Musica

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volontà, è costretto ad accettare la sua decisione ed è preso dalla più profonda inquietudine. “Chi ci sarà adesso, dopo che ho perso il mio unico vero amore? Sto cadendo – l’oscurità è ovunque intorno a me. Ho forse perso me stesso per amare qualcun altro? Non so più cosa fare”. Dryad of the woods. Nell’album la canzone è interamente strumentale: una ballad davvero stupenda ed emozionante, con una serie di arpeggi di chitarra acustica su cui poi si inseriscono basso, tastiera e batteria. Un senso di pace e dolcezza si irradia da ogni nota suonata. La musica esprime perfettamente le due righe di testo che si trovano nel booklet: “Poi venne una donna, una driade delle foreste. Con un segno sulla porta che diceva “Se entri, devi perdonarmi ogni cosa”. Con un cuore troppo grande e coraggioso per lasciarmi scomparire. “Potrei dormire ai tuoi piedi?” E così lei venne oltre il mio recinto, e mi porse una mano che dovevo prendere. Remedy lane. Anche in questo caso si tratta di una traccia strumentale, con sonorità più elettroniche. Come succede spesso il brano riprende i momenti più significativi e toccanti delle canzoni dell’album racchiudendoli in una suite di appena tre minuti. Tuttavia è possibile, ancora una volta, leggere queste parole mai pronunciate: “Sono sempre stato spaventato dal fatto che avremmo perso qualcosa l’uno senza l’altro; quanto è efficace una lezione che può solo essere insegnata con la presenza continua di qualcuno? Così un giorno mi è venuto in mente che forse questa è la ragione per cui noi tutti siamo qui, per rendere l’altro migliore, diverso. Se così fosse, il nostro proposito qui è più difficile e meraviglioso di quanto potessi mai immaginare”. Waking every God. Il brano si apre con poche note tremolanti di tastiera, cui poi fa seguito l’ingresso degli altri strumenti in un sound molto soft che accompagna una voce ora sussurrata ora più potente. Sono di nuovo nel presente, nel letto dell’hotel di Budapest. Provo a spiegare a me stesso e alla ragazza accanto a me perché mi sento così leggero e libero dal dolore, mentre il Danubio scorre alle nostre spalle. All’improvviso è come se capissi tutto: nei suoi occhi riesco a vedere chi io ero, nei miei lei può vedere cosa io provo. L’amore circola nel mio sangue; questa felicità ci aiuterebbe a ricostruire ciò che abbiamo perso. Spero di essere più forte, di essere migliore – spero di essere qualcuno che non sono. Spero di essere un Dio. Second love. Ancora un ultimo flashback. Tor-

niamo a quando la prima ragazza abbandona il protagonista, lasciandolo disperato in Chainsling. Mentre This heart of mine rappresenta la poesia, l’incarnazione dell’amore puro e romantico, questo brano – ancora una volta caratterizzato da un arpeggio di chitarra, questa volta cupo e triste – descrive lo sconforto in cui il giovane si trova dopo quell’avvenimento. Niente sembra avere più senso per lui, non ci sarà amore dopo quell’esperienza. Si chiude nel ricordo del passato e nella rievocazione di qualcosa che, sa bene, non tornerà più. “Giorno dopo giorno, niente è cambiato. Tu sei lontana, ma devo farti sapere che non posso più dormire. Notte dopo notte, le stelle brillano così luminose. Penso che il nostro dolore sia più grande dell’universo. Voglio farti sapere che non posso più dormire; giorno dopo giorno, voglio dirti che sei mia. Anno dopo anno, lacrima dopo lacrima, sento che il cuore si romperà in due. Sei arrivata come un vento impetuoso – ero senza difese. Hai ferito il mio cuore così in profondità che le cicatrici non guariranno mai”. Il ritornello vede l’ingresso di un soffice tappeto di tastiere e un ritmo di batteria appena accennato. “Non crederò mai più nell’amore dopo quanto c’è stato tra di noi. Non potrò mai cambiare o riorganizzare ciò che abbiamo perso. Sto perdendo il mio tempo, vivo in un passato in cui ero forte. Ma ora è andato, non lascio ombra quando sono da solo. Rimarrò per sempre nei miei sogni, dove tu eri vicina a me”. Questo brano struggente ci traghetta verso l’ultimo, imponente, brano. Beyond the pale. Autentico masterpiece. Un brano di quasi dieci minuti che rappresenta la chiave di volta di tutto il concept. Siamo di nuovo al presente: il protagonista rievoca un ultimo, tragico evento della sua vita e conclude il viaggio alla scoperta di sé stesso esponendo una verità già emersa precedentemente: l’importanza quasi compulsiva attribuita alla sessualità con tutte le conseguenze psicologiche, in un conflitto Io-Super Io, che questo ha su di lui. Musicalmente si tratta di un pezzo estremamente complesso e atmosferico. Si apre con nient’altro che un accordo di chitarra dissonante e tremolante che trascina l’ascoltatore in uno stato di tensione e inquietudine. La voce fa il suo ingresso, sussurrata: “Il sesso è sempre stato qui sin da quando avevo solo otto anni. Mi attraeva lasciandomi assetato, con la pelle madida – un impulso incontrollabile”. Ripercorro un’ultima volta le tappe più significative della mia vita: l’amore è stato invano, profondo e intenso ma ricalcato con il dolore – troppo precoce per un bambino di dieci anni, desideroso della purezza e del peccato al tempo stesso. Si arriva al ritornello, in cui emerge la voce della coscien-

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