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D e r m a t o

P e d i a t r i a

Oculistica

Come capire se il bambino ha bisogno degli occhiali

Ortopedia

Piedi piatti: quando diventano patologia?

Malattie Rare

Atassia teleangectasia: la speranza nasce a Urbino

Dermatologia

Psoriasi infantile: attenzione alla testa

Dermatologia

Dermatite Atopica e sonno: un rapporto difficile

Microbioma

Come preservare il Microbioma ereditario

w w w . l a p e l l e . i t

Cultura Com’era l’infanzia nel Medioevo?

Editoriale

Il recente episodio dell’adolescente che senza un motivo ha massacrato il fratellino e i suoi genitori ha drammaticamente riportato all’attenzione di tutti noi, il disagio nascosto che spesso si vive all’interno di famiglie apparentemente normali. E chiama, ancora una volta in causa il difficile rapporto che negli anni si è andato determinando fra famiglie, scuola e società, ulteriormente complicato dall’arrivo dei social Non è la prima volta che la cronaca registra l’omicidio dei genitori da parte dei propri figli. I casi più emblematici sono rimasti nella mente di chi si accorse, alla fine degli anni ’80, che si stava rompendo il tradizionale patto generazionale che da sempre reggeva l’equilibrio familiare: il rispetto per i genitori Nel 1991, con l’esplosione del più sfrenato consumismo, l’omicidio dei coniugi Maso, a Montecchia di Crosara, in provincia di Verona, sconvolse l’opinione pubblica perché dimostrò che per avere accesso al denaro di famiglia da utilizzare per fare la bella vita, si poteva arrivare a premeditare una strage. Dieci anni dopo successe ancora a Novi Ligure, dove una sedicenne con l’aiuto del proprio fidanzatino massacrò madre e fratello, mancando di poco il padre: il suo movente, ottenere con largo anticipo l’eredità Quello che colpisce maggiormente del più recente caso di Paderno è che, pur trattandosi di un delitto premeditato, manca anche questa sconvolgente motivazione economica. Agli inquirenti il ragazzo ha confessato di averlo fatto per un “confuso desiderio di rendersi autonomo, di andare a vivere da solo, e l’eliminazione della famiglia lo avrebbe preparato a vivere in solitaria” Da quello che si è letto dai verbali degli interrogatori riportati dai giornali, il suo tormento era un senso di estraneità verso il mondo e la famiglia, troppo concentrata – a suo dire – sulle cose materiali e inutili. Questo suo disagio è cresciuto nel tempo insieme alla sensazione che nessuno fosse in grado di capirlo, e aveva dato luogo a una montante inca-

Direttore responsabile

Giorgio Bartolomucci

Redazione

Gabrielle Bottenheim

Carlotta Cittadini

Emanuele Marchetti

Danilo Panicali

Susan Sauer (Washington)

Copertina Foto: Pexels

pacità a controllare i propri impulsi, in un lento avvicinamento verso il feroce attacco e nell’accanimento mostrato con le proprie vittime uccise con ben 68 coltellate, la maggior parte al fratello La chiamiamo angoscia esistenziale, un malessere che spesso accompagna l’adolescenza, che rende quasi impossibile un dialogo con la propria famiglia, gli insegnanti, gli amici, e a definirla fragilità l’abbiamo quasi trasformata in una caratteristica normale di questa fase della vita, vissuta all’interno di famiglie normali. Da adulti, e da operatori della salute, non ci si chiede però perché nei giovani di oggi montano incubi e un’ansia che sono costretti ad affrontare da soli, perché i loro segnali di allarme, che riguardino l’alimentazione, l’aspetto fisico o l’isolamento in camera davanti al computer, sono considerati comuni e non preoccupanti. Non chiedono e non ricevono aiuto, talvolta per vergogna altre per l’incertezza su chi contattare. Può essere l’inizio di un disturbo mentale ma anche solo un senso di alienazione che li allontana dalla realtà, risultato di una serie di fattori che provocano sofferenza e dolore profondi La loro possibile tristezza e il senso di solitudine, in assenza di comprensione e ascolto da parte degli adulti, contrastano con le aspettative dei genitori che impegnati dal lavoro o in buona fede, tendono a guardare in superfice il comportamento dei figli, ne programmano e sostengono le attività ludiche e sportive, ma trascurano di comprendere a fondo le emozioni e i sentimenti, limitandosi a giudicare i risultati raggiunti Mostrandosi delusi se i loro sogni, che possono essere anche gesti d’amore nei riguardi dei figli, non si realizzano Difficile mettersi in discussione, soprattutto da adulti, ma anche questa fragilità unita alla resistenza a chiedere aiuto a un professionista, alla scuola e agli insegnanti, possono portare allo scoppio di crisi familiari che fortunatamente, solo in casi estremi, finiscono in tragedia

Con i contributi di

Sabrina Ciani, Ornello Colandrea, Roberta De Vargas Macciucca, Giorgio Maggiore, Raffaella Manzo, Alessandra Moia, Giulia Panzanelli

Fotografi

Alfredo Mariani, Raffaele Soccio

Agenzie fotografiche

Illustrated Dermatology

Pubblicità

Luciana Lombardi

Edith Wiszniewska

Uffici

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Via Carlo Botta, 17 - 00184 Roma

Tel 06 77073275 - Fax 06 77073168

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Fotolito

DB Grafica Srls (Roma)

Progetto grafico Massimiliano Salvoni

Impaginazione

Isabella Coltré

Stampa

FG Servizi di Giulia de Felicis, Roma

Registrazione del tribunale di Roma N° 273 del 31/5/1995 Roc 35060

CO N G R E S S I

Consensus, traduzioni e nuovi approcci terapeutici pagina 4

A novembre a Roma per parlare di malattie rare pagina 6

D E R M ATO LO G I A

Il difficile quiz diagnostico delle dermatiti in area genitale pagina 8

D E R M ATO LO G I A

Psoriasi infantile: per la diagnosi attenti alla testa pagina 12

M A L AT T I E R A R E

Atassia teleangec tasia: la speranza nasce a Urbino pagina 16

A P P R O F O N D I M E N TO La terapia per il paziente AT pagina 19

D E R M ATO LO G I A

D ermatite Atopica e sonno: un rappor to difficile a ogni età pagina 20

O C U L I S T I C A

Come capire se il bambino ha bisogno degli occhiali pagina 24

M A L AT T I E I N F E T T I V E

Le scuole italiane sono al sicuro dal rischio legionella? pagina 28

8

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A P P R O F O N D I M E N TO La Legionella negli Asili Nido pagina 31

O R TO P E D I A

Piedi piatti nei bambini: quando diventa patologia? pagina 32

C A L E I D O S CO P I O pagina 36

M I C R O B I O M A

Microbioma ereditario come preser varlo? pagina 38

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F I S I O LO G I A

Capire i perché di una scialorrea può ser vire ad affrontarla pagina 42

A P P R O F O N D I M E N TO Le buone pratiche per viaggiare sicuri pagina 45

C U LT U R A

L’infanzia nel Medioevo? Come nasce la parola bambino pagina 46

P S I CO LO G I A

Se il papà o la mamma sono malati pagina 50

S TO R I A D E L L A M E D I C I N A

Paul Eugen Bleuer: l’uomo che inventò la schizofrenia pagina 54

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Pag. 46
Pag. 50

Stelatopia

La linea di prodotti per la pelle molto secca e a tendenza atopica di tutta la famiglia

Azione antiprurito

Protezione della

barriera

Trattamento di sintomi, prurito e arrossamento in caso di dermatosi infiammatorie

cutanea Rinforzo del microbioma cutaneo

Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso.

Trattamento quotidiano

L’applicazione quotidiana di un emolliente Stelatopia® fin dalla nascita, riduce dal 33% al 50% la probabilità di comparsa dei segni clinici della dermatite atopica*

*Studio clinico realizzato su 120 bebè con probabilità elevata di sviluppare dermatite atopica (due genitori atopici). Confrontando un gruppo di 60 bambini che hanno utilizzato tutti i giorni dalla 3°settimana di vita la linea Stelatopia (crema detergente e olio da bagno) e un gruppo di 60 bambini che non hanno utilizzato i prodotti Stelatopia.

Consensus, traduzioni e nuovi approcci terapeutici

A luglio si è tenuta la 36esima edizione del Congresso Nazionale SIPPS tra approfondimenti e novità

di Carlotta Cittadini

La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha una lunga storia Se infatti come associazione scientifica indipendente vide la luce ufficialmente 60 anni fa, la sua nascita andrebbe in realtà fatta risalire a quarant’anni prima, quando cioè venne fondata la Fondazione di Nipiologia Che si consideri buona la prima ipotesi o la seconda, ciò che è certo è che la SIPPS ha sempre costituito l’anello di congiunzione tra la Società Italiana di Pediatria e le altre Società di settore a essa collegate Inserendosi, tra l’altro, sempre con autorità nell’attenzione alle problematiche di prevenzione, in senso lato, dell’età evolutiva Più in particolare, la SIPPS si è preso l’impegno di approfondire specifiche tematiche sanitarie che rimandano essenzialmente a quelli che universalmen-

te vengono riconosciuti come i fabbisogni primari dei bambini e delle famiglie del XXI secolo In particolare, si legge nelle linee programmatiche dell’Associazione, il bisogno di formazione continua, di programmazione degli interventi, l’attenzione alle problematiche sociali, l’oculato controllo delle fonti e degli investimenti, la flessibilità operativa, la cooperazione delle diverse figure istituzionali non devono più, al giorno d’oggi, costituire una mera utopia d’ideali ma, calate nei diversi contesti socio-sanitari, devono rappresentare gli obiettivi primari e indifferibili di una vera, attenta, intelligente società scientifica. Su questi presupposti la SIPPS da tempo opera identificando e trasferendo ai suoi iscritti le novità che provengono dagli studi e dalle ricerche tenendo conto dei reali bisogni di una so-

Di Mauro,

cietà i cui bambini rappresentano un patrimonio unico e insostituibile su cui occorre investire, impegnarsi, prendersi cura nei tempi e nei modi necessari. In tal senso, acquisisce ancora più importanza il momento formativo per eccellenza, ossia il Congresso Nazionale, giunto alla sua 36esima edizione, che ha finito col diventare, anno dopo anno, un appuntamento imprescindibile durante il quale fare sintesi di tutte le iniziative promosse individualmente dai membri e dall’Associazione durante l’anno ma è anche l’occasione per interrogarsi sulla validità dello stesso format congressuale Con queste premesse si è aperto l’incontro tenutosi dal 5 al 7 luglio scorsi, all’interno della rinnovata struttura del Palazzo degli Affari di Firenze Intitolato “Il pianeta delle nuove generazioni”, presieduto dal Prof Giuseppe De Mauro, qui nella duplice veste di Presidente SIPPS e della stessa manifestazione Notevole la risposta in termini di partecipazione, a testimonianza dell’interesse che le tematiche affrontate durante la tre giorni di lavori hanno saputo generare Come la discussione che ha portato all’aggiornamento della Guida Pratica sulla gestione della febbre e del dolore in età pediatrica, pubblicata nel 2016 e perfezionata dagli stessi autori in una nuova edizione Ma anche la presentazione di una nuova Guida Pratica, dedicata questa volta interamente all’ortopedia in età pediatrica, distribuita a tutti i pediatri intervenuti Ampio spazio è stato poi dato al confronto sulla Consensus dedicata al bambino e all’adolescente che praticano sport, e a quello sulla traduzione del “Who Pocket Book On Primary Care In Pediatrics”: importantissimo lavoro di adattamento nella nostra lingua del famoso manuale “tascabile” edito da un numeroso panel

di esperti dell’OMS e di revisori esterni (altrettanto numerosi) Un volume tascabile dove vengono prese in considerazione la gran parte delle patologie dell’età pediatrica, in maniera schematica e sintetica con una prima parte dedicata alla primary care e ai suoi bilanci di salute Impossibile poi non ricordare come la kermesse scientifica sia stata preceduta, anche quest’anno, da diversi corsi teorico-pratici. Tra questi citiamo quello dedicato ai difetti congeniti dell'Immunità, dal sospetto alla gestione nell’ambulatorio del pediatra e quello dedicato alla gestione multidisciplinare del prurito nei pazienti affetti da Dermatite Atopica (DA) destinato ai pediatri di famiglia, ai dermatologi, agli allergologi pediatri, ai pediatri ospedalieri e ai medici di medicina generale Concepito per fornire al professionista gli strumenti più consoni per scegliere i farmaci più approrpiati, ma anche gli emollienti e le tecniche comportamentali più performanti supportate da prove di efficacia, riducendo gli eventi avversi correlati a un eccessivo e/o sbagliato utilizzo dei corticosteroidi topici e migliorando la qualità della vita dei pazienti Terminiamo citando un altro corso molto interessante dedicato al nuovo modello di valutazione neuroevolutiva del bambino durante il quale sono stati presentanti gli elementi base di semeiotica e l’approccio semplificato per la valutazione della dimensione motoria, psicorelazionale e dell’asse di regolazione, fornendo al contempo le modalità per migliorarsi su come spiegare ai genitori e promuovere lo sviluppo psicomotorio e come utilizzare schede e i materiali dell’ISS per elevare la qualità assistenziale nell’Area del Neurosviluppo, troppo spesso affidata precocemente allo specialista

A novembre a Roma per parlare di malattie rare

L’appuntamento con uno dei più importanti congressi italiani dedicati alle malattie rare in dermatologia pediatrica

Le Giornate dedicate alle Malattie Rare in Dermatologia Pediatrica nacquero ufficialmente nel 2008, quando due delle principali istituzioni di Dermatologia Pediatrica di Roma, l’IDI e l’Ospedale Bambino Gesù, diedero vita a un congresso pensato per fornire al pediatra e al dermatologo, informazioni aggiornate su quelle patologie difficili da incontrare nel corso della propria carriera, spesso orfane, ma per le quali una diagnosi tempestiva può spesso fare la differenza Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata ma l’appuntamento annuale ha non solo saputo confermare la propria attrattiva in termini di partecipazione ma anzi l’ha accresciuta divenendo uno di

quegli eventi formativi immancabili per tanti professionisti del settore pediatrico e dermatologico ma non solo La presa in carico del paziente affetto da una patologia rara richiede infatti, nella maggior parte dei casi, un approccio multidisciplinare, coinvolgendo nel percorso terapeutico anche altre professionalità non solo provenienti dal mondo medico Sono passati gli anni e nel tempo il congresso si è evoluto, trasformandosi e aprendosi ad altre discipline, raccogliendo testimonianze di medici e pazienti, facendosi promotore e organizzatore di reti diffuse sul territorio e oltre confine, riuscendo a dare speranze e soprattutto risposte alle famiglie dei pazienti più fragili, aiutandoli a

Prof ssa

Maya El Hachem

superare i recinti di quella solitudine percepita e, spesso, provocata dall’ignoranza, la negligenza delle istituzioni e l’indifferenza del mondo farmaceutico Chi prende parte al congresso, sa esattamente che riceverà informazioni importanti, difficilmente reperibili sui libri di testo e soprattutto che avrà un’occasione speciale per poter confrontare le proprie esperienze, per ricevere suggerimenti su come affrontare mali per i quali tutta la preparazione personale forse può non bastare Quest’anno l’evento prenderà il via il 29 novembre per poi chiudersi il giorno dopo, presso la sede dell’NH Hotel Carpegna di Roma. Patrocinato, come ormai cosnuetudine, da sigle importanti quali ADOI, OMAR, SIDeMaST, SIP, SIDERP e dall’European Reference Networks SKIN, sarà presieduto come di consueto dalla Prof ssa Maya El Hachem, che aprirà anche ufficialmente la due giorni di lavori Sei le sessioni principali lungo cui si dipanerà il programma scientifico che, come sempre, vedrà altenarsi sugli scranni dei relatori alcune delle figure di riferimento nel panorama internazionale della dermatologia pediatrica La prima, sarà interamente incentra sulla genetica e si articolerà attraverso 4 momenti di discussione Il primo intitolato “Dalla cute al cuore: come orientarsi nel sospetto di una aortopatia ereditaria”, cui seguiranno: “Il genetista clinico e le Genodermatosi: quali esami

chiedere al laboratorio?”; “Epidermolisi bollose: Progetto europeo sulla qualità della vita e impatto socioeconomico”; “Il lato oscuro delle displasie ectodermiche: i fenotipi più rari e correlazioni con i pathways classici” A conclusione della sessione, la lettura: “Dermatosi gravi da farmaci” Sempre nella giornata di venerdì 29, avrà luogo la seconda sessione organizzata con la preziosa collaborazione dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri durante la quale si parlerà, tra le altre cose, di presunti emangiomi infantili, di innovazione terapeutica in dermatite atopica, di lesioni bollose del neonato e per finire di pemfigo La giornata si chiuderà con la terza sessione anch’essa congiunta con ADOI, durante cui si affronteranno temi come i granulomi piogenici e le malformazioni vascolari; l’utilizzo dei JAK inibitori nelle malattie rare; l’informazione come terapia per combattere stigma e paura. Subito dopo prenderà il via la quarta sessione dedicata alle sindromi con chiazze caffelatte; alle malformazioni vascolari: consulenza genetica congiunta; la psoriasi e malattie rare La quinta sessione prenderà il via alle 8:30 del 30 novembre con la conferenza intitolata Pitiriasi Rotunda; si proseguirà parlando di NF1: correlazioni genotipo fenotipo; Lichen scleroatrofico; Emangioma infantile epatico: occorre un follow-up?; Le voglie: tra credenza, arte e scienza; le malformazioni capillari; la sindrome Leopard e per finire “le diagnosi differenziali in dermatologia pediatrica” Ogni sessione avrà un momento di discussione dedicato agli argomenti trattati in modo da consentire un proficuo scambio di opinioni tra partecipanti e relatori con la possibilità di esprimere dubbi e chiedere delucidazione agli esperti di turno Dulcis in fundo, la sesta sessione, interattiva, dedicata all’indimenticabile Giovani Mauro Paradisi, compianto papà del congresso,venuto a mancare alcuni anni orsono, ma la cui presenza spirituale ancora anima e genera quell’entusiasmo necessario a confezionare ogni anno un appuntamento congressuale così ricco di contenuti e di interessanti prospettive di approfondimento

