La sanità nel Lazio vista dai giornali
Giovedì, 17 luglio 2025 a cura dell'Osservatorio delle politiche sanitarie del Lazio dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Frosinone

Colleferro - Palestrina, il modello dell'UOC di Ortopedia e Traumatologia funziona bene e diventa un esempio
Dati in crescita e un intervento molto complesso eseguito con successo raccontano un modello altamente funzionale L’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia d’Urgenza dell’Ospedale di Colleferro e Palestrina, diretta dal Dott Alvise Clarioni, si conferma un punto di riferimento regionale per la qualità delle cure, la tempestività degli interventi e l’organizzazione capillare e integrata dei servizi offerti Articolata tra i presìdi ospedalieri Parodi Delfino di Colleferro (per la traumatologia d’urgenza) e Coniugi Bernardini di Palestrina (per l’ortopedia elettiva), l’attività dell’Unità si estende operativamente anche agli Ospedali SS Gonfalone di Monterotondo e Angelucci di Subiaco, dedicati alle attività in day surgery e APA (Attività Programmate Ambulatoriali) Questo modello organizzativo flessibile, basato sulla collaborazione tra i diversi presìdi, permette una continuità assistenziale efficace e un’offerta chirurgica di qualità sul territorio aziendale. A confermare l’efficacia di quest’approccio è il P Re Val E - Programma Regionale di Valutazione degli Esiti degli interventi sanitari curato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio (DEP): nel 2024,
l’Unità ha raggiunto un tasso dell’84,43% di interventi alla frattura del femore eseguiti entro 48 ore, ben 13 punti sopra la media regionale e quasi 20 punti sopra l’obiettivo minimo fissato al 65%. Tra le attività più significative dell’ultimo periodo, si segnala un intervento chirurgico complesso eseguito presso l’Ospedale Parodi Delfino di Colleferro nel novembre dello scorso anno: una protesizzazione bilaterale delle anche, effettuata in un’unica procedura chirurgica su un paziente di 48 anni affetto da necrosi avascolare delle teste femorali L’intervento, della durata di circa 3 ore, è stato eseguito con successo dal Dott Fabio Luigi Perrone, dal Dott. Simone Scapellato e dal Direttore dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia d’Urgenza Dott Alvise Clarioni, con l’assistenza anestesiologica del Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione Dott Gianmattia Mastrojanni e del Dott Ruggero Vacirca, oltre al prezioso contributo dell’équipe infermieristica del Blocco Operatorio Il paziente ha sempre avuto un buon controllo del dolore postoperatorio, si è mobilizzato autonomamente già dal giorno dell’intervento e non ha avuto bisogno di trasfusioni, venendo dimesso dopo soli 7 giorni
Sora, donati letti oncologici al “Santissima Trinità” alla presenza del Dg Asl
Il direttore generale della Asl di Frosinone, Arturo Cavaliere, ha partecipato alla cerimonia di donazione di tre letti al reparto di Oncologia dell’ospedale SS Trinità di Sora, diretto dalla dottoressa Cecilia Nisticò, da parte di don Angelo Moncelli, già cappellano militare e Cavaliere al merito della Repubblica, che ha tagliato il nastro del suo cinquantesimo anno di sacerdozio. Don Angelo ha sottolineato come abbia scelto di fare egli stesso un regalo a chi soffre, dotando la struttura ospedaliera di Sora di nuovi letti elettrici destinati ai malati. Insieme al direttore sanitario della struttura, il dottor Mario Fabi e a diverse autorità militari e civili, Cavaliere ha evidenziato la valenza del dono, soprattutto quando è rivolto alle persone più fragili “Il vero senso di fare rete - ha detto - è quello di contribuire tutti insieme a orientare la propria azione verso uno spirito di donazione, soprattutto nei confronti delle persone più fragili che però, come ha ricordato don Angelo, vivono nella speranza di ricongiungersi alle loro famiglie, grazie alle cure mediche, all’assistenza sanitaria e anche all’umanità del nostro personale”. A conclusione della cerimonia il vescovo Antonazzo ha impartito la benedizione e sottolineato l’importanza della donazione e del prendersi cura dell’altro, del malato


Cassino, criticità al pronto soccorso: le richieste dell’Ugl
