Dicembre 2011

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n° 173 - Dicembre 2011

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Grazie Gesù ! o d n o m l e d , salvatore Cari parrocchiani,

sembrava ieri quando si concludevano le diverse esperienze estive ed ora siamo già alle porte del Santo Natale. Il ritmo del tempo incalza sempre più e pare trasformarsi in una belva al nostro inseguimento per mangiarci voracemente. Tutto il nostro correre può provocare un senso di affanno, un senso di inadeguatezza, un senso di impotenza e, talvolta, forse anche di rabbia di fronte alla realtà, dinnanzi a certi compiti, a certe relazioni. Può addirittura far scaturire sentimenti di violenza e di aggressività, come dicevano gli antichi romani: “l’uomo diventa lupo verso gli altri uomini”. Una “fitta nebbia” avvolge le nostre menti, i nostri cuori, la nostra vita e le nostre relazioni, togliendo loro bellezza, gioia ed entusiasmo. Questo patire nella vita, sovente genera un grido che spesso rimane muto e, ahimè, disperato dentro di noi, perché non riusciamo trovare un interlocutore capace di accoglierlo e, soprattutto, di rispondervi adeguatamente. Eppure, questo grido deve pur trovare chi lo ascolta e gli risponde indicando una via nitida e luminosa! Il mistero del Natale di Gesù ci dice che c’è un “TU” che ci ascolta e ci risponde: DIO! Gesù, infatti, è la risposta di Dio a tutte le nostre domande, è la Parola che Dio rivolge ad ogni persona, è la Luce capace di diradare le nostre “fitte nebbie”. È Lui che il nostro cuore anela. È Lui che le nostre relazioni desiderano. È Lui che le

Orari SS. Messe

nostre famiglie attendono. Gesù, nascendo viene volentieri con desiderio intenso nella nostra vita, anche se non sempre secondo i nostri criteri di valutazione. Viene con la debolezza di un bimbo senza armi e senza parole a noi, che con facilità, facciamo prevalere le ragioni della forza e non la forza della ragione e dell’amore. Viene assicurandoci la sua capacità di portare luce dove in noi c’è la tenebra nella quale siamo avvolti e forse affezionati. Viene donandoci la sua capacità di confortare dove, forti delle nostre pianificazioni e programmazioni, siamo oppressi dall’incertezza del futuro. Viene offrendo a ciascuno la sua capacità di asciugare le lacrime della solitudine, del dolore e del lutto, viene anche là dove presumiamo di poter vivere relazioni vere premendo un tasto. Viene portando la sua capacità di fasciare le ferite interiori che ci sono inferte da rapporti di vita che ritenevamo autentici e che falliscono. Viene assicurandoci la sua capacità di donare pace, rispetto e tenerezza nella famiglia, la quale, progressivamente insidiata nella sua natura più profonda e divina, fatica sempre più a serbare in cuore questi immensi tesori. Davanti al presepe lasciamoci guidare dalle semplici e umili figure dei pastori ai quali fu annunciata la nascita di Gesù: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2, 11). Dei pastori è detto anzitutto che erano persone vigilanti. Vegliare significa sviluppare la sensibilità per Dio,

VESPERTINA del Sabato sera: ore 19.00

per i segnali silenziosi con cui Egli vuole guidarci, per i molteplici indizi della Sua presenza. Il presepe ci racconta che i pastori, dopo aver ascoltato il messaggio dell’Angelo, si dissero l’un l’altro: “Andiamo fino a Betlemme … Andarono, senza indugio” (Lc 2, 15s.). “Si affrettarono” dice letteralmente il testo greco. Ciò che era stato loro annunciato era così importante che dovettero andare immediatamente: in effetti, ciò che lì era stato detto loro andava totalmente al di là del consueto. Cambiava il mondo! Era nato il Salvatore! Dai pastori vogliamo imparare a non lasciarci schiacciare da tutte le cose che urgono nel nostro quotidiano. Il tempo impegnato per Dio e, a partire da Lui, per il prossimo non è mai tempo perso. È il tempo in cui viviamo veramente e la nostra umanità matura sempre più. Anche a nome degli altri sacerdoti:

FESTIVE: ore 7.30 • 9.00 • 10.15 • 11.30 • 18.30

don Paolo

FERIALE: ore 7.30 • 19.00


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