Il particolare microambiente, caldo e umido, della zona gluteo perineale favorisce l’azione irritativa

Il difficile quiz diagnostico

delle dermatiti in area genitale

Se è vero che circa il 30% di tutti i piccoli pazienti che i genitori portano a visita pediatrica, al di fuori dei controlli periodici per la crescita, ha un problema dermatologico, le preoccupazioni maggiori si riscontrano se il problema è localizzato nell’area genitale. Spesso,

però, la diagnosi non è semplice e può rappresentare una sfida non solo per il pediatra ma anche per il dermatologo più esperto Le dermatiti che possono interessare l’area genitale sono infatti molteplici e i sintomi, molto simili fra loro, possono costituire un puzzle diagnostico di

dermatologia / la Pelle baby 8

chiazze poco desquamanti, ben demarcate e distinte dalla cute sana, il coinvolgimento delle pieghe la differenzia da una dermatite irritativa da pannolino Anche la Dermatite Seborroica può manifestarsi con lesioni eritematose-squamose a limiti netti che interessano l’area del pannolino insieme alle guance, il cuoio capelluto, le pieghe cutanee e la parte alta del torace La Milaria Rubra, invece, mostra lesioni micropapulose eritematose, talvolta anche con microvescicole, che oltre alla regione del pannolino interessano il collo e le pieghe cutanee b) Le manifestazioni cutanee in sede genitale possono far pensare a lesioni identiche riferibili a una malattia di base? Gli esempi più classici sono la dermatite atopica, la dermatite seborroica, la scabbia, l’impetigine, la miliaria rubra, la psoriasi, ecc ecc c) La causa principale delle lesioni può essere dovuta a un microrganismo ben noto? È il caso delle infezioni cutanee primitive sostenute da germi piogeni note come piodermiti, della dermatite streptococcica perianale, delle verruche anogenitali, del mol-

La psoriasi dell’area del pannolino

La psoriasi nell’area del pannolino (Napkin psoriasis) è la forma di psoriasi più comune nella prima infanzia e solitamente fa il suo esordio dopo il terzo mese di vita La patologia, che coinvolge appunto la zona genitale del bambino e, come dice il nome, in particolare quella del pannolino, è contraddistinta da un 'eruzione eritematosa lucida, ben delimitata rispetto alla cute sana circostante, di colorito rosso vivo, che si estende anche alle pieghe. Solitamente la desquamazione tipica della patologia e minima. Spesso si accompagna anche a manifestazioni del disturbo nella zona dell’ombelico e a pitting ungueale (picchiettatura a ditale da cucito: segno clinico caratteristico della psoriasi) Vista la zona di insorgenza, la diagnosi risulta particolarmente complessa poiché è spessp confusa con la infezione da candida (in questo caso saranno presenti anche delle pustole satelliti e un orletto desquamativo periferico), con la dermatite seborroica e con la dermatite irritativa Al medico non resta che compiere una attenta anamnesi che comprenda la storia familiare del paziente e seguire l'evoluzione del quadro e l'eventuale comparsa di nuove lesioni per poter effettuare una diagnosi corretta. In molti casi la diagnosi può essere semplificata dalla presenza di qualche chiazza psoriasica sparsa a livello di altre regioni del corpo Dopo i due anni di età si osservano più comunemente forme meno estese, con manifesta-

lusco contagioso, la vulvovaginite da herpes HSV2, ecc ecc d) Le lesioni cutanee in questa area genitale possono rappresentare l’esordio di malattie sistemiche? Sono casi rari, ma avviene nel caso della Malattia di Kawasaki, che prima di essere correttamente diagnosticata come una vasculite acuta multisistemica con importante interessamento cardiaco può esordire con un eritema perineale ben delimitato, a evoluzione estensiva, talvolta dolente e accompagnato da desquamazione Lo stesso dicasi per l’Acrodermatite Enteropatica che può manifestarsi inizialmente con lesioni cutanee eritematose a limiti netti e moderatamente desquamanti, precedute da elementi vescicolo bollosi, che interessano le zone periorali, anali e genitali Nelle fasi successive le lesioni cutanee si estendono anche le aree flessorie, a zone sottoposte a strofinamento, le mani e i piedi e il quadro dermatologico caratterizza costantemente questa malattia genetica che causa una grave carenza di zinco e) Si possono escludere quadri patologici di dermatosi rare la cui eziologia è ancora in-

zioni circoscritte all’area genitale e inguinale come la cosiddetta psoriasi inversa che si manifesta principalmente con un arrossamento che interessa le pieghe cutanee e non implica la comparsa di squame La terapia nei bambini si avvale principalmente di preparati topici contenenti vari corticosteroidi, da utilizzare però con moderazione A differenza di come si cura la psoriasi in altre zone del corpo, nell’area genitale l’uso di creme a base di derivati della vitamina D (tra cui il calcipotriolo e il tacalcitolo) è sconsigliato, in quanto potenzialmente irritanti. Sono molto utilizzate, invece, creme dal potere emolliente e idratante, che hanno lo scopo di limitare gli effetti collaterali dei trattamenti farmacologici Nel caso di forme di psoriasi caratterizzate da desquamazione, solo nei bambini più grandi - dunque non negli infanti - possono essere impiegate delle creme cheratolitiche (a case di acido salicilico, urea, miscele di alfa e beta idrossiacidi), che hanno la funzione di rimuovere le squame e favorirne l’eliminazione. Nelle forme più gravi e particolarmente estese, che manifestano resistenza alle terapie o possono provocare disagio psicologico, si può ricorrere a terapie sistemiche a base di farmaci biologici il cui utilizzo è approvato anche in età pediatrica. L’elioterapia può essere consigliata nella cura di forme di psoriasi molto estese, ma si sconsigliano i trattamenti con lampade a raggi ultravioletti

c e r t a m a c h e h a n n o una loro rilevanza dermatologica ben definita, per esempio come la Pityriasis Rosea di Gibert (si manifesta inizialmente con una macchia madre rossastra tonda e larga fino a 3 centimetri di diametro, dai contorni definiti e con tendenza a desquamarsi) Le macchie satellite compaiono dopo alcuni giorni, sono più piccole e si diffondono attorno alla macchia madre; oppure come le Istiocitosi a Cellule di Langherans note in passato come Istiocitosi X (Malattia acuta disseminata di Abt-Letterer-Siwe; Malattia cronica progressiva di Hand-Schuller-Christian) caratterizzate da proliferazione e accumulo di cellule della linea monocitico-macrofagica che si manifestano nei primi mesi di vita con lesioni cutanee papulose, talvolta purpuriche, lichenoidi, che possono erodersi e divenite crostose, nell’area del pannolino A queste due ultimamente si è aggiunta un’altra entità nosologica chiamata esantema eritemato-papulare a piccoli elementi asimmetrico, talvolta confluente, che compare a livello di una piega (APEC). L'esordio è monolaterale ma può successivamente estendersi anche al lato opposto In conclusione, la complessità del quadro appena abbozzato porta con se una domanda tanto scottante quanto ineludibile: cosa consigliare e cosa prescrivere trovandosi davanti a un caso clinico di difficile interpretazione? La buona notizia è che per esperienza comune raramente le dermatiti da pannolino vere, di natura semplicemente irritativa, non hanno bisogno di terapie mediche ma di particolari attenzioni e responsabilità che i genitori devono imparare ad assumere: cura e igiene della pelle del neonato, maggior frequenza di cambi degli indumenti usa e getta, detersione con prodotti topici emollienti non aggressivi, l’obiettivo è ridurre il ristagno di urina, dell’umidità locale e del pH dell’area, per garantire una cute più asciutta, meno sensibile agli agenti irritativi, e il ripristino della barriera epidermica In presenza di segni in caso di aggravamento del quadro clinico, o di sovra infezione da Candida albicans va considerata l’applicazione di un topico antimicotico due volte al giorno per 10 - 20 giorni I cortisonici locali, rigorosamente non fluorurati e di bassa potenza, vanno prescritti in casi selezionati e per brevissimi periodi di tempo Per tutte le altre forme di dermatiti dell’area gluteo perineale non irritativa, l’aspetto fondamentale da cui partire rimane l’inquadramento diagnostico e differenziale, e ove non si fosse del tutto sicuri ricorrere a una consulenza dermatologica pediatrica, senza riporre le proprie aspettative sull’effetto della classica crema corticosteroidea, o antibiotica che rischia solo di ritardare la cura creando pericolose resistenze

L’Istocitiosi a Cellule di Langherans: esordio nell’infanzia

L'Istiocitosi delle cellule di Langerhans (HCL) è una condizione sistemica caratterizzata da proliferazione e accumulo (di solito sotto forma di granulomi) delle cellule di Langerhans in vari tessuti. La sua prevalenza è stimata intorno a 1-2/100.000 e l'esordio avviene solitamente durante la infanzia. Lo scheletro è l'apparato più frequentemente colpito (80% dei casi), seguito dalla cute (35%) e dalla ghiandola ipofisaria (25%). Il coinvolgimento del sistema emopoietico (citopenia), polmoni e fegato è molto meno comune (15-20% dei casi) ma causa una forma più grave della malattia La HCL è una malattia grave per la natura aggressiva delle forme ematiche nella prima infanzia, e per le sequele a lungo-termine associate al coinvolgimento polmonare e epatico (colangite sclerosanti) e i sintomi neurodegenerativi (2% dei casi). La malattia può insorgere con una crisi singola o con crisi multiple. Può portare a esiti estetici o funzionali con un 'espressività variabile che dipende dalla sede coinvolta (sordità, insufficienza epatica o respiratoria, diabete insipido, de-

ficit dell'ormone della crescita e sindrome cerebellare) L'eziologia rimane sconosciuta La diagnosi di HCL si basa di solito sulle analisi istologiche e immunoistochimiche dei tessuti affetti. La TAC del torace può consentire negli adulti la diagnosi in presenza del solo coinvolgimento polmonare. Possono essere considerate varie diagnosi alternative in supporto al quadro clinico associato e ai segni radiologici. La scelta dell'approccio terapeutico dipende dall'estensione della malattia che viene accertata con gli esami di routine (esame clinico, emocromo, test di funzionalità epatica, radiografia dell'osso e del torace) Nei bambini, il trattamento delle forme sistemiche si basa sulla combinazione dei corticosteroidi con vinblastina. Il trattamento di seconda scelta per i pazienti con la malattia progressiva è disponibile presso centri specializzati. La prognosi quod vitam non è di solito compromessa nelle forme dell'infanzia, a eccezione dei casi con coinvolgimento ematologico resistente alla terapia di prima scelta (Fonte: https://www orpha net/)

Psoriasi infantile: per la diagnosi attenti alla testa

La presenza di lesioni all’altezza del cuoio capelluto sarebbe la principale manifestazione della psoriasi in età pediatrica di Paolo Ordine

Abbiamo spesso parlato di psoriasi infantile e di come a essere più colpite da questa malattia infiammatoria cronica, siano le femmine tra i 7 e gli 11 anni. Abbiamo anche ribadito più volte di come trattandosi di una malattia genetica, i casi a esordio precoce hanno nella familiarità il fattore di rischio più importante, anche se la sintomatologia clinica può essere scatenata da fattori amb i e n t a l i , t r a u m i , i n f e z i o n i e stress Un aspetto della patologia che però merita un particol a r e e u l t e r i o r e a p p r o f o n d imento è perché la psoriasi che si manifesta durante l’infanzia, vada a coinvolgere principalmente alcuni distretti corporei, come l’aria del cuoio capelluto e degli annessi cutanei Se infatti è vero che circa la metà degli oltre due milioni di italiani adulti che soffrono di psoriasi, soffre di psoriasi volgare del cuoio capelluto, secondo numerosi studi, la percentuale sarebbe ancora più alta in età pediatrica, costituendo in molti casi l’unica manifestazione della patologia. Tra i primi studi a evidenziare questa caratteristica preminenza, ce ne è uno in particolare che ha riscosso notevole attenzione nel mondo accademico Ci si riferisce a una ricerca condotta negli Stati Uniti e intitolata “Clinical manifestations of pediatric psoriasis: Results of a multi-center study in the United States” Gli autor i hanno coinv o l t o 1 8 1 b a m b i n i , d i età compresa tra i 5 e i 17 anni, affetti da psoriasi a placche da sei o più mesi, arruolati in 8 cliniche dermatologiche s t a t u n i t e n s i g e o g r a f i c a

mente separate durante il periodo di studio. Ai soggetti/tutori è stato chiesto se i piccoli pazienti avessero una storia di coinvolgimento del cuoio capelluto e delle unghie e se il quadro iniziale fosse di tipo guttato. La gravità del picco psoriasico è stata valutata e definita come psoriasi lieve (MP) o p s o r i a s i g r a v e ( S P ) t e n e n d o conto sia della valutazione globale del medico che dell’estensione di superficie corporea interessata dalla sintomatologia.

D e i s o g g e t t i a r r u o l a t i , 7 8 (43,1%) avevano psoriasi lieve

(MP) e 103 (56,9%) soffrivano di una psoriasi grave (SP). Dai dati raccolti si è evidenziato come nel 79,0% dei soggetti (143 pazienti) fosse possibile rintracciare un coinvolgimento del cuoio capelluto mentre solo il 39% dei soggetti dichiarava anche un coinvolgimento delle unghie. È emerso, altresì, che i bambini di sesso mas c h i l e a r r u o l at i n e l l a r i ce rc a hanno presentato un minor coinvogimento del cuoio capelluto rispetto alle bambine, dimostrando, però, all’opposto una maggiore predisposizio-

Artrite psoriasica infantile: rara ma esiste

L’artrite psoriasica è una patologia che colpisce prevalentemente adulti tra i 30 e i 50 anni, tuttavia in alcuni rari casi può insorgere già in bambini e adolescenti prima dei 16 anni senza particolari differenze tra maschi e femmine. L’artrite psoriasica giovanile ha una prevalenza stimata di non oltre 10 bambini su 33mila, e una diagnosi precoce di questa condizione è determinante per il buon esito delle terapie Malattia infiammatoria immunomediata che si associa alla iperproduzione di citochine proinfiammatorie, si manifesta

con dolore e rigidità articolare e un ingrossamento delle dita Nei ragazzi e nelle ragazze non vanno sottovalutati sintomi quali le talloniti recidivanti o il dolore lombare notturno che migliora con il movimento Come negli adulti, è maggiore il rischio di svilupparla se si haun parente di primo grado affetto dalla stessa patologia o da psoriasi anche se non si può parlare di malattia genetica Per questo non esiste un test genetico per la diagnosi Per la diagnosi, fondamentale l’esame di un Reumatologo esperto

ne a un coinvogimento delle unghie. Differenze che non si esclude possano essere provocate dal fenomeno di Koebner in questi siti, e ciò ha fatto suggerire, agli Autori dello studio, trattamenti terapeutici specifici in base al genere. In entrambi i casi, comunque, le manifestazioni cliniche sul capo e sulle unghie non erano correlate alla gravità della psoriasi, contrariamente a quanto invece sar e b b e s t a t o e v i d e n z i a t o n e i soggetti adulti. I pazienti affetti da psoriasi grave ripor tavano più spesso una storia di lesioni guttate rispetto ai soggetti f f e t t i d a p s o r i a s i l i e v e Un'infezione streptococcica antecedente era più com u n e n e i b a m b i n i c o n psoriasi guttata rispetto a quelli con psoriasi a placche all'esordio ma, anche n q u e s to c a s o, n o n e ra correlata alla gravità L’anaisi dello studio ripor tato sembrano quindi confermare che la principale sed e d i i n s o r g e n z a d e l l a psoriasi infantile sia costituita dalla zona del cuoio capelluto Come ben sanno i dermatologi e i pediatri, le lesioni ipercherasiche che si manifestano

trattarsi di una blanda manifestazione della psoriasi. in entrambi i casi le differenza non sono di poco conto Le lendini dei pidocchi sono ancorate alla base dei singoli capelli e hanno una forma regolare, ovale, di colore giallastro o grigio quando sono ancora piene, mentre quelle già schiuse hanno un colore bianco Di solito si concentrano soprattutto sulla nuca, sulle tempie e dietro le orecchie, mentre le scaglie bianche argentee della for fora hanno dimensioni diverse, sono più larghe, si distribuiscono più unifor memente tra i capelli e si staccano facilmente dal cuoio capelluto e dai capelli L’esfoliazione tipica della psoriasi, invece, avviene attraverso squame piuttosto piccole ma farinose, giallastre o biancastre. Come per quella localizzata sul resto del corpo, sono diverse le cause della psoriasi del cuoio capelluto. Oltre alla predisposizione genetica, infatti, gioca un ruolo fondamentale il malfunz i o n a m e n to d e l s i s te m a i mmunitario che può essere caus a t o d a d i v e r s i f a t t o r i q u a l i : stress, uso di farmaci come il litio. Poiché le forme pediatriche

sono spesso lievi, il trattamento è principalemente con creme a base di cortisonici, calcipotriolo, tazarotene, catrame vegetale, anti-infiammatori non steroidei. Quando l’infiammazione è importante, lo specialista può consigliare il cortisone l o c a l e d a a c c o m p a g n a r e a emollienti e idratanti, e shampoo delicati Sui bambini più grandi, e solo sulle lesioni, per favorire il distacco e l’eliminazione delle squame si possono utilizzare creme cheratolitiche. Nelle forme più diffuse può essere utile l'elioterapia senza dimenticare che l'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti è particolarmente dannosa in età pediatrica. Da evitare quindi il t r a t t a m e n t o c o n l a m p a d e a

r a g gi u l t r av i o l e t t i a n c h e n e i mesi invernali. Infine, nelle forme molto gravi e estese, resis te nt i a l l e te ra p i e to p i c h e, è possibile procedere anche con terapie sistemiche a base di farmaci biologici, alcuni dei quali sono approvati oggi anche in età pediatrica. In questo caso, però, il dermatologo dovrà seguire il paziente costantemente onde identificare qualsiasi effetto collaterale.