“I fatti di cronaca che si sono susseguiti all’interno dei presidi ospedalieri e in particolare presso il Pronto Soccorso di Cassino, dove un uomo ha aggredito due medici in maniera violenta, è solo l’ultimo degli accadimenti che si sono verificati sui luoghi di lavoro della Asl di Frosinone”. La Segretaria Provinciale UGL Salute Frosinone Rosa Roccatani, torna a denunciare le gravi criticità del pronto soccorso dell’Ospedale di Cassino “Sono numerose e prosperanti le segnalazioni che ci giungono dal personale infermieristico e OSS del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cassino - sottolinea - gravi criticità che starebbero compromettendo la qualità dell’assistenza e soprattutto la sicurezza e salute dei lavoratori. La riduzione degli spazi derivante dai lavori in corso dettati dal PNRR per “ospedali sicuri e sostenibili” avviati con ritardo e in contemporanea nei vari Presidi, creano disagio a utenti e lavoratori Difficoltà inaccettabili per il personale infermieristico, che oltre ad ottemperare alle attività di competenza, durante il turno notturno, deve garantire la somministrazione del mezzo di contrasto (MDC) recandosi presso il DEA radiologico, sopperire, alle necessità dell’Ambulatorio dei Codici Minori gestito dai medici di medicina generale, qualora fosse mancante l’infermiere preposto Non da meno, il personale OSS, che oltre all’assistenza continua dei pazienti in attesa, devono farsi carico del ritiro, consegna di campioni
biologici, fornitura farmaci, presidi, attrezzature, apparecchiature elettromedicali, oltreché del trasporto pazienti che necessitano delle svariate consulenze che dovrebbero essere effettuate nel Pronto Soccorso, ma per carenza di personale medico, sono espletate nei relativi reparti di riferimento. Da settimane, poi, gli utenti vengono contemporaneamente in un’unica stanza all’interno della quale sono previste due postazioni per due medici Questo crea rallentamenti e attese infinite esasperando i pazienti al punto di diventare aggressivi nei confronti di chi lavora L’accumulo di responsabilità, la carenza di personale e l’insufficienza di spazi adeguati impediscono di fatto il rispetto dei protocolli operativi e il personale è costretto a operare in condizioni di stress fisico e psicologico estremo. Motivo per cuiconclude la Roccatani – l’UGL Salute, invita la ASl, a garantire la funzionalità degli spazi con l’utilizzo di ambienti adeguati in attesa del termine dei lavori Oltre a ciò, va fatto l’adeguamento del fabbisogno del personale infermieristico e OSS rapportato all’attività di pronto soccorso, estromissione degli stessi dalle attività extra, a garanzia della Privacy, vanno disposti ambienti dedicati per i pazienti in attesa di posti letto con personale infermieristico e OSS dedicato e misure atte a garantire la sicurezza dei lavoratori contro le aggressioni fisiche e verbali”. (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Frosinone, Pag. 61)

Frosinone, nominati nuovi direttori amministrativo e sanitario della Asl
Nominati il direttore amministrativo e sanitario dell’Azienda Asl di Frosinone. Prenderanno entrambi servizio il primo agosto Il manager Arturo Cavaliere ha provveduto nel pomeriggio di ieri a definire la governance dell’Asl. Il dottor Giovannino Rossi è il nuovo direttore amministrativo E’ la casella più importante sul piano dell’organigramma burocratico dell’Azienda L’incarico durerà tre anni Il dottor Giovannino Rossi, è stato responsabile della Uoc Gestione risorse umane della Asl Roma 6. Nell’atto si legge che “è idoneo a ricoprire tale incarico, in considerazione della preparazione e competenza specifica oltre che della vasta esperienza professionale come si desume dal curriculum formativo e professionale agli atti di questa Azienda” Fa parte infatti dell’elenco regionale degli idonei al ruolo di direttore amministrativo Mentre nel ruolo di direttore sanitario è stata scelta la dottoressa Maria Giovanna Colella, già capo dipartimento presso la Asl Roma 1 Anche per lei l’incarico è triennale
Roma, Fabrizio d’Alba (DG Umberto I): “Ora la nuova Breast unit e più posti letto per i pazienti con disturbi alimentari
