vive l’uomo quando è unito a Dio.

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Informazioni parrocchiali Orari delle S. Messe Feriali: ore 8,00 - 18,00 (sospesa quando c’è un funerale).

Festive: Sabato sera e vigilia delle feste: ore 18,00 ore 16,30 a Tresolzio (maggio-ottobre).

Domenica e feste: ore 7,30 - 9,00 - 10,30 (in oratorio) - 18,00.

Disponibilità per le Confessioni Don Giacomo: venerdì 16.00 - 17.30 Don Ubaldo: ogni sabato 09.30 - 11.00 Don Carlo: ogni sabato 15.00 - 16.30 N.B. A richiesta i sacerdoti, nei limiti del possibile, sono sempre a disposizione per questo ministero. In particolare subito dopo le S. Messe.

Quando si entra in chiesa: mantenere la mascherina che copra naso e bocca e sanificare le mani.

Celebrazione del Battesimo Il battesimo dei bambini si celebra una sola volta al mese.

In vista del Battesimo, si prenda contatto con il Parroco.

Celebrazione del Matrimonio Il Matrimonio si può celebrare in ogni giorno dell’anno, eccetto le domeniche e i tempi di Avvento e di Quaresima.

Occorre prepararsi adeguatamente. È possibile partecipare anche a corsi fuori parrocchia.

In ossequio a giuste disposizioni diocesane, il Matrimonio va celebrato o nella parrocchia della sposa, o in quella dello sposo o in quella dove la coppia andrà ad abitare. Per eventuali eccezioni ci si rivolga alla Curia vescovile.

Telefono Parrocchia: 035.5905160 Telefono Oratorio:

380.7522605

Tel. dei Sacerdoti:

Don Giacomo Ubbiali Tel. 380.6984169 e-mail: giacomoubbiali@virgilio.it Don Carlo Comi Tel. 035.332092 - cell. 340.6483352 e-mail: comicarlo@virgilio.it Don Ubaldo Nava Tel. 035.908406 - cell. 333.3229389 e-mail: d.ubaldonava@gmail.com