E se fosse Pseudotigna Amiantacea?

La Pseudotigna Amiantacea è una dermatite che si localizza sul cuoio capelluto dove di osservano ciuffi di peli inglobati e agglutinati in un materiale friabile biancastro Un tempo considerata una forma di infezione batterica, oggi la si considera comunemente una forma frusta di psoriasi soprattutto nei bambini Dalle frequenti recidive, si tratta di una patologia rara e distintiva caratterizzata da forte desquamazione e infiammazione del cuoio capelluto, che può ricordare l’aspetto della tigna (dermatofitosi). A differenza di quest’ultima, però, non è causata da un’infezione fungina, ma piuttosto da una reazione infiammatoria cronica. I motivi della sua insorgenza non sono ancora completamente noti, ma si ritiene probabile che alla base vi sia una combinazione di fattori genetici, predisposizione individuale e infiammazione cutanea La sintomatologia consiste nella formazione di squame argentee e aderenti al cuoio capelluto, che possono formare uno strato amiantaceo, la presenza di croste spesse e aderenti al cuoio capelluto. Il cuoio capelluto interessato appare arrossato e infiammato mentre la presenza persistente delle croste può favorire lo sviluppo di infezioni batteriche o fungine che possono causare ulteriori complicazioni. Le squame che aderiscono saldamente ai capelli e al cuoio capelluto, formano una sorta di “casco” Alla desquamazione può associarsi anche la perdita di capelli localizzata o diffusa Tra le opzioni terapeutiche, l’uso di shampoo a base di sostanze cheratolitiche o antinfiammatorie per ridurre la desquamazione e l’infiammazione del cuoio capelluto. Gli shampoo a base di corticosteroidi o acido salicilico possono essere prescritti per aiutare a ridurre l’infiammazione e promuovere il distacco delle squame. In alcuni casi più gravi o refrattari al trattamento topico, possono essere prescritti corticosteroidi topici più potenti o terapia con fototerapia UVB per ridurre l’infiammazione e normalizzare la crescita delle cellule del cuoio capelluto Fondamentale evitare di grattare o rimuovere meccanicamente le squame, poiché ciò potrebbe aumentare l’irritazione e l’infiammazione della cute del cuoio capelluto. La diagnosi della pseudotigna amiantacea di solito si basa sull’osservazione dei sintomi e sull’esame del cuoio capelluto da parte di uno specialista. Infine due parole sulle tipologie esistenti di pseudotigna amiantacea: forma localizzata quando le croste si manifestano in una zona specifica del cuoio capelluto; forma diffusa quando coinvolge una vasta area estendendosi su più zone del cuoio capelluto; Pseudotigna amiantacea associata alla psoriasi; Pseudotigna amiantacea cronica; Pseudotigna amiantacea in età pediatrica, che può presentare caratteristiche uniche rispetto alla pseudotigna amiantacea negli adulti; Pseudotigna amiantacea secondaria, quando cioè è una manifestazione secondaria di altre condizioni del cuoio capelluto, come infezioni fungine, dermatite seborroica o psoriasi.

Un devastante deficit immunitario autosomico e recessivo, cellulare e umorale è alla base di una patologia che colpisce le cellule cerebrali, dell’endotelio della congiuntiva e della cute

Atassia teleangectasia: la speranza nasce a Urbino

di Francisco Marquez

La ricerca medica italiana continua a raggiungere risultati che la pongono fra le prime al mondo Nella sua edizione di agosto 2024 la rivista Lancet Neurology,

prima da Sylaba e Henner nel 1926 e successivamente da Luis-Bar nel 1941 Si tratta di una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva La tecnologia messa a fra le più importanti nel campo d e l l a n e u r o l o g i a c l i n i c a h a pubblicato i risultati di uno studio clinico condotto in 22 centri distribuiti in 12 Paesi su tutti i continenti, che ha coinvol-

to 175 pazienti di età pari o superiore a sei anni affetti da Atassia Teleangectasia, una rara malattia pediatrica Conosciuta anche come Sindrome di Louis-Bar, fu descritta

p u n t o e b r e v e t t a t a p r e s s o l’Università degli studi di Urbino da un gruppo di ricerca guidato dal professor Mauro Magnani si basa sull’uso innovativo dei globuli rossi trasformati in carrier per farmaci specifici Magnani, insieme alla professoressa Luigia Rossi, nel 2007 ha fondato una start che ha trovato il supporto di fondi provenienti da venture capital e da alcuni finanziamenti pubblici, ed è stata poi acquisita dall’azienda americana Quince Therapeutics, che ha potenziato gli studi fino a r i c e v e r e d a l l a F o o d a n d Drug Administration, l’agenzia responsabile della valutazione e della regolamentazione dei farmaci negli Stati Uniti, il via libera per accelerare il processo di revisione dei trattamenti in corso di sperimentazione Ma vediamo in cosa consiste questa rara malattia che - come recita il Manuale MSD - deriva da un difetto nella riparazione del DNA che di frequente causa un deficit immunitario primitivo, autosom i c o r e c e s s i v o , c e l l u l a r e e umorale L'incidenza stimata è di 1 su 100 000 nati vivi, e la mutazione avviene nel gene che codifica una chinasi proteica ataxia-telangectasia-mutated (11q22 3) espresso ubiquitariamente che svolge un ruolo nel controllo della riparazione delle rotture a doppio filamento (DSB) nel DNA, in particolare nelle cellule di Purkinje del cervelletto e nelle cellule cerebrali, nell'endotelio della congiuntiva e della cute e aiuta a controllare il tasso di crescita e divisione cellulare L'età di esordio dei sintomi neurologici e l'evidenza dell'immunodeficienza variano nel tempo a seconda degli in-

dividui Il più delle volte il primo sintomo si manifesta tra il primo e il secondo anno di vita, sotto forma di un andamento atassico, caratterizzato da disturbi della coordinazione muscolare volontaria quando i bambini iniziano a

camminare, che si associa a movimenti anomali della testa e alla perdita dell'equilibrio e, successivamente, alla c o m p a r s a d i u n l i n g u a g g i o confuso e a movimenti oculari anomali. Anche la gravità dei sintomi polmonari, neuro-

Diagnosi, diagnosi differenziale e prognosi

d i A - T d o

logici e del sistema immunitario varia considerevolmente V e r s o i 9 - 1 0 a n n i p o s s o n o comparire tremori alle estremità e i problemi di coordinamento motorio si aggravano progressivamente La coreoatetosi è abbastanza comu-

stata individuata almeno una mutazione inattivante d e l g e n e AT M . U n a d i a g n o s i c l i n i

blematica essa può avvenire attraverso la valutazione dell’aumento dei livelli sierici di IgA e di alfa-1-fetoproteina, oppure con un’analisi citogenetica che può evidenziare le traslocazioni 7;14 Le seguenti alterazioni cliniche suggeriscono la diagnosi di atassia-telangectasia: Atassia cerebellare in presenza di telangectasie; bassi livelli di IgA (presenti nell'80% dei pazienti con questo disturbo) e alti livelli di alfa-1 fetoproteina. Quando si esegue l'analisi del cariotipo, spesso si riscontranorotture cromosomiche, consistenti con un difetto nella riparazione del DNA. La diagnosi di atassiatelangectasia è certa se si identificano mutazioni in entrambi gli alleli del gene per la proteina ataxia-telangectasia-mutated (ATM) La diagnosi differenziale si p o n

2 e con la malattia A-T-simile, che è una variante rara

E 1 1 (11q21), che codifica per una proteina coinvolta nella riparazione delle DSB. La presa in carico è sintomatica e comprende la fisioterapia, la terapia del linguaggio e il trattamento delle infezioni e delle complicazioni polmonari. Dato che le cellule dei pazienti affetti da A-T mostrano suscettibilità ai raggi X, la radioterapia, associata ad alcune forme di chemioterapia, deve essere usata con cautela I bambini affetti spesso necessitano della sedia a rotelle all'età di 1011 anni. La prognosi è grave, per la possibilità di insorgenza di infezioni respiratorie, per la neurodegenerazione, l'invecchiamento cutaneo-mucoso precoce e il rischio di sviluppare tumori (il 35% dei pazienti sviluppa un cancro prima dei 20 anni) Il trattamento finora si è basato sulla profilassi antibiotica o sulle immunoglobuline, e grande attesa è rivolta ora al nuovo approccio messo a punto presso l’Università di Urbino di cui si parla nell’articolo.

L’eterogeneità delle manifestazioni cliniche rende necessario un approccio multidisciplinare per gestire i sintomi

La terapia per il paziente AT

La complessità delle diverse malattie accomunate dalla stessa alterazione genica e l’eterogeneità delle manifestazioni cliniche rende al momento difficile fornire raccomandazioni terapeutiche uguali per tutti i pazienti ma prevede un approccio multidisciplinare per gestire i vari sintomi. Cerchiamo di fare chiarezza nel quadro complesso degi approcci terapeutici attualmente a disposizione Gestione dei problemi immunologici e infettivi I soggetti affetti da Atassia-telangectasia (AT) possono presentare una aumentata suscettibilità alle infezioni dovuta in parte al difetto immunitario ma anche a problemi di tipo “meccanico” (polmoniti ab ingestis da mancata coordinazione nella deglutizione; diminuzione della espansione della gabbia toracica e difficoltà nella mobilizzazione a causa dei problemi neurologici) Difficoltà nel controllo del movimento che si evidenzia già nei primi anni di vita e peggiora in età scolare fino alla pre-pubertà I pazienti possono mostrare problemi di mantenimento della stazione eretta o della seduta e tendenza a oscillare Intorno alla seconda decade di vita la maggior parte dei bambini AT sono costretti all’uso della sedia a rotelle per percorrere lunghe distanze.

pacità neuromotorie basilari e ove possibile di creare le condizioni perché il paziente possa recuperare la funzionalità o trovare compensi che ne migliorino l’adattamento e l’autonomia Per il bambino AT è necessario valutare precocemente un percorso riabilitativo dedicato che colga e contrasti i momenti critici nell’evoluzione della malattia Alcune fasi critiche segnano l’evoluzione della malattia e costituiscono momenti intorno ai quali costruire un intervento riabilitativo e fisioterapico specifico a seconda della età di vita e dello stadio della malattia Molti pazienti AT presentano infine sintomi neurologici come tremori e discinesie che possono trarre giovamento da un trattamento farmacologico specifico Nei casi con problemi respiratori è importante valutare un programma individualizzato di fisiokinesiterapia respiratoria.

Radioprotezione e Chemioterapia

Gestione dei problemi neurologici e neuro-riabilitativi

L’AT è una malattia neurodegenerativa a lenta progressione che nell’arco di alcuni anni determina la perdita di importanti funzioni neuromotorie Il ridursi dell’autonomia motoria e infine la perdita della deambulazione segnano un’accelerazione della progressione della malattia, sia per quanto riguarda le residue capacità neurologiche che le condizioni generali del paziente Come per tutte le affezioni degenerative, in assenza di un trattamento risolutivo, l’obiettivo della terapia riabilitativa e farmacologica è quello di procrastinare al massimo la perdita delle ca-

Nei pazienti AT si riscontra un aumentato rischio (circa il 25%) di tumori, in particolare linfomi e leucemie Il trattamento, ove possibile, dovrebbe evitare l’utilizzo di radioterapici e chemioterapici tossici per i soggetti AT, vista l’ipersensibilità delle cellule a causa della mancanza della proteina ATM In caso di neoplasie, i pazienti debbono essere trattati con protocolli chemioterapici attenuati L’utilizzo diagnostico delle radiazioni ionizzanti (radiografie standard, TAC, scintigrafie) andrebbe limitato alle condizioni di assoluta indispensabilità e ove possibile si deve sostituire la radiodiagnostica con indagini ultrasonografiche o di risonanza magnetica Leucemia e linfomi possono essere trattati con chemioterapici efficaci ma che possono essere usati nei soggetti con AT Tuttavia, la radiosensibilita dei pazienti AT controindica assolutamente la terapia con radiazioni ionizzanti e con farmaci radiomimetici.

Vaccinazioni

Per i pazienti con AT che presentano un difetto immunologico modesto non vi sono controindicazioni alla somministrazione dei vaccini inseriti nel calendario vaccinale in uso in Italia La somministrazione di vaccini vivi attenuati può essere eseguita, se la risposta proliferativa a mitogeni è nella norma, mentre la somministrazione con vaccini costituiti da proteine purificate e polisaccaridi (tetano, difterite, pertosse, epatite, Haemophilus influenzae, antinfluenzale, antipneumococco) sono raccomandate in tutti i soggetti (Fonte: Associazione Nazionale Atassia Atelectasia- Via Roma 151/C – Macerata (MC) – Presidente Sara Biagiotti: +39 338 999 4730 info@associazione-at it)

Dermatite Atopica e sonno: un rapporto difficile a ogni età

Uno studio rivela come il prurito incida sulla qualità del sonno del paziente atopico, specie durante l’infanzia

di Giorgio Bartolomucci

tuale si attesta intorno al 1012% Secondo gli esperti possono coesistere molteplici fattori: fattori genetici, determinerebbero una forte influenza nell’insonnia; l’ordine di nascita, con una maggiore freq u e n z a d i i n s o n n i a n e i p r im o g e n i t i e n e i f i g l i u n i c i ; l a modalità di alimentazione: risvegli notturni più frequenti nei bambini allattati al seno È facile comprendere perché i più piccoli hanno bisogno di dormire di più: il sonno favorisce lo sviluppo cerebrale, induce la secrezione dell’ormone della crescita, rafforza il sistema immunitario Il sonno dei bambini è parimenti diviso tra sonno REM e non-REM La durata del primo raggiunge il suo picco nei più piccoli perché è funzionale allo sviluppo cerebrale e gradualmente, duran-

t e l a v i t a , d i m i n u i s c e f i n o a r a p p r e s e n t a r e c i r c a i l 1 4 % nell’anziano I cicli di sonno s o n o n e i b a m b i n i s o n o p i ù brevi, e ciò generalmente porta a dei micro risvegli tra un ciclo e l’altro , il che può rendere difficile il riaddormentars i d a s o l i s e n z a i l s o s t e g n o degli adulti Paradossalmen-

te ciò può determinare un circolo vizioso, alimentato dall’errore di comportamento dei genitori che accorrono subito e a prendere in braccio il bambino, portandolo spesso a letto con loro Ci sono molte ragioni per cui aumenta l’incidenza dei risvegli notturni tra un ciclo di sonno e l’altro (sle-

ep regression): l’ansia da separazione prevale fino ai 18 mesi/2 anni; poi subentrano la dentizione; un’alimentazion e p o c o d i g e r i b i l e , l ’ i n s e r imento al nido; la nascita di un fratellino; tensioni familiari; c a m b i a m e n t o n

a r o u t i n e quotidiana; incubi, stati d’ansia e paure; cause organiche ( r e f l u s s o g a s t r o e s o f a g e o , asma, disturbi del respiro nel sonno, come la sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno) e malattie dermatologiche, fra cui la principale è indubbiamente la dermatite atopica Come è noto, nei bambini questa malattia delle pelle cronica, recidivante, infiammatoria, ha nel prurito il suo sintomo più fastidioso con una distribuzione età dipendente. Nei neonati e nei bambini piccoli a essere maggiormente

Da Mustela, due formule riequilibranti e relipidanti per affrontare la DA

La Dermatite Atopica pediatrica influisce negativamente sulla qualità della vita del bambino e del genitore, in particolare sulla qualità del sonno di entrambi Per lenire il prurito del piccolo paziente, i Laboratoires Expanscience hanno messo punto la linea Stelatopia® Due i prootti principali che la compongono Il Primo è Stelatopia® Intense: un dispositivo medico con una modalità di azione al 100% naturale, specifico per trattare le riacutizzazioni dell’eczema. Nello specifico, la formulazione in crema non contiene né steroidi né cortisone ma sfrutta l’efficacia di una molecola naturale sintetizzata da microrganismi, l’Ectoina al 7% Il secondo è invece Stelatopia® + e si tratta di una crema relipidante, anti-prurito, che rinforza e riequilibra la barriera cutanea compromessa, per restituire immediatamente e durevolmente alle pelli molto secche e a quelle a tendenza atopica di tutta la famiglia, il loro sistema di difesa natu-

rale. Dalla texture morbida (frutto del coinvolgimento di oltre 200 famiglie con casi di dermatite atopica), la formula è a base di olio di avocado Bio, burro di karité Bio, olio di girasole Bio, frazioni insaponificabili brevettate e certificate biologiche e Vitamina E Senza Parabeni e profumi, nutre la pelle, la idrata e la protegge nel tempo La sensazione dopo l’applicazione è quella di un prodotto lenitivo e confortante, che non appiccica e che viene rapidamente assorbito, assicurando quindi una facile vestizione. Certificato Biologica da Ecocert, il prodotto risulta particolarmente efficace grazie a un complesso di 2 principi attivi brevettato: l’oleodistillato di Girasole® e la BioEcolia® con azione Prebiotica, ottenuta da zuccheri naturali, che aiuta a proteggere l’ecosistema cutaneo per riequilibrarlo. Risultati di studi in vitro condotti sull’epidermide sintetica colonizzata da S. Aureus hanno evidenziato come il prodotto risulti efficace nel limitare la fiormazione di biofilm per mancanza di adesione all’epidermide e limitando la divisione cellulare

c o i n v o l t i i l v i s o , i l c u o i o c apelluto e le superfici convesse Nei bambini più grandi è p r e d o m i n a n t e i l c o i n v o l g imento delle pieghe cutanee Il problema del prurito intenso e il suo rapporto con i disturbi del sonno soprattutto nel bambino atopico più piccolo, può avere ripercussioni su tutto l’ambito familiare inf l u e n d o s u l l a s a l u t e f i s i c a e mentale dei genitori, favorendo lo sviluppo di una depressione materna e un notevole stress ambientale Uno studio p u b b l i c a t o s u J A M A P e d i atrics nel 2019 ha mostrato dati inequivocabili sul fatto che i pazienti con dermatite atopica hanno una qualità del sonno molto più scarsa rispetto ai coetanei della stessa età senza DA durante l’infanzia, che diviene ancora peggiore se si accompagnano l’asma o una r i n i t e a l l e r g i c a L e c o n s eg u e n z e d i u n s o n n o i n s u f f i -

ciente o di cattiva qualità nei bambini atopici sono moltep l i c i e s p e s s o n o n r i f e r i t e a q u e s t e a l t e r a z i o n i I n p r i m o luogo si registrano ridotte performance scolastiche e problemi di apprendimento: circa il 30% dei bambini con insufficiente quantità di sonno si addormenta a scuola, facendo i compiti La sonnolenza, la disattenzione, la difficoltà a m e m o r i z z a r e p o s s o n o d a r luogo a uno scarso controllo

degli impulsi e una disregolazione del comportamento che aumenta il rischio di traumi accidentali e i disturbi oppositiv o - p r o v o c a t o r i e f o r m e d epressive La stanchezza, inoltre, riduce l’attività sportiva e ciò favorisce l’obesità, l’ipertensione, il diabete, l’insulinodipendenza e la sindrome metabolica. Molti studi dimostrano che se i rapporti difficoltosi con il sonno del bambino e dell'adolescente atopico per-

sistono nel tempo, devono ess e r e p r e s i i n c a r i c o d a l p ediatra che dovrà provare ad eliminare le cause che incidono sulla breve durata del sonno, in particolare il prurito e, in casi molto selezionati, ricorrere all’uso di sostanze come la melatonina o il triptofano da associare sempre a terapie comportamentali Purtroppo, a oggi non esistono farmaci approvati per l’insonnia in età pediatrica, e i dati in letteratura per valutarne l’efficacia sono carenti, soprattutto per aspetti metodologici Importante però che i pediatri segnalino ai genitori di far evitare ai piccoli pazienti stili di vita scorretti fin dall’infanzia, che includono un’alim e n t a z i o n e n o n b i l a n c i a t a , l’esposizione eccessiva a stimolazioni luminose artificiali (tablet, PC) soprattutto nelle ore serali o la scarsa attività fisica.

Un complesso di due principi brevettati per alleviare i sintomi dell’atopico

La linea Stelatopia di Mustela è sviluppata specificamente per la pelle a tendenza atopica di neonati e bambini. La gamma è resa particolarmente efficace grazie all’azione di un complesso composto da due principi attivi brevettati che svolgono un’azione complementare per le carenze causate dalla Dermatite Atopica. Il primo è l’Oleodistillato di Girasole® ottenenuto mediante la pressatura a freddo di semi di girasole Successivamente a una distillazione molecolare si ottiene un olio più puro e 10 volte più concentrato del normale olio di girasole, ricco di acidi grassi e con l’1% di Vitamina E. L’ingrediente risulta efficace per la sua azione lenitivia e per la sua capacitò di attivazione dei ricettori PPARa. Questi ultimi agiscono attivamente sul ripristino della corretta funzione di barriera cutanea stimolando la sintesi dei lipidi, portano a una riduzione dell’infiammazione e inoltre potenziano l’azione degli steroi-

di prevenendone gli effetti collaterali e le riacutizzazioni Il secondo ingrediente base del composto è la BioEcolia® ottenuta da zuccheri naturali come il saccarosio e il maltosio mediante un processo di sintesi enzimatica utilizzando una glucosil transferasi. Il principio attivo stimola la crescita della flora residente benefica a scapito della flora patogena limitandone la crescita In parole povere, agisce da protettrice dell’ecosistema cutaneo, aiutando a mantenerlo costante o a riportarlo al suo normale stato di equilibrio in caso di disbiosi. Test microbiologici dimostrano che la BioEcolia® svolge azione selettiva sulla flora cutanea, stimola la crescita della flora microbica saprofita che costituisce una barriera di difesa microbiologica, opponendosi all’impianto, alla colonizzazione e persino alla proliferazione di microrganismi patogeni come lo Staphylococcus Aureu sovraespresso

Come capire se il bambino ha bisogno degli occhiali

Alcune difficoltà sorgono tra i banchi di scuola e per i genitori non sempre è facile accorgersene

Con la fine delle vacanze viene il tempo di prepararsi per il ritorno a scuola Per molti genitori la ripresa della routine comporta le classiche preoccupazioni legate all’acquisto dei libri di testo e soprattutto alle ansie dei propri figli che non sempre smaniano per tornare tra i banchi Spesso, però, tra le cause del poco entusiamo verso la ripresa dell’attività scolastica, c’è qualcosa di più della semplice pigrizia. A generare ritrosia, potrebbe essere l’insicurezza che alcuni di loro provano quando devono leggere quello che i maestri scrivono sulla lavagna Alcuni studi epidemiologici dimostrano, infatti, che il luogo in cui maggiormente emergono problematiche legate alla vista (che riguarderebbero il 25% dei bambini in età scolare) è proprio nella scuola elementare e a notarlo sono per primi gli insegnanti che vedono il rendimento dell’alunno scendere vertiginosamente Sempre le statistiche, infatti, ci informa-

no che ben tre casi su quattro di insuccesso scolastico sono direttamente attribuibili a problematiche alla vista Ma non solo: un abbassamento della vista può comportare ritardi non solo nell’apprendimento ma anche influire negativamente nelle relazioni con gli altri coetanei e con il corpo docenti Nonostante i segnali che qualcosa non va nella visione del bambino siano piuttosto chiari, purtroppo molte volte la diagnosi viene fatta in ritardo, complice il comportamento del piccolo che tenta di nascon-

D’estate anche gli occhi possono bruciarsi

In estate tutti si preoccupano che un’eccessiva esposizione al sole possa provocare danni alla pelle. La si protegge fin dall’infanzia con le crema solare, ma spesso ci si scorda di proteggere gli occhi che, allo stesso modo, possono essere soggetti alle scottature o altri problemi legati ad un’intensa esposizione ai raggi UV Come spiega il Dott Franco Spedale, Direttore dell’Unità Operativa a funzione Dipartimentale dell’Oculistica dell’Ospedale di Chiari ASST Franciacorta: “Bisogna prestare attenzione alla cheratite solare o fotoelettrica, ossia una lesione oculare causata da forte radiazione solare, tipicamente in alta montagna o al mare, che può colpire uno o entrambi gli occhi. I sintomi sono dolore, lacrimazione, prurito e occhi arrossati, nonché vista offuscata e maggiore sensibilità alla luce. Sintomi che si sviluppano nel corso delle 8-12 ore successive In sostanza si ha una scottatura della membrana superficiale della cornea le cui cellule rimangono danneggiate provocando delle reazioni infiammatorie a seguito della prolungata esposizione solare” Questa cheratocongiuntivite spesso colpisce proprio i bambini che accompagnano i genitori in

dere il difetto, magari per paura che indossare agli occhiali possa essere motivo di prese in giro se non emarginazione. Proprio in questa fase della vita, invece, sarebbe fondamentale una diagnosi precoce, poiché la maturità del sistema visivo viene raggiunta intorno ai 6/7 anni, ed è quindi molto importante che il bambino venga sottoposto a una serie di controlli specialistici Ma la cura e la prevenzione dei difetti visivi dovrebbe iniziare molto prima, senza attendere la manifestazione del

problema, consultando un oculista pediatrico, e con controlli regolari, come si fa, per esempio, con il dentista Ma quali sono i difetti alla vista più frequenti nei più piccoli e quali i segnali a cui un genitore dovrebbe prestare maggiore attenzione? Secondo gli esperti oftolmologi, il più comune è la miopia, un disturbo per cui gli oggetti lontani risultano sfocati mentre quelli vicini si vedono chiaramente I bambini affetti da miopia possono avere difficoltà a vedere la lavagna a scuola, non capendo co-

escursioni in montagna o in barca. La neve dei ghiacciai e l’acqua del mare, infatti, riflettono il 10-20% dei raggi solari, rendendoli ancora più forti. Non appena si sospetta di avere una scottatura agli occhi, è fondamentale agire rapidamente per alleviare i sintomi e prevenire ulteriori danni “La prima cosa - spiega Spedale - è evitare la luce solare diretta: è quindi consigliabile restare in semioscurità È necessario inoltre intervenire con colliri con antibiotico e cortisone e lubrificanti oculari che possono anche essere messi in frigo per rendere la sensazione di freschezza più immediata. È anche consigliato l’utilizzo di un panno inumidito con acqua o una maschera in gel fresco. Nel caso si avverta una forte sensazione di prurito agli occhi, è importante non grattarli o strofinarli. Se si indossano lenti a contatto, invece, è utile non utilizzarle poiché batteri e altri agenti che provocano infezioni possono accumularsi sulla loro superficie” Nella maggior parte dei casi, comunque, la scottatura si risolve in pochi giorni perché gli strati superficiali della cornea hanno la capacità di auto-rigenerarsi Ma è sempre consigliabile rivolgersi a un medico oculista”

anche a scarsa coordinazione motoria e quindi difficoltà a compiere azioni semplici come prendere o colpire una palla, e più in generale svolgere attività sportive Come già detto, accostare molto i libri agli occhi può sottendere una ipermetropia. Lo stesso però accade, ma forse in maniera meno visibile, con lo schermo televisivo o quello del computer Il pediatra dovrebbe suggerire alle mamme e ai papà di prestare attenzione anche a repentini cambiamenti di comportamento dei figli I campanelli d’allarme più comuni sono un’improvvisa mancanza di interesse per attività finora gradite, in primis l'avversione per la lettura, il cercare di evitare i compiti che richiedono uno sforzo visivo o la difficoltà di concentrazione Il bambino può anche risultare più lamentoso o manifestare sbalzi d'umore Non va escluso ne-

anche un cambio di postura. Può capitare infatti che il bambino sposti la testa nel tentativo di vedere meglio, ma anche che sieda in maniera scomposta o abbassi troppo la testa per leggere o scrive-

Come convincerlo a mettere gli occhiali

Indossare gli occhiali può essere vissuto come un dramma per il bambino A volte però a rendere più complicata l’accettazione degli occhiali, possono involontariamente essere proprio i genitori. Ciò avviene quando sono loro a manifestare un atteggiamento di rifiuto nel vedere “deturpare” il proprio bambino. Questi sentimenti sono spesso comprensibili, ma devono sicuramente essere razionalizzati e fare in modo di concentrarsi sul raggiungimento di un solo obiettivo, ossia la salute e la serenità del piccolo I genitori quindi devono lavorare innanzitutto su se stessi provando a esortare il bambino ad essere “amico” degli occhiali con un po’ di impegno e magari con l’aiuto di qualche… trucco. Ogni cambiamento, infatti, richiede una spiegazione e gli occhiali sono sicuramente un mutamento per il bambino che, improvvisamente, vede “disturbata” da un corpo estraneo l’immagine che finora ha avuto di sé Esistono poi delle diferenze in base all’età del bambino Fino a 6 anni il bambino accetta più facilmente di indossare gli occhiali, anzi se il deficit è di una certa entità, in qualche occasione della giornata potrebbe fare richiesta egli stesso di quello che è diventato per lui il mezzo per meglio interagire con gli oggetti del suo mondo. Nei bambini più grandi, invece, il problema è più complesso e il disagio può essere amplificato quando interviene la proverbiale "crudel-

re. È anche comune che allunghino troppo il collo o facciano movimenti che alla lunga possono causare torcicollo o mal di schiena Va poi prestata attenzione a manifestazioni fisiche quali occhi ac-

quosi o irritati o frequentemente arrossati, che possono essere frutto di affaticamento provocato dalla difficoltà di mettere a fuoco correttamente Infine, i bambini possono evidenziare una estrema sensibilità alla luce che può risultare molto fastidiosa, o avere difficoltà di adattamento al buio a causa di un fenomeno chiamato miopia notturna Questo perché la visione sfocata degli oggetti lontani può peggiorare in condizioni di scarsa illuminazione. In tutti questi casi, bisogna ricordare che oltre a difficoltà fisiche, una cattiva vista si riflette in una cattiva visione del mondo, generando spesso ansia, paura e soprattutto timore di essere stigmatizzati come “diversi” dagli altri bambini, specie se si indossano gli occhiali In questi casi vanno adottate strategie psicologiche per convincere il piccolo paziente (vd box)

tà" infantile, quella che, appunto, fa prendere in giro il compagno di scuola con gli occhiali Ancora più avanti intorno agli undici, dodici anni la tensione aumenta essendo questa l’età in cui iniziano i rapporti, seppure infantili, con l’altro sesso. Innanzitutto è importante che il bambino venga rassicurato del fatto che ci si sente orgogliosi che lui porti gli occhiali senza troppi capricci e che il cambiamento della sua immagine non influisce in alcun modo sul rapporto d’amore che lega i suoi genitori a lui Inoltre, non devono esserci ferree imposizioni piuttosto un’abitudine graduale del bambino agli occhiali mantenendo un atteggiamento di coerenza Insomma, si deve essere determinati nel far capire al piccolo l’importanza delle lenti. Se i genitori sono già portatori di occhiali, poi, la “fatica” è in genere minore, dato l’istinto spontaneo che i bambini hanno di imitare i grandi Nel caso opposto, ed in situazione di particolare opposizione può essere utile che uno dei due o entrambi i genitori decidano anche loro di indossarli, magari con lenti neutre o da sole Sempre giocando sullo spirito di emulazione, si può ricorrere a dei paragoni positivi dicendo ad esempio che un tal personaggio famoso che il bambino adora ha portato gli occhiali quando aveva la sua età o che con gli occhiali sul naso assomiglia molto di più a un suo idolo televisivo.

Le scuole italiane sono al sicuro dal rischio legionella?

Le infezioni da Legionella rappresentano un problema sanitario reale ma spesso sottovalutato

la Legionella sia responsabile dell’1-5% dei casi totali di polmonite comunitaria e del 2030% di tutte le polmoniti ospedaliere La mortalità permane elevata, specie in rapporto al frequente ritardo diagnostico ed è quantificabile tra il 5 e 30%. In termini generali pare che circa il 10% della popolazione italiana possegga antic o r p i v e r s o i c e p p i p i ù f r equenti nell’ambiente Il microbo è presente principalmente nelle reti idriche, nelle piscine, ma anche negli impianti di climatizzazione/raffreddamento e ovunque ci sia dell’acqua calda in movimento (tra 20°C e 50°C), e infetta l’uomo attraverso l’assunzione, per via inalatoria, di aerosol contaminato. Molti sono i fattori che concorrono alla sviluppo dell’infezione: la qualità dell’acqua, i depositi di polveri e sedimenti, la scabrosità delle superfici a contatto (incrostazioni, ossidazioni, corrosioni sulle componenti metallurgiche), la temperatura ambientale, eventuali precarie c o n d i z i o n i i g i e n i c h e e a m -

bientali, condizioni di aerazione, ventilazione e illuminazione carenti o limitate Ai fini della prevenzione vanno considerati potenziali terreni di

...pare che circa il 10% della popolazione italiana possegga anticorpi verso i ceppi più frequenti...

coltura, i depositi calcarei e le incrostazioni di ioni metallici, lo sviluppo delle reti idriche, la pulizia e la contaminazione esterna. La disinfezione dell’acqua o delle componenti aerauliche che generano ac-

qua, può avvenire sia per via fisica (principalmente termica) o per via chimica (cloro e suoi derivati) e ciò può contribuire al contenimento o alla c o m p l e t a r i d u z i o n e della carica batterica p r e s e n t e n e l l e r e t i mpiantistiche In caso di impianti di nuova progettazione, la p r e v e n z i o n e p a r t e dalla scelta dei mae r i a l i i m p i e g a t i p i ù facilmente igienizzabili, mentre le scuole di vecchia cos t r u z i o n e , i n c u i l ’ a n z i a n i t à delle strutture rende più complesso il ricorso ai più moderni protocolli igienico-sanitari di detergenza, disinfezione,

Legionellosi in Europa, qualche dato per farsi un’idea

Secondo i dati dell’ultimo rapporto annuale sulla legionellosi del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC, “Legionnaires’ diseaseAnnual Epidemiological Report for 2021”), pubblicato a giugno 2023, nel 2021 in 29 Paesi dell’Unione europea (UE) e dello Spazio economico europeo (SEE) sono stati riportati 10 723 casi di legionellosi, con un tasso di notifica di 2,4 per 100 mila abitanti, il più alto mai registrato Si osserva una notevole eterogeneità tra i Paesi UE/SEE con tassi di notifica standardizzati per età che variano tra <1-5 casi per 100 mila abitanti (da meno di 1 caso per 100.000 abitanti in 11 paesi a 3 casi o più per 100 000 abitanti in otto paesi, inclusa l’Italia). In generale, nel periodo 2017-2021 è stato segnalato un numero crescente di casi di legionellosi, eccetto nel 2020, durante la prima e la seconda ondata della pandemia di COVID-19, in cui è stata osservata una diminuzione dei casi Italia, Francia, Spagna

sanificazione, vanno adottate misure di riduzione del rischio tramite un’adeguata manutenzione a livello impiantistico In conclusione, il rischio di contagio non può essere risolto solo con il ricorso a strumenti di contrasto ma deve essere affrontato in termini di prevenzione che riguarda sia la già ricordata progettazione e la scelta dei materiali impiegati, che soprattutto le tecniche manutentive e l’organizzazione dei servizi di igienizzazione Questo modello di comportamento responsabile verso la diffusione della Legionella negli ambienti scolastici può oggi rappresentare una concreta garanzia anche nei riguardi di altre eventuali epidemie Tenendo necessariamente conto che, così come negli ospedali e nelle Residenza Sanitarie per gli anziani, l’eterogeneità degli studenti nelle scuole è molto elevata La presenza di individui immunodepressi, e quindi di soggetti più esposti al rischio, è inoltre un ulteriore fattore di rischio da non sottovalutare

e Germania registrano insieme il 75% dei casi notificati nel 2021, sebbene la loro popolazione complessiva rappresenti solo il 50% circa della popolazione UE/SEE. Degli 8.054 casi con esito noto, 704 (9%) hanno comportato il decesso. Più del 75% dei casi di legionellosi segnalati nel 2021 sono stati acquisiti in comunità, con un aumento rispetto al 2020 (8 276 vs 5 643) che potrebbe essere dovuto a un minor numero di casi segnalati come infezione da fonte sconosciuta (diminuiti dal 19% al 5%) Il 5% di tutti i casi segnalati è risultato correlato all'assistenza sanitaria. Nel 2021, 27 paesi su 30 hanno partecipato al programma di sorveglianza dei focolai di legionellosi. Otto Paesi UE/SEE (Belgio, Germania, Italia, Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) hanno segnalato un totale di 19 focolai, 7 dei quali acquisiti in comunità. Complessivamente, sono stati segnalati 137 casi confermati correlati ai focolai comunitari

Quali sono i protocolli da seguire per evitare che i batteri della Legionella si propaghino negli asili nido?

La Legionella negli Asili Nido

Le cronache ci dicono che la Legionella può rappresentare un rischio anche in luoghi ritenuti sicuri come gli asili nido I batteri possono infatti nascondersi in diversi luoghi, difficili da individuare e su cui intervenire Principali responsabili sono gli impianti idrici, le tubature e i rubinetti di bagno e cucina ma anche gli impianti aeraulici e le condotte di ventilazione Non di meno, i sistemi che utilizzano acqua stagnante come fontane, serbatoi d’acqua ma anche gli umidificatori che vaporizzando l’acqua, possono essere fonte di aerosol contaminati. Il pericolo aumenta durante il periodo estivo quando gli ambienti scolastici in generale, compresi gli asili, restano chiusi per lunghi periodi di tempo Lo scarso utilizzo di acqua e quindi di ricambio nelle tubature aumenta il rischio di ristagni nelle tubature e quindi di proliferazione batterica Ci sono diverse attività da mettere in atto affinché l’ambiente possa ritenersi salubre. La prima consiste sicuramente nel monitorare la temperatura dell’acqua che deve essere mantenuta al di fuori dalla fascia ottimale di crescita della Legionella: l’acqua calda andrebbe mantenuta a una temperatura non inferiore a 50°C e l’acqua fredda non dovrebbe superare i 20°C dopo il flussaggio Un altro controllo necessario riguarda i materiali e le condizioni favorevoli alla formazione di biofilm (come fanghi, incrostazioni, ruggine) Essenziale anche che l’acqua contenga livelli adeguati di disinfettante (cloro) e che i filtri degli impianti di condizionamento e terminali come docce e rubinetti siano regolarmente puliti, decalcificati e disincrostati se non addirittura sostituiti se a rischio di contaminazione Più complessa ma importante, la disinfezione dei serbatoi acqua calda che dovrebbe sempre prevedere un periodico svuotamento e disincrostazione da eseguirsi almeno due volte l’anno Dopo un periodo di inutilizzo, è consigliabile inoltre far scorrere l’acqua dai rubinetti per alcuni minuti prima dell’uso Infine, la corretta gestione dei suddetti sistemi prevede che i livelli di temperatura e disinfettante debbano essere monitorati regolarmente per almeno 48 ore, eff e t t u a n d o g l i i n t e r v e n t i c o r r e t t i v i quando necessario Necessità che si evidenzia a seguito del campiona-

mento d’acqua soprattutto presso i punti critici identificati come “sentinella” per lo sviluppo dei batteri della Legionella o poco utilizzati Chi gestisce strutture scolastiche o affini, oltre a dover costantemente essere aggiornato sulle misure di prenvenzione, deve tenere conto che l’attività di disinfezione impiantistica va effettuata ogni anno dopo la chiusura estiva e che il modo migliore per procedere è di rivolgersi a consulenti esperti nella gestione e nel trattamento degli impianti, coinvolgendo anche figure come il Responsabile della sicurezza Per rendere più semplice il protocollo di azione andrebbe sempre sviluppato un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) specifico per la Legionella che identifichi e spieghi come gestire le potenziali aree a rischio all’interno delle scuole, delinei le misure preventive e stabilisca protocolli per la gestione delle emergenze Secondo il il Protocollo di Controllo del Rischio Legionella - basato sulle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi del 7 maggio 2015 - negli asili nido vanno previste e incluse le seguenti fasi operative: sopralluogo, valutazione e identificazione dei punti critici negli impianti idrici e aeraulici dell’asilo, che richiedono particolare attenzione per prevenire la proliferazione della Legionella; campionamento ambientale e analisi, con l’indicazione dei punti da camp i o n a r e n e i s i n g o l i i m p i a n t i a r ischio, la definizione della periodicità di campionamento e l’analisi dei risultati dei campionamenti e identificazione di azioni correttive da attuare; valutazione del rischio, mediante l’elaborazione dei dati raccolti dalle ispezioni con relativa definizione degli indici di gravità per determinare il livello di rischio degli impianti e successivamente della struttura, considerando la suscettibilità dei bambini e operatori; pianificazione delle azioni correttive, al fine di migliorare lo stato degli impianti individuati, predisponendo eventuali interventi per la gestione e il monitoraggio del rischio; gestione del rischio effettivo, con l’implementazione delle procedure necessarie per controllare e contenere il livello di Legionella e la stesura di un Registro delle attività preventive e di manutenzione pianificate; monitoraggio e manutenzione: va stabilito un piano di monitoraggio regolare per verificare l’efficacia delle misure preventive e per rilevare tempestivamente eventuali anomalie Vanno anche pianificati interventi di manutenzione preventiva per garantire il corretto funzionamento degli impianti idrici e aeraulici; comunicazione del rischio, che consiste nella formazione e informazione del personale incaricato del controllo del rischio Legionella e del personale operativo (Fonte: www legionella it)

Inostri piedi sono testimoni del nostro passato e del nostro presente, costituendo un capitolo affascinante nella grande storia dell’evoluzione. A evidenziarlo, un recente studio condotto dall’Università Alma Mater di Bologna sulla storia evolutiva dei nostri piedi, che oltre a ricostruire una panoramica completa della variabilità morfologica del piede umano nel corso dell’evoluzione, ha sollevato anche importanti questioni riguardo ai piedi piatti congeniti, suggerendo che possano rappresentare una variante normale della morfologia del piede umano Questo è almeno quanto dichiarato dalla ricercatrice Rita Sorrentino, prima autrice dello studio Ent r a n d o m a g g i o r m e n t e n e l l o specifico, l’indagine puntava a evidenziare quanto la conform a z i o n e d e i p i e d i d i p e n d a strettamente dalle abitudini e dallo stile di vita dei nostri antenati e più in generale di altre specie umane del passato Infatti, gli studiosi hanno rilevato che i piedi piatti erano una ti-

pologia di piede appartenente principalmente a gruppi di cacciatori/raccoglitori abituati a vivere senza calzature e, dunque, non rappresenterebbero per forza una malformazione ossea Noi abbiamo già trattato su queste pagine della “problematica” dei piedi piatti in tenera età Come già affermato in precedenza, infatti, tale condizione risulta fisiologica nei primi anni di vita in quanto tutti i bambini nascono con i piedi piatti.

Come si effettua la diagnosi

La diagnosi di piede piatto è fondamentalmente clinica. Il piede piatto in genere presenta un appoggio verso l’interno (pronazione) e un'inclinazione laterale del tallone (valgismo calcaneare). Il podoscopio è uno strumento che permette di inquadrare molto bene la forma del piede sotto carico mostrando l’impronta del piede attraverso uno specchio illuminato L’esame radiografico del piede sotto carico permette di valutare gli angoli normali formati dalle ossa del piede (angolo di Kite, angolo di Costa-Bertani). Nei casi di malformazioni congenite, sinostosi, è opportuna una valutazione del piede attraverso TC o Risonanza. Una valutazione clinica importante per decidere il tipo di trattamento da seguire è la distinzione tra flessibilità e rigidità

Questo perché, nel corso del processo di apprendimento alla camminata, il neonato ha bisogno di un appoggio più solido per rimanere in equilibrio, rappresentato, appunto, dalla base piatta del piede Al contrario, tale condizione inizia a essere considerata patologica se persiste anche dopo i 6/7 anni d’età e a determinate condizioni In particolare, spiega il dottor Michele Risi, specialista in Ortopedia e Traumatologia e

del piede piatto. La flessibilità del piede piatto è valutabile con vari test clinici quali: osservazione del piede “in scarico”, vale a dire senza appoggiare il peso del corpo. Si osserva il paziente prima in piedi, poi “in scarico”. Se la volta del piede è assente sotto carico e compare in scarico il piede è flessibile, se invece rimane piatto anche in scarico il piede è rigido; valutazione in punta di piedi, chiamato Tip toe test Si osserva il paziente sotto carico e poi in sollevamento sulle punte: se il piede è flessibile, l’arco plantare prima assente ricompare quando si solleva sulle punte; il Jack test consiste nella flessione passiva dell’alluce sotto carico, se l’arco prima assente ricompare il piede piatto è flessibile (Fonte: Ospedlae Pediatrico Bambino gesù)

Chirurgia del piede e caviglia del Salus Hospital di Reggio Emilia: “il piede a partire dagli 8/12 anni inizia progressivamente a diventare adulto e, dunque, è da quell’età che si può iniziare a parlare di “piattismo” vero e proprio Va specificato che, secondo i dati, circa il 90% di questi piattismi infantili trova una risoluzione spontanea con la maturazione del piede. Solo nel 5/10% dei casi si sviluppa invece una reale problematica, che però appare generalmente correggibile con metodi non invasivi” Prima di approfondire l’argomento, appare doveroso specificare che esistono diverse tipologie di piedi piatti patologici: il piede piatto flessibile è quello più comune, coinvolgendo circa il 95% dei casi Solitamente viene accompagnato da ginocchio valgo e passo intrarotato Poi vi è il piede piatto rigido, che generalmente provoca dolore e deve essere trattato in modo specifico Diversi studi dimostrano, però, che la tipologia di piede considerata maggiormente a rischio è quella con il retropiede valgopronato che, tra l’altro, non è necessaria-

la parte terminale della vite (la quale normalmente è di un’ampiezza maggiore, essendo di forma sferica) In questo modo si oppone alla pronazione del calcagno, correggendo la malformazione e facendo risalire la volta plantare Immediatamente dopo l’intervento si utilizzeranno due tutori che dovranno essere indossati per circa tre mesi e che permetteranno al bambino di mantenersi in piedi, con l’aiuto di due stampelle per garantire la deambulazione. Le viti invece saranno mantenute per 18 mesi, tempo minimo necessario per permettere all’organismo di apprendere la correzione del piede e dunque il nuovo programma motorio L’altra tipologia di operazione chirurgi-

ca che spesso viene utilizzata per questo tipo di problematiche è l’Endortesi La procedura è molto simile alla precedente; ossia viene inserita una vite all’interno del seno del tarso, attraverso una piccola incisione In questo modo la vite si oppone all’osso del tallone, andando a correggere la pronazione e

facendo risalire la volta plantare Al termine dell’intervento verranno utilizzati gli stivaletti gessati; dunque, se l’operazione è avvenuta su un unico arto il bambino potrà camminare con l’ausilio delle stampelle Al c o n t r a r i o s e s i è t r a t t a t o d i un’operazione bilaterale il paziente sarà costretto a rimane-

re a letto fino alla rimozione dei gessi che avverrà dopo circa un mese. Le viti, in questo caso, saranno rimosse dopo circa due anni In realtà, se si utilizzano endortesi riassorbibili non vi sarà bisogno di rimozione In conclusione, i piedi piatti sono ancoraun argomento di dibattito molto acceso all’interno della comunità scientifica; soprattutto perché non sempre rappresentano motivo di intervento; al contrario, da molti, vengono considerati come una variazione genetica delle ossa In ogni caso, è necessario valutare attentamente tutte le caratteristiche della situazione per stabilire quale debba essere il metodo d’intervento più adatto al caso specifico.

Un nuovo materiale completamente riassorbibile per la chirurgia del piede piatto

Il piede piatto è la deformità più frequente in età pediatrica ed è caratterizzata da valgismo del retropiede - riduzione della volta plantare e da abduzione dell’avampiede Con la crescita, intorno ai 6-7 anni, il bambino può riferire affaticamento e dolore alle gambe durante la deambulazione e nello svolgimento dell’attività sportiva. In questo caso, è necessaria una valutazione dello specialista ortopedico pediatrico per decidere se sia opportuno inter venire con un inter vento chirurgico. Inter venire in giovane età è fondamentale per evitare di doversi operare da adulti con maggiori problemi e risultati inferiori La tecnica operatoria più utilizzata consiste nel posizionamento di una vite nel pavimento del seno del tarso, attraverso una microincisione; la testa della vite, rimanendo nel pavimento del seno del tarso, svolge una funzione di interferenza allo scivolamento talocalcaneare, ripristinando e mantenendo il corretto rapporto tra astragalo e calcagno L’inter vento è una procedura molto semplice: dura, infatti, appena 10 minuti e il bambino può tornare a camminare dopo

pochi giorni. Una innovazione che ha portato enormi vantaggi per la guarigione efficace e più rapida del bambino, è data da un nuovo materiale, chiamato PLLA: un copolimero riassorbibile che ha una resistenza relativamente elevata e una velocità di degrado e riassorbimento appropriate per la maggior parte delle applicazioni muscolo scheletriche, con particolare utilizzo nella chirurgia pediatrica. Riassorbibile dal corpo umano, non richiede alcun inter vento di rimozione ed è inoltre eco-Friendly perché derivato da risorse rinnovabili come il mais Tra i vantaggi del suo utilizzo, come spiega il Dott Massimiliano Mosca, Responsabile della Struttura Semplice Chirurgia Piede e Caviglia IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli: “L’agevolazione del consolidamento osseo nelle fasi di guarigione. Inoltre, i materiali in PLLA, a differenza di quelli in metallo, sono compatibili con la risonanza mangnetica e quindi è possibile eseguire esami diagnostici di imaging in sicurezza Infine evitano il rilascio di ioni metallici nei tessuti"

A Milano a novembre torna AlDECO & Friends

Il 14° Congresso Nazionale organizzato dall’Assaociazione italiana di Dermatologia e Cosmetologia, intitolato AIDECO & FRIENDS, si terrà a novembre a Milano nei giorni 15 e 16 novembre 2024, presso l’Università Statale Saranno due giornate all’insegna della condivisione e della conoscenza del settore della dermocosmesi e sui temi caldi dell dermatologia, con particolare attenzione anche all’intelligenza artificiale e al sempre più attuale peso della sostenibilità degli ingredienti e dei prodotti Un’occasione di confronto tra specialisti e professionisti dei diversi settori che compongono la dermo-cosmetologia, come i dermatologi, i cosmetologi, i biologi, i farmacisti e tutti coloro che operano in questa complessa area in continua evoluzione. Il Congresso vedrà anche la collaborazione di SICC - Società Italiana di Scienze Cosmetologiche - e di IAB - Italian Acne Board e offirà approfondimenti a 360 gradi, a partire dalla sessione dedicata all’acne, rosacea e idrosadenite, fino allo stato dell’arte delle cure con i farmaci biologici, passando per la tricologia e l’alopecia, oltre ai nuovi trends in dermo-cosmetologia. Per informazioni: www.aideco.org

ne alla gestione del neonato di 1° livello, dalla nutrizione e axologia alla farmacologia e tanti altri Particolare attenzione verrà dedicata all’importanza dei dati in Neonatologia con l’analisi di quelli scaturiti dal Registro INNSIN e dal registro SIN Covid In parallelo, nelle giornate del 30 e del 31 ottobre vi sarà anche il VI Congresso Nazionale della Società di Neonatologia Infermieristica, che si concentrerà sull’esposizione di tutte le innovazioni che caratterizzato il campo neonatologico di interesse infermieristico Per maggiori informazioni: www sinneonatologia.it

nelle malattie rare; l’informazione come terapia per combattere stigma e paura Per saperne di più: www ideagroupinternational.eu

A d i c e m b r e l a V I e d i z i o n e d i N a p o l i P e d i a t r i a

Giornate di Malattie Rare in Dermatologia Pediatrica

A Padova per discutere di medicina neonatale

Dal 29 al 31 ottobre Padova, all’interno della struttura Padova Congress, ospiterà la 30esima edizione Congresso Nazionale della Società Italiana Neonatologia Tema centrale dell’evento, presieduto dal Dott Luigi Orfeo, sarà la crisi climatica e ambientale e le sue ricadute sulla salute del feto, del neonato e del bambino. Tante comunque le tematiche affrontatte dai relatori che animeranno la tre giorni di lavori: dagli aspetti cardiocircolatori nel neonato pretermi-

La 19esima edizione delle Giornate dedicate alle Malattie Rare in Dermatologia Pediatrica, presiedute come sempredalla Dott.ssa Maya El Hachem, tornerà dal 29 al 30 novembre 2024 presso l’hotel NH Villa Carpegna di Roma Sei le sessioni attraverso cui si dipanerà il Congresso, di cui la prima incentrata sulla Genetica durante la quale si nparlerà di: aortopatia ereditaria; genetista clinico e genodermatosi; epidermolisi bollose: qualità della vita e impatto socioeconomico; displasie ectodermiche: i fenotipi più rari e correlazioni con i pathways classici. La seconda e la terza sessione, organizzate in collaborazione con ADOI vedranno invece i riflettori accendersi su problematiche quali: i presunti emangiomi infantili; la dermatite atopica; lei lesioni bollose del neonato; il pemfigo; i granulomi piogenici e le malformazioni vascolari;l’utilizzo dei JAK inibitori

Anche Quest’anno a Napoli presso il Palazzo Alabardieri, si svolgerà il Congresso “Napoli Pediatria 2024: Confronto tra specialità mediche e Chirurgiche”. Secondo i suoi organizzatori, l’appuntamento, ormai giunto alla sua sesta edizione, ha l’obiettivo di colmare un vuoto rappresentato dalla mancata evidenza di relazioni congressuali che coinvolgano tutte le specialità pediatriche sia mediche che chirurgiche Quest’anno si parlerà di alcune specialità pediatriche che non avevano trovato posto precedentemente come ad esempio la Chirurgia Urologica, l’Intelligenza Artificiale, la prevenzione delle patologie delle vie aere superiori, al fine di consentire ai Pediatri una formazione allargata a molte specialità mediche e chirurgiche di cui si compone la Pediatria, tale da arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale. L’evento si terrà il 7 dicembre 2024 a partire dalle 9 di mattina. Per maggiori informazioni: Tel. 081.5454285

Email: info@mgmcongress.org

Abolito l’obbligo di certificato medico in Campania

“È con grande soddisfazione che accogliamo la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale della Campania della legge che abolisce l’obbligo del certificato medico per la riam-

missione a scuola dopo cinque giorni di assenza per malattia”, dichiara Antonio D’Avino, Presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) “Si tratta di una disposizione importante, di assoluto rilievo per la Regione, che semplifica la gestione amministrativa degli aspetti igienicosanitari in ambito scolastico, riducendo l’onere in capo ai Pediatri di Famiglia, ma soprattutto liberando le famiglie da un atto burocratico inutile e privo di motivazioni scientifiche” “Il provvedimento - specifica Giannamaria Vallefuoco, Segretario regionale FIMP Campania – entrerà in vigore con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania (BURC), fatto salvo quanto previsto da altre misure specifiche adottate a livello nazionale o territoriale, per fronteggiare malattie infettive responsabili di epidemie in ambito scolastico come Covid, influenza, morbillo e altre patologie respiratorie”. Infine Salvatore Iasevoli, segretario provinciale FIMP Napoli, ringrazia tutti i Pediatri di Famiglia componenti del gruppo “Certificazioni in ambito scolastico” per il lavoro svolto da oltre dieci anni con l’Ufficio Scolastico Regionale Campania.

fonda conoscenza delle linee guida, delle procedure nonché l’esperienza nell’uso delle molecole ad attività antinfettiva Ciò è importante sia ai fini di una appropriata prescrizione che nella gestione di eventuali effetti avversi. Gli antibiotici sono tra i farmaci più importanti per mantenere le persone in salute ma una parte di questi viene usata in modo non appropriato, facilitando lo sviluppo di batteri “resistenti” e riducendone l’efficacia Di tutto questo si parlerà durante l’incontro intitolaro !Resistenza agli antibiotici - l’uso razionale degli antibiotici in età pediatrica in ospedale e nel territorio” in programma il 25 Ottobre 2024 presso l’Hotel Cristoforo Colombo Roma. Per ulteriori informazioni e iscrizioni: Idea Congressideagroupinternational eu info@idea-group it

tere su più fronti l’antimicrobico-resistenza. Last but not least, la desensibilizzazione a farmaci, in cui procedure e modalità di gestione sono tutt’ora in discussione Uno sguardo anche all’allergia alimentare chead oggi presenta luci ed ombre sia nella diagnostica che nella terapia. Appuntamento il 16 novembre 2024 a Mantova presso la Fondazione UniverMantova. Per informazioni: Idea Congress - tel 02 45487170 - ideagroupinternational eu - info@idea-group it

I l p e d i a t r a e g l i a n t i b i o t i c i : s e n e p a r l a a o t t o b r e a R o m a Malgrado i progressi che ormai da decenni migliorano la loro prevenzione e le possibilità di trattamenti risolutivi, le infezioni nell’età evolutiva sono ancora oggi responsabili di lunghi ricoveri ospedalieri, possono esitare in invalidità e rappresentano una sfida diagnostica, terapeutica e assistenziale dai costi umani ed economici molto alti Le patologie infettive sono in continuo aumento; persistono difficoltà nell’isolamento degli agenti eziologici, a volte microrganismi multi-resistenti e non sono ancora diffusamente condivise le modalità di trattamento antiinfettivo, non di rado “personalizzato” Pertanto la corretta gestione del bambino affetto da patologia infettiva rappresenta per il Pediatra una continua sfida e richiede una pro-

I l 1 6 n o v e m b r e a

M a n t o v a t o r n a i l M a C r e Il 16 novembre 2024 si rinnova il consueto appuntamento con il MaCre, nell’ottica della multidisciplinarietà e multiprofessionalità, che da sempre lo contraddistingue Si spazierà in tutti i campi di interesse, pneumologico, immuno-reumatologico ed allergologico, con particolare attenzione a patologie di rilevante importanza come Asma Bronchiale, LES, Artrite Reumatoide, allergia a farmaci ed alimenti, anche alla luce delle nuove acquisizioni e degli “Unmet Needs” Nell’ambito del Congresso verrà messo in evidenza il ruolo sempre più determinante della Medicina di Precisione e della Target Terapia per il conseguimento di traguardi in precedenza impensabili come quelli del controllo di malattia e di remissione di malattia, della necessità di un linguaggio comune e del valore aggiunto dell’intelligenza artificiale nella real-life Si affronterà anche la complessa gestione dell’allergia a farmaci nel bambino e nell’adulto, partendo da una diagnosi precoce ed appropriata per centrare l’obiettivo della de-etichettatura come strumento indispensabile per combat-

L a S I P d i V a l d ’ A o s t a e P i e m o n t e s i r i u n i s c e In programma a Savigliano il Congresso della Società Italiana di Pediatria Sezione Piemonte e Valle d’Aosta L’incontro, che si terrà il 7 dicembre 2024, tratterà tre topics principali: “Il ruolo del pediatra nella medicina dei disastri”; “Infezioni ri-emergenti” e “Nuove emergenze: l’intossicazione da stupefacenti”. Gli ospiti sono attesi a Palazzo Taffini d’Acceglio L’intero congresso sarà supervisionato dai responsabili scientifici, il Dr Enrico Felici e la Dr ssa Maria Eleonora Basso. Per maggiori informazioni contattare: selene@seleneweb.comwww.selenecongressi.it

L a p r e v e

A seguito del successo dell’edizione 2023-24, l’azienda ZEISS Vision Care rinnova anche quest’anno il progetto “Ci Vediamo in Classe”, l’iniziativa educational che punta a promuovere informazione e prevenzione sul benessere visivo di bambini e ragazzi Tra la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre, la nuova edizione del progetto vedrà la spedizione a circa 700 classi (166 le scuole che hanno aderito) di nuovi kit didattici, utili a spiegare attraverso giochi e indovinelli come funziona la vista, la struttura dell’occhio e i principali difetti visivi, oltre a dare alcuni consigli su come non affaticare eccessivamente gli occhi

Microbioma ereditario come preservarlo?

Sono molti i fattori che possono influire sullo sviluppo del microbiota in età infantile, scopriamo i principali

Non passa giorno che non venga portato agli onori della cronaca il risultato di qualche studio scientidico volto a sostenere come il corretto equilibrio del microbioma sia fondamentale per la nostra salute Si sottolineano le interazioni con alcune patologie sistemiche come la psoriasi o il diabete, sino a ipotizzare la possibilità di sviluppare il cancro, e al microbioma, si attribuisce un crescente ruolo di primaria importanza per il benessere umano Addirittura c’è chi lo considera il vero direttore d’orchestra del corretto funzionamento del nostro organismo, capace d’influire tanto sulle azioni dei nostri organi quanto sulla psiche Fra quest’ultimi, la dr ssa Serena Missori, endocrinologa e diabetologa, che all’argomento ha dedicato numerose pubblicazioni Spiega la

Missori: “Il microbioma ha funzioni metaboliche, può anche condizionare l’efficienza energetica e il metabolismo dei nutrienti È implicato nel mantenimento del normopeso o del sovrappeso, stimola il sistema immunitario, ci protegge dai microrganismi patogeni, elimina tossine, produce sostanze antinfiammatorie e che

nutrono le cellule intestinali, interviene nella produzione di vitamine come la K2, B12, biotina, folina, acido nicotinico, acido pantotenico ecc E poi ancora sequestra e rilascia micronutrienti e può interferire con la conversione e ridistribuzione di alcuni ormoni come quelli tiroidei E queste sono solo alcune delle sue in-

numerevoli funzioni” Il problema è che, viste le ancora ridotte conoscenze sull’argomento,è difficile immaginare una ricetta magica per ripristinare l’eventuale disbiosi dei microbi contenuti nel nostro corpo. Per alcuni, è praticamente impossibile Anche perché il microbioma perfetto non esiste, visto che varia a se-

I primi 1000 giorni di vita e l’influenza negativa degli interferenti endocrini

Durante i primi 1000 giorni di vita, dall’avvio della gravidanza al compimento del secondo anno di età, rappresentano un periodo molto importante perché è qui che vengono poste le basi per un normale sviluppo fisico-psico-intellettivo dell’organismo umano Vari fattori sono in grado di esercitare un’influenza negativa su tale sviluppo e la ricerca scientifica si è concentrata su un ampio gruppo di sostanze chimiche, largamente diffuse nell’ambiente, note come interferenti endocrini. Questo argomento è stato il cuore dell’intervento del Prof. Sergio Bernasconi, Ordinario di Pediatria, già Direttore delle Cliniche Pediatriche delle Università di Modena e Parma, durante il recente Symposium sulla Medicina dei Sistemi, tenutosi presso l’Università degli Studi di Milano Bernasconi ha approfondito e sottolineato l’impatto di questo tipo di inquinanti sullo sviluppo e crescita staturale di un bambino Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche in massima parte prodotte industrialmente presenti nella plastica, in molti materiali di costruzione, nei cosmetici, pesticidi, contenitori di cibi e prodotti di uso comune. Possono determinare patologie di vario tipo e, in particolare durante i primi mille giorni di vita, possono interferire con lo sviluppo fisico e neuropsicologico dei bambini e creare una predisposizione a malattie cardiovascolari e metaboliche che si manifesteranno successivamente da adulti Risulta quindi cruciale che il pediatra ponga la giusta atten-

zione ai consigli su prodotti e alimenti contenenti interferenti endocrini, sia da parte del bambino che anche da parte della madre, poiché questi possono rappresentare una via di esposizione anche durante la gravidanza, potendo attraversare la placenta ed entrare in contatto con il feto Grazie ai più recenti studi, si iniziano ad acquisire elementi scientifici che indicano come queste sostanze possano interferire anche su uno dei sistemi fondamentali che regola la crescita staturale: l’asse tra l’ormone della crescita (GH) e i fattori di crescita insulino-simili (IGF-1). “Abbiamo a disposizione dati sperimentali, grazie ai quali possiamo dire che questi interferenti endocrini possono alterare il sistema GH-IGF-1 nel bambino” spiega Bernasconi “Lo stiamo valutando anche dal punto di vista clinico, in particolare nel momento più delicato e importante della vita di un essere umano: i primi mille giorni di vita È stato segnalato che in neonati nati pre-termine e di basso peso, il sistema GH-IGF-1 non è completamente efficiente. Anche nella vita post-natale esisterebbe un rapporto tra interferenti endocrini e crescita staturale”. Anche il trattamento farmacologico per favorire la crescita di un bambino potrebbe essere rivisto prendendo in considerazione un approccio basato sulla low dose medicine, che mira a curare l'individuo piuttosto che la singola malattia, concentrandosi non solo sui sintomi, ma anche sulle cause profonde delle patologie

conda di fattori personali e specifici quali la genetica e le caratteristiche individuali Oltre al fatto che esso viene influenzato anche dalle abitudini quotidiane, dall’attività dfisica, dall’alimentazione: parametri per forza di cose diversi da individuo a individuo Ciò che però la ricerca ci dice, è che se intervenire a posteriori può essere complesso nonostante l’esistenza di numerosi integratori, prevenire una disbiosi è invece possibile Attraverso una dieta studiata per le esigenze individuali, in grado di aiutare i bambini a preservare l’equilibrio del proprio microbiota e mantenerlo sano fin dai primi mesi e durante la crescita Affidiamopci alle parole della Missori, secondo cui sarebbero tre i fattori che influenzano il microbiota del nascituro e del neonato: fattori prenatali; fattori perinatali; fattori perinatali I primi, come appare evidente, e come confermato dalle nuove acquisizioni dell’epigenetica, sono di-

rettamente collegati alla madre del bambino Chi genera il bambino ha condotto una vista sana? Fuma? Fa attività fisica? Ha insulino-resistenza o malattie infiammatorie croniche? È stressata? Usa alcol o droghe? Prende farmaci? Vive in un contesto rurale o urbano? Al mare, in montagna? È obesa? Vive in che contesto socioeconomico? Ebbene tutto ciò che riguarda la vita della gestante potrebbe influenzare la composizione del microbiota trasmesso al nascituro Va da sé che più una partoriente non segue uno sti-

le di vita del tutto naturale, in una società occidentale che spinge continuamente ad aumentare la probabilità che alla nascita non vengano trasferite delle condizioni microbiche più favorevoli al nascituro Si parte con un handicap, e quindi le ripercussioni rischiano di riflettersi sul suo sistema immunitario che potrebbe favorire lo sviluppo di allergie, autoimmunità, infiammazione, dismetabolismi Riguardano la mamma, in un certo senso, anche i fattori perinatali, che sono legati principalmente alla modalità del

Il metodo per tenere sotto controllo la glicemia in un libro

Se si ha il diabete si possono mangiare le patate? È contagioso? Perché in menopausa c’è più probabilità di ammalarsi di diabete? Su questi e tanti altri dubbi (e falsi miti) che ruotano intorno al mondo del diabete risponde la dott.ssa Serena Missori, diabetologa e endocrinologa, nel suo nuovo libro firmato insieme al dott Alessandro Gelli, farmacista: “La dieta per glicemia e insulina con il Metodo Missori-Gelli® ”cura e previeni diabete, iperinsulinemia, sovrappeso, obesità, steatosi epatica senza privazioni, gestendo le emozioni e utilizzando le strategie più idonee in base al tuo Biotipo”. Il testo, avvalendosi delle più recenti eviden-

ze scientifiche, presenta un percorso completo per imparare a gestire la glicemia e l’insulina Il libro è edito dalle Edizioni Lswr e ha un costo di 23 90 euro per 496 pagine a colori. Serena Missori, è esperta in nutrigenomica ed epigenetica, specialista in cefalee, medicina funzionale rigenerativa e potenziativa, medicina anti-aging e anti-stress. Già docente nei corsi di Alta Formazione in Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress presso “Sapienza” Università di Roma e autrice di libri di salute e benessere Tra i suoi precedenti volumi: La dieta dei biotipi; La dieta della tiroide; La dieta della pancia, Asse tiroide-intestino; Il reset ormonale.