“Gli interventi che sono stati presentati sono importanti perché completano l’offerta assistenziale del Policlinico Umberto I I servizi erano già attivi ma con queste ristrutturazioni li abbiamo potenziati E non è solo - ha spiegato Fabrizio d’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I dal gennaio del 2021 - abbiamo ripensato questi servizi in luoghi diversi, che hanno come obiettivo quello di migliorare l’esperienza dei pazienti oncologici costretti a vivere molte ore in spazi come questo, che quindi devono essere belli, accoglienti e funzionali” Il day hospital oncologico che nasce oggi è solo l’inizio di un percorso più ampio “Esatto, la ristrutturazione è solo il primo tassello di un progetto che prevede, in questa palazzina che prima ospitava la clinica di dermatologia, la nascita del polo oncologico del Policlinico. Presto infatti realizzeremo un ulteriore spazio ambulatoriale e, al piano superiore, una Breast unit. Nascerà un luogo facilmente individuabile, in cui sarà sviluppato il percorso di presa in carico oncologica, minimizzando i problemi che incontrano a volte i cittadini per accedere ai servizi, per capire dove andare. Così si ottimizzeranno le risorse ma si renderà anche più facile la vita ai cittadini”. Importanti novità anche per il servizio psichiatrico. “Il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) è essenziale e ci darà anche la possibilità di ampliare i posti letti per i pazienti con disturbi del comportamento alimentare, una problematica che sta ponendo una domanda crescente per i nostri giovani” Questi lavori sono stati realizzato solo con fondi pubblici? “Le ristrutturazioni sono state possibili anche grazie a diverse donazioni” (Fonte: Corriere della Sera, Cronaca di Roma, Pag. 5)

Roma, nuovo polo oncologico e servizio psichiatrico all'Umberto I
Il Policlinico Umberto I inaugura i nuovi spazi del polo oncologico e del servizio psichiatrico di diagnosi e cura, per un investimento di 2,2 milioni di euro, di cui 900 mila euro derivanti da donazioni. “L'inaugurazione rappresenta l'impegno per una sanità pubblica più vicina alle persone e un Sistema sanitario nazionale più attento all'umanizzazione dei percorsi”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in occasione dell'inaugurazione che si è svolta ieri mattina alla quale ha partecipato la rettrice di Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni; il direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio D'Alba; e i rappresentanti degli sponsor Acea, Banca D'Italia, Enel Cuore, fondazione Tim, Figc ed Eni Il polo oncologico è dotato di un day hospital con 32 poltrone, 4 posti letto, 12 ambulatori specialistici per le principali patologie oncologiche e una sala d'attesa con 50 postazioni L'équipe medica, traccerà percorsi di cura integrati per i pazienti e garantirà un'attività giornaliera di oltre 80 visite ambulatoriali, 100 infusioni, fino a 40 terapie orali al giorno. Il reparto dedicato al servizio psichia-
trico di diagnosi e cura, invece, dispone di 15 posti letto per trattamenti intensivi in regime di emergenza e una squadra multidisciplinare attiva h24 composta da psichiatri, psicologi, infermieri e operatori sociosanitari Il reparto rafforzerà il collegamento con i servizi territoriali e i centri di assistenza psichiatrica attraverso una strategia che integra la salute mentale nei percorsi ospedalieri. “Sono strutture - ha dichiarato Polimeni - pensate per mettere al centro la persona con un approccio integrato che unisce cura, innovazione e umanizzazione”. “Un investimento condiviso - ha aggiunto D'Alba - per la salute, frutto di una sinergia virtuosa tra istituzioni, sanità pubblica e mondo accademico” A margine della conferenza stampa, il presidente Rocca ha annunciato l'auspicio per la costruzione del nuovo Policlinico Umberto I, un progetto che porta avanti una ristrutturazione totale delle mura e prevede la costruzione di un blocco da 1 170 posti letto all'interno del nosocomio romano: “Sarebbe fantastico se l'ufficialità arrivasse il 16 settembre, giorno in cui si festeggeranno i 90 anni della Città Universitaria”, ha detto. Ma al momento si attende l'approvazione da parte

Rieti
della Soprintendenza dello Stato Rocca ha inoltre sottolineato il problema della crisi vocazionale che attraversa alcune specializzazioni mediche: “proprio l'Università La Sapienza ha dovuto chiudere la seconda scuola di specializzazione di medicina nucleare perché non c'erano iscritti Per alcune discipline importanti occorrono strumenti nuovi”. Tra le possibili soluzioni, salari differenziati per incentivare le specializzazioni e un sistema di tax credit per dare un credito fiscale ai medici specializzati che continueranno a lavorare in Italia. Per Rocca “aumentare il compenso dello specializzando non impedisce che dopo la specializzazione vada all'estero, ma se andiamo sul sistema di credito fiscale possiamo sperare si freni l'emorragia di giovani che partono” Nel Lazio c'è poi il problema per le Rems: “Abbiamo una struttura con 40 posti a Frosinone che non riusciamo a far partire perché manca il personale, con la conseguenza che chi avrebbe bisogno di cure specialistiche viene trattenuto in carcere”, ha concluso il presidente della Regione Lazio. (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Roma, Pag. 60 - Corriere della Sera, Cronaca di Roma, Pag. 5)
