Nr. 37 - Opinione Liberale - 27 novembre 2020

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Opinione Liberale

Inizia l’era Speziali È stata una partita vinta dalla dirigenza Caprara come vinta è stata la sfida di Alessandro Speziali eletto presidente del PLR. L’e-Congresso di domenica è stato storico per la modalità in digitale: più di 4’000 i contatti sui nostri canali social con un picco di oltre 1’500; 733 al primo turno e 708 al secondo turno (su 806) le delegati e i delegati che hanno votato. Non è stato un esercizio facile per un evento eccezionale – ed esemplare – che ha richiesto una grande organizzazione. Il plauso a chi ha reso tutto ciò possibile, e un grazie di cuore a Bixio Caprara per aver guidato il PLR con entusiasmo e energia, a Natalia Ferrara ed Emilio Martinenghi per la loro candidatura, ad un magistrale presidente del giorno Simone Gianini che dato prova di grande capacità nel dirigere il primo e-Congresso nella storia del PLR.

I

l confronto delle ultime settimane tra i tre candidati alla presidenza del PLR – Natalia Ferrara, Emilio Martinenghi e Alessandro Speziali – si è concluso domenica con la nomina – annunciata dalla presidente dell’ufficio elettorale Francesca Verda Chiocchetti – di Speziali che ha ottenuto la maggioranza al secondo turno con 375 voti. Alessandro Speziali ha posto l’accento sul coinvolgimento e sull’ascolto della base del partito. “Il mio progetto è il nostro progetto”, quello di un partito aperto, vicino alla popolazione, che trasforma le idee della base in realtà politica. “La nostra spina dorsale dovrà essere il ceto medio. Non siamo antagonisti di nessuno bensì un punto di riferimento”. Speziali, che ha espresso incredulità al momento dell’elezione, ha detto di aver imparato molto “da questa competizione, segno che la competizione non è per forza sempre negativa. Anzi, è una delle fiamme che fanno ardere la qualità del Partito e del Paese”. Speziali ha ringraziato Bixio Caprara per gli anni d’impegno, per il lavoro di riorganizzazione e di rilancio, di cui “andrà fatto tesoro come i gruppi di lavoro tematici, come anche il sondaggio che si è rilevato azzeccato in molte sue componenti. Questo laboratorio di idee che ho in mente, insieme a questi gruppi di lavoro, sono già un treno in corsa, adesso si tratta solo di accellerare la velocità”. Il neo presidente ha reso infine “onore alle armi ai due compagni di viaggio”; un viaggio che si è rivelato “un bel percorso di qualità”. La visione sul futuro del partito è stato il file rouge anche degli interventi di Natalia Ferrara e di Emilio Martinenghi. Ferrara ha esordito con un “Ci

siamo, possiamo scegliere non solo chi ma anche quale strada imboccare, e come farlo. Penso che un’economia libera garantisca più prosperità del suo contrario. Che ci voglia una crescita sostenibile, non una decrescita cosiddetta felice. Insomma, credo ancora nel progresso, solo che il progresso è una competizione incerta, non un’eredità sicura, ed è per questo che bisogna creare le condizioni affinché i meritevoli possano farcela, a beneficio dell’intera collettività. E chi sono i meritevoli? Tutti coloro che si impegnano a seconda delle loro possibilità, rispettano le regole, le persone, la società tutta. Ecco perché sono severa verso chi non rispetta le regole, chi in Ticino ancora non paga salari svizzeri, chi viola i contratti collettivi di lavoro e ancora discrimina in particolare le donne lavoratrici. Allo stesso modo, però, dobbiamo rispettare l’ala radicale”.

Emilio Martinenghi ha indicato la sua visione per “un Partito forte al servizio del Paese, con spirito libero e con animo e cuore liberale radicale”, dove responsabilità, equilibrio e determinazione sono principi a cui ispirarsi. “Chi assumerà oggi la guida del nostro Partito, opererà per il Ticino di domani, forte della sua Storia. Sentiamoci fieri del nostro Paese e diffondiamo questo sentimento di orgoglio e appartenenza che ci contraddistingue. Con questo spirito intendiamo quindi promuovere una politica sociale ed economica chiara e profilata”. Una visione quella di Martinenghi che chiede di favorire “con spirito costruttivo un confronto interno arricchente per tutto il Partito”, e di essere “comprimari nel disegnare il futuro del Paese” anche nei rapporti con gli altri partiti.


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