parto A seconda del modo in cui nasce il bambinoi, infatti, questi entra in contatto con tipologie di batteri differenti, modificando, o meglio formando, il proprio microbioma a seconda di quelli con cui interagisce Se il bambino vede la luce per via vaginale avrà la colonizzazione primaria del cavo orale da parte di lattobacilli Se invece viene al mondo tramite taglio cesareo, allora riceverà una primitiva colonizzazione del cavo orale da parte di batteri come stafilococchi, actinobacteria, firmicutes, in generale acquisiti in modo casuale dall’ambiente ecc. Controverso invece il dibattito sull’ambiente uterino. Si discute cioè se l’utero durante la gestazione sia un ambiente sterile o meno L’ipotesi più convicente è che possa esserci una colonizzazione microbica della cavità amniotica a opera di lattobacilli, prevotella e bacteriodies e si ritiene anche che la placenta stessa possa avere, essa stessa, un suo microbiota Rientrano comunemente nei fattori perinatali, anche il regime alimentare cui è sottoposto il nascituro; se cioè rivece il latte materno o artificiale o se è sottoposto a regime di allattamento combinato Infine, parliamo di fattori post-natali Nella fase post-natale, nel primo anno di vita, il microbiota subisce numerosi cambiamenti anche apparentemente caotici e, inoltre, bisogna avere la massima attenzione nell’eventuale impiego di antibiotici nel primo anno di vita Evidenze scientifiche sembrerennero dimostrare che tutti questi fattori, unitamente allo stile di vita dal concepimento ai due anni di età, influenzano l’attecchimento e la

funzione del microbiota in età adulta e la salute dello stesso, contrastando in caso di stimoli positivi l’insorgenza di obesità, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, diabete ecc Ma se è possibile suggerire uno stile di vita sano alla futura mamma, in che modo il pediatra può influire sul mantenimento del corretto microbiota anche nella fascia di età di sua competenza? Sembra un concetto antico ma, secondo la Dottoressa Missori, il vecchio suggerimento così comune tra le mamme di un tempo, ossia quello di “lasciare che il bambino si sporchi le mani”, sarebbe ancora adesso il più indicato allo scopo Spiega infatti l’endocrinologa: “Appartengo a quella generazione che il pomeriggio, dopo la scuola e i compiti, poteva giocare in giardino, in strada e quando si sbucciava un ginocchio, dava una passata con le mani e ricominciava a giocare Sporcarsi le mani significa non vivere in un mondo disinfettato e sbilanciato in

termini di microbi e favorire il contatto con più microbi possibili per allenare il sistema immunitario e agevolare la diversificazione del microbiota intestinale” Insomma, i comportamenti iperprotettivi rafforzatisi durante la recente esperienza del Covid, la tendenza a tenere i bambini al al caldo e al chiuso nelle stagioni più piovose, protetti da ogni spiffero di freddo o folata di vento, evitando contatti con le mani degi coetanei potrebbe rivelarsi in parte deleteria Mani che non si sono mai sporcate a terra, che toccano solo mouse o tastiere igienizzate più volte quotidianamente,

si tradurrebbero in una carenza di allenamento del sistema immunitario che alla lunga favorisce una debolezza del microbiota e un maggiore sviluppo di allergie alimentari, cutanee, innesco di infiammazione e autoimmunità nonché malattie metaboliche Ancora una volta, un’ampia letteratura sembra confermare quanto suggerito dalla Missori Studi che mettono a confronto bambini e adulti in contesti urbani e rurali mostrano differenze nette nella composizione microbica con una minore diversificazione nelle persone che vivono in contesti urbani, il luogo dove si concentrano

maggiormente le patologie su menzionate Non solo, il monito degli esperti è chiaro: l’eccessiva attenzione igienica e la disinfezione meticolosa potrebbero favorire l’origine di nuove specie patogene che non interagiscono positivamente con l’uomo che non riesce più ad adattarvisi, innescando casi di infiammazione cronica Ancora una volta ci sentiamo di affermare che forse la soluzione migliore sta nel mezzo Non bisogna dimenticare ciò che il covid ci ha insegnato e rigettare quelle minime regole di igiene, come il lavarsi le mani, che la pandemia ha finalmente valorizzato. Ma non bisogna neanche eccedere al contrario lasciando che le paure dei grandi (e ancora una volta è il Covid che ha evidenziato quanto esse possano essere numerose), finiscano con l’influire sulla corretta e sana crescita dei bambini, negando loro l’esperienza del gioco all’aria aperta e relegandoli a una vita da soggetti fragili anche in assenza di malattia

Il consiglio SIPPS per le bronchioliti: somministrare a tutti anticorpi monoclonali

"Il Virus Respiratorio Sincinziale (RSV) lascia il segno, non deve entrare in contatto con i nostri lattantini". Ad affermarlo è Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che torna a sensibilizzare famiglie e istituzioni su questo virus che colpisce tanti neonati e rappresenta un pericolo per la loro crescita. Può causare bronchioliti e polmoniti nel breve termine, o wheezing e infiammazioni croniche nel lungo termine "L'RSV fu scoperto a Napoli circa 50 anni fa - racconta Di Mauro - veniva chiamato il 'male oscuro ' perché si connotava come un'infezione virale respiratoria polmonare non ancora isolata È un virus abbastanza recente, caratterizzato da un 'attività interstiziale che agisce proprio come il Covid. Per questo motivo l'RSV deve essere prevenuto, poiché una volta entrato in contatto con un bambino può causare delle complicazioni anche a distanza di tempo dall'episodio acuto La bronchiolite è tipica dei primi mesi di vita, ma può essere contratta nei primi 2 anni di vita del bambino Il 60% dei lattanti è a rischio contagio Se prendiamo come riferimento il 2024,

su 400mila nati circa 80mila bambini hanno richiesto assistenza medica ambulatoriale, circa 16mila sono stati ricoverati e 16 sono stati i decessi solo nei primi 6 mesi di quest'anno Non sono pochi casi per una infezione virale, è un rischio che non possiamo accettare". Le stagioni in cui è più facile contrarre l'RSV sono autunno, inverno e primavera. Esiste, però, una prevenzione che agisce come un vaccino. "Da oltre 6 anni vengono condotti studi e ricerche sugli anticorpi monoclonali - chiarisce Di Mauro - che sono uno strumento di prevenzione primaria. I pediatri di famiglia sono impegnati nell'informare i genitori che c’è l'opportunità di proteggerli dall'RSV Con gli anticorpi monoclonali a lunga durata d'azione, grazie a una sola iniezione l'anno, con costi accettabili, possiamo fare una prevenzione efficacissima che permette ai piccoli di non contrarre la malattia Tutti i nati del 2024 dovrebbero essere "vaccinati" il prossimo ottobre Sarebbe utile offrire la somministrazione anche alle donne in gravidanza- suggerisce il pediatra- per coprire il neonato nei primi mesi, quando non ha ancora ricevuto protezione, come si fa per la pertosse"

Dott. Giuseppe Di Mauro

monici, che derivano cioè dalla memoria e dal ricordo di un determinato sapore Un altro dei compiti principali della saliva è la sua attività antimicrobica perché protegge da diversi batteri che sono naturalmente presenti all’interno della bocca Essa, inoltre, è fondamentale per la protezione di denti e gengive, per la preparazione alla masticazione e deglutizione di cibi, come momento iniziale della digestione degli zuccheri e come strumento di regolazione del livello di acidità nell’esofago Tutte queste funzioni essenziali sono ovviamente accentuate per i bambini in tenera età, sia in termini di protezione dai batteri, che di masticazione e deglutizione di cibi, soprattutto nelle prime fasi di apprendimento delle funzioni oro-motorie Una condizione di salivazione eccessiva, quindi, può essere considerata normale nei primi 6/18 mesi di vita del bambino Di-

scorso diverso se, però, questa persiste anche dopo i quattro anni d’età In questo caso, si potrebbe trattare di una scialorrea, la cui definizione più completa è disfun-

zione oro-motoria che provoca un eccessivo e persistente aumento nella produzione di saliva Diverse le cause possibili La più comune è che tale condizione clinica sia pro-

Sindrome di Angelman e difetto del cromosoma 15

La Sindrome di Angelman è una sindrome genetica, causata dall’assenza di una por zione del cromosoma 15 (unicamente di origine materna). I principali sintomi riconducibili alla patologia sono: un ritardo grave dello sviluppo psicomotorio, linguaggio ampiamente compromesso o assente, deficit dell’equilibrio dinamico, tremori agli arti, iperattività motoria, rari accessi di riso immotivato e movimenti scoordinati Alcuni accenni iniziali della malattia sono rappresentati da frequenti problematiche di alimentazione per il bambino, scialorrea, difficoltà di suzione o rigurgito Circa nell’80% dei casi sorgono problematiche consequenziali come la microcefalia (normalmente si rende evidente dopo i due anni di vita) o le crisi epilettiche, le quali si manifestano dopo i primi tre anni di vita. Anche per questo tipo di malattia rara non esiste una cura specifica. Le azioni terapeutiche mirano, principalmente, alla riabilitazione psicomotoria, alla ricerca di una modalità di comunicazione alternativa al classico linguaggio verbale e a tera-

vocata da un malfunzionamento nella gestione della saliva. È noto che la deglutizione è caratterizzata da un complesso meccanismo di coordinazione tra i muscoli dell’apparato orale, le guance e la lingua In alcune situazioni, però, si può verificare una disregolazione di tale processo La scialorrea può essere causata anche da fattori di natura fisiologica Tra questi, una scorretta postura della testa e del tronco, insorgenza di carie, tendenza ad avere la bocca aperta, ipo o ipertonia di labbra, lingua e guance, reflusso gastrofaringeo o acquisizione di particolari tipi di farmaci In altri casi, fortunatamente più rari, la scialorrea rappresenta un sintomo conseguenziale a patologie o disturbi neurologici del bambino che probabilmente è già in cura da uno specialista Essa, infatti, può presentarsi come una reazione del sistema nervoso a determinati “stimoli”,

pie per la cura dell’epilessia Valutare l’incidenza della patologia, inoltre, non è facile; questo perché i dati relativi alla sua prevalenza non sono noti con esattezza. Secondo una recente stima pubblicata dall’OMAR, si dovrebbe trattare di un caso su un range di popolazione che va dai 10.000 ai 40.000 neonati. Proprio in vista delle difficoltà derivanti dalla patologia per i pazienti e le loro famiglie, è stata fondata l’Organizzazione Sindrome di Angelman (OR S A ) Si tratta di un’associazione che nasce con lo scopo di aiutare, a livello pratico e informativo, le famiglie con un figlio colpito dalla sindrome L’associazione - che opera ormai da più di 20 anni - punta a garantire supporto, coesione, ricerca e presenza locale per le persone coinvolte, attraverso l’ideazione di progetti e iniziative. Il supporto dell’associazione si esplica anche identificando una serie di centri di riferimento a livello locale a cui i pazienti e le famiglie possono rivolgersi per la gestione e la cura del disturbo

La Sipps ha creato un decalogo per spiegare agli italiani come spostarsi in vacanza con i neonati

Le buone pratiche per viaggiare sicuri

È possibile viaggiare con un neonato? Il quesito si ripresenta ogni anno d’estate, ma anche d’inverno, e preoccupa la maggior parte dei genitori, specie quelli che sono alle prese con il primo figlio I dubbi sono molti e riguardano ogni aspetto dell’eventuale viaggio: la pressione dell’aereo gli può far male? Come proteggo la sua pelle dal sole? In auto è meglio preferire l’aria condizionata o il finestrino aperto? Per tentare di spazzare via qualche incertezza, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) ha pensato bene di redigere un decalogo con le regole d’oro da seguire quando si viaggia con un neonato, da diffondere il più possibile tra i pediatri e soprattutto tra i genitori dei piccoli pazienti

1) Si può viaggiare con un bambino molto piccolo?

Come spiega il Presidente Sipps Giuseppe Di mauro: “Sì, è possibile viaggiare con un neonato, purché si garantiscano le condizioni di comfort necessarie Tuttavia, è preferibile differire il viaggio dopo i primi dieci giorni di vita, un periodo in cui alcune condizioni come l'avvio dell'allattamento, il calo ponderale o un eventuale ittero devono essere monitorate con il supporto del pediatra di fiducia Per i n e o n a t i p r e m a t u r i , è n e c e s s a r i a una valutazione pediatrica prima della partenza".

2) Come affrontare un viaggio in automobile?

condizionata in macchina?

Gli esperti della Sipps invitano a non abusare mai, né in macc h i n a n è i n a l b e r g o , d e l l ' a r i a condizionata Mantenerla a temperature non molto inferiori a quelle esterne, mai sotto i 22-23 gradi.

4) Sicurezza del seggiolino in auto

Il neonato deve essere alloggiato nel seggiolino conforme alla normativa europea (ECE R44/03 o ECE R44/04), fissato correttamente al sedile Fino ai 9 chili di peso, il seggiolino deve essere installato in senso contrario alla marcia. Il posto più sicuro è il sedile centrale posteriore. Se l'auto ha l'airbag anteriore, il seggiolino deve essere posto obbligatoriamente sul sedile posteriore È vietato tenere i bambini in braccio

5) Meglio il treno o l'auto?

Il treno è una soluzione comoda poiché offre più spazio per muoversi e collocare il passeggino o l'ovetto, anche se il neonato viaggia in braccio alla mamma.

6) Viaggio in aereo

Se necessario, il neonato può viaggiare in aereo, ma potrebbe essere sottoposto a stress dovuto a sbalzi di temperatura, pressione, luce e rumori Dare al neonato qualcosa da mangiare o un succhiotto durante decollo e atterraggio può alleviare i disagi dovuti ai cambiamenti di pressione, in particolare il dolore alle orecchie

"I neonati possono viaggiare in auto - precisa la professoressa Susanna Esposito, direttrice della Clinica Pediatrica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e presidente della Sipps EmiliaRomagna - se sono garantite condizioni climatiche favorevoli all'interno dell'abitacolo. È meglio viaggiare nelle ore più temperate della giornata e posizionare l'auto all'ombra Prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il piccolo deve essere alimentato Non lasciare mai il neonato solo in auto, poiché la temperatura interna potrebbe raggiungere livelli elevati, causando disidratazione"

3) Qual’è il corretto uso dell'aria

7) Assunzione di liquidi durante il volo

È r a c c o m a n d a b i l e a s s i c u r a r e a l

neonato un'adeguata assunzione di liquidi, preferibilmente latte materno o, se non possibile, latte artificiale, poiché i neonati sono più soggetti alla disidratazione

8) Vaccinazioni e viaggi

Per i neonati non ancora vaccinati, è raccomandabile differire il viaggio di qualche mese, per completare il ciclo vaccinale del primo anno di vita e programmare le vaccinazioni necessarie per il luogo di destinazione

9) Effetti del fuso orario

Il cambiamento del fuso orario può causare sintomi di Jet Lag, come alterazioni del sonno e malessere generale. I bambini tendono a sopportare meglio questi cambiamenti, ma è importante regolare le ore di sonno e dei pasti subito dopo l'arrivo e, se possibile, già nei due giorni precedenti la partenza

10) Consigli generali per lunghi viaggi

Durante lunghi viaggi in auto, aereo, treno o bus - concludono i pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale - è consigliabile aiutarsi a distrarre i bambini con i loro libri e giocattoli preferiti. Portare sempre il necessario per la toilette, cibo e bevande per mantenerli puliti e nutriti

L’infanzia nel Medioevo?

Come nasce la parola bambino

La scarsità delle fonti e la convinzione che questo periodo sia culturalmente buio rendono difficile il racconto

Per giungere a considerare un bambino non come un adulto in miniatura ma come un soggetto a se stante, portatore di bisogni e caratteristiche proprie, ci sono voluti dei secoli. Molti storici della medicina indicano l’inizio di questo processo nel XV secolo, quando il mondo degli infanti comincia a essere percepito come differente da quello adulto, ma segnalano che fino alla metà dell’Ottocento gli interessati a questo argomento erano veramente pochi e che solo nel XX secolo si sviluppò l’attenzione e lo studio dell’infanzia sotto più punti di vista, medico, psicologico, sociale, pedagogico, ecc. ecc. Se, però, si prova ad approfondire il discorso si nota come già nel Medioevo, un periodo composto da più di mille anni, la concezione dell’infanzia e del bambino sia andata incontro a interessanti cambiamenti secondo i tempi e i luoghi Iniziamo col dire che l’etimologia della parola infanzia deriva dal latino (infans, composto da in , negativo, e participio presente del verbo fari, parlare: letteralmente "che non parla") e stava originariamente a indicare un periodo della vita molto più ridotto rispetto a quello che oggi recita l’Enciclopedia Treccani: “periodo che precede l'età adulta e si definisce come prima mat u r i t à f i s i c a , p s i c h i c a e s e ssuale” . Molta della cultura medievale si rifaceva a quella grecoromana, e con le dovute rielaborazioni per diversi teologi si era infans fino ai sette anni, tra i sette i quattordici puer e poi adolescens, anche se comunemente il temine più usato per rivolgersi ai bambini adolescenti era p u e r Nel

XIII secolo, invece, si arriva a distinguere due prime fasi della vita: l’infanzia (indicativamente fino ai 7 anni) e la puerizia (fino ai 15 anni) Questa concezione non si basava ancora sull’idea di sviluppo del bambino ma certamente costituisce un primo tentativo di dare una collocazione precisa all’infanzia all’interno della struttura sociale Quindi non è sbagliato affermare che intorno al duecento, verso i 7 anni iniziava il percorso che avrebbe portato all’età adulta: s’im-

parava a leggere, a scrivere, si veniva iniziati ai lavori domestici, alle arti sociali, al lavoro, a seconda dei contesti in cui l’infante cresceva Occorre anche tener presente, che la società dell’epoca era dominata dai principi del cristianesimo veicolati dalla Chiesa di Roma e di conseguenza si concepiva la natura dell’essere umano come duplice e contraddittoria: da una parte depositaria del patrimonio divino e dall’altra autrice del peccato originale Ed

è in quest’ottica che va interpretata la concezione dell’infante medievale Per i primi Padri della Chiesa, un esempio su tutti Sant’Agostino, l’infante è la rappresentazione più chiara della concupiscenza umana perché egli reagisce ed è dominato dagli impulsi e dai desideri: la soddisfazione incontrollata dei suoi bisogni appariva come la somma di tutti i mali del cristiano Questa credenza affondava le sue radici nei testi biblici, nelle lettere paoline e in quelle di San Girolamo che incoraggiano la punizione e una severa disciplina nei confronti dei bambini Nell’Ecclesiastico, uno dei libri dell’Antico Testamento si legge che coccole, vezzeggiamenti e giochi devono essere proibiti agli infanti, e che nessuna tolleranza deve essere ammessa Insomma, in questi primi secoli del cristianesimo e del primo Medioevo le idee pedagogiche riflettono quelle politiche e sociali di sottomissione e sudditanza C’è ora un altro fattore da considerare: l’alta percentuale di mortalità infantile, che muta a secondo dei pe-

riodi e dei luoghi presi in considerazione Può sorprendere ma l’idea di famiglia ampia è poco sviluppato. Negli inventari dell’epoca di Carlo Magno oltre a indicare i possedimenti di ciascuno era riportato anche il numero di bambini, e ciò fornisce la possibilità agli studiosi di valutare la popolazione infantile maschile e femminile di quell’epoca. La curva della natalità e della mortalità, particolarmente più alta rispetto ai valori attuali, è altalenante a indicare che fenomeni quali epidemia e carestie erano molto frequenti Per salvarli dalla fame e dalla povertà, molti bambini eranoceduti ai monasteri e ai conventi ed essendo votati a Dio venivano nutriti ed istruiti Un’usanza già diffusa fra gli ebrei che il cristianesimo accolse innestandola con la patria potestas romana. Questa consuetudine apparteneva a tutti i ceti sociali, ma ai genitori più abbienti venivano richieste donazioni che andavano a pagare l’istruzione dei loro discendenti, mentre ai più poveri bastava offrire la propria prole al Signore Poco si sa della reazione a queste scelte imposte dalle famiglie ma si può supporre che anche allora molti bambini non accettassero di vivere in un ambiente ristretto di natura religiosa e che magari tentassero la fuga Si trova prova nella regola benedettina che per ovviare alle fughe causate da possibili maltrattamenti subiti dai piccoli ospiti, già si preoccupava dei rapporti tra adulti e bambini, raccomandando di creare una sorta di legame famigliare

