Parrocchia di Bovolone
n°231
parrocchia
// Editoriale
a cura di Giorgio
PASQUA è GIOIA! Cari parrocchiani di Bovolone, la gioia della Pasqua entri nel cuore di voi tutti e lasci quel dolce senso di iniziare qualcosa di nuovo e di meraviglioso.
L
a Pasqua è legata all’inizio della Primavera, ci fa pensare alla natura che si risveglia, alle rondini che vengono nei nostri paesi; ci fa mettere nei giardini piantine di fiori; sentiamo un’aria di vita, di voglia di comunicare e di uscire dalle case per incontrare amici e passeggiare tranquilli. La Pasqua è vita, è risurrezione, è novità. Lasciamoci prendere da questo clima spirituale e ritroviamo in noi questa voglia di vivere, di amare e di scoprire Dio e tante persone L’immagine più significativa del tempo pasquale è quella dei due discepoli di Emmaus che incontrano Gesù senza saperlo, parlano con Lui, lo invitano a cena e Lui si manifesta come il loro maestro, ancora vivo, attraverso il gesto dello spezzare il pane. Segni già visti, parole già sentite, ma ora sono una novità perché dicono una Presenza nuova. Il loro Signore Gesù non è morto, ma vivo, continuerà ad essere loro accanto attraverso i semplici gesti della vita quotidiana carichi di significato. Pensiamo ad alcuni momenti di vita di ogni giorno e che possono avere un significato nuovo e fantastico, nella luce della fede. Il salutare le persone, può ricordare l’angelo che va da Maria e le dice “Rallegrati Maria”. Che bello poter
// APRILE 2018
ita V
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dare un saluto di gioia a quanti incontriamo per strada o che andiamo a trovare in casa, o ai nostri cari quando partono o ritornano. Il dialogare con gli amici, può essere carico di quel clima di gioia nel raccontarsi cose belle come faceva Gesù con i suoi amici-discepoli. Spezzare il pane ai pasti è segno di condivisione e di amore tra di noi, come ha fatto Gesù nella sua ultima cena quando ha donato se stesso condividendo la sua vita di amore. Incontrare ed aiutare un familiare o un amico ammalato è come Gesù che ha compassione e si fa accanto a chi soffre. Lui ha fatto miracoli, noi possiamo essere vicini con tenerezza, ascolto e comprensione. Quando piangiamo per la morte di una persona cara, ci ricorda Gesù che piange per l‘amico Lazzaro e consola le sorelle con parole significative e non vane, e così possiamo fare anche noi. Quando contempliamo la natura, pensiamo a Gesù che parla dei gigli dei campi, dei passeri, che contempla il sorgere del giorno mentre prega il Padre. Quando facciamo carità o aiutiamo, vediamo Gesù che vedendo la folla stanca ed affamata la fa sedere sull’erba e moltiplica per loro i pani e
i pesci. I nostri gesti quotidiani facciamoli diventare gesti profondi di significato e di amore, ricchi della presenza di Gesù. Non facciamo i “seriosi” o gli “indifferenti”, ma persone contente di vivere con semplicità e profondità. C’è questo simpatico racconto dal titolo: “La malattia più grave” che narra: un giorno, a un luminare della medicina, venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo. I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l'infarto. Grande fu lo stupore quando lo scienziato rispose: "L'indifferenza!" . Tutti si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato. Infine gli domandarono quale ne fosse la cura. E lo scienziato disse: "Accorgersene!” Diventiamo consapevoli e convinti che noi stiamo costruendo una novità di vita sull’esempio e con l’aiuto di Gesù. Basta indifferenza, ma portiamo gesti e parole che siano un lieto annuncio. Papa Paolo VI che sarà proclamato santo a fine anno e diceva che “Evangelizzare, per la Chiesa, è portare la Buona Novella in tutti gli strati dell'umanità, e, col suo influsso, trasformare dal di dentro, rendere nuova l'umanità stessa”. Lasciamo che la Pasqua ci renda nuovi perché portiamo la novità di Gesù Risorto nelle vicende quotidiane perché siano ricche di vita. Questo è l’augurio e la speranza! Un fraterno saluto ed un abbraccio a tutti. Seguici su: