Parrocchia di Bovolone Tel. 045 7100063 vitaparrocchiale@virgilio.it www.parrocchiabovolone.it n°167 - Marzo 2011
COMPORTATEVI COME FIGLI DELLA LUCE” Ef 5,8 di Don Paolo
Carissimi parrocchiani, il nostro Vescovo, con le parole del titolo di questo articolo, prese dalla lettera di S. Paolo agli Efesini, ci indica il cammino per la Quaresima 2011. L’Apostolo le rivolge ai cristiani di Efeso affinché siano capaci di vivere con coerenza e gioia la vita nuova in Cristo, vita vissuta nel Suo amore, con la Sua forza, sul Suo esempio. La Luce di cui si parla, è l’Amore di Dio di cui il cristiano è inondato, pervaso, illuminato. Ciò gli permette di essere luminoso, ad una condizione: che compia azioni che non coprano, fino a spegnere, la Luce divina in lui. Credo che, ognuno di noi sia capace di classificare buona parte dei propri comportamenti e valutare se sono da figlio della luce o da figlio delle tenebre. Di questi secondi ne metto in evidenza uno che “contagia” ognuno di noi: il cattivo uso della parola. Nella stessa lettera agli Efesini, S. Paolo ci dice: “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che servano alla necessaria edificazione di quelli che ascoltano.” Ef .4, 29. Usare male della parola è un antico problema della persona. Già i nostri antenati, Adamo ed Eva, con facilità manipolarono la parola, ribaltandola fino a farla diventare seminatrice di sospetto, che genera falsità e menzogna divisorie. A distanza di 2000 anni riconosciamo l’attualità e la benefica necessità dell’esortazione di S. Paolo. Anche noi viviamo la fatica di usare bene la parola. Sempre siamo chiamati a vigilare affinché la nostra parola sia secondo verità e secondo carità. Talvolta si sente dire: “Io dico ciò che penso, ciò che porto nel cuore”. È una cosa molto buona, ma mi devo anche chiedere: “Ma, quanto, ciò che dico e che porto nel cuore, corrisponde al vero oppure è solo una mia ipotesi
che devo verificare?” Si tratta quindi di fare in modo che corrisponda sempre più al vero e sia pronunciata con amore e per amore della persona. Altra domanda da porci è questa: “Nel riportare un discorso di un’altra persona, quanto vi aggiungo di mio? Quanto metto sulla bocca di un altro ciò che penso io o ciò che mi fa comodo?” Siamo consapevoli che, riportando il discorso di un altro ed esprimendolo con parole nostre, lo si può parzialmente “tradire”, ma siamo chiamati a riportarlo con la maggiore fedeltà possibile, poi, eventualmente, aggiungere la nostra interpretazione. Un ultimo esempio: quanto facilmente, parlando di qualcuno con altre persone ci vien da dire, con un beffardo sorrisetto: “Poverino, non capisce, non ci arriva!” Quanta è la carica di mortificazione di tali parole! Speriamo solo che non siano intenzionali, altrimenti saremmo da compatire noi e non gli altri. Per concludere, mi viene quasi spontaneo suggerirvi una penitenza quaresimale, un particolare digiuno: digiunare dalle parole cattive, false, menzognere, calunniatrici, impure, maliziose, offensive, disgregatrici, divisorie, maledicenti, mortificanti, disprezzanti…. e da tutte le altre che ognuno di noi pronuncia e di cui ne conosce la mancanza di verità e di carità. Proviamo colmare tutto questo negativo riconoscendo quanto di positivo esiste attorno a noi e sforzandoci di parlare con le persone più del bene che del male. Unito a tutti voi in questo particolare digiuno e con l’augurio di giungere alla Pasqua più ricchi di atteggiamenti positivi tipici del Risorto, vi auguro, nella forza che viene dal Signore, buona quaresima.
Orari SS. Messe: Vespertina del sabato sera: ore 19.00 Festive: ore 7.30 - 9.00 - 10.15 - 11.30 - 18.30 - Feriale: ore 7.30 - 19.00