D’altra parte, nei monasteri, le pulsioni degli infanti e dei più giovani erano represse, il parlare severamente regolato, ma essendo i minori ritenuti quasi incapaci di comprendere la natura delle prescrizioni e degli obblighi imposti, per loro le punizioni erano molto più blande Il fine ultimo di questo tipo di educazione non era la libertà del bambino, ma il suo adattamento alla vita religiosa Ciò non significa che, in generale, nella società medievale i bambini godessero di una simile considerazione e fossero immuni da soprusi,

abusi e violenze, ma soltanto che almeno le istituzioni religiose iniziavano a esprimere una forma di attenzione verso la natura dell’infanzia. D’altra parte gli stessi Vangeli canonici raccontano molto poco dell’infanzia di Gesù, che susciterà interesse solo a partire dall’XI secolo in poi Non tutte le fonti medievali mostrano una visione negativa dell’infanzia, perché si trovano testimonianze di ecclesiastici che valorizzano gli aspetti più innocenti dei bambini, quali l’ingenuità, la docilità, la mitezza e il candore Dall’XII

Arte e dermatologia tornano in congresso

Dal 20 al 21 settembre 2024 la Sala della Promoteca del Campigodglio ospiterà la quindicesima edizione di Dermart. Organizzato dal Dott. Massimo Papi, il convegno è noto per il suo particolare approccio alla dermatologia basato sull’assunto che la cute è la tela sulla quale l’organismo esprime i suoi squilibri, la mente manifesta i suoi disagi, l’ambiente tende ad amplificare i danni e dove noi proprietari facciamo il resto, toccando, grattando e applicando i rimedi più fantasiosi. Un incontro nel quale le opere d’arte, osservate attraverso l’esperienza dei clinici, aiutano a comprendere le tante sfumature delle pato-

logie cutanee Il gioco del confronto e le tante analogie visive con gli esempi di arte visiva aiutano infatti a capire ciò che si vede e quello che il cervello elabora e percepisce Un approccio particolare sempre più seguito nel mondo medico anglosassone, perché imparare a osservare è essenziale per fare diagnosi e perché associare determinate manifestazioni cliniche ai colori o ai segni presenti su un quadro può costituire un escamotage pratico ed efficace per riportare alla memoria le immagini presenti sui manuali di approfondimento diagnostico https://www dermart it/

secolo la pratica di consacrare i bambini alla vita monastica già in tenera età comincia a scendere, parallelamente alla scoperta dell’infanzia di Gesù, e all’affermazione del culto di Maria Vergine che s’inseriscono in un vasto fenomeno di religiosità popolare, condiviso trasversalmente da ogni strato sociale, e cambiano in meglio l’atteggiamento verso i bambini. Muta significativamente il rapporto tra società e religione e a livello artistico si assiste a una nuova rappresentazione pittorica di Gesù bambino dipinto come un infante sano e spesso con qualche rotolo di grasso. È un processo molto lento che porterà alle splendide rappresentazioni di Madonne con bambino del Rinascimento Altro punto di svolta nel cambiamento di concezione del bambino è l’attività di San Francesco d’Assisi. Un uomo capace di rivoluzionare la religiosità medievale con il suo approccio gentile e dimesso, con la carità estrema e la sua rinuncia a tutti i beni materiaCome è noto a lui si deve l’invenzione del presepe per il Natale del 1223, quando a Greccio decide di organizzare una solenne rappresentazione dela nascita di Gesù presso ’eremo Il Santo si rifà ai Vangeli apocrifi, gli unici a riportare il dettaglio della presenza del bue e del’asino, e la celebrazione avviene di notte La mangiatoia con il fieno e i due animali sono collocati al’interno della cappella del’eremo dove quella sera veniva celebrata la messa ma, il racconto ci dice che non vi era nessuno a imersonare Maria, Giusep-

Se il papà o la mamma sono malati

Qual è il modo migliore per informare il bambino che uno dei suoi genitori è afflitto da cancro?

Dott.ssa

Raffaella Manzo, Psicologa, Psicoterapeuta, Psiconcologa, Dirigente Psicologa

U O C Fisiopatologia

Respiratoria Azienda dei Colli, Napoli

Sono tanti i pensieri che affollano la mente di chi scopre di essere affetto da cancro E lo sono ancora di più se chi è malato ha anche un figlio. Ce ne parla la Dottoressa Raffaella Manzo, Psiconcologa, Dirigente UOC Fisiopatologia Respiratoria Azienda dei Colli di Napoli “Sicuramente il primo obiettivo di qualsiasi genitore è quello di proteggere i propri figli da una realtà che appare emotivamente troppo angosciante, qualsiasi età essi abbiano Ciò è ancor più vero nel caso dei bambini che vanno naturalmente salvaguardati e aiutati Pertanto, la prima reazione è spesso quella di tentare di nascondere loro i momenti di difficoltà che si stanno affrontando, specie se così drammatici e importanti Tuttavia, la comunicazione costituisce un fattore importantissimo per

l’adattamento dei bambini alla malattia, propria o degli altri componenti della cerchia familiare In particolare, è fondamentale spiegare loro, naturalmente nei tempi e con modalità che siano in grado di comprendere, ciò che succede all’interno della famiglia A chi mi chiede quale sarà la loro reazione, rispondo che le variabili da considerare sono diverse. Senza dubbio la diagnosi di cancro e i trattamenti oncologici cui si deve sotto-

porre un genitore hanno forti conseguenze sui figli, indipendentemente dalla loro età Il grado d’impatto, però, dipende sia da quanto i trattamenti oncologici sono intrusivi rispetto alla vita familiare, sia da quali sono i bisogni dei bambini, i quali dovranno adattarsi a una nuova routine familiare, ovvero accettare che la loro mamma, o il papà, non potrà svolgere come consueto attività e mansioni per “colpa” della patologia che sta af-

frontando “Perché la mamma è sempre a letto?”; “Perché non si sente bene?”; “Perchè non mi accompagna più scuola?”. Questi sono solo alcuni dei quesiti che maggiormente pongono a se stessi e che rivolgono agli adulti in attesa di una risposta rassicurante che non sempre può venire Ciò detto, il presupposto è che per quanto si vogliano proteggere, i bambini hanno il diritto di conoscere ciò che accade in famiglia e, quindi, anche di sa-

Mattel lancia la Barbie non vedente per aiutare i bambini disabili a immedesimarsi

L’azienda internazionale Mattel, specializzata da quasi 80 anni nella realizzazione di giochi e giocattoli, ha annunciato il lancio di una Barbie non vedente Lo scopo, secondo i vertici dell’azienda, è quello di consentire ai bambini affetti da disabilità visiva, di trovare una bambola che li rappresenti e in tal modo stimolare la loro creatività al pari di come le bambile classiche stimolano la fantasia dei piccoli normodotati Per realizzarla, i costruttori della Mattel ha chiesto l’assistenza dell'American Foundation for the Blind (AFB): una organizzazione statunitense senza scopo di lucro che si dedica alla creazione “di un mondo con infinite possibilità per le persone affette da cecità e ipovisione” Grazie a questa proficua collaborazione si è ottenuto che i dettagli della “Barbie non vedente”, tra cui la forma del viso, i capi, gli accessori della bambola e la comunicazione nel-

l'e-commerce, rappresentassero accuratamente le persone affette da cecità o ipovisione La bambola è così dotata di un bastone bianco e rosso con l’identificativa punta di gomma e include un modello di occhiali da sole eleganti e funzionali. Inoltre, è stato progettato un abbigliamento della bambola adeguato che include una camicetta rosa satinata con una gonna a balze testurizzata, concepite per garantire un riscontro tattile a chi le maneggia. Persino il packaging è stato curato nei minimi dettagli riportando il celebre marchio “Barbie” sulla confezione in braill. Uscita quest’anno, all’interno della gamma Fashionistas, la “Barbie non vedente” si aggiunge agli altri modelli realizzati negli scorsi anni che hanno nell’inclusività il loro valore aggiunto, tra cui ricordiamo la Barbie in carrozzella, la Barbie con vitiligine e quella senza capelli

che difficoltà a relazionarsi con i propri amici I bambini sopra gli undici anni possono invece regredire, ovvero cominciare a comportarsi come se fossero più piccoli In alcuni casi è il loro modo di dire “ci sono anch'io” e di attirare l'attenzione Discorso diverso, infine, per gli adolescenti, che rischiano di vivere la notizia in modo particolarmente complesso L’adolescenza è infatti il periodo della vita in cui stanno per conquistare l'indipendenza e potrebbero trovarsi nella condizione di dover rinviare questa importante transizione perché in casa è richiesto il loro aiuto e supporto Alcuni si ribelleranno e si comporteranno in modo infantile, altri si faranno carico di responsabilità e matureranno in fretta, mentre altri ancora affronteranno la situazione con disinvoltura. Concludendo, è mia opinione che a prescindere dall'età dei figli, ciò che è importante è parlare con loro, condividere le emozioni e capire i loro bisogni Ai genitori che chiedono consi-

glio in materia, mi sento di suggerire che è importantissimo dire che esiste un problema fin dalla diagnosi della malattia e, soprattutto, prima di iniziare i trattamenti, perché questi ultimi possono comportare modificazioni corporee. Il rischio, altrimenti, è quello di far vivere al bambino “scoperte trau-

matiche” che iniziano a manifestarsi con i possibili cambiamenti cui andrà incontro il paziente oncologico Non è poi da scartare l’idea di affidarsi a un esperto e richiedere, sempre sin dalla diagnosi, una consulenza specialistica con uno psiconcologo certificato della Società Italiana di Psico-

Oncologia su www.siponazionale it L’aiuto può risultare essenziale per fornire quel sostegno necessario ai genitori per favorire e migliorare la loro capacità di comunicazione; e per i figli minori per intercettare e gestire il disagio e lo stress collegati allo stato di salute dei propri genitori

La Psicologia 3.0: quando le sedute avvengono con visore e realtà virtuale

Dalla Sicilia al Veneto passando per il Centro Italia, cambiano tecniche e logiche della Psicologia che oggi non si limita più a sfruttare soltanto le potenzialità del web, ma lo travalica sfruttando la realtà virtuale e immersiva. Grazie alla digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico basato sulla realtà virtuale, le sedute terapeutiche si svolgono in ambienti più stimolanti e costruiti a misura di paziente per aiutarlo, principalmente, a superare traumi e fobie Da queste nuove frontiere prende le mosse il master di II livello in “Psicologia Digitale” promosso dall’Università degli Studi Niccolò Cusano e che vanta collaborazioni d’alto livello come quella con lo psicologo Simone Barbato, cofondatore di IDEGO, azienda è impegnata nello sviluppo di software immersivi per il mental health con lo scopo di cambiare radicalmente l’approccio alla disciplina e supportare professionisti, cliniche, ospedali e centri di ricerca “A oggi abbiamo formato più di 400 professionisti - precisa Barbato - sono ancora una nicchia ma la richiesta della realtà virtuale a scopi terapeutici sta aumentando vertiginosamente Perché? Semplice: rispetto alle sedute tradizionali, questa riesce a essere “attivante” e a sprigionare

certe emozioni come ansia, stress, fobie e panico” E da qui il passo è breve per aiutare il paziente a decondizionarle in un ambiente protetto come la realtà virtuale immersiva. Così il master dell’Unicusano diviene una solida base di partenza per affinare le conoscenze di questo strumento a disposizione professionisti provenienti dalle facoltà di Psicologia o Medicina Il percorso formativo è organizzato affinché, al conseguimento del titolo, si posseggano le competenze e conoscenze per poter utilizzare le tecnologie a disposizione come la E-Therapy, l’uso della realtà virtuale quale supporto funzionale alla meditazione, l’utilizzo degli strumenti tecnologici per migliorare il trattamento di fobie, neuromarketing, comprendere le dinamiche legate ai social media ove ci si trovi a trattare pazienti dipendenti da queste piattaforme, i videogame e serious game, l’apprendimento digitale (blended teaching), biofeedback e neurofeedback Inoltre i tempi del percorso clinico si accorciano perché si possono affrontare più rapidamente delle situazioni stressanti in un contesto protetto O anche potenziare abilità sociali o, ancora, indurre stati di rilassamento profondo

Il nome ancor in uso per questa grave malattia fu proposto da uno psichiatra svizzero che elaborò la teoria delle 4 A

la di professore di psichiatria all’università di Zurigo Per tutta la su carriera, si dedicò allo studio delle cause della malattia mentale e al miglioramento dei trattamenti. Nel 1901 Bleuler sposò Hedwig Waser, con la quale ebbe 5 figli Paradossalmente i due si erano incontrati mentre entrambi facevano una campagna per un movimento a favore dell’astinenza sessuale (la Waser fu tra le fondatrici della Federazione Svizzera delle Donne Astinenti) Joos-Bleuler, parlando del loro rapporto, riferì che loro due erano molto diversi ma li univa la loro passione per le persone, le questioni sociali e, appunto, l’astinenza Bleuler e la sua famiglia, vivevano insieme nell'appartamento della Clinica Il 24 aprile 1908, in una relazione al meeting dell’Associazione Psichiatrica Tedesca a Berlino usò per la prima volta al mondo il termine schizofrenia Nel suo lavoro del 1908 “Demenza precoce o il gruppo delle schizofrenie”, per primo descrisse la schizofrenia come scissione dei processi mentali. A questo primo documento ne seguì uno più ampio sotto-

forma di libro che pubblicò nel 1911 con il medesimo titolo Nella descrizione della schizofrenia che lui faceva, decostruì il concetto di “demenza precoce”, descritta e così chiamata da Kraepelin, uno psichiatra dell’università di Monaco in Germania Kraepelin aveva definito la demenza precoce, che più tardi verrà chiamata schizofrenia, come una malattia che colpisce i giovani e che in seguito sviluppa in demenza L’originalità del termine schizofrenia in sostituzione di demenza precoce consisteva nel riconoscimento proprio della scissione di personalità

Chi era Emil Kraepelin?

Emil Kraepelin (Neustrelitz, 15 febbraio 1856 - Monaco di Baviera, 7 ottobre 1926), psichiatra e psicologo tedesco fu determinante nell’elaborazione di concetti quali la parafrenia, la demenza precoce, l’ebefrenia e la catatonia. Fu pioniere del concetto di malattia nella psichiatria basata su tre elementi quali: psicopatologia descrittiva, eziologia organica e storia naturale. Attraverso i suoi scritti mostrò una reale comprensione per le variabili psicologiche legate all'ambiente e fu tra i primi a elencare situazioni cliniche in cui fattori sociali svolgevano un ruolo predominante Il nome di Kraepelin è per lo più asso-

che secondo Bleuler era il sintomo principale della schizofrenia, invece che della demenza, che di fatto non sempre è associata alla malattia. Inoltre Bleuler definì la schizofrenia come un gruppo di malattie piuttosto che una, e indicò nei suoi sintomi principali 4 A: Associazione, Affetto, Ambivalenza, Autismo Per associazione, Bleuler intendeva i problemi che gli individui schizofrenici hanno nel fare normali associazioni nei loro pensieri Affermò che il loro pensiero diventa illogico perché collegano cose lontane tra loro e disconnettono pensieri

ciato a due malattie: la demenza precoce e la mania depressiva Con i suoi trattati consolidò l'impianto della psichiatria a indirizzo clinico, venendo così a creare un divario tra coloro che consideravano la psichiatria come una disciplina risucchiata dai problemi della gestione manicomiale, e le cosiddette "giovani leve", attratte dalla novità d'impostazione di tale disciplina messa in luce dallo stesso Kraepelin. Condusse studi sull'ebefrenia, sulla catatonia e sulla demenza paranoide, considerando tali quadri clinici, come differenti declinazioni dell'unica forma mentale da lui riconosciuta, la "demenza precoce "

e oggetti che dovrebbero essere collegati Con affettività, si riferiva all’affetto piatto e alla perdita di espressione quando si parla di argomenti che normalmente evocano molte emozioni Bleuler inoltre definì l’ambivalenza come due idee o personaggi separati che coesistono nella stessa mente Per finire, introdusse e definì l’autismo come separazione dalla realtà. Quest’ultimo concetto influenzò altri ricercatori compresi Hans Asperger, Leo Kanner e Bernard Rimland che distingueranno l’autismo dalla schizofrenia cercando di perfezionare il termine. Nel 1916, mentre ancora lavorava come direttore del Burghölzli e professore all’Università di Zurigo, Bleuler scrisse un testo che conteneva molte delle sue teorie e scoperte sulla malattia mentale (Trattato di Psichiatria). Nell’introduzione dell’edizione del 1923, George H Kirby argomentò che le idee di Bleuler erano importanti perché si allontanano dalla mera descrizione delle malattie psichiatriche cercando di spiegarle Kirby notò anche che Bleuler aveva le stesse vedute di Freud sulla causa delle malattie psichiatriche Entrambi, infatti, in molti dei loro scritti suggerivano che queste patologie erano causate da fattori genetici o di sviluppo e non erano semplicemente una reazione del paziente al mondo nel quale viveva Bleuler si ritirò dall’insegnamento e da direttore del manicomio di Burghölzli nel 1927 Oltre al suo lavoro, amava la poesia, la letteratura, la natura e recarsi in montagna con moglie e figli Morì il 15 luglio del 1939 nella sua città natale, Zollikon

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