Culle un po' meno vuote nel Reatino che nel 2024 segna 5 nascite in più rispetto al 2023 e fissa l'asticella a 828 nuovi nati rispetto agli 823 dell'anno precedente. Inoltre, i primi mesi del 2025 evidenziano un trend in crescita, seppur lieve, in linea con l'anno passato. La prudenza è d'obbligo, soprattutto se si guardano gli ultimi dati sulla dimensione della denatalità in Italia che parlano di circa 10mila nuovi nati in meno rispetto al 2023 (con una riduzione del 2,6% in un anno), ma l'inversione di tendenza fa ben sperare, soprattutto se sarà in grado di frenare la caduta verticale di nuovi nati che ha contraddistinto gli ultimi anni, durante i quali si è passati dalle 1 324 nascite del 2009 (che è anche il picco) agli 828 di oggi (- 496 nuovi nati totali) Se da un lato calano le nascite, dall'altro si alza l'età delle partorienti che si attesta a 32,62 anni (quello dei padri è di 36,24) Con l'età cresce l'assistenza sanitaria prima, durante e dopo il parto sia per ciò che concerne la qualità che per quanto riguarda la varietà dei servizi offerti dai reparti di riferimento, come quello reatino di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale de' Lellis. Tra questi trova un posto di primo piano il cosiddetto “Maco” il modello
assistenziale a conduzione ostetrica, uno strumento che vede la Asl di Rieti tra le primissime aziende sanitarie del Lazio ad averlo adottato. Questo modello risulta particolarmente appropriato per la presa in carico della donna, per la sicurezza e l'appropriatezza delle cure, per il miglioramento della qualità dell'assistenza, per un uso più efficiente delle risorse e per migliorare i risultati di salute con una maggiore soddisfazione della persona assistita. Inoltre, grazie alla sua istituzione, l'azienda sanitaria di Rieti è riuscita a dimezzare il numero di parti cesarei primari. Sull'importanza di tale strumento si è parlato anche in Regione, alla presenza degli Ordini della professione ostetrica e del presidente del Lazio Francesco Rocca Tra gli aspetti positivi riscontrati c'è la possibilità di instaurare con l'ostetrica una relazione di totale fiducia, anche grazie alla continuità dell'assistenza. Oggi l'ostetrica non si occupa solo del parto, ma è accanto alla donna e al bambino in tutte le fasi della loro vita: dall'infanzia alla giovinezza, attraverso l'educazione all'affettività, fino al supporto delle donne nel periodo della post-menopausa (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Rieti, Pag. 61)

Terminillo montagna del cuore: cardiopatici in quota per la riabilitazione
Terminillo montagna del cuore: anche questo mese di giugno, come tutti gli anni dal 2004, un'équipe arrivata dall'ospedale Santo Spirito di Roma ha raggiunto la località montana, all'interno di un percorso di cura e riabilitazione dedicato ai pazienti cardiopatici “Veniamo ogni anno e ne traiamo molti benefici”, dice la cardiologa Francesca Lumia, fra gli ideatori del progetto Montagnaterapia, già responsabile del servizio riabilitativo dell'ospedale Santo Spirito ed esperta di Medicina della Montagna “Scegliamo ogni anno il Terminillo per diversi motivi Non solo per la vicinanza con Roma, ma anche per la prossimità con l'ospedale di Rieti, nonché per la lunga tradizione che questa montagna vanta per le terapie, come ad esempio quelle psichiatriche” Lo scorso giugno sono arrivati sul monte un gruppo di pazienti che in passato hanno presentato problemi cardiopatici acuti, accompagnati dall'équipe del progetto, compresa di medici, infermieri, terapisti di riabilitazione e psicologo, con al seguito tutte le attrezzature e i farmaci per affrontare le patologie dei pazienti, emergenze incluse. “Per aderire a questo progetto, i pazienti devono aver superato da almeno sei mesi l'evento cardiologico acuto, e naturalmente possedere tutte le caratteristiche necessarie per essere idonei a seguito
