Dicembre 2021

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Parrocchia di Bovolone www.parrocchiabovolone.it

ita V n°254

DICEMBRE 2021 // // DICEMBRE 2021

PARROCCHIALE

// Editoriale

a cura di Don Cristiano

PER UN PRANZO DI NATALE Non lasciamo che il pranzo di Natale sia come qualsiasi altro pranzo, ma lasciamo che diventi occasione per celebrare la Luce del mondo che viene in mezzo a noi

D

i cosa si parlerà a Natale quando saremo seduti a tavola? Probabilmente il tema del Covid, con tutti gli argomenti annessi, sarà il centro delle nostre condivisioni. Sono ormai due anni che l’informazione ci martella con numeri, percentuali, immagini, interviste, trasmissioni. Ma così facendo rischiamo di vivere quel momento come fosse un pranzo qualsiasi e ancora una volta ci lasceremo portare via il Natale. Perché non pensare che è possibile un’alternativa? Forse dovremmo cominciare dalla preparazione della tavola, mettendo a centrotavola Gesù con vicino una candela perché Lui è la “Luce del mondo”. E potremmo mettere dei segnaposti con una frase del Vangelo del tipo “Io sono venuto per...” (Gesù dice questa frase tante volte: una ricerca in internet e si trova tutto). Oggi il motivo che ci vede riuniti insieme è il Mistero dell’Incarnazione: Dio ha lasciato che il suo Figlio uscisse dall’abbraccio divino ed entrasse nella nostra storia pericolosa, infìda, inospitale. Questo è l’avvenimento che tiene in piedi tutta la storia umana: alcuni non lo sanno, altri non ci credono, ma noi sappiamo che questa è la verità. E proprio perché lo sappiamo abbiamo una grande responsabilità davanti a Dio e davanti all’umanità. Allora diamo spazio alla

creatività perché tutti possano vivere il Natale, anche seduti a tavola. Credo che sia opportuno preparare una preghiera di inizio pranzo. Sarebbe bello che questa fosse fatta dai genitori insieme ai figli, ma si potrebbe anche pensare di spezzettare la preghiera per ogni portata del pranzo, accompagnata da un piccolo segno. Per esempio, portando l’antipasto si potrebbe dire: “Per antipasto serviamo …” e vogliamo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi e ci fai essere famiglia nella gioia” e quindi mettere vicino a Gesù un piccolo fiore. Portando il primo: “Come primo piatto serviamo il risotto alla veneta (di solito non manca mai) e diciamo: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per dare speranza alla nostra vita” E poniamo un altro fiore vicino a Gesù. Portando il secondo piatto (forse lesso con la pearà??) potremmo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per vincere le nostre solitudini”. E portando il dolce (quelli che le nonne o le mamme sanno fare molto bene) potremmo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per volerci bene come siamo”. Ma credo che la fantasia possa essere molto più grande. E così facendo possiamo celebrare il Natale anche seduti alle nostre tavole. Perché o il Natale riguarda anche

la nostra vita, oppure non ha senso neppure celebrarlo. Ma ci pensate che Dio è diventato uno di noi, con il nostro corpo, abitante del tempo e dello spazio? Ma se Dio ha fatto questa scelta, quale dignità ha la nostra vita? E allora cogliamo che quelle mamme, quelle nonne o quei papà che con cura hanno preparato il pranzo del Natale lo hanno fatto per celebrare la vita, la vita concreta di quella famiglia che non sarà quella perfetta, ma è la famiglia sulla quale Dio vuole ancora scommettere. Perché si fida di ognuno di noi. Scusate per questa fantasia. È che nel giorno di Natale abbiamo tante cose da dire come cristiani, che non possiamo perdere ancora una volta l’occasione. E attorno ad una tavola possono succedere tante cose.

Buon Natale


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