degli appositi accertamenti - spiega la dottoressa Lumia - con noi quest'anno sono venuti anche alcuni pazienti con target non curativo che ne hanno approfittavo per conoscere a livello turistico il vostro territorio Tutto questo grazie alla collaborazione con la Cardiologia dell'Ospedale Santo Spirito, la Asl Roma 1 e l'Associazione Cuore Sano” “In passato abbiamo sempre pensato che montagna e cardiopatia non andassero d'accordo, oggi le indagini scientifiche dimostrano che non è affatto così - continua la dottoressa Lumia - chi subisce un infarto vive uno choc, porta con sé conseguenze spesso importanti di ansia, depressione, rabbia, paura di non farcela o timore che si possa presentare un altro evento simile In montagna si raggiunge una nuova consapevolezza, si cammina in gruppo e in salita, si fatica e la persona capisce che ce la può fare, con un grosso incentivo all'autostima”. Insomma, una vita del tutto normale anche dopo episodi cardiopatici acuti, oltre che un aiuto per le famiglie dei pazienti: “Spesso si tenta a proteggerli in maniera eccessiva, evitando loro molte cose ed amplificando piccoli sintomi che vengono ingigantiti. Oggi, anche i familiari sanno che si può fare questa esperienza in maniera protetta e si tranquillizzano”. (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Rieti, Pag. 58)


Latina, Virus West Nile: due ricoverati nel reparto di malattie infettive
Il primo caso nel Lazio del virus West Nile, anzi i primi due, sono stati registrati in queste ore a Latina Si tratta di due persone, uno di 70 e uno di 75 anni, entrambi residenti in provincia di Latina e che non hanno alcun legame tra loro I due pazienti si trovano ricoverati presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e non mostrano sintomi gravi I due casi sono autoctoni, nessuno dei due pazienti è stato in zone come il Veneto che ha un importante focolaio oppure in Africa La conferma delle due positività è arrivata dalle analisi svolte all’istituto Lazzaro Spallanzani di Roma Nel pomeriggio di ieri si è riunita la task force convocata dalla Regione Lazio e a cui hanno preso parte oltre alla Asl di Latina e all’istituto Spallanzani, anche l’istituto zooprofilattico del Lazio Nelle prossime ore sarà diramato un dossier per le aziende sanitarie locali, i medici di base e i Comuni sulla profilassi da seguire. Anche se, spiegano dalla Regione Lazio, è opportuno evitare qualunque allarme Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha voluto rassicurare i cittadini: “Da qualche anno il West Nile è endemico nel nord e centro Italia e questi sono i primi due casi endemici nel Lazio. Nessun allarme ma va tenuta alta la guardia Al momento il virus si trasmette prevalentemente tramite puntura da insetto e rarissimi sono i casi da trasfusione Faremo i controlli previsti dalle linee guida”
Rieti
Rieti, dimezzato il numero dei parti cesarei primari
“Il modello di assistenza a conduzione ostetrica permette alla paziente di essere seguita in tutte le fasi della gravidanza con attenzione e puntualità. Un modello che promuove un'assistenza personalizzata e incentrata sulla donna, valorizzando la sua fisiologia e il suo benessere. Ma non solo, il modello in questione ha permesso al reparto di Ostetricia e Ginecologia del nostro
ospedale di dimezzare il numero dei parti cesarei primari. Il modello infatti promuove un approccio meno medicalizzato, riducendo il ricorso a interventi come il taglio cesareo” Ad intervenire è il direttore sanitario della Asl di Rieti Angelo Barbato che prosegue: “Si tratta di un risultato che premia il lavoro del personale del reparto, su cui stiamo lavorando (continua)
(continua) cercando di potenziarne gradualmente il numero, sia per ciò che concerne il comparto che per ciò che attiene la dirigenza medica e la figura delle ostetriche che proprio all'interno del modello di assistenza risultano determinanti. La particolarità del modello, la sua adozione e sviluppo, nasce con l'obiettivo di promuovere soluzioni organizzative che garantiscano una sempre maggiore continuità nell'assistenza. La volontà dell'azienda è quella di proseguire su questa strada”. Del
modello e della sua implementazione, si è parlato nei mesi scorsi in Regione alla presenza del presidente Francesco Rocca. Redatto dall'Ordine della Professione Ostetrica di Roma e patrocinato dalla federazione nazionale degli ordini della professione di ostetricia e dagli ordini di Rieti, Viterbo e Latina, prevede l'esclusiva presenza di personale ostetrico, coadiuvato da personale di supporto nei contesti ostetrici-ginecologici-neonatali. (Fonte: Il Messaggero, Cronaca di Rieti, Pag. 61)